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28 Nov 2009  |  2.216 Commenti

Video: Femminismo; ideologia sessista

Di seguito  il secondo video che abbiamo realizzato.


2.216 Commenti

Leonardo 7:21 pm - 8th Gennaio:

mauro recher:
http://giovaneopinionista.blogspot.it/2013/01/da-gli-uomini-devono-farla-seduti-alla.html
———————————————–
Forse sarebbe comodo mettere i pozzi – gli urinatoi per uomini – anche nei bagni degli appartamenti privati (quando ero un liceale e studiavo l’architettura mi era balenata questa idea), visto che con la tazza a volte va qualche goccia in terra.
Ci vogliono castrare, l’ho sempre detto io.

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Rino DV 7:24 pm - 8th Gennaio:

Questi diktat – di puro odio misandrico – vengono definiti ridicoli e assurdi e questo modo di giudicare è la norma da sempre.
Da decenni ne sento il ritornello. Vi riporto questa:
“Trovo ridicolo che un bidello venga condannato a 4 anni per aver tentato di palpare una studentessa”.
.
Gli UU non vogliono assolutamente prendere atto della realtà, di ciò che hanno intorno e di ciò che si prepara per loro. Ridono, sghignazzano e motteggiano sul loro tragico destino.
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Il rifiuto di vedere nasce nell’intimo. Nella profondità interiore.
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Tutti sono (siamo!) certi che la guerra contro gli orinatoi maschili qui da noi non arriverà mai. E’ roba nordica…
Invece arriverà. Su questo, se abbiamo capito cosa sta accadendo, non possiamo avere il minimo dubbio.
Se invece dubitiamo, vuol dire che ancora non abbiamo capito.
.
RDV

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Fabrizio Marchi 8:29 pm - 8th Gennaio:

“Se invece dubitiamo, vuol dire che ancora non abbiamo capito”. (Rino)
Siamo o non siamo dei “risvegliati”?… laugh
.

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Rino 10:22 pm - 8th Gennaio:

Sì, lo siamo.
Dico questo perché quelle mie inquietanti previsioni suonerebbero deliranti persino a me, se non fossi io stesso a farle… 😯
Ma il passato parla chiaro: tutti i più aberranti annunci femministi sono progressivamente diventati realtà.
L’assurdo, l’inconcepibile è diventato …ovvio e banale.
Quel che 30-20-15 anni fa sembrava assolutamente folle (“Qui da noi? Mai accadrà!”) è accaduto. Anzi, si è andati oltre l’annuncio.
Chi avrebbe mai pensato che un giorno il marito sarebbe stato incriminato per il suicidio della moglie?
Chi mai lo poté immaginare? In quale altra epoca e civiltà è accaduto?
Chi avrebbe mai pensato che un giorno un padre separato sarebbe stato incriminato per aver casualmente incontrato in strada il figlio, fuori orario di visita?
Non siamo noi a delirare: è il delirio che sta intorno a noi.
Ogni volta che mi sono frenato nelle previsioni dicendomi “…suvvia Rino, adesso non esageriamo….” mi sono poi pentito. Ogni volta.
RDV

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cesare 9:04 am - 9th Gennaio:

Orizzontali in braccio alla mamma a ciucciare la tetta è un desiderio e un sogno inconscio maschile che, liquidato quel “bru-bru” di un papà, con la sua fissa di stare, corpo e spirito, in posizione verticale, diventa oggi progetto politico di progresso civile e religioso. Ma è un sogno legato ad un tempo, quello in cui si “ciucciano” le abbondanti ricchezze terrestri, soprattutto altrui, nazionali ed estere. L’impero romano al suo culmine e il suo rapporto con le provincie dell’impero, insegna qualcosa:.
La realtà poi presenta sempre il conto: nella migliore delle ipotesi, come il tempo presente vede già, ci sarà una società di vecchi e un popolo in via di estinzione (leggere i numerosi concordi report demografici in merito), con redditi calanti.
Naturalmente potremo vantare al Mondo la superiorità morale,etica e politica di “pisciare tutti seduti”, collettivo rito di adesione all’ideologia femminista imperante, precisando agli abitanti del pianeta Terra, in rispettoso ascolto, che si tratta solo di una fase necessaria e precedente per quello stadio superiore ed ultimo dello sviluppo dell’Umanità in cui si attuerà il sogno di sempre di “pisciare tutte in piedi”.

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Luigi Corvaglia 2:06 pm - 9th Gennaio:

Mio commento sulla pagina facebook del PD al post: PD, Letta: “Su 38 capilista 16 donne, rappresentanza di genere al 40%”.

Nel caso non si leggesse bene lo riporto a seguire:
Bene. Anzi benissimo. La mia speranza è che dopo quest’operazione, assolutamente artificiosa (a proposito a quando il 50/50 anche nel cerchio magico di chi conta?), si possa iniziare a parlare di QM. Si della questione maschile: dei padri separati, di un aggiornamento del diritto di famiglia in direzione di una maggiore equità (affido condiviso ad es.), dell’equa rappresentanza di genere nel personale docente di ogni ordine e grado (chiamatele quote azzurre nella scuola se volete) e cosi via …..
Ci spero, ma so che non sarà così. Le istanze maschili non hanno spazio nel PD. E cosi facendo le regalerete alla Destra.
A bientôt.

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Fabrizio Marchi 5:43 pm - 9th Gennaio:

Posto qui questo mio commento appena pubblicato su facebook perchè nell’articolo in questione (“Una nuova stagione del femminismo”) non compare più lo spazio per scrivere (si richiede cortesemente l’intervento della cabina di regia per risolvere il problema tecnico… :mrgreen: )
“Ieri sera sulla 7, Berlusconi, intervistato da Lilli Gruber, ha dichiarato che la sua ex moglie, Veronica Lario, percepisce circa duecentomila (200.000) euro al giorno di alimenti. Una cosa è sicura: la signora Lario non ha problemi di alimentazione…
Ogni commento è superfluo…
E’però interessante questo breve stralcio di uno scambio di opinioni fra Luisa Muraro e Ida Dominijanni (ideologhe e leader indiscusse del femminismo italiano), a proposito della signora Lario e delle sue vicende con l’ex marito, avvenuto circa tre anni fa durante la trasmissione radiofonica “Faccia a Faccia”, su Rai 3, condotta dalla stessa Dominijanni.
Riporto testualmente:
” Dominijanni:”Lei ha scritto un articolo quando Veronica Lario annunciò la sua intenzione di divorziare, in cui parlava di una nuova figura di libertà femminile, non etichettabile nei termini a cui eravamo abituati anni fa, anche ai tempi del primo femminismo”.
Muraro:”Sì, perché quello che vediamo sulla scena internazionale sono leader, quasi tutti uomini,, accompagnati da first lady. Il posto di Veronica Lario sarebbe stato quello lì, ma lei non ha fatto questa parte. Perché in definitiva la figura della first lady è subordinata ad un protagonismo maschile. La accettiamo ma è una vecchia figura. Fuori da questo c’era la femminista, che invece non accettava ruoli subordinati, in funzione del protagonismo maschile. La Lario non è nè l’una né l’altra cosa. Non è first lady e non è femminista. E’ – può sembrare paradossale, essendo la moglie di un uomo ricchissimo, dunque ricchissima lei stessa – una donna comune. E ha parlato in effetti con accenti di una donna comune, più di una volta”.
Di seguito un’altra perla della Muraro:
”Ho visto i commenti di certi commentatori e politologi sulle parole di Veronica Lario: erano tutti sballati, completamente fuori tiro, non capivano che lei stava facendo un intervento di alto valore politico, stava dicendo dal suo punto di vista di moglie, vicinissima al potere ma distaccata dal potere, quello che capitava. Questa incarnazione del potere politico che stava andando fuori dei binari, lei lo ha detto con parole semplici…L’intervento di Veronica Lario ha scombussolato un assetto profondo…”.
Lo scambio fra le due continua e (qui viene il bello…) si concentra in particolare sul ruolo che le “escort” hanno avuto nel riaprire quella che loro stesse definiscono come una “nuova stagione di protagonismo femminile”.
A tal proposito, di nuovo la Muraro su sollecitazione della Dominijanni:
Dominijanni”Cosa pensa invece delle altre figure femminili che sono emerse in questa vicenda? Anche quelle più controverse, la giovane Noemi, Letizia, la escort di Bari, Patrizia D’Addario, che tra l’altro sta rilasciando una serie di interviste di un certo interesse, oppure le amiche della D’Addario, queste giovani ragazze che contrattano, diciamo, le loro prestazioni, anche quando non sono prestazioni sessuali ma semplici prestazioni di accompagnamento…
Muraro:”Non è la prima volta che queste figure che vengono messe al servizio della sessualità maschile, poi si ribellino. Lo fanno con i mezzi che hanno, però si ribellano a vivere in funzione unicamente di questo. Hanno una loro contrattualità e se l’altra parte non sta al contratto tacito o esplicito sono pronte a rivoltarsi…”
Chi fosse interessato a leggere (quasi) per intero questo delirio può farlo qui:
https://www.uominibeta.org/2011/02/23/una-nuova-stagione-del-femminismo-e-non-ce-ne-eravamo-accorti/
Vi assicuro che merita…”

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mauro recher 6:11 pm - 9th Gennaio:

a proposito di questo Fabrizio, ho letto questo, che ha dell incredibile
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dal gruppo facebook http://www.facebook.com/Noallaviolenzasulledonnevero2?fref=pb
scrivono cosi
Uomo beta Berlusconi si appresta a diventare il guru dei neo maschilisti laugh Femministe brutte, cattive e no comuniste cosi, ma commmuniste cosììììììì!!!! Venusia
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questo è il mio commento ,prima che venga cancellato e con ovvio ban, laugh
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dire che berlusconi è un uomo beta, significa di non aver letto nemmeno una riga del movimento degli uomini beta,che berlusconi paghi 200.000 euro alla sua ex, non me ne frega niente, anche se questo mondo maschilista e patriarcale permette alla Lario di alzarsi alla mattina e avere già 200.000 euro e io, in quanto uomo e quindi padrone, i 200.000 non li vedrò praticamente mai ,adesso mi direte, ma anche noi non abbiamo i 200.000, vero. e chi dice il contrario,ed è qui che sta la questione…che si fa la lotta tra poveri, ma la nuova sinistra, ha cambiato gli slogan, una volta sul muro si scriveva” potere agli operai” adesso invece “uomo morto non stupra”, bella differenza,non trovate anche voi ?

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Roberto Buffagni 7:41 pm - 9th Gennaio:

A chi serve di più il vittimismo organizzato (delle donne, dei gay, degli ebrei, e via vittimizzando)? Per fare il vittimismo ci vuole la vittima, ci vuole il carnefice, e ci vuole il giudice.
Provate un po’ a pensare chi è il giudice, e rispondete alla domanda.

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Roberto Micarelli 9:51 pm - 9th Gennaio:

Ottima osservazione Roberto, perfetta sintesi dell’utilità che il potere trae della conflittualità sociale.

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Roberto Micarelli 10:00 pm - 9th Gennaio:

Sul Forum QM l’utente Cassiodoro tempo fa spiegava che la logica del mantenimento del tenore di vita in costanza di matrimonio non è sancita da alcuna legge, almeno non nei termini coi quali si è andato formando per via giurisprudenziale e interpretativa, che sono poi quelli in cui viene propagandata anche rispetto all’affare Berlusconi-Lario. C’è una sezione su quel forum molto ben fatta che si chiama “Leggi e sentenze anti-maschili”, dove grazie a informazioni aggiunte e aggiornate per anni, c’è oggi una nutrita galleria degli orrori da consultare. Solo che non riesco neanche lì a ritrovare la legge di riferimento sul mantenimento, qualcuno può aiutarmi?

