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28 Apr 2016  |  5 Commenti

L’antifascismo come scudo

25aprile

Anche  quest’anno, come ogni anno  è stato giustamente celebrato  il 25 aprile. Una data  per  me  importante  due  volte,  dal momento  che  è anche  il mio compleanno  e, esattamente come ogni come  ogni anno, c’è stato chi, raccontando storie di partigiani che si sono macchiati di crimini, ha sostenuto che questa festa andrebbe  abolita.  Alcuni di questi “criminali” fecero visita a  mia  nonna per  “prendere”  qualche  gallina  e  qualche  salume. “Siamo partigiani” – dicevano – ma  questo non ha impedito ad  un vicino di casa  di sparargli sulle  chiappe. E però questi “criminali” hanno commesso un “crimine” ben più grave: hanno combattuto per  un ideale che  ci dovrebbe permettere  oggi di scrivere  su blog e  giornali senza  ad esempio essere censurati  (ho scritto dovrebbe, perchè un giornale  come  l’Interferenza  qualche problema  l’ha  avuto in questi giorni, eccome)

Comunque non volevo parlarvi della storia della  Resistenza; questa voleva solo essere  una premessa  per  l’argomento che sto per proporvi.

Nei gruppi femministi,  in occasione della Festa del 25 aprile, come  ogni anno,  si comincia a suonare  la solita grancassa  che racconta di quanto le donne partigiane siano state  importanti (e  lo sono state,  eccome), e  di come, da  buone  antifasciste  (tutti i gruppi femministi da  me  visitati hanno questo “vezzo”) si preparano ad andare  in piazza  il 25  aprile e  a  cantare “Fischia  il vento”.

Strano a  dirsi però, da  buone  partigiane  resistenti,  hanno ancora e soprattutto  un nemico da  combattere: il maschio, di fatto paragonato in tutto e per tutto al fascista.

Il maschio uccide, commette  violenza  ed è il padrone  del mondo.

Poco importa se  il maschio in questione  vive di elemosina  per la strada, mangia e  dorme  alla  Caritas o peggio ancora, dentro un automobile.

E’  un uomo, quindi un privilegiato.

Forse  non ho capito nulla  io, ma  i valori della  Resistenza  e  della “sinistra” in generale  dovrebbero essere  quelli di aiutare  i più deboli,  almeno io credevo che  così fosse; sembra  invece  che  la  divisione  venga  fatta  per  sesso e  non per classe.

La  lotta  di classe  sulle  pagine  femministe  non viene praticamente  mai nominata, eppure  dovrebbe essere  uno dei capisaldi, per lo meno per tanti/e, di quell’idea di liberazione che  ha portato alla Resistenza.

Non solo. Criminalizzando il maschio in quanto tale, questi siti femministi diventano uguali in tutto e per tutto a certe  pagine  di destra  che  criminalizzano l’etnia  diversa.

Ma  loro scendono in piazza  il 25 aprile,  e  si fanno scudo dell’  antifascismo, altrimenti non si spiegherebbe  come  mai si tenta  di abbattere  i filis spinati e i muri affinchè gli immigrati possano entrare ma  nessuno dice  una  parola ( o quasi nessuno) nei confronti di coloro, e fra questi anche autorevoli  giornaliste e “intellettuali” di “sinistra e progressiste”,  che hanno sostenuto e sostengono che solo gli immigrati uomini non possono entrare o comunque dovrebbero essere sottoposti ad un attento “esame” prima di lasciarli entrare.

Ma  loro cantano “Fischia  il vent0” e  sono in piazza il 25  aprile,  e si fanno scudo dell’antifascismo.

P:S  Come immagine  per l’articolo ne ho scelta una dove  c’erano solo donne ma, debbo dire, c’era  davvero poca  scelta; o la  data  con il tricolore  o immagini di donne.  Provare  per  credere.  Eppure  su un muro di Livorno (se  non erro)  ho visto solo nomi di partigiani uomini caduti per la libertà.

 


5 Commenti

Fabrizio Marchi 7:12 am - 28th Aprile:

segnalo questo ottimo articolo di Mauro…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_good.gif

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Alessandro 3:24 pm - 28th Aprile:

Il femminismo odierno vive di ambiguità, di contraddizioni, che ovviamente solo ai più attenti non sfuggono.
La maggior parte delle persone, ingenuamente, si limita a catalogare gli individui, i movimenti, i partiti per quello che, ipocritamente, questi ultimi affermano di essere: ecco che il PD è ancora di centro-sinistra o il femminismo, perchè intona i canti della Resistenza, è un movimento progressista, tanto per citare due esempi.
La realtà è certamente più complessa e ci dice che il femminismo è un movimento sessista, perchè, nei fatti, non nelle affermazioni di circostanza, ritiene uomini e donne diversi davanti alla legge e opera perchè non siano offerti a entrambi i sessi le stesse opportunità: dalla convenzione di Istanbul passando per le quote rosa, per i centri di accoglienza per sole donne, fino ad arrivare alle agevolazioni fiscali, previdenziali e così via.
Ma c’è di più: è anche un movimento antilibertario, favorevole alla censura di posizioni democratiche, di scelte di vita, di manifestazioni più o meno artistiche, in nome di un non ben precisato bene comune.
La sua “fortuna” è quella di essersi seduto al tavolo dei potenti della Terra, a Roma, come a Bruxelles, come a Washington.
Della richiesta di giustizia sociale per tutti, che animava le grandi donne e i grandi uomini della Resistenza, non rimane nulla in questo movimento.
La realtà è più avanti, siamo sempre indietro.

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mauro recher 7:21 pm - 28th Aprile:

Ringrazio per la pubblicazione smile

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mauro recher 5:31 pm - 22nd Luglio:

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Arturo 2:39 pm - 13th Gennaio:

Credo che oggi come oggi,parlare di antifascismo sia uno dei paradossi i questa repubblica.
Per la cronaca il regime fascista è caduto nel ’43 e morto definitivamente nel ’45.

Ragionando con tale logia,si potrebbe dedurre che nei computer gli antivirus esistessero prima della diffusione dei virus informatici.

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