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08 Giu 2015  |  10 Commenti

“Contestando i padri abbiamo finito per non contestare più i padroni”

“L’attuale crisi della Politica è una crisi di autorità. Nel ’68 è stato messo in discussione il concetto di autorità, è stato messo in discussione il “padre”, e così facendo si è cominciato con il contestare i padri e si è smesso di contestare i padroni”.

Queste le testuali parole pronunciate da Mario Tronti, ascoltate con le mie orecchie, proprio oggi nell’ambito di un suo più articolato intervento  alla presentazione del Libro di Adriano Labbucci, dal titolo “La salvezza e il pericolo” che si è tenuto presso la Bibliotheca Angelica a Roma.

Parole pesantissime, pronunciate da uno dei “grandi vecchi” del Movimento Operaio Italiano, uno dei più autorevoli filosofi della politica marxisti attualmente viventi, il padre storico dell’ “operaismo”, l’autore di una delle più celebri opere della “saggistica di classe” italiana, l’indimenticabile anche se ormai datato “Operai e Capitale”, un vero e proprio monumento al conflitto di classe (e alla centralità operaia, come si diceva una volta…), quando la vecchia famosa grande fabbrica fordista rappresentava ancora (per poco) il luogo deputato dello scontro sociale, per definizione, prima della grande ristrutturazione capitalistica degli ultimi trent’anni.

Parole magiche, vera e propria musica per le mie orecchie, diciamo pure uno squarcio di luce nelle tenebre, se mi è permesso citare il grande Kant  quando parlava della Rivoluzione Francese.

E allora ho pensato:”Forse non tutto è perduto, forse c’è ancora un filo di speranza  di salvare qualcosa “a sinistra” se un uomo come Tronti, pur con tutte le sue contraddizioni che abbiamo proprio di recente evidenziato in questo articolo http://www.linterferenza.info/editoriali/la-sostenibile-e-schizofrenica-scissione-di-mario-tronti/   arriva a pronunciare quelle stesse parole.

Poche ma, come dicevo, pesantissime. Non può forse esserci sintesi migliore per simboleggiare la parabola ideologica prima ancora che politica della Sinistra occidentale, il percorso che l’ha portata a suicidarsi e a diventare, nell’arco di una quarantina d’anni, la “stampella politicamente corretta” del Capitale.

Non potevo lasciarmi sfuggire una così ghiotta occasione e nei pochissimi minuti che si aveva a disposizione per intervenire ho provato a fare una brevissima sintesi di questo mio articolo pubblicato di recente http://www.linterferenza.info/editoriali/il-capitalismo-alloffensiva-su-tre-fronti/   e a lanciare una sorta di appello/sfida allo stesso Mario Tronti, al quale ho chiesto di “darci udienza”, quando gli sarà possibile.

Riusciremo anche noi ad aprire uno squarcio nelle tenebre del “politicamente corretto”? Troverà, Tronti, (noi certe questioni le portiamo avanti da un pezzo…) il modo e soprattutto la volontà politica di accettare la sfida che gli abbiamo lanciato e di affrontare questi temi, non necessariamente in una sede cattolica, come avvenuto oggi?

Ce lo auguriamo. Noi siamo pronti. Da un bel pò. Pochi ma forse buoni, sicuramente audaci…

Fonte: http://www.linterferenza.info/editoriali/contestando-i-padri-abbiamo-finito-per-non-contestare-piu-i-padroni/


10 Commenti

Fabrizio Marchi 11:24 pm - 8th Giugno:

Se son rose fioriranno, come si suol dire…Noi non lasciamo cadere mai nulla…

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Fabrizio Marchi 8:57 am - 9th Giugno:

La lettera che ho appena scritto a Mario Tronti.
Speriamo che non faccia anche lui come gli altri e non decida di mettere la testa sotto la sabbia…

“Caro Mario, ci siamo incontrati ieri alla presentazione del libro del comune amico e compagno, Adriano Labbucci.

Questo è il breve articolo che ho scritto e pubblicato sul periodico on line di cui sono direttore, proprio stimolato dal dibattito di ieri e in particolare dal tuo intervento: http://www.linterferenza.info/editoriali/contestando-i-padri-abbiamo-finito-per-non-contestare-piu-i-padroni/

Come noterai, all’interno dell’articolo c’è anche un articolo dedicato proprio alla tua scelta (che non condividiamo) di militare nel PD, ma devi prenderlo come un invito ad una riflessione critica comune, non certo come una provocazione.

