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22 Apr 2016  |  2 Commenti

Repubblica Tv e il sessismo USA: si rasenta il ridicolo, ma tutto fa brodo

Repubblica Tv, organo di informazione spesso “women-oriented” (gli esempi di disinformazione antimaschile si contano a decine, solo negli ultimi due o tre anni) recentemente ci ha fornito una vera e propria “perla” che, provenendo da oltreoceano, nella mente degli strateghi di redazione Repubblichina dovrebbe ricevere una maggiore validazione sociale.

Della serie, “se lo dicono le donne americane, sarà certamente vero“…

Prima di proseguire nella lettura, godetevi pure il video a questo link.

Visto il filmato? Sembra incompleto, gli americani potrebbero aver dimenticato che è sessismo anche dire ad una donna:

 …sa dirmi dov’è viale Mazzini?

…è nuvoloso, forse stasera piove

…stamattina quanto le fa le arance?

…le firmo il mandato, quanto lascio di anticipo?

…la sposto subito, non può chiudere un occhio?

…a che piano va?

…sorrisi e Canzoni e la Gazzetta dello Sport, grazie

…dove trovo i moduli per le raccomandate?

…non ci sono più le mezze stagioni

…Sean Connery invecchiando migliora

…dite quello che vi pare, però Sanremo è Sanremo

…certe volte gli animali sono meglio degli uomini

…il pubblico è il 12° giocatore in campo

…la politica è tutta un magna magna

…certo che i cinesi sembrano tutti uguali

…no, ho detto che non voglio La Torre di Guardia !

…scusi, si è accorta di avermi spaccato il fanalino?

(NB – se ti tampona un uomo puoi fare il CID, se ti tampona una donna non ti azzardare a dire nulla,fai finta di niente altrimenti le graffi il morale, chiaro?).

 Poco importa se lei poi ti riga la carrozzeria, vuoi mettere lo sporco sessismo del graffio morale?

Proviamo a restare seri, anche se non è facile dopo il filmato vittimista dell’Huffington Post in versione yankee. Entriamo nel merito analizzando alcune frasi incriminate come sessiste, che tutte le donne si sentirebbero rivolgere tutti i giorni in tutte le fasi della vita, un pestaggio psicologico strisciante che ogni donna subisce quotidianamente. Ma – come ricorda Nicola Perilli – quello che sfugge a chi queste frasi le pronuncia è lo spessore del “graffio” morale.

Vergogna !

NON ESSERE COSÌ PREPOTENTE. La frase viene ripetuta in milioni di famiglie da milioni di padri e milioni di madri, a milioni di figli e milioni di figlie, per redarguire e – se possibile – correggere la prepotenza del fratellino più grande ai danni della sorellina più piccola, o viceversa. É un dovere che rientra nei compiti educativi di ogni genitore.

Domanda 1: è sessismo se un padre lo dice alla figlia, ma quando lo dice al figlio maschio cos’è?

Domanda 2: è sessismo se il padre (o il nonno, lo zio, il cugino, il fratello) lo dice ad una bambina, ma se a redarguire la bambina sono la madre, la nonna, la zia, la cugina o la sorella, è sessismo ugualmente?

Non solo in famiglia, la scena potrebbe ripetersi anche a scuola; se a dirlo all’alunna è un maestro (ci sono ancora?) è ovviamente sessismo, ma se a dirlo è una maestra, cos’è? E all’alunno, si può dire?

QUANDO DIVENTERAI GRANDE TUO PADRE DOVRÀ CACCIARE VIA I RAGAZZI. Un complimento che potrebbe proveniente da donne e uomini, parenti e non, da chiunque pensi di riconoscere nella bambina una farfalla in bozzolo. O intenda gratificarla lasciando che lo creda, anche se poi non dovesse diventare miss California. Difficile leggere tra le righe l’offesa sessista, a meno che il video voglia insinuare altro: la bimba viene traumatizzata all’idea che il padre-padrone, morbosamente geloso e possessivo, le farà intorno terra bruciata, la condannerà ad una vita di solitudine, la sequestrerà in casa pur di allontanare qualsiasi piccolo o grande spasimante dalle scuole primarie fino al college ed oltre.