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Fabrizio Marchi 10:25 pm - 9th Gennaio:

Concordo. Più volte abbiamo sottolineato la grande similitudine nel modo in cui queste due questioni, pur completamente diverse nella sostanza, vengono affrontate.
La critica al femminismo viene equiparata al negazionismo nella stessa misura in cui quella alla politica coloniale israeliana (e al sionismo) viene tacciata di antisemitismo e di antiebraismo.
In entrambi i casi è proibito criticare. Due facce della stessa ipocrisia. La radice che le accomuna è la stessa: il senso di colpa, inestinguibile e inemendabile.
In virtù di ciò sia alle une che agli altri è consentito tutto.
Ergo: cosa vuoi che siano cinquant’anni di occupazione della Palestina in confronto a quello hanno subito gli ebrei nella storia?
Sarebbe ora di separare la questione ebraica da quella israeliana, ma se lo si facesse Israele non potrebbe più fare quello che fa da 60 anni altrimenti perderebbe la giustificazione morale per farlo e di conseguenza non potrebbe più farlo. E’ questa la vera forza di Israele, non il suo pur potentissimo esercito.
E cosa vuoi che sia se qualche milione di padri separati viene buttato in mezzo alla strada o denunciato falsamente per molestie o violenza sessuale rispetto a quello che hanno subito le donne per millenni?
Naturalmente le due questioni vengono di fatto anche concettualmente equiparate.
La presunta oppressione millenaria delle donne è di fatto paragonata e sovrapposta all’Olocausto. Non a caso si parla di “femminicidio”…
Risultato: fine pena, mai…

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fulvio terzapi 2:56 pm - 10th Gennaio:

a proposito di critica al femminismo: un certo tizio titolare del sito antifeminist mi rispondeva con affermazioni apodittiche e indimostrabili che in america gli uomini stanno peggio di noi. eppure basta cercare “feminism” su youtube per trovare (già tra i primi risultati) decine di video che criticano la retorica femminista senza essere reazionari o conservatori ma semplicemente sottolineando che con la scusa di difendere i diritti delle donne si creano nuove forme di discriminazione.
l’impressione che si ha è che esista una coscienza critica nei confronti del femminismo ben piu sviluppata e piu diffusa della nostra.
l’idea che mi sono fatto è che la parabola della discussione di genere da loro sia ad un punto piu avanzato rispetto a noi, e quindi argomenti come il femminicidio o la responsabilità di genere siano ridicoli per loro e gente come Iacona o Ciccone verrebbe presa a pomodori in faccia mentre da noi riscuotono ancora un certo credito.

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Luigi Corvaglia 10:30 pm - 13th Gennaio:

Roberto Micarelli: C’è una sezione su quel forum molto ben fatta che si chiama “Leggi e sentenze anti-maschili”, dove grazie a informazioni aggiunte e aggiornate per anni, c’è oggi una nutrita galleria degli orrori da consultare. Solo che non riesco neanche lì a ritrovare la legge di riferimento sul mantenimento, qualcuno può aiutarmi?

…………………………………………………….
Forse questo, con i vari riferimenti, può servirti:
L’assegno di mantenimento

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Rino 6:28 pm - 14th Gennaio:

La legge sul mantenimento non si trova perché …non esiste: ci sono pochi artt. di riferimento, il resto è tutta e solo giurisprudenza. Sentenze.
Qui il meglio che ho trovato:

http://www.studiolegalebartolini.it/news-106-Criteri-di-quantificazione-dell%C2%92assegno-di-mantenimento-per-il-coniuge-e-i-figli.html

RDV

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Rino DV 8:44 pm - 14th Gennaio:

Invenzioni femminili:

http://27esimaora.corriere.it/articolo/dubbi-sulle-pillole-contraccettiveperche-vengono-prescritte-senza-limiti/

“….Allora: la pillola è una delle maggiori conquiste della donna nel campo della sessualità e della procreazione consapevole,…”

Dove la pillola (invenzione femminile) viene lesinata è maschilismo, dove si largheggia è speculazione sul corpo della Donna.
Dove il cesareo è limitato è abuso patriarcale, dove si largheggia (come in Italia) è speculazione sul corpo femminile.
Dove ci si smutanda è sfruttamento della Donna Oggetto, dove non ci si smutanda è fallocrazia.
Dove l’apartheid sugli autobus è proposto dai maschi (Israele) è misoginia, dove è proposto dalle femmine (Indonesia) è conquista femminile.
.
Continuate voi.
.
RDV

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Luigi Corvaglia 10:32 pm - 14th Gennaio:

Rino DV: Continuate voi……

Il mio contributo:

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Rino DV 7:22 pm - 15th Gennaio:

Giochi erotici: muore lei:

Morta a Roma in un gioco erotico – Quattro anni e 8 mesi all’ingegnere
Soter Mulè è accusato di omicidio colposo aggravato per la ragazza soffocata durante il bondage

Giochi erotici, muore lui:

Gioco erotico finisce male, la compagna legata non riesce a soccorrerlo e muore
La vittima è vicesindaco in un piccolo comune del Trentino – Lo scorso settembre un caso simile avvenuto a Roma

e qui :

Muore in un gioco erotico, indagata la partner – La vittima è il vicesindaco di Vignola Falesina (Trento)

Se anziché essere 4 (+2) gatti fossimo in 400+200 potremmo avere notizie di come sta andando a finire (o è già finita) a Trento.

In attesa di riuscire a saperne qualcosa, si accettano scommesse.
Faccio l’allibratore: la condanna di Lei è a 1 contro 99.

RDV

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Roberto Buffagni 10:06 pm - 15th Gennaio:

dia:
Ravera, tra l’altro, ha fatto anche una bella gaffe involontaria ma rivelatrice.Gli uomini che vanno con donne “schiave” (nel senso di poco assertive, poco intelligenti, poco dotate di personalità e succubi) – ha detto – “muoiono di pizzichi” (sic). A parte che se la schiava è 90-60-90, come formato, di pizzichi non credo che muoiano, gli uomini, infatti le ricoprono d’oro e se ne fanno volentieri dissanguare in tutti i sensi. Ma parlare con tanta sufficienza e disprezzo proprio delle donne più fragili e condizionate e vittime del patriarcato, cioè proprio quelle che dovrebbe tutelare, non è un controsenso?

E’ solo invidia, cara amica, invidia.

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Luigi Corvaglia 10:03 pm - 18th Gennaio:

Il famoso “quid” femminile che manca, o forse e meglio dire mancava alle istituzioni ed alla politica: L’Aquila, le risate al telefono del prefetto Iurato: io, commossa per finta.
Particolare inquietante, poco dopo il suo insediamento nella carica di Prefetto dell’Aquila, città sconvolta dal terremoto, Giovanna Iurato «scoppiava a ridere ricordando come si era falsamente commossa davanti alle macerie e ai bimbi rimasti orfani», stigmatizzano i pm di Napoli commentando una telefonata del prefetto intercettata.

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Andrea 4:04 pm - 19th Gennaio:

http://27esimaora.corriere.it/articolo/sei-proprio-una-donnina-se-gli-stereotipi-di-genere-nascono-allasilo/
L’ipotesi che gli stereotipi culturali abbiano radici nel nostro lato primordiale non le sfiora neppure.
Per loro il fatto che i maschi abbiano il pisello e le femmine la patata è irrilevante. Tutto è cultura.
‘Ste qua son da ospedale psichiatrico.

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Luigi Corvaglia 7:40 pm - 19th Gennaio:

Le reazioni allo squallido comportamento della Iurato: L’Aquila, la rabbia per le risate del prefetto. “Venga a chiedere perdono in ginocchio”.
Dall’articolo:
Pezzopane: “Un macabro teatrino”. Più dura la reazione dell’assessore comunale Stefania Pezzopane, all’epoca del terremoto presidente della Provincia dell’Aquila: “La lettura delle intercettazioni dell’ex prefetto Iurato mi ha colpito al punto da provocarmi un forte e doloroso senso di nausea – afferma Pezzopane – . Ancora una volta si dimostra che L’Aquila e il terremoto sono stati trattati da troppi come macabro teatrino dove fingere dolore e improvvisare lacrime, strumentalizzando bambini e vittime. Noi, che invece abbiamo pianto davvero, proviamo ribrezzo, oltre che rabbia, per quanto ci tocca ancora sopportare”.
“Non bastavano gli imprenditori Piscicelli e co. a ridere di noi – prosegue Pezzopane -. Non bastavano Letta e Berlusconi preoccupati, alla vigilia dei funerali di Stato, che Bertolaso li sistemasse in posizione utile da far vedere al mondo la loro sentita commozione. Ci mancava una donna, prefetto, inviata dal governo Berlusconi, a far lacrime finte e a riderci sopra. Un orrore. Un prefetto appena insediato – aggiunge Stefania Pezzopane – che deride gli aquilani e si gratifica che i giornalisti presenti abbiano titolato le sue lacrime, lusingata di aver ingannato i giornalisti e la città intera. E l’interlocutore, altro uomo dello Stato che si diverte insieme a lei sulla nostra tragedia. Un’indecenza. Persone così non possono svolgere compiti pubblici. Si inginocchi lì dove ha versato lacrime finte e chieda perdono, se ne ha il coraggio, a quei bambini vittime del terremoto a cui ha dedicato il suo sarcasmo
“.
……………………………..
Inappuntabile e pienamente condivisibile cara Pezzopane. Se non fosse per quel “Ci mancava una donna” ….
Ma crede davvero che il sesso qualifichi in più o in meno una persona?
Cioè, la Iurato, solo per il fatto di essere una donna non poteva essere quel pezzo di merda che si è rivelato essere …. ma per favore ….
Spero almeno che quest’odioso fatto serva almeno ad aprire gli occhi a lei ed a qualcun altro/a. E a guardare al valore delle persone, siano donne o uomini. Invece che in mezzo alle loro gambe.

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Roberto Buffagni 8:43 pm - 19th Gennaio:

A chi non è capitato di assistere a una telefonata all’amante, al marito, al fidanzato, con la signora o ina che ride, chiacchiera, fa la vezzosa e la tenera, esagera fino al “Ti amo”, e intanto ha dentro la pancia alcuni decimetri di salsiccia?
A me è capitato. M’è capitato che la donna era altrui e la salsiccia era mia, e probabilmente m’è capitato quando la donna era mia e la salsiccia altrui.
Devo dire che dopo la prima esperienza del genere, la mia prospettiva sul dolce stil novo è cambiata, e una volta a casa ho spostato la letteratura romantica nello scaffale della fantascienza.
Francamente, in fatto di cattiveria & doppiezza, non mi pare che le signore abbiano niente da imparare da noi, che pure non siamo viole mammole.

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Luigi Corvaglia 8:06 am - 20th Gennaio:

http://video.repubblica.it/mondo/olanda-il-test-se-gli-uomini-provano-i-dolori-del-parto/116648/115079
Olanda, il test: se gli uomini provano i dolori del parto
All’inizio sono solo risatine, al massimo qualche smorfia di fastidio unita a un certo scetticismo: “Scommettiamo che non grideremo?” Man mano che le contrazioni aumentano, le cose cambiano e dalle risate nervose si passa alle urla di dolore e ai contorcimenti. Protagonisti dell’esperimento due noti personaggi della tv olandese, Dennis Storm e Valerio Zeno, che attraverso degli elettrodi che trasmettono crescenti impulsi elettrici all’addome hanno potuto provare qualcosa di simile a ciò che sentono le donne nel dare alla luce un bambino. Alla fine sono esausti e stremati dal dolore, tanto che uno dei due ammette di non essere più così certo di desiderare un figlio sapendo che la sua compagna dovrà soffrire in questo modo. L’esperimento, fra l’altro, dura solo dieci minuti, cioè molto meno della maggior parte dei travagli. Ma alla fine, per i due “neopapà”, arriva anche un bebé.

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Luigi Corvaglia 8:18 am - 20th Gennaio:

Roberto Buffagni: Francamente, in fatto di cattiveria & doppiezza, non mi pare che le signore abbiano niente da imparare da noi, che pure non siamo viole mammole.

…………………………………
Pienamente d’accordo. Su tutta la linea.
E’ proprio per questo che non sopporto chi, per convenienza, ideologismo o quant’altro afferma diversamente.

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fulvio terzapi 1:20 am - 21st Gennaio:

ci sono molti seguaci del femminismo che sono in buona fede convinti che si tratta di un’ideologia finalizzata alla parità dei sessi. quindi esponendo critiche a tale ideologia loro automaticamente pensano si tratti di argomentazioni a favore della disparità e della discriminazione di genere.

