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Come al solito, rispondendo ad un amico durante una conversazione su facecbook, ho ritenuto opportuno estendere a tutti la mia risposta.
“Maternità, paternità e diritti riproduttivi. Di fatto un argomento tabù. Nel senso che il punto di vista femminile (e femminista) è stato di fatto assunto come verità ultima e incontrovertibile (oltre che diventato legge dello stato).
Faccio un esempio.
Diamo per scontato che portare a termine o interrompere la gravidanza sia una decisione che spetti solo alle donne? Diciamo che ci può stare perché in ultima analisi è la donna che cresce il figlio nel proprio grembo ed è giusto che, estrema ratio, sia lei a decidere se tenerlo o meno. Naturalmente, anche in questo caso, avrei qualche obiezione da avanzare, perché non penso affatto che l’uomo sia solo un contenitore di spermatozoi (perché di fatto, allo stato, così è) e che quanto meno un’opinione nel merito abbia il diritto di esprimerla. Ciò nonostante, credo che l’ultima parola debba comunque spettare alla donna.
Se così è dovremmo però batterci affinchè gli uomini possano godere dello stesso simmetrico diritto, quello cioè di decidere in meritò alla paternità. Oggi non solo non decidono un bel nulla, in un senso o nell’altro, ma sono anche inchiodati per legge alle loro “responsabilità”.
Bella eguaglianza… Da una parte (femminile) c’è chi ha solo diritti e dall’altra (maschile) chi ha solo doveri. Una qualsiasi donna, moglie, fidanzata, compagna o semplicemente una donna con la quale ho intrattenuto dei rapporti sessuali, resta incinta? Allo stato attuale delle cose, lei ha il DIRITTO di decidere in un senso o nell’altro mentre io ho solo il DOVERE di rimettermi alla SUA decisione che mi inchioderà per tutta la vita qualora lei decidesse di portare avanti la gravidanza anche contro la mia volontà (prova del DNA) o che lascerà dentro di me una ferita indelebile qualora (sempre lei) decidesse di interromperla.
Ebbene, io penso che se le donne debbano avere piena autonomia decisionale relativamente alla maternità (indipendentemente dalla volontà e dal parere degli uomini), gli uomini debbano godere dell’identico e simmetrico diritto relativamente alla paternità (indipendentemente dalla volontà e dal parere delle donne) e quindi devono essere altrettanto liberi di riconoscere o meno l’eventuale figlio in arrivo. Fermo restando che anche questa non sarebbe una situazione simmetrica in termini di diritti.
Perché se un uomo il figlio lo desidera e la donna invece no, non può certo imporle una gravidanza indesiderata, fermo restando che oggi una donna, se vuole, può anche partorire in ospedale e non riconoscere il figlio (essendo le donne ontologicamente incapaci non solo di agire ma anche di concepire la violenza che è maschile per definizione, come recita la vulgata ideologica dominante, mi chiedo per quale ragione relativamente così tante donne uccidono i propri figli e li gettano in un cassonetto dell’immondizia quando potrebbero tranquillamente lasciarli in ospedale…ma questo è un altro discorso ancora…).
Viceversa, se la donna il figlio in arrivo lo desidera al contrario dell’uomo, quest’ultimo è comunque inchiodato ad assumersi le sue “responsabilità” vita natural durante (prova del DNA), come se avesse commesso chissà quale colpa, come se quel rapporto sessuale fosse stato una sorta di scippo, di inganno, subdolamente estorto, con il quale ha carpito e (tradito) la “buona fede” della donna che, ignara di tutto, “innocente” e immacolata come la santissima Maria (per chi ci crede), in seguito a tale raggiro, si ritrova “perduta” per sempre.
Dietro questo modo di vedere e interpretare le cose c’è proprio quella vetero cultura piccolo borghese catto-bacchettona e colpevolizzante (in questo caso del maschio), che concepisce e individua nell’uomo il “farabutto” o il “filibustiere” (come si diceva una volta…) il cui solo scopo nella vita è infilare il pisello a destra e a manca senza assumersi le proprie “responsabilità”. (e mano male che il Cristianesimo – dicono – è una religione maschilista; sarà, mi chiedo se fosse stato femminista…)
Naturalmente in questo caso siamo anche di fronte ad una concezione della sessualità altrettanto colpevolizzante e bacchettona. Della serie: ”Ti sei voluto divertire? E adesso ne paghi le conseguenze”.
La cosa sconcertante (solo per chi non ha occhi per vedere) è che questa concezione è stata di fatto sposata dal femminismo e dal neofemminismo moderno e postmoderno che di fatto inchiodano (e colpevolizzano) gli uomini sulla base delle stesse logiche sia pur con “tecniche” e procedure diverse. Resta la scomunica per il “reo”, il responsabile del “fattaccio”, con la differenza che nella società dominata dalla cultura patriarcale (non sono così sicuro che nella società patriarcale e maschilista le donne se la passassero veramente così peggio degli uomini, anche se mi rendo conto che con questa affermazione mi esporrò a possibili e durissimi attacchi; resta la mia perplessità e non saranno certo gli eventuali strali che mi faranno cambiare idea ma solo argomentazioni logico-dialettiche) intervenivano direttamente il padre biologico della “vittima”, assieme ai figli e ai fratelli che imponevano al “reo” di “sanare” l’onta e di assumersi le proprie “responsabilità” (e naturalmente scattavano contestualmente una serie di meccanismi socio-culturali pesantissimi che impedivano al “reo” di sottrarsi alle sue famose “responsabilità”), pena durissime sanzioni di varia natura, mentre nella società laica, liberale, illuminata e illuminista, postmoderna, politicamente corretta e femminista, interviene lo stato che inchioda il “colpevole” e lo costringe anche in questo caso ad assumersi le sue “responsabilità”. Gli viene però data la possibilità di sanare il “delitto” commesso trasformandosi in una sorta di bancomat umano per tutta la sua vita. Se non assolve il “debito” gli vengono prelevati i soldi direttamente dal suo conto corrente e se non ha un euro lo sbattono pure in galera (è accaduto e sta accadendo sempre più spesso, sempre per chi ha occhi per vedere…).
Alla luce di tutto ciò, è giunto il momento di rivendicare anche per gli uomini il diritto di decidere in piena ed assoluta autonomia sulla paternità né più e né meno del diritto che le donne hanno di decidere in piena ed assoluta autonomia sulla maternità.
Del resto, bisogna essere coerenti. Stiamo o non stiamo mettendo radicalmente in discussione il concetto stesso di famiglia tradizionale, a torto o a ragione? E allora è bene che questi retaggi del passato, anche se riciclati in salsa postmoderna, debbano essere consegnati, e per sempre, agli archivi della storia.
