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05 Apr 2011  |  36 Commenti

Più spazio alle donne in TV (oggi è ancora troppo scarso..)

Segnalo questa lettera inviata alla vigilanza RAI:

 Lettera alla Commissione di Vigilanza Rai:

 “Abbiamo inviato al Senatore Sergio Zavoli e alla Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai alcune richieste maturate dopo l’incontro in Commissione del mese scorso. Siamo certi che il Presidente Zavoli, persona attenta e sensibile,  prenderà in considerazione le nostre richieste e inviterà i membri della  Commissione a farealtrettanto. Come ci ha ricordato il corrispondente  della BBC, “il Servizio Pubblico italiano e quello britannico sono stati  tra le migliori televisioni del mondo”. Credo fermamente, insieme alle  migliaia di persone che ci seguono, che possiamo impegnarci per far  ritornare ad essere la nostra TV Pubblica un servizio di qualità, reale  specchio del Paese.

Questa che segue è la lettera che abbiamo inviato, inoltrata anche al  Vicedirettore Generale della Rai Antonio Marano e all’Ansa, scritta con  la preziosa collaborazione della Dott.ssa Claudia Moretti.

 Egregio Presidente Zavoli, e per conoscenza i Distinti Membri della Commissione di Vigilanza RAI,

è passato ormai un mese da quando ci ha invitato a mostrare il nostro  documentario“Il corpo delle Donne” in Commissione di Vigilanza Rai. Da allora, anche grazie al suo invito e disponibilità, ci sono pervenuti  altri importanti segnali positivi.

Il Parlamento Europeo, dove abbiamo presentato il  nostro documentario,e dove alcuni membri  hanno mostrato interesse e  dichiarato la volontà di sostenere le iniziative volte al superamento  degli stereotipi discriminatori del genere femminile. Il Presidente della Repubblica Napolitano, poi, ci  ha mostrato un inaspettato interessamento ed ha posto all’attenzione  degli italiani nel suo discorso dell’8 marzo, la questione della  rappresentazione della donne nei media. Migliaia di persone ogni giorno ci dimostrano il loro  apprezzamento per il lavoro che svolgiamo attraverso centinaia di  dibattiti in Italia  e all’estero.

Mi permetto di segnalarle che il  nostro lavoro è seguito e recensito da molti quotidiani e reti tv estere. Altre Associazioni, tra le quali l’Appello Donne e Media di Gabriella Cims, l’associazione Pari e Dispare e la Senatrice Vittoria Franco,  si stanno impegnando per una migliore rappresentazione della donna nei  media, tema cruciale per una reale emancipazione delle giovani donne e  dei giovani uomini e per allineare il nostro Paese allo standard tv  degli altri Paesi europei.

Per questo, Le scrivo Presidente. Per chiederle di proseguire  nell’impegno di provare a migliorare i nostri media e, in particolare il  nostro servizio pubblico, e mi permetto di inoltrarle le nostre  richieste.

 1.Chiediamo      che sia istituito presso la vostra Commissione, come in altri Paesi, la Difensora dello Spettatore:       una  nuova figura di vigilanza  e controllo che lavori, per  segnalare e eventualmente per denunciare le  attuali violazioni.  Una  figura importante, tramite tra spettatori e  Commissione.

  2. Si      chiede di poter contribuire attivamente alla  realizzazione di nuove immagini e nuove realtà televisive più  corrispondenti al vero e meno lesivi dei diritti e della dignità  femminile.  Chiediamo spazi televisivi sul tema della pluralità dei modelli che miri a sterotipi femminili dignitosi, vari, reali,  capaci  di infondere aspirazioni positive negli utenti.Dateci lo spazio e aiutateci a realizzarlo, in Rai esistono le competenze e i talenti per realizzare tali programmi.

 3. Si crei uno spot (stile pubblicità progresso) sufficientemente lungo (un minuto) ed efficace,  da      trasmettersi in adeguate fasce orarie di maggior visibilità,  dove si rappresenti la pluralità e le diverse bellezze, attitudini,  aspirazioni, successi, dell’universo femminile.

 Attendiamo con fiducia e stima una risposta concreta al nostro impegno comune.”

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Oltre al fatto che sarei di curioso di vedere l’eventuale spot, molto probabilmente un’altra mazzata nei confronti dell’universo maschile, mi chiedo:”Ma agli uomini, chi ci pensa ?’ Sembra quasi che  una volta risolto il problema femminile, siano automaticamente risolti tutti i problemi del mondo…

Ma dell’altra metà dell’umanità non gliene importa proprio niente a nessuno?…


36 Commenti

Alessandro 8:48 pm - 30th Marzo:

Accendi il televisore e alla Rai va in onda Uno Mattina condotto da una donna e da un uomo, più tardi i telegiornali sono condotti da giornaliste, alla Rai e alla Finivnest le trasmissioni pomeridiane sono condotte in larga parte da donne, giri a Rai tre e c’è Sveva Sagramola che conduce, bene, GEO poi a seguire c’è la Berlinguer a condurre il telegiornale; a quest’ora a LA/ c’è prima la Gruber e poi la D’amico che conduce la sua trasmissione di approfondimento giornalistico, tra l’altro molto bene, ecc. ecc. ecc..
Insomma questi appelli suonano davvero ridicoli. Ma noi viviamo in un’epoca in cui la ridicolaggine, se espressa da una donna, non è più tale, ma anzi si trasforma in un qualcosa a cui attribuire grande considerazione.
Da una parte il trionfo dela cafonaggine maschile, come nell’episodio del giovane postato da Mauro e acutamente analizzato da Fabrizio, dall’altra, come in questo caso, il vittimismo, subdolo e ipocrita, femminista. Due mondi differenti, ma che esprimono entrambi modelli, maschili e femminili, altamente negativi.

