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Da tempo mi interrogo su quella forza oscura e occulta che paralizza psicologicamente gli uomini impedendogli di prendere consapevolezza della loro condizione di subalternità al “femminile”, qui ed ora, nell’attuale contesto storico e sociale. Molte le ipotesi e le risposte che mi sono dato: senso di colpa, paura di infrangere un tabù, anzi, il tabù, di essere conseguentemente emarginati ed esposti al pubblico ludibrio. E poi ancora vergogna, subalternità congenita al genere femminile, dipendenza sessuale e affettiva.
E penso che tutte abbiano la loro validità. Tuttavia c’era ancora un tassello che mi sfuggiva per comporre il famoso puzzle. “Non mi tornava la quadra”, come si suol dire. E forse solo ora, dopo lunga riflessione, ho scovato l’arcano, e non è stata una bella scoperta, per la verità, ma tant’è, non possiamo mettere la testa sotto la sabbia. Affonda le sue radici in quello che comunemente viene chiamato “machismo”, cioè il volto più ottuso e grottesco del “maschile” ma, al contempo, anche la sua parte paradossalmente (e neanche tanto) più fragile.
Vediamo un po’ di raccapezzarci qualcosa.
In linea di massima il “machismo” è ritenuto un fenomeno in via di estinzione, comunque fortemente indebolito. In realtà così non è, perché esistono ancora due forme di “machismo”. La prima, la più banale, sulla quale non vale neanche troppo la pena soffermarsi, e la seconda, che invece è il vero busillis della questione e che merita una riflessione assai più approfondita.
La prima: è quella tradizionale che si estrinseca negli atteggiamenti “maschilisti” di sempre. Metaforicamente parlando, potremmo dire il “gonfiarsi il petto” dei maschi, che può tradursi in diverse modalità, a seconda della tipologia maschile in questione. Può essere l’ostentazione di una posizione sociale raggiunta, vera o presunta e spesso inventata o camuffata, l’esposizione di un corpo “palestrato”, oppure ancora l’ostentazione di forza (sia in senso fisico che metaforico) o di potere.
In tutti questi casi siamo di fronte ad una fragilità anche molto evidente, paradossalmente camuffata dietro ad atteggiamenti di presunta forza e virilità. In realtà, più questi vengono posti in essere dagli uomini, più è evidente la loro fragilità e loro subalternità al “femminile”. Più cresce in potenza e in potere il “femminile” e più aumenta in modo direttamente proporzionale il “machismo”. Quest’ultimo infatti si caratterizza proprio per questa ostentazione (grottesca, né potrebbe essere altrimenti) di forza e sicurezza. Un “maschile” relativamente (l’esseri gettati nel mondo crea di per sé una condizione di insicurezza e angoscia costante…) solido e “baricentrato” non ha alcuna necessità di ostentare alcunché.
Ma questa forma di “machismo” è solo una reazione di impotenza. La psicologia che sta dietro a questa modalità di essere ed esistere al mondo di molti maschi è più o meno questa:”Non conto e non decido nulla nella relazione con l’altro genere, l’unica possibilità che ho è quella di cercare di farmi notare in qualche modo e di essere scelto”.
Ma come abbiamo già spiegato, queste sono forme reattive, impotenti e psicologicamente velleitarie, l’approdo finale di un processo di frustrazione che ha origini più profonde. Effetti, insomma, non cause prime.
Cosa determina allora la paralisi psichica degli uomini in questa fase storica? Arriviamo al secondo aspetto del “machismo”.
Gli uomini contemporanei stanno vivendo una contraddizione spaventosa, non ancora portata alla luce. Giace nel pozzo più profondo della loro psiche. Sono sottomessi e subordinati al femminile, soprattutto dal punto di vista psicologico, ma non sono in grado di riconoscerlo, di ammetterlo a loro stessi. Perché? Perché se lo ammettessero dovrebbero riconoscere di essere più deboli delle donne, cioè di un genere che da sempre sono stati educati a percepire come più fragile, addirittura da difendere e da preservare. Non solo, in alcuni casi, dobbiamo essere onesti con noi stessi e osservare la realtà senza veli, molti uomini (nel passato, ovviamente, la parte più retriva, certo, ma c’è stata anche questa…) sono stati allevati ed educati a concepire il genere femminile addirittura come “inferiore”. Naturalmente (e fortunatamente) quest’ultimo aspetto è già morto da tempo e, se non lo è, è senz’altro moribondo. Non il primo (la presunta fragilità femminile) che invece sopravvive, anche se in modo estremamente contraddittorio.
E’ ovvio che stiamo parlando di archetipi radicati nella psiche maschile che hanno radici antiche e talvolta antichissime.
Ora, gli uomini si trovano nella condizione di doversi ribellare ad un potere, quello femminile, che non riescono a riconoscere e ad accettare proprio per le ragioni di cui sopra. Sono attraversati e lacerati da una strana miscela di incredulità e sgomento al tempo stesso. Non riescono ad accettare il fatto di essere stati sottomessi. Accettare questa realtà significherebbe ammettere di essere stati soggiogati. Ma come si può accettare il fatto di essere stati schiacciati proprio da coloro che sono sempre state considerate più deboli? In altre parole dovrebbero riconoscere di essere più deboli dei “deboli”, i quali, o meglio le quali, in realtà non lo sono affatto, se mai lo sono state, e tanto meno “inferiori”…
Questa situazione ha provocato e provoca nella psiche maschile una sorta di corto circuito. Un paradosso, peraltro non portato alla luce, non emerso, ma lasciato sedimentare nell’anfratto più oscuro del pozzo più profondo della psiche.
E’ ovvio che solo RICONOSCENDO al 100% la controparte (come facciamo noi) si può essere in grado di ammettere la propria condizione di subordinazione e di conseguenza anche la possibilità e il diritto di ribellarvisi. E’ quindi questo “machismo” residuale ma ancora attivo a livello psichico profondo (e in larghissima parte inconscio) che impedisce agli uomini di prendere atto della loro condizione di subalternità. Se a questo aggiungiamo il senso di colpa che è stato loro scientificamente instillato, essendo stati accusati, tutti, di essere da sempre gli oppressori del genere femminile, più la dipendenza sessuale e affettiva, il gioco è fatto.
Qual è l’ennesimo apparente paradosso, a questo punto? Che proprio il “machismo”, cioè apparentemente il nemico pubblico numero uno del femminismo e del femminile nel suo complesso, finisce con l’essere il loro più prezioso alleato, quello che da maggior forza ad entrambi. Se gli uomini fossero in grado di riconoscere e disinnescare completamente l’archetipo del “machismo” radicato dentro di loro a livello inconscio, sarebbero immediatamente in grado e soprattutto avrebbero la forza interiore per poter riconoscere la loro attuale condizione di subordinazione, riconoscendo allo stesso tempo anche coloro che li tengono in siffatta condizione.
Ma c’è un ulteriore paradosso che questa volta riguarda noi per primi, uomini consapevoli. E cioè che proprio noi veniamo accusati di maschilismo, machismo, sessismo, quando in realtà, alla luce di quanto poco sopra detto, le cose stanno messe in modo diametralmente opposto. Proprio noi, in virtù di un percorso che abbiamo compiuto, siamo in grado di riconoscere la nostra condizione appunto perché siamo in grado di RICONOSCERE l’avversario. E invece, agli occhi di tutti/e, proprio coloro che “osano” criticare pubblicamente il “femminile” (quindi riconoscendolo A PIENO TITOLO E OGGETTIVAMENTE) sono pubblicamente derisi e tacciati di sciovinismo maschilista…
Pensate che genialità c’è stata in questo gigantesco processo avvenuto negli ultimi quarant’anni in quella che noi definiamo come “psicosfera”, cioè l’ambito della sfera psichica più profonda degli individui trasformata però anche in sfera psicologica collettiva, immaginario collettivo, dove diventa sempre più difficile distinguere tra psiche individuale e psiche collettiva.
Che genio c’è stato in tutto questo! E le donne, dobbiamo ammetterlo (anche se non da sole, come sappiamo bene…) sono state protagoniste di tutto questo. E non c’è dubbio che alcune di loro ci abbiano messo più che lo zampino…
Se gli uomini beta (perché è a loro e non ad altri che spetta questo storico compito) non saranno in grado di sviluppare un pensiero altrettanto forte e, mi viene da dire, epistemologico, se non saranno capaci di costruire una consapevolezza e una forte autonomia di genere, saranno destinati a millenni di subordinazione.
Siamo appena all’inizio. Altri verranno. Dobbiamo lavorare in questa direzione.
Studiare, studiare, e ancora studiare, e organizzarsi, come diceva un tizio.
76 Commenti
Ci voleva finalmente una forte critica al Machismo. L’ideale machista è ben lontano dal morire, semplicemente perchè da poco è nato, è solo agli albori, di pari passo e strettamente concatenato con il femminismo.Il machismo, infatti, nonostante viene presentato come qualcosa di diverso, anzi,opposto al femminismo, in realtà è funzionale a quest’ ultimo perchè pienamente rispondente ai desideri e alle esigenze del femminile il quale come sappiamo si è adagiato alle logiche dominanti e a quelle mediatiche.Il machismo è diventato parte integrante della sfera comportamentale di tanti uomini occidentali perchè esso paga presso le donne in termini di successo sessuale e non. Il “macho” si comporta da tale perchè sa che piace alle donne(sì, anche a quelle ipocrite che si sono presentate qui chiedendoci pateticamente di “non fare di tutta l’erba un fascio”) e quindi si mette al servizio degli interessi e dei desideri mediatici delle donne, a prescindere, sempre e comunque in modo tale da poter usufruire del Dono(non è una battuta, sento spesso dire che la donna è un Dono che dona Se stesso, quindi quegli uomini che hanno la fortuna di far sesso è come se avessero ricevuto una sorta di Grazia da un entità a loro superiore). Il machismo si esplica, come ha ben spiegato Fabrizio, attraverso l’ostentazione di protuberanze muscolari e/o di una posizione sociale elevata. I due “ingredienti”, veri e propri “afrodiasiaci”, atti a “conquistare” una donna, dal punto di vista sessuale o “sentimentale” a seconda dei casi.
Analizziamo quindi i due casi.
Aspetto “sentimentale”, cioè di rapporto stabile e progettuale, quindi un matrimonio o una convivenza. Prendiamo due uomini: il primo, disoccupato o precario, o comunque a basso reddito. Il secondo, pienamente affermato ed economicamente dotato. Mettiamo questi due uomini davanti a qualunque donne e chiediamo di scegliere tra uno dei due per un eventuale matrimonio, Le donne, anche quelle che lavorano, sposeranno il secondo tipo di uomo(anche se non dovesse piacere fisicamente, tanto lo riempiranno di corne) perchè quest’ ultimo incarna ideali vincenti e di sicurezza economica, mentre il primo invece dà in lei l’immagine di un fallito e di un perdente. La selezione delle donne nei confronti degli uomini, sia dal punto di vista economico sia in quello fisico, segue una linea “darwiniana”.
Aspetto sessuale: Prendiamo due uomini: l’uno esile e bonaccione, l’altro energumeno, muscoloso e tenebroso. State sicuri che per una semplice scopata, le donne(anche quelle ipocrite che si presentate) sceglieranno la seconda tipologia di uomo, cioè il “machone” palestrato, perchè quest’ ultimo è presentato dalla presente cultura mediatica dominante come ideale di “bellezza”(quindi qualunque camionista o gorilla è candidato ad essere considerato “bello” dalle donne) e di “sicurezza fisica”, mentre l’uomo esile viene presentato come “brutto” e inadeguato alla “sicurezza fisica” del Dono. Quindi nel machismo,l’ostentazione di presunte qualità fisiche è imperniato proprio sull’esigenza da parte delle donne di essere protette fisicamente dal proprio uomo, come se fosse un Body Guard. E questo stride non poco con quel concetto di parità, da loro, evidentemente, invocato strumentalmente e a sproposito. Avrete notato che l’ideale di uomo macho palestrato non è nato sotto i “terribili” anni del patriarcato, ma guarda caso, proprio nel culmine degli anni delle lotte femministe. Tale ideale di uomo incominciava a far gola presso le donne proprio in quei periodi( in concomitanza con la nascita di quell’idiota usanza pseudosportiva chiamata “Culturismo”) e tutt’ora questo andamento è in piena e progressiva crescita, a pieno discapito dell’ uomo armonioso,delicato, elegante che tanta presa faceva tra le donne in epoca non femminista.. E’ una coincidenza tutto ciò’ ?No, affatto! Basti considerare come esempio, fra i tanti, la rivista femminista per eccellenza, Donna Moderna, la quale mentre da un lato denigra il maschile, dall’altro lato esibisce alle sue lettrici come modello per ogni donna, immagini di omoni nudi, machi e iper-palestrati. Come si vede, quindi, l’ideale di macho risponde pienamente alle esigenze e ai desideri del femminile moderno, cioè quello femminista.
Raffaele(Quota) (Replica)
Il macho è un po’ l'”uomo-oggetto” ideale per le donne. Bello, nel senso che vogliono loro, individualista e narciso , arrampicatore sociale. Naturalmente è una figura caricaturale e completamente etero-diretta, funzionale al sistema , che ha rinunciato a ogni autonomia di pensiero, di desideri e di istanze. Inutile dire che l’uomo vero è tutt’altro.Sensibilità e dedizione al prossimo o a un ideale fino al sacrificio sono quanto da sempre ha caratterizzato l’uomo. Però fa riflettere che questa figura del macho, quasi paralizzata in una posa ridicola, sia quanto di meglio le donne riescono ad desiderare dall’altro sesso.
Paolo(Quota) (Replica)
Ottima analisi e ottimi commenti.
Ottima anche la divisione in due del machismo; quello della sbruffoneria e quello della protezione.
E’ questo secondo il vero problema, ben espresso a suo tempo da Ckkb con la formula “oggi gli UU si devono proteggere da colei che devono proteggere” di qui il disorientamento, lo sconcerto, l’incredulità e la paralisi.
Fab.:
>>
Sono attraversati e lacerati da una strana miscela di incredulità e sgomento al tempo stesso
>>
Sgomento è forse il termine migliore nella descrizione della condizione psicoemotiva globale in cui gli UU si trovano.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Quindi il primo passo sarà quello di boicottare il machismo…fosse pure ora in effetti.
Ci sono mocciosi (anche dalle elementari si inizia bene…) che fanno i bulletti principalmente per piacere alle femmine .