Non si dice forse che un figlio possa crescere bene anche senza un padre? Viene il sospetto che del padre (anzi del marito) se ne possa fare tranquillamente a meno, ma non delle sue risorse, abbondanti o scarse che siano.
Qualcuno (che non mi era neanche simpatico) diceva che: “a pensar male non è bello, ma ci si azzecca quasi sempre…”.
Dobbiamo dargli ragione?
50 Commenti
Una precisazione per tutti gli amici che ci seguono.
Questo mio articolo non voleva aprire una riflessione sul tema dell’aborto (che d’altronde non era l’oggetto di quella discussione, per lo meno non direttamente) che ovviamente merita, come molte volte abbiamo fatto, una riflessione molto più ampia, dala la complessità e l’ampiezza dell’argomento.
Era solo una risposta nel merito della questione della asimmetricità dei diritti fra donne e uomini da questo punto di vista.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Test DNA obbligatorio alla nascita per paternità certa e responsabile
Mater semper certa è una locuzione latina, la cui traduzione è “La madre è sempre certa” (cioè conosciuta definitivamente). Può essere completata da pater autem incertus oppure pater numquam. In diritto è molto più semplice collegare la nascita di un figlio ad una madre solo per il fatto naturale del parto. Per il padre invece, nonostante le innovative tecniche di comparazione del sangue e del dna, opera una presunzione di paternità di 300 giorni. I figli nati all’interno del matrimonio sono automaticamente considerati figli del marito, ripeto NONOSTANTE LE INNOVATIVE TECNICHE DI COMPARAZIONE DEL SANGUE E DEL DNA e dei cambiamenti, in meglio o peggio, secondo le varie opinioni, dei costumi sessuali della società. Per continuare nella tradizione patriarcale, in cui i figli naturali, avuti fuori dal matrimonio, erano esclusi da ogni beneficio di avere un padre ad esclusivo vantaggio dei figli della moglie, il nuovo femminismo del governo Letta, nel decreto legislativo sulla riforma del diritto di famiglia, in materia di filiazione, sbandierando “la definitiva equiparazione dei figli “naturali” a quelli legittimi” a pochissimi mesi da una simile riforma il cui risultato era stato già venduto come “la definitiva equiparazione dei figli “naturali” a quelli legittimi” cerca di introdurre, e verosimilmente ci riuscirà, il concetto che, ogni figlio di una donna è del marito. Recita l’articolo 18 del Decreto Legislativo: ART. 18 (Modifiche all’articolo 244 del codice civile) 1. L’articolo 244 del codice civile è sostituito dal seguente: ” ART. 244 (Termini dell’azione di disconoscimento) L’azione di disconoscimento della paternità da parte della madre deve essere proposta nel termine di sei mesi dalla nascita del figlio ovvero dal giorno in cui è venuta a conoscenza dell’impotenza di generare del marito al tempo del concepimento. Il marito può disconoscere il figlio nel termine di un anno che decorre dal giorno della nascita quando egli si trovava al tempo di questa nel luogo in cui è nato il figlio; se prova di aver ignorato la propria impotenza di generare ovvero l’adulterio della moglie al tempo del concepimento, il termine decorre dal giorno in cui ne ha avuto conoscenza. (omissis) Nei casi previsti dal primo e dal secondo comma l’azione non può essere, comunque, proposta oltre cinque anni dal giorno della nascita. Non conosco le priorità del legislatore, ma non vedo di certo l’interesse a difendere il diritto di un uomo a non prendersi cura, educare e curare un figlio non suo. Vedo, dietro a questo articolo, l’interesse, nascosto dietro il presunto interesse del minore, di difendere i privilegi della donna la quale avrà così la certezza che il prorpio figlio concepito magari con un altro uomo, e lei di conseguenza , avranno a disposizione le risorse economiche del marito. La maternità è difesa dalla Costituzione, ma una madre può non riconoscere un figlio alla nascita, mentre la paternità, ed i diritti ad essa collegati, non sono difesi, ma può essere imposta anche contro la sua volonta ad un uomo. Occorre che qualche onesto parlamentare raccolga questa istanza e proponga, e faccia approvare urgentemente, l’introduzione di adeguate analisi ematologiche obbligatorie già alla nascita, in modo da poter stabilire immediatamente se il bambino nato è effettivamente del marito o dell’uomo che si crede suo padre, specialmente alla luce di queste nuove limitazioni al diritto maschile di “paternità consapevole”.
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2013/07/test-dna-obbligatorio-alla-nascita-per-paternita-certa-e-responsabile.html
Cassiodoro(Quota) (Replica)
Che dire?Ci sono già passato personalmente(nel negato diritto alla paternità)ed avevo ormai un’età in cui non si può più sperare nè é giusto pensare ad avere un figlio.Il cuore sanguina e gli occhi si bagnano ogni volta che incrociano quelli di un bambino,e nessuna stronza femminista e nessun politico di merda si è mai neanche sognato di entrare nella sensibilità e nel dolore di un uomo.
Andrea(Quota) (Replica)
giovanni carducci(Quota) (Replica)
A proposito di diritti riproduttivi asimmetrici e del concetto di violenza.
Perchè se non è violenza questa cos’altro può esserlo? Violenza perfida e distruttiva. Contro il padre ma anche e soprattutto contro il figlio.
Lei abbandona il figlio. E il padre per legge non può sapere dov’è
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Società maschiliste…. farebbe ridere se non ci fosse da piangere.
Un caso analogo a quello del mio ultimo commento, questa volta nella “patriarcale” America: Quando il figlio viene “eticamente” strappato via dal papà
….
Un padre del Southern California si sta battendo per adottare suo figlio.
Preston King, 19 anni, dice che i suoi diritti costituzionali sono stati calpestati quando la sua ex fidanzata, madre di suo figlio, ha deciso che non avrebbe potuto crescere un bambino da sola.
Gli avvocati che sostengono la causa di Preston hanno lanciato una pagina Facebook e un sito per sostenerlo e convincere i legislatori ad aiutarlo.
Scrivendo sulla pagina Facebook, Preston dice di aver amato la madre di suo figlio quanto più un ragazzo di 18 anni potesse amare, ma nonostante tutti i suoi sforzi le cose non hanno funzionato.
Continua su ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
la verità è una sola. Le società occidentali riconoscono alle madri il diritto supremo di vita e di morte, cioè il più importante e fondamentale (ammesso e niente affatto concesso possa esistere il diritto di morte su chicchessia) sui propri figli, insindacabile e opponibile a chiunque in qualsiasi circostanza. Simmentricamente e automaticamente i padri sono relegati al ruolo di fuco e/o di bancomat secondo la di Lei discrezione. La quale Lei può tutto. Decidere se abortire o no. Decidere se abbandonare il figlio o tenerlo. Decidere se crescerlo da sola o con un uomo a sua scelta indipendentemente dal padre biologico.