Mi permetto di segnalarti anche altri articoli che forse potrebbero interessarti (sono solo una minima parte della nostra elaborazione avvenuta in questi ultimi dieci anni) e dove approfondiamo queste tematiche, pubblicati sia sull’Interferenza che sul sito degli Uomini Beta, associazione da me fondata ormai diversi anni fa:

http://www.linterferenza.info/editoriali/il-capitalismo-alloffensiva-su-tre-fronti/

http://www.linterferenza.info/editoriali/il-nuovo-orizzonte-del-capitalismo/

https://www.uominibeta.org/editoriali/lemergere-storico-della-qm/

https://www.uominibeta.org/editoriali/alla-scuola-del-titanic/

http://www.linterferenza.info/attpol/la-nuova-falsa-coscienza-delloccidente-e-del-capitale/

http://www.linterferenza.info/attpol/femminicidio-e-violenza-di-genere-a-chi-giova-lideologia-femminista/

https://www.uominibeta.org/editoriali/la-distruzione-del-soggetto-la-nuova-strategia-del-capitale/

https://www.uominibeta.org/editoriali/perche-la-qm-non-puo-essere-di-destra/

https://www.uominibeta.org/editoriali/ha-ancora-senso-considerare-il-patriarcato-come-larchitrave-delle-societa-capitalistiche-occidentali/

https://www.uominibeta.org/editoriali/il-crimine-negazionista/

Uomini Beta (www.uominibeta.org ) è il primo movimento maschile e di classe dichiaratamente di Sinistra (il termine è improprio ma ci capiamo) e altrettanto dichiaratamente e radicalmente critico nei confronti del femminismo (uno dei mattoni della nuova ideologia del Capitale, cioè il cosiddetto “politicamente corretto”) che noi riteniamo essere una ideologia sessista e interclassista, del tutto funzionale e organica al capitale, nonostante sia ben camuffata sotto le spoglie “progressiste e di sinistra”. Senza nessuna presunzione si tratta oggettivamente di una esperienza assolutamente unica nel suo genere: non ne esistono altre nel panorama culturale e politico con le sue stesse peculiarità.

Probabilmente tu tenderai a considerare questi temi come “sovrastrutturali”; noi riteniamo che non sia più possibile considerarli tali. E saremmo molto felici di poterti incontrare per spiegarti le ragioni in base alle quali siamo giunti a queste conclusioni, anche perché il discorso è estremamente complesso e non può essere sintetizzato in una lettera..

Come ovviamente già sai, queste questioni sono considerate come dei veri e propri tabù a sinistra dove il femminismo, in tutte le sue correnti e varianti (il cui minimo comune denominatore è comunque la colpevolizzazione e la criminalizzazione del genere maschile tout court) è considerato una sorta di Verità Rivelata, Assoluta, Incontrovertibile, Incriticabile. Chi osa criticarlo non può che essere un reazionario, maschilista, patriarcalista, misogino e chi più ne ha più ne metta. La strategia è quella del disconoscimento dell’interlocutore, del rifiuto aprioristico di un confronto logico-dialettico. Proprio quello che chiediamo a te, che sei stato e sei uno dei padri storici della Sinistra alla quale tutti noi abbiamo appartenuto.

Ormai diversi anni fa scrivemmo una lettera anche a Walter Tocci (che era con te nel CRS e al quale chiesi di fartela avere) e a Nicki Vendola ma non avemmo alcuna risposta. Di seguito la lettera:

“Siamo un gruppo di uomini dichiaratamente di sinistra e altrettanto dichiaratamente critici nei confronti del femminismo, soprattutto nella sua attuale declinazione storico-politica.

Ciò può sembrare ad una prima lettura singolare e anche contraddittorio. In realtà noi crediamo che non sia così.
Riteniamo infatti che il femminismo sia venuto meno alle ragioni che lo animavano e di cui si era fatto portatore e che il “femminile” abbia scelto di declinarsi, per lo meno nell’attuale contesto storico, sociale e culturale, secondo i valori e i dettami dell’ideologia dominante, cioè della ragione strumentale e mercantile capitalistica.
In altre parole, proprio quel “femminile”, che molti anni fa sembrava essere il soggetto di una possibile epocale trasformazione, ha finito con il diventare alleato e complice del sistema dominante.
In larga parte con il loro consenso, le donne sono state ridotte e hanno scelto di autoridursi a merce, non solo e non tanto da un punto di vista pratico quanto, soprattutto, sotto il profilo concettuale, psicologico e culturale. E’ ovvio che questo è stato il risultato di un processo sociale e culturale molto complesso che ha ridefinito i rapporti sociali e anche di genere.
Naturalmente questa è solo una sintesi estrema della nostra analisi e ci guardiamo bene dal gettare tutto e tutte in un indistinto calderone. Tuttavia riteniamo che una riflessione circa la situazione in cui versa oggi la relazione fra i generi debba essere assolutamente riaperta alla luce delle profonde trasformazioni avvenute negli ultimi quarant’anni nel mondo occidentale e capitalistico. Siamo convinti che questa tematica debba essere affrontata con lucidità e laicità, fuori da schemi preconfezionati, liturgie ideologiche per quanto anacronistiche , luoghi comuni e “verità” precostituite.
Per fare questo è necessario aprire anche una riflessione su quanto è avvenuto nella nostra parte di mondo (quello occidentale e italiano in particolare) soprattutto negli ultimi trenta-quarant’anni. Il Novecento è terminato ben prima della sua scadenza naturale; diciamo che gli anni ’70 sono stati il suo crepuscolo. Il terzo millennio si è di fatto aperto proprio alla fine dei ’70 e ai primi degli ’80; la “nuova era” dell’umanità dominata dal neocapitalismo assoluto o, se preferite, dal mercato globale e globalizzato (con le buone o con le cattive) e dalla sua ideologia altamente pervasiva e totalizzante (forse anche più di altre, perché molto più sofisticata).
Alla luce di ciò, quali sono stati gli effetti di questo processo sulla relazione fra i generi? E quest’ultima, come si è evoluta (o involuta), comunque trasformata, in questa fase storica? Chi ne ha guadagnato e chi ne ha fatto le spese?
Quali sono i processi e i meccanismi sociali, economici, culturali, psicologici che hanno determinato lo stato di cose presente?
Quali sono i soggetti (e i gruppi) sociali e di genere che hanno beneficiato dei cambiamenti avvenuti e quali quelli che hanno visto sensibilmente peggiorata la loro condizione?
Possiamo ancora sostenere che le donne sono state e continuino ad essere il soggetto di quella trasformazione epocale e rivoluzionaria, come sosteneva appunto il primo femminismo? Oppure qualcosa (molto) si è inceppato? E se è così, cosa? Quali altri processi sono intervenuti?
Gli uomini (tutti) continuano ad essere sempre, comunque e dovunque, indipendentemente dalla loro condizione sociale, economica, ambientale, culturale e personale, i privilegiati e gli oppressori del genere femminile, come sosteneva il femminismo storico (e le donne, tutte, sempre, comunque e dovunque le oppresse e le discriminate), oppure è necessario rivedere questo paradigma, fino addirittura a capovolgerlo nella maggioranza dei casi?
Noi ne siamo convinti. Ed è per questo che abbiamo deciso di dare vita a questo movimento che abbiamo scelto di denominare Uomini Beta di cui il sottoscritto è il fondatore.
Siamo consapevoli che la nostra è una posizione eretica rispetto al pensiero dominante e soprattutto a quello dominante a “sinistra”, della quale facciamo parte, e delle difficoltà a cui andiamo incontro. Nondimeno siamo certi che questa riflessione non possa essere più elusa né tanto meno rinviata sine die. Soprattutto a “sinistra”.

