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La linea politica, la strategia e gli orizzonti filosofici e valoriali del Movimento degli Uomini Beta si evincono dal Manifesto ("Il Movimento") e dai "Principi", pubblicati entrambi sulla homepage del sito, nonché dagli scritti pubblicati negli spazi riservati agli “editoriali” e agli “articoli”.
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57 Commenti
In questi giorni non ho molto tempo per intervenire ,causa fratello all’ospedale (sembra niente di serio ,ma devono ancora fare accertamenti) ..però ho visto il video e ,come scritto su facebook è sicuramente una voce fuori dal coro ,che fa capire che il vero mainstream dominante sia quello femminista , poi ,naturalmente ,diranno che è plasmata dal sistema patriarcale ,ma non è lo stesso sistema che ha votato in tutti i suoi elementi la convenzione di Istanbul ?
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Interessante, molto interessante…la contatteremo senz’altro…
Da rilevare il passaggio sui movimenti maschili. A quanto mi risulta è la prima volta che un esponente politico pronuncia ufficialmente in una sede istituzionale il termine “movimenti maschili”. E’ un riconoscimento formale e fattuale molto importante.
Non può passare inosservato il fatto che il primo intervento politico in una sede isituzionale nella storia della Repubblica in favore della causa maschile, sia stato pronunciato da una donna. Questo ce la dice lunga sulla condizione degli uomini.
Qualcosa si sta muovendo. Già una decina di anni fa un simile intervento sarebbe stato inconcepibile.
P.S. Ricordo a tutti che proprio domani, 10 ottobre, è fissata alle ore 14 davanti a Montecitorio la manifestazione nazionale per la bigenitorialità e l’affido condiviso alla quale abbiamo ufficialmente aderito
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La cosa che più mi colpisce è la gravità di ciò che la Ciprini espone, una condizione di discriminazione sessuale “a parti invertite” sostenuta da tutto il sistema informativo e politico, nei confronti di niente meno che metà della popolazione.
Il Movimento 5 Stelle si conferma secondo me come unico garante della democrazia rappresentativa. Gli altri onorevoli, ci devono spiegare come sia possibile che l’interesse di trenta milioni di cittadini non abbia mai trovato una sola voce in coloro che li dovrebbero rappresentare. Com’è possibile che mille padri separati si tolgono la vita ogni anno e le donne che li hanno abbandonati e perseguitati non vengono mai additate come responsabili, mentre allo stesso tempo viene usato l’omicidio per incolpare tutti gli uomini e colpire con la legge anche gli innocenti?
Questi mille suicidi per disperazione non hanno mai trovato una sola parola di solidarietà da parte della Boldrini che anzi, si è spesa per una legge che permette di allontanarli da casa senza nemmeno passare dal giudice, creando i presupposti per ancora più suicidi. Vittime invisibili del sistema indegne anche solo di essere ricordate. Lo Stato si è apertamente schierato da una parte nei conflitti coniugali facendo propria e trasformando in legge la dottrina del femminismo radicale. Il sistema sta lavorando a favore della divisione facendo propria la teoria femminista del “conflitto necessario” . Sta trasformando in realtà l’odio di genere utilizzando l’antica strategia di porsi come garante della sicurezza, a detrimento del popolo, che viene istigato al sospetto e al pregiudizio verso gli uomini di ogni età e ceto sociale.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Il femminismo ha trovato consenso parlando di parità, accusando gli uomini di ogni male nella storia e chiedendo che la legge fosse uguale per tutti. Come si può chiedere una legge uguale per tutti partendo da un’accusa così grave? Infatti adesso che è diventato “establishment” mostra il suo vero volto, reintroduce leggi razziali giustificate su basi filogenetiche, chiede il rispetto della donna nelle pubblicità e sorride sulla moda di dare schiaffi agli uomini, insabbia e manipola il dato sociale per continuare a promuovere misure di *discriminazione* positiva, fa il prepotente quando un padre si trova davanti a un giudice. La pari dignità costituzionale per questi falsi profeti della giustizia è solo un doppio standard. Niente di meno e niente di più che un doppio standard. Un vero movimento per la parità tra i sessi ancora deve nascere e non sarà compito di questa gentaglia.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi >>>> Non può passare inosservato il fatto che il primo intervento politico in una sede isituzionale nella storia della Repubblica in favore della causa maschile, sia stato pronunciato da una donna. Questo ce la dice lunga sulla condizione degli uomini.
A me sembra più che altro pura tattica politica, mandano avanti una donna per il semplice motivo che se ‘sto discorso l’avesse fatto un uomo l’avrebbero come minimo fatto a pezzi. Gli uomini non si possonoo ancora permettere di fare certe considerazioni in via ufficiale senza pagarne un caro prezzo. Io non credo a tutti questi uomini che non si rendono conto di quello che li circonda e che li sta lentamente spingendo ai margini, gli uomini hanno semplicemente paura di esternare il loro pensiero per timore di perdere consenso, di essere scomunicati dal consesso sociale e soprattutto di subire ritorsioni da un punto di vista professionale. Poi si, ci sono anche gli zerbini impenitenti, questo è un dato assolutamente acquisito (ma siamo poi così sicuri che anche loro non si azzerbinino per gli stessi motivi di cui sopra?)…
Ethans(Quota) (Replica)
Buon giorno a tutti.
Volevo informarvi che la vergognosa bufala del 2012 di Ritanna Armeni ieri ha trovato una nuova inattesa seguace. Nella soap opera di Rai3 “Un posto al sole”, alle 20,40, l’attrice Marina Tagliaferri (che interpreta il ruolo dell’assistente sociale Giulia Poggi) ha ripetuto pari pari la schifosa menzogna (Goebbels sarebbe orgoglioso!), affermando che: “In Europa la violenza di mariti, fidanzati, ex, è la prima causa di morte delle donne tra i 16 e i 44 anni!”
Sarebbe ora di protestare in massa con la RAI, per diffusione di notizie false, con riserva di denunciarli PENALMENTE per procurato allarme.
Questa paranoia del “femminicidio” sta già provocando non poche odiose conseguenze.
Due giorni fa a Como una classe di 27 ragazze di un istituto per ragionieri è stata INTOSSICATA dalle esalazioni di gas al peperoncino, con cui 3 ragazze hanno cercato in modo demenziale di impedire un compito in classe.
Questa paranoia ha infatti portato ad un’impennata di vendite di spray al peperoncino tra le donne, ma non di rado viene usato in modo irresponsabile, non pensando che usarlo in luoghi chiusi può causare gravi danni, malori, allergie, intossicazioni, danni irreversibili alla vista, ecc., trattandosi di ARMA IMPROPRIA, da usarsi solo in caso di vera aggressione.
Per lo meno, nel caso delle ragazze di Como, non potranno dire di essere state danneggiate da “mariti, fidanzati, ex”, quella era una classe al 100% femminile, quindi hanno fatto tutto loro. ben gli sta
P.S.: faccio notare che POCHI quotidiani hanno riportato il fatto che le autrici della bravata sono 3 RAGAZZE (già identificate). Quando le donne fanno cazzate tendono sempre a coprirle, guarda che strano…
Albert(Quota) (Replica)
Tiziana Ciprini: al momento la vedo il “testimonial” ideale.
Dunque. Questo discorso non piacerà alle femministe dell’uguaglianza perchè sostiene una differenza. Non piacerà alle femministe della differenza perchè sostiene un valore nella differenza maschile.
