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Brand di genere. Il berlusconismo desessualizzato di Matteo Renzi
di IDA DOMINIJANNI
“La repentina decisione di Matteo Renzi di candidare come capolista alle europee cinque donne, una per circoscrizione, dimostra due cose. La prima: la politica maschile è in un vicolo cieco, in fondo al quale le donne, anzi «la risorsa femminile» come si dice nella lingua neoliberale, appaiono ormai come l’ultima chance su cui investire per tentare una via d’uscita. La seconda: in questo maldestro tentativo le donne vengono usate, con il loro consenso, come un gadget, un brand, una trovata d’immagine. Come un «genere», come si dice nella lingua neofemminista, ma in senso mercelogico. E’ lo stesso, identico uso che ne faceva Silvio Berlusconi («Non le ho mai pagate. Potrei averne grandi quantità, gratis»), solo che Berlusconi prima di portarle al mercato politico le faceva passare per il mercato sessuale. Brand per brand, in fatto di «genere» Renzi questo è, un berlusconismo desessualizzato. Attendiamo dalle interessate notizie sul loro vissuto della circostanza in cui si trovano. Intanto un grazie a Giusi Nicolini, per il suo rifiuto di stare a un gioco che usa il brand di genere genericamente invece di scegliere una specifica politica – nella fattispecie, una buona politica sull’immigrazione – incarnata in una specifica donna: una politica che fa la differenza, non un marketing di genere”.
Quello che dice la Dominijanni è parzialmente vero. Non c’è alcun dubbio sul fatto che la candidatura di tutte queste donne sia un’operazione politica del tutto strumentale da parte del premier.
Però questa è solo una parte della verità. L’altra, quella che la Dominijanni non dice e non può dire, è che oggi candidare le donne è una prassi obbligata per tutti i partiti, specialmente per i partiti di “sinistra”. Il che conferma ciò che come Uomini Beta sosteniamo da sempre, e cioè che l’ideologia femminista occupa ormai da tempo la psico-sfera, l’immaginario psichico individuale e collettivo.
E chi controlla la sfera psichica degli individui, controlla (domina) gli individui stessi. E infatti, come abbiamo visto, i “silurati” maschi di questa operazione, al di là di qualche bofonchio in camera caritatis sono stati costretti a fare buon viso…
Questo è solo l’inizio, sono solo i primi effetti del senso di colpa inestinguibile che il femminismo ha instillato nella psiche collettiva.
Questo la Dominijanni naturalmente non può dirlo altrimenti il suo castello ideologico si squaglierebbe come neve al sole e il femminismo si rivelerebbe per quello che realmente è: una ideologia interclassista,sessista, del tutto funzionale al capitale e fondamentalmente animata da una volontà di potenza e di supremazia.
In altre parole, una forma sia pur molto sofisticata e in versione postmoderna, di fascismo.
16 Commenti
Condivido totalmente. Grazie della riflessione.
Roberto(Quota) (Replica)
Condivido e aggiungo una cosa. Queste donne non sono mai contente. Si lamentano per il gap di rappresentanza, ed ecco il regalo renziano per meriti di genere che però non va bene lo stesso. Vorrebbero una presidente del consiglio femmina, nominata da una presidente della repubblica femmina scelta in un parlamento composto esclusivamente da femmine, con ministri solo femmine. Forse andrebbe bene, forse. Purchè quel parlamento facesse una legge che obbliga le spa ad avere board composti esclusivamante da donne, e assemblee locali altrettanto interamente al femminile.
Finalmente sarebbe cosa fatta la parità di genere.
armando
PS . questa vicenda paradossale dimostra che più cedi più sei disprezzato e costretto a cedere ulteriormente. Quando l’opportunista Renzi non servità più sarà semplicemente messo da parte senza ringraziamenti. Ben gliene incoglierà.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Le poltrone regalate “offendono” le beneficiarie le quali hanno bisogno di provare che il territorio nemico è stato conquistato con dure battaglie, che le poltrone sono state raggiunte con il sangue e le mutilazioni. Che non sono una generosa concessione …paternalistica: e infatti non lo sono per nulla.
E’ la stessa “offesa” che provocano in esse le quote rosa, dopo che sono state ottenute con l’ìmposizione.
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Stiamo in campana: non dimetichiamo mai che già 50 anni fa le inferiori o nulle pene inflitte loro a parità di reato venivano liquidate come”… massima espressione del disprezzo maschile verso F”.
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Poi venne la Ley Integral che le esplicita e le formalizza: ma questa è apertamente, smaccatamente una conquista, non c’è modo di farla passare per una “umiliante concessione”.
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Usano l’apparenza del regalo (che esse odiano per i ben noti motivi) per nascondere la verità: la loro rapina.
