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21 Dic 2016  |  13 Commenti

Sillabe

Foto tratta da “Commenti memorabili”

Ho citato spesso, indirettamente, questo meme ripugnante qui sopra.

Non lo trovavo mai, ora l`ho trovato.

Guardate bene anche questo.

La maggior parte degli idioti che copincollano questo meme abortivo sono maschi: sembrerebbe quasi che celebrino con gioia le botte inutili prese da madri, zie, maestre o chi per loro.

Quella che si cita in questo meme non è una cosa simpatica. Non è correzione. Non è punizione, che quando si educa qualcuno ci sta.

Questa è solo e semplice celebrazione della violenza domestica.

Solo che quando la violenza domestica è compiuta da esseri femminili, allora, come dico e ripeto sempre, diventa improvvisamente giustificabile, bella, pulita, santa.

Il fatto che vostra madre si vendichi di una disobbedienza scandendovi le sillabe a manate non è, non è, non è educazione; è solo, è solo, è solo violenza domestica. Pura e semplice.

Solo, se lo facesse un uomo si raccoglierebbero testimonianze a distanza di anni per incriminare il padre padrone, il reprobo, il violentatore; si inventerebbero anche quelle violenze che non ci sono.

Ma se è una donna, eh! Specie se è la mamma, tutto scusato, tutto compreso; non solo: addirittura celebrato, rimpianto.

Se nel meme sopra ci fosse il padre anziché la madre, sarebbe un delirio di commenti, titoloni dei giornali, interrogazioni parlamentari sulla violenza maschile.

Ma e la madre: tutti felici allora di avere subito becera violenza domestica.

Torno a dire: viviamo in un sistema sociale dove la violenza domestica delle femmine umane viene non solo compresa, ma celebrata, come ogni tipo di violenza femminile.

Ogni atto maschile, anche non violento, è preso come violenza. Peti e sguardi compresi.

Allora, io sarò ripetitivo, ma repetita juvant, e io lo ripeto finché non mi finisce la voce.

Che senso ha dare retta a coloro che dicono che la violenza è maschile, che la agiscono principalmente gli uomini? Che senso ha dare retta anche a statistiche ufficiali tipo ISTAT? Se vivi in un sistema che non considera X quello che è X, allora non ha senso fare statistiche su X.

Non ha senso anche solo concepire statistiche ufficiali sulla violenza fra generi o in famiglia, se quella femminile non viene considerata tale: perché così nelle statistiche non ci entra proprio.

Altro che “le donne fanno solo violenza psichica” – altra famosa scempiaggine che gira e che indirettamente scusa la violenza femminile (uno sberleffo non vale certo una scarica di sberle).

Io lo chiamerei sommerso ufficiale. E state certi che nei secoli passati non era così diverso, leggende femministe a parte.


13 Commenti

Claudio Manzari 10:29 pm - 24th Dicembre:

