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Personalmente posso arrivare a giustificare tutto, politicamente parlando, anche la corruzione e le tangenti, ma non la menzogna. Sono dotato di sufficiente senso della realtà (o di “realpolitik”, se preferite) per capire che a volte in politica si può anche arrivare a mettere in atto comportamenti che la morale comune (ipocrisia, molto diffusa, a parte) non può che condannare.
La menzogna invece è, per quanto mi riguarda, assolutamente intollerabile, specie se a diffonderla è un uomo sedicente di sinistra, non so quanto consapevolmente o meno. Specie per chi, come me, è amante della filosofia, cioè dell’amore per il “vero” prima ancora che del sapere.
Ieri sera, durante la trasmissione “Piazza Pulita”, il candidato alla segreteria del PD, Cuperlo, ha ripetuto per l’ennesima volta ciò che viene ripetuto come un mantra da anni, e cioè che le donne, a parità di mansioni e di qualifica, percepirebbero un salario inferiore a quello degli uomini.
Questa è una menzogna di cui un uomo politicamente e culturalmente avveduto come Cuperlo a mio parere non può non essere consapevole; tuttavia per fini elettorali continua a sostenerla.
Le donne guadagnano complessivamente di meno degli uomini per le seguenti ragioni:
1) L’ingresso massiccio e sistematico delle donne nel mondo del lavoro è un processo relativamente recente; risale al primo dopoguerra quando la divisione sociale e sessuale del lavoro all’interno del sistema capitalistico ha cominciato a mutare profondamente (sarebbe ora troppo lungo e complesso spiegare questo processo e per ovvie ragioni di tempo e spazio non lo faccio). E’ ovvio quindi che per quanto questo fenomeno sociale e di genere sia stato sistematico, un gap, intermini occupazionali, è assolutamente normale e fisiologico;
2) le donne vanno in maternità, scelgono molto spesso di lavorare part time, svolgono molte meno ore di lavoro straordinario rispetto agli uomini, e fino a pochissimo tempo fa andavano in pensione cinque anni prima degli uomini;
3) le donne sono per lo più occupate in impieghi più sicuri rispetto agli uomini (pubblica amministrazione, scuola e terziario vario) e relativamente meno remunerati rispetto ad altre occupazioni o professioni (un camionista o un minatore guadagnano di più di un impiegato ma se analizziamo la relazione fra tempo, energia, fatica, rischi, condizioni di salute e salario, non so se sia più conveniente fare il camionista i il minatore piuttosto che l’impiegato…);
4) le altissime sfere, come si suol dire, sono ancora in larga maggioranza occupate dagli uomini, o meglio, da una minoranza esigua di uomini (per le stesse ragioni legate a quella divisione sociale e sessuale del lavoro a cui facevo cenno sopra) che però percepiscono redditi enormi rispetto alla grandissima maggioranza sia degli uomini che delle donne.
Alla luce di tutto ciò è evidente che se calcoliamo il reddito complessivo delle donne e degli uomini, risulta che le prime guadagnano di meno dei secondi. E’ ovvio e non potrebbe essere altrimenti.
Ma questo è un altro discorso che NON ha NULLA a che vedere con la menzogna sistematicamente diffusa ed alimentata ad arte (la stessa che ha ripetuto ieri in tv il, “piazzista” Cuperlo) in base alla quale le donne, in quanto donne, quindi in virtù o a causa della loro appartenenza sessuale, a parità di qualifica e mansione, guadagnerebbero meno degli uomini.
Se così fosse il sottoscritto sarebbe il primo a mobilitarsi contro una intollerabile legislazione sessista e razzista (e quindi nazista). .
Ma così NON è. Le ragioni di questo gap, che comunque non è quello che vorrebbe far credere il mainstream politico-mediatico dominante, è dovuto alle ragioni che ho poco sopra spiegato.
Un relativamente recente studio della Bocconi (che posso fornire a chiunque lo volesse), che non è un circoletto di maschilisti (anche alcune studiose hanno dato il loro contributo a questo lavoro) , spiega, con dati, numeri, percentuali e statistiche alla mano, che la differenza salariale tra donne e uomini, a parità di qualifica e mansioni, oscilla tra l’1 e il 2%. Questa differenza è dovuta appunto alle ragioni di cui sopra (part time e minore ricorso al lavoro straordinario).
Perché allora diffondere ad arte una menzogna con la quale si vorrebbe convincere la gente che le donne sono discriminate dal punto di vista salariale, in quanto donne?
Sono stato educato, grazie ai miei studi ma anche all’educazione che ho ricevuto, a chiedermi il perché delle cose, e non ho perso questo “vizio”.
Personalmente la risposta me la sono già data e da tempo e chiunque fra voi segue quanto scrivo e sostengo, la conosce. E poi preferisco utilizzare il famoso metodo maieutico di socratica memoria. Che ciascuno indaghi, si interroghi, e poi ne riparliamo.
Contestualmente, nella stessa trasmissione, un altro “saltinbanco” a stipendio, cioè l’esponente di Forza Italia, Micaela Biancofiore, poco prima di Cuperlo, ha invece detto per una volta una cosa che quasi tutti (e secondo me quasi tutte) pensano ma non dicono, perché è una “verità” troppo scabrosa e oggi, in tempi di dittatura politicamente corretta, addirittura indicibile. Forse (anzi, quasi certamente) l’ha detta soltanto per cercare di difendere il suo capo, o forse perché emotivamente travolta dalla discussione in un contesto in cui era stata abilmente messa in minoranza (anche se lo scrittore Aldo Busi l’ha di fatto difesa, anche in modo simpatico, per una volta..).
Sta di fatto che ha pronunciato le testuali parole:”La stragrande maggioranza delle donne si genuflette agli uomini ricchi e potenti”. E subito dopo ha soggiunto, rivolgendosi ad un pubblico femminile in sala tra lo stupefatto e l’incredulo:”Non facciamo le ipocrite perché sappiamo perfettamente tutte che è così”.
Panico e sgomento in sala.
Ora, a mio parere la Biancofiore ha scoperto l’acqua calda, come si suol dire, ha detto cioè una cosa che tutti sanno da sempre ma che oggi è proibito dire da una pseudo neobacchettona e ipocrita cultura politically correct dominante che decide ciò che può essere o non può essere detto.
Lei invece l’ha detta, ha, forse suo malgrado, rotto lo schema. Come dicevo non è importante, per quanto mi riguarda, il perché l’abbia fatto. Ciò che conta è che lo ha fatto.
Ieri una potenziale verità (non ci sono ovviamente studi o statistiche nel merito che possano confermare l’assunto della Biancofiore -che è anche il mio – se non un ragionevole buon senso e un briciolo di onestà intellettuale e di coraggio) e una menzogna CERTA che chiunque può verificare, con dati numeri, statistiche e soprattutto leggendosi i codici e la Costituzione (NON esiste peraltro, e ovviamente, un solo contratto di lavoro che preveda la minor retribuzione di una donna rispetto ad un uomo a parità di qualifica) si sono incontrate nello stesso momento.
Se attribuissimo all’attuale “destra” e all’attuale “sinistra” un valore che a mio parere più non hanno (sto parlando della loro attuale declinazione storica e politica, non in termini valoriali e metastorici), potremmo dire che siamo di fronte ad un paradosso: un uomo di sinistra che dice una menzogna sapendo di dirla, che manipola e deforma la realtà, e una donna di destra che dice, non dico una verità, ma ciò che moltissimi/e pensano come assolutamente verosimile ma che non hanno il coraggio di dire (mi arrogo la presunzione di affermare che chi lo nega o è un gonzo, o un opportunista in malafede, oppure un vile)
Ma questo sarebbe un paradosso se appunto attribuissimo un valore alle attuali “destra” e “sinistra” che invece null’altro sono se non facce dello stesso sistema.
E quindi, visto che, a modo nostro, facciamo politica anche noi, per una volta, seppur con un’ovvia punta di ironia (e di amarrezza…), non possiamo che dire:”Evviva la Biancofiore! Evviva chi prova a dire ciò che ritiene essere vero!” (per lo meno rispetto a chi sa di dire il falso..)
