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15 Mag 2012  |  825 Commenti

Morti sul lavoro: il 3% sono donne…

Una tragedia di classe e di genere, quella dei morti sul lavoro, di cui si parla ipocritamente e in modo generico,soffermandosi, quando va bene, solo sul primo aspetto, occultando scientemente il secondo. Evitando cioè di specificare che la quasi totalità delle vittime sono uomini, appartenenti al genere maschile, e poveri, appartenenti alla classe lavoratrice. Perché non si ha notizia di un notaio o di un commercialista rimasti uccisi precipitando dalla loro scrivania, né di un parlamentare o di un giudice cadendo dal loro scranno, né tanto meno di un industriale schiacciato sotto una pressa.

Questi sono i dati tratti dal sito dell’Inail per quanto riguarda l’Italia (verificati nel 2008):

Nel 2004 i morti totali furono 1328 di cui 1225 maschi e 103 femmine.
Dei 1225 maschi, 438 morirono a causa di infortuni stradali (di questi 251 erano infortuni in itinere e gli altri inerenti la tipologia di lavoro)
Delle 103 femmine 62 morirono per incidenti stradali (di cui 54 in itinere)

Nel 2005 i morti furono 1280 (di cui 1193 maschi e 87 femmine)

Dei 1193 maschi 612 morirono per incidenti stradali (di cui 235 in itinere); delle 87 femmine 66 morirono in incidenti stradali (di cui 44 in itinere)

Nel 2006 i morti furono 1341 (1242 maschi e 99 femmine)

Dei 1242 maschi 603 morirono in incidenti stradali di cui 214 in itinere); delle 99 femmine 85 morirono in incidenti stradali di cui 52 in itinere.

Quindi gli infortuni in itinere sono circa il 20% per maschi mentre salgono al 50% per le femmine. Se consideriamo che la quasi totalità degli autotrasportatori, degli autisti e in generale di coloro che svolgono una professione che prevede lo stare lunghe ore alla guida di un mezzo, sono uomini, è facile capire come in realtà si arriva alla percentuale del 98% di vittime maschili.

Le percentuali sono pressochè le stesse relativamente all’Unione Europea. Paradossale il fatto che, sullo stesso sito dell’Inail (www.inail.it “banca dati al femminile”), viene citata la percentuale di infortuni mortali  femminile e non quella maschile che si evince ovviamente sottraendo la prima al totale…

Pensate cosa succederebbe e sarebbe già successo se questa ecatombe sociale e di genere, con cifre paragonabili a quelle di una guerra civile neanche tanto strisciante, fosse stata e fosse a parti invertite. Se cioè a morire sul posto di lavoro fossero le donne e in quella percentuale.

Campagne mediatiche fino all’inverosimile, tuoni e fulmini scagliati contro una insopportabile e vergognosa discriminazione, leggi speciali per evitare alle donne i lavori più pesanti, faticosi e rischiosi. E sarebbe sacrosanto. Guai se non fosse così.

E invece in questo caso c’è un silenzio assordante, come si suol dire. E’ come se tutto questo fosse dato per scontato. E suonano beffardi i titoli dei giornali che mettono in risalto l’aumento degli infortuni sul lavoro per le donne, in percentuale.
Su questo dramma sociale e umano (e maschile) cala il sipario dell’oblio e dell’ipocrisia. Non una parola in tal senso. Se ne guardano bene tutti: politici, media, sindacati, associazioni degli industriali.
La domanda sorge spontanea? Perché? Forse perché questa verità è insopportabilmente vera al punto di spazzare via una “verità” fasulla, quella  del privilegio e dell’oppressione maschile sulle donne, sempre, comunque e dovunque? Forse perché questa verità è talmente vera che metterebbe in crisi la vulgata dominante e “politicamente corretta” che racconta di una oppressione a senso unico dell’intero genere maschile su quello femminile?

 

Noi non abbiamo paura della verità che qualcuno,una volta, sosteneva essere rivoluzionaria. Noi, la pensiamo come lui. Qualcun altro/a ne ha paura.

 


825 Commenti

Rino 7:59 am - 14th Maggio:

Bene, bravi.

Pure io trovo centrati i punti indicati da Fab. e ripresi da Arm. a cominciare appunto dal fatto che il femminismo, ben più che scalzare ciò che c’era a Sx, è subentrato in uno spazio ormai vuoto.
Sarà davvero interessante capire come mai si fosse creato quel vuoto, ma certo deve essere connesso alle trasformazioni strutturali (per dirla con Marcs) della società industriale cui deve essere aggiunta la potenza soverchiante (extra militar-industriale) degli USA, parlo della potenza culturale, della sua seduttività, della capacità di vincere ogni resistenza. Della pervasività dell’americanizzazione che abbiamo subito (cmq la si valuti).
L’estensione, la profondità e la capillarità dei suoi effetti è semplicemente sbalorditiva. Non ce ne rendiamo conto minimamente (ne parleremo perché è un vaso di Pandora, non si può credere cosa ci si trova).
Ho visto solo un anno fa per la prima volta il film “Colazione da Tiffany” (1961): è stato bene vederlo così tardi: è stata una illuminazione. Alla luce di quel che si vede oggi, di quel che sappiamo ora, quello non è un film, è letteralmente un piano d’azione, una profezia, una promessa …una minaccia. I tratti essenziali del femdominismo (ok Cesare!) vi sono tutti presenti. Allucinante!

Concordo del tutto poi sulla “… desacralizzazione di ogni aspetto della vita in favore di una concezione puramente materialistica”.
A tale proposito mi permetto di segnalare il mio ultimo post su
http://metromaschile.it/altrosenso/
“I bordelli della Materia” La profanazione delle feste sacre e profane.
Sabino Acquaviva è diventato famoso nel mondo con un libello del 1963 “L’eclissi del sacro nella società industriale”. Adesso se ne vedono gli effetti.
Qui allora nasce una domanda inquietante: perché i credenti non hanno resistito alla minaccia? Perché non hanno formato dei commandos per andare a imbrattare con gli spargiletame i supermercati che per primi aprirono la domenica?
Vi è dunque anche questo cedimento parallelo da considerare. Ed è contestuale nel tempo, perché evidentemente lo è sul piano causa/effetto. Si dice giustamente che il “Sol dell’Avvenire” fu una forma di religione (e infatti ne condivideva molti aspetti importanti) che adesso è finita. Ma anche l’altra non sta molto meglio. Che ci sia un parallelo?
Sospetto che siano finite due forme di escatologia, di proiezione verso il Futuro (con la maiuscola) e che la causa sia la stessa. Se Atene piange Sparta non ride, o quantomeno non ha motivo per farlo.
Il supermercato (e quindi le discariche) hanno sostituito il sacro, il simbolico, l’immateriale. Siamo nel dominio della Materia, del presente, della quantità (Guénon): nel femdominismo ?!
Leggevo giorni fa (ma non ricordo chi fosse): “Tutto è diventato Dio, salvo Dio stesso”.
Ne abbiamo di carne al fuoco…
Rino DV

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Fabrizio Marchi 9:21 am - 14th Maggio:

Credo che “femdominismo” sia la sintesi perfetta…Anche all’ascolto, e naturalmente nel contenuto. Forse abbiamo risolto l’enigma…
Naturalmente tutti possono dire la loro ma credo proprio che ci siamo…
Fabrizio

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Fabio 9:42 am - 14th Maggio:

L’ho già scritto sul blog di Rino e torno a ripetermi qui: va bene la critica al sistema capitalista, va bene l’analisi, va bene tutto, ma sostanzialmente quali sarebbero le soluzioni reali, ammesso e concesso che ne esistano?
Altra domanda, già rivolta a Rino: perché gli uomini hanno così bisogno di simboli al contrario delle donne?
Forse perché (superiore forza fisica a parte) il maschile è naturalmente perdente col femminile?
Se no come lo spiegate?

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mauro recher 10:51 am - 14th Maggio:

Io propendo per il “post femminismo” perchè dà un’ idea di qualcosa di nuovo che non ha niente a che vedere con il vecchio
ma naturalmente anche “FEMDOMINISMO” rende bene l’idea
————————————–
concordo anch’io che il femminismo ha preso possesso di una parte vuota della sinistra, una sinistra, comunque, molto distante da quella di origine; non per niente sono stati cambiati anche i simboli storici, come la falce e il martello, e quando si cambia qualcosa che ti identifica, vuol dire che ti vuoi nascondere dalle idee di origine, e cerchi di fare qualcosa di diverso che, in Italia, ha portato a risultati direi catastrofici ……
——————————————————————
quando leggo gli interventi di tanti attivisti o simpatizzanti del Momas (su altri siti, blog o mailing list) che ancora persistono pervicacemente nell’assumere posizioni anacronistiche e depistanti (crociate contro i giudici, contro l’Islam, contro gli immigrati e in generale le altre culture, contro i partiti di sinistra), non posso fare a meno di esprimere con chiarezza le mie posizioni.(fabrizio)

concordo pienamente, oltretutto credo che centri poco con il momas

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Luca 11:20 am - 14th Maggio:

Ma nei fatti cos’è il Momas?

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Leonardo 11:26 am - 14th Maggio:

A me viene in mente anche la parola Dispotismo…

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Fabrizio Marchi 12:56 pm - 14th Maggio:

“Ma nei fatti cos’è il Momas?” (Luca)
Un movimento di opinione, piccolo ed estremamente diviso al proprio interno. Né potrebbe essere altrimenti data l’ estrema diversità di analisi e di approccio alla stessa questione (per lo meno fra alcuni parti di esso).
“L’ho già scritto sul blog di Rino e torno a ripetermi qui: va bene la critica al sistema capitalista, va bene l’analisi, va bene tutto, ma sostanzialmente quali sarebbero le soluzioni reali, ammesso e concesso che ne esistano?” (Fabio)
Caro Fabio, la bacchetta magica non credo l’abbia nessuno di noi. E’ stato già molto importante, per lo meno per quanto ci riguarda in quanto MUB,aver riportato sul giusto binario la Qm, che a mio parere era impantanata di brutto su posizioni che definire anacronistiche è un eufemismo…E non dico altro per carità di patria e perché non voglio in alcun modo alimentare polemiche con altri di cui non sento nessuna necessità, ma potete ben immaginare quale sia il mio punto di vista …
Mi pare evidente, e credo che tutti gli amici e i frequentatori del sito lo possano constatare, che in questo anno e mezzo di lavoro abbiamo aggiustato di molto il tiro, dal punto di vista dell’analisi e dell’individuazione dell’origine e delle cause della attuale condizione maschile (beta). Non è poco…
Sono convinto che la nostra intuizione sia quella corretta e sono ancora più convinto che in parecchi (limitatamente all’entità del Momas), nonostante le inevitabili e fisiologiche resistenze ad abbandonare le vecchie strade (ormai vicoli ciechi), abbiano cominciato a interrogarsi…
Che fare? Chiedi in sostanza. Molti altri, e molto più autorevoli di noi, in frangenti diversi della Storia si sono posti questa domanda…
Per ora il primo obiettivo non può che essere quello di espandere il nostro messaggio con quanta più forza e chiarezza possibile e soprattutto lucidità, senza mai perdere la rotta (l’analisi), cercando di utilizzare e sfruttare al massimo delle nostre possibilità ogni spazio possibile.
Il secondo è quello di creare consapevolezza fra gli uomini beta e conquistarne alla causa quanti più possibile. In altre parole (so di dire delle cose che al momento sembrano e forse sono fantascientifiche ma incredibilmente è così…) l’obiettivo strategico (sul lunghissimo periodo) è quello di avere il sostegno della maggioranza degli uomini beta.
Le femministe prima e le femdoministe dopo ci sono riuscite, a parti invertite. Non solo, sono riuscite a conquistare alla loro causa anche un grandissimo numero di uomini. Non vedo perché non dovremmo tentare anche noi.
Ragazzi, per chi non lo avesse ancora capito, questo non è un giochetto per bambini.
Però siamo forti della nostra intuizione e della nostra analisi che, guarda caso, è proprio quella che spaventa. Non ho mai visto tanta aggressività e tanto livore (relativamente all’ambito della Qm) come nei nostri confronti.
Non è casuale. Hanno capito (quella parte, ancora minima, dei nostri avversari, che è entrata in contatto con noi) che abbiamo toccato un punto nevralgico.
Altre aree del movimento maschile vengono considerate come vecchi relitti male in arnese sopravvissuti a malapena alla tempesta. Con noi hanno la percezione di qualcosa di realmente diverso (e hanno ragione) e la cosa li disorienta.
Siamo una mina vagante. L’obiettivo strategico è diventare un esercito. Come, quando e soprattutto SE ciò si realizzerà (non c’è nulla di scritto nella Storia, la Storia la devono fare gli uomini) non è dato saperlo. Ma la strada è questa.
Fabrizio

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armando 1:25 pm - 14th Maggio:

perchè gli uomini hanno bisogno di simboli?
Perchè il maschio è “cultura”, logos, spirito, mito, (filosofia, religioni, arte da sempre sono state maschili), la donna è natura, materia.
Quando la società e il sentire collettivo si spostano per intero sulla natura/materia il maschile è effettivamente perdente. Quando poi con la tecnica la forza fisica conta meno allora è il disastro. E’ la storia degli ultimi secoli.
armando

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Damien 2:24 pm - 14th Maggio:

@Fabio:

“L’ho già scritto sul blog di Rino e torno a ripetermi qui: va bene la critica al sistema capitalista, va bene l’analisi, va bene tutto, ma sostanzialmente quali sarebbero le soluzioni reali, ammesso e concesso che ne esistano?”

A mio parere la risposta si cela dentro i mille e più interventi di questo sito e di altri.. in breve
1) non sposarsi, al massimo convivete
2)eliminare il corteggiamento
3)rinnegare il ficapower (spendete e rischiate MENO se andate a Professioniste e/o con donne emancipate!)
4)durante la relazione, esigere dalle donne parità di trattamento, emotivo sociale ed economico.

In buona sostanza, dobbiamo ritornare ad essere entrambi visti e trattati da PERSONE e non valutati da un apparato riproduttivo!

“Altra domanda, già rivolta a Rino: perché gli uomini hanno così bisogno di simboli al contrario delle donne? Forse perché (superiore forza fisica a parte) il maschile è naturalmente perdente col femminile?
Se no come lo spiegate?”

I simboli sono da sempre una forte espressione delle società umane, una chiara manifesta presenza per tutti, che spesso esprime forza e potere, dove comunione di interessi umani trovavano innumerevoli ragioni di esistere, i simboli poggiano le basi concrete nel REALE, e nella LOGICA umana, i simboli quindi servono a manifestare la propria forza ricercando l’interesse comune di tutti! ecco perchè funziona in tutti i campi, che siano marchi di auto prestigiose o ben note icone dell’ultimo telefonino.

Le donne, contrariamente, non necessita(va*)no di simboli, in quanto EMOTIVE si dedica(va*)no ai sentimenti dai quali spesso persino gli uomini trovavano conforto.. tali sentimenti avevano la forza che proveniva dall’interno un enorme ed ancora acerbo potere che di fatto muoveva i fili i tutte le società, calmierava le disparità o le acuiva a seconda se essi erano positivi o negativi, dava supporto alle religioni, ai valori quali morale, onore e via dicendo..

Oggi che queste disparità sono estinte ed abbiamo ciò che sapete, viviamo semplicemente in una bolgia dantesca dal presente infernale e dal futuro incerto.

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Annamaria Arlotta 3:56 pm - 14th Maggio:

Non riesco a starvi dietro, anf anf. Ho cominciato a leggere i post alle 3, da quelli sono passata a https://www.uominibeta.org/2011/03/28/sono-andato-a-puttane/ suggerito da non mi ricordo chi, e lì ho trovato lenzuolate da leggere. E non ho manco trovato il riferimento al turismo sessuale femminile! Altro che leggere tutti gli articoli, ma chi siete, Mandrake? Che poi è incredibile in questo periodo in cui ci stiamo tutti twitterando, lunghezza massima 140 caratteri…non è una critica, tra l’altro scrivete in un italiano corretto e scorrevole, ma posso solo ribadire a pochi punti.

Il turismo sessuale femminile, esisterà certo, tante cose esistono. Uomini onesti e ladri, grandi menti e stupidi, donne valide e insipide, insomma, servirebbero delle statistiche per sapere che percentuale di donne si dedica al turismo sessuale. Esistono anche uomini che non pensano ad altro che al sesso e donne ninfomani, ma quanti sono rispetto alla popolazione adulta totale? Senza questo dato l’affermazione resta là, appesa.

Ad Armando dico che le sue parole mi hanno fatto rimuginare non poco. Sì, quello che la donna emancipata si aspetta da un uomo è ancora quello che si aspettavano le nostre nonne. Quello che invece non vuole più è sentirsi imbrigliata e limitata. Le cose buone: protezione, sicurezza, sacrificio di sé per la famiglia vanno benissimo! Ma se il prezzo da pagare è la dipendenza, oggi non vanno più bene. Man mano che le donne lavoreranno sempre di più sarà inevitabile che l’insofferenza cresca nei confronti dell’uomo se non rispetta il tuo impegno lavorativo, per esempio si aspetta che tutti i lavori di casa siano fatti da te anche se sei andata al lavoro come lui.

Vi faccio un esempio personale. A volte vado a riunioni politiche serali. Mio marito, che pure da americano è più aperto della maggioranza degli italiani, mi fa quasi sentire in colpa perché quella sera non cucino, non sto con nostra figlia e non sto con lui. Però sarò sincera: probabilmente, vista la mia formazione, sono io a sentirmi in colpa, e probabilmente è il modo in cui dico che andrò alla riunione, con la coda tra le gambe, che suscita la reazione scocciata di mio marito e mia figlia, se lo dicessi con voce squillante e perentoria starebbero zitti magari.

Sull’instabilità delle donne, a parere di Rita: le eccezioni provano che non è una questione di ormoni o altra causa naturale. Margaret Thatcher ti sembrava instabile?

A Fabrizio dico: la prossima volta invertirò i termini amore e innamoramento, così vedo che libro mi tiri fuori. Sei troppo prevenuto nei miei confronti e trovo difficile dialogare serenamente con te.

Damien, tu dici che nel sito si trovano tanti uomini non dissimili dal mio amico e che non ho letto abbastanza interventi per determinarlo, e mi tacci subito di superficialità. Credimi, si può avere un’idea del tono delle discussioni anche scorrendo velocemente. Le posizioni sono chiare, a volte arricchite da dati, riferimenti a libri e articoli ecc. ma soprattutto è chiaro quando c’è un attacco generico al genere femminile, e uno non ha voglia di rispondere perché lo sente come puramente polemico. Io non voglio fare una partita a scacchi, vorrei capire ed essere capita.

Alessandro scrive:
“Sfatiamo il mito dell’italiano che non vuole andare a raccogliere i pomodori. L’italiano non vuole essere trattato come un animale da soma, che è ben diverso. Non mi pare che questo accada facendo le badanti.” Mah! pensaci bene: fare la badante con vecchiette magari non autosufficienti, lamentose per l’artrite o quant’altro, aiutarle a lavarsi e svuotare la bacinella della “comoda” dai loro escrementi, o uscire con loro con la paura che inciampino e si rompano il femore, camminando a 1 cm all’ora, deve essere un lavoro da spararsi. In confronto fare le pulizie è pura gioia! Riguardo alla raccolta dei pomodori, l’ho già detto, se lo straniero, meglio se clandestino, è pagato in nero molto meno chi ci rimette è l’italiano, che come dici giustamente non vuole essere trattato come un animale da soma. Ma la colpa è nella mancanza di controllo sul datore di lavoro che frega due persone contemporaneamente, lo straniero sottopagato e l’italiano che resta disoccupato.
Poi: “E se gli italiani nella maggior parte dei casi non si tirano indietro se si tratta di fare i lavori più modesti, così non poche donne, per dare una mano economicamente in famiglia, vanno a fare le pulizie in casa altrui. Il mio discorso era ovviamente un altro. Ci sono spesso opportunità di lavoro, dignitose e perfino ben retribuite, che non vengono colte dalle donne italiane disoccupate. Non mi pare ci sia qualcosa d’analogo per gli uomini italiani ” Non ti seguo, quali sono le opportunità di lavoro, dignitose e perfino ben retribuite, che non vengono colte dalle donne italiane disoccupate? Mi fai qualche esempio?

Cercando l’articolo di cui sopra ho visto che tre donne hanno partecipato alla discussione sul “sesso ludico”, tale Maria e altre due. Con altre parole hanno detto la stessa cosa che affermo io, cioè che in questo siamo diversi, il toccata e fuga è insoddisfacente per noi, e forse per questo dopo aver ceduto all’istinto ci sentiamo stuprate, come ha detto Armando mi pare. Ovvio che è stupido e contradditorio sentirsi stuprate se siamo state consenzienti, ma su qualcuno dovremo pur riversare l’astio per aver fatto qualcosa che sentiamo che non dovevamo fare no? E sennò voi che ci state a fare? Eheheheheh

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Fabrizio Marchi 7:43 pm - 14th Maggio:

“Ovvio che è stupido e contradditorio sentirsi stuprate se siamo state consenzienti, ma su qualcuno dovremo pur riversare l’astio per aver fatto qualcosa che sentiamo che non dovevamo fare no? E sennò voi che ci state a fare? Eheheheheh” (Annamaria Arlotta)
Annamaria Arlotta forse non sa o fa finta di non sapere (col suo svolazzare leggero, ingenuo (?) e quasi angelico, forse in risposta alla nostra seriosità e pesantezza) che questo “ripensamento” sul quale lei fa della facile ironia, in molti paesi europei può mandare diritto in galera un uomo con l’accusa di stupro…
“A Fabrizio dico: la prossima volta invertirò i termini amore e innamoramento, così vedo che libro mi tiri fuori. Sei troppo prevenuto nei miei confronti e trovo difficile dialogare serenamente con te”. (Annamaria Arlotta)
Non sono affatto prevenuto, Annamaria, è solo che personalmente trovo i tuoi commenti privi di interesse, eccezion fatta per alcuni spunti che del tutto involontariamente mi fornisci. Peraltro, come già ho avuto modo di dirti in un precedente post e come ha sottolineato Damien in un commento degno del suo miglior repertorio (in pole position per il premio Uomini Beta da assegnare al miglior satirico del blog…), sei abilissima a glissare, svolazzare, contraddirti con quella “beata e spensierata ingenuità” tipica di una certa tipologia di donna dell’era postfemminista e postmoderna (“emancipata sì, ma fino ad un certo punto, se mi si buca la gomma della macchina c’è sempre qualche uomo a cambiarmela, sia chiaro…la donna è pur sempre la donna e l’”omo ha da esse omo”, come si dice a Roma…salvo il doversi trasformare in un agnellino in altri frangenti…). E lo fai apparentemente quasi senza accorgertene… E allora ecco qualche rispostina lì, qualcun altra là, una “minestrina” di qua, un brodo di dado di là, scriviamo troppo, tu hai tanti impegni, non riesci a rispondere, ad approfondire, e via discorrendo…
“Vogliamo l’uomo così, lo vogliamo colà, siamo emancipate però fino a un certo punto, l’uomo deve essere forte, quasi un superman e se non lo è mi arrabbio, però al contempo deve essere dolce, mi deve corteggiare,perché sì, è vero, sono emancipata, ma sono pur sempre una femmina, e da che mondo è mondo una femmina è una femmina…Se vado con un uomo senza amore (un’affermazione veramente originale, concetti che nessun uomo ha mai ascoltato nella sua vita…) il giorno dopo mi sento derubata, umiliata, stuprata…Il sesso non è una ginnastica, se devo fare ginnastica vado in palestra (se qualcuno afferma di aver ascoltato questa frase meno di un centinaio di volte nella sua vita lo banno dal blog in via definitiva…), però il sesso è libero, lo abbiamo liberato, ci siamo liberate, però scordati che te la dia subito perché io sono una donna e senza amore non la do…Voglio lavorare perché è un mio diritto ma in cantiere non ci vado perché non ho la forza muscolare, che ci vadano gli uomini a morire sul posto di lavoro perché io ho un compito assai più importante dal momento che la natura ha destinato la sottoscritta a crescere la prole e a mandare avanti il mondo (che perle di “progressismo” e di eguaglianza universale…)
Annamaria, i tuoi commenti sono questa “roba” qui. Sei naturalmente liberissima di continuare a pubblicarli (anche perché, devo essere onesto, solletichi la fantasia dei nostri ormai illustri satirici, Damien, Marco Pensante e Sandro, e la cosa, devo essere onesto, mi diverte molto; in fondo è quel tocco di leggerezza che anche tu ci chiedevi…smile ) come io devo essere altrettanto libero di dirti ciò che penso.
Alla prossima.
Fabrizio

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Rita 8:21 pm - 14th Maggio:

@Annamaria

Sull’instabilità delle donne, a parere di Rita: le eccezioni provano che non è una questione di ormoni o altra causa naturale. Margaret Thatcher ti sembrava instabile?

conosci il significato della parola “mediamente”?