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cesare 1:24 pm - 21st Gennaio:

IL dolore è percezione elaborata prima di tutto dalla mente. La motivazione o meglio ancora il senso attribuibile al dolore è, fra gli elementi mentali psicologici ed emotivi per cui il dolore viene percepito più o meno intensamente, quello decisivo: gli studi sui comportamenti dei prigionieri nei lager dimostrano che chi riusciva ad attribuire un senso al dolore, come i prigionieri per motivi politici o religiosi, era in grado di ridurne l’intensità percepita e resistere a torture, stenti e maltrattamenti molto più di altri. Non solo: questa è la sapienza di sempre di ogni religione o sapienza umana da sempre.
Il dolore del parto per un maschio non ha alcun senso: non darà mai alla luce una nuova persona e pertanto non potrà che viverlo come una insopportabile insensata arbitraria tortura: un dolore di fronte al quale sarà totalmente disarmato. Diversamente da una donna che di fronte al formidabile significato che assume la sua sofferenza per parto, finalizzata allo straordinario fantastico evento della nascita, trova profondissimi motivi per gestire positivamente la sopportazione del dolore che ne consegue.
Sperimentare i dolori del parto su un maschio è pertanto un insensata feroce tortura che non dimostra nulla, se non di quale estraniata ferocia l’ideologia femminista è sempre più capace di trovare nuove applicazioni.
I nuovi barbari e la nuova barbarie sappiamo ormai su quale pensiero trionfalmente marciano ed ogni giorno se ne ha una nuova e più grave conferma.

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cesare 8:33 am - 22nd Gennaio:

Un riferimento bibliografico in merito al carattere terapeutico dell’attribuzione di senso al dolore è il seguente:
Titolo: “Uno psicologo nei lager”di Viktor Frankl

“Uno psicologo nei lager, è una delle principali pubblicazioni di Viktor Frankl, neurologo e psichiatra austriaco di origini ebraiche, sopravvissuto alla prigionia nei campi di concentramento di Theresienstadt, Auschwitz, Kaufering III e Turckheim.”

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cesare 12:31 pm - 22nd Gennaio:

Ne consegue che distruggere la percezione di senso che l’individuio ha di sè, è la via maestra per togliergli la ragione di vita ed annientarlo. Non mi domando se questa arma sia oggi agita o oppure no contro il senso del maschile e quindi contro ogni individuo maschio di ogni età e condizione, con l’esito che ne consegue e ben descritto da Viktor Frankl nel suo libro citato, perchè la risposta è affermativa ed è nella esperienza quotidiana di tutti. Mi domando se è agita consapevolmente e se sì, quali sono queste agenzie pubbliche o private che stanno gestendo questa guerra culturale e psicologica nel quadro di interessi di potere interni ed esterni, pubblici o privati o in sinergia.

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Roberto Buffagni 12:53 pm - 22nd Gennaio:

Andrea:
http://27esimaora.corriere.it/articolo/sei-proprio-una-donnina-se-gli-stereotipi-di-genere-nascono-allasilo/
L’ipotesi che gli stereotipi culturali abbiano radici nel nostro lato primordiale non le sfiora neppure.
Per loro il fatto che i maschi abbiano il pisello e le femmine la patata è irrilevante. Tutto è cultura.
‘Ste qua son da ospedale psichiatrico.

Il problema è che all’ospedale psichiatrico ci vogliono mandare gli altri.

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Roberto Buffagni 1:18 pm - 22nd Gennaio:

Notazione di costume. Complimento non gradito = molestia, tribunale. Avance non gradita = molestia, forse stupro, forse galera. Intanto, grande voga tra le donne delle fantasie (e delle pratiche) sadomaso, con le donne legate come salami, gli uomini dominatori che le frustano, le sodomizzano con enormi cazzi finti & veri…
Io un rapporto ce lo trovo, e voi?

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Leonardo 1:23 pm - 22nd Gennaio:

cesare, sono d’accordo con quello che dici, e non credo che dei macchinari possano far provare le sensazioni – fisiche e psicologiche – del parto agli uomini, sopratutto per la sostanziale differenza genitale e per i seni che producono latte. Un uomo non può comprendere cosa significa sentir uscire un bambino dal proprio corpo ed allattarlo.

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cesare 2:50 pm - 22nd Gennaio:

Quanto al “partorirai con dolore”, grazie alla scienza medica (maschile), è diventata nei paesi civili un’opzione, fra parto naturale (scelto da tante donne e ritenuto a cosa fatte esperienza bellissima), parto in analgesia epidurale, parto cesareo (di cui sembra che in Italia si abusi). Pertanto le pagliacciate, ahimè disumani orrori, di Dennis Storm e Valerio Zeno, non hanno altro senso che quello di una messa in scena alla tv di uno spettacolo di tortura, mascherato da considerazioni femmiparitarie.

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Luigi Corvaglia 4:36 pm - 22nd Gennaio:

cesare: Sperimentare i dolori del parto su un maschio è pertanto un insensata feroce tortura che non dimostra nulla, se non di quale estraniata ferocia l’ideologia femminista è sempre più capace di trovare nuove applicazioni.

………………………….
E soprattutto quanta ignavia e accondiscendenza, anzi direi vera e propria sudditanza maschile incontri.
Comunque, posto che condivido quanto da te scritto sul dolore ed in particolare sul dolore del parto, la cosa che mi ha colpito di più in quel video era una altra. E spero di riuscire a esprimerla compiutamente.
Ho provato imbarazzo e disagio. E l’ho provato per loro, al loro posto. Per i cosiddetti due uomini. Perché in quel video non mi sembrava che si confrontassero un maschile e un femminile, adulti, dialettici e magari conflittuali.
No. Mi è sembrato invece che, di fronte ad un femminile controverso quanto vuoi, ma adulto, si contrapponessero non due uomini, ma due bambinoni …. sad

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cesare 4:53 pm - 22nd Gennaio:

Luigi: “di fronte ad un femminile controverso quanto vuoi, ma adulto, si contrapponessero non due uomini, ma due bambinoni ….”

“…ci sono uomini che si sono accorti della possibilità, nello stato in cui si trova ancora la maggior parte dei loro contemporanei, di farne delle marionette, di farli servire ai loro scopi…..insomma di violentarli psichicamente. Essi hanno scoperto le leve necessarie per questa azione, hanno trovato regole pratiche che le fanno funzionare e se ne servono senza scrupoli.”

Da: “Tecnica della propaganda politica”
Di Serghej Ciacotin
Ediz. Sugar, Milano, 1964

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Rita 11:15 pm - 22nd Gennaio:

Metto qui un piccolo riassunto e una cernita di brani tratti dal libro che sto leggendo “Il potere della bellezza” di Nancy Friday, libro che, tra le altre cose, è “datato” risalendo a 16 anni fa. L’autrice è e si dichiara femminista. E comunque una cd “donna emancipata”, che pure si rende conto di una grande assenza nella sua vita, quella del padre. E di una grande presenza, quella della madre e delle regole imposte dalla madre.

il risvolto di copertina recita “E’ un viaggio attraverso le esperienze emotive, affettive, sessuali, relazionali della donna neonata, bambina, adolescente adulta,ma anche un viaggio dentro la vita della scrittrice che, per condurre il suo discorso, racconta ampi frammenti della propria vita e del proprio romanzo familiare.
La bellezza, ovvero, come appariamo, come vediamo noi stesse, il nostro desiderio di essere viste di ritrovarci negli sguardi degli altri è, secondo l’autrice,un fattore centrale,strettamente legato ad altri, nello sviluppo della nostra identità e della qualità del rapporto con noi stesse, con le altre donne e ovviamente con gli uomini della nostra vita

E prosegue con la solita “immagine complessiva delle donne,del forte senso di inadeguatezza delle donne d’oggi ansiose di obbedire a standard e aspettative, intrappolate nel desiderio di essere visibili, di piacere di essere all’altezza di tutti i compiti”.

Le premesse non sarebbero incoraggianti ma in realtà, al di là del risvolto di copertina, il libro non è affatto incentrato sull’ennesimo sviluppo del dualismo donna buona e vittima e maschio cattivo e carnefice, ma sul predominio della figura materna la “gigantessa” e sull’assenza della figura paterna e sulla pervicacia con cui le donne tengono stretto il “potere” derivante dalla figura di chi gestisce il ruolo di cura e la nursery, preferendo di fatto “leggere” quello che è un potere solo ed esclusivamente in chiave di sacrificio. Sulla doppia ambivalenza, quello della madre e quello della figlia (o del figlio, ma necessariamente il libro è lo specchio dei sentimenti di una figlia verso la madre più che del figlio) che ama e nutre rabbia verso la madre che detiene il potere.

“La risposta alla domanda, un tempo divertente, che circolava nei club riservati agli uomini, ovvero: “Che cosa vogliono le donne?” è chiaramente “Tutto”. Perché allora gli uomini sono così silenziosi, apparentemente immobili dinanzi alle accuse montanti da parte femminile, per cui essi sono ritenuti responsabilità di tutti i mali delle donne? La migliore strategia adottata dagli uomini sembra quella di sedersi e di rifiutarsi di affrontare le donne; chiusi nel loro silenzio, gli uomini stanno facendo affidamento sulla tradizione dello stoicismo maschile. La Guerra tra uomini e donne imperversa e nessuno ne soffre più dei bambini.
Sono stata accusata da femministe matriarcali arrabbiate di essere troppo indulgente nei confronti degli uomini, troppo innamorata di loro e di conseguenza non simpatetica rispetto ai tempi duri che le donne stanno attraversando. Non intendo mostrare le mie credenziali alle femministe; i miei libri parlano da soli. Non mi illumino per tutti gli uomini, ma se c’è una luce alla mia finestra, è stata accesa in loro onore per tutta la mia vita. Quando cresci senza un padre, non smetti mai di avere fame di uomini.
..Omissis…
Per quanto afflitte da un superlavoro, le donne non consegneranno facilmente il ruolo di cura. E benché molte lo neghino con veemenza, a qualche livello sono consapevoli del fatto che chi genera e alleva la specie umana gioca il ruolo più potente di tutta la storia dell’umanità. La prospettiva di concedere la parità agli uomini nella cura dei figli, di vedere alcuni di loro “eseguire il lavoro delle donne” altrettanto bene, è intollerabile”.

E ancora:

La disputa non avviene attorno alla questione se un uomo sia o meno qualificato per allevare un bambino, per prendersi cura di lui esattamente come fanno le donne, perché questo è stato provato. Il fatto è che possiamo sopportare con molta più facilità l’idea di abbandonare l’immagine femminile tradizionale della madre/donna per consegnarla ad una sfera competitiva come quella lavorativa piuttosto che separarci dalla nostra fantasia del Grande Papà. Qualche volta penso che la sua mancata presenza emotiva nei primi momenti della nostra vita abbia fatto sì che ci aggrappassimo alla nostra visione esasperata del padre/uomo. Ma il padre non è l’opposto della madre in nessun aspetto se non nelle sue erezioni genitali. Dipendenti in tutto da nostra madre non potevamo permetterci di mostrarle o di ammettere a noi stesse l’altra parte del nostro amore, la rabbia. Ma un padre può sopportarlo, un padre è forte, resistente, il suo sguardo granitico è impenetrabile alla nostra rabbia. Gli uomini dallo sguardo severo ci ridanno equilibrio e traggono in salvo la madre, che non possiamo perdere. Un uomo può assumere su di sé tutta l’ira verso il nostro primo nemico, quello che deteneva tutto il potere del mondo. .. .. Noi manderemmo i nostri uomini a combattere e a morire in una terra straniera – ed essi vi andrebbero – con minori esitazioni di quelle che avremmo a vederli entrare nella nursery

Parla dell’importanza per un bambino di avere entrambe le figure a disposizione.
Così riferisce uno psicologo da lei intervistato

Le donne che tentano di farcela da sole alla fine realizzano di aver bisogno di un uomo . Se riesci a fargli capire che sarebbe meglio che l’allevamento fosse un progetto condiviso, spesso ci arrivano in tempo per salvare il bambino, che è poi il mio obiettivo principale, Una donna può anche desiderare di fare un figlio da sola ma la mia preoccupazione va ai bambini. Una madre di una bimba di tre anni mi chiese “Che cosa racconto a mia figlia di suo padre? Cosa? Dissi io stupito. “So che una bambina ha bisogno di coltivare una fantasia paterna”. “Certo che ne ha bisogno ! “ risposi io. “Gliene invento uno?” mi chiese. E io replicai: “penso che lei dovrebbe scoprire alcuni particolari della vita di suo padre, raccontarle un po’ di lui e almeno darle una spiegazione per il fatto che è diversa dagli altri bambini. E la donna mi disse “Sa non ho mai voluto un uomo intorno, così quando venni inseminata dissi ai medici di non raccontarmi nulla del padre”.

