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Cari amici e amiche, abbiamo deciso, come Movimento degli Uomini Beta, di organizzare una riunione per sabato 29 giugno a Roma alle ore 15. La discussione potrebbe eventualmente protrarsi anche la mattina seguente fino a quando riterremo opportuno, come credo altamente probabile, dal momento che la carne al fuoco è molta. Decideremo comunque insieme sul momento .
L’incontro si rende necessario per diverse ragioni.
La prima è l’esigenza avvertita da molti di noi di avere dei momenti di elaborazione, confronto e approfondimento sui temi di cui ci occupiamo. Il nostro sito e i social network svolgono un ruolo fondamentale da questo punto di vista ma è evidente che non possono essere sufficienti.
Come abbiamo detto più volte, è necessario dotarsi di un’analisi e di una interpretazione corretta della realtà storica e sociale (e della sua complessità) in cui quello che per brevità potremmo definire come neofemminismo/guerra sessismo (termine di nuovo conio) è cresciuto e si è affermato come ideologia dominante all’interno delle società capitalistiche occidentali. Purtroppo, a nostro parere, alcuni settori e diversi singoli militanti del movimento maschile sono ancora prigionieri di schemi ideologici che noi riteniamo a dir poco obsoleti, nella speranza che nessuno si offenda. Del resto, da democratici (non in senso partitico…) convinti quali siamo, rispettiamo le opinioni di tutti, ma sarebbe sciocco, inutile e soprattutto ipocrita da parte nostra celare le nostre idee e le nostre vere intenzioni, come diceva qualcuno.
La seconda è di carattere più politico-operativo, nel senso che vogliamo uscire da quella riunione con un documento sulla questione del “femminicidio_Convenzione di Istanbul” che intendiamo proporre anche ad altre associazioni e movimenti. Come sapete abbiamo già lanciato questa proposta in tal senso https://www.uominibeta.org/articoli/unemergenza-democratica/ che è già stata sottoscritta da molti. Alcuni amici di altre associazioni ci hanno chiesto delle integrazioni (che faremo), dopo di che la renderemo pubblica sia sulla rete che fuori.
La terza (ma non meno importante delle altre, anzi…) è quella di rafforzare sempre più la nostra comunità e l’ amicizia che si è creata spontaneamente fra molti di noi, anche non organici o omogenei a Uomini Beta.
Sono quindi invitati anche i non aderenti a Uomini Beta, purchè in qualche misura vicini o comunque non lontanissimi dal nostro orizzonte culturale, filosofico e “politico” (non in senso stretto o partitico ma appunto in senso ideale e valoriale…). Non perché gli altri siano sgraditi, sia chiaro (anzi…) ma perché la riunione ha carattere sia di elaborazione culturale-politica che di operatività politica. Per cui non avrebbe senso né utilità mescolare troppe e diverse sensibilità politiche e culturali.
Per tutti gli altri amici, ribadiamo che siamo disponibilissimi, come abbiamo più volte sottolineato e auspicato, a momenti di confronto e di discussione che riteniamo di vitale importanza.
Chi avesse intenzione di partecipare può scrivere alla posta del sito o al profilo facebook del sottoscritto e gli verranno date tutte le indicazioni tecniche del caso.
Un caro saluto a tutti/e.
15 Commenti
Io non ci potro`essere, ma avete il mio memorandum…
Pappagallus Nocturnus(Quota) (Replica)
Partecipo idealmente alla riunione, confidando che possa essere un incontro sano e robusto. Vorrei partecipare anche con un paio di suggerimenti, anche se l’ordine del giorno probabilmente è già stato definito.
Per quanto riguarda la convenzione di Istanbul ratificata da quei babbei del parlamento, potrebbe darsi il caso che, dove venga espressamente richiamata una specifica condizione femminile, questa normativa si scontri con l’art.3 della costituzione. Ora, non so bene come funzioni, ma la Corte costituzionale può essere messa in moto da una associazione? Per il Movimento sarebbe un grande atto politico e mediatico, misurato sulle forze, poche per ora, di cui dispone. In parlamento sono tutti femministi, per convinzione o più probabilmente per convenzione, ma fuori in altri ambienti non è ancora detta l’ultima parola, che anzi l’ultima parola spetta proprio alla suprema corte.