Sul blog di un vecchio pioniere della Questione Maschile-Paterna, solo qualche mese fa è stato pubblicato questo post:
http://mobbing-genitoriale.blogspot.it/2016/10/ci-scrive-una-nonna-vedo-ogni-giorno_3.html.
15 anni fa sono diventato padre: avevo un’età già avanzata, ma anche la fortuna di un lavoro che mi lasciava parecchio tempo per occuparmi del piccolo. Nelle lunghe passeggiate con lui, avevo un’intimo bisogno di “stare connesso”, per percepirne gli stati d’animo che non poteva esprimere a parole. Malgrado la mia schiena fosse già compromessa, lo portavo sempre “addosso”, col marsupio: non c’è bisogno di laurea in puericultura per sapere ciò che in tutte le epoche e luoghi si è sempre saputo: il contatto corporeo con l’adulto rassicura e rilassa il cucciolo (e non solo fra gli umani). La carrozzina non l’ho mai usata e il passeggino quasi mai; superata la fase del gattonamento, quando cominciava a sgambettare, passeggiavo con lui tenendolo per mano; quando percepivo la sua stanchezza, semplicemente me lo appoggiavo ad un fianco reggendolo con un braccio dietro la sua schiena; ci si sente “limitati” con l’andatura lentissima o con un solo braccio libero: ma quel passaggio è necessario, in attesa della crescita: quindi lo si fa e basta, senza fiatare, e apprezzando ogni piccolo progresso.
Nel frattempo, mi trovavo continuamente circondato da giovani madri, al parco, in ludoteca, ecc., e ne osservavo i comportamenti: pur atletiche, quasi nessuna si “stressava” a tenere il piccolo “addosso”: sempre ben distante, in carrozzina/passeggino, isolato. Le madri spingevano con una mano mentre l’altra reggeva costantemente un cellulare (all’epoca non esisteva il bluetooth); parlavano continuamente, perché erano sostanzialmente ANNOIATE A MORTE. Anche per l’allattamento, ho spesso osservato “spolmonamenti” di almeno un quarto d’ora prima che le madri, annoiatissime, offrissero il seno.
Esistono madri TRASCURANTI ed altre MALTRATTANTI; personalmente, ipotizzo queste percentuali: 60% di trascuranti, 20% di maltrattanti; il restante 20% è quello delle “madri per vocazione”. Fra noi uomini, in 4 su 5 siamo stati cresciuti da madri trascuranti/maltrattanti.
L’emancipazione femminile ha comportato il condizionamento sociale, fra le femmine, dell’iper-azione, cioè del mostrarsi capaci in molteplici attività: è il mito sciagurato del “multitasking”, di cui le donne menano gran vanto: è poi ovvio che la quantità va a scapito della qualità, e che tutte quelle attività vengono svolte in modo approssimativo, senza impegno né passione: solo per mostrare di essere “presenti dappertutto” e capaci di non perdersi neanche una chance: vita sociale, lavoro retribuito, ménage domestico, maternità … non vogliono “restare indietro” in nulla…

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Rutilius Namatianus 4:38 pm - 25th Dicembre:

Claudio Manzari,

Bellissimo commento. Sono d`accordo con tutto quel che dici. Specie con la grottesca e diffusissima sciocchezza del multitasking femminile. Che le donne siano tutte multitasking e` verissimo. Ma fanno tutto mediocremente, male, malissimo per ostinarsi a voler fare tutto e dimostrare di “essere meglio dei maschi”. Questo e` ancora piu` vero – oso dire lapalissiano. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wacko.gif

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Rutilius Namatianus 4:44 pm - 25th Dicembre:

Non si vede piu` l`immagine del meme…

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Arturo 11:02 pm - 2nd Gennaio:

Claudio Manzari:
Sul blog di un vecchio pioniere della Questione Maschile-Paterna, solo qualche mese fa è stato pubblicato questo post:
http://mobbing-genitoriale.blogspot.it/2016/10/ci-scrive-una-nonna-vedo-ogni-giorno_3.html.
15 anni fa sono diventato padre: avevo un’età già avanzata, ma anche la fortuna di un lavoro che mi lasciava parecchio tempo per occuparmi del piccolo. Nelle lunghe passeggiate con lui,avevo un’intimo bisogno di “stare connesso”, per percepirne gli stati d’animo che non poteva esprimere a parole. Malgrado la mia schiena fosse già compromessa, lo portavo sempre “addosso”, col marsupio: non c’è bisogno di laurea in puericultura per sapere ciò che in tutte le epoche e luoghi si è sempre saputo: il contatto corporeo con l’adulto rassicura e rilassa il cucciolo (e non solo fra gli umani). La carrozzina non l’ho mai usata e il passeggino quasi mai; superata la fase del gattonamento, quando cominciava a sgambettare, passeggiavo con lui tenendolo per mano; quando percepivo la sua stanchezza, semplicemente me lo appoggiavo ad un fianco reggendolo con un braccio dietro la sua schiena; ci si sente “limitati” con l’andatura lentissima o con un solo braccio libero: ma quel passaggio è necessario, in attesa della crescita: quindi lo si fa e basta, senza fiatare, e apprezzando ogni piccolo progresso.
Nel frattempo, mi trovavo continuamente circondato da giovani madri, al parco, in ludoteca, ecc., e ne osservavo i comportamenti: pur atletiche, quasi nessuna si “stressava” a tenere il piccolo “addosso”: sempre ben distante, in carrozzina/passeggino, isolato. Le madri spingevano con una mano mentre l’altra reggeva costantemente un cellulare (all’epoca non esisteva il bluetooth); parlavano continuamente, perché erano sostanzialmente ANNOIATE A MORTE. Anche per l’allattamento, ho spesso osservato “spolmonamenti” di almeno un quarto d’ora prima che le madri, annoiatissime, offrissero il seno.
Esistono madri TRASCURANTI ed altre MALTRATTANTI; personalmente, ipotizzo queste percentuali: 60% di trascuranti, 20% di maltrattanti; il restante 20% è quello delle “madri per vocazione”. Fra noi uomini, in 4 su 5 siamo stati cresciuti da madri trascuranti/maltrattanti.
L’emancipazione femminile ha comportato il condizionamento sociale, fra le femmine, dell’iper-azione, cioè del mostrarsi capaci in molteplici attività: è il mito sciagurato del “multitasking”, di cui le donne menano gran vanto: è poi ovvio che la quantità va a scapito della qualità, e che tutte quelle attività vengono svolte in modo approssimativo, senza impegno né passione: solo per mostrare di essere “presenti dappertutto” e capaci di non perdersi neanche una chance: vita sociale, lavoro retribuito, ménage domestico, maternità … non vogliono “restare indietro” in nulla…

Riguardo le madri annoiate,purtroppo è una triste realtà.
Un genitore così,che sia madre o padre,credo influisca notevolmente sulla qualità della prole.
Molti giovani di oggi ne sono il risultato.
Vi sembrerò ubriaco,ma più tempo passa,più fatico a capire la realtà e l’essere umano.
Ha subito una evoluzione o una involuzione?
Talvolta non riconosco più l’essere umano ma una sorta di ET imparentato con gli esseri umani nelle fattezze fisiche.

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Luca Colombo 7:04 pm - 25th Gennaio:

Sto disperatamente cercando sul sito un commento, un articolo, un qualcosa che abbia il tenore di una riflessione seria e argomentata. Qui siamo invece alla fiera della misoginia, con generalizzazioni idiote e indimostrabili (60% trascuranti, 20% maltrattanti… stime fatte a occhio?) e battute da bar…

Bah!

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Rino DV 1:28 pm - 26th Gennaio:

Caro Luca, non ci crederai, ma le tue parole suscitano in me una sincera simpatia.
.
Perché? Perché il solo fatto di esser passato da queste parti ti fa diverso dalla massa.
.
Noi gettiamo semi.
.
Poi, si sa… il vento soffia dove vuole.

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mauro recher 5:42 pm - 26th Gennaio:

Rino DV,

Rino ,forse Luca si aspettava un sito dove si insegna che nascere maschi sia sbagliato…dove si scrive “Mi vergogno del mio genere”, ma francamente forse ha ragione, visto che ci ha additati come misogini e non è sicuramente il primo e non sarà nemmeno l’ultimo ,eppure è strano, perchè frequento questo blog/sito da anni e non ho letto negli articoli ” le donne sono tutte stronze o tutte puttane” forse mi è sfuggito

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Claudio Manzari 12:59 pm - 28th Gennaio:

Luca Colombo,

..E’ proprio vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, né peggior cieco di chi non vuol vedere: sopra ho postato un link con 351 episodi di cronaca di maltrattamenti su minori, tutti agìti da donne.
Certo, non corrispondono ad un’esatta percentuale di madri maltrattanti; ma insieme ai 458 figlicidi http://violenza-donne.blogspot.it/search/label/figlicidio costituiscono un dato su cui riflettere (sempre se si vuol mettere in discussione il falso mito dell’empatia femminile verso i più deboli e indifesi…).