Non piacerà ai cattolici che sostengono medesime tesi (per esempio Costanza Miriano tanto per identificare il filone) perchè la Ciprini si è scagliata contro l’ingerenza delle organizzazioni di Chiesa nella politica (c’è un intervento che stigmatizza e chiede conto dei legami tra CL e la politica per esempio, abbastanza duro) e quindi ai tradizionalisti.
Sostiene la necessità di giovani uomini negli asili nido, (e questa potrebbe essere una contraddizione vista il suo discorso sull’importanza dei ruoli) ma ci aggiunge che serve soprattutto ai bimbi “senza papà”, quasi a suggerire una necessità conseguente alla distruzione del padre e alla trasformazione del papà in mammo.
Una necessità, non un diritto.
Solo io ci vedo un livello superiore rispetto alle istanze femministe in questa precisa sfumatura?
Mi sono capita?
Rita(Quota) (Replica)
@Albert. La storia della prima causa di morte nasce in seno alla Banca Mondiale anni fa. Da quel momento inizia un fenomeno che in inglese viene chiamato ‘woozle effect’, o evidenza per citazione, che consiste in organizzazioni che si citano a vicenda conferendo alla menzogna un grado di ufficialità data l’autorevolezza delle fonti. ONU, OMS, Amnesty, Comunità Europea e chi più ne ha più ne metta, hanno partecipato alla diffusione di questa falsa verità epidemiologica creando nelle masse sentimenti di rancore e pregiudizio nei confronti di tutti gli uomini.
Questo è lo scopo di chi ha innescato la propaganda: istigazione all’odio di genere globale.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
La Ciprini ha perfettamente ragione quando dice che questa legge “vede l’ uomo come essere brutale e violento come essere sottomesso e da difendere, al fine di acuire il conflitto tra i generi anziché prevenirlo.
Anche al fine di contrastare questa discriminazione al contrario sono nati numerosi movimenti maschili contrapposti a quelli femministi, per la difesa dei loro diritti”
Alessandro(Quota) (Replica)
@Roberto
A tutto c’è un limite!
Se domani in tv venisse fuori un “autorevole” personaggio (fosse anche il papa, o il presidente della Repubblica, o chi altro) a dire – che so – che gli infortuni sul lavoro sono la prima causa di morte degli uomini nella fascia di età tra i 18 e i 60 anni, credo che CHIUNQUE, anche chi non è molto informato si chiederebbe: “possibile?”, e si informerebbe, immediatamente penserebbe ad amici, parenti, conoscenti, ecc., a capirebbe che quel personaggio ha detto un’enorme FESSERIA, perché è esperienza di tutti noi sentire di amici, parenti, conoscenti, ecc., morti per malattie di cuore, o tumori, ecc., ma NON (se non in % minore) per infortuni sul lavoro.
Nel 2012 i morti per infortuni sul lavoro sono stati 790 (peraltro una cifra ben maggiore delle 120 donne uccise, e non sempre da uomini, e non sempre per relazioni passionali!), quindi basta poco a chiunque fare 2 conti, e capire se in tv c’è un cazzaro o una cazzara che spara minkiate a raffica!
Io ho già scritto al presidente della Commissione di vigilanza Rai, (Fico M5S) dicendogli che sono STUFO di vedere un servizio pubblico che propala notizie FALSE, ed è un REATO farlo, c’è la norma dell’art. 656 c.p. che vieta la diffusione di notizie false, esagerate, ecc., atte a turbare l’ordine pubblico.
Fatelo anche voi!
O vogliamo forse dire che quella norma non vale per le donnine isteriche e le femministe dei miei zebedei, a cui dovrebbe forse essere permesso fare come Goebbels, e raccontare continuamente menzogne?
Eh no femministe isteriche!
Albert(Quota) (Replica)
comunico a tutti che ho appena scritto alla deputata Tiziana Ciprini complimentandomi per il suo intervento e chiedendole un incontro con il nostro Movimento per discutere di una serie di temi che potrebbero tradursi in proposte politiche concrete. Resto in attesa di una sua risposta. Sarà mia premura, ovviamente, tenervi informati sugli sviluppi…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Rimane da vedere se e`il peimo sassolino della frana o se si tratta di una voce fuori dal coro che fuori dal coro rimarra`…
Pappagallulus melitensis(Quota) (Replica)
Anch’io, come Rita, mi gratto un po’ la testa. Mi piacerebbe avere un confronto più articolato con l’on. Ciprini. Il suo discorso è antitetico a quello femminista (sia dell’uguaglianza che della differenza, che poi significa del suprematismo) e ha mostrato di conoscere le riflessioni serie sul maschile-femminile, quando ha citato Margaret Mead, e le pratiche di valorizzazione delle differenze. Dire “fare il padre e non il mammo” la colloca fuori dal mainstream dell’omologazione indifferenziata, ma può anche far pensare a un recupero di posizioni “retrograde”, che i figli sono faccenda di femmine, che a loro soltanto spetta curarli sia in costanza di matrimonio sia dopo separazione. Da quando il reddito da lavoro di un solo genitore, nella maggior parte dei casi, non è più sufficiente a mantenere un normale apporto calorico a tutta la famiglia e la donna deve necessariamente dare un contributo in tal senso, necessariamente anche l’uomo deve svolgere compiti di cura tradizionalmente affidati solo alla donna. Da quando fare il padre comporta anche quella cura che prima era solo materna, l’uomo, se con la separazione viene privato di quella cura, si sente ed è un uomo dimezzato. Essendo mutate le condizioni economiche e sociali, ecco che non è più possibile fare distinzioni ottocentesche e il discorso apparentemente tradizionalista dell’on. Ciprini rischia di fare il gioco di quella combriccola di mammepersempre attivissime a negare la PAS e a contrapporsi all’affido veramente condiviso.
Giuseppe Petrozzi(Quota) (Replica)
—
Sì. Ogni volta che in tv dicono che la violena maschile è la prima causa di morte per le donne e che i femminicidi sono in aumento, stanno diffondendo notizie false perché i numeri dicono il contrario. Stanno commettendo un reato.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
eh.. Giuseppe, hai ragione.
Ora c’è un’obiezione che sento sempre muovere ogni qual volta si parla di “ruoli” ed è “purchè si riconosca la flessibilità”, che mi sembra venga intesa da chi la pronuncia come una paura piuttosto forte che sostenere la differenza di ruoli significhi ingabbiare uomini e donne a “fare” determinate cose e non altre. Ora, io non so quali sono le vostre esperienze, ma posso dire con tutta serenità di non aver mai conosciuto una persona anziana (appartenente alla famosa era dei ruoli che ormai è mitizzata da tutti) che non ricoprisse, se di necessità (e sottolineo se di necessità) anche il “ruolo” opposto. Forse pure di più le donne.La mia impressione è che all’epoca del patriarcato contasse molto il simbolismo. Madre e padre sui sussidiari scolastici e nel simbolismo culturale avevano confini, limiti e definizioni precisi, ma poi.. chi non ha conosciuto mamme vedove e anche non (pensiamo ai tanti lavori che portavano il padre lontano per mesi da casa) che ricoprivano il ruolo paterno di educatrice ? Chi non ha conosciuto vedovi che, in attesa di trovare moglie accudivano i bambini, li cullavano e li curavano come una mamma? Chi non ha conosciuto donne che all’occorrenza, imbiancavano casa o uomini che all’occorrenza cucinavano e preparavano il pranzo (a proposito che io sappia, a “naja” insegnavano di tutto anche attività prettamente di economia domestica come farsi il letto, stare di corvèe in cucina e stirarsi la divisa).