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RDV
(P.S. non esiste alcun Matteo Renzi)
Rino DV(Quota) (Replica)
Si chiama ugualitarismo ma in sostanza è parassitismo femminile imposto con un sistematico quotidiano accattonaggio molesto. Perchè piatiscono poltrone e privilegi a destra e a manca, e proprio ai maschi oppressori? Non mancano delle capacità per costruire la “città delle donne” e certamente i proventi della leva fiscale da reddito femminile una legge, se ne faranno richiesta, li attribuirà in toto a loro. Che aspettano dunque ad imboccare questa strada di piena autonomia e di liberazione dall’ “oppressione maschile”?
In sostanza era questo spirito, se non proprio la “città delle donne”, che ci si aspettava dalle donne che ci chiedevano solidarietà morale e politica agli inizi del loro cammino.
cesare(Quota) (Replica)
Ieri sera e per tutta la notte abbiamo avuto il solito problema tecnico dovuto al server (che fra poco cambieremo) e il sito non è stato visibile .
Ce ne scusiamo con tutti.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Boschi: «Spero si arrivi alle quote azzurre per i maschi»
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BARI Ha parlato di scuola, riforme, dei film al cinema che non va più a vedere, delle scarpe modello ballerine e del cambiamento che verrà. Ma il nome di Michele Emiliano non l’ha proprio pronunciato. Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme del Pd formula rosa, è intervenuta a Bari per sostenere il candidato sindaco Antonio Decaro a poche ore dal declassamento di Emiliano da capolista all’Europee. E maliziosamente ha tessuto le lodi delle cinque portabandiera indicate da Renzi per guidare la corsa democratica: «Marketing? No, sono donne che lavorano per la società e fanno molto. Il Pd ha scelto di farsi rappresentare dal volto di queste donne». Una stilettata anche per Beppe Grillo: «Non sono veline. Il leader del M5S è solo invidioso: le nostre capilista sono belle donne, non c’è nulla di male nell’essere belle. Senza dubbio sono amministratrici in gamba. Con quattro di loro, soprattutto con Simona Bonafè, ho condiviso l’esperienza in Toscana e il lavoro parlamentare». Poi una battuta che è sale sulle ferite dei degradati, Emiliano in primis: «Alla fine spero che si arrivi alle quote azzurre, per i maschietti».
Arrivata nel capoluogo pugliese in aereo, senza scorta e con un un’ora di ritardo, la Boschi è stata accompagnata da Decaro con una Renault Scenic nella centralissima piazza San Ferdinando dove otto giovani “professori” – su un format realizzato dall’agenzia Proforma – erano pronti sul palco ad interrogare i due astri nascenti democratici. E ovviamente non è mancata la domanda sugli indirizzi per le pari opportunità del partito di Renzi. Il ministro ha colto la palla al balzo per generare un divertente cortocircuito tra politica rosa e abbigliamento femminile: «Noi donne – ha affermato acclamata dalle ragazze presenti – non solo facciamo le stesse cose degli uomini, ma le realizziamo sul tacco 12. E ve lo dico anche se oggi ho le ballerine…». «La nostra forza? Abbiamo una determinazione gentile», ha chiosato. Poi si è soffermata su come è cambiata la sua vita da ministro: «Renzi spero non ci faccia correre così per troppo tempo. Un po’ mi mancano le uscite e il cinema, tuttavia sono impegnata per il cambiamento. Ora o mai più», ha concluso.
Michele Emiliano ieri non era in città. Ha deciso di rispettare gli impegni presi quando immaginava di essere candidato (capolista) alle Europee per il Pd e ha partecipato a tre incontri in Abruzzo. «È chiaro che il mio autobus è ora quello per le regionali in Puglia e non per Bruxelles» ha puntualizzato dissimulando la delusione e consolandosi di «aver risparmiato in un colpo solo i 300mila euro per la campagna elettorale».
Michele De Feudis
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
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«Noi donne – ha affermato acclamata dalle ragazze presenti – non solo facciamo le stesse cose degli uomini, ma le realizziamo sul tacco 12. E ve lo dico anche se oggi ho le ballerine…».
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Gran brutta bestia i complessi di inferiorità…
Tuttavia è sempre significativo il fatto che mentre i politici “maschi” non perdono occasione per leccare il culo a queste complessate, le medesime si guardano bene dal fare altrettanto. Anzi, per loro ogni occasione è buona per sputare veleno e “ironizzare” (si fa per dire, perché l’ironia non è certamente femmina… al massimo possono essere “sarcastiche”).
