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Cari amici, una “notiziona”…Della serie:”La Rivoluzione si mangia i suoi figli”…
Il leader di “Maschile Plurale”, Stefano Ciccone, viene attaccato da alcune femministe e da alcuni femministi perché si è rifiutato di consegnare un membro dell’associazione (una protesi del femminismo) da lui presieduta, accusato di violenza dalla ex, al Tribunale dell’Inquisizione Neo femminista.
Tradotto, non ha voluto dare in pasto al pubblico il nome dell’accusato (già condannato dal suddetto Tribunale) e ha addirittura osato parlare di una vicenda complessa, senza gridare immediatamente alla violenza subita (dalla donna, naturalmente…).
Non entro nella cronaca dei fatti, perché potete leggerli voi stessi.
Fantastico, semplicemente fantastico. Woody Allen ci sguazzerebbe in una simile vicenda. Un soggetto perfetto per un suo film.
Compagno Ciccone, come recitava una vecchia canzone di lotta che certamente conosci e avremo cantato tante volte insieme nello stesso corteo, “Chi ha esitato questa volta lotterà con noi domani”.
Le porte di Uomini Beta sono sempre spalancate per chi si ravvede. E non ti chiediamo neanche l’autocritica…Io ci penserei, fossi in te…Non hai da perdere che le catene, hai un mondo da guadagnare…
61 Commenti
Naturalmente attendo con ansia il commento del nostro satirico ufficiale (c’è bisogno che dica il nome?… ).
Anzi, a mio parere la notizia meriterebbe un suo articolo ad hoc…
Resto in fiduciosa attesa, caro Marco…ooopps…mi è scappato…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Aspettando il buon Marco ecco ,in anteprima , l’espressione di Ciccone e di tutto il tribunale “femminista”
Mauro Recher(Quota) (Replica)
in effetti si può proprio parlare di Inquisizione con certe femministe. alcune hanno anche vagheggiato l’idea di abolire il principio di presunzione di innocenza fino a prova contraria nei casi di stupro.
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
Sto leggendo l’avvincente (YAWN) sviluppo della vicenda e al momento la vertenza fondamentale pare incentrata sul fatto che Lizzi abbia (si dice, si mormora) chiesto a Ciccone di FARE I NOMI!!!!! SU FACEBOOK!!!! ARRGH!!! IMPIKKAGIONE PUBBLICA!!!!!! ORA!!!!!!111! e Ciccone stia tergiversando con melliflua dialettica dalemiana:
«Credo si debba infatti avere, come scrivevo in un altro brano incriminato, il coraggio di misurarsi con la complessità delle relazioni ed evitare l’espressione “rassicurante e tranquillizzante di giudizi che confermino la nostra estraneità”. Al contrario di quanto mi pare faccia qui Massimo io credo sia poco utile un atteggiamento di uomini che si ergano a giudici degli altri senza riconoscere la propria internità a una cultura, a un immaginario condiviso, a un modello di relazione e a una idea di mascolinità e femminilità».
Con ciò dimostrando il celebre assunto secondo cui la legge si applica per i nemici, ma per gli amici si interpreta. Lizzi smentisce vigorosamente, anzi CATEGORICAMENTE! che ci sia stata una trattativa con i Mastiffs, e pretende le scuse di Ciccone facendo immantinente la spia: «È stata la Pizzi a dirlo». (Nel nominare la Pizzi, l’infamone tiene una mano sul mouse e l’altra sotto il tavolo).
Ora, la tentazione della Schadenfreude è forte, se non fosse che c’è di mezzo un’accusa di violenza e su questo noi non scherziamo affatto, a differenza di cert* tricoteurs e tricoteuses ricciocornut*, simpatic* come una merda sul tappeto del soggiorno. Una persona è innocente fino a prova contraria. Il punto è che, in questa che si prefigura come una allegra Kristallnacht del femminismo a cromosoma XY, NON CI SI CAPISCE UN CAZZO. C’è stata effettivamente violenza fisica? Due schiaffi? Una parolaccia? Il rifiuto di portare fuori l’immondizia? Una discussione troppo accesa sull’ultimo delirio della Dominijanni sul Manifesto? Non è dato sapere.
Ma tutto questo appare molto simile a certi momenti di verità in cui il personaggio pubblico di turno viene colto in flagrante con le mani nella marmellata, oppure con le parti intime del trans a stretto contatto con le corrispettive mucose, e sotto la luce dell’impietoso riflettore piagnucola: «Facciamo tutti queste cose, nessuno può giudicare».
No caro, TU fai queste cose, e si può giudicare eccome.
Intanto prosegue il mellifluo Ciccone:
«Massimo ricorda che il confronto con la violenza è difficile anche per gli uomini che devono riconoscere di aver agito “un atto spropositato rispetto alle dinamiche relazionali”. Massimo continua affermando che “i conflitti e la violenza sono due cose profondamente diverse”. Giusto, condivido molto. Ma, dunque, esistono in natura i conflitti? Esiste la violenza? Esistono relazioni problematiche e dolorose? È possibile distinguerle? E se le distinguo sono reticente? Il problema è proprio, come afferma un altro post (di io sono Emily) di distinguere tra passione e violenza, tra chiaro scuri delle relazioni e violenza.»
YAWN!!!
La metà del pubblico dorme, l’altra metà sta già pensando a come fargli le scarpe, l’altra metà cerca di cuccare dichiarandosi femministissimo.
Finché il Nuovo Ordine divorerà tutti coloro che lo accolgono entusiasti.
HEIL VAGINA!
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Fantastico…semplicemente fantastico…è vero, la tentazione di lasciarsi andare alla Schadenfreude (questa poi è una vera chiccha…) è forte ma ci dobbiamo limitare….
Ciò detto, propongo, se sei d’accordo, di trasformare questo tuo commento in un vero e proprio articolo. Però vorrei che fossi tu a scegliere il titolo. Io avevo pensato a “De rerum Ciccone”, oppure “De bello Ciccone”, oppure cambiando completamente “Wanted: dead or alive”. oppure ancora “Minima Pluralia”. Però se lo decidi tu è la cosa migliore. Resto in attesa…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Questa atroce vicenda, specialmente atroce, era del tutto prevedibile: all’inquisizione di tutti i tempi non interessa la confessione di colpa dei “kattivi”, ma quella dei “buoni”. Solo così l’assunto accusatorio che è finalizzato contro il gruppo sociale o umano da liquidare, può stare in piedi. E’ infatti l’appartenenza al gruppo che ti deve qualificare come “kattivo”, non il tuo comportamento. E i maschi di Maschile Plurale con questa denuncia subita sono riusciti a fare quello che si voleva facessero: dimostrare che i maschi, quanto ai comportamenti, possono frignare e battersi il petto da mane a sera, possono rivoltarsi come calzini o collant, leccare i piedi alle “innocentissime”, ma maschi restano, e pertanto come volevasi dimostrare, in quanto tali, sono “cattivi”.
E finalmente Ciccone e soci, in quanto i “buoni” che sono in realtà “kattivi” perché maschi, sono diventati “buoni” nell’unico modo in cui le femministe possono considerare “buoni” i maschi: utili al proprio progetto di dominio. Per questo motivo Ciccone non può permettersi di difendere il suo sodale con il criterio ammesso tra persone che non aderiscano ad un sistema inquisitorio a fini di dominio: il comportamento.