In secondo luogo, mi viene in mente una proposta folle. Perchè non creare una cassa di mutuo soccorso nei casi di accuse ingiuste, di spese processuali, e altri tipi di spese? Pensateci, aprire un conto corrente, in cui ognuno dà per quel che può, è un atto molto concreto, e perciò politico, al di là delle sacrosante battaglie filosofiche. In più vi potreste fare un’idea di quanto sia diffuso nella società quel sentimento che vede nel femminismo un movimento che ha oltrepassato il segno della battaglia per la parità, diventando qualcosa di essenzialmente diverso.
Mi pare che Marchi abbia una formazione politica, pertanto vi invito a compiere passi politici, nella misura delle vostre forze.
Io mi unirò non appena riuscirò a superare il blocco psicologico di espormi in prima persona con nome e cognome.
principe delle asturie(Quota) (Replica)
BUON LAVORO.
Caro Fabrizio, cari amici di Ubeta,
sapete bene che su alcune cose, importanti, la mia visione diverge dalla vostra. Ciò non mi impedisce, però, di individuare le cose, tante, su cui concordo, nè di comprendere la grande importanza del movimento che ho salutato con favore fin dalla sua nascita.
Vi auguro quindi buon lavoro di cuore, sperando che cresca, che espanda la sua influenza e che faccia finalmente pensare (ed anche agire, ovviamente) tutti quegli uomini genericamente di sinistra ma bloccati ad esprimersi dalla soffocante ideologia femminista che si è impadronita dei partiti che si dichiarano di sinistra (non so con quale legittimità, a dire il vero). C’è un gran bisogno di questo, così come c’è un gran bisogno che gli uomini genericamente di dx riescano a emanciparsi dalla povertà culturale e dal conformismo dei partiti che si dichiarano appartenenti a quell’area, altrettanto nocivo.
Ancora buon lavoro.
Armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
Ecco i primi 30 minuti (solo audio) ,ho provato e i sembra che si senta abbastanza bene ,chiariamo che è un file “originale” senza tagli …
http://www.mediafire.com/download/a09x0w92bgv7oua/MOV001.mp3
mauro recher(Quota) (Replica)
In onore dell’icona del nostro movimento: Charlie Chaplin.
E’ uscito su “il venerdì di Repubblica” del 28 giugno 2013 (lo scorso venerdì quindi) un bel servizio su Chaplin a firma di Michele Smargiassi.
E un pezzo davvero molto bello che vi consiglio di leggere. E da cui emerge il rapporto con il fratello Sidney: fortissimo e sembrerebbe quasi più da padre-figlio che fraterno.
Mi ha colpito, tra l’altro, questa frase del giornalista: “C’è sempre un’altra storia nei carteggi della storia, c’è sempre un altro uomo nei cassetti di un grande uomo.“.
Mi sembra un ottimo antidoto alla sciocchezza “dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”.
A seguire l’ebook ed il testo del servizio.
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CHAPLIN SEGRETO
LA FRAGILITÀ DI UN UOMO SOLO COL SUO SUCCESSO E GLI AMORI TORMENTATI, MA ANCHE LA FURBIZIA, IL FIUTO PER GLI AFFARI E INSOSPETTABILI DOTI DA 007. LA CINETECA DI BOLOGNA SVELA UNO CHARLOT INEDITO, GRAZIE A 170 MILA PAGINE, FOTO E LETTERE FINALMENTE CATALOGATE. IN MOSTRA DAL 3 LUGLIO
di Michele Smargiassi
BOLOGNA.
La sera del 31 luglio 1916, in un albergo di Los Angeles, Charlie Chaplin si sente più solo di Charlot il vagabondo. Nessuno l’ha mai visto così giù. Chiama la Western Union e spedisce a New York un telegramma disperato: «Questo film non mi viene proprio». Come sempre, fin da quando faceva la fame sul marciapiede, il suo salvagente è Sydney, il fratellone buono, l’alter ego discreto e paterno del gigante dello schermo. Lo implora: «Buttami giù subito delle gag e scrivimele per telegramma». Chaplin ha 27 anni, ma è già all’apice della sua fortuna: bello, famoso, ricco, conteso dai produttori e dalle donne. E molto stressato. La Mutual Film, per contratto, vuole da lui ogni mese un film di due rulli. Lui ha promesso una storia su un finto conte che seduce una ricca ereditiera, ma si è impantanato. Tom Harrington, il suo assistente di fiducia, è allarmato: «Charlie è depresso da due settimane, non combina nulla», telegrafa anche lui a Syd, «lascia perdere tutto, prendi il primo treno e corri qui, ha bisogno di te. E non dirgli che te l’ho detto io».
