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05 Nov 2014  |  23 Commenti

1984, Orwell rivisitato ai tempi del femminismo

 

Come si può esercitare potere su un essere umano, chiedeva O’ Brian, il fanatico torturatore di Winston in 1984 di Orwell?
”Facendogli sperimentare del dolore”, rispondeva Winston con un filo di voce, l’occhio puntato sul quadrante, dal quale partivano le scariche elettriche che lo avevano reso una larva umana, non più identica a sé stesso”.
Un libro a tinte forti, quello di Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair, geniale, perché capace di gettare un’ombra inquietante sui meravigliosi mondi possibili del socialismo reale (e non solo).
Anche se ucronicamente potremmo immaginare che la scrittura stessa di quel libro abbia acceso sufficienti coscienze da allontanare lo spettro della dittatura del socing, il partito supertecnologico e superpsicologico, in grado di penetrare fin nei meandri dell’anima umana ma solo esclusivamente per torturarla e dominarla, c’è da annotare che Orwell ha preso una solenne cantonata:
Per quanto in effetti la tecnologia di spionaggio a disposizione degli stati attuali (lo scandalo NSA, lo ha dimostrato) siano progredite come Orwell aveva predetto, ciò nonostante la società attuale è quanto di più dissimile da quella preconizzata da Orwell, PARADOSSALMENTE OPPOSTA a quella da lui preconizzata.
Ora ci inventeremo (con tutto il rispetto per l’autore), un metadialogo fra il Winston e l’O Brian del 1984, non quello immaginato dall’autore, ma quello vero, quello in cui gli Industry cantavano ”the state of the nation’, in cui la febbre del sabato sera era ormai superata dalla tendenza a vivere l’aperitivo tardi ogni sera vantandosi in modo yuppie e un pò bauscia di non averlo potuto prendere prima perché  ”troppo impegnati dal lavoro”.

O’Brien: ti vedo stupito Winston, che cosa c’è che non va?

Winston: tu mi hai torturato , ma peggio ancora mi hai mentito, ed è questo che non ti perdono, mi hai torturato fino a farmi perdere i sensi, ma per me eri come un padre, tu hai dato un ordine logico alle cose che la mia mente comune, ma logica, non poteva capire, ora che il partito mi ha risparmiato, ora sono arrivato a vedere il 1984, e non c’è nulla di quanto avevo immaginato…

eppure la polizia dispone di strumenti di controllo sulla popolazione addirittura superiori a quelli paventati  da te, per esempio internet, facebook, i droni, le carte di credito, il segnale dei telefoni cellulari che permette alla polizia di localizzare chiunque…

eppure…

Non vedo lager, gulag, delazioni, deportazioni, mi hai mentito sul futuro.

O’Brien: eppure cosa Winston? Dov’è il problema, noi controlliamo la società con incredibile efficacia

Winston: sì ma come fate, non era quello ”il mondo libero”, quello per cui io e Julia, nonchè la fratellanza eravamo disposti a morire, quello che voi odiavate e cercavate in tutti i modi di imbrigliare?

O’Brien:”Winston, io ti ho torturato fin quasi alla follia, ma se pensi che sono un sadico ti sbagli di grosso, io l’ho fatto perché  sono un seguace di Machiavelli, e ritengo quindi che il fine giustifichi i mezzi, ma se lo stesso fine lo si può ottenere con mezzi meno cruenti, io sono il primo ad evitarli, se pensi a me come un volgare sadico, un voyeurista del dolore, mi offendi, io non sono un malato, solo una mente lucida, più lucida della tua e se io intravedo mezzi più efficaci e meno cruenti li adotto senza remore, il mio scopo è solo il potere, tutto il resto sono mezzi.

Winston:”Che intendi dire, di quali mezzi parli, della tv, dei mass media?

O’Brien:”No Winston non mi deludere con ragionamenti da Espresso  o Micromega, io ti dico che i mass media servono molto di più a Kim Jong Unn, che non a noi che teniamo le redini dell’occidente, i mass media sono utili come veicolo e nulla di più, in ultima analisi non sono neanche un sistema di controllo, quello è un’altra cosa”

Winston: ”E allora come fate a controllare in modo così saldo il mondo ”occidentale”, esso  è libero o non è libero? C’è forse una cospirazione che agisce tramite un ”mind control” tramite messaggi subliminali, come quelle storie del progetto monarch, quello che mira a programmare i bambini?

O’Brien:”Il progetto Monarch è miseramente fallito e con tutto il dovuto rispetto per i colleghi che l’hanno intrapreso, si è trattato semplicemente di un movimento antistorico in seno alla corrente del potere: hanno preteso di utilizzare metodi vecchi, utilizzando tecnologie nuove, e il risultato non è stato buono, hanno solo creato degli schizofrenici, tutti suicidati non oltre i trent’anni, gente pericolosa, disposta a tutto, fuori controllo, di cui noi possiamo servirci come singoli e non come collettività, un pò come Charles Manson, utile se rappresenta un singolo, una pedina, pericoloso se tutta l’umanità diventa come lui.
Potremmo forse dominare efficacemente una popolazione costituita da personaggi come Charles Manson, o finirebbero semplicemente per sterminarci tutti o per autodistruggersi in un suicidio collettivo?
Il potere ha bisogno di stabilità e di un certo ipocrita senso morale che domini fra la gente, non di arance meccaniche, fuori da ogni controllo.

Winston: Quindi voi lo dominate questo mondo, si o no? Esso è libero o non è libero?

O’Brien: Esso è libero, liberissimo, ciònondimeno noi lo dominiamo.

Winston:”Che vuol dire questo? E’ un ossimoro, non capisco”

O’Brien: ”il concetto di libertà è una delle più effimere creazioni dell’occidente, io credo che a meno di entrare nel Nirvana della libertà dai condizionamenti come insegnava il Buddha, nessun uomo nasce libero, questa non è una questione di classe sociale o politica, ma è una questione ”ontologica”.
Libertà è la parola più abusata degli ultimi 60 anni, significa tutto e significa nulla, è un evergreen che serve a coprire i nostri condizionamenti e ricatti.

Winston: ”quali condizionamenti e quali ricatti?

O Brien: ”Esistono 2 modi per esercitare un potere sull’uomo: il primo è quello di esercitare un dolore, il secondo, quello che ti sei dimenticato, di esercitare un piacere.”

Winston:”tipo il bastone e la carota?

O Brien:”Esattamente, tu puoi esercitare il potere, infliggendo dolore, ma anche promettendo piacere, noi ci siamo resi conto che potevamo controllare il mondo meglio con il secondo che con il primo”

Winston: ”e questo nuovo sistema rispetto ai precedenti non è forse molto più umano?