Pertanto fratelli miei “buoni” o “cattivi”, come i criteri normativi che ne derivano, sono categorie interamente definite dalla narrazione femminista e funzionali al sistema di dominio attuato e perseguito dalle lobby femministe. Non hanno nulla a che fare con le istanze di giustizia, di verità è libertà che animano la stragrande maggioranza delle persone. E’ una trappola ed è pertanto necessario uscirne: una narrazione in tutto simile alle narrazioni che legittimano l’arbitrio e la violenza dei sistemi che presidiano e hanno presidiato nella Storia le forme più brutali di dominio dell’uomo sull’uomo. E’ necessario ricostruire un autonomo sistema di riferimento maschile e a questo attenersi. La “città delle donne” c’è già, promossa e finanziata dalle multinazionali di ogni tipo e colore organiche al sistema di dominio mondiale. In qualche modo i maschi ne rifiutino la cittadinanza, non siano mai suoi cittadini; semmai turisti in cerca di curiosità, magari piacevolezze, di certo stranezze e arbitri di ogni sorta.
cesare(Quota) (Replica)
Marco Pensante,
E comunque hai perfettamente ragione, Marco, il linguaggio utilizzato da questa gente è di una noia mortale. Hanno un modo stucchevole di esprimere i concetti…è tipico di un certo sociologismo di “sinistra”, e femministoide, ma di quello peggiore, ovviamente, nulla a che vedere con quello serio (penso a un Luciano Gallino o a un Franco Cassano, solo per dirne un paio…)…Questi di quest’area politico culturale (fondamentalmente area SEL) hanno un linguaggio tutto loro che li caratterizza. E anche quando è evidente che vorrebbero dire all’interlocutore “Ma che cazzo stai dicendo”, c’è tutta una giravolta di parole, di concetti…Boh, io non riesco a leggerli, francamente mi pesa moltissimo, mi sembra di perdere tempo, nei loro interventi sembra sempre di stare in una specie di collettivo di autocoscienza femminista, specie quelli del povero Ciccone che peraltro in questa situazione specifica deve arrampicarsi sugli specchi…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Anche a me il linguaggio di Ciccone e soci mi ha sempre dato parecchio fastidio, una senzazione simile a quando il gessetto “gnicca” sulla lavagna… GNEEEEEEEEK…. masturbano la sintassi e il lessico per evitare in modo opportunistico di dare il loro vero nome alle cose… li trovo ridicoli, patetici e (a parte Ciccone che secondo me “ci fa”) ritengo che siano una masnada di pecoroni ingenui che pendono dalle labbra del loro Vate. Sono contento di vedere che c’è qualcuno che prova le mie stesse senzazioni di fronte al linguaggio di MP.
Ethans(Quota) (Replica)
Caro Ethans, non sei solo.
A me le fumisterie verbose di certa gente fanno venire in mente altri pensieri…mi esimo dall`esprimerli, altrimenti passo per nazista e vengo denunciato per istigazione alla violenza.
Avete capito tutti, comunque. Quando arriveranno i famosi giorni del dunque costoro saranno poi i primi a mandarti gli stronzi col passamontagna fin dentro casa. Per poi farti appendere in uno scantinato. O ci verranno loro di persona, tutti contenti di fare i domenicani inquisitori. Io pero`spero proprio di trovarmeli davanti, una notte, questi qui. Perso per perso… e poi Ciccone col passamontagna rosa a fiorellini non me lo voglio perdere
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Più che altro a questi qui il senso del ridicolo è stato loro bandito… e dal ridicolo al tragico il più delle volte il passo è breve…
Ethans(Quota) (Replica)
Questa è la fine che meritano tutti i tappetini femministi traditori del sesso maschile. Le loro malefatte, dovranno pagarle prima o poi.
Per me sbagliate a lanciargli l’ancora della redenzione. Questi personaggi devono essere lasciati affogare nella marea di letame che hanno attivamente disseminato e nel quale ci hanno sommersi tutti. Magari ogni singolo zerbino pagasse con tutti gli interessi del caso.
Alberto86(Quota) (Replica)
Ai maschi di Maschile plurale non è riuscito nemmeno di ricoprire con coerenza il ruolo dello zio Tom, il Nero caro ai padroni e alle padrone delle fazendas schiavistiche per averne sposato valori, giudizi e visione del mondo. Tuttavia quale regalo più grande ai razzisti può fare zio Tom se non “rubando la marmellata”? Dimostrata a fortiori la “naturale” propensione dei suoi fratelli a “rubare la marmellata”, grazie al suo di furto, zio Tom si prenderà dal padrone qualche legnata didattica su chi conduce davvero il gioco, legnata che girerà prontamente sulla schiena dei fratelli. I razzisti lo guarderanno con accresciuto comprensivo favore e lui tornerà ad essere ostentato in giro per fazendas come modello di Nero accettabile.
Intanto nel cortile, a dimostrare a zio Tom che loro sono davvero padrone e come tali se ne infischiano perfino di quanto gli impongono di credere e propagandare per avere la livrea da zio Tom, le non-violente per natura si rompono reciprocamente i connotati.
http://tv.liberoquotidiano.it/video/116111031/Ragazze-violente-calci-e-pugni.html
cesare(Quota) (Replica)
Con mashile plurale ho avuto modo di confrontarmi via mail qualche anno orsono. Da allora ho chiuso, ritenendo che avessere così profondamente introiettato il senso di colpa per essere nati maschi e la narrazione femminista della storia.
L’unica cosa da auspicare è che, non sarebbe la prima volta, l’essere toccati in qualche modo personalmente da una vicenda, possa innescare un processo di ripensamento delle proprie idee. Cosa che, se avverrà, non potrà naturalmente essere immediata perchè significherebbe annullare di colpo la “missione” che ci si è attribuiti.
Vedremo, anche se è difficile. Difficile perchè la reazione potrebbe essere anche opposta, ossia di portare oltre il limite quelle idee disgraziate di cui ci si è nutriti per tanti anni. Si sa come vanno queste cose. C’è sempre qualcuno più femminista che accusa di maschilismo (inconscio o no è trascurabile) gli ex compagni di viaggio.
Ossia qualcuno più puro che ti epura.
armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
.Armando: previsione perfetta. Può darsi che il fatto li risvegli, ma può anche darsi che vi si perdano definitivamente.
Alberto: esprimi un sentimento che facilmente proviamo noi tutti, e motivatamente. Tuttavia solo la Ragione, gelida e lucida, indica la via della salvezza.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Ho sempre pensato che quelli di Maschile Plurale, sono come una sorta di “superuomini” nel senso che ,ovviamente dicono che gli uomini commettono violenze (loro ,a dire il vero ,fanno anche un passo in più, cioè che si pentono di essere nati uomini) ma se proprio gli uomini devono esistere devono prendere esempio da loro ,in definitiva gli altri commettono malefatte ,loro che ne parlano ne vengono esentati… Su una loro loro risveglio non ci giurerei ,anzi credo che accada come ha detto sia Rino che Armando cioè ad un rafforzamento delle loro tesi ,naturalmente dopo il “mea culpa” e il capo cosparso di cenere ….