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Rita 9:03 pm - 14th Maggio:

dunque… se io dico che le donne mi paiono “mediamente” più instabili emotivamente (tendenzialmente contradditorie, meno capaci di astrarre concetti) mi si citaano le “eccezioni” come Margaret Thatcher.

Se io, (come è capitato in altri lidi) dico che alle donne non è impedito da oscure forze maschiliste di ascendere ai vertici e cito le eccezioni (quali Margaret Thatcher, ma anche altre e pure nel passato, da Elisabetta I a Caterina di Russia e via discorrendo) mi si dice che … quattro gatte che sono soltanto “eccezioni” non possono provare l’inesistenza dell’oppressione del genere femminile.

Stupefacente.

Le eccezioni in un caso provano che non puo’ essere vera un’affermazione sulla media, nell’altro non lo provano.

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Alessandro 10:45 pm - 14th Maggio:

A.Arlotta: “E se gli italiani nella maggior parte dei casi non si tirano indietro se si tratta di fare i lavori più modesti, così non poche donne, per dare una mano economicamente in famiglia, vanno a fare le pulizie in casa altrui. Il mio discorso era ovviamente un altro. Ci sono spesso opportunità di lavoro, dignitose e perfino ben retribuite, che non vengono colte dalle donne italiane disoccupate. Non mi pare ci sia qualcosa d’analogo per gli uomini italiani ” Non ti seguo, quali sono le opportunità di lavoro, dignitose e perfino ben retribuite, che non vengono colte dalle donne italiane disoccupate? Mi fai qualche esempio?
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Sono quelle che ho scritto in precedenza, Annamaria, cioè guadagnare 1.000 euro al mese avendo vitto e alloggio gratuiti, contributi versati, spese varie pagate…, prendendosi cura degli anziani. Sono 1000 euro al mese puliti, oggi possiamo definirli “buona retribuzione”. Certo niente è facile e nessuno ti regala nulla, tutto costa sacrificio. Sono comunque delle opportunità di lavoro, che possiamo definire buone, con i tempi che corrono, e rivolte in modo particolare alle donne. Sono condizioni di lavoro da preferire di gran lunga a quelle che tu hai descritto con precisione in riferimento ai raccoglitori di pomodori, quasi sempre sfruttati da autentici criminali, privi di qualsiasi tutela.
Il problema di voi donne di sinistra è, chi più chi meno, sempre quello: finchè non si affronta il discorso “donna” dimostrate apprezzabili, talvolta ottime capacità di analisi, ma quando il ragionamento cade lì, allora o assumete l’atteggiamento dell’avvocato difensore a oltranza oppure descrivete uno scenario, pure dominante a livello mediatico e quindi nell’opinione pubblica, in cui la donna compare sempre come vittima e subordinata. Diciamolo una volta per tutte che esistono anche donne privilegiate e uomini subordinati in seno alla nostra società, che la discriminazione di genere è, qui e ora, sostanzialmente un’invenzione mediatica, e che invece quella di “classe”, di cui si tace, esiste e come, e che le donne sono libere di fare le loro scelte, su come utilizzare il proprio corpo, se sposarsi, se avere figli…non c’è nessun complotto maschilista contro di loro. Mi rendo comunque conto che, in un’ottica puramente pragmatica, abbandonare un certo vittimismo così redditizio non è certamente facile. Sarebbe però, da parte vostra, un atto altamente apprezzabile.

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sandro 11:23 pm - 14th Maggio:

“sarà inevitabile che l’insofferenza cresca nei confronti dell’uomo”
___________________
Se è per questo, pure nei confronti della donna.

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Damien 12:15 am - 15th Maggio:

PARAFRASANDO – A cura di Annamaria Arlotta

“Il turismo sessuale femminile, esisterà certo, tante cose esistono. Uomini onesti e ladri, grandi menti e stupidi, donne valide e insipide, insomma, servirebbero delle statistiche per sapere che percentuale di donne si dedica al turismo sessuale. Esistono anche uomini che non pensano ad altro che al sesso e donne ninfomani, ma quanti sono rispetto alla popolazione adulta totale? Senza questo dato l’affermazione resta là, appesa.”

L’interpretazione di questo pensiero è disarmante nella sua schiettezza, cari amici/amiche che ci seguite da casa.. osservate come il potere dello scritto puo’ calmierare, oserei dire LEGALIZZARE l’operato femmineo ponendolo al pari di quello maschile.. mal comune mezzo gaudio direbbero gli antichi e i piu’ accorti.. infatti l’interlocutrice NON si sofferma sul problema centrale, ovvero sul fatto che le donne, allo stesso piano maschile, non è che diventino migliori.. oh nooo! lei glissa per orbitare intorno al problema evidenziando che se lo fanno ANCHE le donne visto che lo fanno già anche gli uomini. che male c’è? si perde quindi il sapore dell’IMPUTABILITA’, già vista nei vari processi, oltre che un ritorno all’età puerile, dove se gianni ruba la marmellata e non lo hai punito, mamma, papà, perchè volete punire adesso me? UAAAA! io piango ecco!!…. (…)…

….stendiamo un velo pietoso, ma non senza prima riflettere che essa stessa infine rafforza il concetto della COLPA maschile per riflesso, chiedendo a noi quale sia in finale le percentuali di tale fenomeno, forse dovrebbe chiederlo alla sua vulva, visto che LEI puo’ farlo quando vuole mentre l’uomo deve fare uno sforzo enorme per raggiungere lo stesso obiettivo.. lei glissa abilmente inoltre su sutti gli esempi che le ho citato, dove anche Ciro di 10 anni sarebbe arrivato a comprendere.. ma forse ha scritto di getto… e questo mi riporta a quello che ho scritto in precedenza, sull’essere EMOTIVO femminile che ci scrive.. quindi si rimestola la situazione.. lei gira la frittata fin quando non puo’ mostrarci il lato che meglio puo’ piacerle.. ma tanto.. sempre na frittata resta.. ovvio che se si guarda la parte bruciata pare brutto no? quindi meglio rigirarla.. vah!

Inoltre prosegue la sua perentoria rigirata di frittata sul fatto che la donna odierna si sente ancora dipendente dall’uomo.. ebbene.. prima che sta frittata si bruci del tutto, invito i presenti a dirmi in quale spazio temporale e di quale galassia le donne siano DIPENDENTI dall’uomo.. contrariamente vedo gli uomini essere da sempre DIPENDENTI dalla donna.. gli esempi si sprecano qui ed altrove… non va bene cara Annamaria Arlotta, lei ha buona volontà ma scarso impegno e dimostra un superficiale interesse nell’approfondire i temi trattati.. ora prende l’insufficienza.. e domani ritorni accompagnata dai suoi genitori.. e visto che c’è, magari faccia venire sua nonna, che lei cita ad esempio, sono certo che anche lei le avrà da dire qualcosa in merito al carattere libertino, intransigente edonista egoista effimero della donna odierna nei confronti dell’uomo che la rende schiava (sic!)

Visto che usa un esempio familiare per affermare il dispiacere che suo marito e sua figlia provano nel vedere la sua persona in colpa per motivi di lavoro, le ricordo che l’usare un tono piu’ perentorio non le ridarà indietro tutto il tempo che ha perso lontano dai suoi cari.. situazione spesso simile per noi uomini.. solo che noi da fessi ci stiamo male e non sgridiamo nessuna quando lasciamo le nostre famiglie per andare in miniera, oppure in fabbrica, negli altiforni, sulle piattaforme petrolifere.. che vuole farci.. magari sarà un mio limite non capire lo stress da “riunioni politiche serali” a cui sicuramente lei non puo’ mancare..

circa Margareth Thatcher.. le rispondo entro i 140 caratteri:

E’ considerata una delle più eminenti prove a sostegno della teoria secondo cui la pericolosità delle donne aumenta in maniera proporzionale alla loro distanza dai fornelli.

proseguendo:

“A Fabrizio dico: la prossima volta invertirò i termini AMORE E INNAMORAMENTO, così vedo che libro mi tiri fuori.”

Io fossi in lei cercherei un libro che parli di amore e dedizione verso l’uomo, ecco cosi magari la sua ironia sarà impegnata per un bel pezzo, nel frattempo potrebbe focalizzarsi meglio sulla questione esposta..

Ma veniamo a noi:

“Damien, tu dici che nel sito si trovano tanti uomini non dissimili dal mio amico e che non ho letto abbastanza interventi per determinarlo, e mi tacci subito di superficialità. Credimi, SI PUO’ AVERE UN’IDEA DEL TONO DELLE DISCUSSIONI ANCHE SCORRENDO VELOCEMENTE. Le posizioni sono chiare, a volte arricchite da dati, riferimenti a libri e articoli ecc. ma soprattutto è chiaro quando c’è un attacco generico al genere femminile, e uno non ha voglia di rispondere perché lo sente come puramente polemico. Io non voglio fare una partita a scacchi, vorrei capire ed essere capita. ”

Ora, ho evidenziato in GRANDE il punto principale espresso non a caso, evito polemiche ben conscio che molti avranno capito dove lei vada a parare (aiutino? ok.. IO IO IO IO IO (e voi non siete un cazzo!)) si perchè vedete.. quella che dice VORREI CAPIRE è la stessa che con superficialità GIUDICA SCORRENDO VELOCEMENTE, non approfondisce, usando le sue EMOZIONI essa ribadisce che sia piu’ che sufficiente per GIUDICARCI, e badate bene.. è la stessa che esige successivamente di VOLER ESSERE CAPITA!.. chiaro il concetto? si? o devo fare uno schizzo sulla lavagna?

Quindi diciamolo a Fabrizio.. una buona volta.. ah Fabbri! dacce un taglio! nun serve scrive piu’ de 140 caratteri eh! e che cazzo! tanto se capisce er concetto già al secondo rigo! alle donne nun servono le prosopopee lo voi capì o no? e stica stoca e stami! e dajeee!

aspe’ che te vedo?? l’e’ mejo anna a raccoglie pomodori che sta dietro ad un vecchio ed alla sua pupu’.. mmah! allora sti extracomunitari non hanno capito una ceppa… strano che le badanti siano TUTTE donne e manco una a raccogliè pomodori.. sarà per il sole che le secca la pelle? che dici Fabbri’? annulla riprova o tralascia?

prosegue la clone con i suoi attacchi con: “Non ti seguo, quali sono le opportunità di lavoro, dignitose e perfino ben retribuite, che non vengono colte dalle donne italiane disoccupate? Mi fai qualche esempio? ”

ebbene se proprio fare le badanti a 1000 euro mese piu’ vitto e alloggio GRATIS non fa per voi, eccoti dei lavori che da DOMANI le donne (te compresa, cosi eviti lo stess da RIUNIONI POLITICHE SERALI”) possono fare e sono ben retribuite! da 800 euro a 2500 euro al mese.. in ordine retributivo:

1)edilizia 800 euro mese
2)asfaltare le strade 900 euro circa
3)altiforni 1000/1100 euro mese
4)miniere 1400 euro circa
5)postazioni petrolifere marine 2000 euro/mese

uhm.. rileggendo la lista ma me convinco sempre piu’ che se continuate a fa la segretaria a qualcuno che cià na ditta a 2500 euro mese piu’ sex session in trasferta resta ancora una prerogativa femminile ben retribuita.. ooh che te devo da di Annamarì.. è tutta colpa di sti porci maschilisti di uomini pervertiti se vi dovete piegare alle becere leggi sociali odierne.. si capisce.. come te capisco..

ed infine:

“Cercando l’articolo di cui sopra ho visto che tre donne hanno partecipato alla discussione sul “sesso ludico”, tale Maria e altre due. Con altre parole hanno detto la stessa cosa che affermo io, cioè che in questo siamo diversi, il toccata e fuga è insoddisfacente per noi, e forse per questo dopo aver ceduto all’istinto ci sentiamo stuprate, come ha detto Armando mi pare. Ovvio che è stupido e contradditorio sentirsi stuprate se siamo state consenzienti, ma su qualcuno dovremo pur riversare l’astio per aver fatto qualcosa che sentiamo che non dovevamo fare no? E sennò voi che ci state a fare? Eheheheheh”

Lascio ai posteri l’ardua sentenza.. io ve ricordo solo quello che mi viene in mente quando leggo ste manfrine:

NOI SIAMO LE NAZIFEMDOMINISTE BORG, SARETE RIEDUCATI, OGNI RESISTENZA E’ INUTILE!

..Ah Fabbrì scusa na domanda.. controlla l’antispam che io controllo n’ attimo qui.. se stà a brucià la frittata..

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sandro 12:44 am - 15th Maggio:

“E’ considerata una delle più eminenti prove a sostegno della teoria secondo cui la pericolosità delle donne aumenta in maniera proporzionale alla loro distanza dai fornelli”
_________________
Mah. Pure coi fornelli…
La madre di un tizio che conosco, coi fornelli, una trentina di anni fa fece esplodere la casa.
Non è una balla, è vero.

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Maurizio 7:58 am - 15th Maggio:

Ho letto numerosissimi posts in altri blog dedicati alla Qm, ho fatto molte ricerche su google per scoprire chi mai avesse scritto che “il femminismo è figlio del Comunismo” (come è stato più volte ripetuto in questa sede), ma non sono riuscito a trovare nulla. Niente di niente. Qualcuno di voi potrebbe linkarmi alcune di queste affermazioni?

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Maurizio 8:48 am - 15th Maggio:

mmm… capito, quindi è solo una vostra menzogna, perché, effettivamente, in circolazione NESSUNO ha mai scritto una panzana simili riguardo all’equazione “femminismo figlio del comunismo”.

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Fabrizio Marchi 9:34 am - 15th Maggio:

Evidentemente, Maurizio, non sei bravo a cercare (si fa per dire…) perché su Google è zeppo di simili “panzanate” (su questo sono d’accordo con te…) come dici tu, e non vale neanche la pena di linkarle. Ci vorrebbe troppo tempo….
In ogni caso è evidente da come ti esprimi e dall’atteggiamento che hai scelto di assumere che la tua è solo una provocazione gratuita e che non hai nessuna intenzione di discutere e di confrontarti in modo positivo e costruttivo.
Ho comunque scelto di pubblicare, in questo caso, i tuoi post, ma non lo farò più perché questo genere di “contributi” non ha alcun senso se non quello di creare polemiche e diatribe fini a se stesse, cosa di cui sei perfettamente consapevole…
Vai per la tua strada, Maurizio, e lasciaci lavorare.
Fabrizio

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sandro 12:05 pm - 15th Maggio:

Siamo sotto elezioni…
smile

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mauro recher 12:51 pm - 15th Maggio:

oggi ,navigando su facebook sulla pagina di Annamaria Arlotta ,o meglio sul suo gruppo ,ho trovato linkato questo blog
http://iosonoincazzatonero.blogspot.com/2011/01/lo-stereotipo-da-eliminare.html

punti di riflessione in due occasioni …tralasciando la solita tiritera iniziale

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arriviamo infine al femminismo che è come molti lo pensano: una donna violenta e incazzata nei confronti dell’uomo e gli dà un calcio nelle palle e una donna con atteggiamenti da uomo che fà il gesto dell’ombrello.
Nulla di più errato.

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se avete la pazienza di leggere ,spiega due foto che escono con la ricerca di “femminismo” su google ….
chissà se non ha mai letto (o ha fatto finta di non leggere) femminismo a sud ,ma è solo un esempio ,ce ne sono altri di siti blog su questa linea …

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un altro punto è questo

Di fatto comunque ancora oggi la donna lavora in condizioni discriminanti e non è vista al pari dell’uomo in diversi campi. Il lavoro è visto anch’esso maschio:

commenta cosi due foto ,una di queste è tratta da “tempi moderni” della nostra mascotte smile ….ma non gli viene il dubbio che ,se digita lavoro e viene fuori una foto del genere ,non è perchè il lavoro è “masculo”,ma perchè gli uomini fanno i lavori più usuranti ??

ma dai, la colpa è sempre degli uomini maschilisti .e che c..o… pardon, diamine!

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armando 2:59 pm - 15th Maggio:

Fabrizio, continua a pubblicare i commenti di Annamaria, perchè sono la dimostrazione che non per tutti vale il principio di non contraddizione, o almeno quello di una ragionevole coerenza.
Il massimo è questo: “Ovvio che è stupido e contradditorio sentirsi stuprate se siamo state consenzienti, ma su qualcuno dovremo pur riversare l’astio per aver fatto qualcosa che sentiamo che non dovevamo fare no? E sennò voi che ci state a fare? Eheheheheh”
Forse Annamaria pensa di essere stata ironica, ma in realtà descrive alla perfezione un modo di sentire, prima ancora che pensare, di molte donne. Quando c’è contraddizione fra l’istinto che fa fare certe cose con piacere, e la coscienza che le vieta (essere e dover essere), anzichè guardare dentro se stesse, mettersi in discussione, decidere quale parte di sè si vuol far prevalere e accettarlo, si deve per forza trovare il colpevole fuori, in qualcun altro. E chi, allora, meglio del maschio? Guardate che nella frase “sennò che ci state a fare” c’è molto di più di una battuta di spirito. Perchè è quello che i maschi hanno sempre fatto. Secondo Franco Fornari, ed esempio, il maschio/padre prende su di sè, bonificandolo, il malessere congenito che esiste nel rapporto madre/figlio quando nasce un bimbo, così permettendo che quel rapporto possa svilupparsi come rapporto d’amore.
Il che dimostra che se i maschi/padri non ci fossero (o fossero del tutto emarginati e privati di qualsiasi ruolo significativo, come è nelle intenzioni di tante/i così detti moderni), il caos e l’odio si espanderebbero a dismisura, in una regressione psichica spaventosa. Lo stesso accade per l’uso della violenza. Fino ad ora i maschi hanno esentato le femmine dalla sua pratica, assumendosene per intero il carico psichico che comporta la sua pratica (talvolta necessaria), e permettendo così alle femmine di sentirsi “innocenti” per natura nonostante che siano anch’esse ovviamente partecipi di istinti aggressivi e di distruzione. La verità è che comunque la si giri la sparizione del maschio o il suo equivalente della castrazione psichica, anzichè produrre un mondo di pace e nonviolenza, avrebbe l’effetto contrario, come ben sapeva Renè Girard per il quale la violenza esplode quando le differenze spariscono in nome dell’identità.
armando

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Alessandro 3:10 pm - 15th Maggio:

Eccone un altro che vuol farci credere che le donne nella nostra società siano discriminate perchè ha estrapolato A SUO PIACIMENTO quattro immagini di donne in abiti scollati. Esilarante.

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Fabrizio Marchi 5:58 pm - 15th Maggio:

“Fabrizio, continua a pubblicare i commenti di Annamaria, perchè sono la dimostrazione che non per tutti vale il principio di non contraddizione, o almeno quello di una ragionevole coerenza”. (Armando)
Non mi ha neanche sfiorato per l’anticamera del cervello l’idea di bannarla, Armando, intanto perché non ha violato nessuna regola della civile convivenza né tanto meno offeso o insultato nessuno, secondo poi perché, come tu stesso affermi, è la testimonianza vivente di quella contraddittorietà e assoluta incoerenza che caratterizza il femminile contemporaneo.
Meglio di così non si potrebbe. Abbiamo una campione da laboratorio tutto per noi…smile (Annamaria, sto scherzando…)
Fabrizio
P.S. non sono del tutto d’accordo con il resto del tuo intervento ma ora non ho tempo. Co tornerò a breve…

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cesare 8:05 am - 16th Maggio:

Obama Pictures Corporation, dopo il ritiro del contigente miitare in Afganistan grazie all’invio di altri 150.000 marines, dopo l’immersione nelle acque dell’Oceano Indiano del corpo del Demonio senza Volto, dopo la Guerra che è Pace in Libia, al suo affezionato pubblico di disoccupati e di famiglie in crisi alla terza settimana del mese, presenta il trailer del film a luci rosse: il Fondo Monetario Internazionale e l’onore violato della vergine USA.
Gentili Signore, egregi Signori, dopo la proiezione passate a ritirare le razioni K. chè sarete imbarcati per la terza guerra mondiale contro i creditori.

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armando 1:37 pm - 16th Maggio:

Una precisazione, anche per evitare di imbarcarci in una discussione in parte già fatta.
Quando scrivevo dei maschi che si sono fatti interamente carico di cose che sono anche delle donne, come la violenza, dicevo di un fatto. Che sia stato giusto o no è altra faccenda, come se sia giusto che debba o no essere ancora così. Una mia idea la ho, ma non ha importanza. Quello che volevo dire, invece, è che comunque la si pensi, se le donne intendono cambiare le cose, è imprescindibile assumano, e per intero, le proprie responsabilità, come da sempre fanno gli uomini. In prima persona, senza infingimenti e vittimismi, e senza patetitici tentativi di allontanare da sè l’amaro calice del confronto col proprio male attribuendolo sempre al maschio.
Da quì non si scappa. Poi, se sarà possibile, se ne saranno capaci per intero è ancora altra materia di discussione e soprattutto di osservazione della realtà. Se lo saranno si ri-potrà trovare un equilibrio su altre basi. Se non lo saranno , a) prima o poi torneremo ad una riedizione, magari aggiornata, dell’antico, oppure b) la guerra fra i sessi giungerà ad un punto di non ritorno al termine del quale uno dei due sarà annichilito. Ma sarà una sconfitta di tutti. Quel che è certo è che la situazione attuale non può durare.

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Fabrizio Marchi 9:17 pm - 16th Maggio:

Sul fatto specifico (Strauss Kahn), Cesare, ancora non abbiamo notizie sufficienti. Tutto può essere, in una direzione o in un’altra… E quindi è ‘d’obbligo aspettare, per cautela, prima di prendere posizione…
Potremmo essere di fronte ad un tipico caso di “maschio alpha dominante”, convinto di poter disporre di tutto e di tutti/e a suo piacimento, incappato, per così dire, in un “incidente di percorso”, oppure al contrario lo stesso potrebbe essere la vittima di un complotto finalizzato a farlo fuori politicamente, e in questo caso, cosa c’è di meglio di un’accusa per stupro?….
Ciò detto, indipendentemente da come andrà a finire la vicenda, la tua analisi politica è corretta e condivisibile, per lo meno per quanto mi riguarda. Così come è evidente che se oggi si vuole distruggere un uomo, chiunque esso sia, lo si deve accusare di violenza sessuale. Se Strauss-Kahn fosse stato arrestato per bancarotta fraudolenta o per qualsiasi altro reato, la ricaduta politica non sarebbe stata certo la stessa. In questo modo, a scanso di clamorosi rovesci nelle indagini (che a mio parere, per lo meno nel breve-medio periodo, non ci saranno), lo hanno messo completamente fuori gioco. E se anche dovesse riuscire a dimostrare in un futuro prossimo o remoto la sua (presunta) innocenza sarebbe comunque finito.
Bisogna anche capire bene i termini della vicenda. E a questo fine avremmo bisogno di dati certi che invece non abbiamo. Una volta, quando si pronunciava la parola “stupro” la nostra mente focalizzava spontaneamente un brutale e ripugnante atto di violenza commesso da un uomo o magari spesso anche da un branco di violenti ai danni di una donna indifesa. Oggi, come sappiamo, in moltissimi casi, anche un semplice “ripensamento” del giorno dopo potrebbe far scattare le manette per un uomo, come è successo nel caso di Assange (solo per citare un altro caso clamoroso)…
Fabrizio

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cesare 8:54 am - 17th Maggio:

Il problema, evidenziato anche nel caso Strauss Kahn, non è se l’accusa sia vera o falsa. Questa domanda è purtroppo problema successivo. E non è il problema giuridico principale. Il problema è se anche i principi del diritto sono già stati ritagliati sul genere, per cui ci sono le quote rosa anche nel diritto. Purtroppo sì, c’è un diritto a due colori: quello colorato in rosa e quello colorato in azzurro. Ovvero se sei un maschio accusato da una donna di reati sessuali vai dentro subito e sulla sua parola e sulla sua parola sei condannato a meno che nei fatti tu non provi il contrario. Ben si capisce che in queste circostanze la parola rosa vincerà sempre sui fatti perchè è la loro interpretazione che ne fa un crimine o una più o meno gratificante occasione di sesso. Il che tradotto nella vita quotidiana dei maschi significa che è da sconsigliarsi salire in ascensore da soli con una donna (e tutte le innumerevoli situazioni similari) e se si fa sesso, farsi istruire prima da un buon avvocato: qualunque donna infatti può arbitrariamente distruggerti. Mentre nella vita quotidiana delle donne la conseguenza è che di fatto si trovano attaccato al collo quello che una volta faceva bella mostra di sè sui tralicci dell’alta tensione: “chi tocca muore”. Il che, dal punto di vista dell’immagine e del sex appeal, è piuttosto impegnativo. Anzi un disastro.