Dunque il potere sulla vita reclamato a gran voce dal femminismo è già cosa attuale (da tempo). Ma non basta loro ancora. Contuinuano a definire questa società maschilista e sessista. Non hanno, ancora per poco tempo, il coraggo di dire che una società non maschilista e non sessista per loro sarebbe quella in cui le donne hanno tutto il potere e tutti i poteri su tutto e su tutti. Lo dicessero ci sarebbe sicuramente qualche giornalista importante che darebbe loro un buffetto, dicendo che sì, è tutto vero quello che dicono ma forse, dicasi forse, questa volta sarebbero leggermente, dicasi leggermente, esagerate.
armando
armando(Quota) (Replica)
Armando, una domanda: come disinneschi in materia di aborto il mantra costantemente ripetuto da più parti che il corpo è della donna e che quindi visto che è coinvolta con tutta la sua persona e fisicità ha diritto di decidere lei e solo lei se abortire o portare a termine la gravidanza, indipendentemente dal parere del padre?
Ethans(Quota) (Replica)
Ethans,
Non si disinnesca se si parte dall’autoreferenzialità assoluta, senza alcuna attenzione all’altro. Ma questa è, appunto, la concezione dell’individualismo assoluto spinto al massimo grado. In cosa si differenzia dalle concezioni dell’individuo come monade autosufficiente e tesa solo al soddisfacimento di sè, propria dell’iperliberismo capitalistico? E perchè, se non va bene nel campo economico, dovrebbe invece essere la cosa giusta in altri campi?
A me meraviglia che la sx, che parla, anzi straparla, sempre di solidarietà, dei deboli, degli indifesi, della necessità di socialità etc. etc. etc. etc. , poi invece quando si tratta della vita di un altro (il bambino non ancora nato), diventa individualista al massimo.
Il padre, che pure è coautore di quella vita, non deve contare assolutamente nulla, anche se il figlio è anche suo. E il bambino? Niente, viene ridotto a un “grumo di cellule” anche se contiene già in sè tutti le caratteristiche che poi si svilupperebbero-. Ma, si dice, non è ancora una persona perchè non ha la ragione e l’autoconsapevolezza di sè. E i dementi, i folli, le persone in coma, ce l’hanno forse? Perchè non li eliminiamo tutti con grande risparmio di costi sociali, tanto sono non persone?
A me la derubricazione di un soggetto a non persona evoca qualcosa di sinistramente tragico. Dagli schiavi del tempo antico fino agli ebrei nel nazismo.
Io non credo nella libertà assoluta del soggetto, in nessun campo dell’agire umano, perchè ognuno di noi è tale solo nella relazione con gli altri che pone anche il limite alla libertà individuale, e il bambino e il padre sono gli altri.
Con ciò non auspico carceri, condanne penali etc., perchè so quanto la materia sia controversa e delicata. Mi basterebbe che si usasse un linguaggio appropriato, cioè veritiero, perchè fosse chiara la posta in gioco e le sue implicazioni morali ed etiche. La mistificazione linguistica serve invece a dissimulare, a nascondere verità scomode altrimenti difficilmente digeribili.
Che cosa tutto ciò abbia a che fare con la sinistra , proprio non riesco a capirlo, io che vengo da lì- Mi sembra in totale antitesi, e se non lo è allora il problema è ancora più grosso.
armando
armando(Quota) (Replica)
Però Armando c’è anche da dire che il corpo nel caso della gravidanza è della donna, mettiti un attimo nei suoi panni: se tu volessi abortire e un soggetto esterno a te ti dicesse che invece lo devi tenere e, viceversa, tu volessi tenere un figlio e un soggetto esterno a te ti cercasse di dissuadere ad abortire tu come ti comporteresti? Compieresti mai un’azione che va contro la tua corporietà? Al di là di quale sia la tua scelta ovviamente.
Ethans(Quota) (Replica)
Ethans,
Il corpo e`della donna? Me ne sbatto. Quello che c`e` dentro in gravidanza NON E`SUO. Ed e`stato prodotto con materiale e partecipazione NON SUE. Sono millenni che nell`anima, nel destino e nella vita degli uomini chiunque mette le mani in nome della societa`. CHI sarebbe una donna per pretendere di essere esente da quello che agli uomini viene fatto da millenni? Noi maschi siamo carne da macello da millenni. Non mi risulta mai che nessun soldato abbia mai potuto dire aigli ufficiali reclutatori: il corpo e`mio e al fronte non ce lo mandi, a farsi triturare dalla mitraglia. E BASTA UN PO`!
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
,,,davvero, mi viene da ridere solo a pensarci. Trincea sul Carso, ordine di assalto. Il fantaccino si alza e dice al capitano: ” il corpo e` mio e me lo gestisco io, quindi a saltare sulle mine non ci vado”.
Quasi quasi comincio a pensare che le femministe che fanno certi discorsi vadano parimenti FUCILATE.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus,
Fucilate? Addirittura… non è che ogni tanto le spari un po’ grosse?
Ethans(Quota) (Replica)
Ethans,
Cerco di massimizzare l`espressivita`con le iperboli.
E hai ragione: sprecarci piombo e cartucce sarebbe un errore mortale. Una eresia.
Pero`converrai con me che una bella gogna a base di saliva, sterco, uova marce e vegetali decomposti non sarebbe una cosa malvagia. Tutto materiale di recupero ed economico.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
armando,
“Che cosa tutto ciò abbia a che fare con la sinistra , proprio non riesco a capirlo, io che vengo da lì- Mi sembra in totale antitesi, e se non lo è allora il problema è ancora più grosso”. (Armando)
E’ in totale antitesi, Armando. Lo abbiamo detto molte volte ma è evidente che le cose, come spiegano autorevoli filosofi, devono essere ripetute più e più volte per essere comprese e assimilate.
La Sinistra (S maiuscola e senza virgolette), al di là delle posizioni di ciascuno (quello che ci interessa è ora darne una definizione politica e un inquadramento storico corretti) è quella “cosa”, nata e sviluppatasi fra l’800 e il “900, figlia del Movimento Operaio e che si è articolata nelle sue varie (direi numerosissime) correnti politiche, filosofiche e culturali che tutti ben conosciamo, e che affondava le sue radici in una determinata visione e interpretazione del mondo e della realtà. Beninteso, come abbiamo detto, nella ricchezza delle diverse interpretazioni e posizioni. Credo che nella storia non ci sia stato nulla di più variegato, diversificato , articolato, frastagliato e spesso anche molto diviso e conflittuale, di ciò che chiamiamo Sinistra: comunisti (a loro volta divisi in marxisti “puri”, marxisti “non ortodossi”, “libertari”, marxisti leninisti, trotzchisti, stalinisti, louxemburghiani, anarcocomunisti, bordighisti, guevaristi, maoisti, lukacsiani, gramsciani, adorniani, terzomondisti, eurocomunisti, e via discorrendo), socialisti (riformisti, socialisti rivoluzionari, anarcosocialisti, “massimalisti”, autonomisti, teorici dell’unità di classe (filocomunisti), socialdemocratici), anarchici, cattolici di sinistra, cattolici democratici, cattocomunisti, e l’elenco sarebbe ancora molto lungo.