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Armatevi di molta calma e guadate con quale faccia da culo queste due decrepite femministe 68ine del PD farneticano della presunta emergenza infortuni sul lavoro delle donne (ricordando a tutti che i veri dati dicono che il 98% delle morti “bianche” rimangono tutt’ora maschili):
Alberto86(Quota) (Replica)
Ovviamente nessuna dice i numeri:
– negli ultimi 50 anni i morti sul lavoro sono stati 100.000 numero errato per difetto (ma ora non mi dilungo).
– a parte gli ultimi 2-3 anni i morti sul lavoro sono stati sistematicamente sopra i mille e le donne circa 10-15.
– il numero delle FF è in effetti andato aumentando, siamo ora sopra le 20, il che indica che c’è stato un aumento che va dal 30% al 50% in dipendenza da come lo si calcola ed è quindi verissimo che mentre il numero dei maschi diminuisce (negli anni 60 ne morivano circa 4.000/anno), quello delle femmine aumenta
Verissimo quindi!
Verità parziali = menzogne sovrane.
(Dati elaborati da fonte ISTAT- INAIL su cui ho fatto fare una ricerca alle mie allieve pochi mesi fa, anche in dipendenza dalle loro affermazioni secondo cui i maschi muoiono prima delle FF perché sono stupidi… il femminismo le ha avvelenate).
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Ecco la domanda mi nasce spontanea. Quanto incidono le morti in itinere? Voglio dire quanto conta nell’aumento delle morti per quanto riguarda le donne (seppur nell’ordine di unità) e nella diminuzinoe di morti degli uomini il fatto che 50 anni fa non credo proprio che un impiegato che attraversa col rosso davanti al’ufficio venisse considerato morto per cause di lavoro?
Rita(Quota) (Replica)
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Già antifeminist (“Joker”) lo evidenziava sul suo sito alcuni anni fa.
http://antifeminist.altervista.org/analisimedia/morti_lavoro.htm
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(Dati elaborati da fonte ISTAT- INAIL su cui ho fatto fare una ricerca alle mie allieve pochi mesi fa, anche in dipendenza dalle loro affermazioni secondo cui i maschi muoiono prima delleFF perché sono stupidi… il femminismo le ha avvelenate).
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Figuriamoci se le femminucce se ne uscivano con qualcosa di realmente sensato e profondo.
Vaginate su vaginate, oggi come in passato: alla faccia della presunta “maggior maturità” femminile.
Rino, non è che il femminismo le ha “avvelenate”, casomai ha “tirato fuori” e amplificato ciò che già c’era nell’animo femminile.
Daniele(Quota) (Replica)
Rita,
Qua ci sono un pò di dati: https://www.uominibeta.org/articoli/faq/comment-page-1/#comment-163333
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Per dare un quadro della situazione e capire di che ordini di grandezza si parla forse è meglio dare qualche numero (dati liberamente rintracciabili nella Banca dati Statistica dell’Inail)
Situazione degli infortuni mortali nel quinquennio 2008-2012
Sempre nello stesso periodo la situazione degli infortuni non mortali è stata la seguente:
….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Daniele,
Rino, non è che il femminismo le ha “avvelenate”, casomai ha “tirato fuori” e amplificato ciò che già c’era nell’animo femminile.
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Sssssshhhh…
Ethans(Quota) (Replica)
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Si potrebbe dire che il fem.o ha stimolato l’emersione di una potenzialità latente.
Tuttavia è possibile che le FF abbiamo anche un diverso atteggiamento non solo a livello individuale, come rara eccezione.
Ho sentito donne e uomini del Sudamerica e dell’Asia dire: “Ma quanto sono dure, cattive, acide e arrabbiate le italiane!”
Vuol dire che un sentimento diverso altrove, se non lo è più, almeno lo è stato. E quindi che il risentimento di massa, esplicitato e manifestato, incancrenito e pandemico come qui-ora non è inevitabile. Non è un destino eterno.
Quantomeno… lo spero.
O fingo di sperarlo… per non indurirmi il cuore…
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
E ha ragione Daniele. Il Femminismo ha solo sdoganato certe pulsioni negative intrinsecamente femminili, così come un eventuale ed ipotetico “Maschilismo”(che non è mai esistito, come ricordò anche Benedetto Croce) sdoganerebbe pulsioni negative intrinsecamente maschili.
Tarallo(Quota) (Replica)
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Guarda, Rino, secondo me il diverso atteggiamento delle femmine di altri Paesi è più che altro dovuto al fatto che le suddette si relazionano con uomini che ancora possiedono gli attributi nel cervello – per cui hanno un deterrente che le induce a comportarsi meglio – per non parlare del fatto che quando vivi in Paesi più poveri, e quindi si è più coesi a causa della povertà, è normale essere meno arroganti, meno esigenti e più cordiali.
Per esempio, da anni sento parlare della cosiddetta “accoglienza femminile”, che a mio parere (e non solo a mio parere) era in larghissima parte un “portato” del vecchio patriarcato – che non è sinonimo di “maschilismo” ?!? come ha giustamente evidenziato anche Tarallo -: finito quello finita la presunta accoglienza femminile.
Altro esempio: nella mia città vivono migliaia di albanesi e rumeni: beh, ti posso assicurare che è praticamente impossibile ascoltare una rumena o una albanese che in pubblico si fa beffe dei propri connazionali (e viceversa), al contrario delle italiane, che non avendo alcun deterrente “tracimano” a più non posso. Ossia, ascoltare un’italiana che sfotte, prende per il culo e denigra gli italiani è la norma; ma lo è in primis perché i nostri stessi connazionali – mentalmente castrati da una società femminilizzata e mammista, che li rende “tostissimi” contro gli altri uomini ma succubi del sesso femminile – glielo permettono fin da piccole, grazie al loro sbavare, al loro compiacerle ad ogni pié sospinto, al loro incensarle, al loro descriverle come “più furbe e intelligenti”, al loro idrolatarle anche nelle canzoni: e non da oggi. Basti pensare a certe canzoni di Gianni Morandi del tipo “NON SON DEGNO DI TE”, “oppure “RITORNERO’ IN GINOCCHIO DA TE”, ecc ecc.
Perciò c’è ben poco da stupirsi se poi l’italiana media inizia a pensare di essere una specie di “Dea” calata dal cielo.
Daniele(Quota) (Replica)
Daniele,
sottoscrivo senz’altro
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
In effetti il rispetto è dovuto a chiunque e se c’è chi manca di rispetto è dovere esigerlo. Concordo pertanto sul dovere maschile di contenere il femminile quando quest’ultimo esce dalla misura e dalla giustizia nei rapporti interpersonali.
Se si manca ad un dovere, la responsabilità delle conseguenze negative che ne conseguono sono di chi non lo ha adempiuto.
Aggiungo che il dovere maschile di esigere il rispetto dalla donna è una articolazione della funzione maschile di quello “sguardo esterno” che si traduce non solo in una contestualizzazione/valorizzazione funzionale/vitale della presenza femminile nella realtà, ma consiste anche nella funzione di contenimento del “lato oscuro” del femminile.
