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02 Set 2010  |  12 Commenti

Santa Sakineh, martire delle “corna” e dell’Occidente…

Riceviamo da un lettore e pubblichiamo:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7419

SANTA SAKINEH, MARTIRE DELLE CORNA
Postato il Domenica, 05 settembre @ 23:55:00 CDT di davide       DI GIANLUCA FREDA
blogghete.blog.dada.net

Ricevo da un lettore e volentieri pubblico:

La vicenda di Sakineh non è soltanto un indicatore di tensione geopolitica, è qualcosa di più, è una fotografia di che cos’è diventato l’occidente, di come si è modificato. Questa storia di Sakineh, ci racconta poco sull’Iran, di cui grazie alla propaganda sappiamo poche cose e confuse, ma ci racconta molto invece, sul nostro occidente. Per l’occidente Sakineh è molto più che una semplice poveraccia a cui risparmiare una morte crudele, ma è una martire, un’adepta, una santa, una ”convertita” ai ”nostri valori” che muore per essi…

una figura che se fosse trasportata in occidente avrebbe un’autorità morale superiore al Papa, che parlerebbe da un pulpito come un Papa, perchè secondo me al giorno d’oggi è fin troppo facile prendersela con il Papa, con la Chiesa, perchè la Chiesa è ormai morta: chi se la prende invece con i nuovi dogmi, con la nuova chiesa di cui Sakineh è martire?

Questa è la nuova religione, di cui le donne occidentali sono diventate sacerdotesse, che non si può criticare, che dev’essere accettata come dogma.

Una volta l’occidente si incazzava se venivano uccisi dei cristiani, per esempio nella rivolta dei boxer in Cina, la Cina è stata punita con una spedizione apposita per aver ammazzato dei missionari. Allora per avere le opinioni pubbliche dalla loro parte si diceva che bisognava andare a difendere i cristiani, oggi invece in difesa di chi va in guerra l’occidente?

Le femministe svolgono in sostanza la stessa funzione che allora era  propria della chiesa cattolica, forniscono un collante ideologico in funzione del quale l’occidente si mobilita, rendendo accettabile e anzi irrinunciabile la guerra per le opinioni pubbliche.

Viene spontanea la domanda, se in occidente, nel frattempo, la religione non sia cambiata…

Ora infatti c’è la religione del sesso libero (ma solo per lei), delle corna (ma solo per lei), dell’intangibilità della Donna, la quale ha rubato la D maiuscola a Dio.

Così come prima si veneravano coloro che rischiavano la vita per Cristo, oggi si venera chi rischia la vita per fare le corna. Questa, rendiamocene conto, E’ LA NUOVA RELIGIONE. 

Perchè qui non si chiede soltanto pietà per un’adultera, qui le si vuole costruire un monumento, dedicarle un dipinto, un’opera d’arte, un po’ come una volta si faceva per i santi… santa Sakineh martire delle corna…

ma immaginate che cosa succederebbe se questa venisse in occidente, il tappetino rosso che le stenderebbero…

i soldi che prenderebbe facendo libri, immaginate gli applausi scroscianti mentre viene intervistata a ”Che tempo che fa” da Fazio, manco fosse Gandhi…come se tradire e ammazzare il marito fosse un atto meritorio…

qui non si chiede pietà, qui ci si indigna, non solo come se lei fosse innocente, ma come se addirittura fosse una figura esemplare che ha fatto una cosa per cui andrebbe premiata.

Io capisco che si faccia così per un prigioniero politico, ma questa è in carcere per adulterio e omicidio colposo…

evidentemente si dà a questi atti un valore politico, una donna che tradisce e uccide il marito ha evidentemente aderito ai nostri valori, un’assassina, un’adultera viene vista come una femminista, prova in più di come le femministe considerino realmente sé stesse, COME DELLE ADULTERE ASSASSINE.

Questi sono i danni del femminismo, perchè noi siamo diventati l’Islam all’incontrario, dove viene chiesta in tv la castrazione fisica degli stupratori, ma ci si indigna per la legge del taglione islamico, solo se ovviamente ne fanno spese le donne, dove se l’uomo è tradito deve pure tirare fuori i soldi per mantenere lei e il suo amante… che una donna invece di ricevere soldi per questo debba ricevere pietre è una bestemmia inaccettabile…

ma tu prova a fare questi ragionamenti in televisione…verrai lapidato mediaticamente dalle nostre ayatollah. Eccoci nel nostro, di regime, mentre ci chiedono di mobilitarci per abbattere quello altrui, che nemmeno conosciamo.