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Fabrizio Marchi 10:08 am - 17th Maggio:

Sono assolutamente d’accordo con quanto spieghi, Cesare, la mia era solo una “cautela politica” dettata, diciamo così, da ragioni di “realpolitik”. Perché, senza certo voler enfatizzare il nostro ruolo, quello che scriviamo potrebbe essere strumentalmente utilizzato contro di noi. Questo è un piccolo sito che certo non fa paura, ma tratta un argomento assai delicato e per questa ragione è potenzialmente a “rischio”…
Ciò detto, la mia personale opinione nel merito è che, al di là della colpevolezza o innocenza di Strauss Kahn, lo stesso sia vittima di un’operazione politica che va ben oltre il fatto specifico. Non ci credo neanche un po’ all’ipotesi che il direttore dell’FMI venga arrestato negli USA per un episodio del genere (al di là, appunto, se sia vero o meno ciò di cui è accusato) come se fosse un tizio qualsiasi. Vero è che in America un presidente è stato tenuto per anni “sotto schiaffo” da una ragazzotta che andava in giro con il maglione macchiato del suo sperma. Ma, anche in quel frangente, era solo la Levinsky a portare avanti il gioco?…C’è anche da dire che in quel caso si trattò di un reato, diciamo così, di “costume” (il Presidente degli USA che si fa “spompinare” alla Casa Bianca, che scandalo!…), in questo siamo di fronte ad un’accusa di stupro con annessi e connessi (sequestro di persona ecc.). Ma la sostanza politica non cambia di molto.
Resta il fatto che Strauss Kahn viene arrestato per violenza sessuale e finisce diritto in galera, come dici giustamente tu, prima ancora che la sua colpevolezza venga dimostrata in sede processuale, mentre uomini come Bush (senjor e junior) o Putin (e ora Sarkosi e Obama in Libia) che hanno scatenato guerre, invaso altri paesi, bombardato e torturato (con l’aiuto dei loro cani da guardia come Ben Alì, Mubarak o altri che ora staranno “svaccando” in qualche paradiso tropicale) rimangono al loro posto e se la godono.
Ciò conferma che al giorno d’oggi il reato di violenza sessuale è di fatto considerato come il più grave rispetto a qualsiasi altro, sia esso omicidio o strage. Se consideriamo che Strauss Kahn (per la legge americana, certo) rischia una condanna a 74 anni di carcere mentre qui da noi un ex superterrorista come Fioravanti, reo confesso di dieci omicidi e condannato in via definitiva per la strage di Bologna (anche se per questo reato specifico ha sempre negato ogni responsabilità, per la giustizia italiana è colpevole) è libero ormai da anni, dopo aver scontato circa 30 anni (ma non tutti di carcere a tempo pieno, molti in semilibertà e libertà condizionale), possiamo farci un’idea del clima e del contesto in cui ci troviamo.
Insomma, il “politically correct” ha ormai fatto scuola. Dalle guerre “politicamente corrette”, come quelle in Afghanistan e in Libia, alla giustizia “politicamente corretta” (e soprattutto politicamente orientata…).
Fabrizio
P.S. c’è anche da dire, e questo è il fatto ancor più grave, che molti uomini non si fanno certo scrupoli nell’utilizzare con disinvoltura l’accusa di violenza sessuale come strumento di ricatto e aggressione contro altri uomini. Anche questo è un fatto che dovrebbe farci riflettere…

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Leonardo 12:03 pm - 17th Maggio:

Fabrizio Marchi:
Resta il fatto che Strauss Kahn viene arrestato per violenza sessuale e finisce diritto in galera, come dici giustamente tu, prima ancora che la sua colpevolezza venga dimostrata in sede processuale, mentre uomini come Bush (senjor e junior) o Putin (e ora Sarkosi e Obama in Libia) che hanno scatenato guerre, invaso altri paesi, bombardato e torturato (con l’aiuto dei loro cani da guardia come Ben Alì, Mubarak o altri che ora staranno “svaccando” in qualche paradiso tropicale) rimangono al loro posto e se la godono.
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Certo, vuo mettere, quanto tira di più nei tg lo scandalo sessuale, lo stupro, invece che la guerra? Mi viene da chiedermi: perché la Francia, che per prima ha mosso guerra in LIbia, ora se la deve vedere con un politico stupratore? Ma che fa comunque la sua figura di maschione .

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armando 2:03 pm - 17th Maggio:

Fabrizio: c’è anche da dire, e questo è il fatto ancor più grave, che molti uomini non si fanno certo scrupoli nell’utilizzare con disinvoltura l’accusa di violenza sessuale come strumento di ricatto e aggressione contro altri uomini. Anche questo è un fatto che dovrebbe farci riflettere…

Questo è davvero un punto su cui riflettere. Non per solidarietà di genere, ma semplicemente per GIUSTIZIA. La lotta politica, anche dura, non può consistere nella distruzione dell’immagine dell’avversario, per nessun motivo. Nel caso specifico, poi, delle accuse di violenza sessuale, si tratta di un boomerang che prima o poi si ritorce contro a chi usa quello strumento. Una specie, anche in questo caso, di suicidio collettivo maschile differito. Ogni caso eclatante in cui si percepisce che quell’accusa, anche se poi finisse nel nulla, giova a chi la muove, costituisce un potentissimo stimolo a ripeterla in altre circostanze con personaggi meno noti e potenti. Forse S.K se la caverà perchè è un potente, ma non è detto. Come successe a Tyson, preda comunque troppo facile per il suo curricolum e in più nero, incastrato senza appello. Un malcapitato maschio normale viene distrutto, semplicemente distrutto.

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mauro recher 4:48 pm - 17th Maggio:

Lo stupro è una violenza ad una persona ,uomo e donna che sia, purtroppo “certe persone” usano questo “strumento” che, in molti casi, io chiamo lo stupro del “giorno dopo” o del “ripensamento”, per screditare l’avversario ,che sia politico ,imprenditore ,vicino di casa ,non importa…Queste persone, forse non si rendono conto, ma offendono le vere vittime, più degli stessi stupratori…
Usare questo mezzo, invece di combattere con le idee per vincere, che siano elezioni o solo prodotti più convenienti ,ecc ecc ….sembra che sia di moda …
Convengo anche con il fatto che lo stupro faccia più sensazione di una guerra in atto ….ma, aspettando ,come dice Fabrizio, nuove notizie, una cosa è lecito domandarsi; di certo i soldi per lui non sono un problema…Ma andare con una escort ?? Proprio no??

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cesare 5:36 pm - 17th Maggio:

Senza nulla togliere alla gravità estrema del gesto evocato nella vicenda Strauss Kahn, ovvero il tentato stupro, queste vicende danno tuttavia la viva impressione di essere costruite (o sfruttate e quindi confezionate), come exempla educativi planetari a sostegno della tesi del valore superiore di una civiltà. Episodi a costruire la narrazione di un popolo superiore. Già i Romani dell’Impero si preoccupavano di insegnare come si vive ai barbari. Poi, come giusto, ci si autoinvita al desco degli educandi. Di questo racconto edificante, resta tuttavia anche l’amaro retrogusto di quella barbarie che sono le macerie del diritto occidentale su cui, per esempio appunto, l’episodio è costruito. E’ il medesimo amaro retrogusto degli analoghi racconti edificanti delle “superiori” vendette bibliche come quella contro Bin Laden, che una domanda inquietante la pongono: ma queste vendette fuori di ogni norma di diritto internazionale non si chiamano anche atti di assassinio volontari? Per cui, di fronte a queste narrazioni del bene, ti scopri a porti la domanda se oggi come occidentale appartieni ad una civiltà davvero superiore o davvero di spietata barbarie.

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Leonardo 6:04 pm - 17th Maggio:

Che poi le immagini dei processi in America sono vietate e questo invece lo mostrano.

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Damien 6:41 pm - 17th Maggio:

Prima gli uomini Alpha, per detenere il potere, ricchezza e privilegi usavano tutta una serie di cose che ben conosciamo.. ditemi perchè oggi dovrei meravigliarmi del fatto che usino le accuse di stupro per i medesimi fini..

ho sempre detto che le donne non hanno cambiato nulla, tut’altro.. sono esse stesse il braccio armato del sistema ALPHA..

Con questo voglio ribadire il concetto che le donne, una rivoluzione mai nata, non è semplicemente il titolo del tuo libro Fabbrì.. ma anche una constatazione di fatto.. com’e’ che si dice?? aah! si vero.. “SE NON PUOI BATTERLI, UNISCITI A LORO!” quello che le donne hanno fatto.. e quello che gli ometti zerbino fanno con le donne…

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armando 9:00 pm - 17th Maggio:

Sono d’accordo con Cesare, nel senso che, con tutte le manchevolezze che gli si possono riconoscere, il rispetto del diritto internazionale è, per ora, l’unico criterio di una qualche, seppure non assoluta, oggettività, come sosteneva Karl Schmitt. Il trasgredirlo, al contrario, produce un arbitrio maggiore e potenzialmente senza limiti, dei guai a cui si vorrebbe rimediare. Anche perchè la sua trasgressione è atto arbitrario e fondato solo sulla forza del trasgressore. La prima guerra contro l’Irak del 1990 fu giustificata con il fatto che Saddam aveva invaso uno stato sovrano, il Kuwait. Aveva dunque infranto il diritto internazionale, e a rigore l’intervento era giustificato. Ma i bombardamenti su un altro strato sovrano, la Libia oggi come la Serbia ieri, sono atti che anch’essi trasgrediscono quel diritto a cui ci si era appellati anni prima. Lo si fa in nome di un principio umanitario che però viene applicato caso per caso, secondo convenienza. Nessuno ha mai mosso un dito contro l’invasione cinese del Tibet, popolo, etnia e stato con una sua propria identità specifica e che non minacciava nessuno.
Spiace dirlo, ma l’Occidente in queste vicende piene di incoerenza e ipocrisia, da il peggio di sè e finisce per giustificare l’odio di cui è fatto oggetto.

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Fabrizio Marchi 10:54 pm - 17th Maggio:

La realtà, Cesare, è che ormai non siamo più sicuri di nulla; non sappiamo dove finisca la realtà e cominci la finzione e viceversa. Tutto può essere soggetto a manipolazione. Una “notizia” può essere creata dal nulla e fatta diventare “realtà”. Non sappiamo chi sia veramente Bin Laden nè cosa sia veramente Al Qaida. E’ un movimento reale che affonda le sue radici nell’Islam più radicale o una “creatura” inventata in laboratorio da qualche grande potenza per ragioni geopolitiche? O entrambe le cose?
Personalmente non ho mai apprezzato la dietrologia. Preferisco attenermi ai fatti e valutare gli effetti politici degli eventi. Non mi interessa quindi sapere (come è invece per alcuni autorevoli giornalisti, penso ad esempio a Giulietto Chiesa ma anche ad altri) se gli attacchi alle Torri Gemelle e al Pentagono siano stati opera della CIA o di Al Qaida (intesa in questo caso come un’organizzazione religiosa, politica e militare del tutto autonoma, indipendente, senza alcun legame con gli apparati militari o di sicurezza di questa o quella grande potenza). Dal mio punto di vista non ha alcun senso intestardirsi in un lavoro di questo genere, anche perché non si potrebbe mai arrivare alla verità tanto è ormai enorme e pervasiva la capacità di manipolazione dei media (controllo e dominio della psico-eto-sfera).
Possiamo però chiederci :“Cui prodest?”, relativamente ad un fatto, quindi interpretarlo e darne una valutazione politica, che è quello che conta, a mio parere. E la mia opinione è che senza Al Qaida, Bin Laden, gli attacchi alle Torri e la strategia terroristica nel suo complesso, l’Occidente, con in testa gli USA, non avrebbe avuto la giustificazione “morale” (guerra al terrorismo, esportazione della democrazia, dei diritti, liberazione delle donne dall’oppressione islamica, dal burqa ecc. “guerra umanitaria” e “politicamente corretta”…) necessaria per poter invadere l’Iraq, l’Afghanistan e ora la Libia. E questo è un fatto. Come è un fatto che tutto ciò che sta accadendo da almeno 20 anni e forse più a questa parte (anche se non viene detto esplicitamente e si preferisce parlare della guerra all’integralismo islamico) è il risultato della competizione globale fra le due superpotenze capitalistiche del mondo, gli USA e la Cina. La seconda sta sopravanzando la prima dal punto di vista economico mentre la prima mantiene la supremazia militare. Una delle ragioni principali che hanno motivato l’intervento occidentale in Libia, oltre alla spartizione delle risorse (petrolio e acqua) e alla necessità di alcune potenze europee di riconquistare un ruolo nello scacchiere del Mediterraneo è senz’altro la necessità di porre un freno alla forte espansione economica e commerciale della Cina in Africa (in questo caso e sotto questo profilo, Francia longa manus degli USA).
Ciò detto, tornando a noi, e ammettendo che Bin Laden sia realmente stato ucciso in quei giorni in cui ce lo hanno comunicato, che non si tratti di un sosia o qualsiasi altra ipotesi fantapolitica (ma neanche tanto…), possiamo anche riuscire ad accettare (si fa per dire…), facendo finta di passare per stupidi, che lo stesso Bin Laden rappresenti il male assoluto del Terzo Millennio. Del resto, chi avrebbe avuto qualcosa da dire se la stessa sorte fosse toccata a Hitler (come in effetti è stato)o a Pol Pot?… Il problema è quando, tornando a ciò che sostenevi e che condivido al 100%, la logica e soprattutto la pratica dell’omicidio cosiddetto” mirato” viene applicata sistematicamente a migliaia e migliaia di persone, come avviene ad esempio da decenni in Palestina dove appunto migliaia di militanti, considerati tutti sempre e comunque dei “terroristi” per il solo fatto di appartenere a delle organizzazioni politiche che si oppongono all’occupazione israeliana dei Territori palestinesi (diritto sancito dall’ONU quello di ribellarsi in armi contro un esercito invasore – ricordo a tal proposito che ci sono ben 116 risoluzioni dell’ONU, regolarmente disattese, che chiedono il ritiro di Israele dalla Cisgiordania e da Gaza) sono stati fatti fuori (e continuano ad essere fatti fuori) con un missile sparatogli nel culo da un elicottero o da un drone. Le chiamano “esecuzioni mirate” ma sono appunto degli assassinii di stato. Anche una fucilazione nel bel mezzo di un’operazione di guerra, per lo meno una volta, necessitava di un processo, magari breve, ma lo necessitava. In Palestina (e non solo in Palestina, sia chiaro…)si viene “fucilati” nel sonno, mentre si dorme, o in automobile, magari mentre si accompagnano i figli a scuola. E se ci restano secchi pure i bambini pazienza. E’ il prezzo da pagare per la democrazia…
Fabrizio
.

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Rino 11:27 am - 18th Maggio:

Annamaria Arl.
>>
…ma su qualcuno dovremo pur riversare l’astio per aver fatto qualcosa che sentiamo che non dovevamo fare no?
>>
Dinamica psicologica comprensibile, metabolizzata per millenni da M all’interno della relazione con F.
Ora quel “riversare l’astio” è uscito dalla dinamica a due ed è entrata nei tribunali, e così gli UU entrano nelle prigioni o …si castrano prima. Questo è il punto.

Armando 15/5
>>
Forse Annamaria pensa di essere stata ironica, ma in realtà descrive alla perfezione un modo di sentire, prima ancora che pensare, di molte donne. Quando c’è contraddizione fra l’istinto che fa fare certe cose con piacere, e la coscienza che le vieta (essere e dover essere), anzichè guardare dentro se stesse, mettersi in discussione, decidere quale parte di sè si vuol far prevalere e accettarlo, si deve per forza trovare il colpevole fuori, in qualcun altro. E chi, allora, meglio del maschio? …

Secondo Franco Fornari, ed esempio, il maschio/padre prende su di sè, bonificandolo, il malessere congenito che esiste nel rapporto madre/figlio …

…se i maschi/padri non ci fossero …il caos e l’odio si espanderebbero a dismisura, in una regressione psichica spaventosa.

>>
E’ un’ipotesi che non può più essere trascurata.
Credo davvero che non si possa relegarla nella psicofantascienza.

Rino DV

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sandro 9:27 am - 19th Maggio:

Strauss Kahn?
Un fuori di testa.
Complotto o no, ha un tallone d’ Achille grande come una casa, vicende antecedenti lo dimostrano, e questa è una cosa che un uomo nella sua posizione non può permettersi.
Alla sua età poi…
C’ ha sessant’ anni suonati. Ma dove cazzo voleva andare?

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Fabio 5:47 pm - 19th Maggio:

Strauss Kahn?
Un fuori di testa.
Complotto o no, ha un tallone d’ Achille grande come una casa, vicende antecedenti lo dimostrano, e questa è una cosa che un uomo nella sua posizione non può permettersi.
Alla sua età poi…
C’ ha sessant’ anni suonati. Ma dove cazzo voleva andare? (sandro)
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Personalmente credo molto poco a quella storia, ma ammesso e concesso che sia vera, questo starebbe a dimostrare che negli USA essere un “maschio alpha” o un “maschio beta” è sostanzialmente la stessa cosa, nel momento in cui una donna qualsiasi decide di accusarti di violenza sessuale. Inoltre mi chiedo: se per un presunto stupro vengono chiesti 74 anni di galera !?!, quanto bisognerebbe chiedere per una madre che mette in una lavatrice il proprio figlioletto?

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Leonardo 1:12 pm - 20th Maggio:

Fabrizio Marchi:
E la mia opinione è che senza Al Qaida, Bin Laden, gli attacchi alle Torri e la strategia terroristica nel suo complesso, l’Occidente, con in testa gli USA, non avrebbe avuto la giustificazione “morale” (guerra al terrorismo, esportazione della democrazia, dei diritti, liberazione delle donne dall’oppressione islamica, dal burqa ecc. “guerra umanitaria” e “politicamente corretta”…)
——————————————————————
Scusa l’ironia Fabrizio, ma anche a me dava fastidio che le torri gemelle facessero ombra sull’ Empire state building, cadute quelle, oggi è di nuovo il grattacelo più alto di New York. Per dare pure una motivazione urbanistica e artistica.

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Rita 3:15 pm - 20th Maggio:

@Fabio:
Inoltre mi chiedo: se per un presunto stupro vengono chiesti 74 anni di galera !?!,

In realtà i capi di accusa sono 6 o 7: mi par di capire che il totale di 74 anni sia praticamente il risultato degli anni previsti per una violenza sessuale moltiplicata per i capi di accusa.

http://www.giornalettismo.com/archives/125626/il-verbale-che-accusa-strauss-kahn-ha-messo-il-suo-pene-nella-bocca-della-cameriera/2/

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Annamaria Arlotta 7:58 pm - 21st Maggio:

Eccomi al mio appuntamento del sabato con gli UU! La svolazzatrice fa una glissatina da voi, che, per stessa ammissione di Fabrizio, potete a volte risultare un tantinello pesanti. Incollo alcune vostre affermazioni che trovo “apocalittiche”:
Alessandro: descrivete uno scenario, pure dominante a livello mediatico e quindi nell’opinione pubblica, in cui la donna compare sempre come vittima e subordinata
Damien: non approfondisce, usando le sue EMOZIONI essa ribadisce che sia piu’ che sufficiente per GIUDICARCI,
Armando: “continua a pubblicare i commenti di Annamaria, perchè sono la dimostrazione che non per tutti vale il principio di non contraddizione, o almeno quello di una ragionevole coerenza” e in un altro post: a) prima o poi torneremo ad una riedizione, magari aggiornata, dell’antico, oppure b) la guerra fra i sessi giungerà ad un punto di non ritorno al termine del quale uno dei due sarà annichilito. Ma sarà una sconfitta di tutti. Quel che è certo è che la situazione attuale non può durare.
Uuuuh! Ma bisogna essere sempre perfettamente coerenti, seri, iper-razionali, SEVERI CON SE STESSI? Perché la mia impressione è che molti di voi lo siano, e che poi esternate questa inflessibilità sugli altri, tra cui me. E non importa che io vi dica in afrocubano che se per femminismo si intende essere arrabbiate con l’uomo e credere che i mali dipendano da lui io non sono femminista ( anch’io ho visto Femminismo al Sud, per carità, pussa via, infatti nella mia ricerca di aderenti al gruppo contro la pubblicità sessista mi guardo bene dal pubblicizzarlo sui gruppi delle arrabbiate). Ma, tornando all’irrazionalità, io credo che siamo tutti un po’ instabili e contraddittori, ma che non c’è bisogno di crocefiggerci per questo. La vita è assurda di per sé, siamo tutti qui a cercare di capire come relazionarci agli altri ( quando sento le conversazioni al cellulare degli altri, spesso c’è un “ma lei non doveva, ma lui avrebbe dovuto, ma io mi sono sentito così e colà…), io non ho intenzione di sentirmi in colpa per voler prendere le cose alla leggera quando posso. E’ ovvio che l’esempio che ho fatto non si riferiva a donne che dopo un rapporto sessuale denunciano un uomo che poi va in galera, ma a un sentimento frequente nelle donne. Scrive Fabrizio: Vogliamo l’uomo così, lo vogliamo colà, siamo emancipate però fino a un certo punto, l’uomo deve essere forte, quasi un superman e se non lo è mi arrabbio, però al contempo deve essere dolce, mi deve corteggiare,perché sì, è vero, sono emancipata, ma sono pur sempre una femmina, e da che mondo è mondo una femmina è una femmina…Se vado con un uomo senza amore (un’affermazione veramente originale, concetti che nessun uomo ha mai ascoltato nella sua vita…) il giorno dopo mi sento derubata, umiliata, stuprata…Il sesso non è una ginnastica, se devo fare ginnastica vado in palestra (se qualcuno afferma di aver ascoltato questa frase meno di un centinaio di volte nella sua vita lo banno dal blog in via definitiva…), però il sesso è libero, lo abbiamo liberato, ci siamo liberate, però scordati che te la dia subito perché io sono una donna e senza amore non la do…Voglio lavorare perché è un mio diritto ma in cantiere non ci vado perché non ho la forza muscolare, che ci vadano gli uomini a morire sul posto di lavoro perché io ho un compito assai più importante dal momento che la natura ha destinato la sottoscritta a crescere la prole e a mandare avanti il mondo (che perle di “progressismo” e di eguaglianza universale…)
Sono vere tutte quelle cose: il sesso è più libero di venti o trent’anni fa, la verginità non è più sacra come un tempo, ma ciò non significa che l’atteggiamento delle donne rispetto al sesso sia lo stesso di un uomo, per i motivi di cui abbiamo discusso in precedenza. E’ vero che non abbiamo la forza muscolare ed è vero che qualcuno deve occuparsi dei figli e che al momento accade prevalentemente alle donne.

Comunque sto giungendo a delle considerazioni generali, che vi espongo con la speranza che siano ben accolte:.
1) L’urgenza sessuale è più forte negli uomini e investe il loro umore e il loro benessere psico-fisico. Loro credono che, siccome è così per loro, la mancata rivoluzione sessuale delle donne sia questione di repressione e di contraddittorietà, ma non è questo il motivo. Armando scrive: c’è contraddizione fra l’istinto che fa fare certe cose con piacere, e la coscienza che le vieta (essere e dover essere), anzichè guardare dentro se stesse, mettersi in discussione, decidere quale parte di sè si vuol far prevalere e accettarlo, si deve per forza trovare il colpevole fuori, in qualcun altro. No, credo che guardando in noi stesse troviamo sempre che ciò che desideriamo è il rapporto a lungo termine anziché il piacere estemporaneo.
2) Le donne fanno le vittime e non apprezzano abbastanza la fatica e i sacrifici degli uomini: è vero.
3) Le donne preferiscono parlare di oppressione maschile anziché rimboccarsi le maniche: vero in parte. E’ possibile per una donna fare carriera, ma la scelta tra stare con i figli o vederli pochissimo è molto ardua. Gli ostacoli alla carriera consistono anche nel generale atteggiamento di minore stima data alle donne da ambo i sessi. Gli uomini hanno timore delle donne in posti dirigenziali ( capire il perché potrebbe essere un altro argomento molto interessante da discutere), e le donne instaurano subito rivalità e gelosie tra di loro.
4) Le donne potrebbero fare i lavori manuali come gli uomini: no, non conviene ai datori di lavoro, ci sono dei limiti fisiologici ( quei giorni del mese…eventuali gravidanze) e di costituzione. I lavori elencati da Damien: 1)edilizia 800 euro mese 2)asfaltare le strade 900 euro circa 3)altiforni 1000/1100 euro mese 4)miniere 1400 euro circa 5)postazioni petrolifere marine 2000 euro/mese, mi sembrano improponibili, l’ultimo anche per la lontananza da casa se la donna ha marito e figli o anche solo marito che si aspetta un pasto caldo, la casa pulita e le camicie stirate tutti i giorni.
5) Chi è più dipendente dall’altro? Scrive Damien: invito i presenti a dirmi in quale spazio temporale e di quale galassia le donne siano DIPENDENTI dall’uomo.. contrariamente vedo gli uomini essere da sempre DIPENDENTI dalla donna. Mi ha colpito questa frase, perché soltanto ora, alla mia veneranda età, mi rendo conto che gli uomini, che fanno i duri, che parlano meno delle donne, sono meno proni a esternare sentimenti e stati d’animo e se lo fanno non vanno avanti un’ora come le donne, non piangono quasi mai ecc. in realtà sono dipendenti dalle donne. Mi chiedo però se Damien intenda la dipendenza per il solo soddisfacimento fisico o per quello affettivo. Frasi come : “il potere delle donne, che possono usare il corpo come credono”, che ogni tanto appaiono nei vostri interventi, mi fanno pensare che il bisogno di rapporti fisici di cui al punto 1 sia il maggior fattore di dipendenza, ma magari mi sbaglio. O forse il piacere fisico condiziona l’apprezzamento degli altri aspetti, boh. Comunque tutto questo potere io non l’ho mai sentito, dalle vostre parole mi accorgo ora, quando è troppo tardi per approfittarne, che l’avevo! Nel mio cervello il rapporto con l’uomo è sempre stato molto complesso e non ho mai estrapolato il fattore della fisicità dal resto.