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P. Leo 6:00 am - 31st Marzo:

Faccio fatica nel costruire un commento alla “lettera”, scritta con i piedi e “la preziosa collaborazione della Dott.ssa Claudia Moretti”, oltre alla consueta superficialità femminile, specificando e focalizzando esclusivamente tutti i contatti e punti di riferimento per e gestiti da donne, rimanendo sul vago per quanto riguarda i nomi, i Paesi, etc., non (ancora) fagocitati dal loro Universo.
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Come ci ha ricordato il corrispondente della BBC, "il Servizio Pubblico italiano e quello britannico sono stati tra le migliori televisioni del mondo"
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La BBC lo è tutt'ora. Per quanto riguarda la RAI, forse si riferiva ai tempi in cui sullo schermo sgambettavano, per audace concessione del Vaticano, le gemelle Kessler in calzamaglia. La televisione tedesca, per fare un esempio, a quei tempi trasmetteva in prima serata diverse serie di documentari sull'ecologia, sul maltrattamento degli animali da circo (Horst Stern), sulla cosmologia e l'astrofisica (Heinz Haber) e via dicendo, con conseguenti riflessi sulla cultura generale e consapevolezza del loro Paese.
Tutte queste TV pubbliche sono rimaste pressochè invariate in termini di qualità, professionalità e deontologia. Anche la Rai, ma ovviamente viaggiando nella direzione opposta.
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Credo fermamente, insieme alle migliaia di persone che ci seguono, che possiamo impegnarci per far ritornare ad essere la nostra TV Pubblica un servizio di qualità, reale specchio del Paese.
(…)Chiediamo spazi televisivi sul tema della pluralità dei modelli che miri a sterotipi femminili dignitosi, vari, reali, capaci di infondere aspirazioni positive negli utenti.
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Lo credo anch'io, qualora si riuscisse a ripulirla prima di tutto dalla fauna femminile che non ha nulla da esternare oltre alle proprie apparenze artificiali. Magari liberandoci anche dalla pubblicità tanto fasulla quanto banale, modellata e confezionata su misura per i neuroni femminili.
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Si crei uno spot(…)
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Un'altro?!?
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(…)da trasmettersi in adeguate fasce orarie di maggior visibilità, dove si rappresenti la pluralità e le diverse bellezze, attitudini, aspirazioni, successi, dell’universo femminile.
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Sarebbe forse il caso di sostituire la parola "femminile" con "maschile". In tal caso l'ennesima "richiesta"/pretesa almeno acquisirebbe un senso.
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Attendiamo con fiducia e stima una risposta concreta al nostro impegno comune.
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Anche noi, magari con una lettera, degna di tale nome, all'indirizzo del Presidente della Repubblica Napolitano. Prima del prossimo 8 marzo.
P. Leo

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Fabrizio Marchi 9:04 am - 31st Marzo:

D’accordissimo sia con Alessandro che con P. Leo (e naturalmente con Mauro che ci ha segnalato quest’altra interessante chicca).
Affermare che nella Tv italiana, pubblica o privata che sia, ci sia una scarsa presenza e visibilità femminile è semplicemente ridicolo. La tracotanza di questa gente arriva al punto di scrivere una lettera al Presidente della RAI e alla Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI, i quali, non ho dubbi, si metteranno sull’attenti e si attiveranno per riequilibrare la situazione…(più di così, c’è il rischio concreto che gli uomini scompaiano dagli schermi)
L’intera vicenda sarebbe anche un po’ (parecchio) grottesca, a mio parere, se non fosse purtroppo molto seria. Non credo sia necessario aggiungere altro né tanto meno vale la pena di elencare i nomi delle giornaliste, commentatrici, presentatrici e soubrette varie, che Alessandro non ha ricordato nel suo post…
A tal proposito, segnalo invece, sia pure a margine, un fenomeno (mediatico) assai inquietante che forse è sfuggito a molti. Tutti i giorni, nel primo pomeriggio (non chiedetemi i nomi dei programmi e delle conduttrici perché non li conosco, ma ho avuto occasione di seguirli ogni tanto) ci sono trasmissioni condotte dalle varie anchorwomen di turno, dove lo sport principale è la criminalizzazione del genere maschile. Una delle peggiori (oltre, naturalmente, a quella della famigerata Barbara D’Urso, un vero e proprio Grosse Bertha del post femminismo più aggressivo e securitario in salsa contemporanea) è quella condotta dalla ex moglie di un calciatore (mi pare si chiami Carnevale), alla quale vengono sistematicamente invitate alcune donne per parlare del proprio ex marito o fidanzato che in principio sembrava essere tanto un brav’uomo e che invece con il tempo si è rivelato un Orco perfido e violento. Il tutto, naturalmente, a senso unico (mai vengono trattati casi in cui sono le donne, mogli o fidanzate che siano, a essersi macchiate di reati gravi) e con il supporto delle “esperte” di turno (psicologhe e/o avvocatesse) che puntualmente, oltre a sciorinare i dati dell’ecatombe femminile per mano maschile in corso da decenni (praticamente da sempre), regalano le loro perle di saggezza antimaschile.
Questi programmi, che gente come noi non segue, per ovvie ragioni, (o al massimo cambia immediatamente canale), hanno un pubblico, specialmente femminile, di milioni e milioni di persone. Non sono quindi da sottovalutare perché contribuiscono, in modo niente affatto irrilevante, a costruire l’immaginario collettivo, specie dal punto di vista femminile. E proprio uno dei commenti inviatici da quella ragazza, Silvia, un paio di giorni fa, la dice lunga in tal senso.
Riporto testualmente lo stralcio di un suo post che, a prima vista, può sembrare terrificante (e lo è), ma credo corrisponda allo stato d’animo di milioni di donne :” Una sorta di insensibile troglodita terrorizzato dai sentimenti per lui incomprensibili e oscuri. L’immagine che ho di me stessa è di un essere meraviglioso amorevole forte e dolce. Tutto ciò è terrificante. Non avevo mai pensato che un uomo potesse sentirsi ferito solo perchè penso questo di lui. Lo do per scontato,è il nemico violentatore per principio,un essere irresponsabile incapace di controllare gli istinti,di ascoltare, persino di esprimersi a parole”.
Questo è lo stereotipo maschile che molte donne, molte di più di quante pensiamo, hanno nella loro testa.
Fabrizio

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mauro recher 4:36 pm - 31st Marzo:

d’altronde ,bisogna anche considerare che questa “lettera” , pone delle “regole”, come dire , il 13 febbraio noi abbiamo vinto la guerra e adesso voi dovete sottostare ….non nuova la Zanardo a queste “condizioni post belliche ” ,infatti dopo il 13 febbraio la sudetta Zanardo ,nel suo blog scrive
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“Pensiamo che fare, forse è il momento di chiedere. Bersani che elogia le donne: ottimo! Che ne dici compagno: entro un mese 50% di donne nel PD e alla primarie una donna? Va bene? Chiediamoglielo, subito.
Oppure facciamo da sole.”
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senza tenere conto che ,un esponente del PD ha scritto ,proprio nel suo blog ,che tale “regola” (DEL 50 %) c’è gia nel suo partito ,e questo porta a non pochi problemi nella formazione della lista ,(senza contare che ,a livello di successo ,questa filosofia si è dimostrata davvero eccelente smile ) ……come la tv anche la politica ,tutto vogliono le quote ,ma che fine fa ,in questo modo la “meritocrazia”