SEI COSÌ CARINA. La discriminazione sessista è nel dire che c’è discriminazione sessista. Un padre può – o forse deve – rivendicare il diritto di non essere obiettivo, magari vedendo bellissima la figlia anche se bellissima non è. E può rivendicare il diritto di dire alla figlia che è carina, oppure se la vede carina deve tacere per non graffiarle il morale? Non va trascurata l’ambivalenza: una madre può fare un amorevole complimento alla figlia restando al riparo dalle accuse di sessismo, o è offensiva anche lei?

TI PRENDE DI MIRA PERCHÉ GLI PIACI. Quel biondino fa lo scontroso ma in realtà è pazzo di te, un consiglio “complice” assolutamente non da genitore, più da compagna di scuola o meglio da amica del cuore, quella che la sa lunga, lei che dall’alto dei suoi 13 anni conosce le cose della vita. Sarebbe curioso se il video, diversamente dall’intento iniziale, alla fine dimostrasse che fin dall’adolescenza i comportamenti sessisti in quanto offensivi sono agiti da donne verso altre donne.

DOVRESTI TAGLIARE LE SOPRACCIGLIA. Sollecitazione tipicamente femminile, difficile se non impossibile immaginare che arrivino con le forbicine in mano padri, fratelli, nonni. Per una ragazza potrebbe essere vantaggioso eliminare l’eventuale somiglianza con Breznev, ma questo consiglio squisitamente migliorativo non può che arrivare da chi ha spiccata sensibilità estetica, quindi da mamme e sorelle o meglio dalle coetanee adolescenti con le quali si sperimentano i primi approcci con cerette, cosmetici e pinzette.

Un elemento emerge prepotentemente: l’inizio del video autocommiserativo mostra bambine di età crescente, nessuna delle quali accenna ad insulti, divieti, minacce di punizioni corporali o sanzioni di altro genere; sessismo ed aggressioni morali deriverebbero da un elenco di richiami, complimenti, consigli. Che quindi i genitori dovrebbero riservare ai figli maschi, perché ad una femminuccia non è bene dire che non dovrebbe essere prepotente. Perché per lei è lecito essere prepotente? O perché se sbaglia i genitori non devono riprenderla?

La volontà esclusiva ed escludente è palese: il video non parla delle offese che subirebbe l’infanzia in generale, ma solo l’infanzia rosa. Cresce la fascia d’età delle testimonianze, ma la musica cambia poco.

SE TI SFORZASSI UN PO’ SARESTI DAVVERO CARINA – SARESTI PIÙ BELLA SE SOLO SORRIDESSI. Cospargetevi il capo di cenere. Quanti danni hanno fatto miliardi di uomini nei secoli; magari senza saperlo, magari pensando di fare bene, ma hanno traumatizzato intere generazioni di donne. Per quale becera devianza maschilista, offensiva e sessista hanno provato a valorizzare il sorriso di una collega, di una sorella, di una madre, di una figlia? Meglio lasciarla imbronciata, meglio non consigliarle nulla altrimenti parte il graffio morale.

NON VUOI FIGLI? NON HAI PAURA DI ESSERE INSODDISFATTA? Ora entriamo in un terreno minato, il macrogruppo delle malignità. Ci avventuriamo nel delicatissimo campo dello status femminile e della discriminazione, anch’essa tutta femminile, da parte di chi ha raggiunto una condizione verso chi “ancora non ce l’ha fatta”. La frase citata contiene una delle malignità tipicamente rosa, quella della donna-madre (quindi soddisfatta, completa, appagata poiché in grado di assolvere al compito più nobile che Natura preveda) la quale si mostra perplessa di fronte alla scelta di un’altra donna che preferisce non avere figli.

Il meta-messaggio: non hai paura della tua scelta di non essere una donna completa? Anche io credevo di essere soddisfatta senza figli, poi si comprende di esserlo veramente solo dopo il parto. È un consiglio da amica, o perlomeno finge di esserlo, ma insiste sullo status di donna-madre, superiore a quello di chi resta “solo” donna.