Bene, al momento tutta questa “roba” (si fa per dire…) qui non esiste più, compresa la socialdemocrazia che pensava ingenuamente di poter sopravvivere al crollo del comunismo (mi riferisco in questo caso non solo al sistema sovietico ma in senso lato, ideale e ideologico, concettuale, filosofico ecc. ad una idea “forte” di trasformazione del mondo) ma che, senza più quell’orizzonte ideale, filosofico e politico, che comunque, suo malgrado, gli stava alle spalle, è entrata inevitabilmente in una crisi profonda fino a smarrire completamente la sua “mission” e a diventare parte organica del sistema capitalistico, ormai priva di qualsiasi seria criticità nei confronti di quest’ultimo. Da questo punto di vista, ha sicuramente ragione chi dice che è più “rivoluzionario” Papa Francesco dell’attuale “sinistra”. E se lo dice il sottoscritto che non ha mai avuto simpatia per il clero e la Chiesa (le Chiese…), intesa come istituzione politica e per il ruolo che ha ricoperto nella storia, potete crederci…
Quella Sinistra è morta di fatto con il morire del ‘900, secolo che termina ben prima della sua scadenza naturale, la cui “morte” può essere datata fra gli anni ’60 e gli anni ’70, che sono stati il giro di boa. Con la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 entriamo di fatto già nel terzo millennio. Stesso discorso per il cosiddetto “socialismo reale”. Era morto ben prima dell’ ’89 e del crollo del muro di Berlino che ha sancito ufficialmente la sua fine e il trionfo del capitalismo assoluto.
Quella Sinistra (come ripeto, indipendentemente dall’opinione dal giudizio di ciascuno di noi che può essere il più diverso) non aveva e non ha nulla a che vedere con la “sinistra” (s minuscola e virgolette) degli ultimi trenta quarant’anni, cioè di quella “sinistra” che nasce e si sviluppa nei paesi occidentali sulle ceneri della vecchia. E’ un’altra “cosa”, ce lo dobbiamo ficcare bene nella testa, proprio per non ingenerare e non alimentare confusione nella gente e falsa coscienza, che poi è proprio la funzione che è chiamata ad assolvere.
La Sinistra non era “relativista”. Al contrario, affondava le sue radici in una visione filosofica che aveva la pretesa, giusta o sbagliata che fosse , di interpretare la “totalità”. L’esatto contrario della “sinistra” attuale che invece ha fatto del relativismo una delle sue bandiere.
La Sinistra era laica (e in molti casi non lo era affatto, se siamo onesti, perché di fatto il marxismo è stato declinato dai comunisti e dal comunismo fattosi stato come una sorta di religione secolarizzata), ma non era affatto “laicista”, al contrario della “sinistra” attuale che del “laicismo”, come del “relativismo”, ne ha fatto un’altra delle sue bandiere. Questo vale anche per la Sinistra non comunista, cioè quella socialista, socialdemocratica e anarchica che invece era autenticamente e profondamente laica ma non “laicista”.
Per le stesse ragioni di cui sopra, la Sinistra non era e non poteva essere “scientista”, proprio perché, pur riconoscendo alla scienza una funzione fondamentale, non considerava e non poteva considerare questa come l’unica forma di conoscenza veritativa, anche perché, proprio per la sua concezione filosofica, la scienza stessa era ed è comunque un prodotto degli uomini, e quindi delle “strutture”, dei rapporti sociali, di produzione ecc. di cui anche la scienza è comunque un risultato. I positivisti e i neo positivisti hanno la presunzione di pensare che la scienza possa essere “al di sopra delle parti”, una sorta di materia “fredda”, “asettica”, al riparo e soprattutto al di sopra delle vicende umane e sociali. Ma questo è falso, come ben sappiamo, perché anche la storia ce lo insegna, e la scienza è sempre stato, e oggi ancor più di prima, strumento dell’e ideologie e delle classi dominanti.
L’attuale “sinistra”, guarda caso, è invece “scientista”, come ben sappiamo, ed è in prima fila nel sostegno ala politiche eugenetiste.
La Sinistra non era femminista, né poteva esserlo, perché pur portando avanti il concetto dell’eguaglianza fra i sessi, era portatrice di una concezione ideologica di classe e non di appartenenza sessuale. Di conseguenza il femminismo, che infatti fino ad una quarantina- cinquantina di anni fa neanche esisteva anche (ma non solo) perché quella Sinistra non era strutturalmente in grado di produrlo (mi viene da ridere solo a pensare ad un intervento di una femminista, di quelle che conosciamo bene noi, in un congresso di un qualsiasi partito comunista del mondo fino agli anni ’60…ahahahah…mi viene da scompisciarmi solo all’idea di quelle che potevano essere le reazioni, nonché il destino politico e personale della “sciagurata” che avrebbe osato dire , non so, che “in ogni uomo c’è un potenziale stupratore” oppure che “la violenza è maschile”…le si sarebbero spalancati i cancelli per andare a edificare il socialismo nei comparti minerari al di là degli Urali…), non aveva ancora fatto la sua comparsa. Il che è appunto ovvio, come sosteniamo da sempre noi, dal momento che il femminismo è un fenomeno che nasce e si sviluppa (e ne diventa uno dei mattoni dell’ideologia dominante) all’interno del sistema capitalistico negli ultimi quarant’anni.
Quindi, ricapitolando, l’attuale “sinistra” (escludendo una sparuta minoranza che definire esigua è un eufemismo) , sia nella sua versione “liberal” (di cui, restando nel nostro contesto, il PD è l’attuale incarnazione), sia nella sua versione “radical” (SEL) è portatrice “sana” proprio di quel sistema di valori o ideologico che è alle fondamenta dell’attuale sistema capitalistico. Oltre naturalmente alla celebrazione del mercato e del capitale come condizione ontologica (“capitalismo sive natura”, prendendo in prestito Spinoza…), ma per questo lavoro c’è la “destra”, quella liberal-liberista, naturalmente, che può assolvere a questa specifica funzione (ideologica) molto meglio della “sinistra”, per ovvie ragioni.
Insomma, volendo scherzosamente parafrasare Marx, “a ciascuno secondo i suoi bisogni e da ciascuno in base alle proprie capacità”.