[youtube_sc url=”http://youtu.be/qXl1muU8Y6I” title=”Piazza%20Pulita%20-%20Intervento%20Biancofiore_25.11.2013%20″]
64 Commenti
riusciamo a recuperare anche il pezzo con Cuperlo?…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://www.avoiceformen.com/feminism/gender-pay-gap-between-numbers-and-propaganda/
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Per il pezzo con Cuperlo ,adesso provo a vedere , comunque su questa vicenda ,ho avuto una botta e risposta sul sito di “giornalettismo”
http://www.giornalettismo.com/archives/1234483/michaela-biancofiore-e-le-frase-choc-sulle-donne-a-piazzapulita/?fb_comment_id=fbc_261108724040267_1064194_261126017371871#f2b9ed1394
questo è il mio commento che ho riportato anche su facebook
Non vedo veramente cosa ci sia di scandaloso ..questa volta la Biancofiore ,che di solito dice grandi cavolate (mi basta ricordare i nipotini di Marx ,rivolti a quelli del PD ) qui mi sento di darle ragione ,provate a vestire il Silvio nazionale con una tuta di metalmeccanico o muratore o spazzino ecc ecc .e vedrete quante feste con le “donnine” poteva organizzare …ovvio ,come il sole ,che non tutte le donne si prestano ,ho lavorato con donne che facevano le pulizie come il sottoscritto e facevano fatica a d arrivare a fine del mese , però ,e mi ripeto ,la Biancofiore non ha detto niente di scandaloso
una mi ha risposto
Quattro o cinque, cento o cinquecento prostitute NON SONO la maggioranza delle donne….Grazie! Chiaro che non so chi frequenti tu!
questa è la mia contro risposta
non si tratta di prostituzione o meno ,perchè una prostituta ,basta,che la paghi ,va anche con l’operaio ,qui c’è qualcosina in più, c’è il potere in ballo ,mi ripeto se il Silvio nazionale avesse la tuta di metalmeccanico addosso ,stai pur certa che doveva adattarsi con la sua macchina utilitaria ed andare in giro per stradine secondarie ,altro che balli di lap dance dentro in casa sua o spettacolini soft erotici ..sta il fatto che ,inutile che ci giriamo intorno , il potere attira , ma mi dirai ,”Molti operai sono felicemente sposati ecc ecc “,infatti non lo nego ,però da un operaio non si buttano a pesce ,su Berlusconi si ,poi è chiaro che a te Berlusconi fa schifo e lo eviti , (politicamente fa schifo pure a me) ma ti attirano altri uomini ,che può essere il cantante di grido ,l’attore ecc ecc ,finisco ,non la voglio fare un “sermone” ,facciamo un altro esempio …proviamo a prendere in considerazione un posto di lavoro maschile ,un officina ..li si troverà il famoso calendario delle donne nude ,ebbene queste donne ,sebbene bellissime ,sono completamente anonime …proviamo a prendere un posto di lavoro prettamente femminile ,un ufficio ,li troverai uomini nudi o non non ha poi importanza ,ma troverai il cantante di grido ,il calciatore o l’attore in definitiva ,persone famose ..qualcosina vorrà pur dire ,o no?
Mauro Recher(Quota) (Replica)
qui c’è la puntata intera , bisogna andare verso le 2. ore …
Piazzapulita : 25/nov/2013 — (clicca qui per l’intervento di Cuperlo)
…
Mauro Recher(Quota) (Replica)
“Lei ascrive questa cosa al genere femminile tout court?” chiede un incredulo e allibito Formigli alla Biancofiore la quale risponde: “No, tout court no sennò mi dovrei annoverare pure io e bla, bla, bla”. Direi invece che questa evidente e ovvia caratteristica è da ascriversi all’ontologia femminile e la Biancofiore, suo malgrado, entra nel novero delle interessate per assoluto diritto naturale… d’altronde il suo percorso politico e soprattutto certe sue prese di posizione in difesa dell’homo novus della politica italiana parlano da sè.
Ethans(Quota) (Replica)
Non è proprio pertinente ,ma questi sono i video degli interventi di Marcello Adriano Mazzola alla puntata di oggi di uno mattina
ecco i tre video
http://youtu.be/D8bXM4-RrNk
http://youtu.be/hgoogbRT1-4
http://youtu.be/Nf745TbwSXo
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Complimenti a Mauro per aver registrato e postato questi interventi, molto interessanti. Complimenti anche a Mazzola, che ha assolto il suo difficile compito in maniera molto coraggiosa ed equilibrata. Tutto sommato un apprezzamento va rivolto anche ai conduttori, in particolare a Timperi che già conoscevamo come uomo libero, non votato a schierarsi sempre e comunque dalla parte del politicamento corretto. Sull’intervento di Pollo, se ricordo bene il suo cognome, penso che abbia assunto una posizione abbastanza convenzionale, evidenziando solamente gli aspetti positivi nei cambiamenti in atto, assumendo una posizione molto prudente. Ancora una volta deludente la Lanfranco, che si è chiusa nella solita mancanza di autocritica propria delle femministe, con le dovute eccezioni, come anche la Paglia dimostra. Il suo sottolineare continuamente la battaglia delle femministe contro gli stereotipi di genere appare quanto mai ipocrita, proprio perchè queste ultime da almeno un trentennio continuano ad attaccare invece la femminilità più tradizionale, si vedano le polemiche scatenate contro la donna che serve a tavola, o dai costumi sessuali più liberi, come nel caso delle loro crociate contro la velina o la modella in abiti non castigati. In verità sono proprio loro a voler imporre dei nuovi stereotipi di genere. Il suo continuo battere sui media e sulla scuola dimostra poi che il “campo di battaglia” i prossimi anni sarà proprio in questi due ambiti decisivi nel formare i giovani e l’opinione pubblica in generale. Resistere alla loro offensiva sessista, ipocritamente spacciata per progressista, sarà un dovere che tutte le persone di buona volontà nel loro piccolo dovranno assumersi
Alessandro(Quota) (Replica)
Pollo e il suo intervento chiarificano molto bene un sacco di cose. Banalita`, ovvieta`, luoghj comuni, buonismo e perbenismo. E questo sarebbe nientemeno che un docente universitario. Idee e affermazioni da maestrino elementare di provincia. Oltre che maschietto pentito e addomesticato. Ma perche`uno cosi`non lascia dunque il posto a una donna e non va a fare il casalingo ?
Voglio vomitare.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Nel ribadire la personale stima e amicizia nei confronti di Marcello Mazzola (con il quale abbiamo ottimi rapporti) che certamente ha cercato di fare del suo meglio in un contesto difficile come quello di una trasmissione di quel genere, devo dire che non sono molto d’accordo con l’opinione di Alessandro.
A parer mio si doveva cercare di impostare il discorso in modo diverso, anche approfittando del fatto che non si giocava del tutto “fuori casa”, come si suol dire, dal momento che il conduttore, Tiberio Timperi, con tutti i suoi limiti (si guarda bene dal mettere in discussione la narrazione ideologica e storica femminista, come ha ribadito anche nel corso della trasmissione, verso la fine, rivolgendosi proprio a Marcello e chiedendo anche a lui l’autocritica per i misfatti millenari degli uomini ai danni delle donne…) non è quello che può essere però definito come un nemico del movimento maschile. Insomma, le condizioni minime per cercare di conquistare qualche spazio dialettico in più, secondo me, c’erano.
Marcello è stato un po’ troppo sulla difensiva, dal mio punto di vista, e questo non è casuale ma è dovuto ad una impostazione, diciamo così, ad una scelta precisa da parte delle donne e degli uomini del MFPG (Movimento Femminile per la Parità Genitoriale) con le/i quali abbiamo peraltro ottime relazioni, sia come movimento che personali.