E ancora:

Ma che significa quest’opera di idealizzazione delle madri senza marito, delle donne che scelgono di escludere gli uomini all’atto della procreazione? Pensiamo davvero che questo non abbia nulla a che fare con la rabbia degli uomini o con l’occupazione del centro del palcoscenico della bellezza, della moda, della modella come icona del nostro tempo, con la decisione degli uomini di prendersi la loro quota di potere proveniente dall’aspetto estetico? Sono tutti frammenti dello stesso quadro”

Il bambino comincia a sentirsi una persona, un partner importante e significativo in una relazione umana, quando comincia a stabilire rapporti con il padre. L’individuo diventa una persona adulta soltanto quando definisce sé stesso in un rapporto con un’altra persona. Una certa auto definizione, per quanto rudimentale, inizia quando il bambini definisce sé stesso in rapporto alla madre. Ma a motivo della profonda dipendenza da lei, il bambino non può procedere all’autodefinizione se non può appoggiarsi ad una terza persona.

(continua)

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Rita 11:24 pm - 22nd Gennaio:

In questa seconda parte riporto brani che sviluppano il tema del femminismo che lei definisce “femminismo matriarcale” e del predominio che questo tipo di femminismo ha preso piede dalla fine degli anni sessanta, continuando a negare competizione e responsabilità femminili finendo per scaricare sugli uomini tutte le colpe dell’incapacità delle donne di sganciarsi dallo sguardo delle altre donne. Tra l’altro cita sovente Warren Farrell..

Come ebbe a dire la scrittrice Anne Tyler nel 1982:” Molti fallimenti del movimento hanno le loro radici nelle persone che parlano a nome delle donne… Di base io concordo con tutto ciò che dicono ma mi scopro ad essere in disaccordo con il modo in cui lo dicono” e ancora “l’assolutismo ha inacidito il femminismo a partire dalla fine degli anni sessanta quando si udirono gli echi non di dispute salutari, ma di voci imperiose di donne, ciascuna a reclamare la proprietà della parola femminista”

… dispensatrici di divieti… Le stesse femministe che ti spingevano a portare tua figlia al lavoro e a lasciare tuo figlio a casa, a sottrarre risorse al sistema educativo a spese dei maschi, sulla base di false accuse secondo le quali le deviazioni di genere tipiche del sistema scolastico sarebbero responsabili della perdita di autostima che ha indebolito le scolare americane. La verità è che la maggioranza degli esperti nel campo dello sviluppo preadolescenziale semplicemente non riconosce l’esistenza di grandi differenze su base sessuale in termini di autostima. Shortchanging girls, shortchanging America, lo studio accademico che ha lanciato lo slogan “Porta tua figlia al lavoro” è una ricerca piena di errori con statistiche manipolate e presentate in modo così drammatico da indurre i media a farne un pasto frenetico che non si è ancora esaurito. Hai trascorso un po’ di tempo in un college ultimamente? Sei al corrente del dominio matriarcale che regna in questi campus in cui tanto i tuoi figli quanto le tue figli vengono allevati a forza di retorica sulla vittimizzazione femminile che si abbevera alla convinzione secondo cui gli uomini addormentati continueranno a recedere di fronte alla rabbia delle donne? Uomini svegliatevi! Mi chiedo perplessa perché gli uomini continuano a cedere al minimo accenno di protesta a proposito della vittimizzazione delle donne. Si tratta di sensi di colpa, timore o della convinzione tradizionalmente diffusa tra molti uomini per cui se si assecondano abbastanza a lungo le lamentele delle donne, queste diminuiranno. Uomini, non fateci conto. Questa fu la reazione di vostro padre. Queste donne non hanno bisogno di voi,né vi vogliono”
.
Negazione della competizione femminile, dicevo, ma anche incapacità di competere lealmente, perché non è mai stato parte dell’educazione imposta culturalmente ad una ragazza “I ragazzi litigano, discutono, si sfidano ma quando si tratta di competere che sia in un litigio o in un gioco ricorrono alle regole apprese. Non c’è spazio per il gioco sporco. Il ragazzo che non rispetta le regole viene lasciato fuori dal gioco e lui sa bene perché…. Omissis.. Diversamente da sua sorella, il ragazzo cresce nella convinzione che la vita è un gioco continuo fatto di vinti e di vincitori. Il legame maschile non assomiglia a quello femminile che si basa sull’omogeneità e sull’evitamento dell’aperta competizione. Le donne esercitano molto più potere l’una sull’altra di quanto un uomo possa mai fare con le donne. Siamo le grandi depositarie dei permessi che ci diamo a vicenda e, ovviamente, siamo le une le carceriere delle altre.

E infine la parte che giustifica il titolo del libro, a mio avviso, l’analisi del “potere della bellezza” che il patriarcato ha negato agli uomini lasciandolo interamente alle donne

Lo “sguardo” è l’elemento che fa da filo conduttore al libro. Lo sguardo degli uomini sulle donne e lo sguardo che le donne riservano alle altre donne. Perché, dice la Friday “gli uomini guardano le donne, ma le donne si guardano tra di loro”. In sintesi la prossima frontiera sarà un lento tentativo degli uomini di impossessarsi di una “fetta” del potere della bellezza. Come si evolveranno le cose è difficile da prevedere ma secondo lei, gli uomini hanno dalla loro una maggiore abilità come competitori. Cosa che non piacerà alle donne. Lo sviluppo e la libertà di un certo tipo di narcisismo maschile “allontana” in un certo qual senso le donne dal centro dalla scena. Inoltre “diversamente dalle donne gli uomini vedono la bellezza come qualcosa che possono decidere di inseguire oppure no e se i loro meriti in quel campo non vengono riconosciuti, così sia”

La bellezza nei luoghi di lavoro – Mi chiedo se noi donne eravamo consapevoli di ciò che stavamo importando negli uffici venticinque anni fa (il libro è del ’96 ndr) del fatto che attirando gli occhid egli uomini su di noi stavamo agendo su una parte primitiva del cervello umano, richiamando una dele due emozioni basilari – l’avvicinamento o la ritirata. Il Vestito del Successo era una sorta di armatura che risolveva molti problemi ma quando la moda sexy e i tacchi alti tornarono sulla scena furono gi uomini a dover fronteggiare un evento senza precedenti. Secondo la legge femminista, alle donne era permesso di fare ciò che volevano con il proprio corpo, mentre agli uomini era vietato reagire, Di quale retroterra disponevano questi uoini per affrontare il lavoro in compagnia di belle donne che li eccitavano, li confondevano e spesso li rendevano furiosi respingendoli? Invece di educare le donne alle reazioni che provochiamo quando ci abbigliamo in modo vistoso, consegniamo nelle loro mani il senso dell’oltraggio, l’arma legale della molestia sessuale da usare contro ogni uomo che risponda secondo modalità che creino una situazione di disagio per la donna. Avremmo potuto educare le donne al linguaggio degli abiti; e invece il femminismo si rifiuta di prendere anche solo in considerazione l’idea che le donne, consciamente o no, possano essere implicate nella molestia ricevuta, che esistano modi di vestire, camminare, parlare che segnalano ad un uomo qualcosa che la donna può non aver avuto l’intenzione di comunicare.Con il processo di femminilizzazione del mondo del lavoro ci troviamo a competere professionalmente sia con gli uomini che con le altre donne. Ora siamo ritornati alla competizione per la bellezza, che coinvolge questa volta entrambi i sessi, anche se molte donne sarebbero restie a chiamarla con il suo vero nome. Al contrario le donne chiamano gli sguardi e le parole degli uomini che le mettono a disagio “molestia sessuale”.

E’ interessante quel che dice sul tema della commistione fra i due poteri tradizionalmente separati: quello maschile economico e quello della bellezza femminile. Con il conferimento del potere economico alle donne e la loro entrata nel mondo del lavoro, le donne, secondo la Friday dopo un iniziale tentativo di adeguamento alle “divise aziendali” hanno portato il potere della bellezza sui luoghi di lavoro, ma questo si sta trasformando in una sorta di boomerang
“le donne non stanno prendendo sul serio il ritorno agli specchi degli uomini; ci siamo esercitate a tal punto nella negazione della competizione tra di noi, che ci rifiutiamo testardamente di ammettere di avere dei nuovi rivali nella sfera della bellezza. Pensavamo davvero in tutta onestà che gli omini ci avrebbero permesso di impossessarsi dei loro lavori, del ruolo che li definiva più di ogni altro come maschi senza vendicarsi? E nel momento in cui investe il suo denaro nel completo firmato Calvin Klein, fa ginnastica e paga per un barbiere migliore, siamo cherte che farà uso delle sue cartucce. Nessun balletto della negazione per lui” Pavoni già in passato, gli uomini si prenderanno gli elogi e li esibiranno con orgoglio. Quando gli uomini si abbandonavano ai piacere della moda non si profondevano nelle nostre lamentele virginali per gli sguardi inviatici dal sesso opposto. Comprendevano il potere della bellezza ed i suoi usi molteplici.
.. Ehi essere belli è un modo per avere successo! Esclama il giovane uomo di oggi. Un nuovo tipo di competizione è alle porte, una competizione che trova le giovani donne ancora diffidenti, anche se si rendono conto del fatto che gli uomini della loro stessa età le deruberanno della bellezza se non saranno in grado di riconoscere ciò che stanno perdendo. Il potere della bellezza stessa. Allo stesso modo gli uomini farebbero bene a stare attenti ai modi subdoli con cui noi donne agiamo quando c’è in gioco la bellezza. “Era solo un bel vestito vuoto” mi dice una dirigente donna a proposito dell’uomo ben vestito che ha licenziato. Lei è molto carina, molto bionda e ha molto successo nel suo lavoro… Nel suo tono di voce c’è un’evidente sfumatura d’invidia verso l’uomo attraente che aveva invaso il suo campo ed è stato conseguentemente licenziato. Con l’aumento del numero di donne nelle posizioni dirigenziali, gli uomini che lavorano alle loro dipendenze andranno incontro al tradizionale destino femminile nei luoghi di lavoro ovvero all’assunto pieno di rancore per cui una bellezza eccessiva si traduce in una minore intelligenza? La bella donna che ha licenziato “il bel vestito vuoto” sta per incontrare il suo degno compare, un “vestito” che risponde ai suoi colpi. Gli uomini valutano l’avversario, avanzano, arretrano, lottano per il comando, forse arrivano anche ad allearsi con il loro diretto concorrente costruendo così la loro rete professionale ma non telefonano a tutti gli altri uomini per bisbigliare di aver scomunicato il bello del Gruppo.