Silent Hill(Quota) (Replica)
Credo questo in breve: il maschio non è se non nella capacità di essere progetto e progetto valido per tutti. In altri termini ho sempre pensato e detto (può piacere o dispiacere, scandalizzare o meno) che l’universale è il maschile e il maschile è l’universale. In altri termini mentre per la femmina l’essere se stessa è tornare all’identificazione primaria (quella data in pancia della madre), per il maschio è abbandonare l’identificazione primaria, e diventare un’altro, ovvero il padre. Deve costruire pertanto un altro mondo che non c’è, cui ancorare il mondo dell’identificazione primaria: deve costruire la stazione spaziale in orbita terrestre (visione esterna maschile), cui ancorare la città sulla Terra (visione interna e autoreferenziale femminile). Le donne chiedono al maschio la capacità di incarnare l’universale ovvero di ancorare il loro essere naturalmente dato al mondo universalmente fondato. Le donne sono già se stesse, le donne sono già il mondo. I maschi devono diventare se stessi, e devono costruire il mondo. L’uno senza l’altro non sussiste. Quando una civiltà è in crisi, vuol dire che è saltato per aria uno dei termini: l’universale. Da questo consegue il disorientamento maschile, ovvero la perdita di sè, e la protesta femminile contro i maschi “inutili”. Tutto fluttua nell’aria del possibile e tutto evidenzia il limite inadeguato di ciò che è naturalmente dato: è il regno dell’angoscia. Nel momento poi di massimo degrado, nel momento di massima angoscia, le femmine si propongono come i veri maschi, e ci provano ad essere loro l’universale. Per cui gridano: l’universale è femminile, e Dio è femmina. E i maschi hanno la tentazione di seguirle, chi per disperazione, chi per malintesa giustizia, chi per opportunismo. Ma chiedere alle femmine come si fa ad adempiere al compito maschile significa buttarle nel terrore. Donde il grido femminile disperato rivolto ai maschi: “inutili, siete inutili!” e la loro furibonda aggressività.
Ecco perchè i maschi oggi si devono proteggere da chi devono proteggere. Ed ecco perchè l’unica soluzione è adempiere in piena autonomia al proprio compito: costruire il futuro credibile per tutti, costruire la casa di tutti. Il compito proprio della paternità, il compito del padre.
ckkb(Quota) (Replica)
beh che il femminismo abbia bisogno del maschismo per sopravvivere è abbastanza palese ,come ho scritto una volta ,non mi ricordo dove (non qui comunque) le donne detestano l’uomo alpha ma non riescono a stare senza ..si potrebbe fare il paragone con la lega nord che ,per sopravvivere, ha bisogno del diverso meglio se brutto ,sporco e cattivo … .
in fondo anche loro nno disprezzano il bello , ed è stata una cosa che mi ha fatto veramente arrabbiare in un post ,quando seguivo ancora il corpo delle donne …. ho letto tanta ipocrisia
http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=918
non so se si vede il video ,ma credo che basti leggere i commenti ,avrei voluto avere la forza , solo che mi avrebbe fatto male , di chiedere se tra me e loro del video , chi sceglievano …….avrebbero probabilemnte risposto con un democratico “dipende” ma noi sappiamo quale è la verità
mauro recher(Quota) (Replica)
Di quanto il macho è ambito dalle donne è ben rappresentato e spiegato nei gruppi e siti femminili e femministi. Questa qui che linko è una foto attinta proprio da questi gruppi femminili e femministi. Vedete un troglodita pseudo-umano pompato, con la faccia da cretino, che stira:
http://img820.imageshack.us/img820/5559/46968111982478860163111.jpg
E sopra questa foto vi è una didascalia con su scritto “L’uomo ideale per ogni donna. Bello e al nostro servizio”.
Bellezza: senza alcuna ipocrisia, l’aspetto fisico è importantissimo ai fini dell’instaurazione di un rapporto sentimentale o sessuale tra uomo-donna, e negarlo è da ipocriti.La cosa, però, che colpisce è che siffatti “uomini” come quelli nella foto, con quelle protuberanze e incalanuture mostruose e orribili che sanno di armatura d’acciaio(e che quindi non hanno nulla a che vedere con una sana muscolatura e tonicità maschili), vengono considerati “belli” dalle donne, da tutte le donne. Questo significa che le donne(ma anche buona parte degli uomini) non sanno, o non vogliono, apporre un filtro, una protezione, alle “radiazioni” dei falsi canoni(e non solo di bellezza, ma anche comportamentali) emanate dall’ Immondizia Mediatica.
Al servizio delle donne: l’uomo esageratamente nerboruto nella foto che stira le camice sembra essere una parodia, applicata al genere maschile, del loro(distorto) immaginario secondo cui la figura del lavoro casalingo è simbolo di sottomissione. L’uomo che “bea gli occhi” femminili(con le sue luride e disgustose incalanuture e protuberanze) e che poi, sottomesso, si mette al servizio delle loro “principesse”, del loro “Dono” e che sa anche “proteggerle” con la sua rozza e cavernicola fisicità, magari massacrando di botte altri maschi, rappresenta l’apoteosi dei desideri delle donne moderne occidentali. Insomma la (falsa)”bellezza” fisica coniugata al “senso di protezione” fisico e materiale percepito dalle donne. Questo è il Machismo.
Ovviamente anche nella sessualità l’uomo “macho” assume una sua precisa connotazione e peculiarità, come è ben rappresentato in questa foto(tra le tante) presenti sui siti e portali femministi e ginocratici(a cominciare da Libero.it):
http://img839.imageshack.us/img839/9234/n53362160112807581960.jpg
Vedete una donna che si spoglia, e ai sui piedi, accovacciato, asssiste un maschio nerboruto e palestrato con l’eloquente faccia da idiota e da ebete che aspetta, scodinzolante come un cagnolino, che il Dono di cui sta usufruendo, per una sorta di Grazia, lo accolga tra le sue braccia.
Come vedete quindi il “machismo” è un adattamento della maschilità alle esigenze e alle aspettative del femminile moderno. L’ “uomo macho” , di conseguenza, non è che una sorta di Kapos che cerca di adeguarsi al sistema(femminista) oggi dominante.
Raffaele(Quota) (Replica)
@ Silenti Hill –
Ci sono mocciosi (anche dalle elementari si inizia bene…) che fanno i bulletti principalmente per piacere alle femmine .
@
C’erano anche prima dell’avvento del femminismo.
Ci sono sempre stati.
Lestat(Quota) (Replica)
@Ckkb:
C’è una vena di paternalismo nella tua analisi,che solleva le donne dalle loro responsabilità..Io mi sono sentito dare dell’ “inutile” (da una donna) per motivi tutt’altro che giustificabili.
Inoltre il ragionamento che fa Raffaele è molto indicativo riguardo alle “attuali esigenze” dell’universo femminile.Prendere come riferimento le donne per una ricostruzione di una sana autostima/autonomia maschile può essere estremamente deleterio per i motivi sottolineati dal post di Fabrizio (machismo “complice” del (post)femminismo).
Luke Cage(Quota) (Replica)
“L’uomo che “bea gli occhi” femminili(con le sue luride e disgustose incalanuture e protuberanze) e che poi, sottomesso, si mette al servizio delle loro “principesse”, del loro “Dono” e che sa anche “proteggerle” con la sua rozza e cavernicola fisicità, magari massacrando di botte altri maschi, rappresenta l’apoteosi dei desideri delle donne moderne occidentali”
Quello che io definisco lo “stronzo telecomandato”.
Categoria sociale che rappresenta l’ unico vero ostacolo alla liberazione maschile.
La donna in media è psicologicamente dieci volte più scafata dell’ uomo, il quale, mediamente è poco più che sbozzato da questo punto di vista.
Gli uomini diventeranno liberi il giorno in cui prenderanno coscienza di questo e si adopereranno per porvi rimedio.
L’ interesse maschile non è competere con gli altri maschi: quello è solo ciò che vogliono le donne.
L’ interesse maschile è collaborare, solidarizzare con gli altri maschi, altrimenti inevitabilmente tra i due litiganti il terzo gode.
Non è affatto un caso che le donne vedano l’ amicizia maschile come il fumo negli occhi, tant’è che quando si mettono con qualcuno la prima cosa che fanno è cercare in tutti i modi di staccarli dalle loro amicizie.
Soprattutto se sono amicizie “scafate”.
Il loro di solito è un lavoro lungo e paziente, può durare anni, e di solito o giunge all’ obiettivo o la relazione finisce.
L’ uomo per la donna è un mezzo e nulla più, quindi, se non lo è, o lo diventa nel giro di qualche tempo o lo smollano.
Nella loro ottica loro stesse sarebbero la mente e gli uomini devono limitarsi a essere il braccio, perché a loro quello interessa e niente altro.
sandro(Quota) (Replica)
Magnifico il commento di Ckkb all’ottimo articolo di Fabrizio. Scrive: “Ma chiedere alle femmine come si fa ad adempiere al compito maschile significa buttarle nel terrore. Donde il grido femminile disperato rivolto ai maschi: “inutili, siete inutili!” e la loro furibonda aggressività” ….aggiungo: da quì anche l’altro grido “Non esistono più i maschi di una volta”, contraddittorio certamente rispetto alla guerra che contro i maschi viene fatta, ma che esprime bene quel terrore di cui dice Ckkb.
Molto giusta e appropriata anche questa frase di Raffaele: “Avrete notato che l’ideale di uomo macho palestrato non è nato sotto i “terribili” anni del patriarcato, ma guarda caso, proprio nel culmine degli anni delle lotte femministe. …”
Da sempre anche gli uomini hanno tenuto al proprio aspetto fisico. Sentirsi in sintonia con se stessi è importante e giusto, ma è sbagliato farlo per piacere a qualcun altro- Sandro Pertini, quando era nelle galere fasciste, si predeva molta cura di sè, nel fisico e nel vestire, eppure non doveva certo piacere ai suoi carcerieri. Anzi, con quel suo modo di fare mandava loro un messaggio preciso: non riuscirete a degradarmi, io sono sempre integro, anche nelle vostre galere. Si potrebbe dire che piacere agli altri è conseguenza del piacere a se stessi e piacere a se stessi implica una interazione fra corpo e mente, e poco ha a che vedere con le montagne di muscoli. Un tempo gli uomini non avevano bisogno di ostentare perchè erano sicuri di sè e di essere valutati non solo in funzione del portafoglio o dei muscoli o delle performances a letto, ma come uomini e maschi in tutte le sfaccettature della maschilità.
Venuta meno l’identità più profonda, ecco che emergono gli aspetti più superficiali fino alla caricatura fisica e psicologica del maschile, che nasconde, è stato detto giustamente, una debolezza e una fragilità terribili.
Riconoscerla è un atto di forza vera, non di debolezza, ed è la condizione necessaria per uscirne, così come riconoscere la forza altrui, come scrive Fabrizio. Su questo aggiungo che è molto opportuna la precisazione del riconoscerla al 100% ma, aggiungo, non un punto in più. Come ho scritto altre volte, gli uomini di oggi oscillano pericolosamente dalla sottovalutazione alla sopravvalutazione. Vedono nelle donne o solo quella fragilità che spesso si immaginano o solo quella forza che spesso ostentano ben oltre il vero, fino a farne delle quasi dee. Sbagliatissimo in entrambi i casi.
armando(Quota) (Replica)
Sono perfettamente d’accordo con l’analisi fatta sul macho, anche a me questi tipi non sono mai piaciuti, e non danno certo una bella idea del mondo maschile, facendola passare per composta da gente che ragiona solo con le proteine e non con il cervello.
Sono un poco perplesso quando si dice che gli uomini sono sottomessi al femminile, sarà anche qualunquismo il mio, ma io non credo che ci sia una metà del cielo che domina sull’altra (e quindi non credo nemmeno che siano gli uomini a dominare sulle donne), ma penso che ognuna abbia pregi e difetti, ragioni e torti, meriti e colpe.
Claudio(Quota) (Replica)
Claudio
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Sono un poco perplesso quando si dice che gli uomini sono sottomessi al femminile,
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Questo e’ un discorso che vale piu’ che altro per gli uomini bianchi occidentali (di certo non per i giamaicani, tanto per fare un esempio), ma che dalle nostre parti il sesso maschile sia psicologicamente sottomesso a quello femminile, e’ un dato di fatto. Basta osservare attentamente un gruppo di giovani uomini e di giovani donne: e’ una genuflessione continua da parte dei primi nei confronti delle seconde.
Non solo: mentre quest’ ultime si compattano all’ istante se c’e’ da dare contro all’ altro sesso, gli uomini si sfaldano nel giro di un secondo.
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Claudio
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ma io non credo che ci sia una metà del cielo che domina sull’altra (e quindi non credo nemmeno che siano gli uomini a dominare sulle donne), ma penso che ognuna abbia pregi e difetti, ragioni e torti, meriti e colpe.
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Infatti gli uomini non dominano le donne: sono quest’ ultime che li dominano a livello sessuale. Perche’ diciamocela tutta: il 90% dei guai degli uomini ha origine dalla subordinazione sessuale. Che poi quasi nessuno lo ammetta non significa nulla.
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Claudio
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ma penso che ognuna abbia pregi e difetti, ragioni e torti, meriti e colpe.
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Su questo non c’e’ dubbio.
Strider(Quota) (Replica)
“Sono un poco perplesso quando si dice che gli uomini sono sottomessi al femminile, sarà anche qualunquismo il mio, ma io non credo che ci sia una metà del cielo che domina sull’altra (e quindi non credo nemmeno che siano gli uomini a dominare sulle donne), ma penso che ognuna abbia pregi e difetti, ragioni e torti, meriti e colpe”
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Il problema è che oggi vengono enfatizzate e ingigantite le responsabilità maschili e viene assunto come dogma che le donne sono innocenti anche quando colpevoli,per cui in un contesto del genere dire che “la colpa è di tutti e di nessuno” equivale a nascondere la testa sotto la sabbia.
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“Questo e’ un discorso che vale piu’ che altro per gli uomini bianchi occidentali (di certo non per i giamaicani, tanto per fare un esempio), ma che dalle nostre parti il sesso maschile sia psicologicamente sottomesso a quello femminile, e’ un dato di fatto.”
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Andiamoci piano con certi discorsi,innanzitutto perchè le donne giamaicane non so chi le conosca e assumere che siano sottomesse ai propri uomini mi sembra una visione “esotista” del rapporto fra generi all’interno di contesti culturali lontani.
Lo stesso errore che si commette con quei popoli,specie se di religione islamica,dove emerge,dal punto di vista occidentale la “sottomissione” della donna e non tutti quegli aspetti della vita maschile (quali ad esempio la totale responsabilità sociale e morale delle vite delle persone care,a tutti i costi pena la morte sociale e a volte anche fisica per mano del gruppo/clan/tribù) che in parte controbilanciano ALCUNE (il maiuscolo non è casuale ed è volto ad escludere le angherie evidenti presso alcune culture tribali quali l’infibulazone) situazioni.
Luke Cage(Quota) (Replica)
Luke Cage
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Andiamoci piano con certi discorsi,innanzitutto perchè le donne giamaicane non so chi le conosca e assumere che siano sottomesse ai propri uomini mi sembra una visione “esotista” del rapporto fra generi all’interno di contesti culturali lontani.
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Non ho parlato di “donne sottomesse agli uomini” bensi’ di “uomini NON sottomessi alle donne”, che un discorso molto diverso.
Luke, cerca di leggere tra le righe, grazie.
Strider(Quota) (Replica)
C’è una domanda che mi(vi) faccio: ma voi, in realtà, tolto quello che leggete sui giornali o ascoltate in tv, cosa ne sapete realmente della vita degli uomini e delle donne occidentali? Voi, come me, siete italiani, perciò al massimo potete conoscere bene la realtà del nostro paese; ma poi? E cosa vuol dire “occidentali” ?