Voglio dire che a me pareva davvero, più una faccenda di necessità.. vale a dire di “comodità”.
C’è una gustosa considerazione in un racconto di Guareschi in cui la figlia apprende con stupore che la madre durante il periodo di internamento paterno, faceva lavori che oggi si rifiutava di fare. Più o meno gli dice: mamma ma allora sei capace? ma perchè adesso allora li fai fare a lui e non fai un passo se non ti accompagna? E lei, molto tranquillamente gli risponde: “e certo che ci pensavo io, ero sola, ma adesso che bisogno c’è visto che lui è tornato?”
Non so se si è capito il discorso. La mia sintesi, se mai c’è stata, ultimamente si è ammalata
Ci provo:
Era dei ruoli: forte simbolismo ma maggiore interscambiabilità all’occorrenza (un po’ come dire che le gabbie c’erano, ma erano aperte)
Era moderna: totale distruzione del simbolismo e conseguente impressione di minore interscambiabilità.
Rita(Quota) (Replica)
Ottimo il tuo intervento, su simbolismo e intercambiabilità, Rita. Insistere sul significato simbolico dei ruoli significa infatti cogliere lo specifico del femminil/materno e del maschile/paterno, non rinchiudere uomini e donne in una gabbia rigida e chiusa. Io ho sessantacinque anni passati, e da giovane ho cambiato pannolini e portato mio figlio sul passeggino, ho lavato e stirato senza nè vergognarmi nè sentirmi sminuito come maschio. Eppure sono un “reazionario oscurantista maschilista!, naturalmente agli occhi di chi non capisce .
armando
armando(Quota) (Replica)
Il discorso della Ciprini è davvero eccellente e non colgo quei pericoli che qualcuno vi vede. Magari se quello stesso identico discorso l’avesse fatto un uomo, Avrebbe dato il segnale che i maschi sono vivi e che hanno un po’ di coraggio, Santiddio.
Certo che i 5 stelle sono un coacervo di contraddizioni dentro il quale ci sta tutto e il suo contrario. In ogni modo sarei curioso di sapere se ci sono state reazioni al discorso-
armando
armando(Quota) (Replica)
oh beh, Armando, sicuramente l’ho già detto: mio nonno se fosse vivo di anni ne avrebbe 127 giacchè era della classe 1886. Nonna non aveva esattamente l’istinto materno per certi versi (per inenderci quello della mammesantissime che annusano con piacere la cacchina santa dei loro figli) ed era molto schizzinosa, racconta che aveva conati di vomito quando doveva pulire mia mamma da piccola. E racconta sempre anche di come mio nonno con “santa pazienza, si metteva lì e la cambiava e la lavava, lavando poi i pannolini”. Era il 1930. In piena era fascista e machista. Lavorando entrambi in casa ai telai era possibile fare ciò. Se aveste conosciuto mia nonna sareste stati tutti concordi che era il prototipo della femmina patriarcale, tutta casa e chiesa, sempre un passo indietro rispetto all’uomo di casa (foss’anche il genero) ascoltava consigli solo dal prete. Lui, purtroppo non l’ho mai conosciuto, ma so che la piccola attività di tessitura in casa l’aveva messa in piedi lui, per cui lo immagino con un certo spirito d’iniziativa maschile. Mia nonna, alla sua morte, non se la sentì di condurla da sola (e sì che nessuna legge gliel’avrebbe vietato) preferendo vendere i pochi macchinari e andando a lavorare in fabbrica. Eppure da allora in poi, ha sempre fatto il capofamiglia, e quindi ha dovuto giocoforza fare anche il padre, dopo che lui aveva fatto anche la madre, in un certo senso
Rita(Quota) (Replica)
Donne di Montichiari ((BS) costituirono un comitato a diesa di un uomo accusato (e poi condannato) per stupro sulla moglie. Una di esse mi disse:
“E’ ovvio, noi possiamo ciò che voi assolutamente non potete”.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
RDV >>> “E’ ovvio, noi possiamo ciò che voi assolutamente non potete”.
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Un fatto talmente ovvio che mi meraviglio che in pochi se ne rendano conto…
Ethans(Quota) (Replica)
>>>
“E’ ovvio, noi possiamo ciò che voi assolutamente non potete”.
>>>
Niente è per sempre.
Oggi è così ma un giorno (ancora lontano) non lo sarà più.
Tiziano(Quota) (Replica)
Che gli stessi concetti espressi dalla Ciprini abbiano un impatto e un’efficacia diversi se provenienti da una donna piuttosto che da un uomo, è evidente e vero, e questo dice già tutto. Ma il problema del silenzio maschile rimane per intero. Se l’assertività è maschile, se lo è l’affermazione forte delle proprie idee per le quali si è disposti a pagare un prezzo (tutto nella vita ha un prezzo, e non sempre monetario), allora mi aspetto che gli uomini si espongano, dicano a voce alta quello che pensano. Parole inefficaci? Accuse infamanti? Pazienza. Quelle parole valgono molto lo stesso perchè sono parole di dignità e do consapevolezza del proprio valore. Quando non arrivano significa che il maschile è ferito e impaurito oppure opportunista. In ogni caso sta rinunziando a se stesso. E si può essere certi al mille x mille che nessuna Ciprini, anche fossero migliaia, può restituire dignità ai maschi dall’esterno.
armando
armando(Quota) (Replica)
Che dire? Grazie alla Ciprini. Grazie a “Uomini Beta”. Con interventi come questo ri-scopriamo le donne progressiste di un tempo; quelle contro l’oscurantismo ideologico e l’omologazione forzata. E come la “scoiattolinità”, simpaticamente evocata dall’esponente politico, forse anche la “mascolinità” finirà, un giorno, di essere umiliata, vessata e discriminata. Intanto, questa è certamente “una donna”. Una nostra alleata, un’illuminista. E le altre? No-al-Nazifemminismo!
