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02 Feb 2011  |  12 Commenti

“Cazzate” e “figate”

Voglio raccontarvi un episodio accadutomi,  in sé banale, ma in realtà, a mio parere, molto significativo.  

Proprio ieri ho partecipato ad una delle consuete riunioni periodiche di un’ associazione che frequento saltuariamente da qualche tempo, dove vengono organizzati dibattiti in un’ atmosfera molto informale sui temi più disparati, qualche volta anche spettacoli teatrali, per lo più sperimentali, e presentazioni di libri.

Il dibattito di ieri verteva, un po’ troppo genericamente a mio parere,  sulla relazione fra noi e gli altri e sulle difficoltà di varia natura che questa comporta.

Ad un certo punto uno dei presenti, un mio amico, intervenendo nel merito e parlando del suo rapporto con  le donne, ha utilizzato il verbo “trombare”. “Ad esempio – diceva – se incontro una donna e mi viene il desiderio di trombarla…” e via discorrendo… C’è anche da aggiungere che ieri eravamo in pochi, non più di una decina, fra cui una sola donna, c on la quale peraltro lui stesso ha una relazione.

A quel punto un altro dei presenti che ho avuto modo di conoscere in questi mesi, un uomo saccente,iper egocentrico, tutto citazioni,“chiacchiere e distintivo”, pieno di sé, incapace di una relazione umana autentica, “maschio pentito e rieducato “ secondo i migliori dettami femministi-femminilisti correnti(fintamente, secondo me è una posa anche questa) interrompe il mio amico dicendogli:”Perché utilizzi  proprio questo termine, “trombare”? Non mi suona, c’è qualcosa che non mi quadra, che mi riconduce a tempi antichi, ad una determinata concezione della donna… ”, accompagnando queste parole con la gestualità che contraddistingue questo genere di personaggi.  Il mio amico gli risponde ironicamente ma sinceramente, con queste testuali parole:”Io sono toscano, di Pisa, e dalle nostre parti si usa dire così”. “D’altronde – ha continuato – è solo un’espressione gergale come tante, avrei potuto dire “scopare”, “chiavare”, “fottere” e via discorrendo” (noi italiani, grazie a Dio, abbiamo una grande e bellissima lingua e anche un’infinità di dialetti, tutti molto ricchi e coloriti, in particolare quello toscano, ma non solo).

Il tizio di cui sopra, mantenendo la sua solita espressione da pseudo intellettuale perennemente disgustato da tutto ciò che lo circonda che non sia riconducibile a qualche sua protesi narcisistica, rimane ovviamente estremamente scettico  della spiegazione fornitagli.

Si accinge a replicare ma proprio in quel preciso momento, avendo ovviamente intuito dove voleva andare a parare, sono io che lo interrompo e gli dico:” Ma senti un po’ una cosa, a proposito di linguaggio, hai mai riflettuto sul fatto che quando si vuol significare una cosa che non vale nulla, mal riuscita, sbagliata, malsana, squallida, e chi più ne ha più ne metta, usiamo dire correntemente  che“è una “cazzata”, e quando invece ci riferiamo ad una cosa bella, sublime, meravigliosa, diciamo che è una “figata”?”.

L’uomo rimane silente, anche un po’ basito; non si aspettava una simile obiezione da parte mia. Il personaggio si atteggia normalmente a letterato e a uomo di pensiero ma evidentemente questo non gli è stato sufficiente per organizzare una replica immediata.  “Eppure – continuo – in una società dominata dal maschilismo dovrebbe essere l’esatto contrario; il termine “figata” dovrebbe essere utilizzato in una accezione negativa e “cazzata”, viceversa,  in una positiva. Così non è, come ben sappiamo. Come mai? I conti non tornano”. Silenzio da parte sua, anche un po’ imbarazzato. Subito dopo prende la parola un’altra persona e la discussione prosegue per altre vie.  

L’episodio, come ripeto, potrebbe sembrare banale, ma in realtà  lo sé solo apparentemente.  Il linguaggio non è un accidente, è lo strumento fondamentale attraverso cui significhiamo e rappresentiamo la realtà e attraverso il quale comunichiamo.  Spesso , anzi , il più delle volte, nella vita di tutti i giorni, lo utilizziamo meccanicamente, senza riflettere più di tanto sul significato delle parole e sulla loro origine. Ma queste ultime non sono affatto casuali e non nascono dal nulla, ma sono appunto la rappresentazione linguistica del nostro sistema valoriale e percettivo,  cioè tutto ciò attraverso cui noi stessi  siamo in grado di riconoscerci (e riconoscerci reciprocamente), di cui il linguaggio condiviso è lo strumento primario e fondamentale.  