Mi permetto di farvi notare che Occidente significa anche Brasile, Argentina, Cile, Paraguay, Uruguay, Cuba, Santo Domingo, Messico, ecc. Pertanto se è vero che dal “nostro” punto di vista è azzardato descrivere le relazioni fra i due sessi vigenti nei paesi islamici o altrove, è altrettanto azzardato e riduttivo raccontare quelle dei paesi occidentali “in genere”. Vi rammento che già la realtà italiana varia in base alle regioni del sud, del centro o del nord. Per esempio, fra di voi c’è qualcuno pronto a sostenere che la realtà calabrese sia la medesima di quella lombarda? Non credo. Perciò figuriamoci se è possibile paragonare la realtà italiana con quella del Texas o del Messico.
Saluti da Ostia.
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Ps: in realtà di Occidente non ne esiste uno, ma due.
Roberto(Quota) (Replica)
Roberto: C’è una domanda che mi(vi) faccio: ma voi, in realtà, tolto quello che leggete sui giornali o ascoltate in tv, cosa ne sapete realmente della vita degli uomini e delle donne occidentali? Voi, come me, siete italiani, perciò al massimo potete conoscere bene la realtà del nostro paese; ma poi? E cosa vuol dire “occidentali” ?
Mi permetto di farvi notare che Occidente significa anche Brasile, Argentina, Cile, Paraguay, Uruguay, Cuba, Santo Domingo, Messico, ecc. Pertanto se è vero che dal “nostro” punto di vista è azzardato descrivere le relazioni fra i due sessi vigenti nei paesi islamici o altrove, è altrettanto azzardato e riduttivo raccontare quelle dei paesi occidentali “in genere”. Vi rammento che già la realtà italiana varia in base alle regioni del sud, del centro o del nord. Per esempio, fra di voi c’è qualcuno pronto a sostenere che la realtà calabrese sia la medesima di quella lombarda? Non credo. Perciò figuriamoci se è possibile paragonare la realtà italiana con quella del Texas o del Messico.
Saluti da Ostia.>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Occidente inteso in senso culturale e non geografico. Quando si parla di Occidente nel primo senso si fa riferimento essenzialmente ai Paesi dell’Europa Occidentale, cioè esclusi quelli del blocco ex comunista, agli Stati Uniti d’america e al Canada, fino ad arrivare al Giappone e all’Australia, perchè se è vero che sono collocati geograficamente a oriente, sono culturalmente occidentali. Tra questi Paesi ci sono somiglianze enormi, escluso il Giappone, un pò più tradizionalista. Ecco perchè sotto tanti punti di vista, come per esempio quello del rapporto tra i sessi, è giusto considerarli un blocco unico. Poi certo una donna svedese o inglese non avrà l’approccio al sesso di un’italiana o spagnola, ma la “formazione” culturale è la medesima. Ovviamente il discorso è valido anche per gli uomini. Tranne le eccezioni che non mancano mai, la maggior parte degli uomini occidentali ragiona o si esprime allo stesso modo.
Alessandro(Quota) (Replica)
Fateve due risate:
http://www.stefanodisegni.it/Vignette.aspx?comicID=77
sandro(Quota) (Replica)
secondo me qui si fa una grande confusione. Leggo discorsi pregni di pessimismo gratuito sulla condizione sessuale maschile: quisi fa la narrazione del maschio “davide”che senza pietre da scagliare e senza nemmeno la benedizione di Dio viene sopraffatto dalla femmina “Golia”. E’ vero che c’è questa tendenza da parte di alcuni maschi (che mi guardo bene dal chiamare uomini) ad imbellettarsi,a pomparsi e ad assumere atteggiamenti beceri in presenza della femmina di turno per farsi notare,tanto per camuffare un’inconsistenza di fondo,ma è un fenomeno forse anche molto piu in voga tra le fanciulle che tra i maschietti.
Poi esistono pure quegli uomini che si palestrano e che di carattere ne hanno da vendere e tante altre varianti…..è il discorso di base che mi sembra un po fuori luogo e poco verosimile…
enrico657(Quota) (Replica)
Ragazzi mi sembra si stia andando fuori tema. Da donna penso che il “maschile” potrebbe aspirare a diventare il sesso forte. Magari lo volesse! Credo però si faccia spesso confusione sul significato attribuito al concetto di “sesso forte”. Per sesso forte noi donne (credo di interpretare il pensiero di molte) non ci riferiamo alla possibilità di esistere perchè si ha (un bell’aspetto, una buona posizione sociale, un patrimonio etc..) . Pensiamo invece ad un uomo che esiste in quanto E’! Un maschile caratterizzato da un’identità solida, salda, coesa. Un maschile, dotato di pensiero, o meglio di metapensiero, con cui potersi osservare dall’esterno, come spettatore di se stesso. Tutto questo però presuppone un’apertura mentale, per riconoscere i pregi ma anche, e soprattuto, i propri limiti, per trasformarli, superandoli. In altre parole , per diventare altro. Altro rispetto all’uomo macho e a quello totipotente (questo significherebbe assumere una posizione speculare a quella del movimento femminista) che si sostituisce o prevarica sulla donna ed è l’emblema di una condizione di fragilità psicologica. L’unico modo in cui l’uomo può essere veramente, interiormente, psicologicamente, “altro”, è quello che gli permette di esistere, anzi di co-esistere, con il genere femminile. Quindi, un ruolo maschile complementare a quello della donna. I due universi devono marciare insieme, l’uno a fianco dell’altro (e non sopra o sotto). Cos’è che allo stato attuale impedisce ai maschi di fare questo passo in avanti? Avete pensato che prendere in considerazione quanto sto dicendo implica mettersi in discussione, e quindi spogliarsi del ruolo che avete oggi? O meglio che NON avete oggi. Si, perché continuare a denegare che attualmente siete solo quello che qualcun altro ha deciso ciò che voi dovete interpretare vuol dire NON ESSERE! NON ESISTERE! Meditate gente! Meditate!
Francesca(Quota) (Replica)
Non c’è alcun dubbio che Francesca tocchi un argomento fondamentale: la rinascita e la ricostruzione di un nuovo concetto di maschilità. Proprio quello a cui noi stiamo lavorando. Molto faticosamente, diciamoci la verità, e le polemiche interne che ci dilaniano lo dimostrano.
Francesca ci invita a spogliarci dei vecchi (e lisi, a mio parere) abiti di un modello maschile che è quello che ci è stato cucito addosso (e che abbiamo scelto di farci cucire) di cui solo una esigua minoranza di uomini si sono liberati.
Ci invita a scoprire (quindi non solo a riscoprire) le ragioni di una maschilità libera dalle sovrastrutture (e anche dalle strutture) che l’hanno costretta entro determinati schemi.
Personalmente, come sapete, non credo che sia mai esistita una “età dell’oro” della relazione fra i sessi e quindi anche della maschilità che, a mio parere, è stata incatenata da sempre entro determinati binari. Da questo punto di vista capovolgo completamente la lettura femminista della storia che ha voluto dipingere il maschio come maschio dominante, fiero e felice del suo essere tale, sempre comunque e dovunque, senza preoccuparsi di andare ad analizzare il rovescio della medaglia, cioè che cosa ha comportato per gli uomini l’assunzione di un determinato ruolo.
Come ripeto, io non credo affatto in quell’”età dell’oro”. Credo anzi che gli uomini, per tutta una serie di ragioni (non da ultima una fragilità inconfessabile e inconfessata anche a loro stessi) abbiano scelto di stare al gioco e di recitare la parte del “sesso forte”.
Oggi non ce la fanno più. Vorrebbero urlare al cielo la loro disperazione, piangere addirittura, ma non possono farlo, non riescono a farlo. Perché credono che questa sarebbe la loro ultima e definitiva sconfitta. Quella dalla quale non si riavrebbero più. Credono che il mantenimento di questo falso pudore sia una sorta di ultimo baluardo. E’ per questo che subiscono in silenzio e accettano, beffardamente, di essere considerati come il genere oppressore. Sono, consciamente e ancor più inconsciamente, consapevoli di come stanno le cose, sanno che la loro è una condizione di subordinazione ma, pur di non ammetterlo, preferiscono sopportare la finzione. E più vanno avanti in questo modo e più si logorano, giorno dopo giorno, inesorabilmente. Non solo continuano a fare spallucce, a far finta di nulla, ma anche a competere fra di loro. Uno spettacolo penoso, avvilente.
Che i maschi (beta) piangano, urlino, si disperino, lascino emergere dal pozzo più profondo della loro anima la loro sofferenza e il loro dolore. E’ proprio da qui che inizia la rinascita. Proprio da quello che i maschi da sempre sono diseducati a fare, perché è considerata “roba da femmine”. E invece è proprio su questo terreno che il “femminile” (gli va dato atto) ha vinto. E’ su questo terreno che le donne hanno conquistato la loro coscienza di genere. Finchè gli uomini non saranno in grado di intraprendere questo percorso rimarranno dei “poveri maschietti” in balia degli eventi.
Naturalmente, se è fondamentale essere autocritici, è altrettanto fondamentale osservare la realtà e riconoscere le cause che hanno provocato una determinata situazione.
Francesca omette di dire che da 40 anni ad oggi la maschilità è stata ed è sottoposta ad un bombardamento che, metaforicamente parlando, potrebbe essere paragonato a quello che ha subito il popolo vietnamita in vent’anni di guerra. Non gliene facciamo una colpa. Il suo intervento ha il merito di metterci davanti ad uno specchio. Ci chiede:”Cosa volete essere? Cosa volete fare da grandi?”. A noi la risposta. Perché prima di rivolgere alle donne la stessa domanda (sacrosantemente) dobbiamo prima capire noi stessi.
E qui comincia, o meglio, potrebbe cominciare una nuova (e sottolineo, nuova), grande e straordinaria storia. Dipende da noi.
Cerchiamo di essere all’altezza. Proviamoci almeno. Facciamoci tutti, e quando dico tutti, intendo dire TUTTI, a partire dal sottoscritto, un bell’esame di coscienza. Anche perché non ci sono risposte e ricette facili.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@Francesca:
“”Ragazzi mi sembra si stia andando fuori tema. Da donna penso che il “maschile” potrebbe aspirare a diventare il sesso forte. Magari lo volesse!””
Non credo che si stia andando fuori tema, al contrario, la situazione ci è ben chiara, la si evince nelle motivazioni di questo articolo che tratta del machismo e di tutte le sue varie articolature che, anche se indirettamente, conducono sempre a tale comune denominatore..
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“””””Credo però si faccia spesso confusione sul significato attribuito al concetto di “sesso forte”. Per sesso forte noi donne (credo di interpretare il pensiero di molte) non ci riferiamo alla possibilità di esistere perchè si ha (un bell’aspetto, una buona posizione sociale, un patrimonio etc..) . Pensiamo invece ad un uomo che esiste in quanto E’!””
Nessuna confusione.. anzi.. devo dire chespessosono ledonnea dire tutto ed il contrario di tutto.. ci è chiaro il perchè, da donna, ti auspichi che il “maschile” divenga il sesso forte.. per poter continuare a puntare tranquillamente il dito sulle competenze a lui imposte sia dal tuo genere, sia dalla società e dal sistema., sulle possibilità a lui negate..mentre il “femminile” se ne stà seduta li, in alto, a degustare in tutta tranquillità ogni aspetto della propria elitaria esistenza mentre esercita il suo potere vulvare, giudicando l’uomo.. il tutto enfatizzato dal “MAGARI LO VOLESSE!” espresso pocanzi.. voi stesse negate l’uomo in quanto E’, perchè siete voi, complici il sistema e la società, che imponete e negate alla persona maschile quanto riteniate giusto e lecito per voi stesse, perchè tutto cio’ ci viene imposto quotidianamente e negato per semplice appartenenza di genere.
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“”” Un maschile caratterizzato da un’identità solida, salda, coesa. Un maschile, dotato di pensiero, o meglio di metapensiero, con cui potersi osservare dall’esterno, come spettatore di se stesso. Tutto questo però presuppone un’apertura mentale, per riconoscere i pregi ma anche, e soprattuto, i propri limiti, per trasformarli, superandoli. In altre parole , per diventare altro. Altro rispetto all’uomo macho e a quello totipotente (questo significherebbe assumere una posizione speculare a quella del movimento femminista) che si sostituisce o prevarica sulla donna ed è l’emblema di una condizione di fragilità psicologica.”””
A prescindere dalla sessualità, siamo due PERSONE, prima che uomini e donne, l’identità, l’equità, come tu stessa auspichi, non ha bisogno di prevaricazioni o di auspici, di classificazioni, ma di comprensione reciproca, delle comprensioni concernenti le differenti peculiarità e capacità fisiche, nonchè di collaborazione, il che significa anche essere responsabili ognuno per propria parte e, di concerto, verso l’altro.
Da questo pensiero quindi si evince che da sempre, l’uomo riconosce nella donna i suoi limiti e li rispetta, ritenendo giusto fare lavori rischiosi ad esempio.. la donna, al contrario, non riconosce nell’uomo le medesime emotività che lei ha, anzi.. spesso è motivo di vero e proprio linciaggio emotivo (vgs. Male-Bashing).. pertanto la negazione della medesima emotività (ergo comprendere la PERSONA uomo), significa relegarlo indirettamente al ruolo fittizio di genere, una facciata che lo obbliga a “servire” l’identità sociale che gli viene imposta in quanto uomo.. ecco quindi che anchela donna contribuisce al machismo, lo alleva e lo usa peri propri scopi di prevaricazione e di sudditanza vulvare!
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“”” L’unico modo in cui l’uomo può essere veramente, interiormente, psicologicamente, “altro”, è quello che gli permette di esistere, anzi di co-esistere, con il genere femminile.”””
Sorvolo rapidamente per riflettere sul fatto che spesso è l’uomo ad andare verso la donna, raramente se non MAI il contrario, gli esempi si sprecano, dallo sposare una donna che non ha nessun mezzo di sostentamento, ma che le si riconosce alti valori morali (mai accaduto in senso opposto), accollandosi quindi ogni onere e problematiche connesse… La donna, scevra da quanto tu annunci, mai ha pensato di vivere accanto ad un uomo che abbia solo alte qualità morali, da sempre lei ricerca “altro” nell’uomo, ergo lei stessa è colpevole dello status quo, salvo poi enunciarsi in maniera contraria in ogni dove, ma anche questo ci è ben noto..
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“””Quindi, un ruolo maschile complementare a quello della donna. I due universi devono marciare insieme, l’uno a fianco dell’altro (e non sopra o sotto).”””
Tali riflessioni, non trovano fondamento nel quotidiano rapporto uomo – donna, le motivazioni sui perchè e sui percome sono stati ampiamente escussi qui ed altrove.. le tue ritengo siano solo belle parole, un politichese scevro di un reale riscontro.. oserei dire una supercazzola..
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“””” Cos’è che allo stato attuale impedisce ai maschi di fare questo passo in avanti?”””
Le donne, il sistema, la società, le leggi becere e le castrazioni in ogni senso che l’uomo quotidianamente subisce in quanto tale.
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“”” Avete pensato che prendere in considerazione quanto sto dicendo implica mettersi in discussione, e quindi spogliarsi del ruolo che avete oggi? O meglio che NON avete oggi. Si, perché continuare a denegare che attualmente siete solo quello che qualcun altro ha deciso ciò che voi dovete interpretare vuol dire NON ESSERE! NON ESISTERE!”””