Alla fine, il film lo consegna in tempo. Ma non è Il Conte. È One A.M., la comica che i critici oggi considerano un capolavoro sperimentale, mezz’ora di one man show, solo davanti alla cinepresa, è la storia di un ubriaco che rientra all’una di notte e ingaggia una lotta furibonda con gli oggetti di una casa trasformata in una giungla ostile. Bene, ora sappiamo che quel pezzo di bravura fu probabilmente l’improvvisazione di un genio con le spalle al muro, il virtuosismo disperato e strepitoso dell’ultimo minuto. Il 7 agosto, esausto, Charlie scrive ancora a Sydney: «L’ultimo film è stata una disperazione, ma adesso ti prego molla tutto e vieni ad aiutarmi».
C’è sempre un’altra storia nei carteggi della storia, c’è sempre un altro uomo nei cassetti di un grande uomo.
Quello che Cecilia Cenciarelli ha conosciuto lavorando per dieci anni sul suo archivio privato forse è ancora più grande del suo mito: «Quel che sembra sgorgare direttamente dai piedi o dai muscoli del suo corpo di funambolo, senza passare dalla testa, viene in realtà da grandi ripensamenti, stalli, crisi creative. È come aver trovato la sua terza dimensione». E adesso è giunta l’ora di raccontarla. Oltre 170 mila pagine, lettere, copioni, fotografie, sono finalmente ordinati, datati, schedati. Composto senza clamore, il Dossier Chaplin è terminato, e il 3 luglio la Cineteca di Bologna lo renderà pubblico con una serata succulenta per i cinefili, al cinema Lumière. Un Chaplin inedito regalato all’umanità.
Poteva anche non accadere. Quando nel 1952 i maccartisti cacciarono dagli Usa uno dei loro più grandi artisti, Chaplin dispose che il suo archivio rimasto a New York fosse distrutto. Per fortuna Sydney, il saggio lungimirante Syd, si oppose. Casse e casse di carte seguirono Charlie nell’esilio europeo. Dove l’unico a frugarci, ma solo in parte, fu il suo maggior biografo, Kevin Brownlow. Le riscoprì Gianluca Farinelli, il direttore della Cineteca di Bologna, al cui laboratorio d’eccellenza, Il cinema ritrovato, gli eredi Chaplin affidarono il restauro di tutti i suoi film, anch’esso ormai completato. E ottenne il permesso di portare qui a Bologna e recuperare anche quel caos di carta e polvere.
C’è dentro, davvero, un Chaplin che non vi aspettate. Umorale, tenero, depresso, euforico, dolce. E furbissimo. Molti episodi sono da riscrivere. Come la nascita della United Artist, la casa cinematografica indipendente che Chaplin fondò nel 1919 assieme a Douglas Fairbanks per liberarsi della tirannia delle major. Bene, è una vera spy story. Eccovela. Syd ha saputo che gli heavy weights, i pezzi grossi di Hollywood, tramano contro Charlie. Trovano le sue pretese troppo alte, vogliono «fare cartello» contro di lui, fargli abbassare la cresta. Si vedono segretamente 1’8 gennaio 1919 all’hotel Alexandria di Los Angeles. E Chaplin agisce. Organizza un vero Watergate. Noleggia due investigatori privati e li manda a spiare. Abbiamo i rapporti dattiloscritti di Operator #5 e Operator #8. Perfetti. Orari, descrizioni, dettagli. Nomi: Adolph Zukor, Samuel Goldwyn, Benjamin Schulberg, i padroni della celluloide. I due spioni origliano: «Chaplin è un problema, vuole un sacco di dannati soldi», «È Doug il tipo tosto», «Sono stufo di questo gioco». La trappola è pronta a scattare. Ma Chaplin gioca d’anticipo: convoca una conferenza stampa, nello stesso hotel, e annuncia che da ora in poi si produrrà i film da solo. Papaveri scornati, Chaplin fa tremare Hollywood, non glielo perdoneranno.