O’ Brian:” Indubbiamente, noi non sentiamo più la necessità di creare complicati strumenti di tortura, né  di mettere la ruota della tortura in mezzo alle piazze, per terrorizzare la gente.

Winston: ”Ma questo non è semmai dovuto alla comprensione che è la certezza della pena, e non la sua gravità a dissuadere l’infrazione delle leggi, come ha insegnato Cesare Beccaria?

O’Brien: ”Anche, ma il solo rispetto delle leggi non permette ad una società di funzionare, è necessario un dinamismo interno che la renda funzionale, ci vuole qualcosa che la muova, non solo qualcosa che la trattenga dal cadere nel disordine; noi abbiamo trovato nel piacere, e in particolar modo nel piacere sessuale, la molla che avrebbe potuto spingere i meccanismi dell’orologio, siamo stati intelligenti, abbiamo copiato la natura, la quale designa al piacere e non al dolore il compito di portare a termine le sue istanze più importanti, la riproduzione ad esempio”

Winston: quindi questa è la società del piacere, contrapposta a quella del dolore, ”wow”, gli hippies hanno vinto…

O Brien: questa è la società del piacere, allo stesso modo in cui il ministero della pace si occupa della guerra, e il ministero dell’amore, della tortura, ovvero la parola in uso non va intesa nel suo significato proprio, ma nella sua negazione”

Winston: Cosa intendi dire?

O Brien: che la definizione di civiltà del piacere è illusoria, in verità non si è mai FATTO COSI’ POCO SESSO, proprio perché  il piacere sessuale svolge un ruolo chiave nel mantenimento dell’ordine sociale, noi per prima cosa abbiamo dovuto RAZIONARLO E MONOPOLIZZARLO,POI CATALOGARLO IN MODO CHE TUTTE LE SUE FORME, ANCHE LE PIU’ STRAVAGANTI, NON SFUGGISSERO AL NOSTRO CONTROLLO…

Winston: quindi è per quello che Kinsey e i sociologi che lavoravano con lui si sono presi la briga di catalogare ogni forma di ”perversione” e desiderio sessuale?

O Brien: bravo Winston, vedo che incominci a ragionare, quella non era solo curiosità voyeuristica, né tantomeno ”ricerca scientifica’, solo bisognava fare in modo che nulla sfuggisse a questa nuova forma di controllo.
Il piacere andava tolto di mezzo, l’uomo medio non poteva né  doveva più avere una fonte stabile e sicura di piacere sessuale, come quella garantita da un’unione matrimoniale vecchio stampo, bisognava fare in modo che tutti gli uomini fossero costantemente ricattabili, in qualsiasi fase della loro vita e che il piacere se lo dovessero guadagnare giorno per giorno… diversamente se ne sarebbero fottuti del lavoro e di tutto il resto, e sarebbero vissuti facendo il minimo indispensabile per sopravvivere, cosa che non era compatibile col funzionamento del sistema capitalistico attuale, basato su una crescita continua dei consumi e della produzione.

Noi abbiamo preso il piacere e lo abbiamo dato ”razionato’ col contagocce a chi si comportava bene, tutti gli altri che sbavassero…

Winston: ma la liberalizzazione dei costumi sessuali, il femminismo, non hanno portato gli uomini a fare sesso e  godere di più?

O’ Brien: No, assolutamente, questa era la promessa ma, in realtà è avvenuto il contrario, la sessualità è stata rubata dai letti per essere totemizzata nelle tv e nei cartelloni pubblicitari, le minigonne e le gigantografie di donne nude servono a mantenere gli uomini in uno stato di bisogno continuo che poi verrà soddisfatto solo se raggiungeranno certi ”skill” sociali.
Se ti ribelli, se non operi in conformità a quelle che sono le regole sociali, non è che ti mandiamo in Siberia ,semplicemente ti teniamo a stecchetto e questo li tiene tutti in riga, più che un fucile i soldati.

Winston: MMMH, mi sento dubbioso, sembra la versione arzigogolata complottista della canzone di Celentano: ”Chi non lavora ,non fa l’amore”, almeno quella era orecchiabile…

O’ Brien: ”nulla di più, nulla di meno, Celentano è un genio, e ha colto l’essenza del meccanismo, in quella canzone e l’ha descritto  nel suo modo caratteristico di profeta del nulla, un maestro nel suo genere.

Winston: ”Ma non era solo una parodia, una presa in giro dei sindacati?”

O Brian: ”Sarà anche stata una parodia, ma è la parodia di un uomo cinico che ha compreso il sistema”

Winston: Sì però a questo punto dimmelo chiaramente, questo che cos’è, un complotto delle donne cattive per dominare il mondo col loro “ficapower”?

O’ Brien: Se noi elite, che il mondo lo controlliamo non fossimo sfacciatamente maschilisti, (anche  se obblighiamo l’uomo comune a credere alle scemenze femministe), non avremmo mai affidato  alle donne un simile potere, ma noi pensiamo e siamo completamente persuasi che le donne siano troppo scioccamente capricciose ed egocentriche per trasformare questo nuovo potere in qualcosa di organico e concorrenziale al nostro.
Hanno un potere enorme ma è autoreferenziale, e vissuto in maniera singola, atomizzata e semmai in concorrenza fra di loro; le donne comandano l’uomo comune e noi comandiamo le donne, diciamo loro che cosa è chic, che cosa è glamour e loro ci seguono come scimmie ammaestrate, se scrivessimo su Vanity fair che è chic buttarsi nel pozzo senz’altro lo farebbero, di sicuro sono un problema per voi, non per noi.

Winston: Ah sì? E se le donne usassero il potere del ricatto sessuale contro di voi, che fine fareste? La stessa degli altri che avete creduto di gabbare così?

O’Brien : A noi delle donne non ce ne può fregare di meno, noi siamo anedonici, incapaci di sperimentare piacere, una delle caratteristiche per riconoscere chi il potere ce l’ha rispetto a chi ne possiede solo una caricatura, è proprio questa: la radicale anedonia, il disinteresse supremo per ogni aspetto gioioso della vita, il culto del potere nella sua forma più pura e austera.
Infatti quando fra noi si infiltra un uomo comune, uno come tutti gli altri, magari arricchito, un parvenù come ad esempio Berlusconi, facciamo in fretta  a eliminarlo, gli mettiamo una troia nel letto, uno scandalo sessuale e via; il potere è un dio esigente e geloso che non tollera altri idoli al suo fianco.

Winston: Bhe, sai, in fondo non mi dici nulla di nuovo…
C’è persino quel proverbio siculo, citato spesso da capimafia miliardari che pure si tengono mogli orribili, non toccano donne,e vivono in catapecchie di Corleone:
”cumannari è megghiu ca futtiri”,
comandare è meglio che scopare…
Uno stile di vita basato sull’esclusivo compiacimento dell’esercizio del  potere sugli altri, se vi sentite contenti così, continuate pure…

O Brien: Sì per noi è così, come dici, ma noi a differenza dei capi mafia ne abbiamo fatto una scienza, una scienza sociale che ci permette di tenere per le palle tutto l’orbe terracqueo che è stato messo sotto l’egida del femminismo e della cosiddetta ”liberazione sessuale”, quella roba che viene definita ”libero occidente”.

