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23 Nov 2013  |  12 Commenti

Francia: l’odio per il genere maschile sta per diventare legge dello stato

Davvero il femminismo è diventato il buco nero del pensiero contemporaneo egemone, il non-pensiero, l’irrazionale che si pone come bene assoluto ed universale, su cui il potere cieco e violento delle classi dominanti, trova coerente ed efficacissimo appoggio per la propria legittimazione assoluta.

Il genere come concetto è oggi il nuovo buco nero che da un lato annulla ogni analisi di classe e sociologica dall’altro è la base ideologica per costituire un gruppo “superiore” individuato e determinato da elementi naturali che per definizione eliminano ogni reale universalismo ed uguaglianza: non la persona ma il sesso (o la razza).

Anzi nel costituirsi come l’unico elitario depositario del bene questo gruppo automaticamente esclude l’altro, in primis il genere maschile; e non solo, anche ogni altro fra cui le donne che non si omologano. Sull’altro proietta il proprio male ponendo le premesse per la giustifcazione di ogni intolleranza, discriminazione ed aggressione.

Fu così che iniziarono le pratiche di sterminio e selezione e le conseguenti pratiche di “rieducazione” a seguito dell’ideologia nazista . Che il sesso femminile interpretato dall’ideologia femminista (del resto è nei fatti l’unica interpretazione del femminile) diventasse quello che per il nazismo fu la razza, era esito davvero difficile da prevedere.

Ed invece è accaduto: una cultura stolida e infantile, istericamente in rifiuto della realtà, della Storia e della logica, un cupo clima di violenza, di intimidazione, un clima liberticida in nome di una inesistente superiorità di genere, è quello che ad oggi purtroppo si può assegnare come esito e risultato maggioritario al movimento femminile, al genere femminile al momento in cui le condizioni oggettive create dai maschi hanno permesso il suo risveglio e l’emancipazione.
Materia questa per un giudizio assai amaro. Sorelle carissime, se non volete che alla fine di questa stolida esperienza, non si possa dire che nessuna si oppose, per il vostro bene fatevi sentire!
Come già la educazione all’odio perseguita scientificamente tramite leggi razziali in tutti gli ambiti della società da parte della pedagogia nazista ad affermare la superiorità della razza ariana, e l’odio per gli Untermenschen delle “razze inferiori” così il governo francese, che ha fatto del femminismo il nuovo “Manifesto dei comunisti”, sviluppa piani dettagliati imposti per legge per “educare” uomini e donne di ogni età all’odio contro il sesso maschile ad affermazione del bene supremo individuato nel genere femminile  (Prostituzione, Francia in rivolta contro il comune senso del pudore).Un fronte di guerra interna, che ha le sue feroci ideologhe, i suoi armigeri e e le sue masse femminili interessate al bottino che se ne può conseguire.
Come già l’imperialismo nazista aveva necessità del consenso femminile e della entusiasta partecipazione delle donne per sostenere il progetto di espansione e dominio imperiale, così il nuovo imperialismo francese sempre collegato alla grandeur ma in salsa socialista, ha bisogno dell’analogo consenso e partecipazione attiva delle donne al progetto imperialista.

E come già durante il nazismo, ora le donne intravvedono in Occidente e in Francia, in questa mobilitazione imperialista dello Stato, spazi di promozione personale e sociale che del resto in maniera esplicita ogni comportamento dei governi e delle classi dominanti non cessano di promettere e attuare.

Ma questi apprendisti stregoni che evocano il demone del consenso femminile sulla base di un scambio tra repressione e annientamento maschile e privilegi, stiano attenti: ci sono anche i maschi di Stalingrado!

Finchè le armate naziste conquistarono territori da depredare e dominare, le centinaia di migliaia di donne che partecipavano da protagoniste al banchetto, non hanno sollevato una obiezione nè fecero un gesto che fosse uno di critica o resistenza alle orrende pratiche di dominio assassino nazista, anzi fecero loro l’intero progetto imperiale .

Ma quando, dopo Stalingrado, si profilò la possibilità della sconfitta, e comparvero i primi segni della dissoluzione dell’impero, immediatamente le ex entusiaste predone e assassine, scoprirono e teorizzarono che la guerra imperialista era questione maschile (già sentita vero questa “paraculata”) e attribuirono ogni responsabilità del genocidio al genere maschile proponendosi come le anime innocenti travolte dalla follia maschile.

E il bello è che in questa riverginatura, ci riuscirono! E passarono per le vittime della guerra, sulle cui spalle gravò la ricostruzione delle città tedesche distrutte dai bombardamenti: dal nazismo non emerse il volto sanguinario delle donne tedesche ma quello inventato delle “donne delle macerie” su cui si versarono fiumi di lacrime.

Questa operazione di marketing ricostruttivo dell’immagine delle tedesche fu probabilmente sostenuta dalla volontà e dalla speranza che in tale disastro morale, almeno metà dell’Umanità, in specie quella tedesca, le donne, non si fosse macchiata di crimini così orrendi. E invece anche le donne tedesche parteciparono al genocidio.