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Tutta la cultura sessista, misandrica (a matrice americana) attuale non può essere compresa se, prima, non si fanno i necessari conti con i testi del Terzo Reich. Fino a quando non si capirà che il sogno discriminatorio di Alfred Rosenberg (“il mito del XX secolo”) non è così diverso dalla sanguinaria teologia ginarchica della “cancellazione” della (defunta) Mary Daly, o del tandem SS – Dworkin (defunta) – McKinnon (pienamente operante), non capiremo che la prassi misandrica riprende, nei deliri pseudoscinetifici come nelle ritualità distorcenti e paranoiche, l’iideologia “purista”, “anatomica e punitiva” delle croci uncinate. Non c’è alcuna differenza tra queste due ideologie (nazi e nazi-fem), se le poniamo sul piano dell’anomia e del disastro sociale. Ieri, l’ariano universale che cancella gli errori genetici della storia, organizzando la società come un luogo “impossibile” per intere tradizioni culturali. Oggi, “la nuova donna”, anch’essa “cosmica”, che ambirebbe a soppiantare il maschio, rendendolo debole e darwinianamente inutile, cioè sopprimibile; a cominciare dal lato pratico e del significato simbolico. Certo che abbiamo paura di “queste donne”! Solo un pazzo non temerebbe per la propria dignità ed integrità, oggi. Tutti noi sappiamo (dai processi per separazione e da mille altre cose) che il nostro destino, per il gelo calcolato delle istituzioni, potrebbe avere in serbo per noi “una soluzione” [!]; e non sono certo esagerazioni. Magari lo fossero. Mi piacerebbe molto scoprire che mi sto sbagliando e che dalla società attuale sta emergendo (sia pur con difficoltà) una coppia nuova, una nuova affettività (multipolare) e tipi innovativi di “democrazia dei generi”. Ma ahimè, non è così’. Questo è solo logica di dominio. Anche se a qualche “fuco” piacerà, e sembrano colonie di castrati in crescita. Per questo mi ha commosso la Ciprini. Finalmente la ragione; insieme ad un pò di umanità e di rispetto umano. Non credevo che potesse riaccadere in un’epoca come questa. Sono commosso, un pò di speranza c’è. Le donne per il progresso esistono ancora. Ne abbiamo bisogno.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Sinceramente, se mi avessero detto che avrei potuto ascoltare un intervento simile in un’aula parlamentare italiana avrei pensato a un’eventualità ai limiti della fantascienza. Ci vuole coraggio e la Ciprini ne ha avuto. Ha rotto un tabù e spero ovviamente che altri seguano il buon esempio. In un certo senso è un intervento rivoluzionario e non è un caso, come giustamente osservato un po’ da tutti, che sia stata una donna a farsene promotrice. Questa è la nostra società maschilista, quella in cui solo le donne possono affrontare, senza timore di ritorsioni, questi argomenti. E’ forse un segnale che il femminismo moralista, ipocrita e misandrico sta perdendo colpi proprio quando incomincia a occupare i posti di comando? E’ molto presto per dirlo. Certo questa corrente di pensiero a vocazione totalitaria alzando sempre più l’asticella delle pretese potrebbe creare le condizioni per un rigetto sempre più diffuso. Per adesso è solo un’ipotesi assai remota, ma chissà che i prossimi anni non ci regalino qualche gradita sorpresa.
Alessandro(Quota) (Replica)
Per quanto mi riguarda l’intervento della Ciprini non mi ha affatto commosso o colpito, anzi mi ha pure fatto incazzare, perché non è possibile che in Italia (come altrove) non esista un personaggio pubblico in grado di esprimere l’ovvio. E non mi si venga ad obiettare la solita storia secondo cui “se l’avesse detto un uomo sarebbe stato mediaticamente linciato, ecc ecc”, perché l’obiezione non regge. Non regge perché un uomo con un minimo di coglioni non si farebbe condizionare in questo modo. Il problema è che l’odierna massa maschile è composta in larghissima parte da “morti viventi”, capaci solo di incazzarsi per un partita di pallone o stronzate simili, ma regolarmente silenti di fronte alle mogli, alle fidanzate e alle femmine in genere. Tutto il resto è conseguenziale.
>>>
PS: anche in ambito militare è la stessa storia: soldati tostissimi contro i colleghi di sesso maschile ma leccaculo e sottomessi di fronte a qualsiasi soldatessa.
Daniele(Quota) (Replica)
La bufala “Il femminicidio è la prima causa di morte in Italia per le donne tra i 16 e i 44 anni.” asserita dall’ONU (da Rashida Manjoo, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne) e dal Ministero delle Pari Opportunità Italiano (dalla ministro Barbara Pollastrini), e nelle sue diverse varianti, riferite all’Europa o al mondo, dal Consiglio d’Europa (Raccomandazione 1582) o da Amnesty International, pubblicata e propagandata da istituzioni pubbliche e private (Consiglio Provinciale di Ferrara, Comune di Genova, Partito Comunista,…) e dai media (Tg 1 Rai, Tg 3, Mediaset, Tgcom, Corriere della Sera, La Stampa, Il Giornale, L’Unità, Il Manifesto, La Repubblica,…) è stata denunciata in data 12 marzo 2012 e successivamente in data 4 febbraio 2013 per quanto riguarda il decreto-legge presentato dalla Serafini e sotto indagine presso la Procura della Repubblica di Vicenza dal 12 marzo 2012 per i reati del c.p. 291, 656, 658, 661 e per qualsiasi altro reato ravvisabile. Idem per la bufala “Sette donne su dieci prima di essere uccise avevano denunciato una violenza o avevano chiamato il 118” asserita dalla Presidente della Camera Laura Boldrini e denunciata in data 31 luglio 2013. Tutte le denunce sono state accompagnate da una mole di allegati, documenti e video che testimoniano e smentiscono tale bufale e spero presto (e finalmente) di poter riversare in rete il materiale.
Albert e chiunque, a proposito della soap opera di Rai3 “Un posto al sole”, alle 20,40, che ripete di nuovo la bufala, cercate di salvarle perché ci sia testimonianza e traccia nel futuro. E se ne sentite di altre, rendetelo noto e pubblicatele. Prima o poi sono convinto che questa vergogna verrà pubblicamente fuori. Per chi è interessato questa citazione si trova al link: http://www.rai.it/dl/upas/puntate/PublishingBlock-e3c7486d-4bab-48d1-ab0b-c8d19573ffb7.html
La trovi ai minuti tra 20:30 e 21:00 puntata del 09/10/2013 , puntata “Un posto al sole” n. 3843 nel video. Salvatela prima che la cancellino.
S.G.A.(Quota) (Replica)
Amici, intendo solo dire che il discorso della Ciprini è importante per noi, è positivo. Prima di ottenere i migliori risultati si parte dall’ottenere una quantità sufficiente di risultati. Intanto, la Cirpini ha riconosciuto – come parte positiva, si badi bene – i “movimenti per i diritti degli uomini” come soggetti storici reali. Di fatto, riconoscendo l’esistenza di tali gruppi ed implicitamente la validità (la fondatezza) della nostra causa; quindi che ci sono (effettivamente) diritti maschili violati. Cosa che la Boldrini non ammetterebbe mai, per esempio, nè la donna italiana media. Al momento, mentre a sinistra c’è un’iindifferenza che nulla ha di socialista o “sociale”, solo i radicali e i grillini sembrano mostrare interesse per noi. Dobbiamo lottare, capite? E non si lotta senza alleanze politiche. Da nessuna parte al mondo. Per questo sono sorpreso. Le donne progressiste esistono sul serio! Incredibile. Fabrizio, ti auguro di avere successo, di essere ascoltato da coloro che sono ancora progressisti e paritari. Comunque ci sono molti maschi che si stanno “svegliando”. Ma, di fronte al sistema misandrico tacciono, per il più umano dei sentimenti: perchè hanno paura. Paura della morte civile, o anche peggio.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Un passo avanti, due indietro. Scherzi a parte è così che si potrebbe pensare alla nostra lotta democratica. Non sarà semplice, nè privo di insidie. Per questo sono orgoglioso di essere cittadino europeo (non come direbbero le donne della destra femminista, “maschio”) dopo la grande prova di sensibilità costituizionale dimostrata dalla Ciprini. Si dice:”se si pensa una cosa da soli è follia, se siamo in due a pensarla comincia ad essere una teoria”. Bè siamo più di due credo, e neanche delllo stesso sesso, oops, pardòn (scusate, donne d’Italia), “genere”.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Timperi (sant’uomo) faccia a faccia con un “figuro” del CSM. Meditate – amici ed alleate – meditate: https://www.youtube.com/watch?v=LXJgbzYUwtQ
Con il legislatore Maglietta; e “falsi mobbing”: 1. https://www.youtube.com/watch?v=yG3Y8JPpS7s
2. https://www.youtube.com/watch?v=YmnIBXiPn90 (notevole, da guardare)
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Roman Csendes,
Giusto Roman, sottoscrivo in toto. Penso proprio che con Tiziana Ciprini potremo fare un bel pezzo di strada assieme…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@S.G.A.
