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Pubblichiamo la lettera di Francesco Toesca, già socio fondatore dell’Associazione Uomini Beta e naturalmente confermato in qualità di membro del Comitato direttivo dell’associazione, impossibilito a partecipare alla nostra riunione nazionale per ragioni personali.
Fabrizio Marchi
“Cari amici,
Non potendo essere presente, vorrei comunque contribuire a questa giornata importante con qualche riflessione; non tanto per amore della parola in sé, quanto per la consapevolezza che stiamo portando avanti, tutti insieme, una battaglia contro la disinformazione, la retorica, la lettura ideologica di fatti sociali, in pratica contro la disonestà intellettuale. Tutto questo deve, ora più che mai, essere affrontato con grande lucidità, prima di tutto dentro di noi, per affinare le risposte, per dotarci di armi critiche, per aumentare il nostro coraggio, per aiutarci. E questa lucidità, a mio avviso, passa attraverso una pratica analitica quotidiana, consapevole, adulta, smaliziata, verbalizzata e pensata.
Colgo l’occasione per riconoscere a tutti voi, in primis a Fabrizio Marchi, il merito dell’infaticabilità intellettuale e relazionale, che emerge nelle notti di sfinimento passate a rispondere a persone che meriterebbero, a tutta prima, di essere mandate a quel paese, nella perseveranza del rispondere con calma alle provocazioni che vogliono nascondere il vero punto dolente di questa farsa sociale che sappiamo essere l’inganno interpretativo di ciò che accade quotidianamente tra uomo e donna, nel porsi ogni giorno le domande sul perché, sul cui prodest, sul dove porti la mistificazione.
Confrontandoci quasi quotidianamente con Fabrizio ci siamo sempre trovati d’accordo sulla necessità di parlare a nuora perché suocera intenda, di prendere quindi ogni spunto, anche polemico, come occasione per mostrare il Re nudo, per far venire a galla quello che non fa comodo mostrare, fregandosene in un certo senso del possibile risultato lì per lì nella dialettica con l’interlocutore (vi assicuro che molti partono talmente prevenuti che fanno cascare le braccia) i favore di un ragionamento in più, magari ascoltato da persone più ricettive.
Dico questo ai “vecchi” ma soprattutto ai nuovi arrivati, come sprone ad affrontare questa battaglia per la giustizia e l’onestà consapevoli del suo costo: noi siamo scomodi, innanzitutto per quelli che ci vogliono bene, per i nostri amici, i nostri familiari. È una strada senza ritorno, di presa di coscienza, che ci mette nuove lenti davanti agli occhi, e come tutti i grandi cambiamenti lascia molti cadaveri sul campo. Ci accorgiamo ogni giorno di quanto questo “condizionamento psichico” praticato in silenzio sull’uomo costituisca un comodo inganno sul quale si poggiano TUTTI i legami oggi. Mettere in discussione queste “certezze” rigenera e rivoluziona le relazioni ma costa talmente caro a chi se ne avvale da incontrare enormi resistenze. Passiamo spesso per rompicoglioni, per fissati, per polemici. E soprattutto per insoddisfatti, incattiviti, irrisolti. È logico e fisiologico: quando si critica, lo stolto guarda al dito e non alla luna. Come per la follia, è più facile etichettare una persona come pazza che non mettere in dubbio ciò a cui siamo ancorati.
Detto questo, due parole sul mio ruolo qui. Provengo da un contesto che ha fatto della cercata e ritrovata connessione tra teoria e pratica la sua patria. Inevitabilmente quindi, pur avendo maturato nel tempo le mie convinzioni in questo campo, il terremoto è avvenuto con la mia separazione coniugale e con la sottrazione dei miei figli, un tentativo di privarli del mio affetto che ho dovuto contrastare con una battaglia massacrante. Ciò mi ha costretto e permesso di configurare la mia funzione nella Questione Maschile come un cardine tra il mondo dei padri e delle separazioni e quello delle relazioni tra i sessi. Impossibile per me osservare una realtà e non domandarmi perché si sia costituita, cosa la scateni, quali vantaggi per qualcuno la rendano devastante. Pratica, elaborazione dei motivi, azione intellettuale ed applicazione coerente nella nostra vita. In sostanza, sono un agente sulla strada, avendo contatto quotidiano con il mondo delle separazioni e crescendo nella mia funzione di aiuto a chi soffre questa ennesima ingiustizia. Un ruolo drammatico ma importantissimo, per via appunto del confronto tra teoria e realtà. OGNI riflessione, ogni scritto, ogni chiacchierata con voi trova una puntuale conferma nella vita quotidiana.
Questa verifica, questa conferma, sono per me indispensabili proprio per ciò che dicevo sopra. Questa battaglia va condotta con ONESTÀ INTELLETTUALE, costi quel che costi.
Invito quindi tutti noi non solo a non perdere mai di vista questo nesso causa effetto ed a ricercarlo con costanza, ma anche a trarre incoraggiamento dalla realtà. Nessun processo sociale di cambiamento (quello che promuoviamo qui) può prescindere dalla necessità e dalla urgenza. Vedere questo bubbone pesa emotivamente ma al contempo conferma la giustezza della nostra azione.
Grazie a tutti, Francesco”.
Francesco Toesca
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Questo è l’intervento di Francesco Toesca, già socio fondatore del’Associazione Uomini Beta e naturalmetne confermato come membro del Comitato direttivo.
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