Winston: Dite cose che ho avuto modo di verificare, però non mi convincete completamente, questa non è del tutto una novità, i preti per esempio hanno sempre proibito il sesso durante il medioevo, no?

O Brien: I preti non hanno mai proibito il sesso, questo lo dicono i sociologi moderni, lo hanno semplicemente neutralizzato da un punto di vista sociale, rendendolo inadatto a costituire un sistema di potere alternativo al loro; durante il medioevo il 90% della popolazione sopra i vent’anni era sposata e tutti potevano disporre del canonico diritto coniugale, e si sa, allora non c’era l’aspirina per il mal di testa…
Dire che nel medioevo non si faceva sesso, significa dire qualcosa di persino parodistico, considerate le condizioni dell’uomo moderno, ma non ve ne rendete conto perché  vedete la fica in TV, sui giornali, sugli autobus e pensate che sia ovunque, e di fatto è ovunque, tranne che nel vostro letto, poveri scemi…
Ai preti poi del sesso non importava granché, contrariamente a quanto raccontano i moderni, a loro il sesso non interessava granché, perché  tenevano sotto scacco il mondo con il dolore, creando sofisticati e terribili strumenti di tortura.
Le vergini di Norimberga, le tavole chiodate, le forche erano situate al centro delle piazze, così come ora ci sono gigantografie di donne nude che ammiccano al passante, PERCHE’ SVOLGONO LA STESSA FUNZIONE WINSTON, CAPISCI?
E’ solo cambiato ”l’instrumentum regni”, dal dolore si è passati al piacere, tutto qui, è semplice, non ci vuole una mente particolarmente complessa per capirlo, puoi arrivarci anche tu.

Winston: Però scusa, ammesso che le cose stiano in questo modo non è stato forse un miglioramento considerevole e auspicabile?

O’ Brien: Dipende dai punti di vista, nel Medioevo contrariamente a quanto si crede, si scopava e si scopava in abbondanza.
La chiesa chiudeva un occhio e anche 2, il sesso non era ”instrumentum regni” e allora era molto più disponibile che oggi, allora i single erano una realtà marginale, oggi metà della società è fatta di single, ed è tutta gente che ha rapporti occasionali, o che non ne ha affatto, dunque è costantemente sotto ricatto, la solitudine imperversa e sempre meno persone hanno una relazione con l’altro sesso.

Winston: se è come dici tu, c’è un modo per scardinare questo sistema?

O Brien: No, ed è per questo che abbiamo preferito questo nuovo metodo, certo  si potrebbe forse rovesciarlo, quando la tecnologia inventerà androidi sessuali sufficientemente simili a esseri umani, ma ciò è tutt’altro che vicino…
Diversamente, attualmente, scardinarlo non si può, perché  questo è un sistema di potere decentrato, non c’è un re, un esercito da combattere, una bastiglia da conquistare, è tutto impersonale, e per di più se non rompi troppo i coglioni, o non sei del tutto tagliato fuori dalla società, qualcosa puoi sempre racimolare, il sistema non è così stupido da ”eliminare tout court” il sesso da intere classe sociali, esso viene semplicemente dato in modo razionato, ogni tanto,un pò come il soma in Brave New World di Aldous Huxley.

Winston: dunque anche Huxley si era sbagliato sul futuro?

O’Brien: si lui aveva previsto l’avvento di una società pansessualizzante, ma in realtà non è andata precisamente così, qui la pansessualizzazione della società è avvenuta solo su un piano immaginario-onirico, a fare da contraltare alla  realtà  in modo da aumentare il bisogno sessuale sovrastimolandolo.

Winston: quale sarà il futuro dunque?

Se devo immaginare un futuro, penso ad un volto umano, un volto umano calpestato non da uno stivale militare, come pensavi tu, ma da uno col tacco a spillo, che dici Winston, ti piace?

Winston: Io penso che tu sia pazzo e pervertito, ma una cosa penso, l’amore, l’amore libero e non mercenario ammesso che esista è sì un atto rivoluzionario…

O’Brien: Sei un allievo cattivo e presuntuoso, ma io non ti annichilerò con un colpo alla nuca, come pensavi tu, no, io ti lascerò vivere, e lascerò che siano le tue sciocche illusioni a ucciderti ogni giorno.
No, non morirai sorridendo, io per te ho un finale più cattivo, vivrai triste e disilluso, e solo allora saprai che cosa fare della tua ”libertà”.

Winston: Forse ora capisco, quel che intendi dire, sì, in fondo ha un filo logico, solo che…
(Winston rimane zitto per alcuni minuti)

O’Brien: Solo che?

Winston: ”Solo che questo era il mondo che io e Julia, quando era ancora viva (sgorga una lacrima sul suo viso) avevamo sognato, credevamo fosse ”LA LIBERTA’…

O’ Brien: Soffri perché  sei un allievo cattivo e disattento, non ti avevamo detto in tutti i modi che LA LIBERTA’ E’ SCHIAVITU’ E LA SCHIAVITU’ E’ LIBERTA’?
La verità te l’abbiamo messa sotto il naso, non dovevi cercarla in libri proibiti, era lì sotto i tuoi occhi.

Winston: In che senso?

O’Brien: ”Quando a un sistema vengono tolte le sue regole, se ne creano semplicemente altre, più sottili, tiranniche, difficili da evadere, perchè impalpabili, NON SCRITTE, in sostanza non c’è un evoluzione, ma un’involuzione perché  la legge scritta libera l’uomo dal dispotismo della legge non scritta, ovvero dell’arbitrio non solo dei governi, ma del comportamento dei singoli.

Noi non abbiamo obbligato nessuno, non abbiamo usato la forza, non abbiamo usato i fucili, è tutto accaduto spontaneamente, in modo straordinariamente libero, come piace tanto dire a te.
La forza che abbiamo usato è stata appunto la vostra ignoranza, il vostro non conoscere voi stessi né  la natura umana, eccoti spiegato il secondo motto ”l’ignoranza è forza”: tramite la vostra ignoranza abbiamo lasciato che foste voi a costruire le vostre nuove catene:

vi abbiamo lasciato liberi e ingenui come bambini a giocare ai regoli del  ‘creiamo un mondo migliore”, secondo i vostri sogni, concetti, idee e la vostra agognata libertà, avete fatto tutto da soli, ve la siete costruita voi questa nuova prigione, col sorriso sulle labbra, camminavate su un prato coi fiori nei capelli, avete preso la chiave delle vostre esistenze e ce le avete consegnate a noi, i vostri nuovi carcerieri.

