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09 Mar 2014  |  8 Commenti

Libertà: condizione di genere femminile

Se la mia interpretazione è corretta (e spero di sbagliarmi), questo manifesto vuole dirci che la libertà è la dimensione naturale del genere femminile.

Il che significa che la condizione naturale del genere maschile non è quella della libertà ma un’altra, altrimenti non ci sarebbe stato il riferimento al sesso.  Se consideriamo valido questo assunto è’ evidente e conseguente che  quella maschile è una condizione di non libertà. Se la logica non è acqua fresca, il cerchio si stringe. 

Questo manifesto, nonostante le apparenze, contiene un messaggio subliminale che, come altri, ripetuti sistematicamente nel tempo,  ha come obiettivo quello di penetrare la psiche delle persone, uomini e donne,  di manipolarle e di modificare alla radice la loro capacità di percepire la realtà.   

Il messaggio contenuto in quel manifesto (così come in centinaia di altri messaggi pubblicitari) è a mio parere profondamente sessista e razzista.

La sola cosa che mi addolora è constatare che fine abbia fatto il sindacato che illo tempore fu guidato da un uomo come Di Vittorio.


8 Commenti

cesare 12:21 pm - 10th Marzo:

Un blob ininterrotto di messaggi di violenza sessista esce da questa sinistra che ha perso ogni sua radice, non si rende più conto di niente, e avendo sostituito alla lotta di classe la lotta di genere, ha perso la ragione e la sua ragion d’essere. Non sa più che fare e si butta sulla lotta di genere, contrapponendo le donne a milioni di lavoratori nella tempesta di una crisi tremenda. Come se di questa lotta di genere divisiva, lavoratori e lavoratrici ne avessero bisogno. Pensano, essendo loro al riparo, che nelle famiglie italiane alle prese con il fine mese questo sciocchezzaio abbia spazio: “Bastona il cane che annega”, questo nel profondo comunica quel manifesto allineandosi ad una ricchissima letteratura in proposito proveniente dalla politica scalcinata e senza idee. Ogni solidarietà di tradizione socialista e comunista buttata nel cesso, ogni intelligenza umanistica finita nello slogan becero da supermercato. Pura follia, davvero pura follia.

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Daniele 2:27 pm - 10th Marzo:

Anche la CGIL è guidata da una femmina…
Ennesima dimostrazione del fatto che le femmine, quando arrivano al potere, pensano solo ed esclusivamente alle proprie simili (e a se stesse, ovvio), ma mai e poi mai agli uomini e alle loro problematiche.
Viceversa i suddetti uomini, pur pensando in primis alle proprie tasche, una volta arrivati al potere (come quasi tutti coloro che arrivano al potere, uomini o donne che siano) si impegnano allo spasimo per compiacere il sesso femminile e per risolvergli tutte le magagne possibili, mettendolo costantemente nel didietro agli altri uomini. Comunque la si rigiri per l’uomo medio è comunque una inc….., sia che governino gli uomini “alpha” ?!? sia che governino le femmine “alpha”, “beta” o “omega”…

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romano 4:57 pm - 10th Marzo:

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RDV 7:35 pm - 10th Marzo:

Immaginiamo un manifesto con un maschio bianco, capelli biondi, occhi azzurri e la scritta:
“Libertà – Condizione ariana”
*bad*

RDV

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cesare 10:37 am - 11th Marzo:

Compito maschile prendere le misure di questo femminile che si mostra scatenato a trasformare le questioni della polis, in questioni da boudoir.

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cesare 3:18 pm - 11th Marzo:

Se notate, anche in questo manifesto, come in ogni comunicazione, in ogni rivendicazione, in ogni progetto, in ogni fotografia o disegno, o scritto, espresso da questo ambito femminista, non compare mai alcun riferimento all’Altro da sè, a partire dai figli concepiti che sono pezzi di se stesse, fino alla politca che è sempre e soltanto per loro stesse.
Una ossessionante miserrima litania che ha sempre e solo un unico riferimento: l’ IO,o per celebrarsi, o per avvantaggiarsi, o per male-dire.

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ARMANDO 12:25 am - 12th Marzo:

Caro Fabrizio, da Gramsci a Renzi, da Di Vittorio a Camusso. Quanta strada………….!
Ciò che continua a stupirmi, sono un ingenuo incorreggibile, non è che le donne della CGIL abbiano concepito quel manifesto che, come osservi, è sessista e razzista. In fin dei conti, conoscendo l’egocentrismo femminile, fanno il loro. Quello che mi stupisce è che gli uomini della CGIL non abbiano nulla da dire. Ciò è davvero mortificante e persino disperante. No, da quella parte ormai è terra bruciata.
armando

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Fabrizio Marchi 8:50 am - 13th Marzo:

ARMANDO,

Si, sono d’accordo con te, Armando…
Infatti il problema non è tentare di far cambiare idea a quel ceto politico (sia a livelli alti che intermedi), cosa praticamente impossibile, ma di lavorare politicamente e soprattutto culturalmente su un determinato terreno, per cercare di aprire delle contraddizioni.

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