In un rapporto equo/comprensivo/paritario, uomini e donne si mettono entrambi in discussione, in quanto appare giusto il tendersi verso la comprensione dell’altro, non utilizzando quindi l’egoismo di classe che oggi ci vede attori sterili, lo stesso atteggiamento inoltre assume enorme valenza nel comprendere le coppie gay e lesbiche, in quanto se riuscissimo realmente a sentire quanto auspico, vedremmo per prima cosa due PERSONE venirsi incontro, e non la loro identità sessuale, contrariamente a quanto viene oggi usato per catalogare, schernire e/o dare importanza sociale, il sesso e l’orientamento sessuale infatti è il primo fondante aspetto discriminante e criminale verso l’equità ed il riconoscimento della PERSONA, dell’ESSERE UMANO! se riuscissimo a vederci in primis come PERSONE, scevri dalla sessualità inposta da media, dalla società e dal sistema, potremmo vederci tutti equamente, coinostri pregi edifetti, e le nostre peculiarità comprese.. macosi non appare, non appare dalla interpretazione che si puo’ riscontrare assimilata nella tua esclamazione sopra esposta, il “”MAGARI LO VOLESSE”” infatti è la negazione di quanto paritariamente noi auspichiamo.. nei confronti delle donne, dei gay e di tutti quanti.. perchè nessuno abbia il diritto di classificare l’ego altrui in base al sesso o alle preferenze sessuali, bensì semplicemente in quanto riconoscimento di PERSONA.
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“”” Meditate gente! Meditate!””
Tale esortazione non ci trova impreparati.. come tu stessa puoi constatare, puoi stare tranquilla.. grazie del tuo contributo!
Damien(Quota) (Replica)
“Da donna penso che il “maschile” potrebbe aspirare a diventare il sesso forte. Magari lo volesse”
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A me non importa nulla di essere considerato forte o debole. Il giudizio degli altri mi scivola sopra.
Quello che interessa a me è essere LIBERO.
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“L’unico modo in cui l’uomo può essere veramente, interiormente, psicologicamente, “altro”, è quello che gli permette di esistere, anzi di co-esistere, con il genere femminile”
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Dal mio punto di vista invece, l’unico modo in cui l’uomo può essere veramente, interiormente, psicologicamente, “altro”, è quello che gli permette di esistere sia CON che SENZA il genere femminile.
Altrimenti si riduce ad una semplice appendice della donna.
sandro(Quota) (Replica)
A Damien rispondo che, almeno in parte, credo si sia limitato a reiterare il pensiero che ho già espresso. Entrambi stiamo parlando di una complementarietà dei ruoli. Non c’è dubbio che a volte la donna cerca di sostituirsi all’uomo. Ma è proprio questo il punto. Come mai? Non pensi che “qualcuno” glielo lasci fare? E che dire dei secoli di storia che hanno visto la donna sottomessa, schiava, etcc (non sto elogiando il femminismo , sia chiaro!) eppure da lì lei è ripartita per cambiare , per evolvere! Non ha messo la testa sotto lasabbia, non si è cullata sul fatto che tanto le cose non sarebbero mai cambiate perché l’uomo era violento, oppressore, dominatore, bla, bla, bla…. Ma forse pretendo troppo nell’esortare tutto il genere maschile a riflettere spogliandos dell’orgoglio, del narcisismo. Questo non vorrà dire essere dei maschi feriti o di minor valorre!. Le conquiste si ottengono faticando e chinando il capo (ma questo è assolutamente necessario per crescere!). A questo punto ti invito ad una riflessione: Come mai il mio commento ti suscita così tanta irritazione? E soprattutto, come mai senti il bisogno di rimpallare ancora una volta la colpa alla donna del vostro mancato riconoscimento di uomini “altri”? Non mi sembra una buona partenza per un cambiamento interno. Forse è troppo doloroso?.
Francesca(Quota) (Replica)
Damien
da donna, ti auspichi che il “maschile” divenga il sesso forte.. per poter continuare a puntare tranquillamente il dito sulle competenze a lui imposte sia dal tuo genere, sia dalla società e dal sistema., sulle possibilità a lui negate..mentre il “femminile” se ne stà seduta li, in alto, a degustare in tutta tranquillità ogni aspetto della propria elitaria esistenza mentre esercita il suo potere vulvare, giudicando l’uomo.. il tutto enfatizzato dal “MAGARI LO VOLESSE!” espresso pocanzi.. voi stesse negate l’uomo in quanto E’,
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Questo è anche il mio pensiero.
IO NON SONO IL SESSO FORTE, sono un uomo debole davanti alle pretese delle femmine, che non accettano neanche loro stesse oltre al maschio in quanto tale: che ha un fisico con delle differenze evidenti, (anche se siamo della stessa specie umana) non quelle che fanno comodo alle donne.
Questa violenta voglia di rivalsa delle donne sull’uomo, con la scusa dell’oppressione nel passato è solo una rivalsa che viene dalla natura, dell’accettarsi per quello che siamo.
Leonardo(Quota) (Replica)
“Le conquiste si ottengono faticando e chinando il capo”
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Le conquiste si ottengono ALZANDO il capo, non chinandolo.
Chinandolo si ottiene la schiavitù.
sandro(Quota) (Replica)
Francesca dice agli uomini: che volete fare? come dev’essere l’ “uomo nuovo”?.
Boh, ovvio che non sta alle donne dirlo, io mi limito ad osservare che mi sembra il bue che da del cornuto all’asino. Non mi pare che la donna sia sia evoluta in un modello di donna nuova.. eh. Mi pare che la confusione anche per quanto riguarda la “donna nuova” sia parecchia.
Sull’ emancipazione femminile ci sono stati e ci sono ancora oggi fior fior di dibattiti sul “come dev’essere”. Simile all’uomo.. no troppo mascolinizzata dice qualcuno (mi pare la Terragni ci abbia scritto un libro sul tema “la scomparsa delle donne”). Come un tempo? No.. ormai si è emancipata, puo’ stare da sola e quindi si deve inventare un nuovo ruolo. Insomma in cinquant’anni di femminismo mi pare che non è che il genere femminile sia venuto a capo di qualche cosa. Direi che la donna occidentale si barcamena anche lei fra l’esigenza di essere forte e la nostalgia di essere il vecchio sesso debole
L’unica cosa corretta è che qualcuno glielo ha permesso e ancora gli permette di rivendicare un “qualcosa” che non è nemmeno lei in grado di stabilire e definire con certezza.
Rita(Quota) (Replica)
Le conquiste si ottengono faticando e chinando il capo
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Credo che gli uomini abbiano già faticato e abbassato il capo abbastanza.
Leonardo(Quota) (Replica)
sono in sintonia con Sandro ,voglio essere un uomo libero ,con i suoi pregi e difetti , non mi si deve imporre che devo essere “macho e virile” per forza.che devo avere 100 ragazze per dimostrare cosa??
se ,per un certo periodo , o se mi va ,per tutta la vita ,voglio restare solo , non mi si deve far passare per gay ,e scusami ,questo ,in una donna che vuole restare sola questa cosa viene “capita” ,per un uomo molto meno ….
ma in sostanza c’è una canzone delle cattive abitudini (ex peter punk” che si intitolava “quello che mi va ” )
http://www.youtube.com/watch?v=AymHXk0tRwA
mauro recher(Quota) (Replica)
“Direi che la donna occidentale si barcamena anche lei fra l’esigenza di essere forte e la nostalgia di essere il vecchio sesso debole”
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A me sembra semplicemente che vogliano la botte piena e la moglie ubriaca.
Essere il sesso forte tranne quando fa comodo essere quello debole.
Onori senza oneri.
sandro(Quota) (Replica)
Francesca: E che dire dei secoli di storia che hanno visto la donna sottomessa, schiava, etcc (non sto elogiando il femminismo , sia chiaro!) eppure da lì lei è ripartita per cambiare , per evolvere!…>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
C’è sicuramente del vero in quanto scrivi, Francesca. Questo, però, vale anche per gli uomini che da servi della gleba sono diventati uomini liberi. L’errore e l’orrore del femminismo sta nel fatto di aver considerato sempre e comunque la condizione maschile migliore di quella femminile: è una mistificazione storica, ma ormai ha assunto i connotati della verità. In questa processo sofferto e tortuoso verso l’emancipazione, l’uomo ha voluto, spesso e volentieri soprattutto nel corso del Novecento, che ci fosse anche la donna al suo fianco e ne ha ascoltato la voce e le giuste rivendicazioni. Non mi pare che molte donne occidentali di questo tengano sufficiente conto oggigiorno, vista l’animosità e la conflittualità che spesso le caratterizza. Non tutte certamente, ma molte sì, e sono soprattutto le più ascoltate e considerate. Niente di nuovo sotto il sole.
Alessandro(Quota) (Replica)
Molto lucida e veritiera l’analisi di Rita. Che non contraddice quanti dice Sandro sulla botte piena e la moglie ubriaca. Il fatto è che spesso il confine fra consapevolezza e inconsapevolezza è molto labile e incerto. Credo che la confusione di cui parla Rita, il barcamenarsi che io definisco “falsa coscienza”, sia un fatto reale. E che sia anche molto vero quanto scrive in conclusione: “L’unica cosa corretta è che qualcuno glielo ha permesso e ancora gli permette di rivendicare un “qualcosa” che non è nemmeno lei in grado di stabilire e definire con certezza.”
Questo chiama direttamente in causa gli uomini, perchè sono loro (noi) a permettere quelle confuse rivendicazioni. Ed è un segnale preciso di due cose. 1) Della femminilizzazione della psiche maschile che non ha più idee chiare sulla natura femminile. 2) Che pensare le donne con gli stessi criteri con cui si pensano gli uomini è sbagliato.
Gli uomini pensano per linee rette, le donne per linee curve che ritornano su se stesse e si chiudono in un cerchio che non ha nè inzio nè fine.
Le donne sapevano dell’azione su di loro stabilizzatrice del maschile, e gli uomini sapevano cosa fare, anche se magari con qualche o anche molti eccessi. Ad un certo punto tutto si è rovesciato. Le donne hanno iniziato a disconoscere che gli uomini erano un fattore per loro equilibrante ma non sono state capaci di darsi da sole quell’equilibrio di cui necessitano. Gli uomini ci hanno creduto ( o fatto finta di crederci) e hanno lasciato campo aperto. Ed eccoci quà a ragionare di false coscienze, di barcamenarsi o di onori e oneri. Tutte cose vere ma che spiegano la realtà solo se si considerano tutte insieme.
Eppure nei miti (di tutte le civiltà, il che qualcosa vorrù dire) c’era già scritto tutto.
armando
armando(Quota) (Replica)
Francesca a Damien
>>
Come mai il mio commento ti suscita così tanta irritazione?
>>
Facile da capire. Fingi di essere U e vai in un sito femminile (non necessariamente femminista) a dire le stesse cose. Poi vediamo.
Le DD sono cambiate perché gli UU glielo hanno chiesto?
Nel cambiare hanno tenuto conto delle esigenze maschili?
A chi hanno pensato? A bene di chi devono pensare?
Come hanno valutato le interferenze maschili?
Etc.
Quel che dico ora invece è un po’ più intrigante.
1- Gli UU percepiscono come maternalista (il simmetrico di paternalista, ma termine mai usato…) e sospetto l’invito a cambiare. Sentono che non devono farlo proprio perché gli viene richiesto e tanto più le FF insistono tanto più essi recalcitrano. La ragione psicologica è così evidente che non c’è bisogno di chiarirla.
2- Immaginiamo però che quel sentimento di rifiuto sia senza fondamenti, senza motivazioni psicologiche. Bene.
Le DD lo devono cmq accettare e tacere per questo semplice motivo: perché sono gli UU a stabilire cosa sia bene o male per essi senza dover darne alcuna giustificazione. Proprio così: il giorno della parità sarà raggiunto quando di fronte a ciò che gli UU definiscono male, le FF taceranno e si ritrarranno: si asterranno dal commetterlo senza averne spiegazioni.
Non importa se quel male sia vero o falso. Se sia sentito davvero o asserito in quanto inventato di sana pianta. Se sia un falso male inventato ad arte. Quel che gli UU diranno sul proprio vissuto sarà legge insindacabile con le conseguenze del caso.
Lo sai perché?
Perché è quel che voi oggi pretendete di fare e fate senza darne spiegazioni: definire il vostro male. E’ quel che avete ottenuto: la definizione del male (e del bene) a seconda del vostro insindacabile, insondabile vissuto che determina se noi siamo salvi o dannati. Liberi o in catene.
Quando ciò varrà anche per gli UU quello sarà un brutto giorno.
Una parità che farà paura. Anzi, fa paura già adesso al solo pensarla. Ma è un passaggio necessario.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
“Eppure nei miti (di tutte le civiltà, il che qualcosa vorrà dire) c’era già scritto tutto”. (Armando).
Appunto, Armando, erano miti, che per lo più avevano scarsissima attinenza con la realtà che era ben altra rispetto a quella descritta nei miti. Non sono un uomo animato da una furia iconoclasta, come sai, però mi pare che un sano tuffo nella realtà, si renda necessario; anche della realtà trascorsa, cioè della storia.
La mia opinione, espressa più volte, è che non sia MAI esistita un “età dell’oro”, nella storia della relazione fra i generi così come in quella sociale. Ritengo anzi che il “maschile” abbia in larga parte fatto buon viso a cattivo gioco (in larga parte anche il “femminile”, seppur per ragioni in parte diverse), accettando di assumere su di sé determinate incombenze e di vestire determinati panni. Se parliamo poi del “maschile beta” , che è quello che a noi interessa, questo aspetto è moltiplicato all’inverosimile.
Sono convinto, come cercavo di spiegare nell’ultimo post in risposta a Ckkb, che una nuova consapevolezza maschile debba ripartire non solo da una presa di coscienza della condizione attuale degli uomini (beta) ma anche da una rivisitazione critica della loro storia (non nel senso che indica il femminismo e la cultura dominante, ovviamente) e di quella che è stata la loro collocazione nel mondo, cioè nei vari contesti sociali.
Siamo veramente certi che gli uomini desiderino tornare a indossare vecchi panni o ruoli una volta codificati, come ad esempio quello del capofamiglia? Di colui che “si deve accollare le sue responsabilità”, come sono pronto a scommettere che chiunque di noi si è sentito ripetere qualche centinaio di volte da molte donne (alla faccia del femminismo e dei bei discorsi sulla parità e l’autonomia del “femminile”)?… Siamo veramente certi che gli uomini abbiano tutta questa voglia di scannarsi con altri uomini per “difendere” la “propria” femmina dagli sguardi più o meno insistenti di altri uomini?
Siamo veramente certi che agli uomini faccia piacere tornare ad essere quelli che devono sgobbare dalla mattina alla sera per portare un lira di più a casa? Siamo veramente certi che gli uomini bramino “corteggiare” le donne e che più queste gliela fanno sudare e più loro sono contenti?
Siamo veramente certi che abbiano il desiderio di un menage familiare che è più simile al tran tran quotidiano di un penitenziario piuttosto che ad una vita relativamente libera e autonoma?