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Rutilius Namatianus 12:06 pm - 31st Gennaio:

Cari tutti

il Colombo, qui, fa parte di quella schiera di poveri cucciolotti che credono di essere obiettivi ed imparziali perche` “Eh, ma le statistiche”, “Eh, ma i complottisti”, “Eh ma il femminicidio”. Evidentemente uno che attraverso certe cose non c`e` passato. Io ci sono passato; e pure dal verso sbagliato. La cosa che fa piu` male e` quando ti rendi conto, grazie alle lenti che ti ha messo in faccia la sofferenza, l`abuso, l`orrore; di non essere il solo. Anzi. Purtroppo vi e`un punto nella storia di qualsiasi fenomeno che lo rende statisticamente illeggibile. Un po` come quando si diceva che la terra era piatta; motivi ideologici, ma c`erano anche strumenti ancora inadeguati. Non si possono solo declamare le statistiche come momento dottrinario fondante. Come dicevo sopra, e` inevitabile che se un fenomeno non viene letto perche` non si deve leggere, esso nelle statistiche non ci entra proprio; non esiste. Colombo ancora arranca: non lo dice chiaro, ma lui e` convinto, e beato lui, che sono gli uomini i massacratori del mondo perche` le statistiche, perche` il femminicidio – e non gli passa per l`anticamera del cervello che non e`tutto oro quel che e` ufficiale. Ma non gli puo` passare: hai visto mai gli diano del complottista. Sono contento per lui: significa che certi orrori non li ha vissuti. Io, con quello che ho passato per mano di donne (anche uomini, certo; ma meno, e comunque in delle eta` in cui mi potevo difendere meglio), sentirmi dare del privilegiato, dell`oppressore, quando coloro che mi hanno letteralmente massacrato e castrato sarebbero le mie schiave, lo considero peggio di una bestemmia. Lo considero un ulteriore abuso, perche` e` qualcosa che, circolando nella societa` come un virus, gli abusi li provoca e li mantiene vivi. Ovviamente quando racconti e citi certe cose, anziche` provocare solidarieta` e comprensione, provochi solo sdegno e schifo perche` “tu sei un uomo e devi esser forte, non lamentarti’. Beato te, Colombo, che hai visto solo il bello, o se hai visto il brutto ci sei passato col sorriso, perche` certo tu sei forte, tu si che sei un vero uomo: un vincente, non un frustrato che vuole menare le donne. Vuoi continuare a trollare, caro debunker ? Accomodati

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Rutilius Namatianus 12:18 pm - 31st Gennaio:

Arrivera`, deve arrivare, il giorno, quel giorno, in cui saranno certi troll ad essere – giustamente – considerati dei negazionisti, e non noi.
Fino ad allora, occorrera`sopportarli. Non e` facile. Lo sappiamo. Purtroppo il mio, il nostro passato non posso, e non possiamo, regalarglielo, per farli un po` capire – e forse non capirebbero comunque. Bello sarebbe potergli donare un po` di futuro, pero`. Certe cose le capisci solo quando di sbatti il cranio contro – altro che numeri e statistiche.

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Rino DV 5:57 pm - 31st Gennaio:

Rutilius:
“…e forse non capirebbero comunque.”
.
Qui sta il busillis.
La nostra idea che dall’esperienza X si risalga sempre, o quasi, alla causa Y, non è corretta.
.
Basti guardare ai padri separati.
Ce ne sono milioni, eppure solo un numero minimo di essi dopo la botta ha preso coscienza sociopolitica delle cause.
.
I più se la sono presa con la ex, il giudice, le assistenti sociali, l’avvocato… o con se stessi.
Tutte cause contingenti che nulla hanno a vedere con quelle determinanti.

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