Tranquillo, la conversazione della signora “Giulia Poggi” con “Andrea” di “Un posto al sole” (potrebbero cambiare il titolo della soap in: “C’è sempre posto per le sòle!” ) è stata debitamente registrata, per ogni evenienza.
Vorrei sapere se c’è qualcuno che ha anche gli estremi (data, luogo, circostanza) dell’altra recente e delirante dichiarazione della Boldrini: “1 donna su 2 subisce violenza nel corso della sua vita!”, niente male nemmeno questa…Secondo lei ti basterebbe fermare la prima che passa per strada, e ti direbbe con ogni probabilità che il marito è un epigono di Andrea Ghira e Angelo Izzo, ne fermi un’altra e ti dirà che l’ex fidanzato la segregava peggio di Ariel Castro, ne fermi una terza, e ti dice che non ha avuto problemi , idem la quarta, ma ecco una quinta che ti racconta che in effetti 10 anni prima all’ex fidanzato si era rotto il preservativo, e ora che ci pensa la cosa fa tanto “Assange” , quindi era stata stuprata anche lei e lo dirà a qualche centro anti-violenza…
Eh sì, non c’è limite al rincoglionimento collettivo!
Albert(Quota) (Replica)
Ho inviato questo filmato educativo (e “comparativista”) a tutti i miei amici e conoscenti, non mancando le amiche, sorprendentemente interessate. Incoraggio tutti gli amici del sito “Uomini Beta” a fare altrettanto.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Per chi fantastica ancora sul fatto che la cultura occidentale non stia declinando, causa problemi relazionali profondi, su cui la donna, plasmata dal capitale, gioca (essendone ambiguamente vittima) un ruolo incredibilmente decostruttivo e rosenberghiano, consiglio di leggere i testi di Stefano Re. Cantore qualunque, ma compiaciuto delle pratiche di tortura sociale, come quelle descritte nelle parabole letterarie sulle FemDom.
Al sito http://www.castelvecchieditore.com/spirale/corpi/estratti/femdom.html#4 si legge: “si radunano tra loro e parlano di uomini in termini persino più discriminanti e disumanizzanti di quanto gli uomini abbiano mai fatto nel vantarsi delle proprie conquiste. Con assoluta nonchalanche discutono, esaminano e giudicano senza alcuna pietà le prestazioni sessuali del Maschio. Questo tribunale collettivo non ha una sede né una struttura specifiche bensì sorge spontaneo in ogni ambiente in cui più donne si ritrovino insieme, sia esso un luogo di lavoro, di svago o persino familiare. Le donne mettono sotto screening la prestazione sessuale del Maschio, diffondono e amplificano il terrore maschile di venire scartato, emarginato, deriso per incapacità o carenze nell’apparato o nelle capacità sessuali. Il confronto è inevitabile, e così il giudizio collettivo, il passaparola che si risolve in sorrisi ambigui di giudizio che fanno tremare il Maschio e pensare immediatamente: «che cosa le avranno detto?». La confidenza erotica femminile, antica debolezza limitata da pudicizia e vergogna, diventa oggi punto di forza e spregiudicata arma contro il Maschio. Lo spostamento nel Web di questa tendenza rende universale e inevitabile questa minaccia”.
Al di là della strumentalizzazione di questo commento, attribuito al solito reverendo americano di turno, quello che sorprende è il chiamare questo fenomeno “innovativo” come se non fosse mai esistito: Questa glaciale estraneità è di chi fa mobbing, e allora? E’ il mestiere della misandrica; è della malata di mente; dove starebbe la novità in questa semplice (dagli effetti complessi) crisi relazionale? Ove diversi aspetti disfunzionanti si incontrano, da quello normativo, contro l’uomo (in primis) a quello dell’abuso femminile di alcool, droghe e psicofarmaci che porta alla violenza femminile su figli e neonati (lasciamo perdere i pari età)? Dove sta la novità storica di una crisi biologica di questo tipo? Anche Magda Goebbels leggeva libri sull’antisemitismo, ambendo, prima ancora di incontrare il folle Joseph, a vendicarsi di un suo vecchio amante, che lei fantasticava fosse di orgine ebraica. “Spargere terrore”; si vabbè, è la base strategica del mobbing eh? Tutto qui. Caro Stefano Re, spero che il tuo libello di propaganda ti abbia almeno aperto le porte dell’editoria misandrica internazionale. In caso contrario (con tutto l’impegno di incoerenza, e scissione borderline, che ci hai messo, o hai dimostrato di avere) cambia lavoro!
Romoan Csendes(Quota) (Replica)
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Stefano Re
FEMDOM
Preludio all’estinzione del maschio
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Questa storia riguardante l’ “estinzione del maschio” è veramente una cagata, che non va neppure presa in considerazione. Questi intellettualoidi da strapazzo andrebbero spediti in qualche Gulag, perché sono troppo stupidi.
Tiziano(Quota) (Replica)
LE PENOSE BANALITA’ DI FRANCESCO ALBERONI
A proposito di intellettualoidi da strapazzo…
Non so se qualcuno ha letto le ultime banalità del sempre più arcaico Francesco Alberoni (che è passato dal Corriere al Giornale a pubblicare il suo patetico concentrato di luoghi comuni del lunedì).
http://www.ilgiornale.it/news/interni/960317.html
Nel suo articolo di ieri, l’ineffabile sociologo fa ridere già dall’incipit, dove delira di “epidemia di femminicidio”.
E già, dal punto di vista linguistico, l’accostare due sostantivi “collettivi”, l’uno (femminicidio) che si riferisce ad una presunta strage quotidiana di donne, con numerose vittime (che non ci sono!), e l’altro (epidemia) che invece si riferisce ad una moltitudine di persone malate, oltre che scorretto (da matita blu) sintatticamente, produce effetti comici di “potenziamento”: fa pensare a stragi di donne che avverrebbero ogni giorno ovunque: in un giorno 10 donne uccise a Catania, 20 a Milano, 25 a Roma, 8 a Bari, 15 a Torino, ecc.,
Esilarante, se non fosse vergognoso!
Qualcuno informi l’illustre “sociologo” che in Italia in media viene uccisa una donna ogni 3 giorni, ( non 300 al giorno!) e l’Italia è uno degli stati al mondo più sicuri per l’incolumità delle donne, con 1 donna uccisa ogni 200.000!