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Boschi: «Spero si arrivi alle quote azzurre per i maschi»
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Sì, sarebbero bellissime anche le quote panda in fonderia o nelle miniere di zolfo, ma a parte questo,
il fatto che questa viziata faccia riferimento ai “maschi” e alle “donne”
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: «Marketing? No, sono donne che lavorano per la società e fanno molto. Il Pd ha scelto di farsi rappresentare dal volto di queste donne».
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la dice lunga. Mai una volta che facciano riferimento agli “uomini” e alle “femmine”…
la dice lunga.
Daniele(Quota) (Replica)
PS:
http://neparliconheidegger.wordpress.com/2010/12/03/ginger-rogers-faceva-le-stesse-cose-di-fred-astaire-ma-all%E2%80%99-indietro-e-sui-tacchi-alti/
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Ginger Rogers faceva le stesse cose di Fred Astaire, ma all’ indietro e sui tacchi alti
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Come direbbe una mia vecchia conoscenza, queste femminucce sono clonate…
Complessate come sono, ripetono a pappagallo le stesse vaginate, oggi come ieri.
Daniele(Quota) (Replica)
Certo, certo, ma il tacco dodici lo hanno realizzato i maschi e senza sono a piedi
cesare(Quota) (Replica)
La selezione dei partiti che furono era sicuramente imperfetta e fallace. E anche lì contava molto il gruppo (anche quando non apertamente dichiarato come corrente), l’estrazione sociale e quant’altro.
Ma anche se predestinati (chiedere a D’Alema) le scarpe e la voce se la sono dovuta consumare.
Ora questi e queste, in questo caso soprattutto queste, cresciuti/e a Porcellum e quote, assommate ai difetti di cui sopra (che sono gli unici ad essere rimasti, i pregi sono morti) credono persino di essere in gamba …
Patetiche …. se non fosse che ballano sui nostri cadaveri.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
infatti la cosa più fastidiosa è il continuo senso di competizione di genere da complesso di inferiorità. Altro esempio banale: gli scacchi. Sono uno sport intellettuale da cui le donne si sono sempre dichiarate “escluse”. Ora, esiste il campionato mondiale, aperto a uomini e donne, ed esiste dal 1927 un campionato femminile (ovviamente riservato solo alle donne). E’ palese che non c’è nessuna discriminazione formale. Una eventuale donna che avesse genialità, costanza e passione per gli scacchi avrebbe potuto (da quando esistono e sono organizzati) diventare il campione del mondo di scacchi. Judith Polgar (ungherese) viene considerata la migliore scacchista al mondo. Ha battuto Kasparov e alcuni altri campioni del mondo titolati in competizioni non ufficiali in gioventù. Ora la suddetta in un’intervista ha dichiarato che “non ha mai battuto un uomo sano, quando sono sconfitti avevano sempre mal di testa, non erano in forma etc.”, intendendo con questo un’attitudine maschile a non riconoscere la superiorità di una donna. Peccato che dall’epoca di Morphy in poi, (ma forse anche prima) chiunque perda abbia la tendenza a giustificarsi (e le donne che hanno la scusa della discriminazione dovrebbero ben conoscere questa tendenza ed esserne esperte). Per inciso, la Polgar si è sempre rifiutata di competere nel campionato femminile, ha provato a candidarsi al campionato mondiale misto nel 2005 ma non è riuscita a qualificarsi.
Rita(Quota) (Replica)
Al pensiero di essere governato da una ragazzotta trentenne , anzi da più d’una, tutte fiere per non aver mai dimostrato nulla, rabbrividisco.
Sarò, anzi lo sono sicuramente e me ne vanto, un retrogrado, ma i tempi di De Gasperi, Togliatti, Nenni, e ci metto anche Almirante, erano un’altra cosa, infinitamente migliore perchè infinitamente più alta culturalmente.
Qyesti di ora il mio voto non l’avranno mai e poi mai. Non servirà a nulla, ma NOT IN MY NAME.
armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
Quando in uno dei paesi più industrializzati del mondo il numero dei poveri non fa che aumentare e non si sa più che pesci pigliare, a governare la baracca per interposta persona mandi un ragazzotto svelto che mette insieme un gruppo di ragazzotte disinvolte a fare uno spot pubblicitario malriuscito. Programma: che tutto cambi così che tutto resti come prima. Poi raccatti quei costumi che Marx attribuiva sia al Lunpenproletariat che alla borghesia in piena corruzione e incarichi le tue comparse di farne una battaglia di progresso.
In sintesi quando è la realtà stessa a mettere in scacco il tuo potere, devi convincere tutti a rassegnarsi che la vita è sogno.
cesare(Quota) (Replica)
E se devi convincere tutti a rassegnarsi che la vita è sogno, cioè desiderio sganciato dal reale, quale alleato migliore puoi avere se non la narrazione femminista? e la narrazione femminista quale alleato migliore può avere se non chi deve convincere che la vita è sogno. Infatti si tratta dell’incontro tra l’esigenza di un potere reale di ricorrere alla irrazionalità per mantenersi e l’esigenza di una narrazione fantasticata per partecipare di quel potere.