L’atteggiamento psicologico di Marcello è stato un po’ quello di un uomo che nutre quasi un senso di colpa perché sa che sta per esprimere dei concetti non socialmente accettati per non dire esecrati. E’ un atteggiamento dal quale ci si deve liberare. Mi sforzo da sempre di dire che dobbiamo essere “radicali” ma mai estremisti. Dobbiamo cioè portare avanti le nostre idee con determinazione e senza fare sconti sui contenuti e nel merito ma con equilibrio e pacatezza. Marcello è stato fin troppo equilibrato nei modi (addirittura un po’ troppo compassato, anche se in questo caso, ed è del tutto umano e quindi giustificabilissimo, giocano anche fattori psicologici; un pizzico di emozione, nervosismo ecc.) ma un po’ troppo anche nei contenuti. Nondimeno è’ stato molto abile nel porre la questione del “femminicidio” e della “violenza” (che non è di esclusivo patrimonio di un genere”) che guarda caso hanno tutti glissato, a partire dalla femminista di vecchia generazione chiamata a fargli da controcanto (falsa moderata, una che la lezione dell’essere radicali ma non estremisti l’ha imparata bene…), nonostante lo stesso Timperi l’abbia sollecitata a rispondere alle parole di Marcello. In quel caso e nel prosieguo si doveva a mio avviso incalzare un po’ di più. Così come sull’autocritica proposta dallo stesso Timperi nel finale, a mio parere la risposta di Marcello avrebbe dovuto essere tutt’altra.
Sia chiaro, si tratta solo osservazioni finalizzate a migliorare e a migliorarci. Non è affatto detto che qualcuno di noi avrebbe saputo fare di meglio rispetto a quanto ha fatto Marcello…
Resta il fatto che la trasmissione non era certo finalizzata a dar spazio a lui e men che meno alle istanze del movimento maschile ma a celebrare per l’ennesima volta il femminile e il femminismo, sia pure in salsa nazionalpopolare. Del resto eravamo a Uno Mattina, programma seguito distrattamente da qualche milione di casalinghe che non devono essere turbate nelle loro convinzioni che sono il risultato di un processo di “femministizzazione” “volgare” e di massa, come dicevo prima, versione nazionalpopolare.
In realtà, il “la” alla trasmissione doveva darlo e in effetti lo ha dato quello spregevole individuo, docente di non so cosa, chiamato a recitare la parte di quello che “adesso ve lo dice l’esperto come stanno le cose” e naturalmente a ribadire la verità assoluta e incontrovertibile della narrazione femminista. “Certo – ha ammesso lui stesso – negli ultimi tempi c’è stata qualche esagerazione, qualche padre è stato ingiustamente penalizzato ma si tratta solo di qualche inevitabile danno collaterale. Nell’arco di dieci o vent’anni tutto si riequilibrerà e tutti/e, uomini e donne, saranno felici e contenti…”. Anche quel pezzo di merda, a mio parere, andava rintuzzato magari ricordandogli , ad esempio, che in piena era maschilista e patriarcale nove milioni di maschi oppressori (quasi tutti contadinacci poveri e analfabeti) sono crepati (e crepati male…) nel più grande macello della storia mondiale (e altri quaranta milioni sono rimasti invalidi e/o mutilati),e che quegli stessi maschi continuano a crepare (male…) e in esclusiva sul lavoro.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sono sulla stessa linea d’onda di Fabrizio ,si poteva fare meglio ,ma va ugualmente dato atto a Marcello di averci provato ,e in quel contesto non sarebbe stato facile per nessuno …però io la vedo sempre in modo positivo ,in un contesto ,in un momento ,dove essere uomini significa qualcosa di spregevole , avere un pochino scardinato la “parola d’ordine” dove gli uomini sono tutti oppressori e assassini non è una cosa da poco ..spero solo che ci siano altre occasioni per ribadirlo ….
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi, ,
Io l`ho detto poco sopra, infatti, che il cancaro della trasmissione e`proprio stato quel tizio. Incredibile come effettivamente…nomen omen, a volte.
Pollo e`un pollo di nome e di fatto, ma uno di quei miseri gallinacci che si credono aquile. Gia`il fatto che sia docente universitario in Italia mi segnala che ci sara`arrivato certo a forza di spintarelle e calci in culo. E questo lo sappiamo. Di 100 cattedratici italici puoi star tranquillo che almeno 94 sono li` a forza di pompini, spinte, mazzette e telefonate di papa`. Poi, le idee che manifestava il Pollo erano non solo merda ideologica pura, ma anche di una banalita` a dire poco stordente. E il fatto – caro Fabrizio – che la trasmissione fosse nazional popolaruccia secondo me vuol dire poco. Stai pur certo che il Pollo, che da bravo Pollo si crede il Kant de noantri, certe stronzate le va a rifilare pure ai simposi internazionali di filosofia. Dove lo mandano nonostante il suo spessore come dicevo sia quello da venditore di liberi usati al mercato rionale di Rocca Cannuccia. Ora, io potrei anche andare a cercare qui in rete chi e`Pollo, cosa pubblica e cosa fa, ma me lo risparmio. Troppa fatica, davvero. Anche solo cliccare su un mouse e`troppa attenzione per un tipo cosi`. Molto meglio andare a cercasi i pornazzi. Sicuramente lo spessore intellettuale di una gang bang sara`piu`elevato delle pubblicazioni del Pollo.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus,
Chissà perchè per un nano secondo ho pensato che il “pollo” ti fosse simpatico…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Tu stai male, Fabbri`…
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus,
va bè, ovviamente stavo cazzeggiando…
anche la Lazio ti è simpatica, se è per questo…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Quando il cazzeggio raggiunge il delirio…va beh, camerata Marchi, ti saluto. A noi!
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Va bè ragazzi, a questo punto Buon Anno a tutti sulle note e soprattutto sulle parole (sante…)del “Califfo” (consiglio di ascoltare la canzone fino alla fine)…
http://www.youtube.com/attribution_link?u=%2Fwatch%3Fv%3Dtjwaai4qLSY%26feature%3Dshare&a=QcTpmrMfSB4_dIue0phUbQ
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Questa non c’entra nulla ma secondo me è geniale. Specie per gli appassionati di musica e qui ce n’è più d’uno…
Di nuovo Buon Anno a tutti!
http://www.youtube.com/watch?v=ImqEJHsUm3I&sns=em
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Buon Anno a tutti voi cari amici, unico faro in questo mesta esistenza che accompagna noi bipedi fallodotati. Vi lascio qui a mò di lapide consolatoria un messaggio di speranza per il futuro mutuato da un mio caro e saggio amico virtuale: ricordatevi sempre che per quanto possa essere veloce, un somaro non correrà mai all’ippodromo, perchè all’ippodromo ci corrono i cavalli… a buon intenditor poche parole e ancora Buon Anno a tutti voi.
Ethans(Quota) (Replica)
Ethans,
sempre che non ammazzino i cavalli… va bè, ovviamente scherzo, non sono così pessimista, dopo tutto noi siamo qui e siamo ancora vivi, come dice Papillon in una scena di quel mitico film…Buon anno anche a te e a tutti!
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
mi associo agli auguri
giovanni carducci(Quota) (Replica)
Fabrizio >>> sempre che non ammazzino i cavalli…
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Per quanto mi riguarda venderò cara la pelle…
Ethans(Quota) (Replica)
Bon anno a tutti!
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
A proposito di “verità”, una mia considerazione a latere che a sua volta prende le mosse da una riflessione di Adorno che riporto di seguito e che ho pubblicato su facebook:
“…ed è vero oggi, come nel Medio Evo, che solo i pazzi dicono la verità al dominio. Sotto questo aspetto il compito del dialettico è quello di consentire alla verità del pazzo di pervenire alla coscienza della propria ragione, senza la quale – del resto – perirebbe nell’abisso di quella malattia che il sano buon senso degli altri impone senza pietà”.
Theodor W. Adorno (Minima moralia)
Ergo, se questo assunto è vero (e io credo che lo sia), le chiacchiere, per quanto mi riguarda, stanno a zero, come si suol dire: o sono un dialettico o sono un pazzo. Molto più semplicemente, potrebbe darsi che sia soltanto un insanabile e incontenibile narcisista e per di più presuntuoso (perchè convinto di dire la verità, o meglio, ciò che io ritengo essere la verità). Ma anche in questo caso rientrerei nella seconda schiera, cioè quella dei pazzi. I conti, dunque, tornerebbero in ogni caso; se fossi un pazzo non potrei che dire la verità……
Tutto ciò al fine di sottolineare la giustezza e la lucidità di quella considerazione di Adorno sulla quale invito tutti/e a riflettere.