Winston: E come avete fatto?

O’Brien: Abbiamo preso i vostri sogni, i vostri desideri, li abbiamo tagliati a pezzettini e ve li abbiamo venduti al grammo.
E pertanto fino a che un uomo desidererà e sognerà, rimarrà saldamente sotto il nostro potere e condizionamento.

Winston: Stai parlando della pubblicità, della società dei consumi?

O’Brien: Anche, ma non solo, ti faccio un esempio:
il regista giapponese Takeshi Kitano si era stupito del fatto che, venuto a lavorare negli Stati Uniti, si era reso conto che gli americani lavoravano più dei giapponesi, e questo per lui era stupefacente, e forse anche per te, ma non per me…

Chi vive fuori dall’occidente si stupisce sempre nel constatare che nel mondo delle libertà, si è meno liberi che fuori, lo immaginavi in un certo modo, ma lo trovi un altro…
I giapponesi sono irreggimentati, inculturati, obbligati a lavorare dai superiori, vivono ancora adesso secondo regole medievali, eppure gli americani lavorano più di loro, ma c’è qualcuno che li obbliga?

Winston: No, è una società ”libera”…

O’Brien: Libera un cazzo, Winston, gli americani  sanno che se non riusciranno a raggiungere gli skill sociali, verranno immediatamente scartati dal punto di vista sessuale e ne sono completamente terrorizzati, la parola ”loser” serpeggia temibile, nei loro cervelli e cercano di allontanarla lavorando come dei pazzi, persino più pazzi dei pazzi giapponesi.

La società giapponese per contro è una societa ”medievale moderna”, irreggimentata e inculturata secondo logiche gerarchiche feudali, per cui la famiglia tradizionale è ancora rispettata e gli uomini possono stare relativamente più tranquilli di fronte allo spettro del rifiuto, certo anche loro si sono occidentalizzati, ma paradossalmente risultano più liberi…

Più liberi, perché  più irreggimentati, più gerarchizzati.

Questo è un perfetto esempio di come una società irreggimentata e gerarchica, sia paradossalmente più libera di una società cosiddetta libera.

Ora capisci il motto LA LIBERTA’ E’ SCHIAVITU’ E LA SCHIAVITU’ E’ LIBERTA’?

E così vale per la DDR, l’Unione Sovietica ecc… erano tutte società gerarchizzate, ma dove tuttavia il singolo non aveva la spada di Damocle sulla testa del rifiuto, per cui,anche se in apparenza più coercitive, nella realtà dei fatti lasciavano l’uomo medio più libero, libero dalla tirannia di una condizione costantemente precaria.

La precarietà,Winston,la precarietà e non l’autorità è la condizione migliore del controllo.

Rendili instabili, rendili precari, costantemente bisognosi di conferme,sempre a rischio,e saranno sotto il tuo controllo.

Mi segui Winston? Mi segui o stai dormendo?

Winston:…Si però sta di fatto che non mi pare che nemmeno il Giappone, né  l’ex Unione Sovietica fossero società libere, né  tantomeno ”felici”.

O’Brien: Ficcati nella testa che libero non significa un cazzo. E’ un’astrazione, è un brand, è un’illusione, la libertà in questo mondo, da che nasci fino a che muori, non esiste.

Esistono però uomini che ne sono consapevoli e uomini che continuano a giocare ai regoli del ”creiamo un mondo migliore” e la libertà è il loro pezzo da novanta, ma anche il nostro Winston,
con la libertà stiamo conquistando il mondo, prendi gli islamici più si rifiutano di farsi conquistare dalla nostra ”libertà’, più li tacciamo di essere illiberali, e molti dei loro giovani grazie ai nostri media cadono nella nostra trappola, nel nome della libertà abbiamo conquistato mezzo mondo e lo abbiamo chiamato mondo libero, e aspiriamo a fare lo stesso con la metà rimanente, a volte ci proviamo aggiungendo le pallottole, ma non serve a granché perché sarà la ”libertà” stessa a conquistarli, farà tutto da sola, diventeranno anche loro suoi adoratori…

Ma la libertà che cos’è Winston?

E’ LA SCHIAVITU’ PIU’ SFACCIATA, PERCHE’ E’ QUELLA MEGLIO NASCOSTA.

Winston: Parlami dell’ultimo motto LA GUERRA E’ PACE,LA PACE E’ GUERRA, cosa significava?

O’Brien: Considera il cosiddetto mondo libero, quello occidentale? Tu vedi guerre?

Winston: No

O’Brien: Eppure mentre la vita scorre pacifica è in atto una delle più rovinose guerre dell’umanità, una guerra che colpisce gli individui nei loro bisogni più intimi, perchè li obbliga a combattere contro CHI PIU’ AMANO…
E’ LA GUERRA DEI SESSI, c’è forse qualcosa peggiore di questo?
Non preferiresti partire e combattere uno sconosciuto, uno straniero, piuttosto che combattere chi ami e dal quale vorresti essere riamato?

La guerra delle nazioni contro le nazioni compatta la popolazione nella tragedia comune, e impedisce il formarsi di enormi crepacci e spaccature in seno alla società, è un collante sociale formidabile, più della religione, diversamente le società sprofondano in un quieto individualismo che inevitabilmente erompe in guerre intestine alla società.
In questo senso, si….
LA GUERRA E’ PACE, E LA PACE GUERRA.
Niente di ciò che ti ho detto Winston è falso,  niente…

Winston: Solo un’ultima domanda, chi è il grande fratello?

O’Brien: Hai presente la trasmissione che ha preso quel nome?

Winston: Sì, ho presente…

O’Brien: E’ il più perfetto esempio di come siamo riusciti a imporre una schiavitù in modo VOLONTARIO E TOTALMENTE LIBERO.

Winston: Cioè?

O Brien: Ti risulta che abbiamo dovuto obbligarli a essere messi sotto le telecamere?
No, noi abbiamo creato un perfetto esperimento di come indurre la gente a sperimentare la propria schiavitù in modo spontaneo;
ti ricordi la telecamera puntata davanti a te nel tuo salotto, quella a cui cercavi di fuggire mettendoti negli angoli morti di casa tua?
beh sappi che ci siamo divertiti a ricreare la stessa situazione, solo in modo totalmente libero e volontario, con milioni di  persone complici che osservavano e non erano psicopoliziotti, era gente comune, era chiunque…
Ora capisci chi è il grande fratello, abbiamo cercato di spiegartelo…

Winston: La televisione, i mass media?

O’Brien: No

Winston: I potenti, la massoneria?
O’Brien: No.

Winston: E allora chi?