Malignità sottile, inarrivabile per qualsiasi uomo.

IL TUO OROLOGIO BIOLOGICO STA TICCHETTANDO. malignità figlia della precedente: sei agli sgoccioli, sbrigati a raggiungere lo status di donna-madre perché corri il rischio di pensarci troppo tardi, quando la capacità di procreare è caduta in prescrizione. Sorvoliamo sulla malignità elevata a potenza, cioè il caso in cui la frase venga rivolta ad una donna che non può avere figli da una donna che invece ne ha. Ah, non è che non vuoi, purtroppo non puoi … scusami tanto, proprio non sapevo.

TI APPAGA ESSERE SOLO UNA MAMMA CASALINGA? Malignità per malignità, ecco la vendetta della donna in carriera. Il veleno è nel “solo”, lasciando intendere che secondo questa ottica la bilancia dello stato sociale viene capovolta, essere “solo” donna-madre si colloca ad un livello inferiore rispetto ad essere donna-manager, realizzata professionista, affermata imprenditrice o altro. Schermaglie al vetriolo artefici di offese sessiste. Ma agite da chi?

SEMPRE LA DAMIGELLA, MAI LA SPOSA. non sei sposata? mi dispiace tanto, che peccato Può dirlo solo la donna che ha la fede al dito, colei che esibisce velatamente il suo status rispetto a chi ancora non lo ha conquistato. Biasimando gli uomini (superficiali, eterni bambinoni che non sanno prendersi le proprie responsabilità) in realtà deride ed offende la donna che non è riuscita ad accalappiarne uno.

TUO MARITO CUCINA? L’HAI ADDESTRATO BENE. Sintesi dei numerosi autogol contenuti nel filmato che nasce come gender oriented ma finisce per dimostrare il contrario di quanto annunciato nel titolo. Questa frase, citata come esempio di 80 anni di discriminazione sessista subita dalle donne, è in realtà un insulto al marito in particolare ed al maschile in generale. Ogni uomo è schiavo, se cucina è impensabile che lo faccia perché vuole, lo fa perché deve. La padrona lo ha addestrato bene – come si fa con le bestie – e lui si sottomette agli ordini. Ha imparato ad eseguire, e se vale ai fornelli il principio vale anche con la pattumiera, con l’aspirapolvere, col carrello della spesa … Il padre non va a prendere i figli a scuola perché vuole farlo, ma perché gli viene ordinato di farlo, ormai non ha una sua volontà ma è condizionato ad eseguire.

È addestrato bene.

Curioso come il video utilizzi delle offese rivolte al maschile per tentare di dimostrare che viene offeso il femminile.

Ma questo succede in America, da noi è tutta un’altra storia… o no?

Fonte: ADIANTUM


2 Commenti

Tommasoobbesio 1:00 pm - 23rd Aprile:

Imbarazzante! Tra l’altro l’espressione “attention whore” è stata tradotta (volutamente?) in maniera del tutto sbagliata: non significa “puttannella in cerca d’attenzioni”, è un’espressione utlizzata per indicare chi farebbe qualunque cosa per ricevere attenzioni, indipendentemente dal sesso

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andrea 12:38 pm - 25th Aprile:

Io non mi sono mai sognato di dire a un coniglio che è carino perchè con gli animali non ci parlo.Ah no,dimenticavo,con le donne sì.Ma forse se anche carina è un’offesa ci dite che cosa vorreste sentirvi dire?E figurarsi che succederebbe se gli dessimo di brutte!Ci sparerebbero.Io carino me lo sono sentito dire,qualche volta,ora le denuncio!Ma siccome più spesso mi sono sentito dare di brutto,che dovrei fare,ucciderle?Ah no,già,offendere un uomo “non è reato”.Forse è il caso che o noi nasciamo muti o voi sorde.Meglio voi sorde,sceme lo siete già.

  (Quota)  (Replica)

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