P.S quanto ho detto per me vale anche per voi, non penserete mica di esserne fuori?
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Chi è pazzo può chiedere di essere esonerato dal servizio militare, ma chi chiede l’esonero non è pazzo”. più o meno suonava così un celebre articolo, mi pare il 7, del regolamento di una forza armata USA. armando
armando(Quota) (Replica)
Pazzo, dialettico…ov`e`la differenza?
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
trovato questo video in rete
Mauro recher(Quota) (Replica)
romano(Quota) (Replica)
Usa, Obama: “Mai più donne pagate meno degli uomini. E trattare con rispetto lavoratrici incinte”
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=2080662
>>
Un articolo di Wendy McElroy.
La traduzione è “casareccia” e certamente migliorabile.
Lorenzo
La Disparità negli Stipendi Riflette le Priorità delle Donne
Mercoledì, 22 Settembre 2004
Di Wendy McElroy
Un rapporto dall’Ufficio del Censimento degli Stati Uniti del 26 Agosto ha affermato che lo stipendio medio a tempo pieno femminile per le donne era di 75,5 centesimi per ogni dollaro guadagnato similmente dall’uomo;
Valore che è inferiore dello 0,6 percento dal dato del 2002.
Le femministe di genere (“gender-feminist” nel testo N.d.T.) hanno immediatamente gridato: “la discriminazione sta aumentando!”
Questo atto d’accusa è veritiero?
In che modo viene utilizzato?
L’Istituto di Ricerca per la Politica delle Donne ha immediatamente pubblicato un comunicato stampa che ha usato il dato dei 75,5 centesimi per richiedere un aumento nello stipendio minimo ed un maggiore rafforzamento nell’applicazione delle leggi per le pari-opportunità.
Ma potrebbe non esserci alcun problema da risolvere.
Per prima cosa, lo 0,6 percento potrebbe essere una variazione statistica insignificante, poiché particolarmente gli stipendi delle donne sono aumentati costantemente durante l’ultima decade.
Inoltre un’indagine non è uno studio scientifico; indica soltanto che qualcosa può meritare più attenzione. Non spiega perché vi è un divario di stipendio.
Nel 2003, L’Ufficio Generale di Contabilità degli Stati Uniti (GAO) ha osservato: “dei molti fattori che concorrono nel determinare le differenze nei guadagni fra gli uomini e le donne, il nostro modello ha indicato che la tipologia di lavoro è un elemento chiave”.
Specificamente, le donne hanno in media meno anni di esperienza di lavoro, lavorano meno ore all’anno, è meno probabile che lavorino con orario a tempo pieno e lasciano il lavoro per periodi di tempo più lunghi rispetto agli uomini.”
Il GAO ha affermato di non essere in grado di “determinare se questa residua differenza sia dovuta a discriminazione o ad altri fattori.”
Per esempio, alcuni esperti hanno detto che alcune donne rinunciano ad avanzamenti di carriera e più alti guadagni a favore di un lavoro che offra flessibilità per poter gestire le responsabilità della famiglia e del lavoro.
In breve, più donne che uomini è probabile che cerchino dei lavori a basso-stipendio ma con orari flessibili per passare più tempo con le loro famiglie.
Se è così, quando prendete due liste di dati, una relativa agli impieghi delle donne ed una relativa agli impieghi a tempo pieno degli uomini ed andate alla metà esatta di ciascuna, ovvero la media, gli stipendi delle donne saranno naturalmente inferiori a quelli degli uomini.
Ma che dire a proposito di lavori a tempo pieno paragonabili?
Che cosa può causare una disparità di stipendio in quel caso?
Consideriamo soltanto due possibilità.
In primo luogo, la definizione di “occupazione a tempo pieno”:
La maggior parte delle indagini la definisce come un impiego di 35-o più o 40 ore alla settimana.
Ma esiste una differenza enorme fra un impiegato che cronometra 40 ore ed uno che ne lavora 60.
Per gli stessi motivi per i quali le donne cercano orari flessibili, è anche probabile che lavorino meno ore in un lavoro a tempo pieno.
Aumenti, indennità e promozioni si indirizzano più naturalmente verso gli impiegati che lavorano con orari più lunghi.
Effettivamente, quando si eliminano alcune variabili come il fatto di avere bambini, il divario di stipendio virtualmente sparisce.
Nel loro libro “Woman’s Figures” (1999), l’economista Diana Furchtgott-Roth e Christine Stolba hanno meticolosamente confrontato i dati sui guadagni degli uomini e delle donne senza figli dai 27 ai 33 anni. Hanno trovato che la disparità di stipendio è limitata a 98 centesimi.
Un secondo motivo possibile per la disparità di stipendio:
Le indagini non tengono conto solitamente di fattori quali i premi di spostamento.
Cioè spostamenti pericolosi o comunque indesiderabili sono più altamente pagati ed è più probabile che siano fatti dall’uomo.
Lavorare nel turno di giorno come tassista non è realmente la stessa cosa che lavorare nel più pericoloso turno di notte, ma è usualmente considerato in tal modo dalle indagini.
La disparità risultante negli stipendi non ha niente a che fare con la discriminazione contro le donne. Riflette le preferenze delle stesse donne.
Se questo è vero, quindi la disparità di stipendio non è un problema da risolvere.
È soltanto una statistica interessante che indica che uomini e donne, una volta offerto loro un campo da gioco livellato, tenderanno ad esprimere differenti priorità e, così, finiranno ad occupare posti differenti. (questa è una generalizzazione grezza, naturalmente, e non dice niente di diversi uomini e di diverse donne).
Persone, come me, che sostengono che la disparità di stipendio è principalmente un riflesso delle preferenze delle donne, sono spesso accusate di non preoccuparsi per niente di uguaglianza o giustizia.
Una affermazione più esatta è che è differente la visione di “uguaglianza” e di “giustizia”.
Da decenni, le due visioni sono in competizione l’una con l’altra nel dibattito a proposito del divario negli stipendi.
La prima visione — quella presentata qui — sostiene l’uguaglianza di opportunità (il termine in americano non ha niente a che vedere ovviamente col concetto italiano distorto di “pari-opportunità” – N.d.T.).
Cioè dovrebbe essere protetta ugualmente dalla legge la capacità di ogni individuo di esercitare i suoi diversi diritti nei confronti della persona e della proprietà, con nessun vantaggio assegnato ad alcuno.
Una tale uguaglianza di opportunità renderebbe inevitabilmente i risultati disuguali negli stipendi, per esempio — perché i risultati dipendono da molti altri fattori, compresa l’abilità, il lavoro duro, il carattere e la fortuna.
La disuguaglianza dei risultati non è un’indicazione di ingiustizia, perché la giustizia risiede nel fatto di ricevere ciò che ogni individuo (sia esso un lui o una lei) merita.
Gli impiegati che competono con uguaglianza di opportunità si meritano tutto ciò che sono in grado di negoziare con un datore di lavoro sulla base dei loro meriti e delle sue necessità.
Questa è giustizia.
Una visione alternativa definisce l’uguaglianza come il fatto la gente sia politicamente, economicamente e socialmente “uguale”.
La giustizia è misurata da quanto ugualmente tutte le persone condividono i profitti.
Questa visione è spesso denominata egualitarismo.
Winston Churchill ha fotografato la differenza che intercorre tra le due diverse visioni di giustizia con l’affermazione: Nessuna politica che sia priva di totalitarismo può assicurare il secondo principio.
La disparità di stipendio, infatti, ci dice qualcosa che merita attenzione circa la preferenza dell’essere umano e della società.
Gli egualitaristi dovrebbero ascoltare con più attenzione ciò che viene detto.
Wendy McElroy è redattrice di ifeminists.com e ricercatrice per l’Istituto Indipendente di Oakland, California.
È autrice e redattrice di molti libri ed articoli, compreso il nuovo libro, “la libertà per le donne: Libertà e Femminismo nel ventunesimo secolo “(Ivan R. Dee/Independent Institute, 2002).
Vive con il marito in Canada.
