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10 Mar 2010  |  32 Commenti

“I racconti dell’impossibile”

Liberamente tratto da: “i racconti dell’impossibile”
(una narrativa surreale del sottoscritto sull’ipotesi della traslazione dell’anima da un corpo ad un altro)

Era una sera d’estate, finalmente uscendo dal lavoro incontrai le mie amiche e decidemmo di andare a cena insieme, misi il vestitino che mi piaceva tanto, frutto delle ennesime rinunce alimentari! Un velo di rossetto, il trucco giusto.. La serata era mia! “Stasera sento che trovero’ l’uomo giusto, in fondo quel locale e’ sempre pieno di uomini interessanti..”

Quella sera Silvia mai avrebbe immaginato cosa le stesse per accadere, qualcosa che tuttavia NON LE CAMBIO’ L’ESISTENZA, anzi..

Uscendo di casa  fermo’ la sua vettura dinanzi al solito caffè, dove l’ attendevano le amiche, era in procinto di chiudere lo sportello del veicolo quando un uomo la avvicino’.. “Mi scusi, ma non ho potuto fare a meno di notarla, permetta che mi presenti, che faccia mio questo momento.. E’ da tempo che la vedo li dentro al caffe’ e vorrei conoscerla, mi chiamo Andrea..”. Sorpresa, Silvia si gira e osservando l’uomo come farebbe un banchiere dinanzi ad una richiesta di mutuo presentata da un co.co.co, risponde “Senti, non mi seccare.. se non ti dispiace ho fretta.. magari perche’ non passi piu’ tardi dentro..”. “Scusami se insisto” –  risponde Andrea ” –  ma li dentro non posso certo sperare di poterti parlare tranquillamente..”. “Sparisci o ti accuso di Stalking!” – replica Silvia. No.. ok. ok.. troppo moderno.. vediamo.. Ah no! Ecco. La nostra Silvia risponde “Ascolta bello, smamma! Ho gia’ chi mi stura l’utero!” Uhm.. no.. troppo rude.. Va bene, facciamo cosi.. mettete qui un qualsiasi vostro 2 di picche generico.. Va benissimo..
Al che Andrea seccato risponde “Tu non sai cosa significhi cio’ che fai, pertanto avrai come condanna 48 ore di mascolinita’!!” Detto questo saluta e si allontana. Silvia rimane per pochi secondi assorta.. per poi dirigersi verso il locale.. Ma proprio dinanzi all’entrata vi trova un buttafuori che le dice:”Hey tipo!?!? Ma dove ti credi di essere? Al carnevale? Smamma!” “Ma che diav..” Silvia non fa in tempo a rispondere che subito nota un cambiamento nella sua voce.. divenuta piu’ rauca ed imponente.. impaurita e perplessa guarda il tipo e poi se stessa, le tette erano sparite!! il perizoma faceva male e quella fantastica sensazione di assenza tra le cosce era divenuta una ingombrate presenza tra le gambe! In preda ad un momento di panico, Silvia si dirige verso la vetrina li vicino per constatare l’atroce verita’! Era diventata un UOMO! Terrorizzata provò ad urlare il suo sgomento ma al contrario, una sorda risata le usci’ dalla bocca.. scappò verso l’auto e si diresse a casa!

Inutilmente le sue amiche la chiamarono al cellulare, alle quali rispose con un piu’ discreto sms dicendo che aveva trovato un uomo con cui passare la serata e scusandosi nel contempo per il ritardo.

Silvia, o sarebbe meglio dire Silvio, passò intere ore a guardarsi nel suo nuovo corpo, il terrore pian piano svanì dietro al ricordo di quanto successo.. Inoltre aiutata dai nuovi stimoli del dna, cercò di elaborare lo sgomento per divenire padrone della nuova situazione.

Ricordatasi dell’uomo incontrato prima, Silvio decide di vestirsi come un uomo e di andare in cerca del tipo.. gira la citta’ per tutta la sera senza risultato, allora cerca di tornare dalle amiche.

Mentre viaggia, nota crescere in lei tutta una serie di esigenze e bisogni mai notate prim’ora; una su tutte, la voglia di sesso. Il buttafuori lo ferma, non aveva l’invito (era gratis solo per le donne), paga quindi 15 euro di ingresso.. si avventura dentro le mura del caffe’ cercando di darsi un contegno maschile.. Avvicinatosi alle amiche, e non sapendo come fare, provo’ a “rimorchiarle”.

Finalmente Silvio(a) conobbe cosa significa avere l’impulso sessuale e cosa significa subire estenuanti rifiuti, sia per l’abito non consono, la mancanza di un giusto profumo, di un’auto come si deve, la mancanza di tanti soldi per offrire le bevute nonchè ritornare a mani vuote a casa e col “bimbo” sveglio..