Queste sono le mie riflessioni al momento. Adesso, svolazzando da un argomento all’altro, vorrei ancora parlare di Strauss-Kahn e poi del confronto dei lavori raccoglitore di pomodori/badante.

Strauss-Kahn: la faccenda ha dei lati oscuri. In tutti gli alberghi del mondo è dovere del portiere sapere se una stanza è libera o occupata, per non disturbare la privacy dei clienti. In un albergo di lusso a maggior ragione, il costo del soggiorno comprende una dedizione del personale al cliente VIP, prevenendo se possibile i suoi desideri e bisogni e restando sempre a sua disposizione. Possibile che una cameriera ( e un cameriere prima di lei, che ha portato via il vassoio della colazione e che le ha detto che poteva pulire la stanza) entri quando lui era in stanza? Non sa di tranello per colpire un uomo la cui debolezza verso le donne era cosa ben nota? Poi, lui ci è cascato ( a quanto sembra), dunque il reato l’ha commesso, però secondo me gatta ci cova.

Ultimo argomento: la fatica da lavori manuali pesanti e il mestiere di badante con vitto e alloggio gratuiti. Beh, ci sono due tipi di fatiche, quella manuale e quella psicologica ed emotiva: la badante ha tutte e due. Il raccoglitore di pomodori si ammazza per otto ore e poi va a casa sua, la badante ha “l’alloggio”, non ha più una casa, al massimo quattro foto nella sua stanza, se è fortunata un bagno per sé. Dopo aver pulito ed essersi presa cura dell’anziana non può staccare, è sempre lì con l’orecchio teso per sentire se è tutto a posto, e non credo che se abita da una vecchia lamentosa quella lì smette di angosciarla perché è finito l’orario. E’ prigioniera insomma, fuorché la domenica, non ha uno spazio suo, non può ricevere persone. Stare con i bambini è faticoso, ma perlomeno loro danno gioia, sono belli, sono teneri. Con i vecchi invece c’è la morte nell’aria. Mah! Tra i due i lavori non si sa qual è peggio.

Beh, buona domenica, io andrò a fare volantinaggio per i referendum a Parco Nemorense (Roma) nel pomeriggio, con l’IdV. Se qualcuno vuol dare una mano… Hasta la vista!

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Fabrizio Marchi 8:51 pm - 21st Maggio:

“…ci sono due tipi di fatiche, quella manuale e quella psicologica ed emotiva: la badante ha tutte e due. Il raccoglitore di pomodori si ammazza per otto ore e poi va a casa sua, la badante ha “l’alloggio”, non ha più una casa, al massimo quattro foto nella sua stanza, se è fortunata un bagno per sé. Dopo aver pulito ed essersi presa cura dell’anziana non può staccare, è sempre lì con l’orecchio teso per sentire se è tutto a posto, e non credo che se abita da una vecchia lamentosa quella lì smette di angosciarla perché è finito l’orario. E’ prigioniera insomma, fuorché la domenica, non ha uno spazio suo, non può ricevere persone”. (Annamaria Arlotta)
Annamaria, ma che cazzo dici?!…Ma sei mai andata a vedere come e dove vivono, che orario fanno, quanto sono pagati e quali condizioni di lavoro hanno i raccoglitori di pomodori? Lasciamo perdere, va, che è meglio… Scusa l’immediatezza (apprezza la sincerità), interpretala come un’imprecazione discorsiva, e cerca di non prendertela se puoi…
Annamaria, sei molto meglio quando svolazzi di fiore in fiore, candida e ingenua, piuttosto che quando cerchi di affrontare discorsi “seri e pesanti”…Resta leggera…
E…buon volantinaggio…
Fabrizio

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Annamaria Arlotta 9:41 pm - 21st Maggio:

Ti rispondo subito Fabrizio: dobbiamo intenderci se parliamo di italiani o stranieri. Se sono stranieri hanno condizioni di vita pietose, se sono italiani suppongo che debbano essere messi in regola e abbiano quindi un orario normale, ed è per questo che gli stranieri sono preferibili, sono molto più ricattabili soprattutto se non hanno il permesso di soggiorno. Sbaglio? Non ho capito niente?

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Rita 10:05 pm - 21st Maggio:

Annamaria:
E’ possibile per una donna fare carriera, ma la scelta tra stare con i figli o vederli pochissimo è molto ardua. Gli ostacoli alla carriera consistono anche nel generale atteggiamento di minore stima data alle donne da ambo i sessi. Gli uomini hanno timore delle donne in posti dirigenziali ( capire il perché potrebbe essere un altro argomento molto interessante da discutere), e le donne instaurano subito rivalità e gelosie tra di loro.
xxxxxxxxxxx

io, se vuoi, ti racconto la mia di esperienza (non di “donna in carriera” eh…laugh che io, pur non avendo figli e famiglia, ho sempre evitato che il lavoro fosse la ragione di vita..) ma di donna che ha visto uomini e donne in carriera.

Ti posso dire che sono venuta via da un posto di lavoro proprio perchè ritenevo che mi stessero chiedendo troppo tempo da sottrarre alla mia vita, ma me lo chiedevano perchè per loro era “normale” mettere il lavoro al primo posto, anche a scapito della famiglia, e una volta entrati in questo ingranaggio capisco che non se ne possa uscire: è difficile, insomma, scegliere quanto tempo dedicare al lavoro quando si è in competizione (e sto parlando di liberi professionisti). Personalmente non ho mai rilevato “timore” degli uomini delle donne in poste dirigenziali, semplicemente ho visto che chiedevano alle donne le stesse cose e lo stesso impegno che chiedevano agli uomini e, ti garantisco, che l’unico momento in cui ho visto “umano” uno dei miei giovani capi in “carriera” è stato quando sono entrata nella sua stanza e stava concludendo una telefonata con la sua bambina di quattro anni. E’ stato come se si fosse aperto uno squarcio: credimi che ho visto che anche per lui era arduo e quasi insostenibile lo stare lontano dalla figlia e vederla praticamente soltanto nei week end, dato che quando tornava a casa alla sera era sicuramente già a dormire. Però non credo che lui avesse scelta. O meglio, aveva la scelta di stare in quel momento di più con sua figlia o di rinunciarci per pensare al futuro di sua figlia. Non sto a discutere sul fatto che sia meglio o peggio per un bambino avere il futuro, (studi, sicurezza economica, magari casa) assicurato o un padre presente nell’infanzia. Mi pare evidente che quella era stata la loro scelta “familiare” giusta o sbagliata che fosse.

La stessa cosa accade per le madri in carriera.
Alle volte mi chiedo però quanto “pesi” la componente personale di ambizione e realizzazione e quanto “pesi” la componente di senso del dovere verso il proprio ruolo familiare nei due diversi sessi.

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Fabrizio Marchi 10:25 pm - 21st Maggio:

Appunto, Annamaria, supponi…Stiamo parlando di mestieri che ormai sono quasi esclusivamente di “competenza” degli immigrati che lavorano dodici ore al giorno in qualsiasi condizione climatica, spesso sfruttati dalla malavita organizzata, e che vivono per lo più ammassati in capannoni spesso senza adeguati servizi igienici. Hai mai sentito parlare di Rosarno? Sai cosa è avvenuto lì?…
Sono maschi anche loro, e poveri, se non fosse chiaro, anche se stranieri. E anche nella miseria, i maschi se la passano peggio delle femmine…Sarà perché hanno una muscolatura più robusta?…
Fabrizio
P.S. non stiamo qui per fare la guerra fra poveri, Annamaria, ma la contraddizione di genere, come quella di classe, esiste (su questo le femministe hanno ragione), e non possiamo far finta che non esista. D’altronde proprio le donne l’hanno portata allo scoperto. Ora tocca a noi….

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Rino 11:05 pm - 21st Maggio:

Annamaria”
>>
Ma bisogna essere sempre perfettamente coerenti, seri, iper-razionali, SEVERI CON SE STESSI?
>>

Sì.
Assolutamente sì, sempre. Senza eccezioni, senza cedimenti, senza pause autogratificanti. Senza “momenti-premio” (se non altro perché nessuno se li merita veramente).

Certo, per quanto ci si applichi non saremo mai abbastanza coerenti, seri, razionali e severi con noi stessi come sarebbe necessario per meritare il titolo di Umani.

Rino DV

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Damien 12:43 am - 22nd Maggio:

@Annamaria Arlotta

Nel rileggere i tuoi interventi, non rimango sorpreso, tutto prevedibile, da copione.. che senso avrebbe ribattere punto per punto quando è palese riscontrare che non hai mutato di una virgola il tuo atteggiamento? coerente, cinica, e al solito.. svolazzante sui cardini del tema esposto..

Ebbene, esimia Double A! vorrei risponderti come si deve.. ma taccio.. taccio perchè sono convinto che sarebbe solo un coltello a doppia lama che non indugeresti ad usare per riprenderti un poco di stima intellettuale che, sono certo, risulta ormai persa nei tuoi riguardi..

Proseguendo, il dibattito con te non risulta fruttuoso, è deleterio, sterile.. oserei dire unilaterale.. in sunto: NAZIFEMDOMINISTA! per le seguenti motivazioni:

1) “Uuuuh! Ma bisogna essere sempre perfettamente coerenti, seri, iper-razionali, SEVERI CON SE STESSI? Perché la mia impressione è che molti di voi lo siano, e che poi esternate questa inflessibilità sugli altri, tra cui me.”

Per inciso, a me di te me frega quanto il due di picche a briscola a fiori, stiamo parlando di un argomento sensibile, di MORTI sul lavoro.. di UOMINI MORTI, gli stessi che col tuo scritto leggero e svolazzante, non degni di considerazione e di una giusta riflessione, cosa che darebbe motivo di un serio dibattito costruttivo.. ma tanto.. sono uomini.. ecco dove nasce la SEVERITA’ e la RAZIONALITA’ descritte negli interventi.. sono certo oramai che cio’ per te rappresenti un limite, e come dicevo in precedenza, sei una NAZIFEMDOMINISTA, assetata dalla tua carriera hai dimenticato il significato di SEVERITA’ e RAZIONALITA’.. sono due concetti non presenti nel tuo vocabolario..

2) “io credo… sono convinta.. conosco.. io è un concetto egoistico, finchè lo avrai nella testa e lo userai con gli altri, il tuo mondo sarà sempre come lo descrivi: INSTABILE e CONTRADDITORIO.. l’IO non deve esistere nell’equilibrio delle cose, perchè ogni atomo, insetto, cosa, persona, pianeta, tutto il conosciuto e non è strettamente legato l’uno a l’altro, il NOI è il punto di partenza, l’incontro inevitabile, il tuo IO non è altro che la cartina di tornasole dell’egoismo NAZIFEMDOMINISTA.

3) svolazzante e candida come un petalo di rosa, voli sui temi esposti lasciandoti librare dal vento.. risulti effimera, talvolta oserei dire puerile nelle tue considerazioni, con un gesto ottimistico preferisco credere che da buona NAZIFEMDOMINISTA tu referisca al solito glissare su argomenti come la sessualità femminile ma, sopratutto, a dare una tua opinione costruttiva anzichè limitarti alla pura e semplice politica spicciola che da sempre vediamo erogarci dalle solite BORG che passano da qui..ti ricordo che tu non sei il centro di gravità delle donne, mentre scrivevi le tue considerazioni, sul fatto che l’atteggiamento delle donne rispetto al sesso non sia lo stesso di un uomo, molte sono partite per santo domingo, molte sono su nuovi filmati su youporn, molte sono pronte per andare sui marciapiedi, molte sono li a farsi il capo per la promozione, molte sono li pronte a tirarsela per farsi pagare la cena e il dopocena e potrei continuare esimia farfallina svolazzante..

4)”E’ vero che non abbiamo la forza muscolare ed è vero che qualcuno deve occuparsi dei figli e che al momento accade prevalentemente alle donne.”
Al momento suona come un monito.. potrei proseguire con “ma un domani finalmente saremo libere da questo oberante impegno che la natura ci ha dato, oltre alle tette ed alla vulva” e non aggiungo altro.. visto che personalmente le femmine che ragionano cosi hanno il cervello in default.. siete diventate talmente ciniche ed egoistiche che siete arrivate a RIPUDIARE la natura di voi stesse.. vi sentite handicappate se non siete come uomini.. ecco! voi siete queste.. non siete piu’ donne bensì “DIVERSAMENTE UOMINI” con buona pace del politically correct.. e se noi al contrario ci stiamo adeguando a cambiare pannolini, lavare e stirare, voi state divenendo diversamente uomini..

e adesso.. dopo tanto leggere.. apriamo un siparietto che mi ha veramente divertito..
________________________
Ladies and Gentlemen – IL POLITICHESE SPICCIOLO (a cura di Annamaria Arlotta)

1) L’urgenza sessuale è più forte negli uomini e investe il loro umore e il loro benessere psico-fisico. Loro credono che, siccome è così per loro, la mancata rivoluzione sessuale delle donne sia questione di repressione e di contraddittorietà, ma non è questo il motivo.

Perchè ti fermi? perchè non concludi? perchè pensi che col tuo “MA NON E’ QUESTO IL MOTIVO” dovremmo tutti rassenerarci? la tua provenienza BORG, infine, è palese quando, al pari del famoso “PENSIERO COLLETTIVO BORG” moniti con un finale eccezionale:”MA NON E’ QUESTO IL MOTIVO” ora.. i casi sono due.. tu sei collegata a tutte le donne del mondo, conosci il loro pensiero.. e quindi dai ragione al pensiero BORG, oppure sei nuovamente vittima del tuo IO IO IO, che spacci come verità suprema, non che le due cose non siano legate.. per capirci..

proseguendo, rispondi ad Armando:”No, credo che guardando in noi stesse troviamo sempre che ciò che desideriamo è il rapporto a lungo termine anziché il piacere estemporaneo.”

Mi illumini, Onorevole, a fronte di questa IMMENSA certezza, come mai le donne sono le prime a chiedere il divorzio? come mai le donne sono sempre piu’ propense al tradimento? come mai le donne ripudiano i bravi uomini per sposarsi coi bastardi? come mai la maggioranza delle donne non si sposa mai per amore bensì spesso per interesse? …ooh! mi scusi la mia limitata intelligenza.. forse lei si riferiva all’atto sessuale e non ai sentimenti.. ecco perchè ho creduto che stesse sbagliando.. faccio appello alla sua magnanimità.. chiedo venia..

2)”Le donne fanno le vittime e non apprezzano abbastanza la fatica e i sacrifici degli uomini: è vero.” Quindi? perchè non continua? non propone nulla? spero che se lo ricordi tra un volantino e l’altro, cosi magari ne parlerà con l sue amiche.. sono certo che quando tornerà avrà degli ottimi argomenti costruttivi da esporci..senza aspettare le prossime elezioni..

3)”Le donne preferiscono parlare di oppressione maschile anziché rimboccarsi le maniche: vero in parte. E’ possibile per una donna fare carriera, ma la scelta tra stare con i figli o vederli pochissimo è molto ardua.”

Mi scusi Onorevole Arlotta, ma lei crede veramente che sia diverso per gli uomini? se si in quale percentuale? oppure preferisce andare al ballottaggio? ecco.. un momento! cavolo! ci stavo cascando di nuovo, che politichese!! complimenti.. resta il punto che lei, rileggendo quanto scritto, ha GLISSATO sull’argomento, rispondendo con un’altro argomento! che dire.. una vera lezione di POLITICHESE SPICCIOLO! Complimenti!!

ah.. ma lei prosegue affermando:”Gli ostacoli alla carriera consistono anche nel generale atteggiamento di minore stima data alle donne da ambo i sessi.” guardi.. personalmente credo che questo sia il massimo della tattica CHIAGN’E’FOTT applicata al POLITICHESE SPICCIOLO.. merita una standing ovation di 15 minuti! mi dica Onorevole, è forse falso che negli uffici pubblici, nelle banche, in televisione, nei telegiornali, gli inviati, gli intervistati, persino nelle trasmissioni prettamente maschili ci sia una stragrande maggioranza di presenze FEMMINILI? ergo di che stima parla? di quali ostacoli esattamente afferma esserci nella società odierna per la donna? guardi.. Onorevole.. le do una dritta gratuita.. voi non sarete mai ai vertici perchè vede.. i vertici stanno li perchè UOMINI, prima di loro, si sono fatti il QLO per quello che ora hanno e difendono a spada tratta contro l’assalto delle BORG che vorrebbero, come dire, mi passi l’eufemismo, fare i gay col QLO degli altri! PRIMA create VOI DONNE qualcosa e poi potrete esserne al VERTICE! fortunatamente, Onorevole Arlotta, esistono esempi di donne che si sono dedicate anima e corpo all’imprenditoria con i propri mezzi, tuttavia sono piccole entità che pur sempre provengono da eredità maschili (esempi, Barbara Berlusconi.. senza il padre sarebbe sicuramente laureata e non nella posizione che ricopre.. è Silvio che ha creato tutto.. mica lei!) (per quelli di sinistra.. era un esempio.. sapete che sono APOLITICO) ecco cosa siete voi donne in carriera oggi.. quindi questo puo’ darle una motivazione sulla quale riflettere, alla sua proposta di discutere sul perchè del presunto “timore” delle donne dirigenziali! e si capisce quindi il perchè della successiva gelosia tra donne.. perchè cio’ che volete avere sapete benissimo che non vi appartiene, ma volete ottenerlo usando le vostre armi femminili, ben sapendo che mai lo avrete perchè quegli uomini, gli uomini ALPHA, vi conoscono BENISSIMO! ecco perchè vi usano e non vi faranno MAI sedere sul trono, al massimo “alla destra del padre” come fa Fede nel suo tg..

4) se riconosce i limiti NATURALI delle donne in taluni settori, Onorevole, mi puo’ spiegare in cosa consiste la famosa PARITA’ che perseguite? ah.. dimenticavo.. ritorniamo alla solita SEVERITA’ e RAZIONALITA’.. che dire.. il suo parere mi appare INSTABILE e CONTRADDITORIO..

5)”Mi ha colpito questa frase, perché soltanto ora, alla mia veneranda età, mi rendo conto che gli uomini, che fanno i duri, che parlano meno delle donne, sono meno proni a esternare sentimenti e stati d’animo e se lo fanno non vanno avanti un’ora come le donne, non piangono quasi mai ecc. in realtà sono dipendenti dalle donne.” questa frase è emblematica, una donna, una madre che non comprende l’enorme significato che si cela dietro la parola DIPENDENZA.. aah! grande politichese spicciolo di borgata oserei dire.. comunque specchio del sociale, la sua risposta, Onorevole, dona finalmente tante ulteriori risposte alle innumerevoli domande che si pongono molti uomini oggi, alle quali noi di uominibeta.org abbiamo fatto già luce da parecchio.. come per la sua successiva affermazione:”“il potere delle donne, che possono usare il corpo come credono”, che ogni tanto appaiono nei vostri interventi, mi fanno pensare che il bisogno di rapporti fisici di cui al punto 1 sia il maggior fattore di dipendenza, ma magari mi sbaglio.” nono! esimia! lei non si sbaglia! ha centrato talmente bene l’argomento che pensi.. le donne ottengono successo semplicemente facendola vedere! senza neppure darla! un po come dire.. ecco come la sua campagna elettorale.. promesse senza fondamento e sostanza.. solo per un tornaconto personale!

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Annamaria Arlotta presenta: IO SONO IO… e voi non siete un cazzo!

“Comunque tutto questo potere ==IO== non l’ho mai sentito, dalle vostre parole MI accorgo ora, quando è troppo tardi per approfittarne, che l’AVEVO!”

“Nel MIO cervello il rapporto con l’uomo è sempre stato molto complesso e (IO soggetto sott’inteso)non ho mai estrapolato il fattore della fisicità dal resto.”

Fine pubblicità!

La nostra NAZIFEMDOMINISTA BORG POLITICANTE SPICCIOLA sorvola sul fatto Strauss-Kahn.. oh! ma che gli fosse scappato un “ma che zoccola questa donna che si presta a simili macchinazioni” no eh? al solito.. siamo noi uomini sempre e comunque i colpevoli.. ricordate in discoteca? stessa cosa.. noi dobbiamo mostrarvi TUTTO, non ce ne frega se poi voi vi eccitate! voi non esistete per noi.. ci siamo solo noi! stesso filo psicologico che guida la nostra Arlotta a NON DENIGRARE, neanche per IPOTESI, ATTENZIONE, la cameriera.. meditate gente.. meditate.. altro che vedere la gatta che cova.. queste ci vedono benissimo!

E ci vedono benissimo anche quando girano le frittate a loro favore, NON VEDENDO il lato INSTABILE e CONTRADDITORIO tipico femminile.. si perchè se la nostra politicante afferma che fare la badante sia PIU’ ONEROSO, FATICOSO dell’andare a raccogliere pomodori, ancora dopo ben 3 post NON mi ha risposto nel COME MAI le badanti siano ancora PRATICAMENTE solo DONNE! delle due l’una.. o mente, o le donne sono masochiste! e questo spiega tante altre cose! MA attenzione! il bello lo si legge nel prosiego!! anziche riprendere il raccoglitore di pomodori come logico paragone, essa ci propina una perla di POLITICHESE SPICCIOLO ARRAMPICASPECCHI! quando afferma, successivamente” ((((Stare con i bambini è faticoso, ma perlomeno loro danno gioia, sono belli, sono teneri.))))) Con i vecchi invece c’è la morte nell’aria. Mah! TRA I DUE LAVORI non si sa qual è peggio.” F-A-N-T-A-S-T-I-C-O!!! i raccoglitori di pomodori sono scomparsi! lasciando spazio ai bambini! che intelletto! che sagacia!! che politica de crasse!! …sono commosso da cotanta CUL-tura..

Buona Domenica anche a Lei, Arlotta.. e si ricordi di tornare accompagnata dai genitori!!

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Rita 9:32 am - 22nd Maggio:

Leggendo Damien mi è venuto un pensiero.. le donne non saranno mai ai vertici perchè il vertice assoluto comporta un’onere difficilmente sostenibile per le donne*. Credo sia così. Nel mio “piccolo” questo ho visto.
A capo dello studio c’era un uomo, intorno uomini e donne a competere per arrivare più in alto che si puo’,.. a tratti si poteva pure pensare che qualcuno/a volesse scavalcarlo. Il punto è che, al dunque, ho visto molti uomini andarsene per la propria strada e crearsi uno studio dal “nulla”, da soli, molto spesso con soltanto un praticante e una segretaria, oppure anche da soli o in società con un altro collega. Diversamente nessuna donna se n’è andata per creare dal nulla la sua professionalità e il suo piccolo “impero”. Al massimo è passata a dare la scalata ad un altro impero che già aveva qualche base solida.

*a scanso di equivoci mi riferisco sempre alla media, adesso non vorrei che mi si citasse una capitana d’industria che è partita da zero..smile non vuol dire che non possano esserci eccezioni, ma che queste eccezioni ci sono perchè hanno già in sè la forza necessaria indipendentemente dalla società che è costruita loro intorno…ci sarà forse qualche rara donna come la maggior parte degli uomini che trova in sè la forza, la tenacia e la capacità di costruire e farsi strada.

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Annamaria Arlotta 10:12 am - 22nd Maggio:

@Damien: il tuo fervore merita una risposta immediata! Non capita a tutti di essere nominati Onorevoli nazifemdoministe, caspita! Se puoi magari evitare il “nazi” la prossima volta…sai, potrebbe suonare leggermente offensivo…se non chiedo troppo eh?