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Sandro D.(Quota) (Replica)
Non c’è alcun spam, ho semplicemente segnalato questo vecchio articolo, riportato da Lorenzo su U3000 una decina di anni fa.
Sandro D.(Quota) (Replica)
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=2080662
Sandro D.(Quota) (Replica)
Che cos’è la verità? Ormai il suo significato viene deformato, le statistiche sono gonfiate, i dati sono falsificati, il parere è esagerato e la conclusione viene fondata sull’emotività della persona che parla in quel determinato momento fidandosi di quel che la maggior parte pensa e dice.
Jan Quarius
Jan Quarius(Quota) (Replica)
Obama è un oppportunista ruffiano che, in difficoltà nei sondaggi sul gradimento e in previsione delle prossime elezioni di medio termine, cerca di riguadaganre voti con le menzogne che solleticano il vittimismo femminile. Punto.
armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
Ormai?
Jan, io non penso che il nostro dramma sia che “ormai” la verità viene deformata, nè, tanto meno, che la verità venga oggi deformata – ammesso e non [??] concesso che non sia stato sempre così -, no, per me, il ns.dramma sono quelli che continuano a credere in una certa concezione di verità -perché “sotto una stessa parola stan nascoste le tendenze più diverse” -, ovvero, che è vero dire che il Sole è giallo e falso sostenere che il Sole è Blù.
Fine della verità e della falsità.
Questa è la tragedia …
Animus(Quota) (Replica)
ARMANDO,
E si caro Armando, è vero.
Ma tutto ciò non potrebbe accadere
se le donne non avessero il diritto
di voto. Ci sarà mai nessuno che abbia
il coraggio di mettere in discussione il voto
alle donne?
Antisuffragista(Quota) (Replica)
Antisuffragista,
…
Beh … si certo
E poi?
Perchè a tutti gli uomini?
Perchè non solamente a quelli di una determinata etnia o classe sociale?
Antisuffraggista, lo sai di aver sbagliato zona?
Lo sai vero?
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
Luigi ,credo e spero vivamente che sia un troll , ma visto che ci siamo, io toglierei il diritto di voto anche ai laziali
mauro recher(Quota) (Replica)
Caro Antisuffragista,
il femminismo ha ottenuto tutte le leggi antimaschili note (e anche quelle ignote ) da assemblee composte sempre e ovunque da maggioranze maschili, maggioranze di maschi oscillanti dal 66% fino al 99%. Ha persino ottenuto l’applicazione di leggi inesistenti, che perciò non sono mai state votate .
E’ necessaria una spiegazione.
Ovviamente quella secondo cui ciò dipenderebbe dal fatto che i maschi sono degli imbecilli non è una spiegazione (benché sia vero che i maschi sono imbecilli).
.
Urge una spiegazione.
.
RDV
RDV(Quota) (Replica)
Rino
>>>>>>>>>>>>
(benché sia vero che i maschi sono imbecilli).
>>>>>>>>>>>>
Su questo non ci piove.
L’imbecillità maschile c’entra sempre con l’avanzata femminil/femminista…
E già questa è una mezza spiegazione, essendo la suddetta imbecillità, il cavallo di troia “di tutto il resto”…
Daniele(Quota) (Replica)
Antisuffragista,
Non cado nella trappola, caro Antisuffragista. La questione non è affatto il dirittto di voto a chicchessia, che è giusto. E’ invece di come ci si pone di fronte all’elettorato. Se in modo opportunista e ruffiano oppure in modo serio e rigoroso, dicendo la verità. Difficile, certo, in una situazione di menzogna reiterata e incancrenita da anni, nella quale le bugie sono state usate in unica direzione e con scopi precisi. Difficile ma non impossibile. Basterebbero due cose: non essere avvinghiati al potere e avere le palle. Non è il caso di Obama.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Non so francamente come definire l’uscita del tutto strumentale ed elettoralistica di Obama a pochi giorni dal voto, relativamente alle donne che guadagnano o guadagnerebbero meno degli uomini. Qualcosa a metà fra il ridicolo e il farsesco. Non è neanche commentabile, a mio parere. Al suo posto mi vergognerei, e lo dico veramente. E’ evidente che i suoi consiglieri e i suoi esperti di marketing e comunicazione, dopo opportuni studi e sondaggi, gli hanno suggerito di fare quell’outing.
Vale però la pena di riflettere su un paio di cose.
La prima. E’ ormai evidente quanto la questione femminile-femminista sia politicamente determinante (in particolare negli USA) e quanto il versante “liberal” della prima potenza capitalista e imperialista del mondo sia da essa dipendente. E’ evidente che il prossimo presidente degli Stati Uniti sarà la femminista liberal guerrafondaia, Hillary Clinton, una delle ispiratrici nonché responsabile morale e politica dell’aggressione alla Libia (non solo lei, ovviamente…), colei che abbiamo visto brindare sorridente di fronte al linciaggio di Gheddafi e allo scempio del suo corpo.
La seconda. Il fatto che milioni di donne (e anche di uomini) americane si bevano la bufala mediatica sparata da Obama ci dice a sua volta due cose. La prima riguarda la potenza della capacità pervasiva e di condizionamento di questo sistema, che in America raggiunge livelli parossistici. La seconda è che ormai esiste una strettissima e in qualche modo ambivalente relazione tra la suddetta capacità pervasiva di costruzione del consenso, e i soggetti stessi a cui questa è rivolta.
In altre parole, chi condiziona chi? E in quale misura? Obama parla per bocca sua o per bocca di altri (e)? Qual è il peso politico e quale ruolo gioca il femminismo negli USA? E quali sono i gruppi economici e finanziari che tirano le fila dietro alle quinte e determinano le scelte politiche, ivi compresa quella di appoggiare l’ideologia femminista e genderista, particolarmente forte negli Stati Uniti?
Come è possibile che una ideologia che si dice (in parte a ragione) essere figlia della sinistra sia diventata egemone all’interno del sistema capitalistico occidentale e in particolare nel suo pilastro, gli USA, cioè il paese più lontano e anche visceralmente ostile alla tradizione storica della sinistra stessa e del movimento operaio (in America si è mangiato da sempre pane e anticomunismo, e certamente non solo la destra repubblicana…).
E di quale sinistra è o sarebbe figlio il femminismo? E ancora. Il femminismo è veramente figlio di qualcuno o di qualcos’altro oppure invece ha una sua genesi, una sua specificità e una sua storia autonoma che finisce per intrecciarsi con altre storie ed altre esperienze fino ad occuparle completamente?
Torna il tema della complessità…
P.S. la questione posta da Antisuffragista è ridicola, sempre ammesso che non sia una provocazione…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fab:
>
Chi condiziona chi?
…
E di quale sinistra è o sarebbe figlio il femminismo? E ancora. Il femminismo è veramente figlio di qualcuno o di qualcos’altro oppure invece ha una sua genesi, una sua specificità e una sua storia autonoma che finisce per intrecciarsi con altre storie ed altre esperienze fino ad occuparle completamente?
>>
A mio parere queste sono le vere domande intriganti.
Perturbanti. Spiazzanti..
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Provo una risposta rapida, su due piedi, che vuol essere anche provocatoria. Il femminismo è figlio, o meglio figlia visto che di femmine si tratta, dell’ossessione per l’uguaglianza (malintesa) e della paura folle per le differenze catalogate immediatamente come discriminazioni, il che è del tutto falso come ci dice il semplice buon senso e l’osservazione della realtà.
Ma a forza di coltivare questa ossessione, ha finito per generare soggetti un po’ più uguali degli altri (le donne), come i maiali della fattoria di orwellana memoria. E in questo senso è un fattore di pericolo culturale, perchè come dice Girard la cultura è l’organizzazione delle differenze, mentre è l’omologazione a generare la violenza di tutti contro tutti.
armando(Quota) (Replica)
armando,
E’ vero quanto dici, Armando, ma è altrettanto vero il suo esatto contrario. Infatti alla fin fine, il femminismo che più degli altri ha finito per affermarsi e per dettare l’agenda politica è proprio quello differenzialista, quello cioè più aggressivo ed estremista anche se numericamente minoritario rispetto a quello dell’eguaglianza.