Questo piccolo, apparentemente banale ma, a mio avviso, altamente significativo accadimento, può aiutarci a comprendere la complessità e la contraddittorietà (in base alle nostre categorie interpretative, sia chiaro…) del contesto in cui ci troviamo a vivere e ad operare. Per lo meno finchè la logica e la dialettica continueranno ad essere i principali strumenti di cui disponiamo per la comprensione della realtà.

Ma  abbiamo capito da tempo che non sono più sufficienti. Altre forze sono in campo e altre armi dobbiamo apprendere a maneggiare…

Nel caso specifico dell’incontro di ieri è stato facile, direi un gioco da ragazzi, ma non sempre è così…Dovremo fare molto allenamento…


12 Commenti

enrico657 3:41 pm - 11th Marzo:

basta pensare al solo termine “testa di cazzo”…

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mauro recher 5:46 pm - 11th Marzo:

infatti,c’è qualcosa che non quadra
perchè ,per fare sempre un esempio banale,frequentando i vari forum dove si parla in pochino di tutto ,nella sezione degli sfigati(anche qui come vediamo ,essere senza figa è dispregiativo ,certamente molto di più che scazzate ,anzi non viene praticamente mai usato ,) sono nella stragrande maggioranza uomini,in teoria ,se avessimo tutto questo “potere” e fossimo noi a scegliere ,dovrebbe essere il contrario ,

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Paolo 6:09 pm - 11th Marzo:

..o anche “coglione” : usato per darsi segni di reciproco disprezzo proprio fra maschi. Fa riflettere..

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Leonardo 6:33 pm - 11th Marzo:

A queste cose ci avevo già pensato da ragazzo, quando erano ancora vivi i miei nonni e altri parenti anziani e notavo lo stacco generazionale: gia dagli anni 70-80 non si usava più (a Roma) il termine: fregnone, per dire fesso. Oggi si dice: coglione! Oppure: fregnacciaro, oggi: cazzaro. C’è l’esclamazione: cazzo! che usano anche le donne; prima le femmine dicevano: fregna!
Credo comunque si usassero entrambi: maschile e femminile.

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enrico657 9:19 pm - 11th Marzo:

comunque “coglione” deriva dall’inetto generale colleone

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armando 10:00 pm - 11th Marzo:

Eccellente osservazione la tua, Fabrizio. E c’è gente che parla, rovesciandone il senso, di sessismo maschilista linguistico. E’ esattamente come sui morti sul lavoro o sugli omicidi. Quando le vittime sono maschi nessuno sottolinea il sesso, quando sono femmine allora scatta l’allarme rosso.
Comunque ti confermo che trombare è tipicamente toscano. Solo che il termine viene usato sempre più raramente. Anche questo è un segno dell’omologazione globalizzante che uccide le identità (linguistiche, culturali, di genere etc). Prima o poi se non useremo termini neutri e politicamente corretti, saremo additati come reprobi oscurntisti.
armando

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Fabrizio Marchi 9:31 am - 12th Marzo:

Per non parlare del termine “sfigato” (letteralmente: senza figa), che è di fatto il peggiore insulto che si possa ricevere, e guarda caso è quello che viene rivolto più frequentemente ai militanti dei movimenti maschili.
“Sfigato”, nell’accezione comune, è colui che è senza speranze, sconfitto in partenza perchè privo dei requisiti minimi per poter partecipare alla vita sociale come tutti gli altri. E’ il “Fantozzi di turno”, una specie di sottouomo, di mal riuscito, colui al quale, appunto, una donna non solo “non la darà mai”, ma non prende neanche in considerazione l’idea stessa di “dargliela”.
Dal punto di vista strettamente linguistico il contrario di “sfigato” è invece “scazzato” o “scoglionato” che però ha un significato molto più blando, e sta per significare una persona sostanzialmente annoiata, magari un po’ depressa.
Come vediamo, anche nell’accezione negativa, gli organi sessuali femminile e maschile, anche dal punto di vista linguistico, assumono rispettivamente significati e soprattutto valenze completamente diverse. Una condizione di estremo disagio umano e sociale viene metaforicamente associata alla condizione di colui che è “senza figa” e senza nessuna speranza di averla. La differenza tra i due concetti (“sfigato” e “scazzato”) è talmente forte che il termine di paragone femminile (“sfigato”) viene applicato (anche dalle donne) alle donne stesse (è una “sfigata”). Tutto ciò conferma, anche sul piano linguistico, che il bene prezioso è la “figa” e non il “cazzo” e che la legge della domanda e dell’offerta riguarda la prima e non il secondo che è di fatto più o meno sempre disponibile.
E’ quindi evidente che, anche e soprattutto dal punto di vista linguistico,tutto ciò che riconduce al maschile viene concettualmente svalutato mentre, viceversa, tutto ciò che è riconducibile al femminile viene esaltato, sia, come dicevamo, in senso positivo (i concetti di “figata” e di “cazzata”) sia in senso negativo (“sfigato” e “scazzato” o scoglionato”).