Allora: “stiamo parlando di un argomento sensibile, di MORTI sul lavoro.. di UOMINI MORTI”. Non è vero, parlavamo di tutt’altro. “l’IO non deve esistere nell’equilibrio delle cose, perchè ogni atomo, insetto, cosa, persona, pianeta, tutto il conosciuto e non è strettamente legato l’uno a l’altro, il NOI è il punto di partenza, l’incontro inevitabile…” squillino le trombe e si faccia entrare dunque il Tribunale della Santa Inquisizione perché determini, in ognuno di noi, il peccato di egocentrismo! Ah Damien, ma tu sei perfetto?

“Le donne fanno le vittime e non apprezzano abbastanza la fatica e i sacrifici degli uomini: è vero.” Quindi? perchè non continua? non propone nulla?” Se vi do ragione significa che questo emergerà anche dai discorsi con le mie amiche, per esempio. Come dissi già nel primo post, credo che la condizione femminile rifletta il momento storico, se le donne non avevano scelta in passato era perché i tempi non erano maturi per la loro affermazione in campo lavorativo. Adesso la situazione è una via di mezzo. Quello che ho capito dai nostri discorsi, comunque, e vi farà piacere saperlo, è che le donne devono prendersi le loro responsabilità. Se in nome della spettacolarizzazione della tv una giornalista si presenta vestita come se andasse a cena fuori è anche colpa sua, che non difende la sua dignità professionale. Se resta sposata a un uomo orribile perché ha paura della solitudine o del biasimo della famiglia e della gente in genere, beh, non sono d’accordo con la sua scelta, ci vuole anche coraggio e soprattutto rispetto per se stesse, che pare mancare a molte donne.

“molte sono partite per santo domingo, molte sono su nuovi filmati su youporn, molte sono pronte per andare sui marciapiedi, molte sono li a farsi il capo per la promozione, molte sono li pronte a tirarsela per farsi pagare la cena e il dopocena” che ti devo dire? Molte altre no. Non abbiamo concluso niente.

“se riconosce i limiti NATURALI delle donne in taluni settori, Onorevole, mi puo’ spiegare in cosa consiste la famosa PARITA’ che perseguite” Quella possibile. Non siamo mica handicappate.

“le donne ottengono successo semplicemente facendola vedere! senza neppure darla!” me la dà, non te la do…questo è quello che trovo crudo.

(Strauss- Kahn) “ma che gli fosse scappato un “ma che zoccola questa donna che si presta a simili macchinazioni” no eh?” Hai ragione.

@Rita: bello il tuo resoconto sul capo e la telefonata alla bambina, uno spaccato di vita che a sorpresa, per qualche istante, getta una luce diversa sull’atmosfera grigia dell’ufficio. Ma restiamo sempre lì, se il martedì mattina telefonano dal nido per dire che Giannino ha mal di pancia e sarebbe meglio venire a prenderlo, anzi portarlo dal pediatra, qualcuno lo deve fare, e non tutte sono Barbara Berlusconi con uno stuolo di aiutanti.

@Fabrizio: certo che ho seguito la vicenda di Rosarno. Le condizioni di lavoro sono tali perché i raccoglitori di pomodori sono stranieri. I raccoglitori sono stranieri perché le condizioni di lavoro sono tali. Nessuno spezza il circolo vizioso.

Due cenni su di me: non lavoro più, per tanti anni ho fatto la maestra all’estero e poi ho insegnato inglese ai bambini qui. Se capita faccio traduzioni, ma con la crisi, che investe anche l’editoria, sono diminuite e i traduttori che lo fanno da decenni si tengono stretti il lavoro. Peccato, perché tradurre mi appassiona e credo di saperlo fare abbastanza bene. Sì, sono borghese.

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mauro recher 11:43 am - 22nd Maggio:

navigando tra i vari siti femministi e non ….

“le donne sono meglio degli uomini”
” le donne devono faticare il triplo per avere quello che ha un uomo”
” le donne sono più brave a scuola”
“come uomo mi vergogno” (maschio pentito)
“uomini perchè ci odiate tanto”
questa perla arriva da “se non ora quando”
Il maschio è nato stupratore. Mette in azione la sua superiorità fisica rispetto a chi è meno forte di lui.
E’ anche, profondamente,un vigliacco.
Molti si salvano e diventano uomini, ma molti altri no, sono gli stalloni, ossia animali.
Il maschio non tollera che gli si dica NO.
Non sopporta la frustrazione e il rifiuto, allora colpisce con lo strumento che provoca il più profondo piacere alla sua persona e il più profondo dolore a chi ha detto NO.
———————————————————————
non so quale gene sia a farci diventare tutti dei potenziali stupratori ,e come si riesce ,nel corso della vita a scoprire questo gene malvagio ……
mi si dirà che anche in altri forum di questione maschile cambiano i soggetti ma la sostanza non cambia ,solo che ,e questo blog ne è la conferma, un briciolo di critica al maschilismo (che di solito fa parte del bagaglio degli uomini alpha) la si fa ,dall’altra parte una critica al femminismo non l’ho mai letta, ma sarò sfortunato io ….
Ma quello che più mi preme ,e che ho gia ripetuto , ma mi sembra doveroso sottolinearlo , è che questo potere datomi ,in quanto maschio , come lo si esprime ?? alzandomi alle 6 per andare in fabbrica?? (e sono fortunato ad averlo un lavoro ,molti maschi ,quelli che ,secondo le femministe ,hanno il mondo ai loro piedi ,alle 6 non si alzano perchè il lavoro non c’è l’hanno)
A proposito ,ho letto su televideo che sono in aumento i suicidi ,nell’articolo non facevano una distinzione di genere , ma il 75% era dovuto alla perdita del lavoro , adesso ,vado per intuito ,essendo i cantieri uno dei reparti con la crisi maggiore ,e nei cantieri ci lavorano sopratutto uomini,basta fare 2+2.
Sulla vicenda Strauss- Kahn bisogna vedere come si evolve la faccenda ,resta il fatto che ,se questa persona è colpevole i suoi anni di carcere li deve fare tutti ,come un normale uomo beta.

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Rita 11:45 am - 22nd Maggio:

Scusami Annamaria se mi permetto, ma dopo trent’anni passati come collaboratrice (pare che segretaria non vada più di moda..) di persone in carriera, ti dirò che personalmente la favoletta delle donne che non possono far carriera perchè nel mezzo di una riunione devono andare a prendere il bimbo all’asilo non mi convince affatto.. Credimi che uomini e donne, quando possono (e se lavorano entrambi) si organizzano anche coi bambini, e sono sempre di meno quelli che non lavorano entrambi. Credimi che anche le donne, se sono in mezzo ad una riunione importante (o a maggior ragione se sono fuori città o all’estero) fanno una telefonata e mandano la madre, il padre, la zia, la collaboratrice domestica, persino il fattorino della ditta o l’autista, la vicina etc.
Il mio discorso era un altro, che non è mai stato fatto: quanti uomini fanno carriera per “necessità” piuttosto che per realizzazione personale e quante donne al contrario lo fanno per realizzazione personale piuttosto che per “necessità?

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Leonardo 12:03 pm - 22nd Maggio:

Annamaria Arlotta:
potete a volte risultare un tantinello pesanti. Incollo alcune vostre affermazioni che trovo “apocalittiche”:
—————————————————————–
Certo, sono cose che in giro non si sentono spesso. Sarai abituata ad altre esternazioni da parte degli uomini e sopratutto a complimenti ed esaltazioni della donna. Il massimo della critica che fanno la maggioranza degli uomini è: le donne sono tutte prostitute.
Possono sembrare apocalittiche, e credo che l’unica rivoluzione mai fatta (a memoria storica) è quella degli uomini verso le donne.

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Fabrizio Marchi 12:23 pm - 22nd Maggio:

Cara Annamaria, ormai è evidente che sei una finta ingenua…smile Per questa ragione ma anche per altre (le tue argomentazioni continuano ad essere di una disarmante banalità) dopo una prima risposta seria al tuo primo commento, continuerò a rivolgermi a te tra il serio e il faceto.
“Due cenni su di me: non lavoro più, per tanti anni ho fatto la maestra all’estero e poi ho insegnato inglese ai bambini qui. Se capita faccio traduzioni, ma con la crisi, che investe anche l’editoria, sono diminuite e i traduttori che lo fanno da decenni si tengono stretti il lavoro. Peccato, perché tradurre mi appassiona e credo di saperlo fare abbastanza bene. Sì, sono borghese”. (Annamaria Arlotta)
Che tradotto significa:”Sono mantenuta da un marito socialmente affermato (sono pronto a giocarmi tutto quello che ho – non moltissimo – che sia così) che provvede a garantire a me e ai miei figli una esistenza più che agiata. Oppure:” Sono di origini sociali ricche e/o borghesi e posso permettermi di “giocare” nella vita”.
Delle due l’una (o entrambe). Non che voglia entrare nella tua vita privata, sia chiaro, né tanto meno è una colpa essere di origini sociali borghesi (un po’ più, dal mio punto di vista, lo è scegliersi un marito benestante facendosi mantenere e al contempo predicare femminismo e denunciare l’odioso dominio maschilista…); dico questo solo per maggior chiarezza.
Ciò detto, ala luce di quanto sopra, mi viene spontaneo chiederti:” Annamaria, ma tu, onestamente, potresti affermare di sentirti o di esserti sentita nella tua vita una donna oppressa e discriminata all’interno di questa società dominata dal potere maschilista?”.
Presumo che la tua risposta sarà:”Io no, ma tante altre sì”. Ma anche se così fosse, un importante risultato lo avremmo comunque ottenuto. Perché, anche grazie alla tua risposta si potrà finalmente ammettere che NON è affatto vero, come sostiene da sempre il femminismo (non mi riferisco solo alle arrabbiate”, come dici tu, ma al femminismo nel suo complesso), che TUTTE le donne sono oppresse e discriminate (così come non TUTTI gli uomini sono oppressori e discriminanti) ma, al limite, soltanto una parte (come gli uomini, peraltro, e non per ragioni di genere ma per ragioni sociali…).
“certo che ho seguito la vicenda di Rosarno. Le condizioni di lavoro sono tali perché i raccoglitori di pomodori sono stranieri. I raccoglitori sono stranieri perché le condizioni di lavoro sono tali. Nessuno spezza il circolo vizioso”. (Annamaria Arlotta)
Verissimo. Direi elementare. Il problema è che ancora una volta fai finta di dimenticare che siamo arrivati a parlare dei raccoglitori di pomodori (maschi ed extracomunitari) perché tu sostenevi che questi ultimi avrebbero migliori condizioni di vita rispetto alle badanti (femmine ed extracomunitarie) perché per queste ultime, rispetto, ai primi, oltre alla fatica fisica, c’è anche il risvolto di ordine psicologico. Il che è una castroneria di proporzioni colossali, come il semplice buon senso ci dice, sulla quale neanche voglio entrare perché il discorso si farebbe troppo serio mentre mi ero ripromesso di rimanere sullo “svolazzante” e beatamente contraddittorio….
Mi limito a suggerirti, visto che sei di Roma, che, senza neanche allontanarti troppo, se ne hai voglia, potresti portare i tuoi figli a fare una gita molto istruttiva dalle parti di Latina dove vivono molti immigrati addetti all’agricoltura (per chi non lo sapesse, peraltro, il mercato da quelle parti è sotto il totale controllo della malavita organizzata che tratta questa gente come schiavi, e se qualcuno si azzarda anche solo a rivolgersi ad un sindacato gli spezzano come minimo le gambe…). Sono convinto che già sulla strada del ritorno a casa penserai fra te e te:”Certo che l’ho sparata grossa sul blog dei Beta a dire che le badanti stanno peggio dei raccoglitori di pomodori…”.
Naturalmente, ribadisco, non stiamo qui a fare la guerra fra poveri (qualcun’altra l’ha fatta a suo tempo) e a fare la gara a chi se la passa peggio (comunque i maschi…anche e soprattutto in qualsiasi condizione estrema come quella che abbiamo citato come esempio) ma a cercare, non dico di ristabilire la verità su come stanno le cose all’interno della relazione fra i generi (magari fossimo in grado di farlo…) ma, quanto meno, di avvicinarci un po’ di più.
“le donne ottengono successo semplicemente facendola vedere! senza neppure darla!” (dice giustamente Damien). “ me la dà, non te la do…questo è quello che trovo crudo(risponde Annamaria Arlotta).
Annamaria, puoi trovarlo (o far finta di trovarlo) crudo quanto vuoi, ma è così. Ed è una verità talmente vera che deve essere occultata e capovolta nel suo contrario. Per una semplice ragione. E cioè che se fosse portata alla luce, o meglio fosse semplicemente mostrata per quello che è, tutto il paradigma femminista e “politicamente corretto” dominante, costruito, fra le altre cose, sulla negazione di questo aspetto del “femminile” (assai desolante, devo dire…) con il quale QUALSIASI uomo entra in contatto fin dal compimento del suo quattordicesimo anno di età, si squaglierebbe come neve al sole.
Però forse hai ragione. Adesso voglio provare a fare un giochetto (nel prossimo post). Voglio mettere da parte il logos e il principio di non contraddizione di cui sono schiavo, da bravo maschietto, e non preoccuparmi più di tanto se dovessi cadere in clamorose contraddizioni. Tanto che problema c’è?
Fabrizio

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armando 9:02 pm - 22nd Maggio:

Dal sito citato da Mauro:
“Il maschio è nato stupratore. Mette in azione la sua superiorità fisica rispetto a chi è meno forte di lui.
E’ anche, profondamente,un vigliacco.”

Scoperta davvero epocale. Il maschio è nato stupratore (dal punto di vista fisico, precisiamo), perchè ha il fallo.

Sarebbe come dire che “la donna è nata abortitrice (perchè solo lei ha l’utero). Mette in azione la sua superiorità fisica rispetto a chi è meno forte di lei (il bambino). E’ anche profondamente una vigliacca. ”
Dov’è la differenza?
Come si vede si tratta, in un caso come nell’altro, di pure banalità, che solo menti fasulle possono prndere seriamente in considerazioni.

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Marco 12:38 pm - 23rd Maggio:

da ITALIANS, del Corriere della sera, 23/05/2011
@
Vestiti uguali, risultati diversi
Caro Severgnini,
il «guardare e non toccare è cosa da imparare» che i miei genitori mi hanno inculcato a lettere di fuoco nel mio cervello di bambina, non esiste più? È semplice rispetto, nulla più: se vedo un bel figliolo per strada con canotta attillata sui bicipiti e sui pettorali palestrati e pantaloni di pelle che nulla lasciano all’immaginazione, mica gli zompo addosso. Non vado di certo a pizzicargli il sedere o a fischiare come uno scaricatore di porto. Dunque, perché se mi metto io un paio di pantaloni attillati e una canotta aderente, gli uomini si sentono in diritto di palparmi il sedere o gridare commenti poco costruttivi su forma/grandezza/tonicità e via dicendo?
Elena Merlo
@@@
Non so voi, ma a me NON capita praticamente mai di vedere degli uomini che per strada palpano il sedere alle donne oppure che urlano commenti “poco costruttivi”.
A voi capita?
@
PS: ho notato che sul Corriere online (per l’esattezza su la 27ora) c’è qualche “vecchio” della QM (in particolare “Silver”) impegnato a contrastare le puttanate delle giornaliste. Vorrei scriverci anch’io, ma vi confesso che mi viene il voltastomaco al solo pensarci. Pertanto evito.

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Alessandro 2:10 pm - 23rd Maggio:

Marco: Non so voi, ma a me NON capita praticamente mai di vedere degli uomini che per strada palpano il sedere alle donne oppure che urlano commenti “poco costruttivi”.
A voi capita?
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Mai visto niente di simile, per quanto riguarda i palpeggiamenti. D’altronde azzardare oggi a commettere qualcosa del genere significa mettersi un laccio attorno al collo. Per quanto riguarda i commenti “poco costruttivi”, qualche parolina, qualche risatina da parte di qualche scansafatiche all’indirizzo di qualche ragazza mi sembra di ricordarla, ma niente di pesante.
Comunque da parte di una fetta consistente della popolazione femminile italiana la denigrazione dei propri connazionali è diventata lo sport più praticato. Io credo che l’uomo italiano debba oramai prenderne atto, anche se in tantissimni continuano a fare gli struzzi, e cercare le proprie compagne, mogli…altrove. Sarà forse uno sforzo vano, ma credo che oramai non ci sia altra scelta.

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armando 2:36 pm - 23rd Maggio:

Non solo,ma non capita neanche di vedere uomini con pantaloni attillati tipo ballerini classici che mettano in evidenza i genitali. Anche perchè finirebbero dritti dritti in commissariato. Chissà perchè!

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mauro recher 4:50 pm - 23rd Maggio:

poteva valere ,forse ,più di qualche anno fa Marco ,la classica mano morta ,invece io ho notato l’esatto contrario ,non che gli saltino addosso ,ma certi commenti trasformati in ululati quello si ,come all’arena di verona durante Romeo e Giulietta ,dove il “figo” di turno veniva tempestato di ululati alla luna ad ogni sua entrata ,e questa ,più personale smile
ho fatto un concerto (parola grossa) ,praticamente ci siamo ritrovati tra amici ed ho fatto questo video
http://www.youtube.com/watch?v=5EVdwLBrOXs
da notare gli ultimi secondi

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mauro recher 5:24 pm - 23rd Maggio:

questo è il filmato che ,interessa di più …a proposito di ululati
http://www.youtube.com/watch?v=oK8YAedO99U
chiedo scusa a Fabrizio per i 3 post consecutivi

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sandro 7:22 pm - 23rd Maggio:

“Non solo,ma non capita neanche di vedere uomini con pantaloni attillati tipo ballerini classici che mettano in evidenza i genitali. Anche perchè finirebbero dritti dritti in commissariato. Chissà perchè!”
_______________
Finirebbero inchiappettati, altro che commissariato.

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sandro 7:24 pm - 23rd Maggio:

“Ma bisogna essere sempre perfettamente coerenti, seri, iper-razionali, SEVERI CON SE STESSI?
>>

Sì.”
________________
Che grande
smile

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Marco Pensante 10:02 pm - 23rd Maggio:

“Ma bisogna essere sempre perfettamente coerenti, seri, iper-razionali, SEVERI CON SE STESSI?”

No no no, io sono perfettamente d’accordo con Annamaria su questo, non è assolutamente necessario. Però precisiamo. Se lei (e le altre signore) rivendicano il diritto di non esserlo, lo rivendico anch’io (e credo anche gli altri signori). Quindi è finita la pacchia, basta coi due pesi e le due misure della serie “Io ho il diritto di essere incoerente, al limite anche pazza, d’altronde tu sei lì per prenderti le mie accuse di stupro, se no che ci stai a fare? Però TU HAI DA ESSE’ OMO, come i veri uomini di una volta.”
SIIIIIIIIIII’! ANCH’IO NON VOGLIO PIU’ ESSERE SERIO!!! Tutti pazzi! Tutti incoerenti! VIVA L’INCOERENZA!!! D’ora in poi niente più severità con se stessi! D’ora in poi campo libero al COME MI SENTO IO VA BENE! Quindi niente più “essere veri uomini”, “tirare fuori le palle” e tutte le altre scemenze che vengono propinate agli schiavi per farli lavorare di più.
LIBERI TUTTI!

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Rino 9:00 am - 24th Maggio:

La spensieratezza infantile ha come presupposto la responsabilità degli adulti. Quella stagione onirica ha bisogno di un recinto invisibile costituito da vigilanza, preveggenza, attenzione senza pause che “prende sul serio” tutto perché dietro ogni dettaglio può nascondersi il pericolo.
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La felice immersione nel presente esige la lungimiranza sul futuro. Insomma la leggerezza di qualcuno esige la “serietà” di qualcun altro. Dunque essa è in qualche modo “pagata” da altri. Se questi mancano è facile che a pagarla, con interesse a usura, sia lo “spensierato”.
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L’incoscienza ci garantisce l’innocenza mentre la coscienza piena, l’assumere in sé la responsabilità di ogni cosa, è in se stessa una forma di colpevolezza: si deve “rispondere” di ogni cosa come se la si “commettesse” personalmente.
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I bambini non sono pienamente umani in quanto non sono coscienti (il che non significa che valgano di meno, semmai è il contrario, giacché è la coscienza che si mette al servizio dell’incoscienza). Tra l’incoscienza pura e la coscienza eternamente vigile c’è un ampio spazio intermedio dove l’una si alterna all’altra e vi sfuma.
.
Ma vi è qualcosa di tragico in questo. Il bambino che gode il paradiso della leggerezza non sa quanto pesi la vigilanza al cosciente, se lo sapesse perderebbe il suo privilegio. Ma a quel peso è correlato il diritto all’ultima parola, che spetta all’adulto. Applicato alle polarità F/M le indicazioni sono chiare.
.
All leggerezza del femminile deve corripondere la “pesantezza” del maschile, al quale deve allora esser data l’ultima parola. Se agli uomini compete la colpa, ad essi deve spettare il potere della decisione esecutiva: e ciò è scandalo e orrore per il XXI secolo!
.
L’etimologia profonda di “Maschile” significa “Ciò che ti salva”. Ciò che salva la tua leggerezza, la tua condizione onirica, la tua innocenza: il solo vero paradiso in terra, di cui tu – Donna – beata e invidiabile creatura, benefici.

A noi non è dato, giacché noi, abbiamo “commesso” il Mondo.

Rino DV

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cesare 5:16 pm - 24th Maggio:

Del resto come non rilevare che è proprio nella femminista sistematica accusa di tutto, persino della Storia, contro i maschi la dichiarata consapevole conferma proprio da parte del femminismo che la responsabilità è dei maschi e nemmeno un’oncia di responsabilità nei millenni è femminile? Il che appunto significa dire, coram populo, che qualunque cosa le donne facciano o dicano da sempre e per sempre, le donne non sono responsabili ma irresponsabili e quindi sono innocenti, appunto come i bambini. E credo che la colpa che davvero ai maschi non è mai stata perdonata e non sarà mai perdonata è di credere e dar effetto alla richiesta di essere ritenute responsabili. Responsabili sì, ma insomma fino a un certo punto. Diciamo un pò per gioco e per affetto. Non è un caso che, a ben vedere, persino della maternità verso il figlio concepito, la cui distruzione è addirittura tutelata dalla legge, si è voluto che le donne fossero irresponsabili. Chiamando coerentemente l’irresponsabilità materna più feroce e totale, maternità responsabile! Una colpa assunta poi di fatto dal maschile anche questa. Penso che la protesta contro i maschi da parte delle femmine è in crescita quanto maggiore è l’abdicazione alla responsabilità da parte dei maschi. La regola richiesta ai maschi dalle donne per essere ritenuti uomini è oggi come sempre: “Prima le donne e i bambini”. E se necessario: ragazzi svelti, armatevi e partite!
chè il petrolio manca sulla tavola.

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Annamaria Arlotta 5:30 pm - 24th Maggio:

Ribatto al post di Marco (23-5) per dire che commenti del genere farebbero diventare femminista anche una suora!
Ma tu che ne sai? Anzi, chennesai? Anzi, CHENNESAI?

Non essendo mai stato una giovane, che ne sai dei cinquantenni seduti al bar che vedendomi passare quando avevo 14 anni e nella più beata innocenza mi dissero: “uh, che latteria!”, e per ricordarmelo dopo quarant’anni, si vede che ci sono rimasta malissimo?
Che ne sai del non potersi mai sedere su una panchina o a bere qualcosa al tavolino di un bar perché la prima cosa che succede è sentirsi chiedere “Cosa fai tutta sola?” Forse che tu quando ti siedi da qualche parte ti senti chiedere “Cosa fai tutto solo?”
Che ne sai della paura di girare quando è buio e dell’invidia per gli uomini che a meno che vadano in quartieri malfamati lo possono fare tranquillamente?
Che ne sai delle strusciate di uomini bavosi sull’autobus?
Non lo sai. Chiedi a qualche ragazza di tua conoscenza prima di parlare.

Se da un lato mi dispiace perdere la bellezza, dall’altro sono felice di star diventando agli occhi altrui, finalmente, solo una persona, una persona neutra. Mi bevo il tè seduta fuori o mi leggo il giornale su una panchina e nessuno mi rompe le scatole, posso perfino fare una passeggiata in campagna senza motivo, non c’è bisogno di avere il cane appresso, e nessuno penserà che il motivo per cui mi siedo al bar, su una panchina o passeggio in campagna sia perché IN REALTA’ aspetto di essere avvicinata da un uomo, come succedeva quando ero giovane, anche se leggevo il giornale e avrei continuato a farlo in santa pace.