Se ci pensi è il primo, anche se minoritario, che è diventato culturalmente e ideologicamente egemone. Basti pensare a tutta la tematica della violenza che individua nel maschile la genesi della violenza (al punto che si arriva a dire che quando una donna agisce la violenza è perché ha interiorizzato la cultura maschilista…).
In realtà siamo di fronte, come abbiamo detto tante volte, ad una ideologia intrinsecamente e forse volutamente contraddittoria che ha come punto di forza il fatto che le sue tesi (anche quando palesemente contraddittorie e spesso strampalate) non vengono confutate. Quindi, una ideologia che si è innervata e incistata su altri binari, che sono ovviamente quelli del controllo psicologico, cioè dell’occupazione della sfera psichica.
Per questo insisto da sempre che la struttura del problema non è la crisi del paterno ma la sostanziale condizione di subalternità e dipendenza maschile, mai veramente emersa (perché gli uomini per primi non la lasciano emergere, per vergogna), nei confronti del femminile.
Il risultato di questa storica rimozione (ancor più colpevole oggi) è che oggi il femminismo ha buon gioco nel proporre le femmine come sempre e comunque più deboli e i maschi come soggetti oppressori e dominanti. La qual cosa, allo stato delle cose, rasenta e oltrepassa il ridicolo…Però sono i maschi stessi con il loro silenzio complice ad alimentare questa corbelleria, evidente a chiunque abbia occhi per vedere.
Questo dal punto di vista psicologico (che è quello principale).
Dal punto di vista storico-politico, il femminismo, in tutte le sue correnti, è figlio della “sinistra” liberal e radical occidentale e in particolare anglosassone e americana in particolare. E poi naturalmente si è espanso anche nel resto dell’Europa. E siccome è un’ideologia molto flessibile ed eclettica (non a caso è figlia del capitalismo) ha assunto, rispetto a quello americano, una fisionomia più aderente alle culture della sinistra europea che, rispetto ovviamente a quella americana (anticomunista per definizione) era, fino ad una trentina/quarantina di anni fa, egemonizzata dalla cultura comunista e socialdemocratica. Sarà un caso (e non credo affatto che lo sia…) ma con il venir meno del Movimento Operaio e il venir meno di quelle culture, il femminismo ha cominciato a proliferare nella cosiddetta “nuova sinistra” sessantottina e postsessantottina e poi pian piano ha occupato tutti gli spazi politici, cominciando dai partiti in qualche modo eredi (mi viene da piangere ma insomma, ci capiamo…) di quelle culture per poi penetrare anche in quelli di destra, non solo quella liberista ma anche quella storica (del resto la Mussolini e la Bongiorno sono due femministe riconosciute, e nessuno neanche a destra, comunque si guarda bene dal mettersi di traverso al femminismo…).
Tornando al piano psicologico credo che il femminismo sia sostanzialmente una gigantesca revanche, una rivalsa contro il genere maschile, dovuto ad una sostanziale non volontà di mettersi davvero in discussione, da cui ne deriva l’inevitabile totale deresponsabilizzazione del genere femminile. Il che è di una debolezza interpretativa di proporzioni macroscopiche.
Di fatto, come uso dire spesso, il femminismo, dal punto di vista teoretico, è poco più o poco meno che una favola per bambini. Basterebbe veramente pochissimo, dal punto di vistsa logico-dialettico, per smontarlo mattone su mattone.
Il problema, come abbiamo già detto, è che la sua forza non si basa sulla logica ma sul controllo della sfera psicologica e psichica degli uomini. E nel momento in cui sai di avere questo controllo, puoi anche permetterti di dire tutto e il contrario, addirittura di divertirti a dire tutto e il contrario di tutto e a farti beffe degli altri.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sempre sul Gender Pay Gap: A radical fix to the world’s wage gap: why not just pay women more – and pay men less?
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Punto su di te: per superare i pregiudizi sulle donne – Pubblicità Progresso 2015 https://www.youtube.com/watch?v=6vOJIenX-Yo
.
romano(Quota) (Replica)
Fratelli miei, Sorelle mie, ascoltatemi. Le Femministe, aizzate dai Media, hanno organizzato una manifestazioni contro i sei ragazzi innocenti assolti, che dovrebbe svolgersi il 28 di questo mese. E’ stata per fortuna intrapresa una contro iniziativa in difesa di questi ragazzi vittima di questo linciaggio di massa, che consiste nell’ inviare semplicemente una e-mail ai principali giornali e al comune di Firenze. Sperano che vogliate e possiate partecipare anche voi. Un caro saluto e un abbraccio fraterno.
Michele Abate
Questa è l’ iniziativa:
https://www.facebook.com/events/456829507831977/
-:: INVIO MAIL PER IL RITIRO DEI PERMESSI ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO I 6 RAGAZZI DI FORTEZZA::-
-::INDIRIZZI::-
sindaco@comune.fi.it; vicesindaco@comune.fi.it; assessore.gianassi@comune.fi.it; assessore.giorgetti@comune.fi.it; assessore.funaro@comune.fi.it; assessore.perra@comune.fi.it; assessore.mantovani@comune.fi.it; assessore.bettarini@comune.fi.it; assessore.bettini@comune.fi.it; assessore.vannucci@comune.fi.it; redazione@liberoquotidiano.it; pbattista@corriere.it; bstefanelli@corriere.it; ffaranda@corriere.it, redazione@corriere.it; letterealsole@ilsole24ore.com; Gruppo24ORE@ilsole24ore.com; ddivico@corriere.it; lfontana@corriere.it; abbonamenti@liberoquotidiano.it; interactive@liberoquotidiano.it; redmi@ilmanifesto.it; stampaweb@lastampa.it; vittorio.zucconi@gmail.com; rubrica.lettere@repubblica.it; repubblicawww@repubblica.it; larepubblica@repubblica.it; letterealdirettore@espressoedit.it; espressonline@espressoedit.it; redazioneweb@ilfattoquotidiano.it; redazioneinternet@ilmattino.it; redazione.web@ilgiornale.it; lettere@avvenire.it; lettere@ilfoglio.it; redazioneweb@ilmessaggero.it
-::TESTO::- [come volete voi]
Gentile sindaco,
in qualità di cittadino rispettoso della giustizia, le chiedo la revoca del permesso per la manifestazione “La libertà è la nostra ‘Fortezza’”, da me ritenuto un attacco alla presunzione di innocenza dei 6 ragazzi accusati di violenza sessuale a Fortezza da Basso, che costituisce uno dei principali diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e un travisamento della motivazione che ha portato alla loro assoluzione.
Infatti, sebbene si sostenga che il motivo per il rigetto delle accuse sia stato la sessualità della ragazza, essa(la sua sesualità) viene invece definita come un carattere positivo, associato all’essere un soggetto “creativo” e che la ragazza è “in grado di gestire”. Se ne sottolinea invece la conflittualità interna vissuta dalla ragazza. Tale motivazione, a mio avviso, “salva” addirittura la ragazza da possibili accuse di calunnia e falsa testimonianza. Si leggono invece, travisamenti mediatici che hanno portato anche a pesanti illazioni e minacce, nei confronti dei Giudici estensori. La manifestazione, a mio avviso, aggraverebbe tale clima forcaiolo che si sta scatenando mediaticamente sulla base del nulla.
La sentenza che scagiona i sei ragazzi si basa invece principalmente sulle 29 affermazioni di lei poi rivelatesi non veritiere, sui risultati delle visite mediche, sulle testimonianze che dimostrano la sua presenza a se stessa (opposta all’incapacità di acconsentire attribuita all’alcol raccontata dalla ragazza) e da evidenze che dimostrano l’assenza di un’incapacità psicofisica dovuta all’alcol come l’essere tornata in bicicletta a casa, l’aver cavalcato un toro meccanico (ginnastica da rodeo piuttosto difficile), aver usato il telefono con il suo fidanzato subito dopo il presunto stupro, e così via.
Uno degli accusati – è da ricordare – neanche era presente in macchina, eppure è stato comunque denunciato.
La ragazza stessa ha dichiarato di non aver mai detto chiaramente “non voglio” ma di aver deciso di interrompere all’improvviso e che nessuno l’ha forzata a restare ma anzi, l’hanno accompagnata alla sua bicicletta (azione da lei negata ma confermata dalle celle telefoniche esaminate).