Ora, si può essere d’accordo o meno, ma a me pare abbastanza logico che la crescente femminilizzazione che più o meno tutti lamentano potrebbe (e forse già succede) portare alla situazione di cui scrive la Friday

“Oggi specialmente fra i più giovani, la fame che anima gli occhi sbarrati degli uomini di fronte alle donne non è puro desiderio fisico; esso vogliono per sé una parte dei loro eccessi di esibizionismo, di quell’incedere tronfio, di quell’ostentazione. In uno studio del 1994, a 6000 uomini di età compresa tra i diciotto e i cinquantacinque anni viene chiesto come avrebbero voluto vedersi. Tre delle prime sei risposte fornite avevano a che fare con l’apparenza fisica: attraente per le donne, sexy, bello. I tratti dello stereotipo maschile – decisione e assertività – si attestarono all’ottava e alla nona posizione. La stessa ricerca rilevò che il 56% degli uomini era d’accordo con l’affermazione “Mi fa piacere quando la gente nota e fa commenti sul mio aspetto fisico” (il 69% dei ventenni), sei ann prima soltanto il 48% di tutti gli uomini si era dimostrato d’accordo.
E’ anche possibile che i giovani uomini siano così stufi della rabbia femminista, delle marce della serie “Riprendiamoci la notte” che semplicemente finiranno per essere presi solo da sé stessi, come le donne hanno fatto negli ultimi vent’anni. Inseguiranno una donna, la desidereranno ma si rifiuteranno di mostrarsi eccessivamente deferenti verso le sue richieste”

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Roberto Buffagni 11:26 am - 23rd Gennaio:

mauro recher:
@Diego ,vuoi un esempio di nazifemminismo ,cosi per far vedere che non diciamo cavolate ?
Ma basta andare nel blog della Terragni e se ne esce con questo articolo qui ….
http://blog.iodonna.it/marina-terragni/2012/07/03/farsi-giustizia-da-sole/
Quasi rimpiango le ronde padane ,almeno loro avevano il compito solo di segnalare (sulla carta) ,queste qui ,invece ci vanno giù pesante

Grande segnalazione, grazie, la più bella risata dell’anno. Ho risposto con questo commento:

“Che tosta, signora! Sono d’accordo, l’autodifesa è sempre segno di buon carattere, funziona, istruisce e migliora l’ambiente. Però la lascia adoperare a tutti: contro gli spacciatori (anche se immigrati), contro i pedofili (anche se gay), contro i rapinatori, etc.
Suggerisco anche di prepararsi bene, perchè lo scontro fisico presenta diverse incognite, e nella realtà somiglia molto poco a quel che insegnano nelle palestre di arti marziali. Complimenti e in bocca al lupo.”

Sarei curioso di vedere che cosa succede alla signora Terragni se va a fare la ronda contro certe personcine che mi è capitato di incontrare nella mia ormai lunga vita. La vedo decisamente male, per esempio, con i camorristi. Stai buonina, va’.

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mauro recher 5:20 pm - 26th Gennaio:

La Terragni e la Bocchetti ritornano alla carica
http://blog.iodonna.it/marina-terragni/2013/01/26/alessandra-bocchetti-per-vanto-per-tigna-per-orgoglio/
Per chiarire la Bocchetti è ka stessa che ho aperto il mio video
http://www.youtube.com/watch?v=e2S11ML0MyM
Bello che,nell’articolo raffigura un uomo che raccoglie i resti della verdura in uno dei mercati di Milano..ma poi inizia a parlare di donne sottomesse e di uomini potenti, bisogna chiederle dove si mette quel signore …

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Alessandro 7:12 pm - 26th Gennaio:

La Terragni e la Bocchetti ritornano alla carica
http://blog.iodonna.it/marina-terragni/2013/01/26/alessandra-bocchetti-per-vanto-per-tigna-per-orgoglio/
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articolo assolutamente delirante, intriso di sessismo e ignoranza. Può essere riassunto nella frase:”solo le donne ci possono salvare”. Vorrei dire all’autrice che la nostra società sarà progredita anche quando sarà in grado di definire, quasi all’unanimità, come sessista un articolo come il suo.

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Andrea 7:39 pm - 26th Gennaio:

Nell’articolo segnalato da Mauro leggo:
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Gli uomini hanno dietro di loro un’età dell’oro che è sfuggita per sempre dalle loro mani, legata a un ordine che non c’è più. Questo ordine voleva le donne sottomesse, a casa con i bambini sorridenti o al giardino, con pochissima istruzione, che tanta non serviva, donne dall’intelligenza disinnescata, che non potevano amministrare i loro beni, che non potevano deporre in tribunale, sempre a totale disposizione per desideri, capricci e soprattutto servizi. Rarissimi uomini nella storia hanno sofferto per le condizioni misere delle donne. Questo ordine ogni onest’uomo lo rimpiange nel segreto della sua anima ancora oggi, anche se non tutti sarebbero disposti a confessarlo. Per questo sentimento segreto le donne ai loro occhi, nel mondo della politica, ma anche in quello degli affari, anche in quello della scienza e dell’arte resteranno delle intruse chissà per quanto tempo ancora. Per loro siamo ancora disordine. E’ bene non dimenticarlo, dovendo fare “un insieme”
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Non sopporto veramente più questo vittimismo, tanto meno il fatto che queste mentecatte seguitino a parlare di “età dell’oro degli uomini”.
Ma di quale cazzo di età dell’oro parlano? Quando mai è esistita un’ età dell’oro maschile? Ste qua son realmente fuori di testa.

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Andrea 8:00 pm - 26th Gennaio:

Ennesimo delirio femminista.

Anche Wikipedia ha problema quote rosa

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Luigi Corvaglia 10:05 pm - 26th Gennaio:

Mah ….. piuttosto che commentare un analfabeta (politica) di ritorno come la Terragni preferisco sottoporvi questa storia:
Argentina, a qualcuno non piace il mio Clarín
Che spiega e fa capire tanto delle dinamiche del potere e dell’influenza che su di esso ha il sesso. Nessuna.
In questa storia protagoniste in fondo sono due donne, la Kirchner (presidentessa argentina) e Ernestina Herrera de Noble (proprietaria del Clarin). Riuscite a trovare una specificità femminile in questa storia? E’ ovvio che no, Perché è sempre la solita storia che si ripete sempre uguale e sempre diversa. Anche se si trattasse di due uomini. Qualcuno salvi la soldata Terragni …. sad
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Il principale giornale del Paese nel mirino della “presidenta” Cristina Kirchner è diventato un simbolo della lotta per la libertà di informazione. Parla il direttore Kirschbaum
VITTORIO SABADIN – TORINO
Ricardo Kirschbaum è il direttore del Clarín, il principale giornale argentino, ed è presidente del Global Editors’ Network, un’associazione di direttori di quotidiani nata per salvaguardare la qualità dell’informazione e la libertà di espressione. A Torino per visitare la nuova redazione e il museo della Stampa, Kirschbaum parla della situazione del suo giornale, la cui sopravvivenza è minacciata dai continui attacchi del governo della signora Cristina Kirchner. La battaglia del Clarín contro i tentativi di assoggettarlo al potere politico è guardata con interesse e preoccupazione in tutto il mondo, perché è diventata il simbolo della lotta per la libertà di informazione, minacciata non solo in Argentina ma anche in molti altri paesi.

Quando è cominciata la guerra fra voi e la signora Kirchner?
«Il Clarín non fa la guerra a nessuno. Ma è stato costretto a difendersi da attacchi pesantissimi, che sono iniziati nel 2008 dopo la pubblicazione di una serie di articoli in difesa dei contadini che protestavano contro nuove tasse sulle esportazioni di prodotti agricoli».

Ma quattro anni di intimidazioni non si spiegano solo per questo.
«No, certo. Il punto è che il governo non tollera un giornalismo autonomo. Se i giornali sono amici e si sottomettono, ricevono in cambio importante pubblicità istituzionale e molti aiuti. Se non si piegano vengono combattuti con tutti i mezzi».

E i giornali amici del governo quanti sono?
«Si può dire che in Argentina il potere politico controlla ormai l’80% dell’informazione. Tra le pubblicazioni più importanti rimaste libere ci sono solo il Clarín, La Nación e il periodico Perfil, che vengono attaccati in continuazione».

Come cercano di condizionarvi?
«In molti modi. Il giorno che abbiamo pubblicato un articolo sulla corruzione nel governo ci siamo trovati 200 poliziotti in redazione. Hanno tentato di bloccare la distribuzione delle copie, hanno minacciato gli inserzionisti obbligandoli a non fare pubblicità sul nostro giornale, hanno denunciato direttori e dirigenti».

Anche la proprietaria del gruppo, Ernestina Herrera de Noble, è stata attaccata.
«Sì. La signora de Noble ha due figli adottivi, Marcela e Felipe. Il governo l’ha accusata di averli sottratti a una coppia di desaparecidos, i dissidenti che durante il regime militare venivano uccisi e fatti sparire. Sono stati eseguiti numerosi esami del Dna che hanno dimostrato come questa tesi non sia vera, ma il governo si è rifiutato di chiudere il caso».

E i giornalisti che tipo di pressioni ricevono?
«C’è una televisione governativa che produce una trasmissione il cui compito è quello di denigrare i giornalisti che criticano la “presidenta”. Vengono messi alla berlina senza la possibilità di un contraddittorio. Ai tempi dell’attacco a Ernestina de Noble, sui muri comparvero dei manifesti con le foto di redattori del Clarín e la scritta: vi fidate di giornalisti che lavorano per chi ha rapito figli di desaparecidos?»,

La signora Kirchner è davvero così potente?
«Ha fatto in modo di controllare tutti i poteri dello Stato, che ora dipendono da lei. L’unico che non controlla ancora completamente è l’informazione. È brava, sa parlare molto bene. E si comporta come se l’investitura popolare le desse il diritto di fare qualunque cosa. Siccome mi hanno eletta, non dovete criticarmi».

Non è la sola a pensarla così. Ma la gente non si ribella?
«Sta cominciando. Ci sono state alcune manifestazioni spontanee, convocate con i social network, che hanno radunato migliaia di giovani. La Kirchner non potrebbe più essere rieletta nel 2015, ma sta cercando di cambiare la legge per avere un altro mandato, un po’ come ha fatto Putin. Ma l’economia sta peggiorando, per cambiare pesos con dollari o euro bisogna rivolgersi al mercato nero e anche gli equilibri politici potrebbero modificarsi».

Il Clarín sopravviverà?
«Il gruppo è forte, ce la faremo. Ma tutto ora dipende dalla legge sui media, fatta approvare nel 2009 proprio contro di noi, che impedisce a privati di possedere televisioni nazionali. Il 70% dei nostri utili viene da una tv via cavo che possediamo e che si vuole fare tacere con questa norma. Abbiamo fatto ricorso e in pendenza del ricorso l’applicazione è stata sospesa. Quest’anno, tra pochi mesi o settimane, la Corte Suprema deciderà».

Chi sta all’opposizione ha l’impressione di rivivere i tempi della dittatura?
«Non scherziamo. Nonostante tutto, siamo ancora una democrazia nella quale si vota e le due situazioni non sono comparabili. Ma è in gioco uno degli elementi che sono vitali in ogni democrazia, la libertà di informare: se perdessimo questa battaglia, ci sarebbe davvero da preoccuparsi per il futuro dell’Argentina».

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mauro recher 12:06 pm - 27th Gennaio:

alcune mie breve riflessioni sul’ articolo
http://femdominismo.wordpress.com/2013/01/27/leta-delloro/

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Caparexa 6:28 pm - 27th Gennaio:

Riguardo alla presunta “età dell’oro maschile”(sic!), riporto il mio commento lasciato sul blog del buon Mauro:
“In passato, l”età dell’oro” la passarono solo gli individui delle elite dominanti (uomini, sì, ma anche le donne non erano affatto rare (Maria Antonietta o la Regina Vittoria furono dei travestiti?), ovviamente entrambi sono minime percentuali della popolazione di entrambi i sessi).
Si può dire invece che la popolazione (inclusi quindi il 99% degli uomini) hanno passato un’ETA’ DEL CARBONE.
Nel Medioevo, ad essere sottomessa era la servitù della gleba (maschi e femmine indistintamente), poi negli ultimi secoli era la plebe urbana ad essere sottoposta al dominio delle caste alte (ma è sempre stato così).
Mi spiegate dove sta l’età dell’oro maschile in uomini come il mio bisnonno, contadino povero, ignorante e obbligato (pena la morte) ad andare nelle trincee della Prima Guerra Mondiale (nella quale perse pure un occhio))? Mi spiegate che Eden vivevano gli uomini come mio nonno, operaio in cantiere, anche lui sapeva a malapena l’italiano,(pure mio padre mi disse:”Tuo nonno era una persona veramente intelligente, MA NON HA MAI AVUTO LA POSSIBILITA’ DI FARSI UNA CULTURA”), obbligato a militare nella Seconda Guerra Mondiale (pena essere “messo al muro” dai fascisti) , spedito nell’ area dell’Ex Jugoslavia, lasciato lì e costretto a tornare in Italia a piedi?
Dove sta l’età dell’oro in uomini come mio zio (fratello di mia nonna), che è emigrato in Belgio in cerca di lavoro, ed è morto per una malattia respiratoria dovuta al fatto che esso aveva trovato impiego in miniera? La storia di mio padre non serve te la racconti Mauro, la conosci già
Come si fa ad ignorare tutto ciò, con ignoranza e superficialità (ma soprattutto insensibilità) spaventosa, tanto da proclamare il fatto che “gli uomini vissero un’età dell’oro”, ma le donne mai (ovviamente manco loro, gli unici a star bene erano i ricconi)?
Idea profondamente sessista, razzista e interclassista (ciò non ha nulla a che vedere con la sinistra, che si basava appunto su contadini e operai, non sulle “donne contro il maschio-orco”).
Magari la Terragni si dice pure di “sinistra”.
Come dice sempre il mio saggio, saggissimo padre:”La sinistra vera non esiste più, perchè non si preoccupa per nulla di proteggere i deboli, i disgraziati e gli operai. E’ uguale alla destra”…
Ha ragione da vendere, da farci un mercato globale….”