L effetto che si crea è la normalità dell’assurdo e la plausibilità dell’inverosimile che ogni giorno si apprende dai giornali. Un “gioco” in cui il maschile tradisce la sua virtus che è quella di interpretare l’universale. Un gioco da cui è meglio tenersi fuori restando fedeli al principio di realtà.
cesare(Quota) (Replica)
cesare,
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Secondo me (e ci metto la mia impressione personale, sia ben inteso, non voglio che nessuno si senta offeso) quello che dice la Dominijanni è semplicemente “il solito infantile urlo di dolore straziante” che vuole significare: “ma perchè non siamo nate noi uomini”. Non c’è nulla di più in fondo di consistente, e vado a spiegare perchè dico così…. Quello che si avverte è sempre “quella solita coperta corta” che se la tiri dalla tua parte “non va bene” se la molli dalla loro “non va bene lo stesso” ..non va mai bene ! e poi però il discorso della stagionata Ida, risente della nostalgia delle urla striscioni e visi dipinti con i simbolini, i fisici filiformi delle sfacciate govinastre, che ballano e gridano contro il maschio oppressore (sia Papa, carabiniere, padre, parroco, fratello, sovrano, politico, datore di lavoro, o presidente…) che si vedono stilizzati, in quegli striscioni di quelle note arci note, inflazionatissime e diffusissime foto, ormai sbiadite in bianco e nero, con di fianco disegnata la donna con i capelli al vento che alza il pugno, contro quei “maschi oppressori”…… Cosa vedo Io ? ..vedo la solita cosa: chi protesta ma non sa proporre …..chi vuole distruggere ma non sa costruire (se non con il proprio utero…. ma l’utero non è la società civile … l’utero non sono le regole ! …sarà anche l’elemento discreto che produce una vita…. ma l’umanità ha scelto da un tempo ancestrale, la civiltà, non il clan preistorico, non la solitudine della giungla e della caverna… e sono gli Uomini quelli che sono riusciti a organizzarla e a farla funzionare, inventando dal nulla le istituzioni) ….vedo, chi sa fare solo “bastian contrario”, ma non sa valutare e discernere i progetti buoni da quelli cattivi per sostenere i primi, vedo elogi per questo “rifiuto di Giusi”, per questo “cavillino”, quell’alto “dispettino” quell’altro “sgomitino” ma cosa c’è di veramente propositivo, alternativo, creativo in questo movimento/anzi mondo femminista, che ormai batte il suolo da tantissimi lustri e il tempo l’ha avuto alla grande ? Nulla ! ….quello che vedo io in definitiva è solo la solita rabbia, che si esprime a volte con le sottili parole, ricombinate, di chi testarda ha memorizzato quelle, scritte da altri, scritte per secoli da grandi Uomini, e le ripete rimescolandole a mosaico, ma senza il fine creativo e il significato alto di chi le aveva combinate per primo. Cultura ? ..si ma fine a se stessa però ! (Quasi dare in mano la tastiera di un PC a qualcuno e vedere che poi la usa come una clava !) Una “invidia penis” indirizzata non al sesso, ma alla creatività maschile, che nei secoli ha inventato ogni istituzione, ogni organizzazione, ancora campiamo (con leziosità e aggiustamenti) in sostanza, sul diritto romano, e le originali conquiste sociali, della “civilitas” greca. Quello che “scimmiottano” queste, e che riescono a fare veramente è “sporcare” quelle conquiste fondamentali fatte dagli Uomini del passato, e la loro innegabile purezza (già lo abbiamo visto con le intromissioni “stonate” nei codici e nel diritto, che sembrano maldestre cicatrici di sutura, su una pelle candida e perfetta: una sfigurazione del diritto, in sostanza, una sfigurazione anche dell’illuminato momento della fase costituente quarantottina) In conclusione, sono come un Virus, odiano la creatività maschile, e attaccano l’organismo istituzionale creato dagli Uomini proprio come farebbe un virus, con la sola intenzione di appropriarsene per “far vedere che ci sono anche loro” ma in senso distruttivo, cioè per invidia, non propositivo. Allora la loro soddisfazione sublima nel divorare le cellule di quell’organismo dopo essersene impadronite, come locuste sembrano dirci; “lo vedi che conto” …”riesco a soffiarti il potere e a distruggerti” …..Pensateci…. anche le “quote rosa” sono precisa espressione di questo…. le avrebbero volute Leonardo ? Galileo ? Newton ?
Stefano(Quota) (Replica)