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Fabrizio Marchi 9:43 am - 1st Aprile:

“come la tv anche la politica ,tutto vogliono le quote ,ma che fine fa ,in questo modo la “meritocrazia?” (Mauro Recher).
Più che della “meritocrazia” (concetto in linea teorica validissimo ma anche assai controverso e contraddittorio, dato lo stato delle cose…), caro Mauro, io mi preoccuperei di che fine fa la democrazia che, nella scala dei valori, mi sembra comunque più importante della prima …
Diciamo pure che la logica delle quote getta entrambe nella discarica, per non dire altro…
A tal proposito vi rimando all’articolo che abbiamo pubblicato nello spazio degli editoriali, dal titolo “Uomini imbavagliati”.
Mi chiedo, e non è una boutade. Dal momento che l’idea che sta dietro alla logica delle quote dovrebbe essere quella del superamento di ogni forma di discriminazione (concetto, quest’ultimo, giustissimo, al quale si da una risposta sbagliatissima…), non si vede perché, a questo punto, lo stesso principio non debba essere applicato anche per tutte quelle altre “categorie” o gruppi che vivono una condizione di discriminazione o comunque di marginalizzazione (vera in alcuni casi, a mio parere, presunta in altri).
Nel momento in cui, ad esempio questa logica viene applicata all’appartenenza sessuale, non si capisce proprio perché quest’ultima non dovrebbe valere anche per i gay, gruppo di genere che sicuramente, per lo meno nel passato (oggi la situazione è cambiata radicalmente, anzi, in determinati ambianti, spettacolo, televisione e cinema, la situazione si è capovolta e se sei gay hai autostrade spalancate rispetto ad un qualsiasi altro uomo…), ha subito senza dubbio pesanti discriminazioni. Mi meraviglia anzi (o forse ciò è dovuto ad una totale subordinazione ideologica e culturale di questi ultimi al femminismo, e così facendo si danno la zappa sui piedi…) che il mondo omosessuale non dica nulla in tal senso.
Ma soprattutto (e questa è senz’altro più seria) non si capisce, dal momento che in Italia, come in tutti i paesi europei, vivono ormai milioni di immigrati (e non c’è dubbio che questi si trovino, nella gran parte dei casi, in una situazione quanto meno di marginalizzazione sociale e anche umana), per quale ragione la logica delle quote non dovrebbe valere anche e soprattutto per loro, che mi pare vivano una condizione senz’altro peggiore della grandissima maggioranza delle donne di questo paese (e anche degli uomini) e avrebbero sicuramente bisogno, molto più di altri, di una loro rappresentanza politica.
Non solo. Ci sono comunità che vivono nel nostro paese (come dovunque) fondate sull’appartenenza religiosa, dove proprio quest’ultima ha rappresentato la ragione prima della loro stessa esistenza ma anche della loro discriminazione (e persecuzione). Penso naturalmente agli Ebrei, ai Valdesi (che ne hanno subite pure loro di cotte e di crude nel passato anche se quasi nessuno ne è a conoscenza) e ai Mussulmani che oggi, per lo meno in Italia, sono molto più numerosi dei primi due.
Se il principio delle quote è giusto , perché non dovrebbe valere anche per tutti questi altri gruppi sociali, etnici, confessionali e di genere (i gay)?
Con tutta la buona volontà, non riesco a trovare una risposta plausibile.
Fabrizio

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Sandro2 1:54 pm - 1st Aprile:

http://carta.ilmessaggero.it/view.php?data=20110401&ediz=20_CITTA&npag=13&file=FINICCHI_279.xml&type=STANDARD
Venerdì 01 Aprile 2011 Chiudi chiudi finestra
di ANNA FINOCCHIARO*
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Il provvedimento che riguarda l’equilibrio di genere (cosiddette quote rosa) nei cda delle società quotate è stato approvato poche settimane fa dall’aula del Senato con una modifica sostanziale rispetto al testo trasmesso dalla Camera dei deputati, prevedendo una maggiore gradualità per il raggiungimento dell’obiettivo costituito dalla presenza di un terzo di presenza femminile. La disciplina entrerà a pieno regime, dunque, dal 2015.
Il dibattito che si è sviluppato nel Paese, tra le forze politiche interessate al provvedimento e le rappresentanze delle associazioni di impresa, ha rilanciato alcune questioni di fondo che la discussione politica di questi anni aveva quasi completamente trascurato. In particolare due: la prima, quella relativa all’uso delle quote di genere, per altro strumento principe delle politiche antidiscriminatorie, ha visto il dibattito parlamentare tornare su una questione che è stata oggetto di diffidenze e di dispute accese, anche tra le donne italiane. Ma il tempo non passa invano e, trascorso quello del furore, credo di poter dire che – anche sulla scorta di buone prassi europee – oggi la previsione delle quote di genere può, più serenamente, valutarsi come uno strumento, peraltro di natura meramente transitoria, tra i tanti inscrivibili sotto il titolo di strumenti di pari opportunità. La sua forza (e la sua difendibilità) sta proprio nella natura di strumento che serva ad imporre rottura in una prassi che seguita a riprodurre discriminazione, e ciò pure in presenza di processi di riequilibrio spontanei, che stentano però ad affermarsi. In questo senso, le quote di genere sono pienamente collocabili tra quegli strumenti adottabili con legge per rimuovere gli ostacoli citati dalla seconda parte dell’articolo 3 della Costituzione.
Il secondo tema è quello dell’ingerenza di una norma di questo genere in un ambito di autonomia privatistica. Anche qui è probabile che sfugga quanto, nella legislazione lavoristica, ad esempio, si sia nel tempo ricorso a regolazione destinata ad intervenire sull’autonomia privata per evitare comportamenti discriminatori (che pure e con gravità ancora permangono). Non da ultimo, giova ricordare che altri Paesi europei (Finlandia ed Olanda) hanno già adottato norme analoghe, e che nello stesso senso si muove la Commissione Europea. Resta da segnalare un fatto che io reputo tanto singolare, in questo tempo, quanto prezioso. Su questa vicenda parlamentare si è manifestata, con ogni evidenza, una forte autonomia del Senato e anche una orgogliosa rivendicazione di autonomia di senatrici e senatori contro una consistente resistenza nel loro gruppo parlamentare.
A chi obietta che deve essere il merito, e non il genere e le quote, a decidere circa l’assunzione di responsabilità, oppongo che, per mostrare il merito ed il talento, e per metterlo a frutto, occorre che ci siano le occasioni. Questa legge è fatta per costruirle, e per offrirle ad una platea più vasta e più ricca di professionisti, uomini e donne.
* capogruppo al Senato del Pd
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la prima, quella relativa all’uso delle quote di genere, per altro strumento principe delle politiche antidiscriminatorie,
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Sandro2 3:02 pm - 1st Aprile:

Fabrizio:
“Questo è lo stereotipo maschile che molte donne, molte di più di quante pensiamo, hanno nella loro testa.
Fabrizio”
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Secondo me, ed eccezioni a parte, tutte le donne di oggi hanno quello stereotipo in testa.
L’amara realtà è che la misandria esiste, ed è a dir poco diffusissima, benché occultata in tutte le maniere.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=10146973
In merito, questo è quanto scriveva circa cinque anni fa, Lorenzo R. (Ventiluglio).

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Quanto sono d’accordo, Strider…

Ed aggiungo: ma le donne, quelle “vere”, quelle che poi, messe alle strette, dichiarano di non riconoscersi (a parole) nel Femminismo (o anche solo “…nei suoi eccessi” ), in tutto questo dove sono?

Noi uomini siamo sotto attacco morale da decenni, con articoli, libri, film e romanzi autocelebrativi nei confronti del genere femminile, irrisori ed insultanti nei confronti del genere maschile (questo che segnali è una vera perla, con tutti i cliché del genere).

Ebbene si è mai letta una – dico UNA – lettera, indirizzata al giornale che ha pubblicato tali idiozie, scritta da una donna, che prenda le distanze da tali affermazioni, che rifiuti di avallare chi (le femministe) pretende di rappresentare la totalità dei sentimenti del genere femminile?

Ebbene io, in circa 20 anni di attento ascolto, non ho MAI sentito nulla del genere.

E qui, mi spiace dirlo, l’accusa di connivenza mafiosa del genere femminile con l’ideologia femminista diventa obbligata.
Non può infatti dichiararsi “innocente” colui che permette a qualcuno di compiere malefatte in suo nome, senza mai sollevare distinguo, prendere pubblicamente le distanze, denunciare un’appropriazione indebita di una rappresentanza sindacale di genere.
Esiste una “responsabilità oggettiva”, in tutto ciò, dell’intero genere femminile.

Se noi uomini occidentali di oggi (nati innocenti) dobbiamo portare la responsabilità di ogni malefatta (vera o falsa che sia) maschile nei confronti delle donne, avvenuta in qualunque tempo e in qualunque luogo (dalla caccia alle streghe nella controriforma, allo stupro di una bambina tra le montane della Bolivia…), ebbene le donne occidentali di oggi, tutte (nessuna esclusa), portano – a maggior ragione – la responsabilità del veleno antimaschile quotidianamente distillato dai media.
Io pretendo da ognuna di loro le scuse pubbliche.

Mi spiace dirlo, ma quando leggo articoli così (e da due decenni capita con una frequanza pressoché quotidiana), e noto “il silenzio assordante delle donne”, ebbene capisco perché è poi così difficile mantenere la necessaria freddezza, ingegnarsi di fare un distinguo tra genere femminile e ideologia femminista, non diventare radicalmente e irrecuperabilmente misogino, rompere perciò qualsiasi legame sentimentale con l’intero genere femminile, spedirle tutte in Afghanistan (appunto) a crepare, e augurarsi l’instaurazaione in Occidente del più “talebano” dei sistemi sociali.

Donne… “Vere-donne”, “donne-con-la-gonna” (e con la testa) dove siete? Esistete? Perché questo vostro silenzio?

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Personalmente, ricordo di aver letto solo una lettera “contro”, scritta da una allora ragazza diciottenne e pubblicata su NOIDONNE nel lontano 1990.
Per il resto silenzio assoluto.

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Sandro2 3:09 pm - 1st Aprile:

Al riguardo segnalo questa vecchia discussione:
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=14995399

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mauro recher 4:57 pm - 1st Aprile:

a proposito di quote di genere ho trovato questo post nel blog di Marina Terragni
http://blog.leiweb.it/marinaterragni/2011/03/30/ecco-i-nomi/
la questione è praticamente questa: in una doppia preferenza si è obbligati a scegliere un candidato di sesso opposto, altrimenti la seconda scelta sarà nulla ….
Oltre al modo di dare la notizia ,con tanto di lista di nomi rei di aver bocciato tale emendamento, simili ad un elenco di ebrei sotto il periodo nazista, gia il termine “obbligazione” mi sembra davvero l’opposto del democratico che si vantano di essere; se io vado a votare, vorrei votare per chi piace a me e non essere “obbligato” a scegliere … Possono essere due uomini, ma se le loro idee mi vanno a genio possono essere anche due donne. Per me potrebbero essere anche due alieni provenienti da Marte; per quello che mi riguarda, giudico dalle loro idee, non certamente dal genere di appartenenza ,questa legge la trovo anticostituzionale ….

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Rino 6:53 pm - 1st Aprile:

Qui sotto il link ad un articoletto sul sito U3 scritto anni fa.
Lo corredo con:
“Preferisco piangere sul sedile di una BMW che ridere a cavalcioni della tua bici” Chung Huo Nuhai (ragazza cinese).

In sintesi, ancora una volta: homo sine pecunia imago castitatis.

Qui il link:

http://www.uomini3000.it/515.htm

Rino D.V.