Ma ciò che invece fa veramente ridere, nella prosa banale e obsoleta dell’autore, è proprio la TOTALE incapacità di capire (dovuta forse a ragioni generazionali, o all’indurimento delle arterie cerebrali) la realtà attuale, lo SCHEMATISMO tranchant, antiquato e sempliciotto con cui Alberoni inanella i soliti luoghi comuni sui rapporti tra uomo e donna, sentite la seg. “perla”
“Per esempio, molti uomini non sanno che la donna ha una grande fantasia amorosa, sogna l’amore appassionato, immagina nei dettagli la vita domestica, sociale, erotica che avrà col suo uomo e, se la realtà è troppo diversa da ciò che ha immaginato, oggi può andarsene, prendersi un altro. Niente può impedirglielo. Il maschio non ha questo tipo di fantasie amorose, non parla delle sue emozioni, spesso non sa cosa pensa e cosa sente sua moglie. Quando lei non lo sopporta più e lo lascia, viene preso alla sprovvista. Alcuni non capiscono, non accettano, diventano violenti. ”
Alberoni dixit…
Sembra che costui descriva la società anni ’50 e ’60 della sua gioventù.
Dire che oggi “il maschio non ha questo tipo di fantasie amorose, non parla delle sue emozioni” è una solenne frescata, quanto meno a livello di generalizzazione.
Semmai gli studi sociologici e le inchieste più serie di oggi dicono invece che sono proprio i maschi adolescenti ad innamorarsi più spesso, e ad avere fantasie “romantiche” di coppia, frustrate però dalla freddezza ed il cinismo con cui molte coetanee mostrano invece di puntare tutto o quasi su studio e lavoro, con atteggiamenti sempre più competitivi e financo ostili.
E poi, quale “amore appassionato” da parte delle donne di oggi 2013? Al più si può trovare qualche ragioniera, qualche contabile dei sentimenti, disposta a centellinarli se e quando non interferiscono con i suoi progetti ed il suo lavoro.
Povero Alberoni, è triste arrivare a 84 anni e dimostrarli tutti. Non tanto per l’età (si può essere 90enni e avere ancora energia, ottimismo, vitalità, molto più di 20enni depressi e abulici), quanto per la palese incapacità di capire il mondo in cui vive!
E meno male che uno così sarebbe consulente di marketing di grandi aziende!
http://www.alberoni.it/consulenza.asp
Ma chi è ancora disposto a pagare le “pensate” di uno così?
Evidentemente gente che ha soldi da buttare!
Un premio però Alberoni lo merita: quello di maschio-zerbino dell’anno!
Albert(Quota) (Replica)
Tiziano ed Albert, approvo in pieno il vostro punto di vista. Sul “maschio-pentito” commerciale, cioè Alberoni, l’attività dell’ex-studioso è un esempio surreale (ma “di apparato”) di come si fa propaganda femminista: negare l’evidenza di una crisi sociale; distorcere i fatti; inibire l’analisi; evitare, come la peste, qualsiasi indagine sulle ‘responsabilità al femminile’, ovunque si trovino (o nella società, o nella storia). Mi piacerebbe chiedere ad una tipica donna italiana, mettiamo la ‘Madonna sinistra’, cioè “it”, la Boldrini. “a quale limite, nella coppia, tu ritieni di voler (o, terribile parola per le femministe, “dover”) sottostare?”.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Alberoni maschiopentito dell’anno?
Un bel problema, con due incognite.
Di quale anno?
Lo seguo dai tempi di “Innamoramento e amore” (forse sono 30 anni o forse di più). Lo mettiamo per 30 anni al primo posto? E di tutti gli altri (che sono un esercito) che ne facciamo? Se li escludiamo sono capaci di offendersi.
Quello di assegnare l’IGNobel dell’anno a un determinato maschiopentito è sempre stato uno dei problemi irrisolti del Momas.
Non ne verremo mai a capo.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
A mio modo di vedere c’è un prima e un dopo Ciprini.
Le sue parole in quella sede, parole mai udite nell’eterna Roma in 2700 anni, segnano uno spartiacque.
Ha parlato una donna? No, ha parlato La Donna del profondo. Quella che sente che qualcosa di letale sta avvenendo. Ciprini ha suonato la campana dell’ultimo giro della giostra.
D’improvviso tutte le antiche prudenze sono diventate viltà.
C’è stato un prima. Ora siamo nel dopo.
Nove ottobre 2013: la frana del Toc (=il monte marcio) è caduta e questo è un salvifico Vajont.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
giovanni carducci(Quota) (Replica)
Rino DV,
Rino DV,
@Rino + Roman:
In effetti è difficile fare una graduatoria dei peggiori maschi-zerbini in circolazione, perché sono talmente tanti.
Oltre tutto sono anche masochisti, perché mi risulta che uno come Alberoni abbia pagato una quantità di alimenti alla ex moglie (defunta nel 1992) Vincenza Pugliese, dalla quale ebbe 3 figli, per poi fare coppia con colleghe o allieve d’università come Laura Bonin e Rosa Giannetta.
Quindi mi viene da ridere nel leggere queste riflessioni da “Baci Perugina” di uno che ne sa quanto il portinaio del palazzo, o forse meno, in materia di “fantasie delle donne” di oggi.
Forse uno come Alberoni dovrebbe avere il senso di autocritica e l’umiltà sufficienti a capire di avere ben poco da insegnare sulle fantasie delle donne, perché il suo primo matrimonio era naufragato, ed è difficile pensare che le altre 2 donne della sua vita (del mondo universitario) avrebbero fatto coppia con lui se fosse stato uno sfigato ricercatore da 1000 euro al mese, e non il famoso docente e scrittore.
Ma quello che mi colpisce – lasciamo perdere Alberoni, è come sparare sulla Croce Rossa! – nelle affermazioni dei maschi zerbini è proprio la loro totale mancanza di comprensione del cambiamento degli atteggiamenti delle donne, negli ultimi 20 anni in particolare, e nell’INUTILITA’ del loro zerbinismo rassegnato e servile. Possibile che non capiscano che le donne italiane di oggi, in media, fanno come il soldato nemico della canzone “La guerra di Piero” di De Andrè, ?
” E mentre gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbraccia l’artiglieria
non ti ricambia la cortesia”.
Loro fanno i gentili, i “moderni”, i maschi “evoluti”, quelli che “sono amici delle donne”, e poi vengono puntualmente zerbinati e trattati peggio degli stracci da pavimento, le donne li deridono, li usano, e (se erano sposati), li spennano alla grande quando divorziano!
Un altro mega-esempio di maschio-zerbino è (indovinate un po’!) lo scrittore Andrea De Carlo, quello che dopo un paio di buoni libri iniziali (Treno di panna, Due di due), poi non ha saputo fare altro che scrivere romanzi a scadenza fissa editoriale, pieni di banalità e privi di originalità.
Ebbene, vi do una chicca…
Nel 2008 (quando De Carlo teneva un “forum”, poi chiuso perché non riusciva a confrontarsi con chi lo criticava, e ne usciva sempre male) io ebbi uno scontro con lui, perché aveva definito “misogino” il grande regista Stanley Kubrick (il cui nome lui scriveva senza k finale!), poiché – a suo dire – avrebbe rappresentato in “Arancia meccanica” lo stupro come “atto divertente e sexy” (sic!).
Ora, solo un solenne ignorante di cinema (De Carlo fu assistente di Fellini una volta, ma non ha mai fatto nulla) può sparare simili deliri su di un CAPOLAVORO assoluto della storia del cinema, di una complessità e genialità straordinarie, in cui la violenza legalizzata dello stato è contrapposta a quella giovanile delle bande, in modo, originale, sarcastico, profondo, ecc., come solo Kubrick (e Bunuel, direi) sapeva fare.