In conclusione, ciò che voglio dire, e mi rivolgo soprattutto agli uomini come te (ma anche come me) che hanno fatto parte di questa grande storia e che continuano faticosamente una ricerca critica, di fare attenzione e di non lasciarsi ingannare.
Gli attuali schieramenti di “destra” e di “sinistra” non hanno più nulla a che vedere con la Destra e la Sinistra (o le Destre e le Sinistre) dell’800 e del ‘900 che erano portatrici di interpretazioni e di orizzonti completamente opposti e alternativi. A differenza di ora che sono chiamate ad assolvere a determinate funzioni, come abbiamo appena spiegato, o meglio, a “coprire i diversi versanti del sistema: economico (destra liberista: il capitale e il mercato come fine della storia e come condizione naturale degli uomini), politico (“grande centro” verso il quale tutte le forze politiche sono chiamate a convergere; bipolarismo, maggioritario , stabilità politica e pace sociale), culturale ( l’attuale “sinistra” relativista, scientista, laicista e femminista).
Così, a mio parere, stanno le cose. Se poi tu, indipendentemente da questo stato di cose e dalla situazione storico-politica contingente, ti sei allontanato o hai messo in discussione un intero sistema di valori e un possibile orizzonte ideale e di senso, è un altro discorso, sul quale naturalmente io non sono d’accordo. Ma questo, ripeto, è un altro discorso, che peraltro non riguarda o non riguarderebbe solo te (ammesso che ti riguardi) ma tanti altri “compagni” che si sono smarriti lungo la strada (l’offensiva ideologica è stata ed è tuttora pesantissima e altamente pervasiva…) e che hanno finito con il gettare il bambino insieme all’acqua sporca, finendo per aderire ideologicamente al sistema e in molti casi a diventare più realisti del re (questo non è sicuramente il tuo caso…) , oppure a trovare rifugio altrove (la Chiesa è uno di questi…).
E invece, a mio parere, la strada (più dura…) è proprio quella di trovare la forza per navigare in mare aperto, per ricostruire un punto di vista critico e attuale rispetto al tempo e al contesto in cui ci è stato dato di vivere. Un percorso molto duro ma anche affascinante che potrebbe costituire anche un orizzonte di senso per cui valga la pena vivere e impegnare le proprie energie.
.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus,
No ma ho capito, lungi da me dal darti lezioni ci mancherebbe, purtroppo chi legge potrebbe prenderti alla lettera e strumentalizzare il tuo ressentiment per giustificare i suoi deliri ideologici. Ma non te lo devo certo dire io.
Ethans(Quota) (Replica)
Ethans,
Capito, oh, per carita`, mica ne avevo fatto un dramma, e poi se hai qualche lezione figa da dare ti do` pure retta, capirai. Poi, vedi, queste tizie e questi tizi (i peggiori, come saprai) che ci siamo `scelti` come nemici (ma e`piu`giusto dire che li abbiamo scoperti come tali) in realta`presto o tardi creeranno davvero un sistema, una realta`fatta di fucilazioni e torture. Gia`hanno iniziato. Per ora quello che dico puo`sembrare, e lo so, spararle grosse, poi piu`avanti i nostri figli – maschi ovviamente -subiranno Abu Ghraib. A quel punto noi ci si guardera`nelle palle degli occhi e ci si dira`: ” e mo`che famo?”. Io, finche`posso, scappo. Poi, riguardo i deliri ideologici…beh, se qualche imbecille legge il forum e ne approfitta per commettere assurdita` , oppure per delirare, oh: lo scemo e`lui. Le cose vanno lette tra le righe…sempre.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Fabrizio, non lo dicevo x te ma per coloro che si fregiano di quell’appellativo.
armando
armando(Quota) (Replica)
Ethans,
E’ proprio per questo che scrivevo che si tratta di materia complessa e delicata: Nessuna pretesa quindi di tagliare le cose con l’accetta o di imporre qualcosa con la forza, ma considerazione di tutti gli elementi e i soggetti in gioco. A partire da una considerazione che sfido chiunque a negare o contraddire: Il diritto alla vita è il primo e il più importante dei diritti, di fronte al quale gli altri sono necessariemente subordinati per il semplice motivo che senza il primo non esisterebbero o potrebbero non esistere.
Sul piano pratico mi basterebbe, come ho già scritto, che legge e media facessero opera di verità culturale.
armando
armando(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
fabrizio, sul fatto che dx e sx oggi siano tutt’altra cosa da quelle antiche sfondi non una ma due porte aperte. Tanto che, ma su questo so bene che non concordi, per me quelle classificazioni hanno ormai poco senso almeno finchè non siano andrebbero radicalmente ridefinite nei loro contenuti.
Sul tema dell’ allontanamento da un “intero sistema di valori” o della “sua messa in discussione” , ci sarbbe da discutere per ore, ma non è il caso perchè le questioni personali non interesserebbero. magari ne parleremo a voce. Qu’ dico solo che alle volte occorre cambiare radicalmente fuori, per rimanere profondamente sè stessi dentro, dunque proprio per non tradire se stessi .
armando
armando(Quota) (Replica)
armando,
“fabrizio, sul fatto che dx e sx oggi siano tutt’altra cosa da quelle antiche sfondi non una ma due porte aperte. Tanto che, ma su questo so bene che non concordi, per me quelle classificazioni hanno ormai poco senso almeno finchè non siano andrebbero radicalmente ridefinite nei loro contenuti”. (Armando)
Bisogna solo mettersi d’accordo sul concetto, Armando. Se scegliamo di attribuire ai concetti di destra e sinistra un significato metastorico, allora personalmente sono per il loro mantenimento, come sai, perché secondo me, se li intendiamo in tal senso, una “destra” e una “sinistra” sempre sono esistite e sempre esisteranno. .
Se, viceversa, scegliamo di non attribuirgli quel significato metastorico ma di considerarle solo nella loro declinazione storico politica, allora la destra e la sinistra (senza virgolette) storiche sono esistite per un paio di secoli e hanno caratterizzato la storia moderna, diciamo così, per lo meno appunto negli ultimi due secoli e fino agli anni ’60 primissimi ’70 del secolo scorso.
Da quel momento inizia un’altra storia, e sia la “destra” che la “sinistra” (entrambe con le virgolette) vengono ad assumere tutt’altro significato e funzione.
Ma su quest’ultimo aspetto mi pare che siamo del tutto d’accordo
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi
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La Sinistra non era femminista, né poteva esserlo, perché pur portando avanti il concetto dell’eguaglianza fra i sessi, era portatrice di una concezione ideologica di classe e non di appartenenza sessuale. Di conseguenza il femminismo, che infatti fino ad una quarantina- cinquantina di anni fa neanche esisteva anche (
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Fabrizio, solo una domanda: cosa vuoi dire quando affermi che “il femminismo fino ad una quarantina-cinquantina di anni fa neanche esisteva” ?