 Il giorno dopo Silvio si svegliò.. Riaveva le sue tette, l’effimera sensazione di assenza in mezzo alle gambe era tornata.. Decise di non dire nulla alle sue amiche.. ma soprattutto, di continuare a usare questo fantastico strumento di potere..Ora ne era ancora più consapevole…


32 Commenti

Alessandro 4:00 pm - 12th Febbraio:

Nonostante molte donne, soprattutto di orientamento femminista, continuino a sostenere che gli uomini sono dei privilegiati per il solo fatto di essere tali, io sono, come te Natalino, del parere opposto: è una gran fatica essere talvolta uomini beta e bisogna avere non di rado un “fisico bestiale” per reggere agli “urti” della vita, per incassare i colpi che il destino beffardo sa infliggere.

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Leo 5:08 pm - 12th Febbraio:

E’ proprio questo il guaio: troppa disparità tra i due sessi, che genera fatica e angoscia a noi maschi, e rabbia nelle donne.
Dare tutto alle donne non è la soluzione, anche perché trattarle bene le fa peggiorare.

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armando 11:25 pm - 12th Febbraio:

Se in passati gli uomini hanno avuto grandi onori, questi erano bilanciati da grandi oneri. Le due cose sono sempre andate di pari passo, salvo nei tempi attuali in cui sono rimasti solo gli oneri. Delle due l’una: o, visto che gli onori ci sono stati tolti (meglio sarebbe dire che ce li siamo fatti togliere senza colpo ferire), rifiutiamo anche gli oneri, oppure puntiamo a riconquistarli (gli onori). Personalmente credo che la posizione maschile debba essere quest’ultima.
armando

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Peppe 1:50 pm - 13th Febbraio:

La storia è molto carina, divertente e ben scirtta ma alquanto calcata direi. Soprattutto alcuni punti mi sembrano piuttosto esagerati.

Primo io quando cammino non avverto nessun “ingobro” tra le game. Al massimo un po’ quando mi siedo. E credo che questo valga per tutti gli uomini che non hanno un’ernia pensante.

Secondo ribadisco sempre che io tutta sta “sete di sesso” in giro non è che la noto. E non parl osolo di me stesso, ma davvero non noto che i ragazzi passino le serate a rimorchiare donne. Certo, può capitare anche questo, ma non è certo così che mi sembra gli uomini passino tutte le sere.
I ragazzi in genere escono in “branco” tra amici per ubriacarsi e divertirsi un po’. Poi magari può capitare di approcciare con qualche “branco” femminile (uscito appositamente per farsi rimorchiare…). Ma io credo che in genere gli uomini, giovani e meno giovani che siano, abbino ben altro da fare che passare le serate nei locali per rimorchiare.

Terzo non noto neanche tutta questa sgarbatezza da parte delle donne. Una che viene apporcciata, se non interessata, sorride e con imbarazzo cerca di svincolarsi. Ma tutta questa prosopopea, soprattutto se una si ritrova sola in una strada non molto affollata con uno sconosciuto credo che si cagherebbe sotto.

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Peppe 1:52 pm - 13th Febbraio:

Scusa Fabrizio, ma ho inviato il commento per errore prima di completarlo, per cui faccio un’integrazione.

Quarto il modo di approcciare di questo Andrea è a dir poco folle. Dico: avvicinarsi a una sconosciuta dicendole “E’ da tempo che l’ho notata e vorrei conoscerla”? Ma veramente esistono dei folli che fanno questo?
Io non li ho mai notati in giro.

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Tex 2:10 pm - 13th Febbraio:

Racconto “forzato” e un pochino lontano dalla realtà odierna; gli uomini non corteggiano più, frequentano molto le prostitute se proprio la sete di sesso si fa pressante. In sintesi concordo con l’analisi di Peppe.

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Leo 2:48 pm - 13th Febbraio:

Tutta sta sete di sesso dipende pure da un modello sociale: c’è un film intitolato 40 anni vergine. Già a 14 anni i ragazzi cercano di perdere questo peso della verginità, che negli uomini esiste in quanto penetrazione di una donna: scopare, scopare, scopare.. è l’ossessione di un ragazzo, anche se uno è un feticista viene travolto da questa onda della topa, la topa, la topa. Risatine maliziose, prese in giro.
E’ vero anche che si esce la sera con gli amici e si beve birra, è vero pure che i maschi hanno molti interessi: l’arte, il cinema la musica ed altro.
La sgarbatezza delle donne è tanta, certo a volte si parla con donne che sembrano simpatiche e gentili malgrado il modello culturale sbagliato: la topa, la patonza, che figa…..
L’atteggiamento delle donne cambia anche dai sentimenti che hanno per un uomo, quando una donna mostra interesse per un uomo, succede che meno ti fai avanti più cerca di isolarti.
Chiedono sempre troppo, questa è una verità.

