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Quasi cinque milioni di persone torneranno al lavoro e sono per lo più in larga parte lavoratori dei vari comparti industriali (metallurgia, edilizia, siderurgia ecc.). Questa è la ragione per cui la maggior parte di loro, circa il 72%, sono uomini. Perché sono gli uomini a svolgere tuttora i mestieri più faticosi, pesanti, nocivi per la salute e spesso, purtroppo, anche mortali. A tutto ciò si aggiunge anche l’onere di lavorare con il rischio di infettarsi.
E tutto ciò viene considerato un privilegio (viene da ridere ma tant’è…).
Per il femminismo e per tutto l’apparato mediatico/politico (non riporto volutamente i link dei vari articoli di giornali o di trasmissioni televisive che starnazzano in tal senso) è un’occasione ghiotta per riprendere a suonare la grancassa mediatica della discriminazione di genere. “Anche l’emergenza coronavirus – questo il mantra – vede le donne ricacciate nei soliti ruoli di casalinghe, madri ecc. …”.
Chi sostiene queste fesserie (praticamente tutto il sistema mediatico e politico) è palesemente in malafede. Lo sapevamo già, sia chiaro, ma ne abbiamo l’ennesima conferma.
Siamo di fronte al totale stravolgimento e capovolgimento della realtà vera delle cose.
Neanche l’emergenza coronavirus è l’occasione per un ripensamento critico (non lo pensavamo ma si fa per dire…).
Del resto, a parti invertite, se cioè a tornare al lavoro nelle fabbriche fossero state per la maggior parte donne, avrebbero detto esattamente le stesse cose. E questo ci dice tutto.
Fonte foto: Il Sole 24Ore (da Google)
1 Commento
Ci mancherebbe altro che le prime fossero state le DD !!
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Anche, se vista logicamente (cioè da maschi) ritornando a lavorare le DD di fatto lavorino di meno. Perché?
Perché restando a casa, giuravano i Media: “hanno lavorato più di prima”…
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Se ci sono cambiamenti le DD stanno peggio. Se non ci sono cambiamenti stanno peggio.
Rino DV(Quota) (Replica)