Si può rilevare una inquietante serie di analogie tra la politica femminista odierna e i meccanismi attuati dallla politica nazista che rende palusibile l’uso del termine femminazismo.

N.B. Le riflessioni di cui sopra sono state stimolate dalla lettura del libro: “Le furie di Hitler”.


12 Commenti

Jan Quarius 8:51 pm - 23rd Novembre:

Il bello è che non ammettono mai di usare violenza… poichè per loro è tutto legittimo e giustificato. Con tutta quella ipocrisia e appunto irrazionalità cercano di conquistare le menti delle persone dormienti. Purtroppo sono troppi quelli che dormono. Ma una cosa può consolare: sono sempre stati i pochi a cambiare il mondo con l’aiuto dei tanti. Dobbiamo solo trovare il modo 😉

Jan

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Mauro Recher 6:33 pm - 27th Novembre:

Data la discussione che si è sviluppata in uno degli ultimi post, in cui si è parlato di violenza agli uomini, mi piacerebbe esprimere qualche considerazione.

La violenza sugli uomini da parte delle donne esiste? Sì.
Ci saranno di sicuro casi di uomini che hanno subito violenza e non osano denunciarla.
Le donne non sono nè puttane nè sante, ergo, tra le tante, ci sarà qualcuna che avrà tendenze più violente.
Esiste il bullismo femminile, esistono le donne violente, esistono quelle razziste, fasciste, maschiliste, omofobe.
Ci sono anche donne che odiano le donne senza rendersene conto, non è una novità, se non fosse stato per l’accettazione delle donne della loro condizione, probabilmente non sarebbero subordinate all’uomo. Sul perchè le donne seguano il modo di fare del potere maschile e lo legittimino ci sarebbe tanto da dire, ma sono cose complicate e comunque non è questo il tema di cui voglio parlare.

Nessuno nega che gli uomini possano subire violenza, ma, oltre al fatto che i due fenomeni non sono paragonabili come numero, non hanno le stesse radici.

Non so che tipo di caratteristiche abbia la violenza delle donne, ma di sicuro non mette le sue radici in un contesto culturale, storico, politico e sociale millenario di annullamento, discriminazione e odio della soggettività maschile, quale invece è la violenza nei confronti delle donne.

Per questo non mi convincono affermazioni come “la violenza deve essere sempre condannata, non importa che siano donne o uomini a farla”, non perchè io pensi che esistano tipi di violenza insopportabili e altri che invece vanno bene, ovviamente, ma perchè mettere i due fenomeni nella stessa pentola rischia di confondere cose diverse e di ANNULLARE la riflessione sulla componente di genere, che è il fulcro della violenza nei confronti delle donne.
Se il ragionamento che adottiamo è quello di vedere tutte le violenze come uguali, allora non possiamo essere a favore dell’introduzioni di aggravanti, sia che si parli di violenza razzista, sia che si parli di violenza a sfondo religioso, sia che si parli di violenza omofoba, sia che si parli di violenza di genere.

In poche parole, la differenza fondamentale sta nel fatto che gli uomini non subiscono violenza in quanto esponenti del loro sesso, le donne sì. (non vorrei mettere la fonte ,ma per correttezza devo …https://www.facebook.com/pages/Il-Maschilista-Di-Merda-Mdm/459528567458687?ref=ts&fref=ts
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Lo so anche che non dovrei andare in certi posti e che ,se ci capito dovrei contare almeno fino a 10 smile ,ma è più forte di me ,e quindi devo rispondere
So che verrò bannato e che ,anche il mio messaggio verrà cancellato (è la prassi ormai) ma qui non c’è la faccio ad non intervenire ,cito testualmente ” In poche parole, la differenza fondamentale sta nel fatto che gli uomini non subiscono violenza in quanto esponenti del loro sesso, le donne sì.” ..dopo aver letto questa frase ,mi sento davvero più sollevato ,se una donna mi usa violenza non è perchè sono uomo ,ma per una cosa diversa , mi prendo magari un bel coltello nella pancia ,ma vuoi mettere il sollievo di non essere stato ferito o peggio ucciso non in quanto “uomo” (ma io dico ,ma vi rendete conto di quello che scrivete)…..

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Daniele 6:56 am - 5th Dicembre:

Alla faccia della “società patriarcale” nella quale vivrebbero anche i(le) francesi…

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fulvio terzapi 12:39 pm - 5th Dicembre:

la legge francese non eliminerà la domanda, la farà spostare altrove.

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armando 9:22 pm - 5th Dicembre:

Fabrizio Marchi,

Per coerenza dovrebbero multare allora anche tutti quegli uomini che ottengono sesso da fidanzate o mogli in virtù della ricchezza o della promessa di pagare a Lei tutto quanto è pagabile.