O’Brien: IL GRANDE FRATELLO….
SEI TU.

 

23 Commenti

Fabrizio Marchi 5:57 pm - 5th Novembre:

Segnalo questo ottimo e simpatico contributo di Enrico Fiorini
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Animus 2:57 pm - 6th Novembre:

O’Brien: IL GRANDE FRATELLO….
SEI TU.

E “torniano a Bomba”: l’unica rivoluzione, è quella interiore.
(dal momento che non esiste una realtà, ma solo una coscienza in grado di percepire un certo livello della realtà… )

Senza questo indispensabile presupposto: parole parole parole…

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Costanza 11:46 pm - 6th Novembre:

Rivisitazione molto carina e avvenilistica. Mi piacerebbe solo avere un chiarimento sul punto: “questa non è una questione di classe sociale o politica, ma è una questione ”ontologica”.” Ecco, il mio dubbio sta nel fatto ontologico. Tutto il botta e risposta (sia l’originale di Orwell, sia quello rivisitato) sembrava muovere su rapporti di forza (io direi di classe, Orwell avrebbe forse detto socio politici). La mia domanda è: perchè l’ontologia?

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sergio 9:42 am - 7th Novembre:

>>
O Brien: che la definizione di civiltà del piacere è illusoria, in verità non si è mai FATTO COSI’ POCO SESSO,
>>
Questa è una tesi molto discutibile…
Trattasi di opinioni che non hanno alcun reale riscontro.
Sì, è vero che oggi non si fa affatto tanto sesso, ma non è che in epoche passate uomini e donne andassero d’amore e d’accordo, e passassero le giornate a chiavare… Per esempio, quanto sesso facevano i contadini o i minatori del Settecento…?
Mah…

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sergio 9:54 am - 7th Novembre:

>>
durante il medioevo il 90% della popolazione sopra i vent’anni era sposata e tutti potevano disporre del canonico diritto coniugale, e si sa, allora non c’era l’aspirina per il mal di testa…
Dire che nel medioevo non si faceva sesso, significa dire qualcosa di persino parodistico, considerate le condizioni dell’uomo moderno, ma non ve ne rendete conto perché vedete la fica in TV, sui giornali, sugli autobus e pensate che sia ovunque, e di fatto è ovunque, tranne che nel vostro letto, poveri scemi…
>>
Nel medioevo l’igiene era quello che era, tolti i ricchi e i potenti, il resto della popolazione faceva una vita di merda e campava poco (la vita media era molto più bassa di quella odierna), gli anticoncezionali erano quello che erano, ecc ecc.
Ripeto: in base a quale prova incontrovertibile si può affermare che i contadini, i minatori, o i pescatori di allora facessero più sesso di oggi ? Forse in base a distorte convinzioni personali ?
Per quanto mi riguarda non vorrei mai vivere in quell’epoca, come attualmente non vorrei mai vivere in paesi tipo l’Iran o la Corea del nord.

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Luigi Corvaglia 10:24 am - 7th Novembre:

sergio: Per esempio, quanto sesso facevano i contadini o i minatori del Settecento…?

….
Nel settecento non lo so.
Ho però avuto modo di osservare, ed ascoltarne i racconti (racconti che non troverai su nessun libro), la fine della civiltà contadina nella mia zona.
L’impressione che ne ho avuta è che al di sotto della superficie di una società abbastanza bigotta, si fornicasse. Alla grande anche …. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gif

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ARMANDO 12:10 pm - 7th Novembre:

A me la discussione sulla quantità di sesso in epoche precedenti la nostra sembra un po’ oziosa. Basti sapere che sesso è sempre stato fatto, nonostante tutto. Prova ne sia la quantità di figli legittimi e illegittimi del passato. Di nascosto o meno, ma sempre.
In modo diverso fra classi sociali diverse, ovviamente, e forse è su questo che dovremmo confrontarci.
armando

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Animus 3:19 pm - 7th Novembre:

Costanza: l’ontologia

Se posso dare la mia interpretazione, magari non perfettamente coincidente con (quella de) l’autore dello scritto, dato che anch’ io/noi, abbiamo spesso ab/usato di questo termine, un’idea quantomeno “prossima” credo di averla.

L’illibertà è ontologica all’uomo, fa parte della sua natura, fondamentalmente perchè l’uomo nasce, si ammale, invecchia, e muore, il tutto, a prescindere dalla sua volontà (“Secondo la tradizione, Buddha giunse alle sue fondamentali e illuminanti verità meditando su nascita, malattia, vecchiaia e morte, eventi imprescindibili della condizione umana)

Solo la prima: l’uomo non nasce libero perchè…nasce!
Quando si dice “è nato” (in forma attiva, come se lui fosse il soggetto), a me pare che vi sia del torbido: ha forse voluto?

Si dirà, ma non è possibile voler nascere!
Appunto, non lo è.
Ecco perchè, è ontologico.

Le conseguenze dei 4 mali (le illibertà) connaturati alla condizione umana, non è qualcosa che riguarda … la società o le classi.
I mali che vi si riverberano, nelle sovrastrutture, non sono che una forma, tra le tante possibili, di quelli “originali”, del fatto che essi esistono, e questo malessere, si manifesta sotto una data forma.

Questo è l’abisso ….

Spero di aver chiarito, perché, ontologico.

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Costanza 11:52 pm - 13th Novembre:

Mi rimane ancora un po difficile da mandare giù, essenzialmente perchè ontologia nel senso classico del termine vuol dire studio dell’essere al di là degli enti attraverso i quali esso ci si manifesta nelle apparenze e nei fenomeni. Quindi la differenza tra essere e esistere è fondamentale, dato che l’essere è in se e per se e non ha bisogno di nient’altro, mentre l’esistere non ha l’essere in proprio ma lo riceve da qualcos’altro. Detto questo, a mio modo di vedere si può parlare di un discorso sull’esistere (duanque ecco la domanda del “perchè ontologico?) e da marxista penso che questo non possa prescindere dal discorso delle classi in quanto come diceva Marx, la storia dell’uomo è essenzialmente stroria di lotta fra classi. Poi, Marx prima di tutto ha elaborato, e questa io ritengo sia la parte più importante della teoria marxiana, la tesi secondo cui la categoria fondamentale dell’essere sociale, ma ciò vale per ogni essere, è che esso è storico. Nei manoscritti parigini Marx dice che c’è una sola scienza, cioè la storia, e anzi addittura aggiunge: «Un ente non oggettivo è un non-ente». Esistere significa, quindi, che qualcosa esiste in un’oggettività di forma determinata. Cioè, l’oggettività di forma determinata costituisce quella categoria a cui l’ente in questione appartiene. Questo riassume il motivo del mio dubbio.