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Fabrizio Marchi 2:49 pm - 13th Febbraio:

Non v’è alcun dubbio sul fatto che oggi gli uomini corteggino molto meno le donne rispetto al passato. Commetteremmo però un errore madornale se pensassimo che questo atteggiamento sia dettato da una consapevolezza o da una percezione di forza. Al contrario. E’ il termometro di una grandissima debolezza.
E’ tutt’al più, questo sì, una forma di resistenza passiva. Nell’impossibilità cioè di relazionarsi, non dico da pari a pari, ma per lo meno in un contesto dove ci sia un briciolo di autenticità e spontaneità, è ovvio che la reazione istintiva e inconsapevole di molti uomini “dormienti” sia il ritrarsi, l’abbandonare il campo.
“Tanto non conto nulla e non ho alcuna voce in capitolo”, questo il pensiero dell’uomo sconfitto… E allora, a questo punto, chi me lo fa fare di andare al massacro? Equivarrebbe, metaforicamente parlando, all’andare all’attacco di un nido di mitragliatrici con il solo coltello fra i denti…
E allora, data la situazione, molti uomini hanno cominciato a ritirarsi e a rimanere nelle loro metaforiche trincee. Ed è qui che nasce il ritornello ripetuto fino all’inverosimile dalle femmine contemporanee e cioè che “Non ci sono più veri uomini in circolazione…” . Come a dire:”Bè, che fate? Non venite più a farvi crivellare dalle nostre (metaforiche) mitragliatrici? Ma come? Non vi piace? Ma razza di uomini siete?…”

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Peppe 3:03 pm - 13th Febbraio:

Leo sono d’accordo con te sul fatto del modello sociale. Anche secondo me la sete di sesso in buona parte è un’ossessione istillataci dall’esterno: se non scopi sei un fallito, un deficiente se non un frocio.
Però ripeto che le donne non mi sembrano sgarbate. Al massimo sono vigliacche: ti fanno il sorrisetto davanti e poi cercano di smontarti alle spalle.

Fabrizio scusa ma tu diresti la stessa cosa anche delle donne? Il fatto che le donne non corteggiano è segno della loro debolezza e vigliaccheria? Io direi di si.

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Fabrizio Marchi 3:07 pm - 13th Febbraio:

L’argomento è complesso e scriverò un articolo ad hoc su questo tema nei prossimi giorni…essendo stato inevitabilmente sollevato (e non potrebbe essere altrimenti) è giusto che si affronti in modo un po’ più organico.
Fabrizio Marchi

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Leo 3:48 pm - 13th Febbraio:

C’è quell’espressione: se la tira, che significa che pretende un attenzione, un corteggiamento e un servilismo da parte del povero maschio, e poi sono anche vigliacche.
Non so se capita solo a me, ma quando cammino per la strada e incrocio una donna, quella non si sposta e mi da una spallata, oppure con l’ombrello devo per forza spostarlo io, certo non lo fanno tutte per fortuna ci sono anche donne timide o garbate e meno invidia penis.

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Fabio 4:00 pm - 13th Febbraio:

Non v’è alcun dubbio sul fatto che oggi gli uomini corteggino molto meno le donne rispetto al passato. (Fabrizio)
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Giustamente, aggiungo. Tuttavia posso dire che in un passato nemmeno troppo lontano – 10-15 anni fa – dalle mie parti (nelle Marche) capitava ancora di vedere dei ragazzi che tentavano di abbordare le ragazze per strada.
E basandomi sui racconti di uomini oggi 50-60enni, negli anni Settanta era la norma.

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Fabrizio Marchi 4:00 pm - 13th Febbraio:

Vi consiglio di leggere, in tema, l’ultimo articolo di Paolo Barnard che ho pubblicato sulla homepage dal titolo “Donne inchiodate al muro della pavidità”.
Fabrizio Marchi

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Fabio 4:06 pm - 13th Febbraio:

La sgarbatezza delle donne è tanta, (Leo)
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Spesso sì. Personalmente, però, più che sgarbate le trovo velenose, sciocche e molto vigliacche.

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Leo 4:35 pm - 13th Febbraio:

Una volta si diceva: Vipere!

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Peppe 4:09 pm - 14th Febbraio:

Comunque ha pienamente ragione Leo: gli uomini hanno molti interessi, le donne sono solo uno dei loro interessi. E neanche sempre uno degloi interessi principali direi.