(Nella foto: Santa Soraya Vergine e Martire (la bella attrice Mozhan Marnò) si avvia impassibile verso il patibolo nel film di Cyrus Nowrasteh  La lapidazione di Soraya M.– 2008).

Aggiungo soltanto che anche la storia delle lapidazioni in Iran è una bufala. Per quanto la lapidazione sia formalmente prevista dai codici, l’Iran ha posto fin dal 2002 una moratoria su questo tipo di pena capitale, tant’è vero che – come perfino i nostri media ogni tanto sono costretti ad ammettere, tra una lacrimevole sbrodolata e l’altra sui “diritti delle donne in Iran” – la pena cui Sakineh sarebbe condannata in caso di verdetto di colpevolezza per concorso in omicidio (non per semplice adulterio, come favoleggiato dai nostri giornali) sarebbe l’impiccagione, non la lapidazione. Tutte le notizie di lapidazioni in Iran dopo il 2002 vengono da fonti occidentali e non sono mai state confermate (e anzi  sono state ripetutamente smentite) dalle autorità iraniane. Inoltre, nel 2008 è stato presentato al Parlamento iraniano un progetto di legge che chiede di eliminare anche formalmente la menzione della lapidazione dai codici penali. La revisione del sistema penale iraniano, in corso dal giugno 2009, mira, tra le molte altre cose, anche a questo obiettivo.’Afghanistan e l’Arabia Saudita (che prevede per le adultere anche la pubblica decapitazione), ma raramente vengono citati dalle cronache, trattandosi di “protettorati” o di alleati degli Stati Uniti. Anche Israele non scherza: qui potete vedere (se ve la sentite) le immagini della lapidazione di una donna palestinese ad opera di alcuni soldati dell’esercito israeliano.Teresa Lewis, per crimini non troppo dissimili da quelli di Sakineh (anche lei aveva organizzato l’omicidio del marito, insieme a quello del figliastro). Curiosamente, i giornali occidentali non hanno dedicato alla sua vicenda neppure un millesimo dello spazio dedicato a Sakineh, niente petizioni pubbliche, niente accorate rimostranze contro la disumanità del sistema penale americano. I riflettori della propaganda, evidentemente, non sono programmati per accendersi sulla barbarie dei dominanti.

Paesi in cui la lapidazione è effettivamente praticata sono l

En passant, ricordo anche che negli Stati Uniti, in Virginia, sta per essere giustiziata

Gianluca Freda
Fonte: http://blogghete.blog.dada.net
Link: http://blogghete.blog.dada.net/archivi/2010-09-06
6.09.2010


12 Commenti

Alessandro 9:06 am - 8th Settembre:

Bell’articolo. L’imperialismo oggigiorno si deve ammantare di buoni sentimenti per potersi mascherare ed essere digerito dall’opinione pubblica. Da qui la retorica sui diritti umani che si andrebbero a diffondere attraverso bombardamenti sui civili e occupazioni di territori altrui. La strumentalizzazione di questo nobile obiettivo funziona ancor di più quando l’accento cade sui diritti delle donne. Allora ogni barbarie è praticabile. Prendiamo in considerazione le due ultime grandi guerre imperialiste che l’Occidente ha scatenato contro alcuni popoli islamici, la guerra contro l’Iraq e quella contro l’Afghanistan. Come ha reagito in buona parte l’opinione pubblica nei due casi? Nel primo caso si è opposta all’intervento armato e ha chiesto ripetutamente il ritiro delle truppe occupanti, nel secondo ha applaudito all’intervento militare imperialista. Perchè questa differenza? Nell’Iraq di Saddam Hussein i diritti umani venivano calpestati forse ancor di più che in Afghanistan. Il regime iracheno era ancor più sanguinario di quello talebano, ma si differenziava per un particolare: le donne non portavano il burqua, potevano accedere a tutti i gradi dell’istruzione e non si era così distanti da una sostanziale parità tra i sessi. Tutti aspetti apprezzabili di quel regime, ma non è questo ciò che intendo sottolineare, bensì il fatto che la condizione femminile è diventata per l’Occidente la cartina di tornasole dello sviluppo di una società, che, se non rispondente ai suoi canoni di accetabilità sotto questo aspetto, può essere rovesciata con la violenza più barbara. Ciò che l’Occidente ha prodotto in Afghanistan rende perfino la folle condanna a morte di Sakineh un buffetto sulla guancia. E la grande “lobby” femminista mondiale, così “sensibile” alla difesa dei diritti umani, come si è schierata di fronte a quest’aggressione militare? Salvo eccezioni, approvazione totale. Ricordo ancora la giornalista femminista e di sinistra Miriam Mafai schierarsi senza se e senza ma a favore. Era l’occasione giusta per dare una bella lezione a quei maschilisti di afghani. Peccato che poi a morire sotto i bombardamenti e sotto le macerie siano state in grandissimo numero anche quelle donne che affermavano di difendere.