Siamo veramente certi, insomma, che gli uomini abbiano veramente tutta questa nostalgia di un presunto passato che fu, con tutte le sue regole e i suoi oneri (molto più degli onori per un qualsiasi uomo beta)? E siamo veramente certi che quelle regole e quegli oneri corrispondessero alla loro effettiva volontà e non gli fossero invece imposti? E se gli uomini avessero invece finto nei millenni e fossero stati al gioco perché consideravano disonorevole e vergognoso chiamarsi fuori e rivendicare il diritto alla propria libertà e autonomia?
Io propendo senza alcun dubbio per la seconda ipotesi. Ed è proprio e anche questo che dobbiamo far emergere dal profondo dei cuori maschili. Anche una bella, metaforica ma significativa ribellione ad un certo “dover essere” (alla “American Beauty, per capirci e per chi l’ha visto…) può essere molto, molto liberatorio…
In conclusione, non è possibile pensare ad una maschilità fondata sui valori della libertà, dell’autonomia e dell’autodeterminazione maschile che si misura in maniera paritaria e consapevole con il “femminile”?
Io credo di sì ed è anche in questa direzione che ho lavorato e che sto continuando a lavorare.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“In conclusione, non è possibile pensare ad una maschilità fondata sui valori della libertà, dell’autonomia e dell’autodeterminazione maschile che si misura in maniera paritaria e consapevole con il “femminile”? ”
Scusa se intervengo Fabrizio, ma penso che questo sarebbe (sarà?) possibile nel momento in cui uomini e donne fossero pari sul piano naturale, ovvero, in questo caso, se le donne desiderassero gli uomini così come gli uomini desiderano le donne.
Ma gli uomini nelle donne vedono sesso (e bellezza), le donne negli uomini vedono lo “charme”. Mentre il primo è un dono della natura (se lo ritrovano), il secondo è *costruito*… dall’individuo, ma anche e soprattutto dall’ambiente e dalla società. L’ idolum di una donna è fatto di bellezza ed attrattiva sessuale, mentre l’idolum di un uomo è composto da altre cose.
Questa disparità fa si che in una società come quella del recentissimo passato -e in buona parte anche quella attuale- diventi oltremodo difficile misurarsi in maniera paritaria così come tu auspichi, sebbene penso anche io che sarebbe molto bello se accadesse.
Red.(Quota) (Replica)
@Francesca
“””Non pensi che “qualcuno” glielo lasci fare?”””
Certo che lo penso.. eccome! e ho anche elencato chi glielo lascia fare.. ti faccio il copia incolla, cosi se vuoi ci rifletti sopra.. Le donne, il sistema, la società, e le leggi becere.. sono convinto che tu sia intelligente da trovarne i perchè.. come sono convinto che chi ti lascia la possibilità di rubare, e tu RUBI, è colpevole quanto TE! se ti danno un posto al sole in cambio di una scopata, ed accetti, moralmente tu non sei meglio di chi ti ha proposto l’affare.. suvvia! siamo seri! ma che domande sono queste? e tu saresti la donna emancipata? io lo chiamo APPROFITTOFINCHEDURA!
“””E che dire dei secoli di storia che hanno visto la donna sottomessa, schiava, etcc (non sto elogiando il femminismo , sia chiaro!) eppure da lì lei è ripartita per cambiare , per evolvere! Non ha messo la testa sotto lasabbia, non si è cullata sul fatto che tanto le cose non sarebbero mai cambiate perché l’uomo era violento, oppressore, dominatore, bla, bla, bla”””
Aridaje!! meriteresti come risposta un bla bla bla anche tu.. sarò clemente ed educato, e faro’ di piu’, ti esorto a leggere il pensiero che sposo in toto al seguente link: http://www.uomini3000.it/437.htm, dopo la lettura mi auguro che non ripeterai piu’ questa nenia ipocrita, inoltre ti ricordo che all’epoca degli eventi, io tu e molti altri in questo sito facevamo la pipì nei pannolini, NON HO COLPE, CRIMINI E DEBITI DA ESPIARE verso il genere femminile di IERI, ma solo dell’odierno!, o che mi si vogliano per forza rinfacciare OGGI, SEMPLICEMENTE in quanto UOMO! per arrogarvi comprensione, leicità in ogni campo e PRIVILEGI a scapito degli UOMINI!io sono un UOMO di questi TEMPI! schiaffatelo in testa tu e tutte quelle che ancora non lo hanno capito! se non lo capisci, mi auguro che domani la polizia bussi alla tua porta per arrestarti perchè un tuo lontano parente nel 1800 era un famoso serial killer!!! ops.. ti ho detto dei bla, bla, bla,.. chiedo venia..
“””(non sto elogiando il femminismo , sia chiaro!)””” ooooh ma noooooo! ma perchè??? pèensi che qui qualcuno tema che tu sia femminista??? ma noooooooo! daiiii….
“””eppure da lì lei è ripartita per cambiare , per evolvere! “”” si.. evoluta in femminis prostituzio velinis, ma mi faccia il piacere..
“””Non ha messo la testa sotto lasabbia”””
si.. infatti alla bisogna non esita a metterla volentieri sotto la scrivania.. di qualche “potente”.. ma si sa.. dopo una doccia e via! fresca come una rosa con la vulva profumata.. perchè nel tuo intimo c’è chilly! e tu sei una donna emancipata! che ha contribuito a migliorare la moralità, non come quei sporchi, luridi uomini despoti e tiranni!
“””non si è cullata sul fatto che tanto le cose non sarebbero mai cambiate perché l’uomo era violento, oppressore, dominatore””” uhm.. qui ci sta bene un copia incolla:(non sto elogiando il femminismo , sia chiaro!)(non sto elogiando il femminismo , sia chiaro!)(non sto elogiando il femminismo , sia chiaro!)(non sto elogiando il femminismo , sia chiaro!)(non sto elogiando il femminismo , sia chiaro!)(non sto elogiando il femminismo , sia chiaro!)(non sto elogiando il femminismo , sia chiaro!)…abundans mejo quam deficere! violento oppressore dominatore.. altre barzellette? queste le sapevo gia.. gli oppressori che tu tanto recrimini ti hanno concesso oggi di andare in auto, di usare il cellulare, di truccarti,m di metterti un pannolino nei giorni “NO” di lisciarti i capelli, di curarti quando sei ammalata,
“””Ma forse pretendo troppo nell’esortare tutto il genere maschile a riflettere spogliandos dell’orgoglio, del narcisismo.””” guarda che di uomini orgogliosi ne sono rimasti pochi, li state uccidendo ogni giorno, oggi l’uomo narciso è un VOSTRO PRODOTTO! non lo volete bello palestrato? depilato? fighettone? col suv sotto il qlo? che vesta firmato? bello abbronzato anche d’inverno? pieno di soldi? arrivato? chiaro che poi di FEMMINE ne trova a quintali e non vi si fila manco di striscio! esattamente come DA SECOLI le donne se la tirano anche se sono dei mitili! sono un vostro prodotto! io come pochi, che soino un brav’uomo, peloso, abbronzato solo d’estate, con un po’ di pancetta, serio e con voglia di farmi una famiglia non mi filate perchè non rientro nei vostri canoni! hai altre barzellette da dire? o le hai gia’ esaurite???
“””Questo non vorrà dire essere dei maschi feriti o di minor valorre!. Le conquiste si ottengono faticando e chinando il capo (ma questo è assolutamente necessario per crescere!)””” Vuoi farmi ridere? o credi che io abbia qualche deficit cognitivo? TU! TU vieni a dire a ME di CONQUISTE? di FATICARE? di chinare IL CAPO??? AHhahAHAHhAhHahHhAAHhahA bella questa.. onesto.. mi ha fatto ridere.. ma se ho passato la VITA capisci? la VITA a conquistarmi cio’ che ho ed ho avuto! donne comprese! mai nulla di GRATIS!! di un po’ quante volte sei andata sotto casa dei tuoi uomini a prenderli con l’auto, ad offrirgli la cena, hai resistito alle loro paranoie, li hai compresi, avevi voglia di sesso ma dovevi aspettare, ti sei sentita chiamare troia semplicemente perchè avevi l’esigenza di fare l’amore? potrei continuare! ma mi fermo qui.. temo di non poter piu’ contenere le buone maniere dinanzi a tali provocazioni..
“””A questo punto ti invito ad una riflessione:””” ok.. spara..
“””Come mai il mio commento ti suscita così tanta irritazione?”” perchè tu come tutte le altre donne intervenute, siete delle GRANDISSIME IPOCRITE! e le motivazioni a questo punto.. se proprio ci tieni.. vattele a trovare.. mi sono stancato di leggere sempre le stesse cose.. non mi RIEDUCHERETE MALEDETTE BORG!! (lol)
ok.. serio.. perche voi donne siete tutto ed il contrario di tutto.. amate l’uomo bravo, ma sposate i bastardi, parlate di morale, ma non esitate a prostituirvi ogni giorno, parlate di emozioni, ma siete dannatamente razionali nel ferire a morte gli uomini, vuoi farmi cadere in modo da avere uno spunto di ragione? non lo avrai.. il resto della tiritera.. trovatelo da sola..
“””E soprattutto, come mai senti il bisogno di rimpallare ancora una volta la colpa alla donna del vostro mancato riconoscimento di uomini “altri”? “”””
finalmente qualcosa di serio su cui rispondere.. se non altro.. qualcosa di nuovo.. ma evitero’ di essere prolisso, basta che tu pensi a quanto di piu’ caro ti piace sempre rimarcare.. se fosse pur vero che in tempi remoti la donna subiva uno stato di subordinazione dall’uomo, oggi le parti si sono invertite, pertanto non siete meglio degli uomini (non dire maschi) uomini che criticate.. ma c’e’ di piu’.. siete divenute il cancro sociale, sfruttate per la vostra avveneza fisica dal potere, non esitate a farvi scudo del sistema per ottenere privilegi e la totale distruzione emotiva dell’uomo! neanche il peggiore dei mariti del 1800 poteva arrivare a tanto, anche perchè gli mancava lo strumento utile per applicare il potere.. ovvero quella cosa pelosa che hai in mezzo alle gambe! e non preoccuparti.. noi beta SIAMO gli uomini “altri” a voi ormai non restano che sbiadite fotocopie ai quali ostentare il vostro ficapower, finchè vi regge la giovinezza, perchè bada bene.. il sistema una volta che sei vecchia ti scarica! poi non andare anche tu a vestirti da 20enne, rifatta e con un trucco da moira orfei in qualche balera a lamentarti che non ci sono piu’ gli uomini di una volta! e se sei sposata.. tientelo stretto! non fargli vedere quello che scrivi.. potrebbe avere un rigurgito di coscienza e la RIEDUCAZIONE andrebbe a farsi benedire!
“””Non mi sembra una buona partenza per un cambiamento interno. Forse è troppo doloroso?.””” Cosi come non avete chiesto pareri per la vostra pseudorivoluzionficapowerioioioiotuuomozero, come pensi che adesso possa prendere in considerazione il tuo pensiero? sai cosa c’e’ di doloroso?? che mentre voi giocate a risiko con la figa, gli anni passano e non possiamo permetterci neanche il lusso di avere una famiglia! anzi! a veder bene come sono finiti molti ex mariti.. credo che andro’ in salotto a stappare una bottiglia di Spumante ASTI! e dopo vado dalla tipa.. lei di questi discorsi non ne fa.. tranquilla.. lei fa la brava e sa fare la donna..
Buona serata… ah! nulla di personale eeeeh?!?!? e questa è UNA PARENTESI PERSONALE CHE ESULA DAL CONTESTO UOMINIBETA.ORG sia chiaro.. vedila come una sana discussione.. io.. te e del buon vino rosso mentre ci siamo detti di tutto e di piu…quindi non farne una ragion di stato!
Damien(Quota) (Replica)
Fabrizio
>>
Ritengo anzi che il “maschile” abbia in larga parte fatto buon viso a cattivo gioco (in larga parte anche il “femminile”, seppur per ragioni in parte diverse), accettando di assumere su di sé determinate incombenze e di vestire determinati panni.
>>
Il passato non può essere visto né giudicato con gli occhi di oggi. Se è stato quel che è stato, è perché, evidentemente, così doveva essere.
Roberto(Quota) (Replica)
Damien, onestamente mi pare che la tua reazione sia decisamente sproporzionata rispetto all’evento, come si suol dire…
Francamente non mi pare che Francesca possa essere catalogata come un “clone”, come tu hai simpaticamente definito la pletora di donne intervenute sul blog in seguito alla nostra prima lettera pubblicata sulla rubrica di Natalia Aspesi sul Venerdì della Repubblica.
Intanto mi pare che si sia posta in termini interlocutori e non aggressivi e che il suo intento fosse quello di invitarci a sviluppare una riflessione autocritica. Non ha insultato nessuno e ha dimostrato di avere una certa curiosità nei nostri confronti. E’ ovvio che dopo la tua prima risposta anche la sua sia stata un pochino più aggressiva. Non poteva esser altrimenti.
Lungi da me fare lezioni di buone maniere a nessuno, e poi il problema non sono le “buone maniere” ma il senso del lavoro che stiamo cercando di fare qui. Capisco che ciascuno ha il suo modo di esprimersi e di argomentare, però ti invito a riflettere su una cosa. Rileggi il post di Rino (e anche quello di Alessandro) in risposta a Francesca. Non era affatto d’accordo con quello che lei sosteneva e glielo ha detto. Ma come glielo ha detto? In che modo si è espresso? C’era forse aggressività nelle sue parole? C’era livore, rancore, risentimento?
Riflettici. E invito a riflettere tutti. Dobbiamo essere capaci di fare un salto di qualità personale e psicologico fondamentale che è quello di passare da una fase conflittuale ad una fase di consapevolezza. Capisco, perché ci sono passato anche io, che nel processo di crescita di un uomo (specie nella sua relazione con il “femminile”) si attraversano diverse fasi. Proviamo ad analizzarle.
Fase 1) inconsapevolezza totale;
Fase 2) si comincia ad avvertire che qualcosa non va ma non si ha ancora la necessaria lucidità per portarla alla luce;
fase 3) le contraddizioni salgono in superficie e siamo assaliti (e pervasi) dalla rabbia, dal rancore e dal risentimento;
fase 4) dalla rabbia, dal rancore e dal risentimento si passa ad una fase più evoluta che è quella del conflitto. Un passaggio sicuramente fondamentale perché è quello che trasforma il rancore in capacità di analizzare la realtà con più lucidità e soprattutto di canalizzare la rabbia su un binario comunque più costruttivo, che è quello del “conflitto”, inteso non in termini volgari ma concettuali e “politici” (passatemi il termine)
Fase 5) il passaggio dal conflitto alla piena consapevolezza. Questo è il passaggio definitivo, il percorso compiuto di un uomo evoluto e consapevole che ha superato anche la fase conflittuale ed è pronto a costruire un nuovo percorso di maschilità (innanzi tutto con se stesso ma anche nel lavoro con gli altri uomini) e nel suo modo di relazionarsi con il “femminile”.
Personalmente questo è stato il mio percorso di una vita, anche se diciamo che gli ultimi dieci anni sono stati quelli più importanti dal punto di vista di una piena (presumo) maturazione.
Mi pare di poter affermare, e non è un giudizio perché non siamo a scuola a dare i voti ma a cercare di costruire un percorso di crescita, evoluzione e consapevolezza maschile, che la maggior parte di noi si collochino nella fase 3 e al massimo fra la 3 e la 4.