Il problema è che non a caso l’adempimento di questo dovere maschile è stato il primo ad essere individuato come obiettivo da demolire e trasformato in senso di colpa per l’accusa di maschilismo. Accusa che ha aperto le porte al nuovo principio morale del “Chissenefrega”. Troppo comodo per i maschi e troppo facile per tutti; strada maestra per ogni sorta di disastrose sofferenze.
Senza il ruolo di contenimento del maschile il lato oscuro del femminile si scatena: per chi ha occhi x vedere e orecchie x sentire, oggi il frastuono disperato del “lato oscuro” femminile è parte prevalente della colonna sonora e del drammatico spot pubblicitario proposto ogni giorno dai media e relativo a quei comportamenti folli, a quelle deroghe criminali alla pietà e alla saggezza umana di sempre, che corrompono in tutti la percezione positiva e fidente della vita quotidiana.
Indiscutibile pertanto la responsabilità primaria maschile per questo andazzo di cose. La fatica di adempiere a questo dovere è ineludibile, come ineludibile è la necessità di smetterla di nascondere la propria irresponsabilità dietro l’accusa di maschilismo.
Gli epigoni di Pilato oggi si lavano le mani nell’ideologia femminista.
cesare(Quota) (Replica)
Credo che ,questo maschilismo , sia come un nemico “invisibile” cioè c’è ,ma non si vede mai ,come ricorda Alberto Sordi ,nell’allegro squadrone (film comico di tanti anni fa, a proposito ho letto che ,anche Alberto Sordi era un maschilista, non si salva nessuno)
Durante una esercitazione “Ricordatevi che il nemico è molto furbo ” Risponde Sordi “E’ furbo si , è da due anni che sono nell’esercito e non si è mai visto ”
Detto questo credo che abbia ragione Daniele ,ma basta vedere nei media ,degli uomini se ne parla poco e di quel poco male , altro che Scalfari che ti invita a votare per Renzi ,tanto per fare un esempio di come si svolge veramente il potere
Mauro Recher(Quota) (Replica)
armando(Quota) (Replica)
Ciccone:
Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra. (Winston Churchill)
nessuno(Quota) (Replica)
Uomini Beta ha segnalato la notizia già il 9 maggio. Ma la questione va ancora avanti con un’interminabile discussione su un altro blog che sta facendo il processo al Ciccone.
Questo è un passo dell’arringa dell’inquisitrice contro Ciccone: “La tua frase mette in discussione la credibilità della donna, perché sostenere che una donna non ha subito violenza, quando lo afferma con assoluta certezza (“io vi ho raccontato in privato alcune delle condotte che hanno caratterizzato la mia relazione con lui. Condotte che qualsiasi manuale prodotto dai centri antiviolenza, qualsiasi libro di criminologia, qualsiasi sentenza penale classifica come atti di violenza psicologica, ovvero maltrattamenti. E come tali sono riconosciute”) ma che allo stesso tempo non sta mentendo, ha senso solo se assumiamo che questa donna sia pazza. Perché subire violenza non è uno stato della mente, non è una percezione soggettiva: sono azioni concrete che una donna subisce”
[http://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2014/07/02/mai-ascoltata-da-maschile-plurale/]
Chi potrà salvare il povero Ciccone? Pensava di poter usare la magia come Topoino, ma la sua magia lo sta per affogare!
paolo(Quota) (Replica)
Tutto ciò servira a Ciccone a rimettersi di nuovo in discussione come maschiopentito e non come maschio, come lui si vantava?
Se si, meriterà plauso e appoggio. Se no, come credo, allora di Ciccone non c’importa una Cicca. Sia lasciato al destino che merita.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Repetita juvant:
spiace per la “stracciarice professionale di vesti” della potentissima lobby delle “povere donne” ma donne PM di tre importanti capoluoghi italiani e una vasta letteratura in merito, documentano che nell’85% dei casi le donne mentono. Mentono tutti sia ben chiaro, non è questione di genere. Nessuno è credibile per il fatto che accusa un altro. Deve dimostrarlo. Il femminismo si sa che considera la realtà un optional da scegliere secondo la convenienza e il principio cardine del diritto secondo cui è l’accusa a dover dimostrare quanto sostiene gli dà ai nervi, come una crema per il viso che non soddisfa le attese. Nel reato indimostrabile di violenza psicologica, un assurdo giuridico anche questo voluto dal femminismo, la non credibilità non solo è nel soggetto ma addirittura nell’oggetto che non esiste. Ciccone adesso naviga nel mare dell’assurdo che ha contribuito a creare. Ad autoaccusarsi per colpe dovute alla propria natura, come la sua compagnia di maschi versione Jacoponi da Todi in lacrime non davanti ai misteri della fede, ma alle pussy riot, si finisce mangiati dalla follia.
cesare(Quota) (Replica)
ARMANDO,
Conosco Ciccone personalmente ed escludo in modo quasi assoluto (il quasi lo mettiamo perché le vie del Signore sono infinite, come si suol dire…) che possa avviare un percorso di ripensamento.
Questo potrebbe forse accadere qualora Ciccone stesso restasse vittima di un pesantissimo attacco, tipo una falsa denuncia per violenza sessuale, e si trovasse nella condizione di dover dimostrare la propria innocenza, contestualmente all’essere abbandonato proprio da quel mondo in cui è sempre vissuto e che a quel punto lo additerebbe al pubblico disprezzo.
In quel caso, forse, ci sarebbero delle possibilità. Ma ovviamente gli auguriamo di non incappare mai in simili terribili circostanze (oggi è più facile sostenere dal punto di vista psicologico un accusa di omicidio piuttosto che di stupro…) e di restare fedele alle sue convinzioni. Ammesso che di queste ultime si tratti perché a me Ciccone non mi convince e sono convinto (anche e proprio perché lo conosco) che sia anche un bel furbetto…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio:
“Questo (rimettersi in discussione) potrebbe forse accadere qualora Ciccone stesso restasse vittima di un pesantissimo attacco, tipo una falsa denuncia per violenza sessuale, e si trovasse nella condizione di dover dimostrare la propria innocenza”
.
Solo se accadesse A potrebbe accadere B. Solo se ne facesse esperienza personale. Vero, per Ciccone come per la massa degli umanoidi su quasi ogni aspetto dell vita.
.
Tuttavia esiste un modo semplice ed elegante per fare l’esperienza di chiunque altro e perciò ogni esperienza possibile: immaginare di essere al posto di chiunque altro. Io non sono né padre né separato, tuttavia sento, capisco, provo ciò che prova un padre separato standard. E’ sufficiente immaginare ed immergersi nella condizione dei PS. Allora diventano chiare le loro disperazioni, i loro suicidi e le loro stragi.
Anzi diventa misteriosa la loro capacità di andare avanti ad onta di tutto. Io ce la farei?
.
Immersione= “Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista, io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!
Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino, …”
.
Ma per capire anche l’inammissibile, l’inconcepibile, bisogna immaginare non solo di essere le vittime.
Bisogna anche immergersi nei panni del torturatore sereno, del carnefice allegro, del boia felice.
Altrimenti non si capisce che una parte dell’ humana condicio.