Le prove mediche dicono che non c’è stata penetrazione violenta, lei ha detto che le hanno ripetutamente morso i seni ma i segni non c’erano, da ulteriori test risulta che la quantità di alcol nel suo corpo non era sufficiente a renderla incapace di muoversi. Sia il suo ex, che la sua amica, che la dottoressa, che la sua psicologa hanno dichiarato cose diverse da quelle che aveva detto lei.
Per queste ragioni richiediamo che i permessi per tale manifestazione vengano revocati, in modo da interrompere la macchina del fango nei confronti di 6 persone legalmente innocenti.
Distinti saluti.
Michele Abate(Quota) (Replica)
Michele Abate,
.
Non ho avuto ancora il tempo di leggermi la sentenza, ma lo farò domani.
Ad ogni modo molto “educativi” i commenti del nick Brighid al post della Lanfranco: Fortezza da Basso, il silenzio degli assolti.
In particolare questo:
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Brighid –>cavallo di troika • 4 ore fa
Rendetevi conto che quello che conta è cosa convinci a far fare alla gente non cosa pensa veramente o cosa è successo veramente quel giorno.
La sentenza è lunga e ostica, affrontarla per farsi una idea autonoma richiede sforzo intellettuale, preparazione logica, concentrazione e molto altro, senza contare il gergo giuridico.
La “lettera della ragazza della Fortezza da Basso” ha forte impatto emotivo e basta identificarsi.
La maggioranza non leggerà la sentenza o ci leggerà quello che ci vuole leggere, non avrà alcuna visibilità pubblica se non attaverso interpretazioni contrapposte accettate o meno dai più in base a ciò che si crede già.
Fosse uscita prima forse non sarebbe partita la mobilitazione ora in atto, ma di certo ora la macchina è in moto, chi cambierà idea si esprimerà sparendo, fingendo di non aver mai preso posizione o sfumando quella che ha già. Pochi diranno: “ho cambiato idea”.
Eventuali condanne per diffamazione non mobiliteranno la politica o la gente.
Ma ci saranno sempre collettivi, centri e associazioni che tramanderanno “la lettera della ragazza della Fortezza da Basso”, studenti, artisti e intellettuali ci faranno articoli, spettacoli, iniziative, riflessioni, mentre la sentenza continuerà ad essere citata a stralci di interpretazioni contrarie fra loro e sempre più lontane all’attenzione di oggi.
Questi spazi virtuali spariranno.
Rimarrà una storia che sarà raccontata sul calco di “processo per stupro”.
Non potete nulla.
.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Letta la sentenza e salvata. Riporto qui qualche osservazione sparsa.
Sentirete dire che la sentenza è sessista e moralista perché vengono citati precedenti rapporti sessuali della ragazza, precedenti abitudini sessuali, partecipazioni a workshop riguardanti il sesso. Sentirete dire che tutto questo no dovrebbe entrare nel merito di un episodio di violenza e invece non pare così. A leggere per intero la sentenza si comprende come questi riferimenti sono inseriti nel contesto del profilo psicologico della ragazza e sulla sua attendibilità. In particolare il passaggio esatto della sentenza riguardante i due precedenti rapporti occasionali è questo “Sottolineando dunque l’inattendibilità della persona offesa e le incongruenze del suo racconto che la stessa sentenza non nega l’appellante valorizzava le dichiarazioni di costei sui rapporti sessuali occasionali precedentemente intrattenuti da lei descritti in dibattimento come sempre non voluti ma “successi” e poi archiviati come fatti negativi; dunque un approccio anomalo al sesso non vissuto disinibitamente e gioiosamente come si potrebbe supporre per una ragazza emancipata ed estroversa ma come qualcosa di irrisolto, di deviato”. Praticamente vi si dice non già che i rapporti sessuali occasionali potessero essere un’ “alibi per lo stupro” (tanto per usare lo slogan tanto caro alle femministe in processi del genere) ma che fossero vissuti in maniera contradditoria tra un’apparente disinibizione e un conflitto interno irrisolto. Riguardo alla partecipazione al workshop, il passaggio della sentenza è questo: “Anche la gita dove partecipava ad un workshop dal titolo “Sex in Transition” veniva dalla stessa rimosso e non raccontato nemmeno alla propria psicologa mentre un significativo episodio con un ragazzo kosovaro veniva stigmatizzato dalla amica XXXXX che la redarguiva sulla incapacità di distinguere lo scherzo dalla violenza gridando sempre “al lupo al lupo” come risultava dal blog” . Anche qui si può vedere che l’accento è posto non tanto sulla partecipazione quanto sulla rimozione. Riporto qui un commento di un’utente che, IMHO, ha centrato perfettamente il punto. In sintesi i Giudici, col riferimento alla sua personalità l’hanno “salvata” da possibili controaccuse per calunnia e falsa testimonianza. Questo di seguito è il commento: “leggere la sentenza è stato molto importante e non solo perché nella seconda parte si spiega dettagliatamente quali sono i fatti che smentiscono l’originaria impostazione descritta nella prima parte, ma anche perché si arriva a comprendere il senso di quelle frasi che tanta perplessità hanno provocato anche in me e che sono scritte, a mio avviso, con intento di portare vantaggio alla ragazza stessa e proverò a spiegare il senso del mio discorso
dunque, ciò che emerge vistosamente è l’assoluta inattendibilità della ragazza con l’elenco delle sue menzogne (purtroppo il termine è corretto) gravi e ripetute di cui lo stesso Tribunale dichiara di dover prendere atto
a questo si aggiunge che la coercizione era già stata esclusa nella precedente sentenza senza impugnazione restando, pertanto, solo la circostanza dell’abuso per l’eventuale inferiorità psichica dovuta al tasso alcolico anch’essa smentita dalla dimostrata presenza sia fisica (sul toro meccanico), sia mentale al telefono e nelle risposte date, nonché da perizia che attribuisce a quel quantitativo bevuto un tasso tale da non determinare ubriacatura invalidante
la mia sensazione è che anche le ricostruzioni di alcuni aspetti della sua vita sessuale siano stati pertinenti e necessari mettendo in luce due precedenti episodi di rapporti occasionali anch’essi successivamente definiti dalla ragazza come “non voluti” e qui si arriva alla probabile immagine di una sessualità più libera nella forma che nella sostanza interiore e forse per questo definita contraddittoria e non lineare… ma ecco che, proprio questa immagine di possibile conflittualità personale assieme alla citazione di un suo periodo di grande fragilità familiare ed affettiva, a mio avviso, la solleva dal dubbio di altri possibili moventi (assai più meschini) a fronte di reati così gravi come la falsa testimonianza ripetuta e la calunnia addirittura verso persone non presenti che potevano e potrebbero, addirittura esporla a conseguenze legali”
Rita(Quota) (Replica)
Michele Abate,
.
Ho appena finito di leggere la sentenza. Approfitto anzi dell’occasione per ringraziare Eretica di averla messa a disposizione di tutti.
Quello che qui mi preme dire però è altro.
Come vedi ho pubblicato il tuo avviso, ma sono in sostanziale e risoluto disaccordo con l’iniziativa.
Quella mail, spedita a tutti gli organi di stampa e al Sindaco di Firenze, è un vero e proprio autogol politico che non mi sento di condividere.
Ovviamente non mi riferisco alla sintesi effettuata del dispositivo della sentenza, che comunque avrei evitato di porgere in quel modo in una pubblica iniziativa.
Mi riferisco alla richiesta di non concedere i permessi per la manifestazione del 28 luglio a sostegno della ragazza.
E’ puro imbecillismo politico avanzare una richiesta irricevibile in un paese civile.
Ognuno, ognuna, nel rispetto delle norme, ha diritto di manifestare la propria opinione rispetto a qualsiasi fatto o problema. Anche se quell’opinione o quel punto di vista non ci piace.
Non solo, quella richiesta rivela un fondo di autoritarismo represso (da noi spesso rimproverato alle femministe istituzionali e non) che non mi appartiene e che non appartiene di sicuro nemmeno agli amici ed ai compagni di UB.