Io provo una PROFONDA PIETA’ verso quegli uomini che non sanno fare a meno delle donne nella loro vita. Così come provo pietà verso quegli uomini che hanno bisogno di affrontare dei costi per avere e pur di avere le finte fusa di una donna nella loro vita.
Inoltre provo grande pietà verso coloro che non sanno concepire attività nella loro vita che non comportino spese di denaro e l’utilizzo di un’automobile o roba varia.

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Strider 7:42 pm - 14th Febbraio:

Io, invece, provo una PROFONDA PIETA’ verso tutti quegli individui di sesso maschile che non fanno altro che nascondersi dietro un dito.

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Peppe 2:50 pm - 15th Febbraio:

Comunque Fabrizio io sono solo in parte d’accordo con quanto affermi. E’ vero che nella dinamica dei rapporti tra i due sessi ci sono di mezzo anche le norme repressive odierne che scoraggiano non poco gli uomini a “farsi avanti”, ma ci sono anche altri elementi. Per esempio gli uomini sono sempre più alle prese con ben altri pensieri per la testa, tipo precariato, difficoltà economiche, disoccupazione e sottoccupazione, stress da lavoro e via cantando. Figurati se hanno tanta voglia di andare appresso alle femmine.
Eppoi c’è anche di mezzo un senso di ripicca che io sento dire da molti uomini, soprattutto i più giovani che non di rado affermano cose tipo “Se abbiamo gli stessi diritti perché allora devo essere io ad andare appresso alle donne?”. Il fatto è che la parità dei diritti comporta per forza di cose una “ugaglificazione”. Volenti o nolenti se si vogliono gli stessi diritti bisogna essere anche uguali, se non su tutto per lo meno sui molte cose.
Se si vuole rifiutare questo percorso di “ugaglificazione” bisogna essere coerenti e rifiutare anche la parità dei diritti e mettersi contro un principio sociale che oggi è ormai radicato e, a mio avviso, irreversibile nella società odierna.
In ogni caso tutte queste cose, “paura” di una legge perversa, ripicca, stress e problematiche odierne, spingono sempre più uomini, soprattutto più giovani, a interessarsi a cose diverse delle donne. Della serie: meglio una serata al cinema con gli amici, a suonare la chitarra, a chiacchierare di cose varie (intelligenti o meno intelligenti che siano), a leggere un buon libro e cose vaire che non averea a che fare con una rompiballe illlogica, confusa e con turbe mentali come sono la gran parte delle donne oggi.
E questo alle donne non fa certo piacere. Vigliacche, viaziate, opportuniste e paracule come sono sognerebbero di essere ancora “corteggiate” alla “antica” pur continuando ad usufruire di vecchi e nuovi diritti e privilegi.
Io sono del parere che solo in parte il femminismo sia espressione di autentiche esigenze dei cittadini di sesso femminile.

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Damien 6:45 pm - 15th Febbraio:

Peppe, proprio l’altra sera mi e’ capitato di poter constatare la genuinità del tuo intervento, cercherò in sintesi di descriverti l’accaduto.

Si esce la sera col solito gruppo di amici/che, tappa al solito posto prima della disco, appena scesi dall’auto qualcuna inneggia al famoso “cavaliere bianco assente” sai.. quello che apre le porte dell’auto?? si prosegue all’interno con le solite chiacchere di rito, dove CI portate di bello stasera? che CI prendete da bere? ma al momento di pagare guarda caso queste certezze svaniscono, si indugia su chi debba o meno andare alla cassa (a prescindere che se gradisco pagarti qualcosa non ho problemi ma deve esserlo per mia volontà, e non per qualche altra motivazione) alcune si guardano attonite tra loro (tra un famo alla romana ed un aspetta! tanto va il solito Gianni alla cassa), altre sentenziano mezze frasi dell’ei fù cavaliere bianco e trovano sconveniente tirare fuori il portafoglio, purtroppo alcuni uomini trovano logico pagare alle signore, nonostante molti di questi sia risaputo che non la vedrebbero neanche per grazia ricevuta e che abbiano un impiego precario.. ma tant’e’…

In disco solita storia si va insieme, loro non pagano (ingresso gratis per la vulva) noi si, si prende il tavolo, poi se qualcuno di noi uomini prova l’approccio di qualcuna extra gruppo viene puntualmente ed amichevolmente “criticato” (sai no? le classiche critiche con il sorriso?!?!?), mentre se lo fanno loro no, in fondo loro cercano l’amore, noi siamo solo amici no?