Ne resta fuori …”il meglio”
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
È un furbo Ciccone? Non lo so, ma giudicate voi: lo si è visto anche nella mia città, fra le tante, a metter su col suo gruppo di maschipentiti l’ormai classico spettacolino di maledizione e maleficio antimaschile, spettacolino a grande richiesta delle donne delle Pari opportunità che alle sue esternazioni sembrano trarre grande consolazione e godimento. Diversa la partecipazione ufficiale di questurini e manettari che il giorno dopo si trovano in piena visibilità mediatica secondo i canoni del politically correct.
Fiumi di denaro pubblico, vivaci carriere, successi mediatici, si materializzano grazie alla costruzione tutta ideologica dell’allarme sociale per il “maschile criminale”.
Insieme a questi “democratici” e “progressisti” della Costituzione “a la carte”, il gruppo di impresari del pestaggio morale antimaschile, ha formulato anche in occasione della loro presenza nella mia città, la sua adesione alla nota teoria sessista del maschio violento per natura.
Sono restati un po’ perplessi, contrariati e un po’ confusi quando uno del pubblico, cittadino autorevole e studioso conosciuto in città, ha demolito le loro tesi. Basta comunque il buon senso a svelare il costrutto di vergognose sciocchezze dei loro interventi. Ma ci vuole anche molto coraggio.
Come già i pubblicitari sanno che a dare un’immagine negativa del maschio e del padre si vende qualunque cosa al consumatore di sesso femminile, Ciccone & associati non possono non sapere che la regola vale anche per ottenere successo e consenso nelle adunate a cui partecipano e in cui lui professa e si professano teorie inventate e sessiste contro il genere maschile in radicale opposizione della grande tradizione culturale e politica italiana che ha scritto i principi della nostra Costituzione.
cesare(Quota) (Replica)
Io ho sempre sostenuto una mia teoria…
Questi uomini ,dicono ad altri uomini che sono brutti ,sporchi e cattivi per “natura” (cosi come detto da Cesare)…
Ma allora mi sorge il dubbio che loro sono “superuomini” e/o ” la meglio gioventù”.. .
Ritorna sempre in “auge” la superiorità degli uni rispetto agli altri (potrei capire con Roma e Lazzie , va beh, ritorniamo seri )
Ma, ancora, il concetto di superiorità non appartiene alla destra ? Noi siamo meglio di voi ? (altro che “progressisti” )
E, per dirla tutta ,potrebbero fare una scelta definitiva anche per eliminare il problema alla radice ,cioè quello di cambiare sesso ,se l’uomo è brutto ,sporco e cattivo …
Credo che invece vogliono fare carriera seguendo il seguente detto “ti piace vincere facile” cosa è più facile ,al giorno d’oggi , che ripetere il mantra della violenza è solamente maschile ?
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Come già dei pacifisti di tutti i tempi, i primi poi ad essere interventisti, dei maschipentiti la psicoanalisi direbbe che si difendono dalle loro personalissime temute e inconscie pulsioni proibite proprio sbandierando e ripetendo intenzioni opposte e accusando gli altri. (Per inciso: più che superiore moralità mi sembra grande vigliaccheria).
E proprio per questo autoinganno corrono il rischio di trovarsi all’improvviso agiti proprio da questa personale individuale caratteristica dimensione inconscia. Di cui sanno, ma non possono dire nemmeno a se stessi.
Se vogliamo mettere in ridere la situazione giudiziaria che talvolta si rileva da noi e che di fatto è fuori delle garanzie costituzionali, (dicesi inquietante), i maschipentiti stiano attenti alle loro esternazioni: con l’eventuale presenza della giustizia “sostanziale” a scapito di quella “formale”, ogni appiglio è buono per pervenire alla “sostanza” di condannare quella specifica idea di reato: innocente o colpevole il tizio non interessa, la sua condanna è l’occasione per fare nuovo costume e nuova cultura, che sarebbe il vero compito della funzione giudiziaria.
Arrivo al dunque: un affettuoso prezioso avviso ai maschipentiti: con le ripetute professioni di non violenza sia mai che a qualche “sostanzialista” giudiziario non scappi la voglia di indagarvi e condannarvi per le psicoanaliticamente presunte intenzioni di violenza. Che cosa ci può essere infatti di più coerente col “femmigiurisdizionalismo” da galera che punire le intenzioni? Uno straordinario nuovo capitolo progressivo della giustizia. E i primi sareste voi con le vostre lacrime sulla violenza altrui che in realtà svelano la vostra, inconsapevolmente fantasticata. Lacrime vere questa volta, non quelle opportuniste per male-dire i vostri fratelli maschi.
cesare(Quota) (Replica)
Come già i pubblicitari sanno (che a dire peste e corna dei maschi si vende alle donne qualunque cosa) e i segretari di partito italiani sanno….. come Salvini della Lega travolto dalla pulsione di castratore (propone oggi la castrazione chimica per il caso di uno stupro a colpa di un extracomunitario).
La pulsione a castrare è connotazione incoscia di tutte le donne e dei dentisti, come dice Freud. E oggi si può dire, stando a quanto riportato dai giornali, anche di Salvini (salta fuori di tutto dai politici).
Domanda al segretario leghista: Cesare Beccaria non era Lombardo autentico, vero? e domanda un pò impertinente: qualche fantasia sessuale da esternare pubblicamente un pò meno truce e infantile non è possibile?
cesare(Quota) (Replica)
La Destra propone la Castrazione Chimica. Il Femminismo, invece, che è molto più evoluto di un Salvini qualsiasi, da tempo attua la Castrazione Psicologica(ops, pardon, “rieducazione”), ed ecco perchè ci ritroviamo moltitudini di personaggi come Massimo Lizzi, Gasparrini, Ciccone.
Meglio la Chimica, va!
Tarallo(Quota) (Replica)
L’Affaire #MaschilePlurale: tutti sconfitti! – Femminismo a Sud
…
In questi ultimi mesi sono state tante le chiacchiere attorno ad una accusa di presunta violenza nei confronti di un membro di Maschile Plurale. Si sono espresse voci di persone vicine alla ragazza, lei stessa è intervenuta in una occasione e poi altri hanno partecipato ad un dibattito veramente surreale in cui secondo alcun* esisteva già una vittima e un colpevole. Noi abbiamo sempre sostenuto che ci rifiutiamo di emettere sentenze a priori e troviamo curioso che antisessisti/e siano tanto ben disposti nei confronti di modalità così giustizialiste. Abbiamo più volte scritto, inoltre, che in questa discussione mancava una voce, quella che dovrebbe essere accolta in nome della presunzione di innocenza e che ha tutto il diritto di essere ascoltata esattamente quanto quella della ragazza. Così riceviamo e pubblichiamo questo scritto che arriva proprio dalla persona accusata, nella speranza che possa favorire una discussione un po’ più laica e che si trovi il modo di spiegare, a chi vorrebbe spedirlo in esilio, che ci sono più modi per affrontare una situazione così complessa. Vorremmo perciò riferirci alla sofferenza di lei con tanta comprensione e vicinanza, allo stesso modo, però, comprendiamo lo stato d’animo di chi esprime le parole che riportiamo sotto. Buona lettura!
CONTINUA …..