Ma vi allego la mia mail che inviai ad un sito di fans di Kubrick.
http://www.cineblog.it/post/9555/stanley-kubrick-era-misogino-parliamone
Notare come questo termine “misogino” sia non a caso uno dei più usati dai maschi-zerbini, e dalle donnine che se li spupazzano e poi li gettano via.
La cosa interessante è che dal 2008 ad oggi anche i fans di De Carlo lo hanno del tutto abbandonato: prima c’erano anche dei siti “decarlofili” di lettori entusiasti dei suoi romanzi, ma ora sono stati chiusi.
Francesco Alberoni e Andrea De Carlo, 2 scrittori diversi e due storie diverse, accomunate da un elemento: lo zerbinismo verso il genere femminile, che per entrambi non ha pagato, come era logico fosse.
Perché vedere la realtà con gli stereotipi femministi anni ’70-’80 non funziona più nel 2013, qualcuno glielo dica.
Albert(Quota) (Replica)
Rino e Albert, mi avete fatto tornare il buonumore. Sono contento che Rino abbia sottolineato con la maestria che gli è propria “il prima e il dopo”. Preciso e divertentissimo il testo dell’amico Albert su quel personaggio patetico che è De Carlo (Baricco è quasi meglio). Ho enormemente apprezzato le tue precisazioni sul Sommo Stanley Kubrick. Grazie amici, mi date speranza.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Cercavo qualcosa di più razionale ed interessante e mi sono invece imbattuto in questo sito “per donne”, non come la Ciprini, eh. Dicono che noi, Maschi Beta esageriamo quando parliamo di “nazifemminismo”, o consimili. Lascio a chi legge tutta la stima nel giudicare la portata psichiatrica di queste fantasie di dominio e castrazione del maschio. Una sorta di giocattolo, per feed-back erotici. Tutto può essere un gioco, tutto può essere descritto come “fatto letterario”, anche la tortura; soprattutto se il torturato è stato precedentemente manipolato e reso incapace di intendere. Ma non lo chiamiamo plagio.
“Come dare sfogo al vostro potere femminile e quindi addestrare l’uomo perfetto”: http://nelmondonostro.forumfree.it/?t=45192828
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Roman Csendes,
@Roman
Rispondo a due delle tue stimolanti osservazioni.
La prima è su sua altezza “femen” Boldrina I (pare che quando esca dalla Camera abbia un codazzo di commessi, segretari, portaborse, valletti, ciambellani, guardie, addetti alla sicurezza, ecc., da fare impallidire Maria Antonietta, quella delle brioches).
A giudicare dal suo disprezzo spocchioso anche per una madre o casalinga che serve a tavola, in quanto “degradante per l’immagine della donna” a suo snobistico giudizio, direi che forse il suo sogno è avere come servo a tavola Rocco Siffredi (l’immagine del maschio che più odiano quelle come lei), nudo, costretto a camminare al guinzaglio a 4 zampe (tipo “Salò” di Pasolini), e che viene punito ogni volta che sbaglia con una energica stilettata della scarpa di madamin col tacco 18 proprio lì dove tutti sappiamo.
Per quanto riguarda la paraculaggine pro-femminista degli zerbini Alberoni e De Carlo, direi che quest’ultimo mi fu particolarmente odioso, in quel 2008, perché nel suo zerbinismo, nell’accusare ridicolmente il povero e SUPREMO Kubrick di “misoginia” in “Arancia meccanica”, aveva superato perfino le femministe “storiche” (vedi Lietta Tornabuoni, che aveva recensito bene il film) e quelle più oltranziste.
Ma tempo al tempo…
Per tornare alla canzone di De Andrè (“La guerra di Piero”) sono tutti prenotati, lui, Alberoni, Baricco, Berlusconi (che sta ancora a vantarsi della legge sullo stalking, lui e la Carfagna, quando proprio la moglie, e le donne giudice, lo hanno spennato come mai!), Alfano, Letta, ecc., al grande cimitero del maschio zerbino, dove dormiranno: “sepolti in un campo di grano, non è la rosa non è il tulipano, che vi faran veglia dall’ombra dei fossi, ma saran mille zerbini un po’ fessi”
Ma ecco il mio personale “re-make” della canzone, al punto più interessante, la chiamerei:
“LA GUERRA CON PIERA” (in maiuscolo i cambiamenti rispetto all’originale)
“e se LE sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di UNA DONNA che muore
e mentre LE usi questa premura
quellA si volta , ti vede e ha paura
ed imbraccia l’artiglieria
non ti ricambia la cortesia
cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
AD EVITARE DI ESSER SPENNATO!”
Albert(Quota) (Replica)
Albert, piacevolissimo il tuo intervento e, come sempre, acuto e preciso. Veramente illuminante. Il bello è che tutti noi, Uomini Beta (a mio modesto avviso) siamo ben più definibili con prefissi -non, piuttosto che -stra. -Stra è il prefisso che piace tanto alle misandriche mainstream. Ossia: non siamo maschilisti; non siamo totalitari; non vogliamo dominare le donne; non vogliamo farle soffrire psicologicamente; non siamo interessati a farle ricoprire ruoli che, in teoria, potrebbero piacere a noi e non piacere a loro; non vogliamo venir considerati dei semidei dalla nostra compagna; non vogliamo che delle donne si parli male, gratuitamente; eppure….siamo maschi! Quando ci tolgono i posti a sedere sul treno cosa ci dicono; beh, “guiardi che sono una donna, eh?”. Oggettivamente sì e, brandendo lo stesso pseudo-criterio genitalista, verrei certamente apprezzato nel definirmi un “sotto-uomo”. Vai dal capotreno? A tuo rischio e pericolo e tutto a “rider loro”. E allora mi sento (in questo, e sotto tutti i punti di vista ne sono onorato) come un Stefan Zweig affannato, alle prese con le ennesime, patologiche, riapparizioni naziste. Annichilito, basito, da un soggetto incivile, che mi è ostile, ma ha potere; “quel” potere; che è quello di umiliarmi. Noi sappiamo cosa vogliamo essere e ciò che vogliamo. Invece, sfumatura da precisare, molte di loro non si fanno affatto avanti nella vita per reclamare “ciò che vogliono”, badate. Perchè, come ogni azione che si è scelta, tutto ciò che si ambisce a realizzare comporta delle responsabilità, causa delle incertezze e non può evitare il rischio del fallimento. Non sia mai! Al contrario, LE NUOVE preferiscono non “fare ciò che dovrebbero”, quindi rigettano ogni impegno e responsabilità. Alla donna “nazi-paracula” italiana, di oggi interessa sempre meno progettare ed intraprendere alcunchè, sforzo che le consentirebbe di gustarsi “ciò che a lei piace”. La motivazione, invece, si concentra nel non riconoscere limiti ai propri capricci e ai propri arbitrii. Conta il non rispondere a nessuno, a niente di reale, codice penale compreso. “Non fare ciò che dovrei” (come cittadina; come madre; come fidanzata; come democratica), per loro è molto più qualificante, poichè testimonia un “upgrade” incontestable: la maturazione di una nuova attitudine al dominio. Un Master in misandria pedagogica, conquistato pragmaticamente, sul campo delle disuguaglianze facili, da sbattere in faccia a tutti, per giunta, premiato dallo Stato. Ciò rivela il maturato status di donna post-moderna, post-storica, cioè una sorta di (è un’inventio) “mulier farmacologica”. Ogni cosa va bene, pur di prevalere a buon mercato, ossia nel rifiuto di accettare qualsiasi conseguenza che non sia la vittoria, certa dall’inizio. Ciò equivale a porsi fuori da ogni impegno e regola. La fine dei partiti di Sinistra è stata anche causata dall’emergere, sinistro e brulicante, del femminismo misandrico. L’interesse per il non rischiare, per le vincite regalate dalla controparte non è politica e non può portare al rinnovo del Patto Democratico. Fortuna che, almeno in molti paesi dell’Est, non è così. Ci sono tanti problemi là (cvme in ogni luogo di questo mondo), ma, almeno, a Praga, nelle donne non si premia (per principio) la discutibile facoltà di essere insolventi. Che poi serve solo a far trionfare l’egodistonia più infantilizzante e distruttiva. Queste donne che società servono?