Se qualcuna rimorchia non si pone nessun scrupolo a liquidarci per scappare con il lui di turno, se succede a noi (come a me qualche volta) puntualmente si viene criticati che non e’ cosa bella lasciare le amiche li per andare con un altra, che siamo sempre i soliti allupati, che quella era racchia, che bla bla bla bla..ed infine qualcuna che con noi ha sempre avuto un rapporto tranquillo pur sapendo che saremmo ben lieti di godere delle sue grazie, la molla al belloccio di turno per poi tornare piangere sulle nostre spalle, dicendo che per fortuna ci siamo ancora noi amici a non farle pensare che siamo tutti uguali, ed io puntualmente mi tiro fuori da questa affermazione, come spesso dico a muso duro in questi casi “buoni si, fessi mai! ma darla a me ti faceva cosi schifo? tu che dici che siamo persone come si deve, che ce ne fossero di uomini come noi, doni te stessa ad uno che manco ti rispetta per poi venirti a lamentare con noi?” ma questo, Peppe, credimi, non e’ semplice appannaggio del mio gruppo, sia chiaro, io mi guardo intorno e non frequento solo un gruppo.

Inoltre a volte ho provato (e non lo nascondo) ad usare mezzi da “stronzi”, ed il bello e’ che le donne ci cascano! in buona sostanza essere buoni e rispettosi oggi non paga, passi per fesso e basta! queste parlano di uguaglianza, di cavalleria, ma a senso unico, diversamente sei semplicemente uno stronzo, uno sfigato, uno di quelli “ovvio.. se non paghi poi non aspettarti il dopocena”.

Io nel mio gruppo ho capito benissimo da tempo “l’interesse cavalleresco” delle donne ad uscire con noi, molti di noi invece credono sia sufficiente uscire insieme a loro, i classici uomini zerbino per intenderci, sono brav’uomini credimi.. ma ad amor proprio avrei qualche remora, comunque per le mie posizioni equitarie, puntualmente devo mediare tra l’apparire stronzo e l’apparire lo scemo che si fa sfruttare, entrambe le posizioni, come avrai capito, non mi vedono daccordo, cosi come noto lo zerbinismo dilagante sostenuto a suon di fogli da 50 euro, altro che cavalleria, altro che parita’, qui stiamo in una situazione paradossale, dove tutto e’ il contrario di tutto, in una bolgia Dantesca dove tutti vogliono il proprio tornaconto a prescindere, e quando hai una vulva in mezzo alle gambe il tutto ti appare lecito e dovuto, anche se ciò significa sfruttare e non tener conto di chi ti sta accanto.

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Strider 1:07 am - 16th Febbraio:

Damien
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in buona sostanza essere buoni e rispettosi oggi non paga, passi per fesso e basta!
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Io di anni ne ho 30, ma non mi risulta che questo discorso valga solo per i piu’ giovani.
Per esempio, il mio primo maestro di pugilato (un uomo ultra-sessantenne, che ha pure vissuto a New York, nei primi anni Settanta), nel riferirsi ai suoi tempi, dice le stesse cose. Ed anche alcuni miei amici 40-45enni hanno le medesime opinioni. Certo, e’ indubbio che l’ epoca odierna e’ diversa da quella che hanno conosciuto loro in gioventu’, ma ritengo sbagliato credere che certi atteggiamenti siano controproducenti (con l’ altro sesso) solo in questa epoca. Nemmeno prima erano tutte rose e fiori.

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Peppe 3:12 pm - 16th Febbraio:

Si Damien, è come dici tu, sono cose che ho notato anch’io. Io non frequento le discoteche e odio i gruppi di amici. Però anche quando me la facevo con qualche “comitiva” ho sempre optato per la parte dello “stronzo” e nessuno (soprattutto nessuna) si è mai permesso di dire niente in proposito.
Il fatto è che se tu prendi una posizione devi essere coerente fino all’ultimo, se sei titubante al rguardo è peggio.
Il mio motto è chiaro e preciso: niente donne a scrocco! Se una donna vuole farsela con me deve sapere fin dall’inizio che con me non viene a scrocco. Se le sta bene bene, se non le sta bene tanti saluti.
E ti garantisco che la gran parte delle volte le sta bene.