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Roberto 6:05 pm - 20th Settembre:
Fabrizio Marchi 7:11 pm - 20th Settembre:

@ Roberto Ne abbiamo parlato più volte ed evidenziato le contraddizioni e l’ipocrisia che stanno alle spalle di questa che ormai è diventata una delle tante campagne mediatiche a senso unico.
Ci sono tante Sakineh, così come tanti Sakineh, reclusi nelle carceri di tanti paesi del mondo, in attesa di essere “giustiziati”. I Sakineh maschi sono ancora più numerosi delle femmine e ce ne sono tanti proprio in quei paesi stretti alleati del nostro mondo occidentale. Ma l’Iran è uno “stato-canaglia” mentre gli altri, dove la situazione è sicuramente peggiore dal punto di vista dei diritti umani, sono “nostri” amici con i quali si fanno buoni affari . Anche perché se si rifiutano di farli li bombardiamo…(Cina a parte, che è un altro discorso e con la quale comunque “facciamo” dei buoni affari…)
Tante Sakineh dunque, ma soprattutto tanti Sakineh, anche nelle carceri della più grande democrazia del mondo dove ogni anno tanti maschi, tutti poveri e molti di colore, vengono spediti al Creatore senza che nessuno metta in movimento questa gigantesca macchina mediatica per fermare la mano del boia.
Solo che Sakineh viene eletta a Santa, mentre gli altri rimangono dei criminali assassini.
Evidentemente, anche nella barbarie della condanna a morte, ci sono due pesi e due misure…
Fabrizio

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cesare 3:06 pm - 29th Giugno:

I giornali on line riportano oggi con la naturalezza riservata ai filmati curiosi in rete la decapitazione di un maschio. Scena atroce, indicibile. Eppure contro questa barbarie orrenda non un commento, non una parola, non una firma, nessuna petizione, nè una delle femmes savants in onda ogni giorno da ogni media, apre bocca. Le campagne di stampa in questo caso si fa addirittura fatica ad immaginarle: una prima assoluta ancora mai vista. Nessuno vede, nessuno sente, nessuna parla. Perchè? perchè la testa mozzata dal boia è di un maschio. Ma sotto la spada del boia cade non solo la testa di un uomo ma la credibilità di tutte le manifestazioni contro la pena di morte e le violenze di Stato promosse a “sesso unico” e di un intero ceto intellettuale e politico: la interpretazione sessista del mondo e delle sue violenze introdotta, diffsa e praticata dal femminismo, ed ora egemone, diventa così la principale forma e forza di legittimazione della violenza e di delegittimazione della nostra democrazia.

http://www.liberoquotidiano.it/video/1046368/Decapitazione-di-un-uomo-in-Arabia-Saudita.html

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Luigi Corvaglia 8:07 am - 20th Marzo:

Abbiamo due thread sull’argomento per cui pubblico la notizia in entrambi.
Torna libera Sakineh, l’iraniana condannata a morte per adulterio.
….
di Monica Ricci Sargentini
E’ stata rilasciata per buona condotta Sakineh Ashtiani, la donna iraniana condannata nel 2006 alla lapidazione per adulterio e per il suo presunto coinvolgimento nell’uccisione del marito. La sua vicenda commosse il mondo nell’estate del 2010 quando la mobilitazione popolare probabilmente la salvò dal patibolo. A dare la notizia della liberazione a Teheran è stato Mahamad Javad Larijiani, Segretario Generale del Consiglio Superiore iraniano per i diritti umani: “È stata scarcerata per la sua buona condotta e perché la nostra religione ha misericordia nei confronti delle donne”, ha spiegato Larijani, consigliere della Guida Suprema e fratello del più celebre Ali, capo del Parlamento.