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armando 10:58 pm - 6th Aprile:

CAro Fabrizio, ma è chiarissimo il perchè le quote non valgono per tutte le categorie ma solo per le donne. Perchè genere e sesso sono concetti a geometria variabile, usati solo quando servono al proprio scopo. Così i matrimoni fra gay devono farsi perchè gli omosessuali sono un genere fra gli altri, che non deve essere discriminato, ma la rappresentanza in parlamento no perchè i sessi sono solo due, maschile e femminile. Così il genere deve essere preposto al sesso perchè il genere si sceglie, ma in parlamento e nei cda è il sesso che deve essere preposto al genere perchè così è in natura. E via elencando.
E poi è mai dato sapere quante donne e quanti uomini partecipano alla vita politica attivamente e sono iscritti ai rispettivi partiti (o anche sindacati)? Ho cercato su Internet, ma è un mistero ben celato, non a caso. Perchè qualcuno dovrebbe riuscire a spiegare, dato che la democrazia ha nei partiti il suo strumento principale di espressione politica etc. etc, perchè mai le liste non dovrebbero grosso modo ripetere la composizione interna di quel partito. partecipano più uomini? ovvio che in linea di massima abbiano maggior rappresentanza, anche perchè su un numero maggiore di persone è statisticamente più facile trovare quelle adatte. Più donne? ovvio che allora sarebbe giusto fossero rappresentate maggiormente. Altro che 30/40/50 % di quote. Semplice, no?
E poi, qualcuno dovrebbe anche spiegare perchè i partiti e le aziende sarebbero masochisti. I primi hanno l’obbiettivo di massimizzare il consenso e quindi si presume che mettano in lista le persone (uomini o donne) più adatte allo scopo. Le aziende hanno per mission quella del profitto, ed è ovvio che mettano ai vertici persone che presumibilmente sono le più indicate allo scopo.
Oppure non è vero nulla e scopo supremo dei primi e delle seconde sarebbe invece quello di escludere le donne? A me sembrano barzellette, ma tragiche, visto che qualcuno ci crede anche.
armando

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Sandro2 10:22 am - 7th Aprile:

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2010-09-26/quote-rosa-fanno-male-080347.shtml
Le quote rosa fanno male Alle donne
>
di Alessandro De Nicola
>
Gli uomini prudenti, per paura di sembrare avversari del progresso, non scrivono mai articoli di questo genere e allora ho deciso di farlo io.
L’argomento sono le quote rosa nei consigli d0amministrazione. Pendono in parlamento varie proposte di legge tutte orientate in tal senso e questa settimana il commissario Ue alla giustizia, Viviane Reding, ha minacciato che se non ci saranno “progressi” anche l’Europa prenderà iniziative in tal senso. In precedenti discorsi la signora lussemburghese ha fatto capire di considerare il 40% una soglia ragionevole, la stessa in vigore da inizio 2006 per le società quotate norvegesi.

Il ragionamento alla base di tutto è che eguaglianza nei posti di lavoro vuol dire anche eguale rappresentanza e che senza l’autorità della legge il mondo maschile non fa spazio alle donne. E comunque, si sottolinea, le società con più rappresentanti del gentil sesso in consiglio hanno migliori performance.

Vediamo di capirci qualcosa. È vero che un maggior numero di signore aumenta l’efficienza? In Norvegia non sembra proprio. Nel primo semestre di quest’anno gli indici della borsa di Oslo sono stati negativi, con una performance peggiore di tutti i paesi scandinavi, piazzandosi 46ª sulle prime 56 borse mondiali. Negli anni precedenti, poi, Oslo si è distinta per un’aurea mediocritas (- 57% della capitalizzazione nel 2008 e + 30% nel 2009 in linea con la media mondiale e comunque peggio dei cugini scandinavi), ancor più strabiliante poiché la Norvegia, grazie al petrolio, ha avuto solo una mini-recessione e quindi un’economia molto più in salute degli altri paesi avanzati.

Gli studi che cercano di correlare presenza di donne nel board e qualità della prestazione della società non danno risultati univoci, ma anche quando la correlazione è positiva si tratta di scelte volontarie degli azionisti, non d’imposizioni del governo. Potendo scegliere, gli stessi consigli norvegesi a forte presenza femminile nominano come amministratori delegati nel 98% dei casi degli uomini.

È ozioso discutere se le donne fanno bene al bilancio della società; le manager brave sì, quelle scadenti o inadatte no. Sicuramente non sarà una qualunque burocrazia in grado di determinarlo. Avete mai visto la politica premiare il merito piuttosto che la convenienza elettorale? C’è un solo motivo, oltre la popolarità politically correct, per il quale si vuole forzare ciò che semmai sarà il frutto naturale dell’evoluzione dei costumi e della società? Quarant’anni fa le donne non potevano fare i magistrati, eppure oggi costituiscono più di metà degli ingressi. Anche avvocati e medici sono sempre più in rosa e stiamo parlando di professioni sofisticate e remunerative per le quali, evidentemente, l’esclusivismo maschilista non ha funzionato.
La quota rosa è controproducente sotto altri profili: fa considerare le signore prescelte delle semplici “raccomandate” e crea una piccola casta di “gonne dorate” come vengono chiamate in Norvegia. Essendoci poca scelta, la percentuale di manager rosa che siedono in più di 4 board è quadrupla rispetto a quella degli uomini.

Un conto è togliere le barriere legali e sociali che impediscono alle donne di scegliere una determinata carriera (e quindi aumentarne la libertà di scelta), un altro è che un qualche Leviatano stabilisca come, in che tempi e quale carriera esse debbano fare.
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http://la-va.facebook.com/people/Alessandro-De-Nicola/1119061846

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Sandro2 10:27 am - 7th Aprile:

http://donneinritardo.blogspot.com/2011/02/quote-rosa-e-dintorni-rivoluzionare-il.html?showComment=1302167348837#c6968845439259897736
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Anonimo ha detto…

quote rosa ok e… quoto polly: io non voglio essere, come direbbe Vecchioni che poi è anche di moda,stronza come un uomo. anche perchè io posso essere molto più stronza di un uomo. la loro caratteristica principale non è la stronzaggine, bensì l’ottusità, la caparbietà, il complesso del gallo nel pollaio o del capo tribù. in generale, ovviamente. ma, sempre in generale, il tipo di maschio a causa del quale servono le quote rosa vedrà sempre un terzo dell’azienda in biancheria intima, anche mentre snocciola dati in streaming aggiornando la holding giapponese. al contrario, ‘egli’ non sarà mai un gran padre. ed è verissimo: sono razzista!
22 febbraio 2011 15:23
Anonimo ha detto…
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si, sono bab smile
e approfitto per aggiungere, ne parlavamo alla stessa cena citata da bica, che si parla troppo di escort e troppo poco di toy boy. la mia amica ne ha uno da manuale (molto + giovane, nero e rasta)e sono sicura che il mondo è pieno di storie simili. solo che se ne parla di meno, perchè all’uomo non piace passare sul serio da giocattolino per donne. la clerici fa fare l’autore al suo ex toy boy attualmente marito, che prima faceva tutt’altro. scommetto che le varie politicanti nostrane ne hanno a pacchi, di questi, vogliamo parlarne?!?