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MarcoP 4:45 pm - 16th Febbraio:

Mi sembra che su questo argomento stia lentamente emergendo una consapevolezza che potrei riassumere così: essere bravi ragazzi non paga MAI. Nella situazione in cui siamo, l’unica salvezza è capovolgere le regole acquisite. 1) chiarire che non siamo NOI sotto esame, ma LORO; 2) MAI parlare “col cuore in mano”; 3) i cavalieri bianchi sono estinti e quando le signore se ne lamentano bisogna dirlo chiaro, e non solo, ma con una bella risata e senza alzare un dito; 4) se vogliono da bere se lo pagano loro, casomai LORO offrono da bere a NOI; 5) se ci si vede uno di questi giorni, niente cena al ristorante, se mai a casa di uno dei due, e se proprio è inevitabile ognuno paga per sé; 6) regola d’oro: IO NON SONO TUO AMICO, da ripetere con assoluta calma e un sorriso ogni volta che ci viene detto “per fortuna ci sei tu che sei un amico”; 7) i bravi ragazzi vengono sempre mollati per i cattivi ragazzi, e allora perché continuare a essere bravi ragazzi?
Capisco che tutto questo è difficile da mettere in pratica, i bravi ragazzi (o gli uomini beta, scegliete voi perché secondo me è la stessa cosa) sono così per carattere, mica per scelta, e si vede quando cercano di mostrarsi per ciò che non sono. Ma forse è ora di cambiare carattere.

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Peppe 6:19 pm - 16th Febbraio:

Concordo con MarcoP al 100%.

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Alessandro 4:21 pm - 17th Febbraio:

Anch’io ho potuto constatre che da parte femmnile non vi è, di solito, reale apprezzamento per le qualità del “bravo ragazzo”. Forse sì, modificando il proprio modo di fare si può ottenere più successo con l’altro sesso, ma è da tempo che io penso come nella nostra società tutto proceda alla rovescia. Le qualità che dovrebbero essere apprezzate da donne e uomini, quali l’onestà, la generosità, la gentilezza ecc., vengono spesso irrise, quasi come se si trattasse di debolezze, i loro contrari apprezzati in maniera più o meno nascosta. Questo è sintomo di un’ignoranza dilagante, provocata da una cultura di massa, consumistica, che produce quasi esclusivamente rozzo conformismo. Tanto più ci riempiamo di oggetti più o meno utili, tanto più ci svuotiamo di valori, principi, virtù.
Siamo, in quanto società, prodighi di applausi per individui che hanno scarsa importanza sociale, in base alla propria professione s’intende, come calciatori, piloti, sportivi in genere, divi e divetti creati da questa o quella trasmissione televisiva, ed invece poco rispettosi, talvolta sarcastici nei confronti di chi svolge lavori umili, spazzini, pastori, ecc., a cui dobbiamo la pulizia delle nostre strade( e si è visto cosa accade quando latitano, vedi Napoli, anche se là il discorso è più complesso), i buonissimi formaggi, ecc..
Affidiamo il denaro pubblico a personalità di nessuna moralità, tese solamente agli interessi personali o di gruppi ristretti,quando dovremmo invece chiedere la più assoluta dedizione alla causa collettiva e assodata onestà.
Questo clima culturale produce sicuramente dei mostri, culturalmente parlando. Oggi che avremmo gli strumenti per cercare di stimolare lo sviluppo intellettuale e di conseguenza sociale, tutto viene vanificato da chi ancora intende mantenere gli individui in uno stato di minorità, per poter meglio accrescere o salvaguardare i propri beni.
In fin dei conti, mutatis mutandis, la storia si ripete: da una parte una minoranza che aspira a un controllo più o meno totalitario, dall’altra una massa che aspetta la propria guida. Oggi tutto questo viene effettuato con strumenti molto più sofisticati, ma il risultato è sempre lo stesso: la mancata evoluzione della maggioranza degli individui, potenzialità che continuano a rimanere inespresse.

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Peppe 1:07 pm - 18th Febbraio:

Vabbé Ale, ora stiamo un po’ allargandoci a temi un po’ grandicelli. Non è che Tangentopoli, l’imperialismo americano e Al Qaeda c’entri più di tanto.
Molto più terra terra direi che il modello di “bravo ragazzo” descritto da Marco è quello che ha in mente la società odierna, il ragazzo succube e suddito della figa. Secondo me invece chi fa il “cavaliere” e il “galante” oggi non è per niente un “bravo ragazzo” è semplicemente un fesso.

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Leo 3:21 pm - 18th Febbraio:

E’ sempre stato preso per fesso il galante e lo “Sbavante” e in più danneggia gli altri, Schopenhauer diceva le stesse cose nel’ 800.

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Damien 4:16 pm - 18th Febbraio:

Il senso della vita.. qual’e’ il senso della vita? viene da chiederselo se si lasciano gli schemi odierni, se si riesce a prescindere dal proprio sociale, dalle etiche, dai dettami.. il senso della vita..

Non ci e’ lasciato l’arbitrio di decidere se venire o meno al mondo.. in questo mondo. in un epoca magari che non ci aggrada, non voluta, ci viene dato un sesso, non possiamo decidere in quale sistema solare, pianeta, nazione, regione, citta’ nascere, che lingua parlare, da quali genitori, nulla.. tutto ci e’ imposto..allora qual’e’ il senso della vita?