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Fabrizio Marchi 5:46 pm - 24th Maggio:

E’ un vero peccato che tu non sia nata brutta, Annamaria, ma brutta veramente…Ti saresti risparmiata un sacco di seccature…
Mannaggia…
Fabrizio

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Fabrizio Marchi 6:51 pm - 24th Maggio:

Devo dire, Annamaria, che sei una “spara balle” di primissimo livello, un vero e proprio “Grosse Bertha” di luoghi comuni; un esemplare superbo, da questo punto di vista…Però, come ho già avuto modo di dire, ci offri diversi spunti di rifelssione sulla “serena contraddittorietà” del “femminile attuale”…
“Che ne sai della paura di girare quando è buio e dell’invidia per gli uomini che a meno che vadano in quartieri malfamati lo possono fare tranquillamente?” (Annamaria Arlotta)
Ma ti rendi conto della insensatezza di ciò che stai dicendo? I maschi crescono da sempre con e nella violenza. Fin da bambini devono farsi largo a gomitate con i loro coetanei. O credi nella favola che i bambini” siano buoni”?
E’ una vita dura quella dei maschi, Annamaria, cosa ne sai tu? O tiri fuori le unghie o soccombi. E questo continua durante l’adolescenza, a scuola, nel quartiere dove sei nato e cresciuto, quando vai a fare il servizio militare e anche dopo. I maschi fanno da sempre i conti con la violenza e con la sopraffazione e, come al solito, quella che tu vivi come un’ esperienza “traumatica” (magari il solo fatto che un uomo ti chieda cosa fai tutta sola nel parco), per gli uomini è più o meno un fatto di “ordinaria amministrazione”. Vuoi che ti racconti la mia esperienza di giovane cresciuto nei quartieri popolari di una grande metropoli come Roma ? (è evidente che la “mia” Roma non era la “tua”, Annamaria)
Vuoi che ti racconti un po’ di vita da caserma? Le angherie e i soprusi a cui ci si deve ribellare (e non a chiacchiere…)? O un po’ di militanza stile “anni ’70? Tu non hai neanche idea dei livelli di violenza, fisica e psicologica, con cui un uomo può trovarsi a fare i conti nella sua vita…
Lasciam perdere, và, ha ragione Damien, i “borg” fanno perdere le staffe anche ai Santi… Meno male che ho deciso di “svolazzare” anche io come te…Però vai a leggerti il bellissimo articolo a firma di Marco Pensante e LukeCage dal titolo “L’Ombra e Piero”. Ti farà bene…(lo trovi nello spazio dei “contributi”)
“Che ne sai del non potersi mai sedere su una panchina o a bere qualcosa al tavolino di un bar perché la prima cosa che succede è sentirsi chiedere “Cosa fai tutta sola?” Forse che tu quando ti siedi da qualche parte ti senti chiedere “Cosa fai tutto solo?” (Annamaria Arlotta)
Magari me lo avessero chiesto in centomila, Annamaria, e invece no. E’ successo solo una volta in vita mia, l’ho raccontato nel mio primo libro, per chi lo avesse letto, e non in Italia. Ma è mai possibile che di questa tua esperienza tu riesca a vedere solo un rovescio della medaglia? E’ mai possibile che non riesci ad immedesimarti anche solo per un attimo nella condizione di un uomo che è invece costretto a proporsi, sempre e comunque? Vorresti veramente farci credere che questa tua condizione di donna corteggiata ti abbia procurato solo dei fastidi e non dei vantaggi? Tiremm innanz…
“Che ne sai delle strusciate di uomini bavosi sull’autobus?” (Annamaria Arlotta)
Sono stato molestato più volte da omosessuali quando ero ancora molto giovane (per mia fortuna ero già un ragazzo “sveglio”…) ma non ne ho mai fatto un dramma e non mi è mai passata per l’anticamera del cervello l’idea di criminalizzarli. Anche perché avevo capito da dove nasceva il loro disagio e il loro modo “improprio” di proporsi. Ed è la stessa identica ragione per cui molti uomini tuttora si propongono in modi e forme diciamo non ortodosse. Ne ho parlato nell’articolo “Stalking e sondaggi” nello spazio degli “editoriali”. Se lo leggi otteniamo due risultati: risparmiamo tempo e tu invece di soffermarti sul blog approfondisci i nostri temi.
Insomma, Annamaria, CHENNESAI tu, di cosa e come è la vita di un maschio fin dalla sua tenera età? NULLA. E allora prima di parlare, come hai detto tu a Marco, chiedi a qualche uomo, ascolta il suo racconto. E poi dì la tua. Senza pensare che le tue esperienze “traumatiche” siano qualcosa di unico (ci metto le virgolette perché francamente, Annamaria, se tu avessi vissuto solo un decimo di quelle che ho vissuto io, non so neanche, se tanto mi dà tanto, se saresti sopravvissuta…).
Vedi, mi fai fare anche la parte dell’uomo duro…E pensa che quello che è successo a me è NULLA in confronto a quello che è accaduto a milioni di milioni di milioni di altri uomini. Prova anche a leggere l’articolo “Glory of women”. Chissà, forse un po’ di vita di trincea ti avrebbe aiutato a relativizzare i tuoi “traumi” da abbordo non ortodosso…
Fabrizio
P.S. azz…non riesco proprio a “svolazzare”, è più forte di me, fossero i traumi che ho subito o i troppi dinieghi ricevuti quando anche io mi rivolgevo alle ragazze per la strada chiedendogli dove se ne andassero tutte sole invece di venire a farsi una passeggiata con il sottoscritto?…Chissà quante ragazze ho traumatizzato senza saperlo. Mi toccherà fare l’ennesima autocritica della mia vita…(ho smesso da tempo di farle…) Il fatto è che qualcuna ci stava…Vedi, un maschio non sa mai come deve comportarsi, rischia sempre di sbagliare, a differenza vostra che avete il privilegio di andare sempre a botta sicura…

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Rita 7:11 pm - 24th Maggio:

Io non lo so che gente frequentavate da piccole. Pure io ricordo un paio di ubriachi che fecero apprezzamenti in età adolescenziale sull’airbag anteriore. Peraltro l’unica cosa che m’indussero come pensiero, fu che probabilmente avevo una maglietta troppo attillata. Usando maglioni più larghi non capitò più. Questa cosa delle tette grosse (perdonate l’eufemismo :-D) è una cosa che mette in imbarazzo comunque a prescindere. Mi ricordo di aver condiviso questi pensieri con una collega con lo stesso “problema”. D’istinto pure lei indossava i maglioni di papà. Ma è un qualcosa a prescindere dai commenti maschili. E non so se esista un paragone coi maschi, ma è innegabile che le femmine in età puberale si confrontano le dimensioni col seno ..e si sentono “diverse” quelle cui cresce troppo poco o più tardi e quelle cui cresce troppo.
Che possa suscitare fastidio lo capisco. Forse anche un leggero timore (se sono sconosciuti) ma giusto quell’attimo che ti consente di allontanarti. Peraltro non mi è mai capitato di dover cambiare strada. Mi è capitato di dover cambiare posto al cinema. Ma non è stato un grande trauma. Ecco, non ne farei un dramma: credo anzi che sia anche un po’ “salutare”, nel senso che si impara a comportarsi, si impara a relazionarsi, si impara perchè no, anche a “rispondere”, si impara a capire che reazioni si suscitano nei diversi atteggiamenti e a comportarsi di conseguenza. Immagino che anche i maschi facciano esperienze simili, in maniera attiva più che passiva, nel senso dell’azione più che della reazione. Imparano che cosa è opportuno dire o non dire, fare o non fare. Per quanto riguarda qualche vecchio bavoso, mi ricorda qualche patetica vecchia signora che vedo in giro (s)vestita e truccata come una quindicenne.

Credo peraltro che ci sia un po’ di “esagerazione” nel racconto femminile.. capita ma da pendolare frequentatrice di autobus pluritrentennale, posso affermare che è frequente come essere scippate o borseggiate sugli autobus. E a me è capitato soltanto una volta di essere borseggiata… 😛

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Leonardo 7:12 pm - 24th Maggio:

Annamaria Arlotta:
Forse che tu quando ti siedi da qualche parte ti senti chiedere “Cosa fai tutto solo?
————————————————————
No, infatti ho passato la vita soprattutto da solo e nessuna donna si è mai preoccupata di questo.
———————————————————
Annamaria Arlotta:
Che ne sai…dell’invidia per gli uomini…
——————————————————-
Prova a ragionare senza invidia per gli uomini, forse riesci a vedere meglio la situazione.
—————————————————————-
Annamaria Arlotta:
che ne sai dei cinquantenni seduti al bar che vedendomi passare quando avevo 14 anni e nella più beata innocenza mi dissero: “uh, che latteria!”, e per ricordarmelo dopo quarant’anni, si vede che ci sono rimasta malissimo?
—————————————————————
Imbecilli si, anche perché io non ho mai amato queste esternazioni e a 14 anni (beato, innocente o no) mi sono beccato qualche frocio. A quei tempi poi, si diceva che gli uomini non correvano più dietro alle donne ma il contrario…

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mauro recher 7:55 pm - 24th Maggio:

E’ un vero peccato che tu non sia nata brutta, Annamaria, ma brutta veramente…Ti saresti risparmiata un sacco di seccature…
Mannaggia…
Fabrizio

quanto hai ragione Fabrizio , se vuole le racconto le storie di ordinaria amministrazione che hanno i brutti in giro ,(anche le brutte) ,altro che “bella latteria ” ,i brutti che ,per grande sbaglio loro ,dichiarano il loro amore o tentano semplicemente di abbordare ,sono considerati dei criminali (leggiti il mio post che riguarda femminismo a sud e il loro pensiero sull’uomo brutto ) ,il sottoscritto ,essendo di non bell’aspetto (sembra che .al giorno d’oggi sia una disgrazia e non solo per le DONNE) veniva ripreso più volte con un ironico “quanto sei bello” per carita si aveva 14 ANNI ma vedi che ,come te ,me lo ricordo ancora ?? e vogliamo continuare con storie che ho letto in giro .alcune davvero tremende??
ma magari ,come dice Fabrizio avessi potuto avere l’onere di essere importunato ,ti giuro ,mai successo ,chissa poi il perchè smile

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Marco 8:43 pm - 24th Maggio:

Annamaria, ti ha già risposto egregiamente Fabrizio, perciò non perderò neppure tempo a risponderti, tanto non ne vale la pena.
@@@@
PS: ma l’avete letto questo schifo di articolo?
http://27esimaora.corriere.it/articolo/volete-capire-a-che-punto-e-il-sessismoguardate-questa-statua-di-donna/

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Alessandro 8:51 pm - 24th Maggio:

A. Arlotta: Che ne sai del non potersi mai sedere su una panchina o a bere qualcosa al tavolino di un bar perché la prima cosa che succede è sentirsi chiedere “Cosa fai tutta sola?”>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Annamaria, è difficile che nella vita non si faccia esperienza sulla propria pelle della caffoneria altrui. Anche tu hai ricevuto la tua razione, ma come giustamente metteva in rilievo Fabrizio, ciascuno potrebbe raccontarne delle belle. Va detto, una sofferenza psicologica provocata da uomini e donne, che sanno ferire in maniera diversa ma comunque. Concentrandoci su quella prodotta dagli uomini, che è l’argomento di discussione, io sostengo che a farne le spese siano principalmente gli stessi maschi. Fabrizio ha descritto in maniera mirabile l’esistenza del giovane uomo: la sua adolescenza e la sua prima giovinezza, soprattutto se debole e fragile, sono una vera e propria guerra, un continuo “guardarsi le spalle”, un cammino irto di trappole sistemategli dai suoi stessi. Non so se ci sia qualcosa di anologo fra le donne, ma certo fra gli uomini, che, come le donne, sono, in grande maggioranza, dei mediocri( qui non si fanno sconti a nessuno, si applica l’autentica parità tra i generi ) la costruzione della propria identità, soprattutto in giovane età, passa spesso attraverso la sopraffazione di un altro o di altri uomini: è la competizione per assurgere a leader del gruppo, e in questa competizione il bisogno di mostrarsi vincenti agli occhi dell’altro sesso o declassare l’altro agli occhi dell’altro sesso, gioca un ruolo decisivo. Di conseguenza oserei dire che ciò che la donna riceve dall’uomo in termini di violenza psicologica, va considerato quasi trascurabile rispetto a quanto spesso riceve un uomo da un altro uomo.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Forse che tu quando ti siedi da qualche parte ti senti chiedere “Cosa fai tutto solo?”
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Certo che no. Però che pacchia stare seduti in un bar ed essere abbordati dalle donne, magari offrendoti anche da bere smile
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Che ne sai della paura di girare quando è buio e dell’invidia per gli uomini che a meno che vadano in quartieri malfamati lo possono fare tranquillamente?
Che ne sai delle strusciate di uomini bavosi sull’autobus?
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Io sono un uomo e di sicuro non mi azzardo a girare quando è buio per le strade della mia città: sconsigliabile per chiunque, uomini e donne che siano. Le strusciate negli autobus? Roba vecchia, da anni Settanta-Ottanta. Anche l’uomo più rincoglionito, e ce ne sono tanti in circolazione, incomincia a captare che è meglio non azzardare certe avance, se anche i pezzi grossi ne escono con le ossa rotte, vedi l’ultimo caso.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Se da un lato mi dispiace perdere la bellezza, dall’altro sono felice di star diventando agli occhi altrui, finalmente, solo una persona, una persona neutra. Mi bevo il tè seduta fuori o mi leggo il giornale su una panchina e nessuno mi rompe le scatole, posso perfino fare una passeggiata in campagna senza motivo, non c’è bisogno di avere il cane appresso, e nessuno penserà che il motivo per cui mi siedo al bar, su una panchina o passeggio in campagna sia perché IN REALTA’ aspetto di essere avvicinata da un uomo, come succedeva quando ero giovane, anche se leggevo il giornale e avrei continuato a farlo in santa pace.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Sono d’accordo con te. Infatti io sostengo da tempo che la donna italiana, quella conosco, va lasciata, nella maggior parte dei casi, tranquilla a leggersi il giornale in santa pace senza essere disturbata. Ma sia chiaro, senza proprio mai essere disturbata. Sola, soletta, anche a casa. Sono dell’avviso che questo non potrà che giovarle.

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Marco Pensante 9:11 pm - 24th Maggio:

Oddio, oddio madonna signore, anzi signove con la evve moscia, oddiomadonnasignove cosa le hanno detto! Addirittura “cosa fai tutta sola!” E’ orribile, anzi ovvibile, ovvove! E poi gli uomini bavosi! (traduzione: gli uomini che non le piacciono)! Ma come è possibile che al mondo succedano cose del genere? E’ proprio vero che le donne sono oppresse!!! Non se ne può più!!! Ergastolo, anzi pena di morte per chi dice “cosa fai tutta sola”! Le ragazze sole non si toccano!!! Castrazione chimica! Sodomizzazione in carcere! Tortura per chi apprezza la latteria e fa soffrire PER DECENNI una povera bambina innocente! Massacriamoli tutti!!!
A meno che non siano dei bei fighi. Allora possono dire quello che vogliono, perché c’hanno il raggio traente. Che è er raggio traente? Boh, che ne so, l’haddetto na bblogger, ce sta bbene, no, cheddici, Annamari’, er raggio traente come dire cioè, ccapito, che mme tira? Fa fine, no?…

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Fabrizio Marchi 1:13 am - 25th Maggio:

“Di conseguenza oserei dire che ciò che la donna riceve dall’uomo in termini di violenza psicologica, va considerato quasi trascurabile rispetto a quanto spesso riceve un uomo da un altro uomo”. (Alessandro)
Senza dimenticare, Alessandro, la violenza che gli uomini subiscono dalle donne, e mi permetto di ricordare a tal proposito il mio articolo “Ho subito violenza ma l’Istat non lo sa” E’ ora di cominciare a parlare di violenza di genere, ma dal punto di vista maschile, senza timori. E’ ora di rompere questi tabù e di affermare in modo forte e chiaro che esiste una violenza di genere subita in tanti modi diversi dai maschi da parte delle femmine..
“è la competizione per assurgere a leader del gruppo, e in questa competizione il bisogno di mostrarsi vincenti agli occhi dell’altro sesso o declassare l’altro agli occhi dell’altro sesso, gioca un ruolo decisivo”. (Alessandro)
Le femmine giocano un ruolo decisivo, da questo punto di vista, e il più delle volte fanno di tutto per alimentare la competizione fra i maschi che niente altro è che la cartina al tornasole del loro narcisismo, lo specchio, la prova provata del potere (enorme) che esercitano sui maschi, specie su quelli in giovane età, ma non solo. La loro responsabilità è enorme, sotto questo profilo (magari fosse solo questo). La differenza consiste “solo” nel fatto che le femmine a volte agiscono per interposta persona. Ma questo non cambia assolutamente nulla. Anzi, a mio parere è anche più grave come comportamento perché più subdolo.
“Certo che no. Però che pacchia stare seduti in un bar ed essere abbordati dalle donne, magari offrendoti anche da bere ” (Alessandro)
E’ veramente incredibile come si possa reinterpretare una condizione di oggettivo vantaggio, diciamo pure di privilegio, e capovolgerla nel suo contrario. E’ tipico del femminismo. Annamaria non è, questo è evidente, una femminista. Anzi, è una donna fondamentalmente tradizionale (come tantissime) che si è data una spruzzata di femminismo e di “sinistrismo”. Però il suo modo di vedere le cose è significativo e ci dà il polso della situazione. Badate che, al di là dei frizzi e dei lazzi che suscitano in noi i suoi interventi (né potrebbe essere altrimenti), lei rappresenta in realtà il modo di ragionare e soprattutto di sentire di una larga maggioranza di donne.
Il semplice fatto che qualcuno le rivolga la parola per la strada o mentre è seduta ad un bar, lo vive (quando non gli garba il tizio, è ovvio, questo non lo dice ma è così, come sottolinea giustamente Marco Pensante) come una insopportabile molestia, quindi come una violenza. Non riesce a mettersi neanche per un nano secondo nella testa dell’altro perché ciò che conta è solo la sua percezione in quel dato momento. E quella sua percezione diventa la verità.
Volendo fare un volo pindarico (forse troppo, ma ci capiamo), mi ricorda un pò la sensazione che proviamo (e la reazione che abbiamo), siamo onesti, quando ci troviamo in auto fermi ad un semaforo (per lo meno per chi di noi vive in una grande città) e veniamo regolarmente avvicinati da numerosi extracomunitari, a volte anche eccessivamente petulanti, che vogliono lavarci i vetri, venderci dei fazzolettini di carta, un mazzo di fiori ecc. E spesso, dobbiamo essere onesti, ci ritroviamo a sbuffare perché in quel momento specifico il tizio in questione ci sta seccando, oppure non abbiamo soldi spiccioli in tasca, oppure ancora andiamo di fretta, siamo soprapensiero e così via. . Subito dopo però (e spesso anche nel mentre) ci riflettiamo e fra noi pensiamo:”Povero cristo, pensa che vita che fa sbattuto tutto il giorno all’angolo di una strada a vendere ninnoli; sì, mi rompe i coglioni ogni benedetta volta (per chi fa la stessa strada tutti i santi giorni) con ‘sti fiori però in fondo è da comprendere, sicuramente sta messo molto peggio di me. E allora fai la “fatica” di tirar fuori il portafogli per dargli qualche moneta, con quelli di dietro che ti stanno già clacsonando perché vanno di fretta…”.
Ecco, se scegliessimo di fermarci alla prima sensazione, noi saremmo un po’ come le tante Annemarie in circolazione. Invece riflettiamo, ci mettiamo, o meglio, proviamo a metterci nei panni dell’altro e nella sua condizione, e da un iniziale moto di insofferenza passiamo addirittura a nutrire una certa solidarietà nei suoi confronti.
Naturalmente, come dicevo, l’esempio è iperbolico, forse anche scentrato, però può aiutarci a capire ciò che voglio dire.
Il femminismo, oggi femdominismo, è stato abile nel mutare la percezione femminile (o forse ha solo agito su di un terreno già fertile). “Il metro di misura di un comportamento altrui è solo e unicamente il mio (della donna). Che quel comportamento sia gradevole o molesto lo decido io e solamente io”. Il che, fino ad un certo punto, è anche comprensibile, purchè non diventi l’unico metro di valutazione oggettiva (?) della realtà.
Di fatto siamo a questo perché l’Annamaria di turno è oggi in linea teorica (e anche pratica) legittimata a denunciare per molestie un uomo che le ha fatto un apprezzamento pesante sulle sue forme fisiche oppure le ha rivolto la parola per la strada in un modo che lei ha ritenuto pesante o lesivo della sua persona.
Fabrizio

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Damien 5:13 am - 25th Maggio:

Annamaria Arlotta (Codename: Double A; Borg ver. 6.1.0.)
:::IL FEMMINILE FUTURO: OGGI!!::::::::::::::::::::::::::

meno di 140 caratteri

“Se puoi magari evitare il “nazi” la prossima volta…sai, potrebbe suonare leggermente offensivo…se non chiedo troppo eh?”

Il termine Nazi è appropriato, l’ideologia NAZIfemdominista odierna è di una similitudine disarmante! sorry!

“Non è vero, parlavamo di tutt’altro”
da qui si evince che la logica non è farina del suo sacco! se ne faccia una ragione..

“squillino le trombe e si faccia entrare dunque il Tribunale della Santa Inquisizione perché determini, in ognuno di noi, il peccato di egocentrismo! Ah Damien, ma tu sei perfetto?”
Classica tattica del non rispondere usando altra domanda ed altro topic, politichese di bassa lega, e per quanto mi riguarda, sono umano ma non di sesso femminile, altrimenti attingendo dai suoi discorsi, ne evinco che lo sarei..

“Quello che ho capito dai nostri discorsi, comunque, e vi farà piacere saperlo, è che le donne devono prendersi le loro responsabilità. Se in nome della spettacolarizzazione della tv una giornalista si presenta vestita come se andasse a cena fuori è anche colpa sua, che non difende la sua dignità professionale. Se resta sposata a un uomo orribile perché ha paura della solitudine o del biasimo della famiglia e della gente in genere, beh, non sono d’accordo con la sua scelta, ci vuole anche coraggio e soprattutto rispetto per se stesse, che pare mancare a molte donne.”

allora.. ALLORA… si.. vedo la luce! finalmente! la speranza! si! oddio! allora lo vedi che se vuoi ci si capisce.. Ok!! che avete deciso di fare te e le tue amiche? azione di volatinaggio? articoli per sensibilizzare le donne a questo tema? aprite un sito donnebeta.org e facciamo gemellaggio? cominciate voi stesse ad agire in maniera diversa? non mi risponda… da buona politichese, immagino che trattasi solo di.. politica spicciola inconcludente!

” che ti devo dire? Molte altre no. Non abbiamo concluso niente.” la risposta sterile da Lei fornita risulta di uno sconcerto talmente disarmante che annulla la redenzione che volevo agevolarLe sulla frase precedente.. forse farebbe bene a guardarsi meglio intorno.. e quando dico intorno non parlo di un intorno provinciale.. ma nazionale! e poi se le riesce, mondiale!

“Quella possibile. Non siamo mica handicappate.” al solito la nostra farfallina svolazza.. risponde in maniera superficiale (cosa intende per QUELLA POSSIBILE?) in linea col politichese di bassa lega.. e mi permetta.. dire handicappate non sta bene.. meglio affermare che siete: “DIVERSAMENTE UOMINI!”.. più appropriato!

:::::L’angolo rilassante::::
..per ritemprarsi tra una lettura e l’altra!

TROVA IL PROVERBIO raffrontando le frasi STORICHE!:

1)nessuno penserà che il motivo per cui mi siedo al bar, su una panchina o passeggio in campagna sia perché IN REALTA’ aspetto di essere avvicinata da un uomo, come succedeva quando ero giovane, anche se leggevo il giornale e avrei continuato a farlo in santa pace.(On. A.Annamaria)

2)Il popolo ha fame? che mangino Brioches!(Regina Maria Antonietta)
___________________________
(soluzione: Non parlar di fame al sazio)
:::::L’angolo rilassante::::

“me la dà, non te la do…questo è quello che trovo crudo.” Se non svolazzasse, se approfondisse l’argomento, magari leggendo l’articolo RECIPROCITA’ e SPONTANEITA’, esimia, troverebbe tutto piu’ digeribile.. ma lei non si applica.. risulta superficiale.. a tratti vanesia.. aspetto ancora i suoi genitori!

“Hai ragione” si.. ma la ragione è dei fessi.. perchè vede, esimia, dare ragione senza i fatti equivale a nulla.. solo rabbonire l’interlocutore senza dare garanzie di cambiamento.. ai quali, purtroppo per Lei, siamo tristemente abituati! lei, ONOREVOLE, che propone? si attiverà? o preferisce sorvolare, mantenendo lo status quo??

:::PRAFRASANDO::: A cura di A.Annamaria

“Non essendo mai stato una giovane, che ne sai dei cinquantenni seduti al bar che vedendomi passare quando avevo 14 anni e nella più beata innocenza mi dissero: “uh, che latteria!”, e per ricordarmelo dopo quarant’anni, si vede che ci sono rimasta malissimo?”