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Luigi Corvaglia 8:23 pm - 27th Gennaio:

Dal primo commento di Rita secondo Friday ……. :mail:
Molto interessanti gli stralci del libro di Nancy Friday postati da Rita.
Specie se confrontati con i deliri di certi blog (Mauro sa a chi mi riferisco …. :scratch: ) gestiti da certe minus habens.
Ne riporto alcuni stralci. Quelli che più mi hanno colpito.

Rita: La migliore strategia adottata dagli uomini sembra quella di sedersi e di rifiutarsi di affrontare le donne; chiusi nel loro silenzio, gli uomini stanno facendo affidamento sulla tradizione dello stoicismo maschile.

……
Non penso sia la migliore strategia. Altrimenti non sarei qui a parlare. Però …. potrebbe anche essere. Il principio di realtà prima o poi il conto lo esige.
……

Rita: Non intendo mostrare le mie credenziali alle femministe; i miei libri parlano da soli. Non mi illumino per tutti gli uomini, ma se c’è una luce alla mia finestra, è stata accesa in loro onore per tutta la mia vita. Quando cresci senza un padre, non smetti mai di avere fame di uomini.

……
Verità lapalissiana. Verissima per entrambi i sessi, seppure per motivi diversi. Solo per questa frase, con i suoi espliciti ed impliciti corollari (l’esigenza per i bambini delle due figure diversamente caratterizzate e quindi la prevalenza della famiglia uomo-donna sulle altre) oggi la Friday la metterebbero al rogo ….. 😥
……

Rita: Per quanto afflitte da un superlavoro, le donne non consegneranno facilmente il ruolo di cura. E benché molte lo neghino con veemenza, a qualche livello sono consapevoli del fatto che chi genera e alleva la specie umana gioca il ruolo più potente di tutta la storia dell’umanità. La prospettiva di concedere la parità agli uomini nella cura dei figli, di vedere alcuni di loro “eseguire il lavoro delle donne” altrettanto bene, è intollerabile”.

……
Niente da eccepire. L’ho sempre sostenuto e lo sottoscrivo.
……

Rita: Dipendenti in tutto da nostra madre non potevamo permetterci di mostrarle o di ammettere a noi stesse l’altra parte del nostro amore, la rabbia. Ma un padre può sopportarlo, un padre è forte, resistente, il suo sguardo granitico è impenetrabile alla nostra rabbia. Gli uomini dallo sguardo severo ci ridanno equilibrio e traggono in salvo la madre, che non possiamo perdere. Un uomo può assumere su di sé tutta l’ira verso il nostro primo nemico, quello che deteneva tutto il potere del mondo. .. ..

……
Idem come sopra.
……

Rita: Così riferisce uno psicologo da lei intervistato ……….

……
Con riferimento al caso citato dallo psicologo et similia io la penso così. Noi, donne e uomini, non abbiamo alcun diritto di avere dei bambini se, almeno potenzialmente, non siamo in grado di creagli le condizioni complessivamente più idonee. Nessun diritto. Sono i bambini ad averlo questo diritto. Perché loro non possono scegliere. Sono loro le vittime, non noi. Anteporre il nostro egoismo, la nostra immaturità ai loro diritti è il più grosso danno che possiamo fargli. Lo ripeto. Non è amore, è solo egoismo ed immaturità.
……

Rita: Ma che significa quest’opera di idealizzazione delle madri senza marito, delle donne che scelgono di escludere gli uomini all’atto della procreazione? Pensiamo davvero che questo non abbia nulla a che fare con la rabbia degli uomini o con l’occupazione del centro del palcoscenico della bellezza, della moda, della modella come icona del nostro tempo, con la decisione degli uomini di prendersi la loro quota di potere proveniente dall’aspetto estetico? Sono tutti frammenti dello stesso quadro

……
Quà penso sia del tutto fuori strada. Quanto meno nel mettere in relazione i due fenomeni. Non la seguo.
……

Rita: Il bambino comincia a sentirsi una persona, un partner importante e significativo in una relazione umana, quando comincia a stabilire rapporti con il padre. L’individuo diventa una persona adulta soltanto quando definisce sé stesso in un rapporto con un’altra persona. Una certa auto definizione, per quanto rudimentale, inizia quando il bambini definisce sé stesso in rapporto alla madre. Ma a motivo della profonda dipendenza da lei, il bambino non può procedere all’autodefinizione se non può appoggiarsi ad una terza persona.

……
Sottoscrivo in toto.

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Luigi Corvaglia 10:52 pm - 27th Gennaio:

Caparexa: Come dice sempre il mio saggio, saggissimo padre:”La sinistra vera non esiste più, perchè non si preoccupa per nulla di proteggere i deboli, i disgraziati e gli operai. E’ uguale alla destra”…
Ha ragione da vendere, da farci un mercato globale….”

…………………………………
Condivido in toto il tuo commento. Ed in particolare questo passaggio. Da scolpire nella pietra.
Adesso tutti pensano di essere di sinistra perché perorano i cosiddetti diritti civili. Dimenticano però, o fanno finta di dimenticare, che prioritari per la Sinistra (con maiuscola) sono, o dovrebbero essere, i diritti sociali.
Promuovere i primi e lasciar massacrare i secondi è un’operazione squisitamente di destra travestita da progressismo.
Esempio stupido. Al di là di tutta una serie di considerazioni d’altro tipo, il matrimonio omosex con possibilità di adottare è lampante chi avvantaggia. La Congia e la sua compagna ad esempio. Non certo chi, pur omosex, vive situazioni di non occupazione o di precarietà.
Quindi quell’operazione, travestita da progressismo, è in realtà un operazione classista. Da ricchi contro poveri. Nient’altro.

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mauro recher 8:24 am - 28th Gennaio:

condivido in toto il pensiero di Luigi, anche l’esempio sulle coppie omosex ,esempio che avevo portato anch’io su “donne di fatto”, oltre che io sono favorevole ai cosiddetti pacs o dico, ma non servono a nulla, se, nell’ambiente lavorativo,vengo discriminato per la mia sessualità,,, nel senso” che bello mi sposo, ma non ho di che vivere”… stessi pensieri , tra l’altro, anche di coppie etero…
Rino , nella riunione di uomini beta, aveva fatto l’esempio di verticale ed orizzontale, come una sia di destra e l’altra di sinistra… il femminismo è verticale, cioè aiutiamo i gay e donne, fregandosene degli altri che, essendo uomini tanno già bene, anzi hanno il potere come detto dal buon caparexa ma io continuo a pensarla che, una donna che guida una Ferrari, stia meglio del sottoscritto e di tanti altri, non cosi per il femminismo.

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Rita 10:11 am - 28th Gennaio:

@Luigi: ehm.. la Friday è pur sempre una scrittrice sul genere Erica Jong, scrive un po’ di sociologia ma partendo da moda e costume (argomenti di cui pare molto esperta).
La novità essenziale è che per lei bellezza (e anche apparenza, moda e tutto quello che gravita intorno all’estetica) e cura ed allevamento dei figli sono valutati come poteri. . Alla stessa stregua se non addirittura superiori al potere economico. Tanto che lei ne parla come di “patto di suddivisione”. Agli uomini il potere economico, (previa rinuncia del potere della bellezza) alle donne il contrario. Da quel che posso evincere (dopo aver letto tutto il libro) il rivendicare il potere dell’estetica anche da parte maschile di questi ultimi tempi non è una novità. E’ un ritorno. C’è un grande excursus (che lei descrive dettagliatamente) sulla moda maschile e sulla valutazione della bellezza fisica maschile che era fiorente prima della rivoluzione industriale e in gran parte del periodo storico precedente. Tra l’altro a me ha fatto venire in mente la civiltà greca. Certo, il culto della bellezza maschile è stato sempre legato all’omosessualità. Che è stata comunque sempre fortemente ostracizzata dal patriarcato, (si pensi alla vergogna anche solo per il sospetto di essere considerati omosessuali), ma questa ostracizzazione “conveniva” (non mi viene un altro termine, nel senso di avvantaggiava, faceva l’interessi di) di più alla parte femminile che non a quella maschile. Per questo lei il nesso ce lo vede. Perchè man mano che sulle pagine di moda compare di più il modello strafigo accanto alla modella, c’è un’erosione di potere del corpo femminile. Non so spiegarmi meglio ma se pensi al brano di Rino sull’interpretazione della donna oggetto da rivista patinata come la celebrazione e la pubblicità permanente del corpo femminile, credo sia più chiaro. Ecco. Cosa potrebbe succedere come reazione se invece ad essere pubblicizzato sarà sempre di più il corpo maschile? Non ha proprio tutti i torti.. considerando la reazione delle femministe a certe pubblicità in cui l’uomo è rappresentato come ideale di bellezza virile, che ricordo negli anni passati.

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Roberto Buffagni 9:05 pm - 28th Gennaio:

Età dell’oro no, ma in effetti fino a un paio di generazioni fa le donne erano meno feroci, in media.
Fino a una generazione fa, inoltre, cantavano. Al mattino uscivi per la strada con la bella stagione, e dalle finestre aperte sentivi cantare le donne, mentre facevano le faccende di casa. Sentito più volte con le mie personali orecchie. Adesso, tutte mute.
A una donna potevi anche dire “Mi fai un caffè?” (o un panino, una bistecca, etc.) senza sentirsi rispondere “Fattelo da solo, sei paralitico?”Incredibile ma vero, di solito te lo faceva, te lo portava anche. Non sembrava una cosa straordinaria, nè a te nè a lei. Faceva piacere, in effetti, a entrambi. Tu le dicevi: “Buono!” e lei ti sorrideva. Ricordo anche che abitualmente, se l’uomo trafficava in cucina,la donna reagiva, “Lascia fare che fai solo dei disastri”, e ci pensava lei. Ti attaccava i bottoni, ti spazzolava la giacca, ti stirava le camicie e i fazzoletti. Non ci si dava un gran peso.
Insomma, età dell’oro no, però, tutto sommato era meglio (per tutti, direi).

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Roberto Buffagni 9:51 pm - 28th Gennaio:

Vi segnalo un grande, grandissimo commentatore americano, che la sa lunga su molte cose, femministe comprese. E’ Fred:

How to Marry a Third-World Woman

And Live Happily Every After–Somewhere Else

“Why would a man deliberately set out to marry a woman in the Third World—or, if you prefer, the “developing world”? For any of several reasons, which men talk about in private but not when they might be overheard:

(1) North American women (say these men) have been so corrupted by angry feminism that they have the appeal of a menopausing crocodile with the hives. Yes, there are gradations, and many exceptions, but you don’t find out whether she is an exception until, if she isn’t, it is too late. And yes, the men having these views often have had bad experiences, and remain angry. Nonetheless they tend to have similar opinions: The average American woman these days is charming as a hung-over ferret but less useful (ferrets kill mice). We all know the signs. There are the frequent complaints about sexism, discrimination, machismo, the throwaway snotty remarks about the male ego, immaturity, and fear of commitment (they have the last one right, God knows). You get the feeling that too many gringas are coiled like rattlesnakes, looking for slights about which to be enraged. Together these constitute what I think of as “the chip.” ”

continua qui:
http://www.fredoneverything.net/MarryAbroad.shtml

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armando 11:14 pm - 28th Gennaio:

Luigi: Adesso tutti pensano di essere di sinistra perché perorano i cosiddetti diritti civili. Dimenticano però, o fanno finta di dimenticare, che prioritari per la Sinistra (con maiuscola) sono, o dovrebbero essere, i diritti sociali.