Come non esisteva??
Tiziano(Quota) (Replica)
Tiziano,
Quello che ho detto. Non esisteva. Il femminismo come ideologia compiuta, diciamo così, e soprattutto come movimento organizzato è nato negli anni ’60 negli USA e poi è sbarcato in Europa nelle forme che conosciamo, per poi svilupparsi successivamente fino a diventare quello che è diventato oggi, cioè una “cosa” ancora diversa da quello che era quaranta o cinquant’anni fa.
Non capisco la tua sorpresa. Prima di allora non si può parlare di femminismo. Sì, qualche intellettuale americana o anglosassone, oppure i movimenti delle cosiddette “suffragette” aveva cominciato a manifestarsi, ma non si può ancora parlare di femminismo, anche perché la questione ancora non si poneva né era stata sollevata. Poi ancora, qualche esponente socialista o comunista, come la Kuliscioff o la Kollontai, ma quelle erano appunto socialiste e comuniste, non femministe. Se solo la Kollontai si fosse azzardata a dire che la “violenza è maschile” o che “in ogni uomo c’è uno stupratore”, o che “l’ atto sessuale maschile è una forma di violenza in sé” sai che fine gli avrebbero fatto fare…
Ma soprattutto, “quel femminismo” (a parte che è anche improprio definirlo tale) non era quello che sarebbe diventato in seguito, cioè un architrave ideologico e non solo del sistema capitalistico.
Mi sorprende il fatto che tu che, mi pare di capire, sei un veterano della QM, possa meravigliarti di ciò. Per lo meno se parliamo del femminismo come ideologia e come movimento organizzato. Poi se invece ti riferisci alla questione della relazione fra i sessi, questa esiste da sempre e probabilmente esisterà per sempre, ma questo è tutto un altro discorso. Il femminismo è un movimento e una ideologia relativamente giovane, direi anzi giovanissimo, dal momento che appunto esiste di fatto da una cinquantina-sessantina d’anni. E non a caso nasce con l’affermarsi della SIA (Società Industriale Avanzata), del capitalismo, con tutte le trasformazioni sociali e tecnologiche che questo processo ha comportato fra cui, fondamentale, il passaggio dal lavoro materiale a quello cosiddetto immateriale. Da lì inizia l’ingresso massiccio, sistematico e di massa delle donne nel mondo del lavoro con tutto ciò che ne è conseguito ecc. ecc.
La cosa migliore che puoi fare è di rileggerti l’articolo di Rino a tal proposito https://www.uominibeta.org/editoriali/lemergere-storico-della-qm/
Non c’è nessun problema, sia chiaro, però, mi chiedo, ragazzi, abbiamo prodotto tanto di quel materiale e ancora ci stiamo a interrogare su cose che per noi dovrebbero essere acquisite?…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio “Non c’è nessun problema, sia chiaro, però, mi chiedo, ragazzi, abbiamo prodotto tanto di quel materiale e ancora ci stiamo a interrogare su cose che per noi dovrebbero essere acquisite?…”
Questa constatazione di Fabrizio ho avuto modo di rilevarla da dieci anni a questa parte. E in un certo senso dalla risposta che si dà ad essa dovrebbe derivare l’impostazione di un sito: o i contributi chiaramente presuppongono il pregresso o non sono contribuiti ma solo ripetizioni da non pubblicare. E invece è da dieci anni che mi trovo a ripetere sempre le stesse cose con qualche novità percentualmente assai modesta.In parte per i miei limiti, ma non solo: sai che cosa ho concluso? che di fronte alla tecnica comunicativa in vigore nei media oggi che è basata sulla ripetizione ossessiva del messaggio, non si può contare sul permanere del proprio messaggio nel tempo: non attualizzato nella quotidiana ripetizione, viene totalmente oscurato nella percezione dei più, se non nella mente di pochi addetti ai lavori. A mio avviso anche nella comunicazione di un sito vale la necessità di adeguarsi alle forme che assume la attuale comunicazione (che in realtà è scientifica pedagogia di massa), dato che l’obiettivo non è risvegliare pochi intellettuali ma il maschio, appunto beta, quello che ogni giorno si sente dire da Publicità Progresso e dai vari spot ministeriali che è un criminale ed un maiale oppressore e nel contempo ci lascia salute e vita per far arrivare la sua famiglia a fine mese. A costui ogni giorno bisogna ripetere in sostanza, come indispensabile controcanto a partire dalla cronaca, che è l’unico vero eroico avventuriero per dirla con Charles Peguy sul cui lavoro e sudore mangiano e ci marciano femministe con le loro menzogne propagandistiche e gli sputtanatori di professione con il loro opportunismo a copertura dei loro furti e delle loro attività criminali.
Buon Natale a tutti
cesare(Quota) (Replica)
Fabrizio, Cesare, ho letto molto di quel che è scritto su UB (non tutto ma la gran parte, compreso il pezzo di Rino al quale fa riferimento Fabrizio), ma mi scuserete se da quemmista della “seconda ondata” (non faccio parte dei “pionieri”) vi faccio notare che un conto è dire che fino a mezzo secolo fa il femminismo non esisteva come movimento organizzato – e fin qui concordo – e un conto è asserire che non esisteva come “ideologia compiuta”. In realtà il femminismo ha radici che risalgono all’Ottocento, e chiunque si intenda realmente un po’ di queste cose, sa che già a quei tempi le… “idee di quell’ideologia” erano chiarissime: sessiste, classiste e razziste.
Basti dire che la convenzione di Seneca Falls risale al 1848, roba che pochissimi in Italia conoscono.
http://www.url.it/donnestoria/novita/rasstampsenecafalls.htm
La stessa Elizabeth Cady Stanton, cioè una delle “madri” del femminismo, era una misandrica-razzista-classista da paura. E qui mi fermo, perché il discorso sarebbe lungo, e non ho alcuna intenzione di polemizzare con chicchessia.
Tiziano(Quota) (Replica)
la diatriba su quando nasce il femminismo o su quando diventa dannoso, o su quando passa il segno o se è nato già malato mi ricorda sempre chi dice che è insito nel DNA della sinistra la divisione in oppressi e oppressori, e invece secondo me è molto più semplice. In un mondo dualista gli estremi si fondono, ma si contrappongono anche cercando perennemente un punto di incontro bilanciato. Che sia destra o sinistra (comunque li vogliate intendere come proprietari e operai, come progresso e conservazione) o che sia maschile e femminile.
Il problema non è un movimento che nasce come male assoluto, il problema è che lo diventa nel momento in cui viene strumentalizzato. Peraltro concordo con Cesare. Con la differenza che forse, anche qui, non è solo un problema moderno, pur con il miglioramento della tecnica mediatica. Lo slogan va sempre forte.Molto più che l’analisi dettagliata che richiede necessariamente prolissità, che si dimentica facilmente se non si riesce a coglierne i punti essenziali.