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
in tutta questa faccenda comunque si nota una paura (da parte di tutti) a dire che anche una donna può essere violenta nelle relazioni, può temere la fine della relazione e l’abbandono, può considerare l’uomo una sorta di proprietà acquisita di diritto tanto da spingerla (magari con altri metodi che non siano quelli fisici ovviamente) a comportarsi in maniera subdolamente violenta ed aggressiva.
Non lo dice nessuno, nemmeno chi contesta Lizzi&Co. Nemmeno lo stesso accusato che si difende e dice la sua, ma ci tiene a far presene che continua a pensare che la prerogativa della violenza nelle relazioni è maschile, che la donna sta soffrendo e va rispettata la sua sofferenza etc.
Rita(Quota) (Replica)
Rita,
…..
Hai perfettamente ragione Rita.
E’ il loro muro di cristallo. Oltre non possono spingenrsi.
Pena una (loro) perdita di senso.
Vi sono persone che all’irrompere della realtà aprono gli occhi. E persone che invece li chiudono adattandola ai loro miseri schemi.
Per me i primi sono umani, gli altri solo stupidi.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Purtroppo in questo mondo di me(nt)a sono gli stupidi ad andare avanti… per non parlare poi, come osserva giustamente Rita, della paura di fondo che costella certe situazioni e rende tutto omertoso e cupo. Mi viene in mente una parolina per rappresentare al meglio tale clima di sgomento, una parolina che inizia x M e finisce per A… e non c’entra la me(nt)a a ‘sto giro.
Ethans(Quota) (Replica)
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Premesso che non ho letto tutto il testo del blog ma solo la prima parte, questo evidenziato mi sembra il passaggio più interessante, e mi chiedo se chi l’abbia scritto l’ha fatto in piena coscienza o incosapovelmente, insomma se sia solo il frutto di un lapsus l’aver riconosciuto che la presunzione di colpevolezza (maschile) ricalca una morale religiosa (dunque non laica) ,che ovviamente il ciccone, sposa completamente e infatti non esita a ribadire la sua presunzione di colpevolezza di ogni maschio..
Non ritenendo che la consapevolezza delle Fas sia poi molto sviluppata, lo devo ritenere un semplice lapsus..
Animus(Quota) (Replica)
Ciccone: “non può esistere sulla faccia della terra alcun uomo …. che di fronte alla “parola” (accusa nel testo) di una donna possa essere considerato a priori incolpevole.
Da sempre la penso così.”
A-MEN
Animus(Quota) (Replica)
Mi piacerebbe perlomeno leggere uno straccio di ragionamento che ha portato il Ciccone ad arrivare a tale conclusione… voglio dire, quali sono i nessi logici?
Ethans(Quota) (Replica)
@ Animus
@ Ethans
Non che cambi la sostanza, il comunicato su FaS sarà stato sicuramente concordato con Ciccone, ma a parlare sembra sia mister X.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
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Non servirebbe a nulla, dato che non ha nulla a che fare col “ragionamento”, che qui servirebbe più che mai a “funzione strumentale”, dato che, ripeto, si tratta, in tutto e per tutto, di un dogma religioso, di una visione di sentirsi nel mondo, e quindi, non ci sono ” nessi logici” (del credo) che reggano, perchè quello che si “sente” (cioè il Pathos) è autosufficiente, è vero in quanto si sente (“si sente vero”, da questo punto di vista è un pleonasmo, se si sente-> è vero), e dunque non necessita di alcuna dimostrazione e infatti il Pathos è non solo precedente (nel senso che viene prima, è più profondo, più originario), ma persino antitetico al Logos.
“Sui nessi logici” eventualemente esposti da ciccone, che non hanno nulla a che fare con la logica (se non ripeto in fine giustificativo/stumentale), bisognerebbe farci una lunga analisi psico-logica-analitica, per andare a ricercare quelle componenti affettive, patologiche ed emotive, che hanno fatto in modo che questi uomini si sentono nel mondo in una maniera così…malata.
Animus(Quota) (Replica)
La mia era una domanda retorica Animus…. cmq dici bene, ci vuole la psicologia del profondo per analizzare certe dinamiche e la logica, quando c’è, è un’appendice del tutto marginale che ubbidisce a ragioni esclusivamente strumentali…
Ethans(Quota) (Replica)
@ Ethans e Animus: come già ribadito da Luigi, quella lettera non è stata scritta da Ciccone ma da quel membro di Maschile Plurale accusato di violenza da parte della sua ex compagna.
Non abbiamo quindi nessun elemento per poter affermare che quella lettera sia stata scritta o rivisitata da Ciccone o che addirittura sia stata scritta a quattro mani.
Limitiamoci quindi ai fatti e non a congetture. Ricordo che sulla rete, sui sociali network, sui blog e quant’altro vigono le stesse leggi e le stesse regole che vigono per tutta la stampa.
E’ bene che quando scriviamo ci ricordiamo di questo. Sono finiti i tempi in cui uno può straparlare sulla rete. Molti continuano a farlo ma lo fanno a loro rischio e pericolo.
Ciò detto, esprimo in due parole la mia opinione nel merito.
Questa gente dovrebbe trarre delle conseguenze, come già fatto notare da Luigi e da Rita, ma non può farlo, a meno di mettersi radicalmente in discussione, non solo dal punto di vista politico e professionale, ma anche e soprattutto psicologico, umano.
Non ci è dato sapere in quali percentuali si mescolano in queste persone ipocrisia, opportunismo, codardia, subordinazione psicologica oppure, viceversa, una sincera e profonda convinzione nelle loro tesi. Oppure ancora (l’ipotesi più probabile, a mio parere) se il condizionamento ideologico che hanno subito sia penetrato talmente in profondità da fargli credere di credere in ciò che sostengono. Badate che non è un ipoteso così peregrina. Molta gente (che poi si è sinceramente ravveduta), penso, per portare un esempio eclatante, ad alcuni afrikaneers (bianchi boeri sudafricani) e ad alcuni americani del sud degli Stati Uniti, sono stati convinti per lungo tempo che in effetti i “negri” appartenevano ad una razza inferiore e che la segregazione razziale trovava il suo fondamento addirittura nella Bibbia, in un non ben identificato versetto, come veniva loro insegnato.
Naturalmente è solo un esempio, ne potrei portare migliaia. –Ho ascoltato più volte diversi ebrei israeliani (e sionisti) sostenere che gli arabi sono degli animali, nel vero senso della parola, e che come tali devono essere trattati.
Potrei continuare con gli esempi per un bel po’…
Quello che sta accadendo qui in occidente è più o meno la stessa cosa, da un certo punto di vista. L’assunto in base al quale “la violenza è maschile” è ormai drammaticamente dato per scontato, per acquisito. Siamo noi che ci troviamo nella condizione di dover dimostrare che questa è soltanto una menzogna ideologica e non viceversa. Da un certo punto di vista, gli uomini e le donne occidentali vengono ormai “allevati”, cresciuti ed educati in un contesto sociale che gli spiega fin da quando sono bambini che la violenza è maschile. Né più e né meno di come i giovani afrikaneers, i giovani americani dell’Alabama o del Mississippi venivano allevati e cresciuti nella convinzione che i “negri” sono inferiori (i giovani israeliani vengono tuttora allevati nella convinzione che i palestinesi siano una razza inferiore…).