La societa’, le religioni, la lingua la storia gli usi e costumi ci plasmano verso un modo di vivere, alle quali ci rivolgiamo naturalmente, credendo sia il senso della vita, tuttavia solo chi e’ conscio del proprio io e libero realmente puo’ chiedersi qual’e’ il senso della vita, ed il dramma e’ proprio questo, correndo dietro a tali dettami, credendo di inseguire il senso della vita, pian piano si perde coscienza del proprio sè, ci si plasma ad un entita’ sociale, si perde la coscienza di noi stessi, delle nostre aspettative, delle nostre potenzialità, il tutto si estingue dinanzi a tali dettami.

Qual’e’ il senso della vita.. molti oggi credono che sia proprio quanto imposto loro, sin dalla più tenera età, durante lo sviluppo ed infine quando si dovrebbe essere consci del proprio sè, nessuno osa per un attimo fermarsi e realmente pensare a quale sia il significato della propria esistenza.

Consci delle proprie castrazioni, ai più risulta arduo uscire da tali schemi mentali, che li rendono schiavi di essi stessi, ma confortati e ben riconosciuti dalla massa, essi stessi vivono una vita fotocopia, verso la quale trovano conforto ed accettazione, sperando che tutto ciò duri fino al resto della propria effimera esistenza.

Per la maggior parte delle persone, il senso della vita e’ semplicemente VIVERE LA VITA DEGLI ALTRI. In altre parole, vivere la propria esistenza con i dettami imposti “dagli altri” e’ quanto di più auspicabile ci possa succedere nella nostra esistenza, il vero problema purtroppo sussiste nel caso in cui la “formattazione” non abbia successo.

Se cio’ accadesse infatti, subiamo qualcosa per la quale serve un enorme coraggio ad accettarla.. nasce la consapevolezza di essere SE STESSI, e da questo la constatazione delle proprie attitudini, dei propri pregi ed i propri difetti, ci si sente una pensona, non piu’ parte di un insieme, ma di una distinta identità.

Questa nuova consapevolezza, ci introduce purtroppo ad una serie di problemi, ci si ritrova soli con se stessi, ripudiando i dettami di una società che ci appare infine per quello che e’, un enorme meccanismo atto a mungere le esistenze insignificanti della massa per il bene di pochi, annichilendole nel loro ego ancor prima che possano sbocciare, sottomesse al volere del potere costituito da pochi illuminati; al pari di un virus, ci si sente estranei e si viene trattati con sospetto, con l’inevitabile isolamento dalla massa.

Qual’e’ il senso della vita?.. per quanto auspicabile, un’esistenza non e’ infinita, nulla e’ per sempre, tutta la vita ci vede spettatori di questa certezza che, a prescindere dal proprio credo, e’ lapallissiano: un giorno cesseremo di esistere.

La verità quindi sul dare un senso alla vita si perde nelle innumerevoli interpretazioni personali date dalla società in cui si vive, nella posizione in cui si e’ nati e quant’altro gia’ in precedenza espresso, tuttavia nulla di piu’ falso e’ quanto mai accettato.

Il pensiero medio sull’esistenza ci appare un assioma consolidato, sebbene molti vedano la loro fine, credono fermamente ai dettami imposti, e pertanto credono che alla loro dipartita cesserà di esistere tutto cio’ che e’ stato, non importa quello che sarà, perchè sarà pensiero di chi rimane.

Trovano quindi la totale chiarezza tutti i comportamenti deviati e devianti di questa società malata, la quale non potrebbe esistere se tutti prendessero coscienza, se tutti cominciassero veramente a vivere, ecco che allora molti si vedono costretti non piu’ a vivere, ma a sopravvivere.

Nella sopravvivenza, il cosciente quindi e’ portato ad annullare tutto, impara l’arte del mediare, cerca di non farsi notare troppo, di conservare la dignità personale, non si espone più di tanto, rifiuta con astuzia il pappone offerto, anche a costo di privazioni enormi, che appaiono per fortuna semplici in taluni casi da accettare vista la controparte effimera; il cosciente infine si rende conto come diabolico sia questo macchinario, efficace nell’estinguere chi non si adegua ad esso,

I coscienti, molti degli uomini beta, delatori del sistema, sono infatti destinati alla solitudine, per questo non vengono perseguiti, in quanto e’ la massa stessa che li ripudia, non fà clamore quindi che le donne oggi si comportino in tal senso con loro, assuefatte dal meccanismo che con tanta veemenza perseguono come fosse la verità suprema, non riescono ad avere la piena coscienza di loro stesse, perchè esse stesse sono il carburante di questo meccanismo, un carburante tuttavia che non e’ inesauribile, una volta non piu’ giovane, la donna viene sostituita ed espulsa insieme ai coscienti, agli uomini beta, nello scarico, lasciandole a condividere la solitudine con essi.

