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Innanzitutto, vorrei ringraziare Daniel H. per la notizia che mi ha fatto pervenire dalla Svizzera, traduzione compresa, un articolo molto interessante che rispecchia la rappresentazione dell’uomo nell’immaginario collettivo della società occidentale odierna.
Alla fine dell’articolo, sottostante, trovate un paio di riflessioni necessarie.
Vi chiedo gentilmente, nel corso della Vs. lettura, un pò di indulgenza tanto per Daniel quanto per il sottoscritto: entrambi scriviamo in una lingua che non è la nostra. Di seguito l’articolo pubblicato sul quotidiano svizzero tradotto in italiano:
“Durante una gita scolastica in un bosco in Svizzera un signore che faceva una passeggiata spaventò la classe.
La gita sarebbe dovuta servire da lezione di botanica. Il maestro voleva far conoscere meglio i miracoli della natura. Alla classe però sarebbe accaduto tutt’altro.
Del tutto adirato un allievo si recò dal professore. Aveva visto un uomo sconosciuto nel bosco, nascosto dietro un albero. Avesse sbirciato qualche minorenne? La gita fu interrotta immediatamente. La polizia fu mobilitata e i genitori dei ragazzi furono avvertiti per iscritto.
Otto poliziotti lo aspettavano nel bosco. La radio riferiva subito sull’avvenimento così come il quotidiano della regione. Uno dei lettori, un signore 56enne, padre di tre figli, che leggeva la notizia, è uno a cui piace fare una passeggiata nei boschi. Inconsapevole del fatto che fosse proprio lui l’ “uomo sospettoso nel bosco“, qualche giorno dopo si recò di nuovo in quello stesso bosco. Ciò che lo aspettava non erano però alberi, muschio e pace, ma un gruppetto di otto poliziotti. “Mi hanno chiesto che cosa ci facevo“, racconta il signore al giornale locale. La scheda segnaletica invece lo calzava perfettamente.
La faccenda si è chiarita velocemente. Alla fine il padre di famiglia voleva semplicemente fare una pausa durante la passeggiata per “riflettere un po`sulla vita“. Eppure la cosa gli lascia la bocca amara. “I poliziotti mi hanno suggerito che è meglio non farmi vivo in quel bosco nei prossimi mesi e di cercarmi un altro percorso per le mie passeggiate“ – ha spiegato l’uomo – perché altrimenti la polizia dovrebbe uscire un’altra volta”.
I bambini vanno protetti
Secondo l’ufficiale Stephan Grieder della polizia cantonale di Svito questo non fu un divieto, ma un suggerimento ben intenzionato. In questo modo, e considerando tutta la situazione sotto l’aspetto dei bambini, l’accaduto si disinnesca. Poiché se i bambini avessero rivisto l’uomo nel bosco solo poco tempo dopo, questo avrebbe potuto creare ansia e confusione.
I casi di percezione sospettoai di tutti i generi ce ne sono parecchi. Allora la polizia aumenta i controlli nella zona interessata – così come in questo caso.
L’interruzione della lezione non era necessaria. Secondo lo psicologo per minorenni, Allan Guggenbühl, il maestro si dibatteva in un dilemma. Se non avesse reagito e se fosse successo qualcosa, sarebbe stato di fronte a dei rimproveri pesanti.
Però: “Se l’uomo si tratteneva semplicemente nel bosco, allora non si trattava proprio un avvenimento particolare. Senza avvenimento allora non ci vuole un intervento“. L’interruzione della lezione, dare l’allarme alla polizia e la lettera ai genitori non erano necessari. Per gli insegnanti, situazioni di questo tipo sono molto difficili da inquadrare. In casi come questo è sempre conveniente cercare la conversazione con le persone che sembrano pericolose, chiarire la situazione da soli“, ha detto Guggenbühl.
Oggi, argomenti come la pedofilia il mobbing vengono discussi di più e possono portare ad una ipersensibilizzazione. “Prima – spiega ancora Guggenbühl – in questi casi si sensibilizzava troppo poco, oggi magari un po`troppo“.
Mercoledì nella scuola interessata nessuno è stato in grado di informare sull’avvenimento.
14.12.2016 20 Minuten Zürich
Il mio commento (di Santiago Gascò):
“La notizia è esplicita: l’uomo è percepito come pericoloso, violento, nemico. Due riflessioni s’impongono:
1) Rispetto alla donna, l’uomo predomina, in percentuale, praticamente in ogni ambito della violenza. Assassini, stupratori, aggressori sono in prevalenza uomini.