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Animus 3:41 pm - 7th Novembre:

Animus: Quando si dice “è nato” (in forma attiva, come se lui fosse il soggetto), a me pare che vi sia del torbido: ha forse voluto?

E’ chiaro che qui si innesca la recriminazione (a mio parere giusta) femminista, c’è qualcosa, un potere (sul quale ci torniamo tra pochissimo), che è stato tolto alle donne: il tema della volontà: “è nato”, non dovrebbe essere la forma attiva di un verbo intransitivo, ma quella passiva etc etc.

Il trucchetto (linguistico), serve a rubare la volontà.
Ma questa volontà rubata, questo potere sottratto, si vendica.

Mi viene in mente una frase letta di recente su l’interferenza (Indignazione a senso unico) di Marica Guazzora che cita Camilla Ravera:

“la donna libera dall’uomo e tutti e due liberi dal capitale. … le due cose marciano insieme o non marciano affatto”

A parte il fatto che manca, non a caso, una condizione, “l’uomo libero dalla donna” , la cosa molto interessante di questa frase, è riuscire a cogliere il nesso del potere rubato: il potere del capitale come alternativa a quelle del potere femminile.

Inutile dire che alle donne anticapitaliste, non interessa liberare gli uomini, ma liberarli dal capitale per …sottometterli al proprio.

Infatti, se il terzo è escluso (le donne dagli uomini, ed entrambi dal capitale), non è per puro caso…

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Marco 10:44 pm - 13th Novembre:

Molto interessante la prospettiva proposta ma mi sembra che venga attribuita troppa rilevanza al sesso. Dico che è troppa per due motivi:
1) se il “motore” sociale fosse solo il sesso il problema non si porrebbe nei paesi occidentali dove la prostituzione viene esercitata liberamente e legalmente e dunque non è richiesta nessuna “social skill” per accedere al sesso puro e semplice
2) la paura che viene generata nel cittadino di un paese “liberale e liberista” non è certo limitata alla vita sessuale: ci sono rischi molto più grandi che corre un cittadino di un paese come USA o UK: finire come le persone che vede nei quartieri poveri, senza tetto (o quasi) senza coperture sanitarie, senza cibo o quasi. La preoccupazione per la vita sessuale può essere un lusso.

Detto questo c’è comunque uno spunto interessante su cui mi ha fatto riflettere questo articolo: il ruolo delle donne a sostegno della diffusione di ideologie e atteggiamenti di competizione sociale (e quindi contro la diffusione di ideologie e atteggiamenti solidaristici). Se le donne sono attratte da modelli maschili incarnati da soggetti che sono vincitori nella competizione sociale questo crea da un lato un incentivo negli uomini verso una competizione sempre maggiore, dall’altro punisce di fatto i portatori di modelli sociali o umani differenti che non accettano di entrare nella competizione.

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ARMANDO 12:39 pm - 14th Novembre:

Costanza,

Ogni essere è storico, vale ovviamente, nella tesi di Marx, per l’essere umano, non certo per gli animali che storici non sono affatto nel senso di trasformazione consapevole dell’ambiente che li circonda. Essi, semmai, lo subiscono anche adattandosi ad esso nella loro struttura fisica. L’uomo no, è storico in senso proprio. Ma storico, neanche in Marx, non signfica affatto che non possieda una natura sua propria, e non solo fisica a meno di credere che corpo e spirito, corpo e psiche siano interamente separati. Quindi esiste un’onotologia. Il problema si pone nel momento in cui l’agire dell’uomo non tiene conto di questo e perciò crea squilibri e storture psichiche e poi, in futuro, anche corporee. Anche Marx è d’accordo nel definire l’uomo essere sociale, e già questo è un elemento ontologico. Quando il capitale parte invece dal presupposto che l’uomo esista a prescindere da ogni altra determinazione, prima sociale ora anche corporea, ne intacca l’ontologia. A cascata viene il resto, compresa la differenza sessuale e tutto quanto andiamo dicendo .
armando

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Animus 2:20 pm - 14th Novembre:

Costanza: Mi rimane ancora un po difficile da mandare giù, essenzialmente perchè ontologia nel senso classico…
«Un ente non oggettivo è un non-ente». Esistere significa, quindi, che qualcosa esiste in un’oggettività di forma determinata. Cioè, l’oggettività di forma determinata costituisce quella categoria a cui l’ente in questione appartiene. Questo riassume il motivo del mio dubbio.

E sempre ti rimarrà…così come ti è, forse, fin troppo facile credere nella “scientificità” delle teorie marxiane, le quali, credo lo saprai, Popper (non l’ultimo degli arrivati in fatto di epistemologia) le aveve semplicemente bocciate, diceva che peccavano di “profetismo”, la solita “vecchia storia”, rivestita con abiti moderni.
Operazioni da “negromanti”, insomma…

Cmq, so bene cosa significa, in senso stretto, “ontologico”, ma dato che la metafisica è il regno dei religiosi, o in senso lato, di tutti i “credenti” (perché questa differenza tra ente ed Essere, cmq la si voglia, è un atto di fede, cioè ancora un dogma in cui il filosofo crede, dogma che però ha origine nella religione), parere personale, ritengo che tutti i concetti di cui “possiamo parlare”, debbano avere fondamento nel “fenomeno” (chiaro che sembra ci sia quasi un inversione rispetto al senso classico), perché altrimenti varrebbe la sentenza wittgensteiniana ….”è meglio tacere”.

Insomma, il punto è, vogliamo parlare di cose reali, o vogliamo continuare a dar maggior valore ai concetti che “stanno al di là della realtà”..nell’ “oltremondo”?

Non so te, ma io non posso:
“Vi scongiuro, fratelli miei, restate fedeli alla terra, e non credete a coloro che vi parlano di speranze soprannaturali. Sono avvelenatori; lo sappiano o no.
Sono spregiatori della vita, moribondi, avvelenati essi stessi.
Una volta l’anima guardava con disprezzo il corpo: e quel disprezzo era una volta il più alto ideale: lo voleva magro, odioso, affamato”.

Ma sarebbe sbagliato pensare che la critica sia rivolta soltanto ai credenti della “religione” (propriamente detta)….

“Questi signori idolatri del concetto, quando adorano, uccidono, impagliano, diventano un pericolo mortale per ogni cosa.
La morte, il mutamento, la vecchiaia, così come la procreazione e la crescita, per loro sono obiezioni, addirittura confutazioni.
Ciò che è, non diviene; ciò che diviene, non è …

Essere filosofi, essere mummie, rappresentare il monotono-teismo con mimica da becchini!
E soprattutto via dal corpo, questa miserevole idée fixe dei sensi!
Affetto da tutti i possibili errori della logica, confutato, persino impossibile, eppure tanto sfrontato da atteggiarsi come reale! ”

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Costanza 9:17 pm - 14th Novembre:

A me non sembravano constatazioni così peregrine, specialmente se si vuole fare politica, a mio modo di vedere si devono avere idee e concetti chiari. Non esalto la parte del marxismo positivista, non era mia intenzione e di certo non avrei tirato fuori cavilli filosofici se l’articolo fosse stato di matrice diversa. Comunque andrei cauta ad esaltare Popper che come saprai, invece che di rivoluzione, parla di riformismo gradualista, basato cioè sull’attuazione di interventi limitati e graduali e sul confronto dei risultati previsti con quelli effettivamente raggiunti, facendo del becero interclassismo. Non mi sembrano questi concetti “al di fuori della realtà” o “dell’oltremondo”.