Tenete duro, perchè alla sera troverete le stesse che vi hanno respinto, mendicare la considerazione tanto da voi all’epoca auspicata e sempre negata, così come vi e’ stato negato il vero senso della vita da esse stesse, ovvero poter ESSERE VOI STESSI.

Che il tutto, per carità, non sia visto come una campagna denigratoria verso le donne, non e’ il mio pensiero, ma come una riflessione su ciò che veramente conta, oggi più che mai, il senso della vita necessita di cose semplici!.. ma che in pratica il meccanismo mediatico/sociale ha reso sempre più irraggiungibili e costosi, sia economicamente che sentimentalmente, come essere se stessi, ambire alla propria libertà, alla propria sessualità, al poter divenire coniuge, genitore, nonno.. in sostanza ad un’esistenza per cui realmente valga la pena essere venuti al mondo.

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Alessandro 6:18 pm - 18th Febbraio:

Molto interessante il tuo contributo Damien. Lo condivido. Offre molti spunti di riflessione su cui è utile anche ritornare.

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Fabrizio Marchi 8:34 pm - 18th Febbraio:

Concordo con Alessandro, bravo Damien!

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Alessandro 7:36 am - 19th Febbraio:

Sì Peppe, mi sono volutamente allargato a una disamina più ampia della crisi “valoriale” che attraversiamo. La celebrazione della “volontà di potenza” in tutte le sue sfaccettature, dalle più modeste alle più altisonanti, ha oggi più alleati, sostenitori, più o meno consapevoli, come mai in passato. Ho sempre trovato le donne in prima linea da questo punto di vista, qualunque fosse il loro credo politico. In questa loro scelta, più o meno consapevole, perchè non tutti hanno le capacità di “scegliere” il prorprio cammino, uomini e donne che siano, e la maggior parte si lascia “guidare”,gioca anche la sempiterna sensazione di non bastare a sè stesse, la propria inferiorità fisica, non intellettuale o culturale si badi bene, la propria missione biologica, che rende la donna bisognosa di sostegno in una determinata fase della propria vita. Infatti, come rileva giustamente Fabrizio nel suo libro, l’autonomia economica raggiunta dalle donne, non ha in sostanza modificato l’ approccio al maschile, al contrario di quanto è accaduto a parti invertite, ma anzi, se vogliamo, lo ha reso ancor più succube e dipendente dell’ attuale sistema di potere, che celebra la “volontà di potenza” come mai in passato, sia pure in maniera più velata, ma non per questo meno incisiva. La “Rivoluzione femminile-femminista” è stata un fiasco totale, se la osserviamo da un’ottica più generale e non meramente di genere. E’ probabile che fosse esclusivamente questo il suo obiettivo, ma allora sorge spontanea una domanda: perchè questo identificarsi in toto con una sinistra, che ha, o dovrebbe avere nel suo dna, la contrapposizione all’odierno dominio di classe, apparentemente scomparso, in verità quanto mai presente?
Occorrerebbe prendere atto del, perlomeno, parziale fallimento di un tentativo, che sbandierava ben altre ambizioni.
Io credo che “fare cultura” oggi sia cercare di ricostruire una scala di valori, principi in contrapposizione all’ordine attuale. Ma questo non può essere un processo eterodiretto; deve essere anche il singolo individuo a intraprendere questo “viaggio intellettuale”. Cosa quanto mai ardua, come d’altronde sempre è stato. Oggi tutto appare incapace anche solo di stimolare a muoversi verso questa direzione.

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armando 12:28 pm - 19th Febbraio:

Per Alessandro.
Perchè il femminismo si è identificato in toto (diciamo meglio quasi in toto) con la sinistra?
La sinistra ha fatto sognare un mondo di libertà è uguaglianza. Il femminismo proclamava altrettanto, non ad opera del proletariato ma del genere femminile. L’assonananza, però, è chiarissima.
Che il femminismo abbia fallito è del tutto evidente. Che la sinistra abbia altrettanto fallito anche.
Altro il problema sulle cause di tali fallimenti, peraltro comuni a molte utopie bellissime sulla carta ma che alla prova dei fatti si sono rovesciate nel loro opposto.
Problemi di “applicazione” o strutturali?
Armando

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lasam 4:38 pm - 26th Giugno:

ma se le donne sono davvero cosi ( ho letto solo i primi commenti oltre al post),,.io sono nata nel corpo sbagliato…e ringrazio il cielo di nn dover aver a che fare con le donne per quanto riguarda sesso o amore.

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