Non è chiaro se il rilascio sia definitivo. Né la famiglia né Iran Human Rights ha confermato la notizia. Certo se la liberazione sarà confermata, il merito è tutto dell’attenzione che il caso ha destato nel mondo. Erano quattro anni che la comunità internazionale e le organizzazioni per i diritti umani chiedevano giustizia per questa donna di 47 anni, madre di due bambini, condannata a morte in due distinti processi: il primo per l’omicidio di suo marito, il secondo per adulterio. La condanna a morte per impiccagione relativa al reato di omicidio era stata commutata in una pena di dieci anni di prigione in appello, mentre quella per lapidazione relativa all’adulterio era stata riconfermata nel 2007. Nel luglio del 2010, la giustizia iraniana, a seguito dell’ondata del movimento internazionale che aveva chiesto a gran voce la sua liberazione, aveva sospeso la pena in attesa di un nuovo esame del dossier. Poi di Sakineh non si è saputo più nulla.

Le autorità iraniane avevano sempre respinto le accuse di violazioni dei diritti umani asserendo di stare semplicemente applicando la legge islamica che prevede la pena di morte per una serie di crimini. Ma l’Unione Europea aveva definito “barbara” la sentenza nei confronti di Sakineh che nel 2006 aveva già subito 99 frustate per adulterio. Di sicuro in questi anni è stato difficile se non impossibile parlare con la donna. Spesso gli avvocati e i famigliari sono stati esiliati, imprigionati e costretti al silenzio per aver pubblicizzato la sua storia. Per fortuna c’è stato il lieto fine.

Tuttavia l’Iran resta pieno di centinaia di prigionieri condannati o in attesa di giudizio, torturati o uccisi, spesso solo per reati politici, ignorati quasi del tutto da noi. Tra i tanti nomi, quello di Bahareh Hadayat, l’attivista e femminista 33enne condannata nel 2010 a dieci anni per il suo impegno, malata e non curata nel famigerato carcere di Evin. Una campagna per liberarla è stata lanciata dagli esuli politici iraniani, prima tra tutti dalla Nobel Shirin Ebadi.

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cesare 10:42 am - 20th Marzo:

Invece, dei maschi che nelle foto pendono impiccati ai bracci delle gru, le campagne femministe se ne fregano.
Ancora una volta: e se invece proprio loro, le femministe, promuovessero campagne anche a liberazione e salvezza dei fratelli maschi che altrimenti penderanno dalla forca in numero ben più alto delle femmine? Diremmo, OK ragazze, siete grandi, stupendo avervi a fianco in battaglia.
Invece niente di tutto ciò, solo voi, soltanto voi: io, io, io, io, infantilmente narcise sapete solo dire “io”.
E dietro vi corrono solo i cani da pagliaio che per un tozzo di pane svendono una intera civiltà e prima di tutto in cuor loro non si rispettano e non vi rispettano. Così tutto quello che fate diventa rancido e puzza di inganno.
E non si può non concludere che, se esiste, l’Universale non può che essere maschile e il Maschile l’Universale. Voi no, voi amate e vedete solo voi stesse, il vostro “particulare”.