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carlito 10:21 pm - 12th Marzo:

Sono il toscano “colpevole” di aver usato il termine “trombare”. Se è vero che da una parte sono rattristato (molto poco!) dal fatto che suddetto verbo abbia suscitato fastidio, ribrezzo e altro, è altrettanto vero che dall’altra sono contento (tanto!) per aver dato il via, in modo del tutto involontario e inconsapevole, a svariate riflessioni. E’ bello essere invitati a riflettere! Ed è appunto riflettendo che aggiungo ai vostri commenti: appurata e accertata molto sinteticamente la divisione fra ciò che è bello e positivo (la figa) e ciò che è brutto e negativo (il cazzo), azzardo l’ipotesi di una clamorosa invasione di campo quando capita, sempre più spesso, di incontrare donne uscirsene con “mi sono rotta le palle!” (nota bene: ROTTA!). ma come cazzarola (ooops!) fanno se non ce l’hanno? avete mai sentito uomini dire “mi sono rotto le ovaie!”? Io, per mia fortuna, mai! Cazzo o figa che sia, ognuno rimanga nel proprio campo!

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sandro 10:18 am - 13th Marzo:

comunque “coglione” deriva dall’inetto generale colleone
Non è esattamente così:

http://it.wikipedia.org/wiki/Bartolomeo_Colleoni#Il_nome

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faebi 9:43 am - 13th Luglio:

Eccomi (grazie dell’invito, o del consiglio di lettura) non valuterei l’esclamazione “figata” come sinonimo di evviva la donna – salvatrice ddel mondo e “cazzata” come evidente degradazione dell’uomo.

Riconduciamo tutto alla base: per la donna è positivo essere sintetizzata semplicemente nella propria parte sessuale (non ha altra funzione sociale se non di amante, madre, moglie e compagna dell’uomo), per l’uomo invece è degradante (e quindi stupido, limitativo) essere sintetizzato nella propria funzione sessuale, importante ma non unica qualità maschile.

E invece non ci trovo niente di negativo nel termne “trombare” perché unisex… o sbaglio??

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Fabrizio Marchi 9:56 am - 13th Luglio:

Sbagli (ma non sul concetto del “trombare”, su quel punto siamo d’accordo), perché se il messaggio che fuoriesce da questo sito è questo che scrivi tu:” Riconduciamo tutto alla base: per la donna è positivo essere sintetizzata semplicemente nella propria parte sessuale (non ha altra funzione sociale se non di amante, madre, moglie e compagna dell’uomo)…”, il nostro movimento è già finito prima di ancora di nascere.
Naturalmente è una tua opinione personale ed è giusto che tu la esprima. Sappi però che così facendo non rendi un buon servigio alla causa maschile.
Fabrizio

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Rino 12:04 pm - 13th Luglio:

1- Qualche settimana fa ho incontrato l’attivista del Momas S. G. Sangas (poi recatosi a Zurigo per il secondo incontro internazionale antifemminista).

Sangas è italo-spagnolo. Diceva appunto che in lingua spagnola si usano gli stessi riferimenti ai genitali ma con significato diametralmente opposto. Segnalava che (ovviamente) le femdoministe iberiche non mancano mai di denunciare il fatto che essendo connotato negativamente l’organo femminile ciò indica…
… il carattere machista-misogino-fallocratico-fallocentrico di tutto…

2- Ancora sulla “scomparsa” di Dx e Sx.
Possiamo cambiare i nomi (e sarebbe davvero ora di farlo), registrare la fine del conflitto di classe, recitare il de profundis alla classe operaia, seppellire il termine “proletariato”, anche bruciare Marx (sono disposto a dare una mano…!) etc.
Possiamo.
Quello che non possiamo fare, a meno di voler espicitamente mentire a noi stessi (per poter mentire agli altri) è negare che:
tutte le divisioni storiche ( e prima ancora logico-epistemologiche) delle società umane sono o verticali o orizzontali.
La negazione dell’esistenza della dimensione orizzontale (e quindi della partizione sociale orizzontale) è l’eterna tentazione, quasi una necessità del verticalismo. Dunque è una proiezione verticalista. Non ci sono santi che tengano (e neanche dèi).

Rino DV

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