La situazione, cari amici è questa, e senza timore di esagerare. Ne dobbiamo prendere atto. Ed è una situazione molto grave, che mette a serio repentaglio la stessa tenuta democratica delle società occidentali.
Per questo trovo (ed era da un pò di tempo che volevo affrontare questo argomento e colgo l’occasione..) che molte delle nostre polemiche, dei nostri contraddittori, delle nostre tautologie, delle nostre beghe filosofiche, della nostra “brama di arrivare ad esplorare i confini ultimi della conoscenza”, finiscano a volte per diventare un po’ stucchevoli, data appunto la situazione.
La ricerca della conoscenza, senza nessuno steccato, senza nessun limite, è legittima e sacrosanta (peraltro è proprio questa che ci ha fatto scoprire la QM…) però dobbiamo capire anche che ad un certo punto gli uomini (e questa è una prerogativa del maschile consapevole e maturo) debbono prendere delle decisioni, operare delle scelte, assumere delle parzialità, assumersi delle responsabilità e anche cercare di costruire oltre che un orizzonte ideale possibile, anche un percorso, una prospettiva concreta, su cui marciare e su cui invitare gli altri a marciare. Ed è quindi evidente che qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di “fissare dei paletti”, come si suol dire, di tracciare appunto una direzione di marcia e di seguirla (e di portarsi dietro anche gli altri).
Questo è quello che fanno tutti gli uomini consapevoli ad un certo momento della loro esistenza. E cioè di fronte al mare magnum della complessità, se vogliamo anche del mistero insolubile in cui ci troviamo ad essere gettati, e nella tragicità che tutto ciò comporta nella vita di tutti noi, operano tuttavia delle scelte. Non si limitano ad interpretare, a studiare, ad osservare (anche con gli occhi più lucidi del mondo) ma a trasformare, come avrebbe detto qualcuno che ormai è rimasto simpatico a ben pochi. Questa aspirazione, speranza e possibilità della trasformazione si traduce appunto nella scelta, nell’assunzione di una posizione, consapevoli che l’assumere quella posizione necessariamente comporterà dei prezzi, e che fra quei prezzi c’è anche quello che il proprio orizzonte conoscitivo potrebbe in qualche modo subire una sia pur parziale limitazione, ammesso e non concesso, che possa essere possibile (e io non credo che sia possibile) poter arrivare ad una conoscenza piena e compiuta, fuori dall’assunzione di quella parzialità.
Ecco, mi pare che in questo accrocco (lo dico benevolmente, però non è un caso che la prima parola che mi è venuta in mente sia stata questa…) che chiamiamo Momas, non ci sia ancora quel livello di consapevolezza necessario a fare quel salto di qualità di cui sopra. Non voglio chiamarmi fuori, naturalmente, sia chiaro, né voglio sottovalutare le enormi difficoltà oggettive che deve superare un punto di vista maschile alternativo al mainstreaming ideologico dominante. Tuttavia credo che dovremmo riflettere, anche autocriticamente, sul tipo di contributo che ciascuno di noi da alla causa..
Per questa ragione, essendo gli impegni moltissimi, e dando priorità, per quanto mi riguarda, alla costruzione di un concreto percorso, ho deciso di chiamarmi fuori da tutta una serie di discussioni, querelle e contraddittori, “botte e risposte” che ci vedono talvolta protagonisti anche in questo spazio e che a volte rischiano di diventare un po’ accademici oltre a tradire velleità personali di questo o di quello. Non che ci sia nulla di male, sia chiaro, siamo umani, troppo umani, tutti quanti, piaccia o meno è così, sia quelli che stanno sui loro rispettivi monti, sia quelli che stanno a valle.
Per cui è giusto che il dibattito prosegua e che sia più ricco che mai. Volevo solo avvertirvi che se non interverrò più o interverrò meno per rispondere a questo o a quello o per “rimettere in linea”, dal mio punto di vista, s’intende, la discussione, come ho fatto fino a qualche settimana fa, non è per disinteresse ma semplicemente per razionalizzare tempo ed energie e perché, con tutto il rispetto,ritengo giusto dare la priorità ad altro, cioè alla necessità di costruire dei binari sui quali cercare di far viaggiare un treno, metaforicamente parlando. E i binari seguono inevitabilmente un tracciato, un percorso; non si può andare dovunque. Fuori dalla metafora si devono fare delle scelte e seguirle.
Uomini Beta è nato per cercare di costruire questo percorso, di tracciare il solco, di costruire questi binari e a questo voglio dare priorità.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Che si stata scritta da Ciccone o da un pincopallo qualsiasi la filosofia di fondo è sempre la stessa: scambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Per il resto nessun problema con Animus nei confronti del quale nutro un profondissima stima, stima che ho anche verso di te caro Fabrizio, ci mancherebbe. E’ che oggi mi sono svegliato coi maroni girati e leggere di certi argomenti mi procura il solito travaso di bile.
Ethans(Quota) (Replica)
Tranquillo, Ethans, non mi riferivo a te, a questo o a quello, parlavo in generale un pò a tutti…
Relativamente alla questione in oggetto, hai perfettamente ragione, la filosofia è la stessa, sia che quella lettera l’abbia scritto quel militante di Mascile Plurale, sia che l’abbia scritta Ciccone. Su questo non c’è dubbio. Solo non vorrei che andassero in giro voci infondate sul fatto che qualcunio di noi possa aver detto o scritto che quella lettera è stata scritta da Ciccone…Anche perchè non ce ne importa proprio nulla e non ci vogliamo mettere il naso in quella vicenda che ci siamo limitati a commentare come si farebbe con qualsiasi altro fatto di cronaca che in qualche modo riguarda i temi di cui ci occupiamo.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La tua è una preoccupazione assolutamente legittima Fabrizio, che mi sento di condividere visto che una seppur minima esperienza ce l’ho anch’io nella gestione dei forum e non solo per ciò che concerne l’argomento di cui ci occupiamo: la rissa, si sa, è sempre dietro l’angolo e mandare tutto in vacca è un attimo.
Ethans(Quota) (Replica)
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Fabrizio, permettimi una domanda: ma tu credi veramente che si possa migliorare il “mondo”, cioè la “parte esterna”, senza prima fare un lavoro di miglioramento, interno, sulla coscienza, sulla morale, sulla “forma mentis”, delle persone?
La mia “brama di arrivare ad esplorare i confini ultimi della conoscenza”, che definisci stucchevole, mira proprio a lavorare in quella direzione, se poi, non trova “accoglimento”, se rimane lettera morta, puoi stai pur tranquillo, che, specularmente, “la brama di trasformare il mondo”, come la storia ha fin troppo bene sempre confermato, lo trasforma sì, ma di male … in peggio.
Se poi il fine ultimo è “bene o male, purchè di me si parli”, allora, direi che hai senz’altro ragione te, dato che l’altro percorso, quello della trasformazione radicale, non del mondo, ma dell’ uomo, è un seme che per maturare ha bisogno di tempi che vanno ben oltre la propria esistenza.
Animus(Quota) (Replica)
Animus, stai operando la classica separazione fra realtà esterna e realtà interna, fra mondo interiore e mondo esteriore. Le due cose invece non possono essere separate, esattamente come non possono essere separate natura e cultura.