Pressoché nella stessa percentuale l’uomo predomina anche in ogni ambito che richieda un dono o che comporti un rischio. Salvatori, eroi, soccorritori sono in prevalenza uomini. Non parlo di quella prevalenza di uomini che hanno dato un contributo al progresso e all’umanità nelle scienze, nelle arti, nel pensiero, nell’edificazione del mondo, dei quali abbiamo la prova nei Pantheon o nei Premi Nobel. Parlo di coloro che rischiano e spendono la vita per salvare qualcun altro, dei quali abbiamo la testimonianza ad esempio nei monumenti ai caduti o negli elenchi dei morti in servizio delle forze d’ordine o tra i pompieri o attualmente nella medaglia della Carnegie Hero Fund Commission (91% uomini).
L’uomo è il distruttore per eccellenza; ma risulta anche il costruttore per eccellenza.
Se l’uomo oggi è percepito come pericoloso, violento, nemico vuol dire che questa società mette in evidenza solo il lato negativo e distruttore dell’uomo, ignora il suo lato positivo e costruttore, tra l’altro molto più diffuso e numeroso.
Un argomento che può essere esteso al genere umano: l’essere umano tende ad aiutare il prossimo. Se vi trovaste in una situazione di difficoltà, la percentuale di quelli che vi darebbero una mano, soprattutto su richiesta, sarebbe molto più alta della percentuale di quelli che vi ignorerebbero o addirittura vi farebbero del male (è sufficiente che il lettore rifletta sulla cerchia delle sue conoscenze; a quante di loro posizionerebbe sull’uno o sull’altro gruppo)? Perché dunque, si tende a concepire il prossimo come il nemico? Questo modo di esporre l’argomento è comunque fuorviante, perché quando parliamo di genere umano, di essere umano o di prossimo in realtà si intende come tutti sappiamo, o sospettiamo, l “uomo”: è l’uomo il nemico.
Se nel bosco a passeggiare fosse stata una donna, i bambini sarebbero stati rassicurati dagli insegnanti e dalle istituzioni, anzi forse anche sgridati per essersi spaventati senza motivo, e le forze d’ordine non avrebbero nemmeno pensato di esortare la donna a smettere di passeggiare nel bosco perché avrebbe potuto spaventare i bambini.
2) Ammesso il primo punto, cioè che statisticamente non ha nessun fondamento l’aver paura a priori del prossimo, e nemmeno dell’uomo, quelli che vi aiuteranno saranno molti di più di quelli che eserciteranno violenza contro di voi; bambini e istituzioni sono guidati dunque da un pregiudizio. Ammesso questo punto, bisogna evidenziare un altro: nessuno può essere discriminato per motivi statistici dovuti al gruppo al quale appartiene.
E’ per questo motivo che le forze dell’ordine, giustamente, non vietano ai rom di entrare nei supermercati perché i commessi sono presi dall’ansia di venir derubati, né consigliano ai giudici di affidare, nelle separazioni, i figli ai padri perché statisticamente gli infanticidi li commettono in prevalenza le madri, né sugeriscono il coprifuoco ai neri nelle città americane, perché statisticamente commettono più reati.
Eppure di recente a Colonia a Natale sono stati fermati e arrestati preventivamente molti individui per la loro appartenenza etnica, in Canada si rifiutava l’entrata di immigrati siriani di sesso maschile se non accompagnati da donne, in Spagna la legge contro la violenza di genere ha eliminato il principio di presunzione di innocenza per gli appartenenti al gruppo sessuale maschile, e a quell’uomo della notizia di cui sopra è stato richiesto dalle forze d’ordine di non passeggiare nel bosco. Tutte misure preventive e discriminatorie che sono accomunate da una sola caratteristica: i destinatari di queste misure sono tutti, ma proprio tutti, uomini.
Santiago Gascó
4 Commenti
…Eeehh, la Svizzera … un paese di uomini violenti e di donne miti…
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Claudio Manzari(Quota) (Replica)
Il link dell’articolo svizzero, in tedesco:
http://www.20min.ch/schweiz/zuerich/story/14221494
Santiago(Quota) (Replica)
Ci sono cresciuto in Svizzera.
Pensavo che, su questi argomenti, fossero messi un pò meglio di noi. E invece ….
ps. Santiago, ho corretto il nick. Sperò di non aver sbagliato.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Servizio TG1 del 09/01/2017
Questo servizio parla del fatto di cronaca a Messina dove l’ex ha versato della benzina e poi tentato di dare a fuoco la propria ex.
Dovete prestare orecchio all’ultima frase che conclude il servizio:
UN’ALTRA VITTIMA DELLA BESTIALITA’ MASCHILE…
Arturo(Quota) (Replica)