Le carte non sono carne viva, certo, ma sono indizi di vita. Un mare di indizi per una vita dietro la maschera, la bombetta, i baffetti. Ecco ancora un Chaplin malinconico, a Londra, anni Cinquanta: gira il suo primo film d’esilio, Un re a New York, ma a Syd confessa di sentirsi «come un attore alle prime armi». Ecco le sue donne, tante, i suoi amori tutti travolgenti, ecco una lettera ardente, anche nel colore rosso dell’inchiostro, a Edna Purviance, la meno vendicativa delle sue sedotte e abbandonate; a differenza di Joan Berry che lo portò in tribunale per una paternità negata, della quale invece spuntano i provini e il copione di un film che lui aveva pensato per lei, Shadow and Substance, non realizzato, che però piacque a Rossellini (di cui ci sono anche le lettere). E l’album mai visto del viaggio (in Asia) di nozze (segrete) con la terza moglie Paulette Goddard, dove ogni foto è un corto, basta un obiettivo e Chaplin non resiste e recita: eccolo davanti a un trofeo di pesca con aria finto-sbruffona alla Hemingway.
Ancora delusioni, l’insuccesso di Tempi moderni, e Syd che in sette pagine gli spiega dove ha sbagliato, spietato come solo un fratello può essere. Poi i progetti mai realizzati, ambientati sulla Luna o nell’Impero romano, ecco il copione fanta-apocalittico che gli scrive James Agee, giornalista e amico, su uno Charlot unico superstite in una New York post-nucleare, che peccato non sia mai stato girato; o la curiosità di Jean Renoir per Freak, storia di una donna alata che non volerà mai sullo schermo. E fra le settecento foto private, ecco quella splendida che gli scattò Candice Bergen in una camera d’albergo di New York, nel 1972, gran rentrée per il suo secondo Oscar: ma Chaplin ora è un anziano stanco, sprofonda in un divano guardando un televisore che trasmette Il circo. E qui ancora un foglio dattiloscritto, un abbozzo inedito di autobiografia, forse una poesia. Un verso a caso: «Quando Mamma mi parlava di Gesù, volevo morire per andare a conoscerlo».
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2013/07/05/resoconto-riunione-uomini-beta/
ci dovrebbero essere anche i file audio ..ditemi se funzionano
..poi ,mi sono permesso ,in modo scherzoso di fare una piccola parodia ,cioè come ,in un immaginario femminista , com’era la riunione di uomini beta ..
http://femdominismo.wordpress.com/2013/07/05/parodia-riunione-degli-uomini-beta-in-un-immaginario-femminista/ se è una cavolata ditelo pure che la tolgo
mauro recher(Quota) (Replica)
Segnalo a tutti che il Movimento degli Uomini Beta si è costituito ufficialmente anche come Associazione culturale.
La riunione costitutiva si è svolta a Roma il 7 novembre scorso. L’atto costitutivo e lo Statuto dell’associazione, depositati dal sottoscritto agli uffici competenti , portano la data del 7 novembre.
Tengo a sottolineare che la scelta del giorno è stata del tutto casuale. Nondimeno, per la gioia di Pappagallus, ma in fondo, tutto sommato, anche la mia (e secondo me pure di qualcun altro anche lo non lo vuole ammettere), il caso ha voluto che la nostra associazione nascesse ufficialmente proprio quel giorno (anche se, ovviamente, si tratta solo di un passo formale, esistiamo, ed è ciò che conta realmente, come movimento e come aggregazione sociale, culturale e di fatto anche politica). Un segnale?…
Non abbiamo strombazzato ai quattro venti la cosa perché ritenendola un passaggio formale che avevamo deciso da tempo, ci sembrava inopportuno scomodare gli amici residenti fuori Roma, per cui abbiamo chiamato a raccolta soltanto i romani, con l’eccezione di Luigi Corvaglia che all’unanimità è stato eletto all’unanimità, su mia proposta, come Vicepresidente (non voleva che lo comunicassi ma lo faccio lo stesso…). Il sottoscritto è stato eletto, sempre all’unanimità, come Presidente. Gli incarichi hanno la durata di due anni, dopo di che dovranno essere rinnovati.
Sono naturalmente aperte le iscrizioni, per chi lo volesse (pubblicamente o scrivendoci una email al nostro indirizzo di posta elettronica). Lo Statuto prevede anche il versamento di una quota che dobbiamo ancora stabilire (si tratta di dieci o venti euro, nessuno si spaventi…). E’ importante sottolineare che i soci ordinari hanno gli stessi diritti, doveri e poteri dei soci fondatori, senza alcuna differenza.
