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So bene che anche qui sto sfidando i dogmi di una pretesa sinistra che sinistra non e`piu`, ma io sono tendenzialmente contro il divorzio.
Non in senso assoluto: come l`aborto, esso e` concettualmente una conquista di civilta`.
Concettualmente; all`atto pratico, e nella societa` turbocapitalista, esso e` solo uno strumento di lotta politica femminista, anche abbastanza squallido, se vogliamo.
E poiche` viene richiesto nella stragrande maggioranza dalle donne, e poiche ` quasi mai per reali e circostanziati motivi, tipo una reale violenza in famiglia, (cercatevele voi le fonti), e poiche` nella stragrande maggioranza dei casi le accuse di violenza che accompagnano le pratiche di divorzio sono del tutto false e create all`uopo, io sono contro il divorzio. Punto.
Niente altro che un metodo, l`ennesimo, per castrare miliardi di maschi occidentali e renderli ancor piu` schiavi; non solo dei padroni, quindi.
Per evitare che i maschi, per la maggior parte proletari, cioe` lavoratori senza riserve reali, si ribellino, come dicevo altrove.
E se si ribellano i maschi proletari poi prima o poi potrebbero superare le rivendicazioni sindacali e averne di politiche. Potrebbero non accontentarsi di volere duecento euro in piu` in busta paga: potrebbero voler comandare, e relegare il padronato ad appendice della societa`.
Una volta la definivano in un modo politicamente scorrettissimo`sta cosa: Dittatura del Proletariato…addirittura. Che parolaccia.
Il femminismo si e` ben piegato, e sempre, a questo suo ruolo di coadiutore del padronato.
Si spaccia per rivoluzionario, ma non lo e` e non lo sara` mai; soprattutto, non puo` esserlo.
Dimostrazioni? A parte quanto ho gia` scritto altrove e che potete cercarvi, vi do una dimostrazione che da sola vale per tutte, ed e` un nome: Hillary Rodham Clinton. Volete altro?
E, perdonatemi la boutade, ringrazio Lenin nell`alto dei cieli che al posto suo abbia vinto il buffone arancione, il Berlusca americano, coso, li`…Trump.
Gia` il fatto che tutte le sinistre mondiali considerassero essere la Clinton il meno peggio di due mali, o addirittura la salvezza, la dice lunga di come sia messa la sinistra a livello mondiale.
E` ormai solo una sinistra liberale, una sinistra solo ed assolutamente ed esclusivamente dei padroni.
Che usa aborto, divorzio e femminismo come armi anti proletarie.
Sempre grazie alla sua capacita` proteiforme di assorbire cose antitetiche e usarle a proprio favore.
Dico solo a tutti i compagni e alle compagne che prima vi sbrigate a buttare nella pattumiera tutte le vecchie parole d`ordine e i vecchi dogmi, e meglio sara` per tutti.
Altrimenti vinceranno come al solito i padroni e le padrone – e con loro le loro nuove barboncine da guardia rosa, che ultimamente sembrano piu` efficaci dei sempre pronti e mai dimenticati cani da guardia neri. Cani neri ai quali le barboncine rosa spesso danno la mano e non solo la mano.
Vedi quanto accaduto alla casa dei sindacati di Odessa qualche anno fa, all`inizio di un Maggio mai abbastanza esecrando
Ultima nota: mi limito a fare notare in chiusa che in una societa` realmente socialista aborto e divorzio avrebbero tutto un altro senso.
Li` sarebbero probabilmente e davvero due istituzioni da tutelare, non abusive ed abusate.
E femministizzate. E reazionarie.
Come oggi in occidente.
Ma mi rendo conto di parlare di cose troppo avanzate.
La smetto qui.
Meditate, compagni, nel frattempo.
9 Commenti
…Naturalmente sottoscrivo concetto per concetto; personalmente, ci ero arrivato “da un’altra parte” (per intenderci: da quella di Luigi Iannone e Marcello Veneziani, di Roger Scruton ed Ernst Nolte, di Alain De Benoist e di Éric Zemmour …), ma la convergenza era ineluttabile e auspicata.
Manovra a tenaglia per stritolare la nuova razza padrona, dunque!
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
Io farei più attenzione, però. Dire che “concettualmente l’aborto è una conquista di civiltà”, mi trova in disaccordo profondo. Semmai si potrebbe dire che la depenalizzazione dell’aborto è una conquista di civiltà, purchè ne siano chiariti e delimitati i casi. L’aborto è soppressione di una vita umana, su questo non credo nessuno possa avanzare dubbi, a meno che si dica che un feto non è una vita umana, che sarebbe affermazione priva di qualsiasi senso scientifico. Ma, si dice, una vita umana non è “ancora” una persona umana. Mbè? dove sta la differenza se non in una convenzione giuridica? Quella per la quale è consentito abortire nelle prime settimane ma non oltre? Cosa cambia fra tre o sei mesi? Nulla di eclatante, perchè il feto si sviluppa in un continuum. Quando la legge si affida a limiti per “convenzioni” il terreno è molto scivoloso, e si finisce per spostare sempre in avanti quei limiti. in USA, durante la presidenza Clinton, poi interrotta da Bush e ripresa infine da Obama, è in uso come tecnica ammessa, il così detto “aborto a nascita parziale” praticabile fino a pochissimo tempo prima della nascita.basta documentarsi su internet per capire che si tratta ,in realtà, di una pratica terribile, davvero inumana nelle modalità e nello scopo. Vedere per credere! Mi e vi chiedo: come è possibile parlare di difesa dei più deboli e indifesi quando si ammettono cose simili, dal momento che più debole e indifeso di un piccolo essere umano nel ventre materno non può esserci nulla? E come è possibile parlare di “diritti” quando si nega il diritto primario, che è quello di vivere? Quì non si tratta di uomini e donne contrapposti,non di diritti e doveri dell’uno o dell’altro, che beninteso esistono e che si fa benissimo a sottoporre ad esame critico, come anch’io faccio da vent’anni, ma di una visione antropologica che ci coinvolge ugualmente tutti, e che contrappone due modi d’essere di una civiltà, quale che sia il governo e il modo di produzione.