Successivamente decidemmo di inviare un video a Vendola, questo: https://www.uominibeta.org/video/caro-vendola-2/ ma ovviamente anche in questo caso tutto fu lasciato cadere.

Spero di non averti annoiato troppo. Ti chiedo, anche a nome degli altri compagni e amici dell’associazione Uomini Beta e dei redattori de L’Interferenza (www.linterferenza.info) di poterti incontrare per poter discutere assieme di questi temi.

Del resto, se non ora, quando?…

Restiamo in fiduciosa attesa. Un carissimo saluto!”

Fabrizio Marchi

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Fabrizio Marchi 9:24 am - 9th Giugno:

P.S. naturalmente, qualora Tronti decidesse di incontrarci, dovremo essere presenti con una delegazione massiccia, qualificata e rappresentativa. Per cui non ci saranno scuse, dovrete muovere le chiappe dovunque voi siate, in Veneto, in Puglia, in Campania, in Toscana ecc.

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armando 11:26 am - 9th Giugno:

Se Tronti accetta, fammelo sapere. Cercherò di venire comunque.

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mauro recher 5:22 pm - 9th Giugno:

Cercherò di esserci ,se è di Venerdì tanto meglio ,un giorno lo posso chiedere ,due sarebbero davvero troppi

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Rino DV 8:37 pm - 9th Giugno:

Molto interessante. Molto.
Speriamo bene e facciamo voti in tal senso.
Io però, in ogni caso, non ci sarò.
RDV

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Fabrizio Marchi 10:30 am - 10th Giugno:

Rino DV,

Io però, in ogni caso, non ci sarò.
RDV

E perchè? Famme capì https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cool.gif
Se veramente Tronti decidesse di ascoltarci sarebbe un evento a dir poco storico, anche se a molti potrebbe sembrare una cosa di poco conto…E tu non parteciperesti all’incontro con quello che comunque è considerato negli ambienti politico-accademici (anche se lo hanno sempre osteggiato) uno dei mostri sacri del pensiero filosofico politico marxista italiano ed europeo?
Cerca piuttosto di trovare una ragione plausbile per questa tua defezione, proprio tu che sei l’intellettuale di punta della QM. Tu NON puoi mancare e ringrazio fin d’ora Armando e Mauro per la loro disponiblità. Qualora fosse ci si deve stare. Tu ci DEVI essere, anzi, sei PRECETTATO, e vale anche per Luigi, e altri amici, ovviamente.
Cesare non avrebbe avuto bisogno di questa mia sollecitazione… https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_good.gif

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armando 2:01 pm - 10th Giugno:

Una sola precisazione. speriamo non sia un fine settimana a metà luglio, perchè ho già un impegno. Per gli altri giorni ok

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nina 11:42 am - 17th Luglio:

forse si criticano meno i padroni perché c’è troppa disoccupazione e chi vuoi criticare se non hai un padrone?

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Fabrizio Marchi 2:13 pm - 17th Luglio:

nina,

A Nina, ma che stai a dì… https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cool.gif

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