Chi volesse aderire formalmente deve comunque riconoscersi nella nostra Carta dei Principi, pubblicata sulla homepage del sito. E’ fondamentale che, pur nelle legittime diversità culturali e politiche, ci sia però la condivisione di alcuni valori fondamentali che sono appunto quelli che abbiamo scritto sulla Carta dei Principi.
Bè, che dirvi, ora esistiamo anche formalmente, anche per lo stato italiano.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Tengo a sottolineare che la scelta del giorno è stata del tutto casuale. Nondimeno, per la gioia di Pappagallus, ma in fondo, tutto sommato, anche la mia (e secondo me pure di qualcun altro anche lo non lo vuole ammettere), il caso ha voluto che la nostra associazione nascesse ufficialmente proprio quel giorno”
Non ho parole.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Questa si che è una notizia ….per il pagamento ti va bene uguale se pago con questi ?
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Come mai Uomini Beta non ha una propria pagina ufficiale su facebook? Tutti i movimenti e associazioni oltre ad avere un proprio sito hanno anche una pagina facebook ufficiale associata. In Facebook una pagina è diversa da un gruppo o da un account personale in quanto tutti possono accedervi per commentare e soprattutto è visibile a tutti. Ho notato che UB su facebook ha un gruppo(tra l’altro hackerato) e un account personale(tra l’altro le regole di FB vietano di usare account per nomi non veri), ma non ha una pagina, e solo una pagina può dare visibilità, in quanto i post dei gruppi non possono essere condivisi al di fuori. Quindi al fine della diffusione della QM vi consiglio di aprire una pagina di UB su facebook.
Questo è un esempio di pagina:
https://www.facebook.com/pages/AntiFemminismo/297305676963266
Tarallo(Quota) (Replica)
…
Si, è vero. Ma è in ottima e abbondante compagnia direi …
Battute a parte, hai ragione. Peraltro il profilo al momento è un pò “dormiente”.
Tutto questo comunque sarà sicuramente, insieme al nuovo sito “generalista, all’ordine del giorno della prossima riunione.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Tarallo,
veramente abbiamo ormai da molto tempo un profilo su facebook. Ne abbiamo aperto uno “nuovo”, diciamo un anno e mezzo o un paio di anni fa, dopo che il vecchio era stato attaccato da una femminista tedesca…Anzi, direi che siamo molto attivi su facebook…è forse uno dei luoghi che ci porta maggior visibilità…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
in ogni caso possiamo anche aprire una pagina, perchè no…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
Sì, è vero, il profilo è un pò dormiente però siamo molto attivi sulle nostre rispettive bacheche e su quelle dei vari gruppi e movimenti dove interagiamo moltissimo. Evidentemente anche gli altri optano spontaneamente per questa modalità piuttosto che andare sul profilo; è un fatto. Quindi ciò che conta è la nostra presenza e la nostra vivacità sui social network. Molti di noi sono molto attivi su facebook.
In ogni caso la pagina si può aprire anche subito. Io non ci avevo neanche pensato, a dire il vero…I “tecnici” (di certo non il sottoscritto per evidenti ragioni… ) si attivino. Si tratta solo di pubblicare i nostri articoli e i nostri video sulla pagina una volta aperta (credo…).
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Comunque voglio rassicurare Tarallo (e tutti gli altri): stiamo crescendo moltissimo in visibilità. In moltissimi ormai ci conoscono e il sito ha aumentato progressivamente i suoi visitatori, specie negli ultimi sei mesi. Non scendiamo mai sotto i 240 visitatori circa al giorno e molto spesso superiamo ampiamente i 300. Rispetto a neanche un anno fa abbiamo raddoppiato il numero dei visitatori. Ed è assolutamente verosimile se non certo pensare che continueranno a crescere… sono convinto che nell’arco di qualche mese arriveremo ad attestarci stabilmente sui 400 visitatori al giorno. Peraltro, rispetto a prima, abbiamo molti lettori dall’estero, come già dicevo tempo fa, in particolare dagli USA e dalla Gran Bretagna, ma anche dalla Francia, dalla Spagna, dalla Russia e da altri paesi.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)