Sollevi un bel problema. Diritti civili sono diritti individuali, diritti sociali sono diritti collettivi o comunitari. La domanda vera però è 1) sul perchè questo ribaltamento di priorità e sul suo significato, 2) in che rapporto stanno gli uni con gli altri (di subordinazione logica, temporale, concreta, o di coesistenza “paritaria” o altro), e 3) prima ancora però la domanda è sulla definizione di diritti civili, perchè ho l’impressione che con lo stesso termine possano essere pensate cose assai diverse.
armando

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fulvio terzapi 5:53 pm - 30th Gennaio:

@roberto buffagni: anche i negri e i bianchi andavano piu d’accordo ai tempi della segregazione e gli afro-americani erano meno incazzati verso i bianchi. :scratch:

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Roberto Buffagni 10:20 am - 31st Gennaio:

@ F. Terzapi

Non c’è dubbio che l’eguaglianza aumenti la conflittualità, perchè gli eguali desiderano le stesse cose e dunque competono per averle.
Se la tua affermazione vuol dire questo, concordo. Se vuol dire che le donne sono state schiavizzate dagli uomini, no. Il rapporto tradizionale tra uomini e donne non è padrone/schiavo, è un rapporto gerarchico olistico di subordinazione, nel quale la dimensione diurna della vita è dominata dall’uomo, la dimensione notturna dalla donna. La distinzione di compiti e sfere d’influenza impedisce, dunque, che uomini e donne confliggano sistematicamente. Non c’è bisogno che mi dilunghi sul perchè questo tipo di relazione è improponibile, nell’Occidente odierno.
Resta però il fatto che l’estensione totalitaria dell’eguaglianza in tutti i campi della vita, compresa la intima, rende estremamente spinoso e conflittuale il rapporto uomo/donna, e di fatto lo sgretola. Tra l’altro, mina alla base la radice dell’attrazione erotica, che è la polarità sessuale. La sessualità non è un semplice dato biologico, ma una determinazione che coinvolge tutta la persona, anima compresa: e l’attrazione erotica nasce dall’anima.

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Fabrizio Marchi 11:30 am - 31st Gennaio:

“@roberto buffagni: anche i negri e i bianchi andavano piu d’accordo ai tempi della segregazione e gli afro-americani erano meno incazzati verso i bianchi”. (Fulvioterzapi)
Ragazzi, come avrete certamente capito dal mio silenzio, sono molto occupato in questo periodo e per lo meno fino a fine mese, per cui non ho tempo per replicare come vorrei.
Due cose (anche in risposta all’ultimo post di Roberto Buffagni)
1) @Fulvio: non so se lo hai detto ironicamente (non ho seguito la discussione precedente), ma se così non fosse dire che “i negri e i bianchi andavano maggiormente d’accordo ai tempi della segregazione” equivale a dire che è meglio che il mondo sia rigidamente diviso in schiavi e in padroni, così le cose sono chiare, nessuno si mette “grilli nella testa” (diritti, libertà, eguaglianza) e l’”ordine” regna sovrano (quale ordine?…Pertini diceva che avrebbe preferito la più scombiccherata delle democrazie alla più perfetta delle dittature, e aveva ragione…). Spero (per te e per chi dovesse pensarla come te) che sia solo una boutade e di aver preso un granchio. Ti invito solo a riflettere che se tu, come me e come il 99% delle persone, fossi nato in una determinata epoca piuttosto che in un’altra, avresti fatto parte di quella stragrande maggioranza di cui sopra (schiavi o similia) e non di quella minoranza (di padroni). Chi ragiona in quei termini suppone invece a priori (arbitrariamente e illusoriamente) di far parte della minoranza. Balle! Le “strutture” in cui siamo gettati nel mondo, nostro malgrado, sono quelle che sono e non le determiniamo certo noi quando veniamo al mondo. Ce le ritroviamo e ci dobbiamo fare i conti. Possiamo provare tutt’al più a trasformarle, se ci riusciamo, ed è quello che tentiamo di fare anche noi, nel nostro piccolissimo.

2) @Roberto Buffagni: abbiamo affrontato innumerevoli volte il discorso sul concetto di eguaglianza che nulla ha a che vedere con quello di omologazione, omogeneizzazione e indifferenziazione.
Viviamo in un mondo tuttora fortemente diseguale ma al contempo, guarda caso, sempre più omogeneizzato. Ciò significa che questi due concetti, profondamente e strutturalmente diversi, sono stati artatamente confusi e mescolati. Il discorso che si aprirebbe sarebbe lunghissimo e non posso farlo.
Attenzione però a non fare confusione perché rischiamo di cadere in una china molto pericolosa. Mi rendo conto che qui siamo su un terreno sul quale ciascuno di noi ha sensibilità differenti, tuttavia a me spetta ricordare, anche e soprattutto per evitare strumentalizzazioni, quale sia la vocazione e l’orizzonte culturale e filosofico di questo movimento, le cui ragioni affondano nella sua Carta dei principi pubblicata sulla homepage del sito.
.

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Fabrizio Marchi 12:14 pm - 31st Gennaio:

P.S. in un minuto di tempo:
se si nasceva “negri” negli USA fino a un secolo e mezzo fa o in Sudafrica fino a qualche decennio fa (schiavo, in un qualsiasi contesto sociale fondato sulla schiavitù), anche se eri potenzialmente un genio, un artista, un filosofo o uno scienziato, “negro” (o schiavo) eri e “negro” (o schiavo) restavi. Punto e fine dei giochi.
Tutto il resto (l’Io, il soggetto, il “superuomo”, l’”essere”, l’idealismo trascendentale, l’Io penso, l’esistenzialismo, Dio, la “sostanza”, il libero arbitrio, l’individuo e la sua libertà, e chi più ne ha più ne metta… ) di fronte a queste “strutture”, diventa “chiacchiera” oppure “metafisica da donnette”, per prendere in prestito una celebre affermazione di Levi Strauss…
Spero di essere stato sufficientemente chiaro…

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Rino DV 7:42 pm - 31st Gennaio:

Ogni condizione di pace può nascondere qualcosa di terribile: la soggezione muta di popoli, classi, etnie, nazioni, che per decenni o secoli subiscono tacendo e senza reagire.
Bisogna perciò analizzare e distinguere, tra le diverse “paci”.
Nel ns caso, se accadesse che gli UU giungano a subire tacendo per secoli tutto quel che già patiscono e che potrebbero ancor più patire in futuro, si avrebbe una forma di pace. Innegabile.
Scomparsi i pochi Risvegliati di oggi (che potrebbero anche rappresentare l’ultima luce di una coscienza in via di definitivo spegnimento) non ci sarebbe più guerra.
Se una parte subisce tacendo (pur avendo coscienza dello stato delle cose) o addirittura – e meglio – non avendone alcuna coscienza, siamo alla pace definitiva.
Quanto alle DD che cantano e che rallegrano la vita (a sé e agli uomini) è questione di esperienze.
La mia è questa: le ho trovate solo sui libri.
Non fosse stato per i libri, io non avrei mai potuto immaginare che possa esistere qualcosa di simile.
Ho fatto la prima esperienza del femminismo reale nel 1959. Avevo 4 anni. Dopodiché …53 anni di conferme.

RDV

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Marco 12:03 am - 1st Febbraio:

@ Rino – Quanto alle DD che cantano e che rallegrano la vita (a sé e agli uomini) è questione di esperienze.
La mia è questa: le ho trovate solo sui libri.
Non fosse stato per i libri, io non avrei mai potuto immaginare che possa esistere qualcosa di simile.
Ho fatto la prima esperienza del femminismo reale nel 1959. Avevo 4 anni. Dopodiché …53 anni di conferme.
@@@@@@@@
Francamente non sono così convinto che un certo genere di comportamenti femminili siano indotti dal femminismo (secondo me sono in larga parte intrinsechi, come per altri aspetti lo sono quelli maschili), ma condivido in pieno la tua affermazione: neppure io ho memoria di donne che mi abbiano veramente rallegrato la vita.
Sarò stato “sfigato” ? Boh…

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cesare 10:33 am - 1st Febbraio:

Le donne non “cantano” ed Eva “la è carne della mia carne” ed è “costola di Adamo” e la “carne” è un valore sostanziale costitutivo, una bontà e bellezza sostanziale e in quanto “costola” una re-integrazione accogliente irrinunciabile. Per questo gli uomini assumono la responsabilità di unirsi ad una donna, e a tal fine si mettono sulle spalle, in piena consapevolezza, qualunque onere. Ed Eva lo sa, ma non lo accetta. E gli uomini fanno finta di non saperlo e per cavalleria si illudono con Eva che Eva “canti”. Ma non è questo il suo dono e non è questo il dono di Adamo.

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Fabrizio Marchi 11:40 am - 1st Febbraio:

“E gli uomini fanno finta di non saperlo e per cavalleria si illudono con Eva che Eva “canti”. Ma non è questo il suo dono e non è questo il dono di Adamo”. (Cesare)
Eh…caro Cesare…è un bel “tasto” questo che hai toccato…(e che abbiamo sfiorato altre volte). Bè, per ragioni sia tattiche che strategiche (e di opportunità politica) mi taccio, per lo meno in questa fase…D’altronde ciascun essere umano è da sempre gettato nel tempo e nello spazio (e nel contesto) in cui gli è toccato di vivere (e nello spirito di quel tempo e di quello spazio) e non possiamo far finta che tutto ciò non esista.
Del resto anche grandissimi uomini (filosofi, leader politici ecc.) sono giunti a dei compromessi, di natura politica ma a volte (più grave da sopportare) anche teoretica.
Per ora ci tocca anche a noi (che non siamo grandissimi e neanche grandi…). :unsure:

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cesare 12:02 pm - 1st Febbraio:
rino 12:52 pm - 1st Febbraio:

>Marco
Francamente non sono così convinto che un certo genere di comportamenti femminili siano indotti dal femminismo (secondo me sono in larga parte intrinsechi,
>
E questo che volevo dire. Ho visto/sentito la presenza del terreno adatto allo sviluppo del femminismo nella scontentezza generale delle DD verso gli UU sin da piccolo. Quella lamentazione permanente, quel querelarsi in ogni modo contro ogni accadimento della vita imputandone la cusa agli UU.
Un fenomeno che ha le sue radici interiori e che da fatto privato (forse esistente da tempo ed anche comprensibile stante l’eterna insoddisfazione umana) è divenuto un fatto POLITICO.
Avvenimento politico che appunto trovò e trova anche terreno fertile in quell’atteggiamento (che però – ad onta di quanto sopra – forse non è di tutte le culture, ma qs non sono in grado di dirlo).
Quanto alle affermazioni di Fabrizio…
ineccepibili in quanto ben comprensibili.
RDV

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armando 2:07 pm - 1st Febbraio:

Roberto:
Il rapporto tradizionale tra uomini e donne non è padrone/schiavo, è un rapporto gerarchico olistico di subordinazione, nel quale la dimensione diurna della vita è dominata dall’uomo, la dimensione notturna dalla donna. La distinzione di compiti e sfere d’influenza impedisce, dunque, che uomini e donne confliggano sistematicamente. Non c’è bisogno che mi dilunghi sul perchè questo tipo di relazione è improponibile, nell’Occidente odierno.
Resta però il fatto che l’estensione totalitaria dell’eguaglianza in tutti i campi della vita, compresa la intima, rende estremamente spinoso e conflittuale il rapporto uomo/donna, e di fatto lo sgretola. Tra l’altro, mina alla base la radice dell’attrazione erotica, che è la polarità sessuale. La sessualità non è un semplice dato biologico, ma una determinazione che coinvolge tutta la persona, anima compresa: e l’attrazione erotica nasce dall’anima.
>
Sono in totale sintonia con queste affermazioni.