Ripeto, non lo dico perché sto alla lavagna a dare i voti, non me ne frega un cazzo di queste stronzate. Cerchiamo di parlarci chiaramente. A me quello che preme è la nostra crescita come uomini e l’efficacia della nostra azione. I due aspetti sono strettamente correlati.
Dunque, se non siamo in grado di fare questo percorso, non saremo mai in grado di crescere e di fare qualcosa di positivo ai fini della costruzione di quella maschilità nuova e diversa in grado di stare al mondo in piena ed assoluta dignità e con il ruolo che gli compete (tutto da costruire e da ridefinire, come mi sono sforzato di spiegare, sintetizzando molto, nei due post indirizzati ad Armando e a Ckkb).
Se continuiamo di questo passo e con questi atteggiamenti questo blog non diventerà lo strumento di un movimento (siamo ancora lontanissimi dall’esserlo e chissà se mai lo diventeremo) di uomini evoluti e consapevoli ma lo “sfogatoio” di un gruppo di uomini gonfi di rabbia e rancore.
A cosa possa servire il secondo, lo lascio decidere a voi.
Chiarisco subito che la cosa non è diretta a Damien ma a tutti noi. I suoi commenti peraltro sono anche necessari in alcuni casi (quando siamo di fronte ai “cloni”) ma se ci attestiamo solo e sempre su quel piano qualcosa non funziona perché significa che non siamo in grado di cogliere quelle sfumature che a volte, spesso, fanno la differenza. E non siamo in grado di coglierle perché (e il cane torna a mordersi la coda) non abbiamo ancora compiuto quel percorso di cui sopra.
So che ciò che sto proponendo a tutti è molto ambizioso ma è l’unica strada. Il resto è un vicolo cieco. Dobbiamo tutti cominciare a capire, l’ho ripetuto migliaia di volte ma non c’è problema, lo ripeterò ancora per altre migliaia, che questo non è un blog qualsiasi ma uno strumento per costruire un percorso diverso. Abbiamo un grande lavoro da fare con noi stessi e su noi stessi. Se non lo facciamo è tutto inutile e non serve prendersela solo con l’esterno, con la realtà, con questo o quel “clone”, con il femminismo o con il “femminile” nella sua totalità.
L’ultima cosa che dobbiamo fare è deresponsabilizzarci, che poi è quello che ha fatto il femminismo. “La colpa è sempre e comunque degli uomini”. Questo è quanto ha detto e praticato il femminismo, diventato cultura dominante, arrivando a giustificare qualsiasi comportamento femminile, anche il più becero. Troppo comodo e troppo furbo. Da parte loro
Vogliamo fare la stessa cosa? Io no. E credo neanche voi.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Nelle guerre di opinioni, perchè di queste talvolta si trattano, gli interlocutori spesso si trovano faccia a faccia in quanto non hanno intenzioni “pacifiche” mi spiego meglio.. se la Francesca avesse delle genuine intenzioni di discutere, anzichè sparare bordate, non verrebbe qui prima zitta zitta, con tanto di politichese a dire la sua (ed al quale io credo di averle ampiamente risposto in maniera corretta, condita di un po’ di buona satira) per poi rispondere successivamente, con le stesse modalità dai tempi della Aspesi..
Cerchiamo il dialogo, è vero, ma questo non significa mettersi a 90° e comprendere sempre e comunque.. perchè, come hai visto, appena ti metti a 90°, partono le solite bordate! (io..io..io.. noi donne voi maschi.. noi sfruttate nel 1800 voi oggi subire.. bla bla bla) nenie alle quali ci siamo assuefatti??.. allora.. che cosa voglio dire? voglio dire che in ogni “guerra di opinioni” c’e’ sempre il bravo generale che, insieme al suo luogotenente dirigono e decidono, ma al fronte ci sono i sergenti Gunny Highway come me.. che vedono cosa succede.. e spesso hanno poco tempo per il politichese e le supercazzole da attuare contro interlocutori che si scoprono facilmente essere talvolta spie, o cinici interlocutori, sterili e scevri da qualsiasi costrutto.. e ci scappa anche qualche risposta come dire.. cruda..
In tutta la vita non ho mai sopportato vedere una donna piangere..al quale ho sempre e comunque dato conforto..allo stesso modo non ho mai accettato di esser preso per i fondelli! credo che anche loro quindi comprendano che quando un UOMO si ‘ncazza ha le sue buone ragioni! incominciamo a ripristinare le identità.. ed a rispettarle, poi largo al dialogo.. via le “armi politiche” e tendiamoci a vicenda la mano..
Perchè non dimentichiamoci che, per noi UOMINI, questa è una “guerra fraticida”, per la donna semplicemente una “guerra di conquista!”
Damien(Quota) (Replica)
Francesca
le cose non sarebbero mai cambiate perché l’uomo era violento, oppressore, dominatore,
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Le femministe parlano di oppressione da parte maschile.
Riguardo ai maschi io parlerei di sfruttamento, nei lavori più infami e nelle guerre da parte sia maschile che femminile.
Leonardo(Quota) (Replica)
“L’ultima cosa che dobbiamo fare è deresponsabilizzarci”
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Questo mi trova completamente d’ accordo.
Per questo, permettetemi il francesismo, mi incazzo quando sento dire “si ma il problema sono soltanto loro”.
E no.
Il problema siamo noi, loro sono la conseguenza.
Siamo noi, o meglio alcuni di noi, che ci scanniamo per metterle su un piedistallo.
Ovvio che loro fomentino. Ci guadagnano.
Ma non sta scritto da nessuna parte che debba essere necessariamente così.
Loro fanno semplicemente del corporativismo e noi no.
Noi stiamo semplicemente lì a pendere come tanti coglioni dalle loro piccole e grandi labbra, autoassolvendoci con l’ alibi del testosterone.
Ma il testosterone può essere un alibi a vent’ anni, non per tutta la vita. La realtà va accettata per quello che è e bisogna regolarsi di conseguenza, altrimenti si paga un prezzo e non si ha neppure tutto sto diritto di lamentarsi. La fica gratis non esiste perché non è mai esistita punto. E non esisterà mai per il semplice motivo che la maggior parte di loro ha solo quella lì da mettere sul piatto della bilancia, e per quelle che hanno pure qualcos’ altro metterci quella lì è la cosa più facile e remunerativa.
Oggi noi abbiamo gli strumenti per acquisire una consapevolezza che solo qualche decennio fa era esclusivo appannaggio di pochi eletti, e tanti di noi si comportano come i ragazzini che non hanno voglia di studiare e dicono che non ci riescono.
Che vadano a zappare la terra, allora.
sandro(Quota) (Replica)
Sandro
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E no.
Il problema siamo noi, loro sono la conseguenza.
Siamo noi, o meglio alcuni di noi, che ci scanniamo per metterle su un piedistallo.
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Be’, al riguardo sfondi una porta aperta con me, dato che io sostengo cio’ da anni, e qualcun altro prima di me da lustri.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=22211183&st=30
Daniele(Quota) (Replica)
Non bisogna deresponsabilizzare le donne: loro hanno un carattere fatto in un certo modo, a farsi servire e vogliono essere messe su un piedistallo.
Gli uomini aderiscono al comportamento femminile, le quali poi pensano che siamo deficenti.
Ci sono uomini che vogliono umiliare i maschi, tipo: con il servizio militare diventi un uomo o, devi tirare il carretto, ma che uomo sei se ti fai pagare la cena da una donna? Io questi li obbligherei a fare i guardiani con la frusta, come si vede in certi film, alle donne che fanno le schiave e girano la ruota, tipo Conan o che remano nelle galee romane.
Leonardo(Quota) (Replica)
“Non bisogna deresponsabilizzare le donne: loro hanno un carattere fatto in un certo modo, a farsi servire e vogliono essere messe su un piedistallo.”
__________
Ma poverine… e un bocconcino di culo, tagliato fino fino, vicino all’ osso, no?
No perché allora pure io posso avere un carattere fatto in un certo modo, e cioè o si mettono a 90° e non rompono i coglioni, oppure se ne vanno affanculo tanto io campo uguale pure senza di loro, no?
Vuoi vedere che così le “responsabilizzo”, soprattutto quelle che non hanno più proprio vent’ anni?
__________
Gli uomini aderiscono al comportamento femminile, le quali poi pensano che siamo deficenti.
__________
Ecco, semmai è quello il problema: che molti di noi SONO degli autentici deficienti, e danneggiano tutta la categoria, oltre che sé stessi, dato che il servilismo con le donne costa molto di più di quanto paga.
E se ci metti sopra il fatto che sono pure stronzi con gli altri uomini come loro, perché l’ unica modalità relazionale che concepiscono coi loro simili è quella lì, il quadro è completo.
Una bella pulizia etnica, ci vorrebbe. Altro che tentare di “convertirli”.
sandro(Quota) (Replica)
Per Fabrizio: i miti non descrivevano la realtà ma alcune invarianti psichiche presenti nel maschile e nel femminile. Proprio per questo, secondo me, aiutavano a capire il mondo. Riferendomi ai miti non intendevo pensare all’età dell’oro che ,certo, non è mai esistita almeno in termini materiali. Intendevo “solo” che qualsiasi mutamento che non tenga conto delle invarianti è destinato a fallire, nel senso di produrre maggiori squilibri e in definitiva infelicità per tutti.
Sul fatto della dresponsabilizzazione delle donne:non so se Leonardo si riferisce anche a me, comunque quando ho scritto, in ciò d’accordo con Francesca, che non sanno quello che vogliono e che fanno richieste contraddittorie perchè qualcuno gliele lascia fare, intendevo dire che una società fondata sul femminile e che abbia annullato il principio equilibratore maschile, lungi da essere pacifica e progressiva, è al contrario caotica e regressiva. Non mi sembra un discorso deresponsabilizzante nè giustificatorio. Mi sembra l’opposto. Da quì la necessità, in cui credo profondamente, che il maschile debba rioccupare il suo luogo psichico, per sè e nei confronti del femminile, senza che ciò significhi in alcun modo oppressione, prepotenza o mancanza di diritti, i quali però devono essere sempre simmetrici ai doveri. Ecco un punto importante, i doveri. GLi uomini li hanno sempre, le donne non più o molto meno.
armando
armando(Quota) (Replica)
“Da quì la necessità, in cui credo profondamente, che il maschile debba rioccupare il suo luogo psichico, per sè e nei confronti del femminile, senza che ciò significhi in alcun modo oppressione, prepotenza o mancanza di diritti, i quali però devono essere sempre simmetrici ai doveri. Ecco un punto importante, i doveri. GLi uomini li hanno sempre, le donne non più o molto meno.”
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Io sono molto più “terra terra”.
Loro fanno Lisistrata?
Noi gli si taglia i viveri.
Come?
Semplice. Tirando il remo in barca.
La barca la mandiamo avanti noi, e loro questo lo sanno bene.
Sono perfettamente coscienti del fatto che vivono di “pizzo” come i loro “sostenitori” dal culo foderato di quattrini.
Noi abbiamo in realtà un potere contrattuale enorme, il problema è che non ne siamo minimamente coscienti, perché loro e i loro “amichetti” nelle alte sfere ci hanno dato e continuano a darci a bere una montagna di cazzate.
Se noi smettessimo di nutrire con il nostro surplus produttivo quella macchina infernale che usa i mezzi che noi stessi produciamo contro di noi, verrebbe giù tutto in un mese.
Basta semplicemente limitare la produzione e il consumo al necessario.
Io faccio parte di una generazione di uomini che in larga parte questo lo sta già facendo, semplicemente per necessità.
Basta farlo tutti indipendentemente dalla necessità e il gioco è fatto.
Poi vediamo se è più importante aprire le gambe o mandare avanti la baracca.
Avete mai notato l’ atteggiamento delle donne e dei cacasoldi arricchiti di fronte a discorsi di questo tipo?
Già quello sarebbe sufficiente a dimostrare la bontà della mia tesi.
sandro(Quota) (Replica)
sandro
Ecco, semmai è quello il problema: che molti di noi SONO degli autentici deficienti, e danneggiano tutta la categoria, oltre che sé stessi, dato che il servilismo con le donne costa molto di più di quanto paga.
E se ci metti sopra il fatto che sono pure stronzi con gli altri uomini come loro, perché l’ unica modalità relazionale che concepiscono coi loro simili è quella lì, il quadro è completo.
Una bella pulizia etnica, ci vorrebbe. Altro che tentare di “convertirli”.
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Contaci pure i “bulli” , che se ci hai fatto caso sono ricercati da alcune femmine di basso livello. Però con questo genere di uomini servono altri stratagemmi…
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Avete mai notato l’ atteggiamento delle donne e dei cacasoldi arricchiti di fronte a discorsi di questo tipo?
Già quello sarebbe sufficiente a dimostrare la bontà della mia tesi.
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Mi fa piacere che ci siano tanti uomini che la pensano come te. Ma una cosa non ho capito: quale sarebbe l'atteggiamento delle donne e dei cacasoldi di fronte a uomini come noi ?
Silent Hill(Quota) (Replica)
“quale sarebbe l’atteggiamento delle donne e dei cacasoldi di fronte a uomini come noi?
Tu prova a parlare con una donna, possibilmente benestante, di riduzione volontaria del PIL e dei consumi.
Dapprima ti guarderà come se tu fossi Bin Laden.
Poi cercherà di farti capire tra le righe con un sorrisetto di scherno che secondo lei sei solo un povero stronzo che non conta un cazzo.
La verità è che questi qua e queste qua hanno una paura fottuta che noi si prenda coscienza in massa del funzionamento di determinati meccanismi di ingegneria sociale, perché il modo di sabotarglieli c’è eccome.
Bisogna solo farlo in tanti.
E noi SIAMO in tanti.
sandro(Quota) (Replica)
Che i maschi (beta) piangano, urlino, si disperino, lascino emergere dal pozzo più profondo della loro anima la loro sofferenza e il loro dolore. E’ proprio da qui che inizia la rinascita. Proprio da quello che i maschi da sempre sono diseducati a fare, perché è considerata “roba da femmine”. [CUT]
Cerchiamo di essere all’altezza. Proviamoci almeno. Facciamoci tutti, e quando dico tutti, intendo dire TUTTI, a partire dal sottoscritto, un bell’esame di coscienza. Anche perché non ci sono risposte e ricette facili.
Fabrizio
>>>>>>
Credo che Fabrizio abbia toccato un argomento interessante su cui aprire una riflessione. Il mostrare sofferenza e dolore nei confronti di una donna viene vista come una sconfitta da parte dell’ uomo. Io personalmente se una donna mi ferisce, mi fa del male, consciamente o inconsciamente la prima reazione che ho e’ quella di mostrarmi piu’ forte, di vendicarmi, di pormi con durezza, di smascherare le loro innumerevoli ipocrisie, insomma, di incazzarmi ma questo per una forma personale di orgoglio che dentro di me mi fa dire: “eh no, mi dispiace, non te la voglio dare vinta, ora mi vendico” e quindi si ha luogo una sfida tra uomo e donna che non fa altro che aumentare le distanze. Forse accettare questa sorta di debolezza, come dice Fabrizio, urlare e disperarsi puo’ aiutare il confronto fra maschi, aiutarsi a vicenda anziche’ far nascere lotte di potere l’ uno con l’ altro per chi “ne ha di piu'”. Insomma: non aver paura di mostrare le proprie debolezze… si ritengo anch’ io che da questo si puo’ iniziare a dar vita a un vero e radicale cambiamento.