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Luigi Corvaglia 10:46 pm - 5th Dicembre:

Dalla Repubblica di oggi:
Primo sì alla legge contro la prostituzione. “Ma la sessualità non è affare di Stato
……
PARIGI – “E adesso vediamo quante coppie stanno insieme per soldi? Dove inizia e dove finisce la prostituzione?”. Elisabeth Badinter è l’intellettuale femminista più esposta nel criticare la legge contro la prostituzione votata ieri dall’Assemblée Nationale: 268 voti favorevoli, 138 contrari. Dopo un passaggio al Senato, la riforma che sanziona i clienti delle lucciole (l500 euro, il doppio in caso di recidiva) entrerà in vigore. “una dichiarazione di guerra agli uomini” tuona Badinter. “Siamo sulla strada sbagliata” commenta, riprendendo il titolo di un suo saggio pubblicato dieci anni fa, “Fausse Route”, in cui criticava il femminismo “vittimista” e “moralista”, prigioniero della “misandria”, l’odio per il maschio. La filosofa riceve nell’appartamento del sesto arrondissement, con vista mozzafiato sui giardini del Luxembourg, dove vive con il marito Robert Badinter, che varò l’abolizione della pena di morte. Preferirebbe legalizzare la prostituzione?
«Non riesco a considerarlo un mestiere come un altro forse perché sono una vecchia signora, sto per compiere 70 anni. Ma è un attività che alcune donne scelgono di praticare e non spetta a me, né allo Stato, giudicare. Considero questa legge grave perché ideologica, oltre che inefficace. Dal punto di vista filosofico è un passo indietro di almeno trenta anni».
Vendere prestazioni sessuali è un segno di emancipazione?
“Non si tratta di vendere il proprio corpo, ma affittarlo a condizioni definite. La sessualità tra adulti consenzienti non è affare dello Stato. In questo modo, si getta uno sguardo moralista che, tra l’altro, mette la sessualità al centrò della dignità femminile: una tesi che contesto”.
Esiste la libertà di prostituirsi?
“Molti obiettano che c’è un condizionamento economico. Ma non tutte le donne che han¬no bisogno di soldi si prostituiscono. Oggi poi vediamo ragazze che scelgono di fare marchette occasionali per pagarsi gli studi o per fare shopping. La sessualità femminile si è virilizzata. Ci sono anche donne, più anziane e meno piacenti, che comprano prestazioni sessuali”.
Il 90% delle prostitute è in mano a organizzazioni criminali.
“Infatti la riforma non fa progressi nell’unica, vera battaglia, quella contro la tratta e la violenza. Il governo promette un fondo di appena 20 milioni, insufficiente per smantellare le reti mafiose”.
Il modello svedese, che ha ispirato la Francia, funziona?
“Le prostitute sono scomparse dalle strade, ma lavorano al chiuso, tramite Internet. E quindi sono più insicure. Tutte le prostitute con cui ho parlato confermano che lavorare all’aperto e in gruppo è l’unico modo di vigilare sugli uomini violenti”.
È d’accordo con l’appello dei 343 “salauds”, mascalzoni?
“Il loro paragone con l’appello femminista per il diritto all’aborto è profondamente sbagliato. Ma iI loro punto di vista fa sentire la voce degli uomini che finora erano rimasti silenziosi. Uscendo allo scoperto, è finita un’ipocrisia».
(a. g.)

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Luigi Corvaglia 1:30 pm - 1st Settembre:

Francia: il Ministero dei diritti delle Donne che non c’è più
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Il fatto – Stava dando buoni frutti eppure non si è esitato a sopprimerlo quando necessario: in Francia il Ministero dei diritti delle donne, presente da appena due anni, retto dalla giovanissima Najat Vallaud-Belkacem, è stato spazzato via, sostituita lei da un Segreterio di Stato e il ministero ridotto a sottosezione degli Affari Sociali e per la Salute. Il fatto è avvenuto qualche giorno fa e già per giorno 2 settembre è prevista una manifestazione che riunisca tutti i gruppi femministi della Francia (Collettivo nazionale per i diritti delle donne, Osez le feminisme!, Féministes en Mouvement e anche le tanto criticate Femen), che nel frattempo hanno portato una simbolica corona, simulando un funerale, con su scritto “Ministero dei diritti delle donne, il nostro eterno rimpianto”. La mobilitazione è anche sul web, dove è possibile firmare una petizione per ribadire la necessità di un Ministero dei diritti delle Donne.
CONTINUA …..

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Luigi Corvaglia 6:45 pm - 8th Ottobre:

Cappuccetto Rosso vietato ai bambini, è sessista: bandito dai testi scolastici
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Cappuccetto Rosso sessista e nel mirino del governo che lo ‘elimina’ dai libri di scuola: sembra incredibile, ma è successo davvero. A Parigi, la ministra dell’Istruzione, Najat Vallaud-Belkacem, ha annunciato la caccia agli stereotipi di genere nei manuali scolastici. Nel mirino è finita la favola di ‘Cappuccetto rosso’.
Continua ….

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Rino DV 8:16 pm - 8th Ottobre:

Ma sono stati anticipati – di vari anni – dalla Spagna di Zapatero.
http://www.europaoggi.it/content/view/2175/31/
La Francia si adegua oggi.
Noi domani.

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