Roman Csendes(Quota) (Replica)
“NOW”. E’ sempre interessante studiarla. Gratta, gratta, e sotto la patina democratica fa capolino la vena ginarchica: http://now.org/.
Si può capire, allora, perchè in Syria le donne del “Now” sono, insieme ai loro maschi fascio-bellicisti, le vere grandi sconfitte di quella situazione di “non-guerra”. Rammento un libro dei begli anni: “L’impero americano”, di C. Julien. Erano titoli normali allora, nel lontano 1968, ma una frase vale ancora: “dove arrivano le aziende americane arrivano gli interessi nazionali USA” [llegame tra pubblico e privato; tra la politica dei “calci nelle pa***” e l’Intelligence USA]. Tra queste aziende ci metterei anche le “aziende di propaganda feminista e umiliazione del maschio adulto”. Non a caso, oggi, la Russia è la più odiata nazione dal femminismo nazionalista statunitense. I siriani non sapranno mai come, nel male, gli è andata, temporaneamente bene. STOP alla guerra ed alla guerre di GENERE. Ce lo vedete voi un gruppo che si chiama “NOW!”, promuovere la pace e la cooperazione nel mondo, che non siano a guida americana? La guerra globale di genere ha bisogno di un quadro bellico-globale sempre in espansione.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Roman Csendes
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Non a caso, oggi, la Russia è la più odiata nazione dal femminismo nazionalista statunitense.
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A proposito di Russia e a prescindere dall’appartenenza politica, avercelo in Italia uno con i coglioni come Putin, o al limite come l’ungherese Orban, capace di mandare a quel paese il Fondo Monetario Internazionale diretto dalla francese Lagarde.
Daniele(Quota) (Replica)
Roman Csendes,
“La guerra globale di genere ha bisogno di un quadro bellico-globale sempre in espansione” (Roman Csendes)
Verissimo, Roman, sottoscrivo…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Grazie Fabrizio, grazie Daniele. Aggiungo un piccolo slogan: ‘pace (collaborazione) sociale e guerra globale di genere sono due situazioni “mutuamente esclusive”‘.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Roman Csendes,
Non so se stiamo dicendo la stessa cosa, Roman, comunque per quanto mi riguarda la pace sociale prevede la guerra fra i sessi e viceversa. Se è questo è ciò che volevi dire sono completamente d’accordo.
La guerra fra i sessi, fra le altre cose, serve come depistaggio ideologico e come strumento di divisione e lacerazione interna ai ceti popolari.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“La guerra fra i sessi, fra le altre cose, serve come depistaggio ideologico e come strumento di divisione e lacerazione intrena ai ceti popolari”.
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Non si potrebbe dire meglio. Le citazioni e le argomentazioni che ho proposto sono in linea con la tua analisi.
Quando dicevo che la guerra (globale) di genere vanificava la cooperazionie, intendevo sostenere che la disintegrazione dei ceti popolari (tramite il culto dell’autoritarismo misandrico) rende – in pratica – impossibile un clima di matura e vicendevole colaborazione sociale. E’ ciò che sembrano desiderare i vertici di alcuni paesi del Primo Mondo, Russia (e forse Francia) esclusa. A tutti i livelli. Il conflitto non rimane solo sulla “graticola” inter-genere, poichè invade (e lo si vede a Trst) tutte le sfere ed i “cuochi” della vita pubblica; deteriorando anche i rapporti inter-etnici. La guerra di genere è un cancro sociale, attira tutte le compagini e i gerghi storicamente in relazione (ed inter-penetrazione) per poi fagocitarli, cioè svuotarli e destituirli di senso relazionale e strutturale. Ciò è ancora più evidente nelle reatà urbane storicamente multietniche. Infine, i soggetti del progresso storico – ridotti ad un cencio – basta infine, solo alterarli in senso simbolico, con una patina di strumentale modernità, altrimenti detta “antiumanesimo”, e così portarli fuori dalla storia sociale. Il PD è una forma residuale, alterata ed opportunistica, del PCI, ad esempio. Ma questo ha coinvolto (e prosciugato) anche le conventicole attaccate alla “Balena Bianca”, ha sconvolto e decostruito tuti. Chi non ha scelto la strada del (come giustamente lo chiami) “capitalismo assoluto” è stato lasciato fuori, cioè eliminato. A tutto vantaggio delle macro-formazioni elitarie, o, se è preferibile (io lo preferisco), della “borghesia assoluta”.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
ascoltate l’intervento dell’ottima Tiziana Ciprini, la parlamentare del M5S con la quale da tempo abbiamo avviato una proficua collaborazione che ha portato ad una interrogazione parlamentare su nostra sollecitazione e ad altre che verranno presentate prossimamente.
Cogliamo loccasione per rinnovarle la nostra stima e la nostra amicizia, perchè solo una donna coraggiosa e dotata di autonomia politica e intellettuale avrebbe potuto ufficialmente portare alla Camera il nome della nostra associazione:
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
c’è chi non la stima così tanto…”Mah! Non è tanto divertente, se pensiamo che una deputata 5stelle è andata ad esporre tesi simili in Parlamento… Tra l’altro, citando uno “studio” che ha la valenza scientifica del settimanale Topolino…” (ricciocorno)
romano(Quota) (Replica)
Ahhhh …. se lo ha detto la “ricciocornaschiattosa” ….. *rofl*
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Di quello che scrive Roman Csendes non capisco l’accostamento fra Francia e Russia che mi sembrano agli antipodi.
Per quanto riguarda la deputata 5 stelle è già molto che quelle cose le abbia dette, specie in parlamento. La valenza scientifica degli studi è l’ultima cosa di cui preoccuparsi, visto che il battage sulla violenza maschile si nutre, appunto,. di studi con valenza scientifica zero e al contrario, altissima valenza propagandistica a tesi precostituite. Fino a quando prevarrà quella disonestà intellettuale, è giusto rispondere sullo stesso piano.
armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
Segnalo e riporto l’intervento (sul suo profilo FB) dell’onorevole Ciprini riguardante il DDL sul cognome Paterno, Materno, entrambi:
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PS: Sulla discusssione tra Animus e Tarallo in altro thread e la chiamata in causa della (mia) moderazione ci rotorno su con calma. Adesso mi sembrava molto più importante riportare quanto sopra.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
E la reazione di una “NOMINATA” del Partito Donnista:
Cognome della madre, la legge si blocca alla Camera. La relatrice Michela Marzano: “Tradita dai maschilisti nel Partito democratico
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)