Mizio(Quota) (Replica)
@Mizio: mmah! sono scettico.. se scherniscono gli ex mariti, suicidi per il dolore, figuriamoci cosa sarebbero capaci di dire/fare nei riguardi di queste prese di posizione… l’archetipo dell’uomo che le donne hanno dentro sè e un chaos, deve essere come loro.. tutto edil contrario di tutto, ma non contempla, per quanto mi risulti, un uomo che pianga e che si disperi.. anzi.. come spesso dico.. se amano i bravi uomini ma poi sposano i “bastardi” un motivo ci sarà.. a mio avviso per lo stesso imprinting di mamma nature! un uomo che piange è un debole! non degno delle loro attenzioni.. a meno che non sia il loro bambino.. ed anche in tali casi, c’è da aver paura che ti frulli in lavatrice e poi ti lasci in un cassonetto, o che ti faccia volare dal 5 piano..
Damien(Quota) (Replica)
No, ragazzi, e in particolare Mizio, forse non mi sono spiegato bene. Non mi riferivo al piangere disperati davanti ad una donna cercando di implorare chissà cosa o ululando alla luna la nostra disperazione.
Mi riferivo ad un percorso di “autocoscienza” maschile, anche se il termine l’ho mutuato dall’esperienza femminista. Un percorso che ha come obiettivo, partendo dal riconoscimento della propria condizione, quindi anche delle proprie fragilità, quello di arrivare con il tempo ad una piena consapevolezza.
E’ un lavoro lungo, faticoso e anche doloroso al quale però non si s sfugge se ci si vuole affrancare da una condizione si subalternità psicologica che è data innnanzi tutto da noi stessi prima ancora che dalla realtà oggettiva (in tutta la sua potenza). Pensate che lavoro immane che abbiamo davanti a noi e che hanno davanti a loro tutti gli uomini beta.
Ecco perché siamo “quattro gatti”. Perché la stragrande maggioranza dei “maschietti” (è il caso di dirlo in questo caso) preferiscono mettere la testa sotto la sabbia e continuare a recitare i copioni di sempre piuttosto che mettere mano alla questione.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Lo zio Tom della famosa (e attualissima) capanna aveva la sindrome di Stoccolma. Oggi si chiama maschiopentito. Se si tratta di un politico maschiopentito, si parla di una persona non affetta da sindrome alcuna ma che ha liberamente deciso di trarre vantaggi dalla vendita dei diritti di libertà maschili: l’antica professione attualizzata del mercante di schiavi. Oggi, grazie al progresso civile, è professione ampiamente delegata alle donne, quanto all’esercizio; quanto invece ai proventi è ancora in uso che una sostanziale percentuale delle vendite finisca in tasca ai maschi.
Dopo un lungo trattamento speciale di demolizione dell’immagine maschile e paterna, campi di cotone forever.
ckkb(Quota) (Replica)
sandro
Ecco, semmai è quello il problema: che molti di noi SONO degli autentici deficienti, e danneggiano tutta la categoria, oltre che sé stessi, dato che il servilismo con le donne costa molto di più di quanto paga.
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deficenti forse è più appropriato di maschiopentito, anzi, credo che questi uomini li possiamo insultare a nostro piacimento, visto che per loro basta non si tocchino le donne e vogliono umiliarsi tra uomini, quindi: bastardi femminari, leccaculo delle donne, imbecilli totali.
Leonardo(Quota) (Replica)
Busco condannato a 24 anni: una sentenza da tribunale di guerra che, come tale, ha il compito di scatenare il terrore contro i nemici. La punta di un iceberg che indica come il pregiudizio di una cultura violenta e sessista contro il genere maschile si sia ormai incarnato anche nella quotidiana attività giurisdizionale dello Stato italiano.
Quando dieci anni fa, all’inizio di questa riflessione sulla condizone maschile si intuiva che si era solo agli inizi del dispiegamento di una vera e propria guerra contro il genere maschile, non ci si sbagliava.
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_gennaio_26/via-poma-sentenza-181333970595.shtml
ckkb(Quota) (Replica)
http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/7d1126c5079e985596ae88af14fa9f85.pdf
Daniele(Quota) (Replica)
Daniele, l’articolo di Antifeminist che hai postato sulla “mercificazione del corpo delle donne” lo avevo già pubblicato questa mattina nella rubrica delle lettere. Me lo ha inviato lui stesso.
Peraltro un paio di settimane fa aveva inviato un video che ho pubblicato sempre nella stessa rubrica, dal titolo “Non salvate la principessa” molto divertente, a mio parere…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Quando si comincia a criminalizzare il sesso maschile si sa dove si comincia ma non si sa dove si finisce. O meglio si finisce nel peggior Stato di polizia ci possa essere: quello che spia e arresta il desiderio e la spinta vitale tra i sessi.
Quando si incomincia a riscrivere il codice penale in base al nuovissimo testo “Dei delitti e dei peni” di ispirazione femminista, si è all’inizio della fine di ogni disponibilità di ciascuno a riconoscere nella civiltà di appartenenza una realtà che ha a che fare con il piacere e la gioia di vivere: il primo Cortès che passa con la sua rozza armata brancaleone, trova tutte le porte (chiamiamole così) aperte e i guerrieri strafatti al bar.
E siccome a cavalcioni dei penalmente rilevanti peni maschili sembra ci vanno ancora ( x fortuna) e comunque anche inflessibili magistrate, e a infilar compiaciute passere ci si mettono anche i “sexcrime” dei loro integerrimi colleghi maschi, e siccome questo tipo di sollazzi, ancorchè spesso remuneratissimi e liberamente offerti, son divenuti misteriosamente “criminosi” e “oltraggiosi” per la dignità della donna, ma non sempre al buio restano, ecco che dilaga il sexcrime e il gossipcrime.
Ed è tutto un arrestare sexfantasmi a destra e sexfantasmi a manca, facendo correre “ad ammuina” dentro il vascello fantasma della nuova moralità pubblica in versione femminista, eserciti di bravi tutori dell’ordine. E magistrati e inquirenti vari, ancora calda calda la sedicente liberazione sessuale per cui “l’utero è mio e lo gestisco io” e l’unica bandiera ovunque innastata è il perizoma fra le chiappe femminili, diventano ghostbaster, o meglio sexbuster e le cronache dei media non riportano altro che le loro eroiche e appassionate imprese. In un ininterrotto stordente quotidiano fracasso di sirene di sexallarme.
Dopodichè o ci si mette tutti a ridere o si diventa tutti matti.
ckkb(Quota) (Replica)
Quando sarete capaci di amare…
http://www.youtube.com/watch?v=YNyN–TqIIs&feature=related
F(Quota) (Replica)
Era un po’ che non vi leggevo e devo dire che il percorso che traccia Fabrizio è stato intrapreso e che con questo post si è raggiunto uno snodo cruciale. Gli schemi del machismo e del femminismo scricchiolano sempre più ora che sia gli uomini che le donne sono precari fragili in preda ad angosce concrete sul loro futuro. Paradossalmente è un momento propizio per distogliere lo sguardo da rivendicazioni fasulle e invece puntarlo ognuno negli occhi dell’altro per venirci in soccorso. Io non chiedo ad un uomo di proteggermi o di piangere. Una cosa che vorrei tanto è potergli sbaciucchiare la pancetta e che lui mi accarezzasse la cellulite. Vorrei ridere dei nostri difetti fisici per poi fare l’amore con più abbandono e trasporto. Vorrei mi confidasse la voglia che ha di tradirmi di andarsene e che proprio perchè può farlo, vederlo scegliere di restare. Vorrei regalargli dei tulipani e portarlo a cena perchè lo amo, punto. Vorrei che ci leggessimo in faccia le paure e i dubbi e poi li tirassimo fuori. Quello che conta è ascoltarsi, decifrarsi le mappe mentali e emotive a vicenda. Fabrizio è un grande perchè è come se avesse preparato un tavolo su cui srotolare le mappe invitando tutti noi a percorrerle per spiegarle a noi stessi e agli altri. Questo è meraviglioso. Non sprechiamolo. Un bacio a tutti voi
Silvia(Quota) (Replica)
@Silvia:
Sono lieto di constatare che qualcosa si muove, la coscienza pian piano insinua il dubbio sul meccanismo potere-machismo-femminismo, spero che altre ne prendano coscienza quanto prima..
Ciò che puoi fare, Silvia, è spargere il verbo, indurre coscienza dei problemi esposti e rilevati, noterai finalmente anche tu quanto sia radicato questo meccanismo, ma non ti abbattere, anche l’acqua cheta distrugge i ponti..basta volerlo.. nella speranza di un futuro migliore tra generi che hanno diritto a coesistere in pari dignità senza deufradare i propri ruoli.. per una società migliore, da donare ai nostri figli..
“Un bacio a tutti voi”
..Contracambio, nella speranza che non ci sia qualcuna che volesse denunciarmi per molestie sessuali nel cyberspazio..
Damien(Quota) (Replica)
Mi associo naturalmente a Damien nell’accogliere con calore Silvia, che dimostra grande apertura e sensibilità nei nostri confronti .
La ringrazio, ovviamente, per i complimenti, anche se li trovo eccessivi. Non sono di certo un “grande”, come generosamente ella stessa afferma, e non lo dico per ostentare falsa modestia ma perché è quello che penso.
Cerco solo di adempiere al meglio a questo impegno che “nel mezzo del cammin della mia vita”, è il caso di dirlo, in qualche modo sono stato “chiamato” ad affrontare. Ancora non so perché e percome ma tant’è. Tanto non avrò mai una risposta certa, come dicevamo tempo fa, e quindi è superfluo interrogarsi…
Come diceva un illustrissimo pensatore del secolo scorso, “di ciò di cui non possiamo parlare si deve tacere” (successivamente, per la verità, cambiò opinione, ma insomma, ci siamo capiti… ).
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ed ecco la bella foto del trionfante Pisapia: 6 donne e 6 uomini in Consiglio. Come non essere colpiti da questo luminoso e imposto esempio di Femsessismo egualitario (e dalla proverbiale evidenza che tira più un pelo di…)? ogni obiezione è nulla.
Però, dopo un primo momento di perplessità, la logica soccorre: Sexgiustizia egualitaria vuole che questa foto sia seguita obbligatoriamente da altre foto di gruppo identiche su tutte le mansioni: dalla scuola all’autostrasporto, dall’asfaltatura strade ai cantieri edili, dalla prima linea in guerra alla prima linea nelle fonderie, dalle comode sedie della PA alle attività di impresa dove ci si gioca il cuore e il fegato.
Una logica che se portata fino in fondo a mio avviso prevede di fare a metà oltre che delle mansioni anche anche del luogo dove svolgerle e delle modalità con cui svolgerle, così che ciascun genere disponga della sua metà in perfetta compiuta sexuguaglianza: la città delle donne da una parte e la città degli uomini dall’altra. Una bella autostrada di collegamento e nessuno più ha da lamentarsi di alcunchè.
Un ultimo pensiero.
Ma Pisapia, se proprio aveva in mente l’obbligo all’ uguaglianza non lo avrebbe forse più coerentemente interpretato su base reddituale, (evitando in tal modo di fare a pezzi il concetto a fondamento della nostra civiltà che è quello di persona)? e magari in proporzione rovesciata: meno reddito + posti? uomini e donne, bianchi e colored, credenti di ogni tipo e in ogni cosa, si sarebbero visti rappresentati per davvero in Comune.
cesare(Quota) (Replica)
http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/11_giugno_10/giangiacomo-schiavi-donne-giunta-cade-tabu-190837572700.shtml
Donne in giunta pari agli uomini
A Milano cade un altro tabù
Pisapia ha offerto un’apertura a chi chiedeva maggior coinvolgimento per dare un contributo di chiarezza
di GIANGIACOMO SCHIAVI
Si può parlare di quote rosa e di impegno mantenuto, ma la parità raggiunta dalle donne nella giunta di Milano è un altro segnale di svolta lasciato dal terremoto elettorale di quindici giorni fa. Se il centrodestra ha avuto il merito del primo sindaco donna (con Letizia Moratti) e del primo presidente della Provincia (con Ombretta Colli), il centrosinistra di Giuliano Pisapia rompe oggi uno storico tabù nell’assegnazione dei posti che contano. Così come è accaduto a Torino e a Bologna, il cinquanta per cento delle deleghe riservato alle donne significa l’abbattimento di un muro, la fine di un pregiudizio: nessuno potrà più sostenere che la scarsa presenza femminile nelle amministrazioni (di destra o di sinistra) viene giustificata dall’impegno delle donne nella vita professionale o civile, nessuno potrà più dire che mancano le figure idonee a ricoprire certi ruoli. Per la formazione della nuova giunta milanese, mentre i partiti giocavano con il solito Cencelli, Giuliano Pisapia ha avuto l’imbarazzo della scelta, tanti erano i nomi professionalmente validi, le candidature, le disponibilità manifestate.
Le donne hanno pesato (e tanto) nella campagna elettorale che ha portato alla vittoria il neosindaco: è stata la loro rabbia civile, l’indignazione espressa nelle manifestazioni contro lo sfruttamento del corpo femminile e il caso Ruby, a dettare un po’ della sua agenda. A Milano parlavano di rispetto, di attenzione e di moralità da contrapporre alla volgarità senza pudore in cui le donne appaiono svilite, oggetti da premiare per convenienza e non per merito. Pisapia ha offerto un’apertura a chi chiedeva maggior coinvolgimento nella politica per dare un contributo di chiarezza, per semplificare certe pratiche che riguardano la vita delle famiglie, per trovare un nuovo codice morale nella vita pubblica. Ha promesso spazio e ruoli al pari dei colleghi maschi. Ed è stato di parola.
I risultati di questo sommovimento sono tutti da verificare: c’è attesa, ma anche scetticismo in chi sostiene che la qualità di una buona amministrazione non si misura dal numero delle donne in squadra. È vero. Ma l’aver messo un tetto e averlo difeso con i denti ha costretto i partiti a fare un passo indietro, a giudicare la qualità dai curriculum e non dal bell’aspetto. Si vedrà nei fatti fra qualche mese se la giunta a forte impronta femminile di Giuliano Pisapia sarà riuscita a correggere l’idea di una politica da reality show troppo lontana dai cittadini, se le donne in giunta riusciranno a prendersi cura della città e dei suoi bisogni meglio di tanti colleghi uomini. Ma già poter dire che con le donne in giunta una certa competenza vale più della convenienza è un buon risultato.