A parte il fatto che con quello che costa la chirurgia plastica oggi, Lei risulta agevolata! mi consenta di ricordarLe che lei e le appartenenti alla sua categoria ..ve dovete da decidere na bona vorta!! aehm.. la invito, a tal proposito, ad ascoltare piu’ volte la canzone “CARA TI AMO” di Elio e le storie Tese! (puo’ trovare anche il video su youtube)

“Che ne sai del non potersi mai sedere su una panchina o a bere qualcosa al tavolino di un bar perché la prima cosa che succede è sentirsi chiedere “Cosa fai tutta sola?” Forse che tu quando ti siedi da qualche parte ti senti chiedere “Cosa fai tutto solo?”

Un uomo a caso, un LUSSO del genere, se lo sogna! a meno che ovviamente non sia il solito cliché che tutti ormai conoscono e abbiamo piu’ volte, anche sopra, puntualizzato.. della serie.. RECIPROCITA’ e SPONTANEITA’, questa sconosciuta!!

“Che ne sai della paura di girare quando è buio e dell’invidia per gli uomini che a meno che vadano in quartieri malfamati lo possono fare tranquillamente?”

Classificata prima alla scalata del Monte Vetro, ma suvvvvviaaa! On. Arlotta!! Siamo al Vanesio.. in primis NESSUNO andrebbe in posti malfamati (non ci va neanche la polizia a momenti!), e se giri, di notte, a piedi, in qualsiasi luogo delle nostre care città, che tu sia uomo o donna la circonferenza dello sfintere risulta tale da non permettere l’entrata di uno spillo! non vedo quindi cosa ci sia di invidiabile nell’essere uomo! il non venir stuprati?? beh.. guardi.. anche essere accoltellati per il portafoglio le assicuro che non risulta un’esperienza piacevole..

“Che ne sai delle strusciate di uomini bavosi sull’autobus?”

Ergo uomini che non le piacciono.. ma se domani si girasse e vedesse il classico fusto mediterraneo che la palpa o la guarda.. mi dica.. la reazione sarebbe la stessa? o per come credo.. due pesi e due misure? perchè io credo in questo.. a seconda di quello che VOI stabilite, lo stesso atto CRIMINOSO a PRESCINDERE risulta denunciabile o meno.. come dire.. se sei figo e fai na rapina.. ti è concesso..che coerenza.. una perla! mi tolga una curiosità, Onorevole double A! Lei sale su autobus di soli uomini? perchè vede.. quelli che uso io hanno una utenza variegata, uomini e donne bavosi, uomini e donne mediocri, uomini e donne belli, persone che puzzano, ragazzi che urlano e via dicendo.. mi dica.. ma lei ha tutta questa sfiga di trovare SEMPRE gli autobus di soli uomini bavosi? perchè vede.. quando l’autobus è pieno, spesso è capitato che mi sentissi spingere alle spalle da due latterie! salvo poi accorgermi che erano di proprietà di una sessantenne.. usando il suo metro di misura, avrei dovuto denunciarla, fosse stata figa invece.. mmah! ne deduco che la coerenza è un termine estinto dal suo vocabolario.

Annamaria Arlotta (Codename: Double A; Borg ver. 6.1.0.)
:::IL FEMMINILE FUTURO:OGGI!!::::::::::::::::::::::::::

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sandro 9:33 am - 25th Maggio:

“Ma tu che ne sai? Anzi, chennesai? Anzi, CHENNESAI?”
_______________
Io un paio di cose le so:
1) Se a una donna dà fastidio sentire commenti sulle sue parti intime, a me dà molto, ma molto più fastidio il modo che la maggior parte delle donne ha di mettere zizzania tra gli uomini mettendoli in competizione tra loro.
Quindi, dovendo scegliere, preferirei nettamente non averle mai tra i coglioni. Altro che guardargli le poppe.
2) Se a una donna lo sguardo maschile dà così fastidio, mi piacerebbe capire il motivo per il quale tante, arrivate agli anta, si fanno massacrare dal chirurgo estetico e spendono una barca di soldi per cercare di ridonare al proprio corpo proprio quella freschezza giovanile che attirava lo sguardo maschile su di esse.
Sbaglio o qualcosa non torna?

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Damien 12:01 pm - 25th Maggio:

La donna per l’uomo è il fine, l’uomo per la donna un mezzo, ergo quando un uomo solitamente si prepara prima di uscire, è predisposto generalmente sia alla conoscenza che al concedersi sessualmente, tutto per essere attraente e disposto a concedersi.

La donna, contrariamente all’uomo, dimostra che le sia sufficiente in tali casi vivere di semplice CONSIDERAZIONE, si preparano per ORE per poi tornare a casa sola e bearsi di essere ancora attraenti.. diversamente non si capirebbe l’importanza della chirurgia plastica o del truccarsi per ore prima di andare in un luogo per poi tornare a casa sole, come al solito.. puro e semplice egoismo, egocentrismo vulvare,io sono io e voi non siete un cazzo, dove sono gli uomini di una volta, tu devi..gliela do o non gliela do.. dio come mi attizza il marito della mia amica..gli uomini sono tutti stronzi.. mi levo il trucco e vado a letto.. meno male che c’è il mio cane a farmi compagnia stanotte..

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Sandro2 12:46 pm - 25th Maggio:

Per Annamaria:
Silverback 8/12/2006
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=12678742
Ogni uomo ha da raccontare una storia di quand’era ragazzo – ricordi di cameratismo – e magari un episodio di iniziazione. Può darsi che riguardino un amico, oppure il “branco”, magari i tempi memorabili trascorsi insieme scorrazzando in bicicletta, giocando a pallone, andando al cinema o anche, semplicemente, “bighellonando”.
Oppure, può darsi che la sua storia non riguardi tanto gli amici quanto piuttosto un evento, un momento che oggi è intenso nella memoria come il giorno in cui accadde, anni fa.
Queste sono le storie che agli uomini piace raccontare.

E poi ci sono altre storie di iniziazione che gli uomini non raccontano altrettanto volentieri o non raccontano affatto, perché anche a distanza di anni il dolore emotivo legato all’esperienza continua a disturbarli profondamente come il giorno in cui l’evento accadde, quando avevano dodici o quattordici anni.
Queste sono storie di crudeltà – di prepotenza, umiliazione, paura e tradimento – che la stragrande maggioranza delle donne non sente mai narrare e che in genere uomini e ragazzi non riescono a condividere nemmeno fra di loro.

A partire all’incirca dai dieci anni, quando un bambino si avvicina alla pubertà, il normale sviluppo cognitivo lo rende più consapevole di se stesso e della sua posizione nel gruppo, alzando la posta in gioco in tutte quelle occasioni di competizione nelle quali i giovani maschi vanno consumandosi: chi è più forte, chi piace di più alle ragazzine, chi prende i voti migliori, chi gioca meglio a basket, chi è più ricco e ha le cose migliori, chi riesce ad avere il sopravvento nei loro scontri verbali.
Il desiderio di autonomia di un ragazzo, il fatto che ora sia sottoposto a una minor supervisione degli insegnanti e il suo desiderio di svincolarsi dall’influenza dei genitori, ne fa una recluta volontaria nella cultura del gruppo dei suoi coetanei.

Allo stesso tempo, il gruppo pretende da lui un’adesione completa, e lo metterà in ridicolo ogni qualvolta egli non si conformerà. Non importa se si tratta dei programmi televisivi che guarda, dei libri che legge, delle scarpe che porta, del colore delle calze, della lunghezza dei calzoncini, del taglio dei capelli, del suono della risata o altro: qualsiasi cosa un ragazzo faccia o dica di diverso dal suo gruppo può essere, e di fatto sarà, usata contro di lui.
I cambiamenti fisici di questa età – l’altezza, la muscolatura, la voce e la comparsa dei peli sul viso, per esempio – non fanno che aumentare l’imbarazzo di un adolescente.

Quasi tutti i ragazzi nascondono la propria sofferenza, perché ammetterla sembra una debolezza. E tutti cercano, se appena è possibile, di giocare d’anticipo, spostando l’attenzione sugli altri per distorgliela da sé. In questa guerra psicologica nessuno è al sicuro, né ci sono veri “vincitori”. Quando si inoltrano in questa età così incerta, i giovani maschi hanno un disperato bisogno di modelli di ruolo, e nella maggioranza dei casi l’immagine dominante della maschilità (o “mascolinità”, come dicono “gli esperti”…) richiede sempre forza e stoicismo.
Fra di loro i ragazzi si impegnano in una continua guerra psicologica. I più grandi tormentano i più piccoli – sopraffacendoli grazie alla superiorità fisica – e i più piccoli li imitano, creando un ambiente che contrappone il forte e il debole, il simpatico e l’antipatico, chi ha il potere e chi non ce l’ha, il “branco” ispirato alla conformità e il ragazzino che in un modo o nell’altro non riesce ad adeguarsi alle aspettative del gruppo.

In proposito riporto dei fatti accaduti negli anni Novanta negli USA; fatti che, comunque, accadono dappertutto.

Un pomeriggio era capitato un episodio significativo nella sala di ritrovo di una scuola della East Coast; un alunno di prima media, spalleggiato da alcuni amici dall’aria contrita, finse di essere sconvolto per la morte del padre. Un altro ragazzino lo avvicinò per consolarlo, credendo sinceramente che l’altro si trovasse nella più triste delle circostanze.
Dopo aver preso in giro il suo premuroso compagno per diversi minuti, l’altro confessò l’inganno – i suoi genitori erano vivi e vegeti – e una volta trionfalmente rivelato lo scherzo, lui e i suoi amici si fecero una gran risata.
Il ragazzo compassionevole, che si sentiva stupido e rabbioso per essere caduto nella trappola, diventò lo zimbello degli altri. E imparò la lezione: la prossima volta, non sarebbe stato tanto lesto a mostrare compassione.

E ancora:
Al compleanno di un bambino che non riscuoteva le loro simpatie, un gruppo di ragazzi cantò per lui la tradizionale canzoncina, ma finse di essersi dimenticato il suo nome. Quando l’imbarazzo del festeggiato fu palese, essi si scusarono e poi tirarono fuori la torta: un blocco di ghiaccio ricoperto di glassa.
Negli spogliatoi della palestra, alcuni ragazzi urinarono sui vestiti dei compagni e nelle bottiglie del loro shampoo. Ci furono casi di “strizzamento dei capezzoli”, dolorosi e umilianti per la vittima. I ragazzi facevano gli svenevoli e si strofinavano contro i compagni bersagliati dalle molestie. A volte mettevano dei preservativi usati o della spazzatura fra i loro vestiti o nei loro armadietti.

In genere, né la vittima né i suoi amici riportavano questi incidenti agli insegnanti, soprattutto perché sapevano che gli atti erano di natura talmente intima e così chiaramente dolorosi che qualsiasi adulto, insegnante o genitore, li avrebbe disapprovati; ci sarebbero stati dei castighi e le ripercussioni avrebbero potuto essere peggiori dell’incidente originale.
Come se non bastasse, mostrare il proprio dolore sarebbe equivalso a un’ammissione di sconfitta e non avrebbe fatto che aumentare la vulnerabilità della vittima di fronte a nuove ondate di derisione e di attacchi. Chiunque sa che è così.

Perché mai un ragazzo dovrebbe starsene seduto a disagio in classe preferendo trattenersi per un intero pomeriggio di lezioni piuttosto che mettere piede in bagno e liberarsi? Perché una fila di orinatoi aperti è un invito all’umiliazione. Tutto quel che ci vuole è una rapida spinta da dietro, e il ragazzo che perde l’equilibrio resta con i calzoni bagnati, ridicolizzato all’infinito. Non solo l’aggressore lo tormenterà; qualsiasi altro ragazzo abbia assistito all’episodio, o ne abbia anche solo sentito parlare, rincarerà la dose. Lo prenderanno in giro, e continueranno a mormorare e ridacchiare per l’accaduto finché qualcun altro, ancora più umiliato, non prenderà il suo posto.

Altro caso accaduto sempre in una scuola americana:
I membri della squadra di lacrosse portavano regolarmente in un campo due allievi di prima, dei tipi mingherlini, e li costringevano a battersi l’uno contro l’altro. Se avessero opposto resistenza il resto della squadra li avrebbe picchiati comunque.
E così questi ragazzi più piccoli si battevano, mentre gli altri li videoregistravano per poi mostrare il filmato a tutta la scuola.

Nonostante le apparenze, tutti i ragazzi vivono con paura in questa cultura della crudeltà.
Essi inoltre aderiscono al suo codice e sono fedeli ai suoi princìpi anche se molto spesso non li sentono propri, perché lo considerano un inevitabile banco di prova della loro virilità.*
(*O il “Grande Impossibile”, come la definiscono le popolazioni Fox, degli Altopiani Orientali di Papua Nuova Guinea.)
In ognuna di queste lezioni di prepotenza, paura e tradimento, un ragazzo è trascinato lontano dalla fiducia, dall’empatia e dal legame con gli altri.
Questo è quanto i giovani maschi – che successivamente saranno uomini – hanno da perdere abbracciando la cultura della crudeltà.
Ciò che invece imparano da essa è un comportamento emotivamente circospetto, quel fare guardingo col quale tantissimi uomini (troppi) si accostano alle relazioni umane per il resto della loro vita.

Per concludere:
Solitamente, in terapia, le femmine adolescenti combattono contro un eccesso di sentimento. Si concentrano troppo sulle reazioni emotive proprie e altrui.
Nel caso degli adolescenti maschi vale invece esattamente l’opposto.
Le ragazze tendono a sentirsi a proprio agio nel parlare dei propri alti e bassi emotivi con le amiche; i ragazzi, in genere, evitano di discutere i propri sentimenti con chiunque.
Lottano da soli; e questo ha sovente conseguenze tragiche.

Spessissimo, uomini e ragazzi si identificano in un’immagine romantica dell’isolamento.
Al cinema, i bambini vedono il gelido rifugio artico di Superman: la sua remota, straordinaria, cristallina Fortezza della Solitudine. Quando la pressione che gli deriva dal vivere fra i mortali diventa eccessiva – con tutte quelle incessanti lotte fra il bene e il male, per non parlare delle complicazioni sentimentali – Superman scompare nella sua fortezza per starsene in pace con i propri pensieri.
Batman, tormentato dal fatto di aver perso i genitori in tenera età, si dedica a un’incessante lotta contro il male, ritirandosi, fra un episodio e l’altro, nella sua buia e desolata “Bat Cave”, un rifugio sotterraneo pieno di marchingegni, tecnologie computerizzate e una serie di straordinari meccanismi, ma assolutamente privo di conforto emotivo.

Questi eroi dei fumetti vanno e vengono dalle loro fortezze senza problemi.
Ma quando i ragazzi sono tagliati fuori dai legami realmente significativi con i genitori, gli amici e i coetanei, si ritrovano ad affrontare le pressioni sociali dell’adolescenza da soli.
Senza aiuti esterni, e male equipaggiati per scoprire una via che li porti fuori dal loro nascondiglio, molti ragazzini finiscono per arenarsi, sprofondando sempre più nell’isolamento emotivo ed edificando mura sempre più alte e robuste intorno alle proprie emozioni, fino a cancellare completamente ogni traccia di sé.

La chiusura in se stessi è uno dei segni più comuni di sofferenza emotiva fra i maschi nella prima fase dell’adolescenza e può lasciar presagire un’ulteriore discesa nella depressione e, molto spesso, l’adozione di comportamenti autodistruttivi.
Un ragazzo che non abbia autentiche interazioni sul piano emotivo perde l’opportunità di una significativa crescita in quell’ambito.
Per tutti noi, lo sviluppo psicologico e personale si realizza nel momento in cui riusciamo a guardare in faccia ciò che ci disturba, lo comprendiamo e sappiamo escogitare un modo positivo di reagire.

Di fronte a una causa di turbamento, un ragazzo emotivamente isolato reagirà invece cercando un capro espiatorio e dando la colpa dei propri problemi agli altri o alle circostanze.
Ciò che né lui, né i suoi genitori realizzano è che questo suo sforzo di tagliarsi fuori dalla famiglia, dalle emozioni e da qualsiasi riflessione sul proprio stato mentale è un’operazione logorante.
Quando i ragazzi riescono a metterla a segno, non fanno altro che rendersi ancora più infelici (purtroppo).

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Leonardo 1:02 pm - 25th Maggio:

Ma forse Annamaria vuole solo provocare, talmente sono banali i suoi discorsi, oppure è talmente rincitrullita (senza offesa) dal mondo e dai maschi, che non si rende conto dei luogni comuni che dice. Nessuna porta mai come disagio femminile la gravidanza, forse io da uomo la vedo una cosa terribile ma per loro è una bella cosa, altrimenti la eviterebbero

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cesare 10:41 am - 26th Maggio:

Repetita juvant:
chiude la punta di diamante della tecnologia cantieristica italiana, chiudono a ritmo terrificante, giorno dopo giorno fabbriche storiche e recentissime attività, finiscono sul lastrico migliaia di padri di famiglia, sempre più famiglie arrivano con sempre maggior difficoltà alla fine del mese, la lista degli stati occidentali prossimi alla bancarotta si allunga di settimana in settimana, gli scenari di guerra per le risorse energetiche si moltiplicano e si aggravano, siamo prossimi al collasso demografico per l’invecchiamento della popolazione, siamo in Italia al sesto milione di figli fatti a pezzi nel ventre delle “povere” sciure della settima potenza economica mondiale, soffiano ovunque venti di scontro civile per mancanza di pane sulle tavole della gente, ma la rappresentazione ufficiale del Mondo è costituita dalla porno-narrazione mediatica, a infinite puntate e a saturazione totale degli spazi di comunicazione, a titolo “Le sventure della vagina”. Con annesso e connesso via libera ai “dunin de guera” per l’attacco ai maschi, i nemici oppressori “gheddafiani” interni, e la promessa del bottino di guerra conseguente: il potere femminile, il trionfo del femdominismo.
La più straordinaria azione di guerra psicologica che il potere sia riuscito a realizzare per mistificare la consapevolezza popolare, deviare l’ira della gente mettendo metà del genere umano contro l’altra metà, illuderla di trarne vantaggi a costo zero e a scapito dell’altra da punire, proprio quella che ha tirato eroicamente la baracca fino ad oggi.

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Rita 12:19 pm - 26th Maggio:

http://generazionep.ilcannocchiale.it/post/2647449.html

Secondo una indagine dell’ Eures nel corso del 2009 abbiamo avuto 357 suicidi di disoccupati. Quasi un disoccupato al giorno si suicida in Italia. Rispetto al 2008 registriamo un aumento del 37,3% di casi. Nel 2008 furono 260 i casi di suicidi. La maggior parte dei casi sono soggetti espulsi dal mercato del lavoro e 85 casi (dei 357) riguardano soggetti alla ricerca della prima occupazione e di età giovanile. 18, 4 suicidi ogni 100 mila disoccupati e il valore sale quando riguarda i maschi. Infatti, dobbiamo evidenziare che il suicidio per ragioni economiche rappresenta un fenomeno quasi esclusivamente maschile (95 % dei casi nel 2009) e questo probabilmente dovuto alla perdita della propria autonomia economica a causa della mancanza di un lavoro.

@Cesare: “Le sventure della vagina”…
in realtà credo che ogni donna, più o meno inconsciamente, sappia che costituisce anche una fortuna. Quando mi operarono tre anni fa avevo come vicina di stanza un’anziana contadina del Monferrato ultrasettantenne, operata per un devastante tumore alla vulva. Era indubbiamente una gran lavoratrice, una “donna di una volta”. La sua preoccupazione più grande era quella di sapere se sarebbe riuscita a tornare a lavorare la terra, se avrebbe potuto recuperare al più presto. Una volta mi parlò del disagio che provava le prime volte che aveva provveduto all’igiene personale dopo l’intervento “non mi riconosco più…” e poi, in merito alla sua preoccupazione per il futuro mi aveva detto “eh.. chissà se ce la farò ancora, perchè la pensione è poca,.. fosse fino a prima mi dicevo ancora che se tutto andava male avrei potuto sempre andare a “battere” .. ma adesso nemmeno più quello”…

Ecco sì .. forse scherzava, però è strano come la perdita della sua funzione sessuale (fisiologicamente parlando) l’abbia tristemente identificata come la perdita di un potenziale reddito per i momenti di miseria vera.

Il 95% dei suicidi maschili per la perdita del lavoro o l’impossibilità a trovarlo…che giochi anche la consapevolezza di non avere un’extrema ratio?

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cesare 3:37 pm - 26th Maggio:

La ratio maschile per un maschio è mantenere moglie e figli al meglio, liberi dal bisogno e a ciascuno secondo le sue esigenze e desiderata. La ratio maschile è il dono del proprio lavoro a contribuire al progresso e al benessere della società. La sua ratio di vivere. Le parole d’amore per la famiglia e per la società per un maschio o passano di lì, dalla capacità di quel dono, o sono ascritte alla categoria delle vuote parole. Ne so qualcosa io dell’ amatissimo, carissimo mio padre che per aver perso il lavoro si ammalò fino a morirne, lui, insieme ai suoi colleghi, managers di una delle più importanti fabbriche a caratura internazionale di macchine utensili del NordItalia, tirata su con le loro mani, finita in una delle innumerevoli crisi del sistema seconda metà del ‘900. Quando sento i “dunin de guera” e i maschipentiti delle truppe femdoministe sputare, sgallinare e profittare sulla vita perduta, perchè donata, dei maschi e dei padri, penso che se solo si immaginassero quale scandalo suscitano nel cuore di tanti figli e figlie, che li onorano vivissimi nel loro cuore, scomparirebbero dalla circolazione per la vergogna. E proverebbero anche paura dell’abisso di follia in cui si trova la loro coscienza.

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Fabrizio Marchi 7:44 pm - 26th Maggio:

“Quando sento i “dunin de guera” e i maschipentiti delle truppe femdoministe sputare, sgallinare e profittare sulla vita perduta, perchè donata, dei maschi e dei padri, penso che se solo si immaginassero quale scandalo suscitano nel cuore di tanti figli e figlie, che li onorano vivissimi nel loro cuore, scomparirebbero dalla circolazione per la vergogna. E proverebbero anche paura dell’abisso di follia in cui si trova la loro coscienza”. (Cesare)
Caro Cesare, come tu ben sai, per quanti sforzi faccia per cercare di analizzare con quanta più razionalità e lucidità possibile, come è giusto che sia, quanto sta avvenendo, non ti nascondo che tutto ciò è per me fonte di profonda sofferenza interiore. Una condizione che ancora non ho imparato a gestire al 100% né credo sarà mai possibile (come per nessuno di noi, probabilmente…).
Sono stati prodotti, e continuano ad essere prodotti, dei danni incalcolabili, e la cosa tragica è che secondo me siamo appena all’inizio di un processo ancora molto lungo e probabilmente devastante. Però dobbiamo cercare di non cadere nel catastrofismo e nella depressione, facendo di tutto per mantenere un atteggiamento moderatamente ottimista.
L’umanità ha conosciuto epoche, peraltro lunghissime, di oscurità abissale, molto probabilmente ben peggiori di questa. Il “Caso”, o il “caso”, ciascuno come preferisce, ci ha gettati in questa post modernità. E ci tocca viverla. Fino in fondo. Ed è ciò che faremo. Non ammaineremo di certo la bandiera. Questo è poco ma è sicuro.
Lo so perché me lo ha insegnato mio Padre.
Fabrizio

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Rino 8:36 pm - 26th Maggio:

Sì, il rovesciamento del bene in male, la derubricazione del dono in rapina, la traduzione del sacrificio in furto, è forse l’aspetto più lacerante. Si continua a chiedersi: come è possibile?
Io ne resto forse più stupefatto e allibito che amareggiato. Il mio stupore svela la mia ingenuità, l’equivoco di fondo sul quale si è radicata la mia vita, il che aiuta a spiegare la mia inettitudine mondana, il mio rinnovato trascolare di fronte a questo avvenimento stupefacente.
Per pacificarmi mi ripeto la bruciante verità di Machiavelli: “L’odio si suscita sia facendo del bene che del male, indifferentemente”
Continuo a ripeterla.
Poi passo a Dante: “Là dove invidia prima dipartilla…”
La neocorteccia lo sa, il cuore non vuole saperne.
Mysterium iniquitatis.