armando(Quota) (Replica)
armando,
…Puntualizzazione sacrosanta, Armando; penso che Rutilius, parlando di istituto da tutelare e non da abusare, alludesse esclusivamente ai (rarissimi) casi in cui il prosieguo della gravidanza metta a rischio la vita della gestante.
Manco a parlarne, invece, per i (rarissimi) casi di stupro, poiché è aberrante che si pretenda di “lenire” un crimine commettendone un altro infinitamente più atroce.
Semplicemente, è da cancellare la menzogna femminista secondo cui il feto sarebbe “portio mulieris”, perché è scientificamente acclarato che, invece, è un distinto organismo con autonomo corredo cromosomico. Quindi, non è neanche in questione il consenso paterno (oggi irrilevante), perché due consensi valgono zero rispetto al diritto alla vita.
Infine, quanto al divorzio, credo siamo tutti d’accordo: 1) i desiderata degli adulti vengono moooooooolto dopo della tutela dell’equilibrio dei figli: quindi, poche balle, si stringono i denti e si serba un contegno decoroso in famiglia finché i figli non escono di casa; 2) giunto quel momento: chi rompe paga e i cocci sono suoi; tradotto: si fa la sua valigetta e se ne esce di casa portandosi via esclusivamente gli effetti personali.
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
…Ecco, se ce ne fosse ancora bisogno, l’ennesima riconferma: http://www.thepublicdiscourse.com/2016/11/17914/.
DUE AUTORI UOMINI, verso la metà della loro schizofrenia animalista:
e cioè: “optano per il punto di vista femminista pro-choice – che la gravidanza costituisce un onere affermativo o un’imposizione alla donna. Per come la mettono, la gravidanza è ‘schiavitù riproduttiva’ analoga a quella delle vacche da latte o delle galline ovaiole. Com’era prevedibile, tale definizione li porta a concludere che, a prescindere dalle ragioni di una donna per abortire, ‘l’aborto è sempre necessario per rivendicare l’interesse di una donna a liberare se stessa da una gravidanza indesiderata’, proteggere ‘l’integrità fisica delle donne’.”
Quindi anche questi due partono dal DOGMA (perché non si peritano di argomentare) secondo cui, fra tutti i diritti in gioco – compresi quello del feto alla vita e quello maschile alla paternità – PREVALE, senza discussioni, quello femminile alla propria libertà e all’autocrazia.
SUA MAESTA’ la donna è colei che non deve render conto delle proprie previe azioni (il coito fecondante), e non deve sottostare a nessun contemperamento di diritti.
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
Senatrici PD presentano disegno di legge che consenta alle donne di sposare un uomo-Beta per spolparlo patrimonialmente e, nel contempo, fare sesso con un maschio-Alpha:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-la-fedelta-non-conta-l-ultimo-attacco-al-matrimonio-18455.htm
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
Trovo Alberoni piuttosto decadente, prono e adulatore di un ideale femminino completamente sganciato dalla realtà; ma probabilmente comincia a stufarsi anche lui, e così comincia ad azzeccare qualche analisi:
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/mamme-quarantenni-e-solitudine-dei-figli-unici-1374197.html
…Naturalmente al netto degli stucchevoli riferimenti a “innamoramento e amore” (sentimentalismo decadente – love is love); matrimonio e Famiglia si fondano su ben altro che effimeri stati d’animo…
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
Claudio Manzari,
Se non c’è prospettiva di famiglia, è perfettamente inutile stare a disquisire di approccio fra i sessi:
https://www.notizieprovita.it/economia-e-vita/demografia-in-italia-nascite-sempre-piu-giu/
…A meno che, non si finisca per concepirlo – l’approccio – come “ginnastica sessuale”, alla maniera delle protagoniste dei film americani: un toy-boy al posto della pasticca anti-stress…
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
@Claudio Manzanari
Sarò noioso(credo di esserlo)ma non ce la farei a concepire l’approccio solo come “ginnastica” sessuale.;)
Immagino di quale telefilm parli..ma loro possono permetterselo senza pagare.
Mettere al mondo figli?
Per carità…il mio patrimonio genetico deve morire con me!
Arturo(Quota) (Replica)
Claudio Manzari,
Per porre un freno al delirio di onnipotenza femminile bisogna cominciare da qui, dal loro DIRITTO DI VITA E DI MORTE (“jus vitae ac necis”) su altri esseri biologicamente e geneticamente distinti dal loro corpo:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-pro-life-europei-nel-mirino-ecco-la-lista-di-proscrizione-19005.htm
(ma… tenere le gambe chiuse, no?..)
Dio non perdona simili genocidi. E gli Uomini neppure.
Claudio Manzari(Quota) (Replica)