10 giugno 2011
Marco(Quota) (Replica)
“Ma Pisapia, se proprio aveva in mente l’obbligo all’ uguaglianza non lo avrebbe forse più coerentemente interpretato su base reddituale, (evitando in tal modo di fare a pezzi il concetto a fondamento della nostra civiltà che è quello di persona)? e magari in proporzione rovesciata: meno reddito + posti? uomini e donne, bianchi e colored, credenti di ogni tipo e in ogni cosa, si sarebbero visti rappresentati per davvero in Comune”. (Cesare)
Appare evidente che il “sexegualitarismo” (meglio sarebbe definirlo sexomologazione) è l’unico concetto (falso) di eguaglianza che l’attuale “sinistra rosapride” riesce a concepire e ad attuare
Non si è MAI, e sottolineo MAI, a “sinistra” come a “destra”, vista tanta solerzia e puntualità come nell’applicazione della logica delle quote di genere. Naturalmente in ambito politico; se ne guardano bene dall’applicarla in tutti gli altri settori (scuola, pubblica amministrazione, comunicazione e marketing alle donne, edilizia e industria pesante agli uomini).
La “sinistra”, sui tempi, batte sistematicamente la “destra”. A quel punto la “destra” copia e incolla quello che fa la “sinistra” per paura di essere scavalcata e per allontanare ogni possibile sospetto di “conservatorismo”…
Nessuno ha nulla da obiettare o da ridire, non una critica, sia pur velata, un accenno di riflessione. Nulla. Tutto è apparentemente così “normale”, come se fosse un atto dovuto, quasi nell’ordine naturale delle cose. Le contraddizioni sono a dir poco enormi, davanti agli occhi di tutti, è praticamente impossibile non vederle tanto sono evidenti, eppure nessuno dice una parola.
In tutto ciò c’è anche qualcosa di misterioso, di inafferrabile, di incomprensibile. Non si è MAI vista nella Storia, prima d’ora, tanta acquiescenza, tanta passività da parte degli uomini. MAI. Neanche quando si rischiava la galera, la tortura, il lager, in qualsiasi contesto storico e politico. MAI.
Da non crederci…Hanno distribuito la pillola, blu o rossa (Matrix), non c’è altra spiegazione…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@ Fabrizio –
In tutto ciò c’è anche qualcosa di misterioso, di inafferrabile, di incomprensibile. Non si è MAI vista nella Storia, prima d’ora, tanta acquiescenza, tanta passività da parte degli uomini. MAI. Neanche quando si rischiava la galera, la tortura, il lager, in qualsiasi contesto storico e politico. MAI.
@@@@@@
Sono d’accordo con te, è un fatto veramente incredibile che gli uomini risultino essere così passivi e senza energia.
Non me lo spiego nemmeno io.
>
PS: cmq su la 27ora c’è “Silver19” che ha messo con le spalle al muro giornalisti/e e lettrici…
http://27esimaora.corriere.it/articolo/siamo-cresciute-nel-gioco-di-squadrasiamo-diventate-cazzute/#comments_list
Marco(Quota) (Replica)
Cominciamo dall’IKEA e facciamoci i mobili nostri perchè là in Svezia c’è un orrendo cancro in piena metastasi:
http://www.corriere.it/esteri/11_giugno_29/svezia-asilo-genere-neutro-eva-perasso_99c37d42-a23b-11e0-b1df-fb414f9ca784.shtml
cesare(Quota) (Replica)
Svezia.
Va notata la presenza della neolingua (un nuovo pronome) che è ovviamente strumento indispensabile nella psicoguerra in corso.
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Ma sottolineo l’aspetto centrale, che può sfuggire.
Si propaganda l’idea che la manipolazione sia rivolta “equamente” contro i piccoli M ed F. Insomma, repressione sì, ma paritaria.
Mistificazione diabolica, perché uno solo dei due può venir castrato. uno solo può venir mutilato nella sua propensione verso l’esterno, verso il cosmo.
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Uno solo può venir frenato: quello che accelera.
Quella che frena di suo non la si può accelerare.
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Si può reprimere ciò che per spinta interna fiorisce all’esterno.
E’ solo qui che si può potare, tagliare, recidere.
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Quella che è – di suo – rivolta verso l’interno non può essere capitozzata.
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La repressione può andare in una sola direzione e colpire una sola delle due parti. Ed è là che colpisce.
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Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
A proposito di terrore maschile che paralizza i maschi.
Giorgio Albertazzi domenica 10 luglio 2011, compare in TV verso le 09.30 intervistato su un canale di cui non ricordo adesso la sigla. L’intervistatrice fa le solite domande sul futuro e le donne. Giorgio Albertazzi, attore di straordinaria sensibilità e professionalità, dice fra gli applausi dello studio e il compiacimento dell’intervistatrice che in futuro governeranno le donne e sarà un bene. Anche perchè Albertazzi aggiunge che lui conosce perfettamente la situazione di rapporti tra maschi e femmine in USA. E quando fa i casting per gli attori e le attrici, i maschi di venti, venticinque anni, gli arrivano con passo incerto, curvi e impacciati, a disagio con se stessi e il proprio corpo. In sintesi: un disastro. Le ragazze invece sono perfettamente consapevoli e sicure: un successo. E aggiunge testualmente “sapete il perché di questo disastroso comportamento maschile? perchè i giovani maschi in USA crescono terrorizzati dalle donne”. Applausi generali. Avrebbero applaudito lo stesso in studio se il racconto avesse riferito di un analogo comportamento di giovani migranti terrorizzati dal paese che li ospita? Mi viene immediatamente da pensare che avevo letto della medesima goffaggine, dell’incedere impaurito e goffo, dovuto alla perdita della propria dignità e identità, come atteggiamento proprio di coloro che sono vissuti in un ambiente di rifiuto violento, intollerante e degradante. Come i famigerati campi di rieducazione dove ogni scintilla di personalità individuata viene programmaticamente spenta perchè giudicata inadeguata rispetto al modello imposto dal potere.
Una domanda a questo punto è d’obbligo ad Albertazzi:. “Giorgio è successo questo ai tuoi ragazzi in USA? e se è davvero andata così in USA come puoi auspicare sognante il “buon governo” delle donne?”
A pensarci bene non c’è bisogno di andare nel futuro femdominista costituito dagli USA per subire un contesto femminile terroristico. Nel presente italico, è nei nostri asili, dove il governo delle donne è incontrastato,che il fenomeno delle violenze e del rifiuto terroristico, emerge con tale gravità da costringere i media a rompere per un istante il patto mafioso di tacere sull’uso dell’intimidazione del terrore come instrumentum regni da parte delle nostre femdoministe contro chi non si piega ai loro diktat.
cesare(Quota) (Replica)
Avrebbero applaudito lo stesso in studio se il racconto avesse riferito di un analogo comportamento di giovani migranti terrorizzati dal paese che li ospita?
[cesare]
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Avrebbero applaudito ugualmente se Albertazzi avesse fatto riferimento agli ebrei…?
Io non credo proprio.
Andrea(Quota) (Replica)
Albertazzi
aggiunge che lui conosce perfettamente la situazione di rapporti tra maschi e femmine in USA.
quando fa i casting per gli attori e le attrici, i maschi di venti, venticinque anni, gli arrivano con passo incerto, curvi e impacciati, a disagio con se stessi e il proprio corpo. In sintesi: un disastro. Le ragazze invece sono perfettamente consapevoli e sicure: un successo
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E bravo stronzo! ce lo dice pure, faremo film solo con donne in futuro. In Italia poi oggi il cinema è messo da schifo, se si pensa ai grandi registi di una volta e al cinema di genere…
Leonardo(Quota) (Replica)
quello che paralizza gli uomini è tutta una serie di tattiche poste in essere in tutti questi tempi per rendere gli uomini semplicemente.. ometti, e per diletto lasciando i tamarri (i machi) come la nuova trasmissione schifezza tamarreide insegna..
Per prima cosa, hanno pian piano levato di mezzo dai media tutti i modelli da imitare,(vi ricorda nulla l’A-Team, Mc Gyver ed altri?) successivamente l’emancipazione del femminile tramite la musica e, sopratutto, i videoclip, ampiamente usati dai giovani, dove pian piano viene eretta la donna, che riscontral’enorme successo grazie alla sempre piu’ esposizione del proprio corpo fino ad arrivare a denudare gli ometti che, non potendo fare nulla, venivano castrati di ogni emozione maschile, ed infatti i maggiori autori di successo, in gran parte americani o tali, hanno voci e parvenze effemminati.
Il tutto appare chiaro: guerra al testosterone con la privazione del sesso, rendere il maschile sporco e ridicolo, l’esaltazione a DIVINO del corpo femminile ed ovviamente delle sue letali emozioni mentali.
ecco perchè i ragazzi, seguendo la moda che, di fatto, li rende celebrolesi, si presentano con modi goffi che, spesso emulano l’andamento del rapper o del breaker dancer, o del piu’ affermato hip hop kingster!
Senza contare che anche nel campo della moda, ai giovani non viene fornito altro che le “uniformi” di tutto questo letamaio classista che vede nella moda, nella musica e negli stili di vita pop/R&B/techno etc etc la loro massima espressione, rendendoli molto spesso dei semplici zombies e cartelloni pubblicitari (i brand vengono portati con ostentazione per riconoscersi “nel gruppo”) un pò quello che succedeva quasi 40 anni fa coi paninari i metallari etc etc..
Come puo’, un ragazzo oggi, nel pieno del proprio sviluppo emotivo, crescere una maschilità sana se tutto lo induce a divenire uno schiavo moderno, uno zombie pubblicitario senza personalità, un colpevole di colpe mai avute, se tutto il teatrino gli impone tutto cio’ in maniera subdola e facendogli pagare anche un sacco di soldi?
Giorgio Albertazzi : HEIL VAGINA!!!
Damien(Quota) (Replica)
Forse l’ho già scritto come commento ad altro articolo, ma faccio notare l’analoga parabola, seppure con tempi e modaslità diverse, compiuta da Albertazzi e Dario Fo’. Entrambi giovani machi repubblichini, in vecchiaia sono diventati convinti dche i maschi sono oppressori, portatori di valori spregevoli in quanto maschi, e fans del potere delle donne considerate migliori e più capaci.
Parabole estremamente significative, che mostrano come machismo e sottomissione siano le due facce di una identica medaglia. Quella di un maschile mai pienamente consapevole di sè stesso, della propria ombra e del proprio lato luminoso. Un maschio spezzato, insomma, alienato e separato da se stesso e proprio per questo oscillante con violenza fra i due atteggiamenti di disprezzo e di sottomissione adorante verso il mondo femminile.
armando
armando(Quota) (Replica)
Sbagliarono in gioventù e sbagliano da vecchi.
E’ chiaro che sono costituzionalmente chiamati all’errore…
La sola cosa che hanno imparato è questa: mentre all’epoca erano schierati con i perdenti, adesso stanno con le vincenti.
(E scusate il cinismo).
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
Questa è la mia risposta a quell’ eunuco Femminista di “Paolo1984” sul blog di femminismo a Sud(FaS):
@Paolo: Capisco che tu sei un miserabile e squallido Troll che gira su tutti i siti femministi facendo il cagnolino da guardia a difesa delle femministe, ma stai pur sicuro che loro non te la daranno mai. Perciò rassegnati, e diventa pure tu antifemminista! hai 28 anni e come tu stesso dicesti sei ancora vergine! Questa società Femminista ti ha condannato ad essere e rimanere solo come un cane, e tu da squallido Kapo continui a difendere chi ti ha ridotto in questo stato. Tu stesso sul blog della Terragni hai detto che il tuo essere esile, timido e introverso è un tuo “limite” e quindi hai concluso chele donne che non te la danno non hanno colpa in quanto, per te, la colpa è di questi tuoi presunti “limiti”.Ora se le donne fossero il Bene, come dici tu, perchè l’essere timidi e impacciati o esili è un “limite” al fine di suscitare attrazione nelle donne, mentre gli uomini bulli, quelli con la divisa, i dittatori, etc, per moltissime donne non rappresentano un “limite”? Riflettici, su! Evidentemente le donne non sono così buone e riflessive come i Media e le femministe le descrivono.Tu dici che anche gli uomini esili riescono ad avere rapporti con donne, questo è vero, ma solo in tipi di rapporto a lungo termine(matrimonio, convivenza, etc) nei quali non conta solo l’aspetto fisico ma anche il carattere, le affinità reciproche e soprattutto il conto in banca. Ma in una relazione di tipo meramente sessuale in cui quindi conta solo l’aspetto fisico, l’ uomo esile è condannato a rimanere solo, in quanto nessuna donna si sente attratta fisicamente da lui(quindi un uomo esile per farsi una trombata deve prima trovarsi un lavoro e quindi sposarsi), e questo perchè i Media da quando il Femminismo si è imposto stanno facendo una campagna denigratoria contro gli uomini esili per esaltare quelli possenti, robusti e palestrati, cioè i Macho, inculcando quindi nelle donne come ideale di “bellezza maschile” il tipo prestante e forte, facendo leva sulla pulsione femminile della ricerca di sicurezza e protezione dal proprio partner. Anche le FaS trovano automaticamente “belli” gli uomini muscolosi e palestrati, quindi come vedi loro stesse sono influenzate dai canoni mediatici. Che ipocrite! In poche parole, per le donne, un uomo esile, è apriori, automaticamente, un uomo esteticamente “brutto” e quindi fisicamente non attraente(ma dove sta scritto che un uomo non robusto e non muscoloso sia necessariamente non attraente? eppure per le donne è così) . Mentre noi uomini siamo più variegati ed elastici nei gusti in termini di aspetto fisico delle donne, in quanto troviamo una donna fisicamente attraente o meno senza rigidi schemi a riguardo della grandezza delle tette, dell’altezza e quant’altro. Io per esempio a livello fisico mi sento molto più attratto da tante donne comuni che dalle veline. Questo perchè a differenza delle donne e delle FaS in particolare, io ho canoni di bellezza fisica femminile ben diversi da quelli creati dai Media, mentre le FaS che tanto a chiacchiere si dicono contro la cultura imperante mediatica, trovano “belli” esteriormente gli uomini prestanti e muscolosi di mediatica creazione e imposizione. Le donne di oggi trovano automaticamente non attraente a livello fisico gli uomini esili. Eppure prima che la malvagità diabolica Femminista si imponesse in Occidente, cioè prima degli anni ’80, gli uomini esili ed eleganti attraevano molto le donne a livello estetico(non a caso i maggiori sex symbol maschili del passato erano esili )Purtroppo a partire dalla fine degli anni ’70, grazie alla cultura femminista dell’ “emancipazione” della donna, i Media hanno esaltato e messo in voga l’ uomo “toy boy”, cioè il bestione umanoide(o meglio, subumano) muscoloso e abbronzato da spiaggia, e quindi annichilito l’ immagine degli uomini esili inculcandoli nell’ immaginario femminile come esempio di uomini non attraenti , e così le donne hanno abboccato, pervertendo i loro gusti e le loro preferenze sull’aspetto fisico e caratteriale maschili.
Alla luce di queste cose, tu paolo, uomo esile e timido, come fai a difendere queste tue carnefici che hanno denigrato il tuo fisico e il tuo carattere, lasciandoti solo come un cane? Perchè invece non chiedi alle donne di oggi di seguire l’esempio delle donne del passato che erano attratte dagli uomini esili e timidi? Chiedi alle donne di spegnare le Tv. Manda affanculo il femminismo e gli uomini, anzi gli ometti, “machi” !
raffaele(Quota) (Replica)
@raffaele
Lo prendono per il culo e lui non se ne accorge …il problema è tutto li
mauro recher(Quota) (Replica)
Damien,
settantacinque minuti di applausi!!!!!!!!!
Gianfranco(Quota) (Replica)