(è ovvio che rivoluzionare il mondo del lavoro è l’unica strada possibile, al di là delle chiacchiere)
22 febbraio 2011 15:29
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23 febbraio 2011 10:10
bab ha detto…

assolutamente no! siamo diverse. e siamo meglio. non mi convincerete mai del contrario, anche se gli uomini, io, li adoro. adoro lavorare per loro ma anche quando loro lavorano per me, adoro uscirci, ubriacarmi con loro, farci del sesso e anche dei figli. ma, di certo, ‘essi’ non saranno mai all’altezza; e il fatto che abbiano sempre governato loro è anche frutto di una furbesca interpretazione femminile della vita. sic!
24 febbraio 2011 16:21
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Sandro2 10:34 am - 7th Aprile:

P.S.
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assolutamente no! siamo diverse. e siamo meglio. non mi convincerete mai del contrario,
[…]
ma, di certo, ‘essi’ non saranno mai all’altezza; e il fatto che abbiano sempre governato loro è anche frutto di una furbesca interpretazione femminile della vita. sic!
[…]
>>>

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=14946240&st=75

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Sandro2 11:05 am - 7th Aprile:

Armando:
“E poi è mai dato sapere quante donne e quanti uomini partecipano alla vita politica attivamente e sono iscritti ai rispettivi partiti (o anche sindacati)? Ho cercato su Internet, ma è un mistero ben celato, non a caso. Perchè qualcuno dovrebbe riuscire a spiegare, dato che la democrazia ha nei partiti il suo strumento principale di espressione politica etc. etc, perchè mai le liste non dovrebbero grosso modo ripetere la composizione interna di quel partito. partecipano più uomini?”
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Infatti…

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http://questionemaschile.forumfree.it/?t=8366653
seiper1 21/5/2006
>>
Ok. Andiamo per ordine.
Tu dici che la percentuale di donne in politica attiva dipende da un complotto (più o meno oscuro) della parte maschile (segreterie di partito, classi dirigenti etc.) per garantirsene il monopolio.
Ma prima di fare un’affermazione così banale, che è quella che sentiamo tutti i giorni dai media, sapresti dirmi quello che non viene mai detto?
Ossia, quale sia la percentuale di donne che frequentano la politica e partecipano attivamente nelle sezioni, nelle segreterie, sul territorio, nelle circoscrizioni, nei comuni e in tutti quei luoghi dove la politica si svolge?
Io, pur senza avere dati certi (che nessuno dice esplicitamente, perché, questa sì, è una realtà occultata) so che in molti partiti (molti, non tutti) la semplice percentuale delle iscritte non va oltre il 15/20 percento, ad essere generosi. E questo dato ancora non dice quanta parte di queste abbia un impegno effettivo o possegga solo una semplice tessera. A questo riguardo, sarebbe utile ed importante se qualcuno di noi (io non ho tempo sufficiente per farlo) svolgesse una piccola ricerca sul web per raccogliere questi dati sin dove possibile. Sono convinto che ne uscirebbe un quadro significativo.
Poi, chiunque conosca minimamente la politica sa perfettamente che la carriera e la sua ascesa sono garantite solamente dal seguito personale dell’attivista, dal numero di tessere che riesce a far sottoscrivere e dal suo bacino di consenso.
Se una segreteria di partito dovesse sostituire a questi criteri per formare le candidature quelli del sesso di appartenenza, pregiudicherebbe il rapporto effettivo con l’elettorato perdendo voti e rappresentanza. E’ quello che sta succedendo ai DS che, privilegiando in astratto la componente femminile, ad ogni tornata perdono quote di elettorato.
Secondo: tu dici che un ulteriore impedimento alle donne sarebbe dato dal dover crescere i figli.
Intanto, io non riesco più a capire come si faccia seriamente ad invocare, da un lato, la maternità come valore aggiunto della donna e, dall’altro, ad additarla come fattore di impedimento al suo sviluppo sociale. Da questa contraddizione, secondo me, si stanno producendo quei guasti psicologici individuali, che hanno il loro sintomo più drammatico nelle ormai numerose madri che sopprimono i figli a calci nella schiena o infilandoli nella lavatrice. Neanche questo aspetto viene mai considerato dai media, che preferiscono parlare, invece, di astratte depressioni post-partuum…….
Ma, a parte questo (che meriterebbe un approfondimento a parte), secondo te e molti altri, data questa evidenza biologica bisognerebbe alterare le regole del gioco democratico e della rappresentanza, nonché dei criteri meritocratici di selezione, solo per consentire alle donne una maggiore partecipazione sine titulo alla vita politica. E’ un punto di vista; sicuramente non il mio che lo considero una pericolosa falsificazione della rappresentanza politica.
Ma ci si dimentica di osservare, soprattutto, che questa eventualità poggia, in ultima analisi, sul sacrificio di altrettanti uomini che si guadagnano la carriera sul campo e non sull’appartenenza di genere e che si vedrebbero scavalcati da altrettante donne con la semplice giustificazione che “sono donne”.
Le chiamano esplicitamente “discriminazioni positive”, quindi ben comprendendo l’intimo aspetto discriminatorio che comportano, che sarebbe reso accettabile, chissà perché, dall’aggettivo positive. Naturalmente la positività della cosa non è estesa a tutti i cittadini, unico fattore che la renderebbe tollerabile, ma solo ad una parte di essi: quella femminile.
Io credo che qualunque discriminazione, anche a mente del dettato Costituzionale che tu stesso hai ricordato, non abbia mai alcun aspetto positivo, ma sia solo la legittimazione di un nuovo sistema di privilegi di una parte a danno dell’altra.
Se per te questo è progresso e civiltà siamo ben lontani dal comprenderci.