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Fabrizio Marchi 11:20 am - 20th Marzo:

cesare,

“E non si può non concludere che, se esiste, l’Universale non può che essere maschile e il Maschile l’Universale. Voi no, voi amate e vedete solo voi stesse, il vostro “particulare”. (Cesare)
E’ così. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_good.gif fino a qualche tempo fa avevo difficoltà ad ammetterlo ma, purtroppo, e sottolineo purtroppo, ci sono forti elementi che mi fanno oggi propendere in senso favorevole a questa tua affermazione…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_unsure.gif

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cesare 11:54 am - 20th Marzo:

Quando il “mito” della Genesi, o la “Rivelazione” della Genesi, dice che Dio trasse dalla costola di Adamo Eva e gliela presentò dicendo:”ecco Eva, la carne della tua carne” oltre a evidenziare la meravigliosa constatazione che maschio e femmina si appartengono reciprocamente in un unica originaria comunanza sostanziale di carne (e non una fondazione autonoma, straniata e oppositiva), dice e constata anche, qualche millennio fa, chi è tratto da chi, ovvero chi sa del tutto e chi sa della parte.
Legittimo, soprattutto oggi, silenziare questo testo così scomodo, polemizzare o riderci sopra o addirittura scandalizzarsi, però allora sarebbe opportuno che fossero i comportamenti effettivi a smentire la visione del testo biblico. E non il solo risentimento di fronte ad una possibile verità ma scomoda.

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Luigi Corvaglia 2:32 pm - 20th Marzo:

cesare: Ancora una volta: e se invece proprio loro, le femministe, promuovessero campagne anche a liberazione e salvezza dei fratelli maschi che altrimenti penderanno dalla forca in numero ben più alto delle femmine? Diremmo, OK ragazze, siete grandi, stupendo avervi a fianco in battaglia.


Infatti Cesare, infatti … https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_good.gif
A me personalmente è stato proprio questo loro agire che, alla fine, mi ha dis-velato l’essenza di quel movimento.
E’ partito tutto da lì. Non sono passato da traumatiche esperienze personali. Ma ho, probabilmente è un difetto, uno spiccato senso della giustizia e ho combattuto, in altri tempi, anche loro battaglie.
Ma non è neanche corretto parlare di “loro battaglie”.
Molto semplicemente sentivo che era giusto combatterle e l’ho fatto.
Come ne ho combattute altre di tuttaltro tipo. Non certo per senso di colpa, tuttalpiù per senso di giustizia.
Poi, purtroppo abbastanza di recente, mi sono accorto che, a fronte di tante conclamate distorsioni accumulatesi nel tempo (a volte come conseguenze di quelle vecchie battaglie) nessuna di queste generalesse del proprio sesso ha detto qualcosa del tipo: va bene, forse c’è qualcosa che non va, forse è il caso di parlarne, sediamoci intorno ad un tavolo e discutiamone.
No. Non le ho sentite queste parole. Da nessuna.
E da lì ho incominciato a riflettere e ad interrogarmi. Ed il velo che avevo davanti agli occhi s’è dissolto.

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cesare 5:05 pm - 20th Marzo:

Hanno forse visto il dono della Storia, la Storia come dono maschile? No. Si sono offese perchè supermercati e lavatrici e lavori da scrivania per milioni di donne, la produttività che la scienza e la tecnologia maschili hanno aumentato a dismisura consentendo l’emancipazione femminile, tornando a ritroso nel tempo non sono riuscite a vederle nello specchio: tutti i millenni riferiti a sè stesse ora.
Invece che l’intelligente, saggia e solidale riconoscenza a fronte della realtà, una stolida, insipiente e ostile fantasticata accusa di volontaria oppressione.Esattamente l’opposto di quanto è accaduto nella Storia sia oggettivamente sia soggettivamente-
Mi ripeto, ma è la cosa stessa che si ripete: ci hanno forse detto: OK ragazzi, ottimo lavoro? no, solo accuse. E pensare che ci avrebbero conquistato alla vera parità, quella che si sente nel cuore in nome della giustizia, della verità, di una stima autentica.
Le quote rosa sono il contrario di quello che pensano: sono il rimedio impossibile ad una sconfitta storica.

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Fabrizio Marchi 5:12 pm - 20th Marzo:

cesare,

“Le quote rosa sono il contrario di quello che pensano: sono il rimedio impossibile ad una sconfitta storica”. (Cesare)
https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_good.gif
Questa è da incorniciare… *hi*

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Luigi Corvaglia 9:03 am - 21st Marzo:

Sakineh è libera. Come previsto
Il caso di Sakineh, la storia di una campagna mediatica basata su notizie false. Come sempre, quando c’è in mezzo Bernard-Henry Lévy… [Pino Cabras]
continua su …. Megachip

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