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Enrico Fiorini 8:46 pm - 14th Novembre:

Ragazzi,cerchiamo di semplicizzare e di non avvitarci sui termini che ho usato…
Allora, che io sia stato influenzato dal buddhismo è sicuro,ho passato una lunga fase della mia vita a leggere libri sul buddhismo,quindi è indubbio che ne sono stato influenzato…
Il problema è che io ho avuto,per così dire una ”parabola inversa” rispetto agli altri…di solito la gente parte materialista e marxista,poi a un certo punto ha la folgorazione sulla via di Damasco,e diventa ”spirituale”,per cui di volta in volta buddhista,cristiano,sufi ecc…
Per me è stato il contrario,prima ero spirituale,poi sono gradatamente diventato sempre più materialista e marxista,insomma sono stato folgorato sulla via del baffone…
Dunque il punto è semplice,l’uomo non nasce libero,perchè nasce nel bisogno,e nella misura in cui necessiti di questa o quell’altra cosa,che possiede qualcun altro, è vincolato a quel qualcuno altro anche se non ha nessuna relazione di subordinazione gerarchica a quel qualcuno.
Dunque, E’ IL DENARO,CHE RENDE LIBERI,PERCHE’ IL DENARO TI LIBERA DAI VINCOLI DEL BISOGNO.
E’ una questione ontologica nel senso che nascere umani significa nascere nel bisogno…
Basta vedere che cos’è un neonato,un essere che ha bisogno di tutto,e può solo piangere sperando di attirare l’attenzione.
Tutto qui.E’ tutto dannatamente semplice,tutto molto terra-terra.
Poi se uno vuole tagliare alla radice ogni bisogno o desiderio ponendosi in uno stato mentale particolare è libero di farlo,io non ho nulla in contrario,solo che questa non è più la mia scelta,non è la mia scelta perchè per me non è una scelta onesta:
Siddharta Gautama il Buddha Shakiamuni,era un principe,e dunque ha provato e sperimentato tutti i piaceri della vita,e dopo, in preda a uno spleen,un tedium vitae,tipico di chi ha avuto tutto,sentimento che probabilmente non sperimenterò mai, ha scelto di rinunciare a tutto con un colpo di spugna.
Io invece sono un uomo beta e dunque a che cosa rinuncio?
A quello che non ho?
Non mi pare una scelta onesta.
Ancora una volta,forse,è di nuovo una questione di classe…

E poi detto fra di noi,io la pianterei di dare addosso solo al Cristianesimo,il problema del Buddhismo e dell’Induismo è che sono delle religioni che hanno un grande valore nella crescita personale del singolo individuo,ma sono deleteri per quanto riguarda il contesto sociale:
Vogliamo parlare dello schifo del sistema delle caste?
Certo che il concetto di karma,da una parte sembra rendere il mondo un posto più giusto,ma nei fatti semplicemente giustifica lo status quo:
Sei nato un paria?
Mbe che cazzo vuoi?hai peccato nelle vite precedenti e adesso devi scontare,se fai il bravo rinascerai in una classe sociale superiore.
DELLA SERIE:SEI NATO NELLA CLASSE SOCIALE SBAGLIATA,RITENTA E SARAI PIU’ FORTUNATO.
No,non ci siamo,decisamente non ci siamo.

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Enrico Fiorini 9:24 pm - 14th Novembre:

Solo alcuni possono permettersi il LUSSO di rinunciare,chi non ha,a che cosa rinuncia?

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Animus 12:55 pm - 15th Novembre:

Costanza: invece che di rivoluzione, parla di riformismo gradualista, basato cioè sull’attuazione di interventi limitati e graduali e sul confronto dei risultati previsti con quelli effettivamente raggiunti

______________

Che è anche l’unico approccio posssibile.

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armando 1:13 pm - 15th Novembre:

Enrico Fiorini,

Questo ragionamento porta dritti dritti all’esaltazione del capitalismo come sistema sociale più adatto all’essere umano.
1) intanto distinguerei fra bisogno e desiderio. Il primo induce ad una coazione (se hai fame prima di morire rubi il cibo), Il desiderio è o dovrebbe essere se correttamente inteso, libero. Non solo, il desiderio è procrastinabile, anzi alle volte la sua soddisfazione viene rimandata per accrescerne successivamente il piacere o in nome di qualcosa che si considera superiore. Lo facciamo più spesso di quanto si pensi. E’ invece il bambino che è incapace di questa posticipazione. Lenin, per stare all’ispirazione di questo sito, parlava di “estremismo malattia infantile del comunismo”, a significare che in nome del superiore interesse della rivoluzione si doveva anche saper rinunciare al desiderio di ribellione immediata.
2) I bisogni non sono tutti uguali. Ce ne sono di naturali e di indotti, e proprio questa è la grande capacità del capitale, quella cioè di fabbricare ciò che le persone finiranno per sentire come bisogni da soddisfare ad ogni modo. Quì c’è anche un errore di Marx il quale pensava, ma all’epoca era scusabile, che dietro al valore di scambio ci fosse sempre un valore d”uso naturale. Oggi sappiamo che non è così. E’ spesso il valore di scambio che crea quello d’uso e non viceversa. Grandiosità del capitale!
3) La creazione di bisogni è essenziale al meccanismo di riproduzione del capitale, al quale occorre in tutti i modi sfuggire se non vogliamo ritrovarsi impigliati nella sua logica, anche credendo di compiere atti rivoluzionari. Penso agli espropri proletari, nei quali qualcuno si riempiva la bisaccia di oggetti di lusso credendo di fare chissà cosa, ma semplicemente dando sfogo al meccanismo dell’invidia o del risentimento. Ora, se il proletariato (diciamo le classi subalterne, ma meglio ancora tutti i soggetti che non si riconoscono nella logica del capitale) non vogliono semplicemente prendere il posto di quelle oggi al potere per fare le stesse cose , devono esattamente sfuggire a questa logica per proporne una opposta, ad essa irriducibile. una vera cultura alternativa alla presente. Altrimenti, ed è ciò che è accaduto nel socialismo reale, saranno risucchiati inevitabilmente .
Chi non ha nulla, e sono tanti, deve semplicemente rinunciare a pensarsi bisognoso nel modo con cui il capitale lo vuol fare pensare. Risolti dignitosamente i bisogni vitali, perchè invece di pensare ad altro, a elevarsi spiritualmente o culturalmente o anche solo a godersi la bellezza della natura, le persone si affannano a spendere i pochi soldi che hanno per l’ultimo i phone o l’ultima versione di cellulare, in attesa ansiosa di quella prossima? E’ la logica della società liquida dei consumi da cui occorre uscire. Il socialismo reale ha fallito perchè si è pensato come un sistema migliore del capitalismo a risolvere gli stessi problemi. Errore madornale sul piano concreto di organizzazione sociale ed economica, ma ancor più su quello teorico.
Altro discorso è se il materialismo filosofico, per sua natura profonda, sia in grado di pensare un modo di essere davvero diverso da quello capitalistico o se invece sia costretto, alla fine, ad approdare proprio a ciò che voleva combattere.