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mauro recher 4:38 pm - 13th Aprile:

ritorno su questo punto , perchè ci sono delle novità ..copio dal blog del corpo delle donne

“Fra l’altro, il contratto prevede nuove norme di tutela delle donne in tv: l’articolo 2, comma 7, stabilisce infatti che la Rai faccia «opera di monitoraggio, con produzione di reportistica annuale, che consenta di verificare il rispetto circa le pari opportunità, nonché la corretta rappresentazione della dignità della persona nella programmazione complessiva, con particolare riferimento alla distorta rappresentazione della figura femminile e di promuovere un’immagine reale e non stereotipata».
per controllare tutto questo ci sarà una commissione formata da 8 membri …la Zanardo ,la Lupperini e la Cosenza , chiedono di essere inserite in questa commissione ,hanno pure mandato il curriculum (mi domando come mai ,non ci sia Marina Terragni tra le “tre grazie”,che ,in fatto di parlare male degli uomini ,non è seconda a nessuno smile )…..
appunto uomini ,qui ,siamo alla solita solfa ,queste “tre grazie” vedono gli uomini come nemici, come potrebbe essere il palinsesto di questa nuova e radiosa televisione se non un continuo attacco al genere maschile (sopratutto se beta) ??
Già la Zanardo ,scriveva cosi in un suo articolo “sono un operaio del Bresciano ,e mi ha cresciuto il grande fratello ” questa ,piccola frase ,ma significativa alludeva che gli operai non sono cosi di acume diciamo “sviluppato” ,vuoi mettere un avvocato in mercedes?? poco importa se anche quell’ operaio ,con i soldi del canone, permetterà di pagare l’eventuale stipendio della Zanardo ..come dicevano gli antichi ?? “pecunia non olez”

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Alessandro 6:24 pm - 13th Aprile:

“Fra l’altro, il contratto prevede nuove norme di tutela delle donne in tv: l’articolo 2, comma 7, stabilisce infatti che la Rai faccia «opera di monitoraggio, con produzione di reportistica annuale, che consenta di verificare il rispetto circa le pari opportunità, nonché la corretta rappresentazione della dignità della persona nella programmazione complessiva, con particolare riferimento alla distorta rappresentazione della figura femminile e di promuovere un’immagine reale e non stereotipata».
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Distorta direi che è la loro mente, ma nessuno ha il coraggio di farglielo notare, visto che ormai qualsiasi critica rivolta a una donna viene immediatamente tacitata con l’accusa di “maschilismo”.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>per controllare tutto questo ci sarà una commissione formata da 8 membri …la Zanardo ,la Lupperini e la Cosenza , chiedono di essere inserite in questa commissione
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Ti pareva…non mi stupirei venissero accontentate, visto l’andazzo.
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Mauro Recher: come potrebbe essere il palinsesto di questa nuova e radiosa televisione se non un continuo attacco al genere maschile (sopratutto se beta) ??
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Farebbe ovviamente vomitare, ancor di più di quanto lo faccia oggi.

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Alessandro 6:59 am - 4th Maggio:

Leggevo della designazione di tale Lorenza Lei a direttore generale della RAI. Non conosco la persona in questione, ma è una ulteriore testimonianza di quanto siano campate per aria le accuse di maschilismo che piovono ovunque. Quanti uomini erano in corsa per ricoprire quella poltrona? Una caterva, assai più numerosi delle pretendenti. Eppure si è scelta una donna, che sicuramente non potrà far peggio del disastroso predecessore.

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mauro recher 5:08 pm - 12th Maggio:

Visto che si parla di tv, ritorno qui, perchè è successo qualcosa di peggio rispetto a quella volta che ho avuto il morbillo (e sì che ho sofferto parecchio smile ) leggete qui
http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=5822
Tutti i vari blog collegati, tutte le amiche di merenda della Zanardo, stanno facendo un tam tam in rete,
a me piace essere sincero e devo precisare che striscia, oltre a vederlo veramente di rado, non lo sopporto per la loro “manifesta superiorità” rispetto agli altri. Fai più spettatori di tutti?? Bene per te, ma trovo inutile sbandierarlo ai 4 venti ….Poi, se il racconto è vero, trovo davvero fuori luogo che si punti una luce addosso a mò di criminale ,si puo dire benissimo che hanno sbagliato i modi di intervenire…….ma la Zanardo non si ferma solo a denunciare il fatto e va oltre con questa frase
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Nemmeno per un attimo provo fastidio verso di lei, per i mandanti sì, per la loro codardia. perchè non sono venuti loro? Uomini senza coraggio, così come si usa ora.
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Il “lei” è rivolto a Elena Barolo ,ex velina. Verso di lei non prova fastidio ma per gli uomini si. Si vede che è più forte di lei ,la colpa ricade sempre sugli uomini ,e se i mandanti fossero state delle donne (cosa possibile)??

Non parliamo poi dei 200 e passa commenti ,di un servilismo davvero imbarazzante. Naturalmente i “colpevoli” sono i soliti , cioè la dittatura maschilista, senza contare il Berlusca (la maggior parti dei suoi voti proviene dalle donne) e le sue reti (seguite, per la grande maggioranza, da donne)
Ma, ripeto, si vede che è veramente più forte di loro
La colpa è sempre degli uomini, anche in una diatriba che riguarda due donne

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Damien 11:11 pm - 12th Maggio:

.. finalmente libere di far vedere in TV il vulvapower!! e poi è fatta! dopo i marciapiedi, le case chiuse, riviste, calendari, penne, tatoo, fumetti, viaggi sessuali, sesso per lavoro, sesso per potere, internet, (inseritequiquellochehodimenticato), finalmente dopo una pausa di 30 anni, il gran ritorno della BERNARDA in prima serata!!

piu’ spazio alle donne in tv… si.. che devono spalancare le cosce.. solo quello gli resta da fare ormai..

…ma che schifo questo mondo maschilista! oooh! ma pensano sempre ad una cosa questi uomini..

Porci!