Sei in errore, dunque, dal mio punto di vista. Tu capovolgi solamente il paradigma dei materialisti doc (senza essere un idealista, anzi, Hegel dovrebbe disgustarti ancor più di Marx…) e pensi che prima di cambiare il mondo è necessario cambiare la coscienza.
Sono profondamente sbagliate entrambe le posizioni, per lo meno dal mio punto di vista. In ogni caso questa è una vulgata, perchè è ovvio che stiamo estremizzando le due posizioni. Né tanto meno i due più grandi rappresentanti di queste due correnti filosofiche separavano le cose in modo così netto.
Ciò detto, per prima cosa non mi riferivo solamente a te (anche a te..), secondo poi NON ho affatto detto che la tua (io non ho mai detto che fosse tua…) “brama di arrivare ad esplorare i confini ultimi della conoscenza” sia stucchevole. Ci mancherebbe che io definisca stucchevole il desiderio di conoscenza…Ma siamo impazziti?
Ho soltanto detto (e, ripeto, non ce l’avevo soltanto con te), che un certo modo di procedere, un certo modo di discettare e di argomentare e di polemizzare, può essere e a mio parere è alla fin fine improduttivo.
Non solo, quello che volevo soprattutto dire è che un certo atteggiamento rispetto alla conoscenza, che vorrebbe porsi come equidistante, come osservazione imparziale del mondo e della realtà, può degenerare in una forma di intellettualismo e di nichilismo e può essere paralizzante ai fini della prassi, cioè dell’agire pratico (in senso alto, ovviamente, non di un pragmatismo “praticone”…) che è poi alla fine ciò attraverso cui l’uomo si determina e appunto trasforma la realtà.
Se Uomini Beta, nel suo piccolo, ha un pregio, è di essere un organismo che contribuisce, sempre nel suo piccolo, a trasformare lo stato delle cose. Naturalmente, così come coscienza e materia e natura e cultura non possono essere separate, è ovvio che non possono esserlo neanche teoria e prassi.
La mia opinione (e sto parlando in generale) è che alcuni di noi sono troppo concentrati o avvitati in un dibattito fine a se stesso che rischia di farci perdere molte energie. Anche la ricerca della conoscenza (al di là dell’enormità della cosa) deve ad un certo punto fissare dei paletti, cioè stabilire dei punti fermi ai quali fare riferimento e da quelli partire per poter costruire un’ ipotesi, una progettualità e anche un orizzonte ideale sul quale poter marciare e soprattutto da indicare agli altri.
Viceversa si è liberissimi di esplorare tutto ciò che si riesce ad esplorare, con tutte le contraddizioni e i paradossi che questa ricerca comporta e che ci pone davanti continuamente, ad ogni piè sospinto, però tutto ciò rischia di diventare inutile ai fini della costruzione di quell’orizzonte di cui sopra, di una prospettiva e di una progettualità (anche con un minimo di concretezza) attorno alla quale coinvolgere e aggregare altre persone.
Insomma, un certo modo di porsi nei confronti della conoscenza, rischia di diventare un esercizio accademico o intellettualistico fine a se stesso, se non è accompagnato dalla prassi e soprattutto se non si stabilisce una volta per tutte un sistema di valori robusti rispetto ai quali fare riferimento. E questo sistema di valori, una volta stabilito, deve diventare la stella polare, anche se siamo coscienti che il punto di contraddizione ci sarà sempre. Questo è ovvio. Ma chi vuol costruire e/o trasformare, questo lo sa perfettamente.. E pur sapendolo opera una scelta. Consapevole anche, come dicevo nel precedente post, che questa scelta comporterà per lui un pizzico di rinuncia (ad esplorare quei famosi confini della conoscenza…), perché assumere un sistema di valori (politici, filosofici, etici ecc.) significa necessariamente e oggettivamente operare una rinunci sotto quel profilo, entro certi limiti. Sempre ammesso e non concesso, ripeto, che possa essere possibile (e io non lo credo possibile, è una menzogna…l’uomo opera delle scelte, chi non lo fa viene meno al suo compito e anche al suo dovere e per quanto mi riguarda finisce per fare il gioco dei gruppi e degli individui dominanti che sono sempre ben felici di avere tanta gente che “esplora” e che non gli mette i bastoni fra le ruote…) una conoscenza “imparziale”.
Spero di aver chiarito ciò che volevo dire.
Ora vi saluto tutti con grande affetto perché sono in partenza per un viaggio. Ci rivediamo il 7 di settembre su questi schermi. Buona permanenza, buona discussione, buone vacanze per chi ancora le deve fare e buon lavoro per chi, purtroppo o per fortuna, è rimasto in città per lavorare.
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Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
O.T buone ferie Fabrizio
Mauro Recher(Quota) (Replica)
P.S. per essere ancora più chiaro. L’uomo si da all’interno di un sistema di valori. Che questo sistema di valori sia poi a sfondo laico o religioso, è questione secondaria. Fuori da un sistema di valori non si da l’uomo.
Naturalmente questo sistema di valori al quale si aderisce o che si è addirittura costruito (può anchec essere il proprio sistema di valori, sia chiaro…) o che si ha contribuito a costruire, non deve essere il risultato di un condizionamento, sia esso culturale, ideologico, sociale, psicologico o quant’altro. Questo è ovvio.
Però al di fuori di un sistema di valori, l’uomo non è niente, bene che vada è una falena che si agita da una parte e dall’altra alla ricerca di una fantasmagorica conoscenza.
L’uomo è scelta consapevole, pensiero e prassi. Sia la scelta che la prassi necessitano anche di una sintesi, che rappresenta quel percorso, quel binario necessario alla costruzione di qualcosa.
Viceversa non si costruisce nulla.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mauro Recher,
Grazie, Mauro, un abbraccio! Ci sentiamo al mio ritorno!
P.S. abbiamo messo in piedi uno squadrone per il prossimo anno…io non starei tanto tranquillo al vostro posto…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Spagna. Promotore della legge che ora lo incastra.
Ma lui, poveretto, aveva promosso la legge contro la violenza “vera”:
– quella denunciata da qualsiasi D.
– quella che viene provata dalle affermazioni dell’interessata.
– quella contro cui è impossibile provare di essere innocenti.
Questa è appunto la violenza maschile vera del XXI secolo.
“E quella femminile?” …ecco l’immancabile nostra domanda misogina.
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http://www.corriere.it/esteri/15_aprile_07/spagna-violenza-ex-ministro-legge-52d5da50-dd20-11e4-9a2e-ffdad3b6d8a1.shtml
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Adesso ne dà la colpa alla vendicatività della ex.
Condannato, darà la colpa ai giudici.
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A se stesso non la darà.
Rino DV(Quota) (Replica)
Dal Forum QM rimandano a questa chicca:
A suo tempo (2006)…l’interessato,
>>
Precisó que si bien las denuncias falsas por maltrato han aumentado, ello supone un “coste soportable”, y esto “no puede disuadir a los poderes públicos de seguir realizando su trabajo”.
>>
Benché le false denunce siano in aumento questo rappresenta un costo sopportabile che non può fermare l’azione del governo.
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Chissà se, coerentemente, condannato da innocente, la pena e le violenze che subirà in carcere verranno da lui vissute con serenità, come costo sopportabile.
RDV(Quota) (Replica)