Rino DV

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Rita 10:05 pm - 26th Maggio:

Cesare:
Ne so qualcosa io dell’ amatissimo, carissimo mio padre che per aver perso il lavoro si ammalò fino a morirne, lui, insieme ai suoi colleghi, managers di una delle più importanti fabbriche a caratura internazionale di macchine utensili del NordItalia, tirata su con le loro mani, finita in una delle innumerevoli crisi del sistema seconda metà del ’900. Quando sento i “dunin de guera” e i maschipentiti delle truppe femdoministe sputare, sgallinare e profittare sulla vita perduta, perchè donata, dei maschi e dei padri, penso che se solo si immaginassero quale scandalo suscitano nel cuore di tanti figli e figlie, che li onorano vivissimi nel loro cuore, scomparirebbero dalla circolazione per la vergogna.

xxxxxxxxxx

innanzitutto grazie (a te e a Fabrizio) per aver condiviso il ricordo di vostro Padre.
Le parole sono importanti: se c’è una cosa che mi ha sempre colpito è la tenerezza, la ricchezza degli aneddoti e dei ricordi che mia madre aveva di suo padre (eppure l’ha perso che aveva soltanto sei anni). Non poteva, da sola, ricordarsi di così tante cose, non poteva da sola, avere quell’amore, quella gratitudine, quel rispetto che hanno superato persino quello per sua madre (che l’ha accompagnata fino all’età matura) se non fosse stata proprio mia nonna e tutti quelli che l’hanno conosciuto a narrargli la vita, i sacrifici, i gesti e le tenerezze che aveva verso di lei quand’era piccola.
Tante piccole cose che fanno sì che io abbia amato un uomo che non ho mai conosciuto nè visto se non in due sgualcite fotografie (di cui una vestito da fante della prima guerra mondiale). Eppure molte volte era talmente vivo il racconto che mi è sembrato di percepire le sue ansie e i suoi sogni da giovane operaio che corse il rischio di mettersi in proprio indebitandosi per comprare qualche telaio.

Allo stesso modo ho potuto avere stima, rispetto e amore per tanti uomini della mia famiglia mai nemmeno conosciuti. Del fratello maggiore di mio padre, rimasto schiacciato sotto il trattore che si era ribaltato (siamo in tema) alla metà degli anni ’50 mi è bastato sapere che mio padre, saputa la notizia al ritorno dal turno serale (non c’erano i telefonini) e trovate moglie e madre piangenti non esitò ad avventurarsi di notte con la macchina in mezzo allo stesso bosco per riportare a casa il corpo del cui recupero nessuno si era ancora curato. E soltanto dopo molte ore, tornato a casa e riportata al sicuro la salma del fratello si concesse il lusso di piangerlo.

Cosa resterà nel cuore dei nipoti e dei bisnipoti che non hanno conosciuto il 97% di questi uomini,, quando leggeranno e udiranno il racconto amplificato del sacrificio del 3%? Che leggeranno giornalisti che parlano di “virilità femminile” e “vigliaccheria istintuale a parti invertite”?

http://www.francescomerlo.it/?p=230

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Fabrizio Marchi 10:14 pm - 26th Maggio:

Rita, mi hai anticipato, avevo già letto quell’articolo di Francesco Merlo e mi ero riproposto di commentarlo, perché lo trovo allucinante (comunque emblematico). Lo farò senz’altro nei prossimi giorni…
Fabrizio

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Rino 9:50 pm - 27th Maggio:

1) Trattore ribaltato: l’idea diffusa è che il settore più mortifero sia l’edilizia (25% ca), ma invece è l’agricoltura (35% ca. ) e il trattore che si ribalta ne è l’icona.

2) Articolo di F. Merlo: repellente psicodeiezione. Lo stesso dicasi per l’articolo su don Seppia:
“…Don Riccardo si è infatti ammalato ed è diventato una povera belva praticando gli insegnamenti sessuomaniaci della Chiesa.”

Rino DV

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Rino 11:00 pm - 27th Maggio:

Ecco ancora una volta il “vero volto del padre” secondo Ernesto Caffo, = Telefono Azzurro.

http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/404410/

Rino DV

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armando 11:27 pm - 27th Maggio:

E bravo Caffo, che ha ragione ma che sarebbe credibile se avesse scritto qualcosa di analogo anche a proposito degli infanticidi. Di bimbi morti perchè abbandonati in auto ce ne saranno due/tre all’anno, di infanticidi al femminile una cinquantina.
Francesco Merlo è un caso irrimediabile. Non varrebbe la pena perderci tempo, se non fosse che è letto da molti.
armando

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daouda 4:07 am - 29th Maggio:

Apparte che le oppresioni sono varie e di importanza diversa :

a) economica
b) confessionale
c) razziale
d) sessuale
e) anagrafica

Voglio contestare un ragionamento da donne che voi fate.

GLI ALPHA non sono alpha ma beta ; troppi beta rimangono beta ma tra di questi ci sono gli alpha.
Tutto sta a capire cosa implichi l’essere veramente alpha dacché ritenere alpha chi prospera nel marciume attuale è illogico.
Il peggiore prospera, non il migliore.
Ora i beta si scannano , ora si lamentano poiché invidiosi , ora opprimono.
I primi a perdere ed essere emarginati sono stati gli alpha.
Il potere viene sempre redistribuito in base alla strategia.Ecco perché le donne come categoria sono così “forti”oggi.
Tali categorie sono varie e svariate, in guardia!
Il fatto stesso che ci si accorga di tali cose , il fatto stesso che si conformi la vita a tali consapevolezze fà si ché ci si stia incamminado verso l’essere alpha.

Questo è un forum di alpha men studies.

Definirsi beta è ammissione di impotenza credo.

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Fabrizio Marchi 7:35 am - 29th Maggio:

Il problema sta, caro Daouda, nel diverso significato che tu, rispetto a noi, attribuisci ai concetti di “alpha” e “beta”.
Per te, come per altri/e, “alpha” sta a vincente, migliore, superiore, nella misura in cui “beta” sta a mediocre, sfigato, inferiore. E’ una possibile interpretazione, sia chiaro, ma non è la nostra.
Il sottoscritto, che non si ritiene per nulla uno “sfigato” né tanto meno un “inferiore”, è oggettivamente un beta, se decliniamo questo concetto da un punto di vista economico-sociale e non antropologico o addirittura ontologico, come è nel tuo caso.
La questione rimane aperta né pretendiamo di chiuderla ma ciò non toglie che nell’attuale contesto sociale il sottoscritto è considerato un “beta” mentre un Francesco Totti o un Massimo Boldi sono considerati degli “alpha” (con gli esempi banali ci si capisce sempre meglio, non so perché ma è così…).
E’ ovvio che noi siamo soggettivamente liberissimi di interpretare questi concetti come meglio crediamo ma ciò che conta, ai fini della comprensione della realtà, è il significato che comunemente viene attribuito ai concetti (e soprattutto come questi vengono declinati nella realtà concreta) dalla grande maggioranza dei membri di una comunità.
E quindi, proprio in virtù di questa nostra interpretazione, è evidente che si può appartenere alla “classe” degli “alpha” pur essendo dei mediocri così come, al contrario, essere delle persone estremamente intelligenti e preparate (sto parlando in generale e non del sottoscritto) e appartenere alla classe dei “beta”. E naturalmente viceversa. D’altronde sia fra gli “alpha” che fra i “beta” possono esserci e ci sono menti sublimi e nello stesso tempo individui mediocri e dozzinali.
Erano forse dei mediocri Spinoza o Van Gogh? No, è evidente, però nella vita il primo si manteneva lavorando come commesso in un negozio di ottica mentre il secondo, che era considerato un poveraccio fuori di testa, sbarcava il lunario vendendo a pochi soldi i suoi quadri e grazie soprattutto all’aiuto finanziario dell’amato fratello.
In virtù di questa nostra analisi non ha nessun senso affermare, come fai tu, che “definirsi beta è ammissione di impotenza”. Al contrario, è la fiera rivendicazione della propria condizione e al contempo la denuncia di una profonda ingiustizia, di uno stato delle cose iniquo che noi, tendenzialmente , lavoriamo per superare.
“Questo è un forum di alpha men studies”. (Daouda)
Ho capito in che senso lo dici e quindi ti ringrazio e apprezzo con piacere il complimento.
“Voglio contestare un ragionamento da donne che voi fate”. (Daouda)
Questa invece è a mio parere un’affermazione non corretta e con un retrogusto sessista neanche tanto mal celato perché presuppone che tutte le donne siano da accomunarsi in un unico gran contenitore. Il che non ha senso perché anche per le donne vale ciò che ho spiegato per gli uomini (con le dovute diversità, che nessuno nega, date dal fatto di appartenere a due generi diversi) relativamente all’appartenenza sociale così come alla soggettività individuale, che comunque non possono essere separate perché entrambe contribuiscono a formare l’individuo e la sua coscienza; l’”eterno ritorno” del tema della relazione fra Natura e Cultura, che non abbiamo la pretesa di chiudere (né tanto meno pensiamo che qualcuno possa avere la presunzione di farlo…).
Del resto converrai con me che fra Rita Levi Montalcini e Belen c’è qualche differenza. Eppure appartengono entrambe alla categoria delle alpha”. Anzi, forse oggi la seconda è considerata più “alpha” della prima…
Fabrizio

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Annamaria Arlotta 11:07 am - 29th Maggio:

Cari tutti, ora che i toni si sono un po’ ammorbiditi credo che ci guadagniamo tutti. Prego tuttavia Damien di non cambiare stile, è semplicemente TROPPO divertente! Senti Damien, a te rispondo un’altra volta per questione di tempo, sempre se mi togli il nazi, sennò no. Senso delle proporzioni, grazie.
.
@Rita: ok le donne possono incaricare il fattorino di prendere il bimbo che non sta bene. Ma si sentono in colpa! Necessità è guadagnare, necessità è eliminare la dipendenza economica dal marito che non ci mette niente a farti pesare il fatto che ti sei comprata un maglione nuovo…ma necessità è anche sentirsi in pace con se stesse nei riguardi della cura dei figli. E’ una situazione difficile e basta, perché negarlo?

@ tutti: NONE! Non è che se il tizio è un bel figo il “cosa fai tutta sola?” suonerebbe diverso, come ve lo devo dire? E’ il “tutta sola” che rinchiude in sé il concetto che una ragazza sia necessariamente l’appendice di qualcun altro. Allo stesso modo, se una viene strusciata sull’autobus significa che un uomo ha oltrepassato, senza chiedere il permesso, una barriera che richiede invece il permesso per essere oltrepassata. Se si gira e vede che è un bell’uomo la sensazione di spiacevolezza non va via, a quel punto non le interessa che faccia ha il tipo.

Sulle supposizioni fatte da Fabrizio su di me: non sono mai stata povera ma neanche ricca. Famiglia della media borghesia, padre ufficiale di Marina e madre casalinga. Quando sono andata in America per vivere con mio marito siamo stati per anni in vari bilocali modesti, e come tanti facevamo fatica ad arrivare a fine mese e a decidere se andare fuori a cena e pagare la baby sitter valesse davvero la pena. Lui era professore universitario, ma anche divorziato con figli, e come si sa le finanze diminuiscono in seguito ai divorzi. A un certo punto abbiamo comprato la casa col mutuo e solo negli ultimi anni, dopo la morte dei suoi, stiamo più tranquilli. Ma la cosa davvero importante è che io di mio marito mi sono innamorata pazzamente, ricambiata. Per quello insisto sul discorso dell’amore e credo che se alcune donne si sposano per soldi tante altre no. Personalmente non ne ho voluto sapere di due chirurghi due, che volevano sposarmi e che erano certamente più ricchi di mio marito. L’amore è questione di chimica? Di intesa sul modo di vedere la vita? Booooh! So solo che il giorno di Pasqua del 1984 andai a Piazza Navona con mia madre, intravidi N, e poiché c’era un concerto di Pergolesi nella chiesa dissi a mia madre in inglese “I love Pergolesi!” Va beh che siamo una famiglia internazionale, ma perché glielo dissi in inglese, se non perché avevo capito che N era straniero? Lui mi chiese a che ora fosse il concerto, e 26 anni e una figlia dopo stiamo ancora insieme. Dopo tanto tempo, e dato che lui è parecchio più vecchio di me, la mia passione è scemata, ma non l’affetto, l’interesse e il rispetto di fondo. Sono fortunata? Direi di sì. Preferirei avere un marito coetaneo? Certo, ma va bene anche così. Credo che sia importante parlare del mondo, di politica, di scienze, di religioni, di storia, e anche apprezzare il senso dell’umorismo dell’altro, perchè alleggerisce la giornata. Nei primi anni ridevamo così tanto! E quando ci lasciavamo negli aeroporti, avevamo la sensazione che ancora non avevamo finito di discutere o commentare qualcosa, ma come, dovevo ancora dirti che…e, certo, l’attrazione fisica era forte, anche se lui non era Tom Cruise, ma neanche brutto.

@ Marco Pensante 10:02 pm – 23rd maggio:
SIIIIIIIIIII’! ANCH’IO NON VOGLIO PIU’ ESSERE SERIO!!! Tutti pazzi! Tutti incoerenti! VIVA L’INCOERENZA!!! D’ora in poi niente più severità con se stessi! D’ora in poi campo libero al COME MI SENTO IO VA BENE! Quindi niente più “essere veri uomini”, “tirare fuori le palle” e tutte le altre scemenze che vengono propinate agli schiavi per farli lavorare di più.
LIBERI TUTTI!
Bravo! Fallo davvero!

Adesso ridivento seria, basta svolazzamenti. Quello che mi ha colpito dei vostri ultimi interventi è la descrizione delle difficoltà di inserimento nella società dei maschi, in particolare adolescenti e giovani, a causa delle sopraffazioni e della violenza fisica e psicologica. Scrive ad esempio Fabrizio
“E’ una vita dura quella dei maschi, Annamaria, cosa ne sai tu? O tiri fuori le unghie o soccombi. E questo continua durante l’adolescenza, a scuola, nel quartiere dove sei nato e cresciuto, quando vai a fare il servizio militare e anche dopo. I maschi fanno da sempre i conti con la violenza e con la sopraffazione e, come al solito, quella che tu vivi come un’ esperienza “traumatica” (magari il solo fatto che un uomo ti chieda cosa fai tutta sola nel parco), per gli uomini è più o meno un fatto di “ordinaria amministrazione”. Vuoi che ti racconti la mia esperienza di giovane cresciuto nei quartieri popolari di una grande metropoli come Roma ? (è evidente che la “mia” Roma non era la “tua”, Annamaria)
Vuoi che ti racconti un po’ di vita da caserma? Le angherie e i soprusi a cui ci si deve ribellare (e non a chiacchiere…)? O un po’ di militanza stile “anni ’70? Tu non hai neanche idea dei livelli di violenza, fisica e psicologica, con cui un uomo può trovarsi a fare i conti nella sua vita…”

Il resoconto di Sandro (2 12:46 pm – 25th maggio) è bellissimo. Non ho capito se l’ha scritto lui o se lo riporta, nel link che ha messo ho trovato un sondaggio. Comunque è scritto benissimo, l’ho letto tutto di un fiato e ho pensato “porca miseria!” Insieme al post di Fabrizio ha gettato una luce diversa su voialtri. I due interventi mi hanno fatto pensare che una questione maschile esista davvero e che varrebbe la pena farla conoscere al di fuori da questo sito. Però non mi sembra che prendersela con le femministe sia l’approccio migliore, in generale l’atteggiamento polemico suscita subito una reazione negativa e chi legge o ascolta è già prevenuto. Perché non dire le stesse identiche cose lasciando che le femministe arrabbiate facciano le femministe arrabbiate, e rivolgendosi a chi è disposto ad ascoltare? Voi direte: eh, ma la società dà retta a loro ecc. Io penso che le istanze siano diverse, cioè che la questione femminile esista per motivi storici e che si debba continuare a cercare la parità, però non è che voi ve la passiate una meraviglia. La differenza è che del mondo maschile “sommerso” si sa pochissimo. Comunque faccio mio il consiglio di Leonardo: “Prova a ragionare senza invidia per gli uomini, forse riesci a vedere meglio la situazione.”. Ok.

@ Alessandro: ti trovavo il più disposto a ragionare dialetticamente, ma il tuo finale rovina tutto “Sono d’accordo con te. Infatti io sostengo da tempo che la donna italiana, quella conosco, va lasciata, nella maggior parte dei casi, tranquilla a leggersi il giornale in santa pace senza essere disturbata. Ma sia chiaro, senza proprio mai essere disturbata. Sola, soletta, anche a casa. Sono dell’avviso che questo non potrà che giovarle.” Lo vedi che ragionamento del piffero? Se vuoi leggere il giornale o ritagliarti spazi tuoi, allora stai sempre da sola và!

@ sandro (9:33 am – 25th maggio) che scrive: “Se a una donna lo sguardo maschile dà così fastidio, mi piacerebbe capire il motivo per il quale tante, arrivate agli anta, si fanno massacrare dal chirurgo estetico e spendono una barca di soldi per cercare di ridonare al proprio corpo proprio quella freschezza giovanile che attirava lo sguardo maschile su di esse.”
Perché la bellezza piace a tutti, non è solo il desiderio di attirare lo sguardo maschile, ma lo sguardo. Io ad esempio sto diventando sempre più invisibile, per la strada le occhiate scivolano via e gli sguardi distolti. Quando siamo bambini tutti ci guardano e ci sorridono. Da giovani tutti ci guardano. Un giorno nessuno nota che ti sei tagliata i capelli o hai cambiato occhiali. Infine nessuno ti nota e basta. Guardarsi allo specchio provoca incredulità. Comunque anche questa è una questione di valori e di equilibrio, certe donne si fanno massacrare dal chirurgo e altre accettano di invecchiare; quando si generalizza, come nel caso del turismo sessuale di cui discutevamo l’altra volta, non si giunge a nessuna conclusione.

Bene, prima o poi mi leggo gli altri articoli, promesso. Bye-bye for now

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Damien 2:01 pm - 29th Maggio:

@Daouda

“”(omissis)..Apparte che le oppresioni sono varie e di importanza diversa :

a) economica
b) confessionale
c) razziale
d) sessuale
e) anagrafica
“””
Non hai specificato di che matrice..

Queste oppressioni le subiscono ESCLUSIVAMENTE gli uomini “beta”, non le donne in generale…

a) economica

Un uomo è tenuto a pagare sempre e comunque in qualsiasi frangente che riguardi donne
e potere, raramente se non mai il contrario!

b) confessionale

Un uomo beta non può permettersi questo lusso, le donne e le PERSONE ALPHA si, pertanto rimane l’unico oppresso, guai lo facesse.. verrebbe immediatamente denigrato!

c) razziale

anche qui, l’uomo beta è l’unico oppresso, nel campo lavorativo, facendo i mestieri piu’ umili, pericolosi e mal pagati, (leggasi ad esempio i fatti di Rosarno), e dulcis in fundo, nonostante le donne si lamentino che sempre più italiani si sposano con donne estere, magari senza un centesimo, loro ben si guardano dallo sposare un extracomunitario, nel caso accadesse, egli rimarrebbe comunque un oppresso italianizzato, a meno che non trattasi di uomini di fede islamica, li il discorso cambia..

d) sessuale

un uomo brutto non ha il potere che una donna brutta comunque detiene, se solo lo volesse, potrebbe fare sesso ogni giorno, prova a fare la stessa cosa se sei brutto e beta..
Una donna Alpha o Beta, può permettersi il lusso di andare in giro con abiti succinti e provocanti, prova a fare lo stesso se sei un uomo beta..
Una donna puo’ andare da qualsiasi uomo e dirgli “ti fa di scopare?” senza la paura di essere denunciata per molestie sessuali, prova a fare lo stesso da uomo beta..

e) anagrafica

anche qui, la discriminazione è tutta “beta”, i 50enni alla George Clouney si permettono donne ITALIANE che i trentenni belli e giovani se le sognano.. se sei una donna beta anziana, puoi sempre truccarti come una 30enne (se ne vedono tante in giro) e grazie al ficapower diventare una nave scuola, oppure se sei Alpha, un paio di lifting e ti prendi un toy boy!
e comunque…un uomo anziano beta, al contrario di uno Alpha, non potrà mai sedersi in parlamento e fare il bunga bunga quanto vuole e con chi vuole..

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Daouda 3:32 pm - 29th Maggio:

Grazie innanzi tutto della risposta, esaustiva e ponderata.

Hai estrapolato dal commento esattamente quelle parti che io miravo a sottolineare ossia, veramente, farvi grandi complimenti e ribadire la differenziazione tra noi e loro mettendo un po’ di “pepe” forse non necessario.

Mi sono cimentato in una spiegazione di quel che io credo sugli alpha perché considero alpha una persona superiore che però , per come la intendo io, DIRIGE e non opprime , GUIDA e non seduce , INSEGNA e non inganna, AIUTA e non trama .
Ecco perché io non vedo alpha in questo mondo , soprattutto tra chi è famoso e chi ha denari dacché , regola della fase attuale, per aver raggiunto tali traguardi ci si è venduti.

Certo che, fatte le dovute specificazioni, tale concetto è sia maschile che femminile.

Belen oggi è sicuramente più alpha della Montalcini , ma entrambe ai miei occhi sono beta.

Questo perché alpha, in verità, non dipende dalle caratterizzazioni esteriori ma da quelle interiori.
E qui rivengo a bomba a quel che affermi nelle prime righe.
Io faccio solo presente che i successi esteriori sono conferma della propria pochezza vigendo un rapporto direttamente proporzionale tra i due fattori.
Non vedo alcuna cesura.
Sarebbe un discorso complesso che , semplificato così , potrebbe anche essere sviante…

Per quanto riguarda i sessi , il maschile da che mondo è mondo è sempre stato superiore al femminile.
Ciò non è sessismo è realtà.
Sessismo è quel che fanno gli altri che si servono anche delle donne , oggi , per accrescere il loro dominio da pezzenti.

Grazie

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Marco Pensante 8:36 pm - 29th Maggio:

“Bravo! Fallo davvero!”
disse il contadino alla volpe prima di aprire il pollaio.

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Sandro2 8:49 pm - 29th Maggio:

Annamaria Arlotta:
“Il resoconto di Sandro (2 12:46 pm – 25th maggio) è bellissimo. Non ho capito se l’ha scritto lui o se lo riporta, nel link che ha messo ho trovato un sondaggio”
_____________
L’ho scritto io.

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Alessandro 6:17 am - 30th Maggio:

Alessandro: ti trovavo il più disposto a ragionare dialetticamente, ma il tuo finale rovina tutto “Sono d’accordo con te. Infatti io sostengo da tempo che la donna italiana, quella conosco, va lasciata, nella maggior parte dei casi, tranquilla a leggersi il giornale in santa pace senza essere disturbata. Ma sia chiaro, senza proprio mai essere disturbata. Sola, soletta, anche a casa. Sono dell’avviso che questo non potrà che giovarle.” Lo vedi che ragionamento del piffero? Se vuoi leggere il giornale o ritagliarti spazi tuoi, allora stai sempre da sola và!
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Secondo me hai capito perfettamente la mia “provocazione”, ma fai finta di non coglierla. Se l’uomo comune italiano, così rimbecillito, così zerbino, così cavalier servente, la smettesse di comportarsi in questo modo, probabilmente anche le donne italiane ne trarrebbero beneficio, perdendo quella spocchia, quella puzza sotto il naso, quell’idea di essere le più discriminate, le più sfortunate, pari quasi alle donne afghane( in qualche sito femminista si leggono anche simili boiate) che, mediamente, le caratterizza. A tal proposito t’invito a leggere l’interessante articolo che compare nel sito Nomatrimonio, linkato in questo medesimo sito-blog, dal titolo” Le maestà imperiali”.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Alcune considerazioni su quanto da te scritto, in maniera astutamente intelligente direi. Adesso non ho tempo di poterle estrapolare dal tuo post, vista anche la sua lunghezza, e provo a riassumerle. Tu affermi, anche e soprattutto dopo aver letto le riflessioni sulla violenza tra uomini, di aver preso atto dell’esistenza di una “questione maschile”, avanzando anche l’ipotesi e la necessità di diffonderla per quanto possibile. T’invito allora ad approfondirla, perchè essa tratta anche di quote rosa, di discriminazioni postive, di separazioni, di concezione della storia…sono sicuro che dopo averla approfondita non sarai più dello stesso avviso smile Ovviamente mi auguro di sbagliarmi.
Inoltre ci consigli di non prendercela con il femminismo più moderato, ma anzi di cercare un dialogo con esso. Detto che bisogna essere predisposti al dialogo da ambo le parti, questo sito-blog, Fabrizio mi corregga se sbaglio, è rivolto principalmente agli uomini comuni, ad aiutarli a prendere atto della loro “subordinazione”, in molti ambiti, rispetto al femminile. Non è quindi quello l’obiettivo primario. Inoltre in quasi due anni di vita di questo sito, solo due donne si sono poste nei panni di coloro di cui qui si parla senza pregiudizi di stampo femminista( del tipo: se voi affermate queste cose siete ovviamente maschilisti e via discorrendo…), cioè Rita e Maria, e soprattutto la prima ha dato un’eccezionale contributo. Le altre donne che qui hanno fatto capolino, in parte anche tu, si sono lanciate subito nelle solite accuse e lamentele, di cui, sinceramente, incominciamo a essere stanchi. Però ovviamente è stata colpa nostra che non le abbiamo steso il tappeto rosso al loro ingresso. smile

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