Niente… tutta sta pappardella per cogliere l’occasione per fare a tutti gli auguri di Buon Natale e Buon Anno
Rita(Quota) (Replica)
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=20788762
Tal “scienziato apocrifo” scriveva su U3000,
>>
Aggiungerei che un precursore della QM fu Ernest Belfort Bax che nel 1913 scrisse “La frode del femminismo” ma che all’epoca venne tacciato di misoginia e maschilismo.
A vedere dopo quasi 100 anni come sono andate le cose, verrebbe da dire che aveva proprio ragione.
>>
Correva l’anno 1913…
http://en.wikipedia.org/wiki/Ernest_Belfort_Bax
Tiziano(Quota) (Replica)
Tiziano,
Ernest Belfort Bax era antifemminista… ma all’epoca non mancavano le teorie razziste, accreditate con serietà scientifica (si pensi all’opera di Cesare Lombroso). Non so quale autore del ‘900, era convinto che il carattere delinquenziale dei meridionali d’Italia fosse causato dalla loro fisionomia.
Dimmi, questo Bax, al quale andava tanto bene il sessismo, cosa ne pensava del razzismo?
MIRCO(Quota) (Replica)
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&frm=1&source=web&cd=1&cad=rja&ved=0CDUQFjAA&url=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FErnest_Belfort_Bax&ei=tSK6UrarNKjnygPIzICwBw&usg=AFQjCNGUF-5wFYcSpZt3LgrbLXAwt0Ik2Q&sig2=QHbEtGByTcGBcz5d7dHnqQ
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ernest B. Bax: UN DIO
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
….
Tanti auguri a tutti anche da parte mia. Mi scuso del ritardo ma una febbre mostruosa mi ha tenuto bloccato da venerdì sera.
Un augurio particolare al Pappagallus Poliedricus (so che apprezzerà …. )
…
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
URLATE COME SE LE AVESTE DAVVERO!!! BUON NATALE, SERGENTE HARTMAN!!!
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Sempre la prima sezione di Cassazione…..
Fecondazione assistita: il padre biologico deve mantenere il figlio anche se è mancata cosciente volontà di procreare
………..
di Licia Albertazzi – Corte di Cassazione Civile, sezione prima, sentenza n. 21882 del 25 Settembre 2013.
In caso di fecondazione eterologa, quali sono gli elementi costituenti la paternità ai fini della condanna al mantenimento? E’ sufficiente la componente biologica o occorre anche una cosciente volontà di procreare?
Nel caso di specie il presunto padre viene citato in giudizio dalla madre, la quale, oltre a richiedere la dichiarazione di paternità del convenuto, chiede la sua condanna al rimborso delle spese di mantenimento da lei sostenute dalla nascita del figlio. Il resistente dichiara di non aver mai avuto rapporti sessuali con l’istante ed anzi chiede accertarsi il comportamento doloso dell’attrice (la quale, a suo dire, avrebbe sottratto una provetta contenente suo liquido seminale, provocando la gravidanza contro la volontà del donatore). In primo grado l’attrice ottiene soltanto la dichiarazione giudiziale di paternità, mentre la Corte d’Appello condanna il padre naturale al versamento di un assegno periodico a titolo di mantenimento nonché a corrispondere una somma aggiuntiva a titolo di resistenza temeraria.
Avverso tale statuizione l’interessato propone ricorso in Cassazione lamentando difetto di motivazione e violazione di legge.
La Suprema Corte stabilisce come, nel caso della fecondazione assistita, ai fini di dichiarare la paternità naturale, sia sufficiente provare scientificamente la paternità biologica, non essendo ai fini giuridici necessaria una contestuale volontà procreatrice cosciente. Non è dunque ammissibile alcun successivo ripensamento. “Nell’ipotesi di nascita per fecondazione naturale la paternità è attribuita come conseguenza giuridica del concepimento, sicchè è esclusivamente decisivo l’elemento biologico e, non occorrendo anche una cosciente volontà di procreare, nessuna rilevanza può attribuirsi al disvolere del presunto padre, una differente interpretazione ponendosi in contrasto con l’art. 30 Cost., fondato sul principio della responsabilità che necessariamente accompagna ogni comportamento potenzialmente procreativo”. Il giudice del merito ha dunque correttamente valutato le prove prodotte dall’appellante e la sua motivazione è esente da qualsiasi tipologia di vizio.
……..
Testo della sentenza n. 21882 del 25 Settembre 2013.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Visto questo sondaggio sulla paternità organizzato da Focus e dal portale nostrofiglio.it, in collaborazione con l’Eurispes? http://www.focus.it/padri/
zil(Quota) (Replica)
Insomma, talvolta conta la biologia, talvolta la biologia non conta nulla, perchè, si dice, ciò che vale è il rapporto che si instaura, quindi non biologico ma in senso lato sociale. Sembra ci sia un criterio di scelta preciso. Quello di incastrare comunque sia il maschio, volente o nolente.
armando
armando(Quota) (Replica)
Credo che sia arrivato il momento in cui anche gli uomini abbiano il diritto di decidere in piena ed assoluta autonomia sulla paternità né più e né meno del diritto che le donne hanno di decidere in piena ed assoluta autonomia sulla maternità.
Via tutti i retaggi maschilisti e paternalisti: test DNA obbligatorio alla nascita il primo indispensabile passo.
La rabbia del padre ufficiale: «Io, preso in giro per quarant’anni»
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Legge 40: “A decidere sia la donna, non la coppia”
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Avviso ai giovani: la gravidanza è una malattia http://www.lanuovabq.it/mobile/articoli-avviso-ai-giovanila-gravidanzae-una-malattia-11535.htm#.VLvJMSz11Kp
romano(Quota) (Replica)
Preservativi a parte, il concetto di gravidanza come malattia apre le porte ad ogni aberrazione. Se sono malato ho diritto a curarmi (diritto di aborto). Se sono malato ho diritto di curarmi come voglio (esclusione del padre da ogni decisione). Ma il conto non torna, come al solito. Perchè la gravidanza diventa una malattia se la donna la percepisce come tale. E la così detta oggettività della scienza? Allo stesso modo, se ad una donna viene rivolta un apprezzamento, questo può essere considerato, a piacere, un complimento o un’offesa da galera. Ae questa è la tendenza, a quando l’applicazione degli stessi concetti anche all’uomo? A mai, naturalmente.
armando
armando(Quota) (Replica)
La moglie lo tradisce: scopre che il bimbo non è suo e si uccide
…
VICENZA – Quando ha scoperto che il figlio di 4 anni non era suo, un operaio 39enne non ha retto al dolore e si è tolto la vita. L’uomo, che si sta separando dalla moglie, aveva chiesto l’esame del Dna.