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Leonardo 3:52 pm - 15th Maggio:

C’è questo Dario Cassini che fa battute sulle donne:
http://www.youtube.com/watch?v=bq1oY9tSK9A&feature=related

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Luigi Corvaglia 9:11 pm - 20th Settembre:

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Fabrizio Marchi 8:25 am - 14th Gennaio:

Ieri sera ho casualmente assistito all’ennesimo e sistematico pestaggio psicologico antimaschile da parte della Littizzetto in accordo con quel finto ipocrita mellifluo e ridicolo “maschietto pentito” e “politicamente corretto” di Fabio Fazio.
Sarebbe sbagliato da parte nostra sottovalutare la funzione di certi programmi televisivi, camuffati da una pseudo ironia o peggio da un sarcasmo di pessimo gusto che in realtà, come dicevo, hanno l’obiettivo di veicolare determinati messaggi.
Gli uomini vengono descritti dalla Littizzetto (e da chi le scrive i testi), quando va bene (e sottolineo, QUANDO VA BENE), come dei minus habentes, dei poppanti, degli eterni Peter Pan che non sanno neanche soffiarsi il naso da soli…
Il messaggio subliminale delle sue “performance” è di una gravità inaudita e ha l’obiettivo di ridicolizzare gli uomini, di metterli alla berlina, di penetrare nella loro psiche e minare le fondamenta stesse del loro essere uomini. E’ un’operazione che va avanti da anni, un bombardamento sistematico solo apparentemente “pacifico”.
E’ la guerra psichica, quella che il femminismo, sotto varie spoglie, porta avanti da sempre, ma negli ultimi vent’anni, cioè da quando controlla direttamente o indirettamente l’intero apparato mediatico, in modo molto più pervasivo e sofisticato.

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paolo 4:50 pm - 14th Gennaio:

L’ironia della Litizzetto non la troverei fastidiosa se solo fosse possibile per un comico uomo prendere per i fondelli le donne alla stessa maniera.
Sappiamo che non è così perchè il malcapitato sarebbe radiato dalla televisione e linciato in tutti i media.

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mauro recher 5:27 pm - 14th Gennaio:

non ho visto la trasmissione, ma immagino il contesto, è il mainstream dominante, prova a fare una cosa del genere a parti invertite, mi ricordo solo “omen” di Raul Cremona, ma naturalmente alla fine doveva soccombere alla moglie, è un altro comico che non ricordo il nome, il suo tormentone era “il mondo è donna, porco mondo” ma davvero poca roba …

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Luigi Corvaglia 5:46 pm - 14th Gennaio:

paolo: L’ironia della Litizzetto non la troverei fastidiosa se solo fosse possibile per un comico uomo prendere per i fondelli le donne alla stessa maniera.

…………………………………..
Forse dobbiamo andare negli Stati Uniti per trovare qualcosa:

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Rino 6:01 pm - 14th Gennaio:

“E’ solo ironia!”
.
Il mantello sotto cui questo pestaggio infinito viene contrabbandato è quello dell’ ironia.
Da decenni questa maschera viene usata per pestare di santa ragione gli UU.
Ironia: chi oserebbe opporsi?
Solo chi ha la coda di paglia: gli sfigati.
Così ogni possibile denuncia-condanna viene castrata all’origine. Soppressa sul nascere.
Gli “uomini veri”, quelli che “non hanno paura delle DD” quelli che sono “sereni” non si offendono, anzi danno il loro contribuito, danno una mano: tengono fermo l’obiettivo mentre le misandriche pestano.

RDV

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Pandoro 6:19 pm - 14th Gennaio:

Sulle quote rosa, che sono ovviamente una grande bufala vorrei dire solo questo: fra i Cinque Stelle, pur non avendo le quote rose le donne sono all’incirca la metà dei candidati. Questo penso per un motivo molto semplice: se la scelta è orrizzontale, cioè diretta, ed essendo le donne circa la metà degli aderenti è normale, naturale che circa il 50% dei candidati sia donne.

Sul fatto che ci siano più donne in tv, così come nella scuola, basterebbe reclamare più quote azzurre fra le veline, i presentatori e i maestri, ma ci interessa davvero?

Io dico di no, ma certo sarebbe ora di smetterla con sta cosa delle quote rosa, penso che anche le donne possano essere d’accordo.

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cesare 6:21 pm - 14th Gennaio:

La difesa della dignità maschile è una di quelle “parzialità” maschili che invece hanno valore universale perchè fanno il bene prima di tutto delle donne che hanno bisogno vitale di aver fiducia nel maschile.E la accettazione acritica del sedicente e presunto punto di vista universale, punto di vista di chi si vuole ammantare chi pratica il pestaggio “ironico” antimaschile, è invece una drammatica parzialità maschile perchè è prima di tutto il tradimento della donna oltrettutto praticato per motivi di interesse personale alla faccia del bene dei maschi e delle donne. In particolare si traduce spesso in uno dei fattori che contribuiscono al disamore di sè per le giovani donne e per i giovani maschi.

l

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Pandoro 6:43 pm - 14th Gennaio:

A proposito, bellissimo il video di Maher, ma non è vero che da noi non c’è niente del genere, basta vedere qualche video di Dario Cassini:

Non facciamo troppo i vittimisti, dai…

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armando 9:13 pm - 14th Gennaio:

tempo addietro scrissi alla Coop facendo riomostranze per la pubblicità sessista della Litizzetto. Potete immaginare la risposta: il solito clichè dell’ironia. Non c’è nulla da fare, è tutto un mondo incorreggibile.
armando

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Luigi Corvaglia 9:43 pm - 14th Gennaio:

Pandoro: A proposito, bellissimo il video di Maher, ma non è vero che da noi non c’è niente del genere, basta vedere qualche video di Dario Cassini:

……………………………………………..
Vittimista? Ma no ….. :scratch: era volutamente un esagerazione. Che mi ha permesso comunque di conoscere Cassini. In gamba il ragazzo!! :good:
Ma non c’è bisogno di essere vittimisti per accorgersi dell’aria che tira. Che è quella della Littizzetto, della Costa, etc., etc. …..
Sulle quote rosa il discorso è un pelino più complesso ….. ed il discorso del M5S presenta diversi bug.

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fulvio terzapi 7:22 pm - 15th Gennaio:

Cassini è da un po’ che non lo vedo piu in tele.
devo pensar male?

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Pandoro 8:59 pm - 15th Gennaio:

Sì Luigi, anche la mia era una battuta.
Anche quella sul M5S è una boutade, ma non troppo…

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zecca di cane 12:31 am - 21st Gennaio:

Un commento non molto in topic ma molto significativo.

Il vero potere risiede nelle mani dei detentori dei mass media.” (Licio Gelli)

Il femminismo usa molto bene la tecnica mediatica Goebbels-Gelli per falsificare la realtà e influenzare il popolobue stolto e sanguinario.

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