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armando 3:46 pm - 15th Novembre:

Enrico Fiorini,

Al modo di pensare a cui vuole abituarci il capitale. Se ci riesce, e ci riesce ” E’ IL DENARO,CHE RENDE LIBERI,PERCHE’ IL DENARO TI LIBERA DAI VINCOLI DEL BISOGNO.”, ha già vinto in qualsiasi modo si chiami il regime sociale vigente. In fin dei conti il socialismo reale ha perso perchè se stesso come un modo di produrre più beni, come il capitalismo ma in modo più giusto. Ma il capitale i bisogni li inventa a proprio uso e consumo, E’ questo è stato anche l’errore di Marx, al suo tempo comprensibile. Non è vero che il valore di scambio presuppone quello d’uso. Oggi è sempre più vero l’opposto- I bisogni, a parte quelli vitali, non sono i desideri, i quali possono essere posticipati da soggetti adulti in nome di qualcosa più importante. Il capitale ci vuole bambini incapaci di ciò, come gli ex “espropriatori proletari”. “estremismo malattia infantile del comunismo”, diceva Lenin, a significare appunto questa capacità. Essere incompatibili con la logica del capitale significa non sentire come bisogno compulsivo ciò che il capitale vorrebbe spingendosi a comportamenti che mentalmente, psicologicamente, filosoficamente, sono dentro la sua logica. Non sono esperto di buddismo in tutte le sue complesse implicazioni, ma penso che quell’autosufficienza psichica che persegue è positiva. Così come Cristo che nel deserto respinge le offerte di satana.
Non è questione di essere pauperisti perchè nessuno ama la povertà, ma di non concentrare tutta la vita negli oggetti, fatto salvo ripeto, quelli che sono necessari per una vita dignitosa e per i quali è sacrosanto lottare con ogni forza contro tutti coloro che non lo consentono.

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Luigi Corvarglia 6:39 pm - 15th Novembre:

Dannazione *dash*
Ho cancellato inavvertitamente un commento finito nello spam. Ho fatto in tempo a vedere che si trattava di una risposta ad Armando.
Mi scuso con l’autore/l’autrice e, sperando lo abbia salvato, lo/la invito a reinviarlo.

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Enrico Fiorini 8:34 am - 16th Novembre:

Io non esalto il capitale,perchè è ovvio che il denaro rende libero solo chi ce l’ha e schiavo chi non ce l’ha,la libertà dell’uno è la schiavitù dell’altro,è questa la criticità di questo sistema,più che una sua esaltazione è una constatazione dell’evidenza,no?
L’uomo è libero solo se ha gli strumenti per soddisfare i suoi bisogni,e il denaro è lo strumento che permette questo in questo sistema,in altri si spera di no.

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Daniele 10:53 am - 16th Novembre:

Enrico Fiorini:
Io non esalto il capitale,perchè è ovvio che il denaro rende libero solo chi ce l’ha e schiavo chi non ce l’ha,la libertà dell’uno è la schiavitù dell’altro,è questa la criticità di questo sistema,più che una sua esaltazione è una constatazione dell’evidenza,no?
L’uomo è libero solo se ha gli strumenti per soddisfare i suoi bisogni,e il denaro è lo strumento che permette questo in questo sistema,

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Concordo.

>>
Enrico Fiorini
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in altri si spera di no.
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Il problema è che in altri sistemi bisogna sopravvivere in altri modi, tipo andando a caccia, a pescare o a coltivare la terra, come nel Paleolitico o nel Neolitico.
In sostanza l’unica vera libertà sta solo nel non nascere… perché nel momento in cui si nasce (non scegliendolo, come ciascuno di noi), si è già schiavi di qualcosa e/o di qualcuno.

Del resto nessuna forma vivente sulla Terra è libera nel momento in cui nasce.
E’ la vita in sé che rende “schiavi”.

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armando 6:16 pm - 16th Novembre:

Enrico Fiorini,

Non stavo dicendo che volutamente esalti il capitale ma che le tue considerazioni finiscono per andare in quella direzione, anche contro volontà.
1)Non è vero che “il denaro rende libero solo chi ce l’ha e schiavo chi non ce l’ha”. C’è gente piena di soldi molto più schiava di chi non ne ha. Schiava dei soldi stessi, della loro ricerca spasmodica, delle abitudini e degli stili di vita fasulli che proprio i soldi provocano. La schiavitù dei ricchi è certo dorata, preferibile a quella di chi non ha nulla, ma sempre schiavitù rimane. Mi pare fosse Aristotele che diceva che la situazione migliore è di non essere nè troppo ricchi nè troppo poveri. D’altronde il concetto di Misura è alla base di tutta la concezione dell’uomo della GRecia classica. Perchè, vedi, la libertà è prima di tutto una condizione interiore la cui condizione necessaria è di non essere costretti a pensare solo alle necessità vitali. Soddisfatta questa condizione base, si è liberi o non lo si è indipendentemente dai depositi di dollari posseduti. Anzi questi sono spesso una illusione. Insisto a dire che la tragedia del comunismo reale è stata quella di aver posto le sue istanze solo su basi materiali e quando dico questo non intendo che avrebbe dovuto porle su basi religiose, sia chiaro, C’è un romanzo di Sgorlon, Il Calderas, che narra la storia di uno zingaro in Friuli durante la guerra o subito dopo. Sbeffeggiato, scansato, incarcerato, tuttavia anche dietro le sbarre è consapevole di essere molto più libero di tanti altri, perchè il pensiero non può essere messo in galera. Ovvio che si tratta di una rappresentazione simbolica della libertà, ma c’è un nocciolo forte di verità. Se non si conquista interiormente questo nucleo forte, nessun rivolgimento sociale, nessuna rivoluzione politica avranno esiti positivi ma finiranno in disillusione e tragedie.

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