La risposta l’ha avuta in tribunale qualche giorno fa: quel bimbo non lo aveva concepito lui.
Ospite di un amico, che in quel momento era assente, è sceso nel garage e si è impiccato. Ai genitori ha lasciato un biglietto, spiegando le motivazioni del gesto.
L’operaio si era sposato 7 anni fa, e dopo 3 era nato il figlio. Ma il matrimonio è entrato in crisi quando il 39enne ha scoperto che la moglie aveva avuto e continuava avere relazioni extraconiugali. Da qui la richiesta della separazione, avvenuta poco più di un anno fa. Poi il desiderio di sapere se quel bimbo che amava tanto era suo o no. Poi, avuta risposta, la decisione di farla finita.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Europarlamento:
«le DD debbono avere il controllo dei loro diritti sessuali e riproduttivi, segnatamente attraverso un accesso agevole alla contraccezione e all’aborto».
Dei simmetrici diritti maschili non c’è – ovviamente – la minima traccia. Non si riesce nemmeno a concepire che possano esistere.
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http://www.corriere.it/politica/15_marzo_10/aborto-va-garantito-donne-parlamento-europeo-dice-si-83b56a3a-c724-11e4-ace1-14c9e44d41cb.shtml
Rino DV(Quota) (Replica)
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Ieri sera si parlava del ciclo riproduttivo dei salmoni, e quello che mi ha lasciato molto perplesso, me n’ero completamente dimenticato, è stato ricordare come anche le femmine debbano, in maggioranza morire, per poter supplire alle necessità riproduttive della specie: quello che per loro accade è, che la “competizione per il migliore” (il più adatto alla vita), il fattore “qualias”, che diversamente, dove esiste, si risolve in una competizione intrasessuale (maschile) o cmq all’interno della fauna, quì ha preso la forma di una gara, di una maratona estenuante “contro” le forze della natura: i più deboli, non si riproducono, non perché uccisi da altri, o vinti dai congeneri, ma perché non arrivano alla meta..
Sappiamo tutti che devono risalire fiumi contro corrente e superare cascate per arrivare da interi banchi, decimati alla meta, dove alal fine m dopo essersi riprodotti, anche questi sopravvissuti, sfiniti … muoiono.
Ecco, quello che mi lascia perplesso, perché sembra violare la mia “ontologia dei sessi” (anche se non del tutto) è che in questa competizione per “i migliori”, che in quanto qualità (non quantità), ossia valore “non materiale”, dovrebbe essere una peculiarità “a carico del maschile”, in questo caso, viene violata, vale anche per le femmine.
Qualche idea?
Animus(Quota) (Replica)
Animus, non sono un grosso intenditore, ma dovrebbe essere per via della strategia-r riproduttiva di tali pesci e della fecondazione esterna: Puntano sulla quantità e non sulla qualità: un grandissimo numero di uova con cure parentali nulle. La competizione per i maschi migliori è più accentuata nelle specie in cui le femmine hanno poche uova ed un investimento sulla prole (gravidanza e cure) significativamente elevato.
Enrico(Quota) (Replica)
Grazie Enrico,
Bingo!
Ecco perchè, anche le femmine pagano il costo, come se fossero maschi….manca “la gravidanza”, oltre al fatto che uova, fecondate esternamente, sono nell’ordine di diverse migliaia.
(e quindi anche una femmina ha una prole numerosissima, da quì il valore della qualità..)
Insomma si potrebbe vederli anche come maschi “specializzati” (cioè cone migliaia di gamenti invece di milioni)
Meno male…
Animus(Quota) (Replica)
Fecondazione eterologa.
L’argomento è spinoso, ne sono consapevole.
Non posso esimermi però dal puntualizzare il mio punto di vista sull’argomento: contrario.
Da non credente in entità superiori ma, nonostante tutto, credente nell’umano sono contrario alla sua reificazione. E la fecondazione eterologa, insieme ad altre tecniche già sviluppate o in corso d’opera reifica e mercifica l’umano nella sua essenza più profonda.
Contrario sia che si tratti di coppie etero o coppie omo. Che è anche il motivo per cui riporto il commento in questo post e non in quello sul matrimonio lesbo_gay.
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https://www.facebook.com/ajplusenglish/videos/554481601360018/?fref=nf
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Israele ha evacuato i bimbi nati da utero in affitto destinati a coppie israeliane, ma non le madri. Di loro chissenefrega! Sono solo povere disgraziate comprate dai ricchi occidentali . È la logica profonda della mercificazione e dei così detti diritti umani.
Armando(Quota) (Replica)
Pacchetto “all inclusive”, Paсchetto d’ovodonazione “Economico” , etc. …
Diritti.
Il diritto di avere dei bambini.
E il diritto dei bambini?
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BioTexCom – Center for human reproduction
Auguroni
Vogliamo fare i migliori auguri alla nostra cliente più matura, con i suoi 66 anni, ha dato alla luce due splendidi gemelli sani, noi tutti ci uniamo alla gioia di questo evento straordinario.
La Sig.ra si era rivolta alla biotexcom qualche tempo fa chiedendo di fare la maternita surrogata a causa della sua eta avanzata , ma non essendo sposata non ha potuto accedere al progetto di utero in affitto.
I nostri medici dopo attenta valutazione dello stato fisico e degli esami della signora hanno ritenuto la paziente in ottima salute , quindi ha optato per il pacchetto successo bimbo sicuro….. Che dire più di cosi!!!
La Biotexcom ha cosi ricorso alla nuova tecnica delle cellule staminali differenziali grazie Della quale siamo depositari di brevetto, grazie a questo possiamo dare il benvenuto a Michael e Joshua.
Ancora tanti auguri alla nuova famiglia e una lode ai nostri medici che rendono possibili tanti sogni.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
dico solo che è il trionfo dell’egoismo peggiore. Due bambini orfani di padre e con una nonna come mamma. Quando avranno 15 anni, l’età più delicata, lei ne avrà 81. Così vuole la società del desiderio soggettivo elevato a diritto insindacabile, dell’altro come strumento del nostro ego. Così vuole il capitale, che su queste cose prospera indisturbato. Così non capiscono nulla di nulla i nostri bravi progressisti, che o sono scemi del tutto o del tutto in mala fede.
armando(Quota) (Replica)
“Chi siamo noi, per giudicare…”
Animus(Quota) (Replica)
Animus,
???? Frase, che se si riferisce al sottoscritto, sbaglia bersaglio. Io non giudico le intenzioni di nessuno, ma le azioni si. E in questo caso quell’azione è deleteria verso il figlio. Punto. Poi, caro animus, giudico anche quel che dicono i papi. Alle volte sono d’accordo, altre per niente.
armando(Quota) (Replica)