Quindi no, mi dispiace, non spedirò quella mail.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi ,copio ed incollo il tuo intervento nella pagina di antisessismo (uno dei promotori dell’ iniziativa) anche a me sembra un autogol
mauro recher(Quota) (Replica)
mauro recher,
.
Fai pure.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Le donne guadagnano meno, Parlamento Ue chiede sanzioni
http://www.helpconsumatori.it/diritti/le-donne-guadagnano-meno-parlamento-ue-chiede-sanzioni/98717
romano(Quota) (Replica)
Questo è un brano tratto dal libro di Rino – QUESTA META’ DELLA TERRA -.
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Che gli uni lavorino per dovere e le altre perché ne hanno il diritto è una disimmetria che nessuno vede tanto che persino i più duri maschilisti, generosamente, riconoscono che anche le donne hanno il diritto di conquistare l’indipendenza economica come se essi stessi l’avessero.
Si è portati a pensare che, se non il coniugato, almeno il single sia interamente proprietario del suo reddito ma si tratta di una verità parziale perché, come ognuno sa, la relazione tra i due impone sempre ai maschi un costo economico che non grava sulle femmine. Come non ci sono donne con un impiego che sposino disoccupati, né mogli che mantengano i mariti, né divorziate che facciano lo stesso verso i loro ex, così non ci sono donne che corteggino gli uomini, che spendano per avvicinarli, che li spesino nel vestire, che paghino per essi al ristorante. Non esistono donne sole che acquistino una macchina più grande per rimorchiare meglio né si trovano di quelle che, per quanto innamorate, paghino le ferie ai rispettivi.
Una single che sia interessata ad un uomo non deve per questo metter mano al portafogli, perciò, mentre il reddito della donna le appartiene interamente anche se entra in relazione con un uomo, quello dell’uomo gli appartiene completamente se e solo se non entra mai in relazione con una donna.
Solo un maschio senza ormoni può essere economicamente indipendente.
In tutto ciò non vi è nulla di notabile se non il fatto che questa verità, che appartiene al racconto maschile, viene del tutto occultata per poter rivendicare alle donne quel diritto che gli uomini non hanno e non possono avere. All’origine della ricerca maschile del reddito, oltre al fatto banale che non vi è per i maschi altro modo per sostentarsi, vi è la certezza che senza di esso non potranno avvicinare nessuna e dietro gli sforzi per il suo illimitato incremento vi è anche l’aspettativa delle maggiori opportunità sessuali che crescono parallelamente al crescere di quello. Per le donne vale quasi il contrario nel senso che, oltre una certa soglia, più sono ricche e più difficile diventa trovare qualcuno cui legarsi che non sia ad esse inferiore, condizione cui i maschi possono sopperire solamente mettendo sul piatto del valore fama, potere, prestigio. Se li possiedono. Tutte queste banali verità traggono origine nella differenza di valore sessuale tra i due, nel fatto che per l’uomo la donna rappresenta lo scopo mentre per essa l’altro è uno strumento. Le donne, e solamente esse, sono perciò economicamente indipendenti sia quando non hanno reddito proprio, perché il marito ha l’obbligo di mantenerle, sia quando si guadagnano direttamente uno stipendio.
E’ un privilegio che perdono solamente quando le parti si invertono ed esse vengono a trovarsi nella condizione usuale di ogni uomo. Si tratta però di un rovesciamento del tutto virtuale come prova il fatto che mentre milioni di uomini in Occidente pagano gli assegni alle ex mogli, non esistono divorziate, per quanto ricche, che paghino assegni agli ex mariti. Per quanto possano essere innamorate le donne non trascurano mai l’aspetto economico del legame che si apprestano a stabilire in coppia. Si è scoperto (con meraviglia) che quando la donna percepisce un reddito il regime di comunione dei beni tra i coniugi, che è la condizione normale, viene sostituito dalla separazione.
E’ vero che anche le donne si innamorano e perdono la testa ma a quanto pare non smarriscono mai la calcolatrice.
Dietro la corsa maschile al reddito ed al suo incremento si cela in realtà un grandioso ed invisibile corteggiamento che quel reddito presuppone. Se gli uomini fossero al governo tutti i costi di avvicinamento alle donne, tutti gli oneri economici affrontati per rendersi graditi, tutte le spese di corteggiamento sarebbero detraibili dalle imposte e non è azzardato immaginare che tale disposizione comporterebbe forse l’azzeramento pluridecennale del loro carico fiscale. Quando la donna occidentale ritira il suo stipendio sa che quel reddito le appartiene integralmente e può gloriarsi di aver raggiunto finalmente quella indipendenza che è da sempre privilegio maschile. In cosa esso consista nessun maschio con gli ormoni l’ha mai saputo.
Sandro Desantis(Quota) (Replica)
Finalmente un giornalista del primo giornale italiano per diffusione che smonta la bufala del gender pay gap. Spero non si limiti a parlarne solo sul suo profilo facebook.
https://pbs.twimg.com/media/CXuap15W8AQ981E.png
https://pbs.twimg.com/media/CXuaqhcWwAE36m-.png
https://pbs.twimg.com/media/CXuaqnUWAAA5L2r.png
romano(Quota) (Replica)
Solo un appunto, perché per il resto condivido tutto: quando si parla di stipendi medi italiani inferiori alla media europea, va sempre specificato che si tratta delle medie dell’Europa dell’Ovest.
Per esempio, in paesi come l’Albania o la Romania, lo stipendio medio è di 300-340 euro.
>>>>
(Salario minimo in Europa dell’Ovest e dell’Est).
http://www.infodata.ilsole24ore.com/2015/02/27/europa-il-salario-minimo-piu-basso-e-in-bulgaria-dieci-paesi-sotto-i-500-euro/
Daniele(Quota) (Replica)
Sulla verità..
“Gli errori sono allegri, la verità è infernale.
Albert Camus”
https://aldiladelbenedelmale.wordpress.com/2016/01/03/sulla-verita/
Animus(Quota) (Replica)
BOLDRINI: INACCETTABILE CHE A PARITA’ DI MANSIONI DONNE GUADAGNINO DI MENO DEGLI UOMINI
https://www.youtube.com/watch?v=9Zl7qqlAR48
romano(Quota) (Replica)
A me non danno tanto fastidio le menzogne della peggior presidentessa della Camera della storia italiana (alla faccia del presunto quid in più femminile), che ormai ascolto da lustri, bensì la vigliaccheria – a dir poco rivoltante – e il silenzio di intellettuali e politici di sesso maschile, che in merito non hanno mai nulla da obiettare.
Fabio C.(Quota) (Replica)
A proposito della Boldrini (anche se viene da imola oggi e quindi da prenderlo con le molle) http://www.imolaoggi.it/2016/03/04/lultima-della-boldrini-bandiere-a-mezzasta-per-ogni-femminicidio/
mauro recher(Quota) (Replica)
Mauro.
mauro recher,
Lo riporta oggi anche La Stampa.
Questa nuova idea mostra anche ai ciechi che la “festa” della D, maschera l’odio inconfessabile e lo alimenta.
Rino DV(Quota) (Replica)
Domani sarò a Milano alla Cooperativa Labriola in Via Enrico Falck 51 a presentare il mio libro “Le donne:una rivoluzione mai nata”. Chiunque fosse a Milano e dintorni e volesse partecipare, darà il suo contributo alla causa:
https://www.facebook.com/events/1697743867130909/?ref=22&action_history=null&source=22
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ciao Fabrizio, fai bene a tenerci informati, quando capita a Roma e dintorni sarò felice di riprendere l’evento. Spero qualcuno lo faccia domani. Da videomaker sarei molto interessato oltre che mostrare e pubblicizzare il tuo lavoro a raccogliere opinioni e reazioni dei partecipanti, che so sempre essere emotivamente calde! In bocca al lupo per domani!
Omino Bianco(Quota) (Replica)
Francia, sciopero in rosa contro le disparità salariali. Alle 16.34 le donne transalpine hanno smesso di lavorare
http://www.huffingtonpost.it/2016/11/07/sciopero-donne-francia-_n_12846964.html
romano(Quota) (Replica)