Quanto a ciò che scrive Rino: “Un fenomeno che ha le sue radici interiori e che da fatto privato (forse esistente da tempo ed anche comprensibile stante l’eterna insoddisfazione umana) è divenuto un fatto POLITICO” mi limito a ricordare il congresso di sciglimento di Lotta Continua nel 1976 la cui parola d’ordine, imposta dalle “compagne” femministe, fù appunto: IL PERSONALE E’ POLITICO.
Lì si spiega tutto quello che ne è seguito, cpompresa la colonizzazione culturale dell’allora PCI e la sua definitva subordinazione a una concezione della politica che metteva al primo posto quelli che erano definiti i diritti borghesi, cioè i c.d. diritti civili, e quindi, inevitabilmente visto l’accezione che se ne dava (e tutt’ora se ne da), quelli femminili e indviduali. Con ciò la subordinazione allo spirito borghese divenne defintiva, ben oltre le parole sui lavoratori, gli operai etc. etc. Come oggi in SEL.
armando

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Fabio C. 9:52 pm - 1st Febbraio:

Per Rino Barnart.
Questa è una tipica canzone degli anni Settanta:

All’epoca avevo solo cinque anni, per cui non posso dare un giudizio preciso su cosa sia realmente stato quel periodo per quanto riguarda il rapporto fra i due sessi.
Una cosa però l’ho notata: in quell’epoca c’era un “romanticume” diffusissimo, che a quanto pare molti e soprattutto molte, rimpiangono, benché si parli proprio del periodo in cui il femminismo iniziava la sua scalata in virtù della ritirata degli uomini…
Personalmente ci trovo delle contraddizioni mostruose in tutto ciò: e tu? (E Fabrizio? E Armando?)

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Roberto Buffagni 9:53 pm - 1st Febbraio:

Tranquillo, Fabrizio, non sono fascista.

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Ethans 12:58 am - 2nd Febbraio:

Marco>>> Francamente non sono così convinto che un certo genere di comportamenti femminili siano indotti dal femminismo (secondo me sono in larga parte intrinsechi
*********************************************************

Anche secondo me. Poi è ovvio che il femminismo amplifica ciò che si cela nel profondo femminile agendolo su di un piano politico.

,>E questo che volevo dire. Ho visto/sentito la presenza del terreno adatto allo sviluppo del femminismo nella scontentezza generale delle DD verso gli UU sin da piccolo. Quella lamentazione permanente, quel querelarsi in ogni modo contro ogni accadimento della vita imputandone la cusa agli UU.Un fenomeno che ha le sue radici interiori e che da fatto privato (forse esistente da tempo ed anche comprensibile stante l’eterna insoddisfazione umana) è divenuto un fatto POLITICO.Avvenimento politico che appunto trovò e trova anche terreno fertile in quell’atteggiamento (che però – ad onta di quanto sopra – forse non è di tutte le culture, ma qs non sono in grado di dirlo).Quanto alle affermazioni di Fabrizio…ineccepibili in quanto ben comprensibili.RDV

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Ethans 12:59 am - 2nd Febbraio:

Scusate ho sbagliato a quotare… certo che ‘sta piattaforma eh? :wacko:

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Fabrizio Marchi 7:36 am - 2nd Febbraio:

Non pensavo che lo fossi (fascista) Roberto, e anche se lo fossi sarebbero affari tuoi, non miei… 😉
In realtà stavo rispondendo a questo post di Fulvioterzapi (“anche i negri e i bianchi andavano più d’accordo ai tempi della segregazione e gli afro-americani erano meno incazzati verso i bianchi. ) che non poteva essere lasciato cadere come se nulla fosse…A meno che non volesse essere una provocazione ironica, allora, se tanto mi dà tanto, aggiungo io, anche a Hiroshima dopo lo sganciamento della bomba atomica c’era la pace…
Voglio chiarire un punto. Per me la Libertà è un valore fondamentale, universale e irrinunciabile. Ne consegue che ciascuno è liberissimo di avere le proprie idee e di esporle come meglio crede. Si tratta solo di avere l’intelligenza e il buon senso di capire i contesti all’interno dei quali ci si trova o con i quali ci si relaziona e di avere il buon senso di evitare polemiche gratuite e senza nessun costrutto.
Non ce l’ho né con te né con Fulvioterzapi, sto parlando in generale. Anzi, devo dire che le tue riflessioni sono sempre molto stimolanti.
P.S. sul tema eguaglianza, da una parte, omogeneizzazione/indifferenziazione, dall’altra, mi pare di averti già risposto, sia pur molto sinteticamente. Ci tornerò nelle prossime settimane, comunque lo abbiamo affrontato molte altre volte.
Ribadisco che i due concetti sono profondamente e radicalmente diversi e sono stati arificiosamente mescolati. Non a caso…

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fulvio terzapi 1:11 pm - 2nd Febbraio:

si, la mia era una provocazione in risposta al commento di Roberto Buffagni che ho trovato troppo “tradizionalista” anche se non voglio sembrare intollerante verso chi è di convinzioni diverse dalle mie. libertà di pensiero e di espressione sempre e comunque.

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Roberto Buffagni 8:33 pm - 2nd Febbraio:

Caro Fulvio,
ebbene sì, sono tradizionalista. Secondo il mio modesto avviso, e premesso che modo di rovinare la vita a sè e agli altri lo si trova sempre, se le donne tornassero a fare le donne starebbero meglio loro, noi e tutti. Con ciò, niente in contrario al voto, al lavoro, all’eguaglianza di fronte alla legge,etc. Tanto in contrario alla competizione fra uomini e donne, una delle poche cose che ti rovina la vita di sicuro anche se ci metti le migliori intenzioni. Se mi è consentito metterla giù pari pari, trovo che:
a) il lavoro femminile, che per il 90% dei casi è lavoro esecutivo, noioso e malpagato (come nel caso del lavoro maschile, eh?) fa male alle donne e alla famiglia, e che sarebbe meglio per tutti se un uomo fosse in grado di mantenere la baracca con il suo stipendio mentre la moglie sta a casa, cucina, spazza, lava e tira su i figli.
b) se una ha il talento o la voglia o le raccomandazioni per fare lavori impegnativi, di moda, di soddisfazione, di importanza sociale, si accomodi e ben venga. Ciò riguarda una percentuale ridicola delle donne (come degli uomini). Chi se la sposa sa quel che lo attende (cioè nessuno a casa), e saranno fatti suoi. Tutto l’enorme casino che ci fanno su le femministe è per coonestare un’ascesa sociale che riguarda solo un 5%, a dir molto, delle donne.
c) nessuna relazione personale si basa sull’eguaglianza in tutto, neanche l’amicizia, figuriamoci le relazioni erotiche. A me risulta, per esperienza diretta, che le donne sono più soddisfatte se hanno accanto un uomo che le tiene a bada, allineate e coperte (soprattutto coperte) altrimenti parte l’isteria, la rivendicazione perpetua, la rottura di coglioni come premessa metodologica, etc.
d) è notorio che alle donne non frega un accidente di legge, morale, istituzioni, etica, lealtà, tutta roba da maschi. Alle donne frega la forza, soldi compresi, e il sentimento, vanità compresa. Mettiti a fare del fair play con una donna, e ti pronostico un avvenire tetro.

E con ciò direi di avere fatto un outing da troglodita mica male, e vi saluto cordialmente.

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armando 10:00 pm - 2nd Febbraio:

Caro Roberto, i trogloditi sono almeno due. L’altro sono io. Al di là del modo “pittoresco” e un po’ forte con cui hai esposto le tue idee, queste contengono un nocciolo di verità molto forte.
Non si tratta di vietare nulla per legge o impedire a chi vuole di farsi il suo progetto di vita, ma la realtù empirica ci dice che nella sostanza è cpme dici tu, compreso l’ultimo punto d), molto importante per capire le differenze fra i sessi.
armando

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rino 11:42 pm - 2nd Febbraio:

Tutti i passaggi elencati da Roberto meritano cmq una rifessione.
Quanto poi al punto d) mi pare che si debba amaramente concordare.
RDV

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Roberto Buffagni 10:59 am - 3rd Febbraio:

Caro Rino,
sul punto d), ovvero sull’indifferenza o meglio sulla incommensurabilità tra le donne e la legge credo si deva concordare senza amarezza. L’amarezza la mette in circolo l’attuale pretesa di far finta che questo dato della costituzione psichica femminile non esista.
Quando le donne facevano le donne e gli uomini gli uomini, il fatto (macroscopico) era ben noto, e di tanto in tanto se ne poteva osservare, con riconoscente timore reverenziale, la ragione provvidenziale. Per esempio, è grazie alla incompatibilità femminile con la legge umana e con la politica che può nascere una Antigone o una Santa Giovanna d’Arco. La legge umana non è tutto, e non è neanche il meglio che abbiamo. Ci sono altre leggi, non umane o non soltanto umane, che la superano e la integrano. Le leggi non scritte della natura o di Dio, per esempio. E’ quando le donne si impicciano della legge e della politica degli uomini che danno il peggio di sè, per esempio abusando della legge e facendola entrare dove entrare non deve, per esempio nelle famiglie, nelle relazioni sentimentali ed erotiche, etc. Si chiama eterogenesi dei fini, e ne parlava il tale che parlò (bene) anche dei trogloditi miei fratelli, i “bestioni tutto stupore e ferocia”…

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cesare 9:43 am - 5th Febbraio:

Un’altra costatazione: ripropongono sempre l’antica mela ad Adamo il quale a sua volta sempre se la mangia e con gusto. Tante donne, rifiutato lo sguardo di amore e di desiderio maschile, rifiutata la relazione col maschile, non sopportano più la propria natura di donne e di madri e sono prese da un furore antifemminile e antiumano e teorizzano e si mobilitano per un superominismo che viene poi utilizzato e fatto proprio dalle potenze economiche, politiche e militari che da sempre non sopportano che l’umano non sia riducibile ad una macchina magari superpotente, ma sia fine in sè. Ma, se chi non conta nulla per i falsi criteri del Mondo, ma ha valore assoluto solo perchè è umano e come tale è fine a se stesso e in se stesso, annienta questa verità in nome del proprio desiderio di potenza eretto a unica realtà, allora distrugge l’unico baluardo a sua difesa e spiana la strada al dilagare di chi è davvero potente ed ha ben altre mire. In tal senso, per una malintesa liberazione, le donne che si prestano a questa guerra antifemminile e antiumana contro verità e natura, finiscono per travolgere non solo il proprio genere in un destino oscuro e tragico di forme ben più radicali di schiavitù, ma anche il genere maschile. Uteri in affitto, ovuli in vendita, aborti, aborti forzati, pianificazione familiare forzosa, eliminazione dei concepiti di sesso femminile, eugenetica abortiva: è la “femme machine” che voleva liberarsi della propria natura ed è finita per consegnarsi allo Stato che ne ha fatto una sua macchina biologica, finalizzata ben peggio delle schiave di un tempo (vedi quello che succede su grande scala in Cina).
Così, per esempio Donna Haraway, “esponente di rilievo” del genderismo porge di nuovo ad Adamo la mela, stavolta con la promessa del superomismo dei cyborg. Di questo intellettuale femmina e del genderismo da lei sostenuto scrive Giorgio Israel su IL Foglio di oggi 5 febbraio, nell’articolo “IL bello della differenza”, articolo che invito a leggere.

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armando 9:11 pm - 5th Febbraio:

Se è per questo anche il punto c) è constatsbile empiricamente. Mai ascoltato una donna che confessa di aver mollato il fidanzato perchè troppo accondiscente e quindi noioso? Ce ne sono un sacco. E d’altra parte la frase “non ci sono più i maschi di una volta” dice la stessa cosa. Ma questa è la femmina, ed è utopico e controproducewnte sperare che inizi a ragionare come un maschio. Ergo, il problema è tutto nostro, che in nome della pax femminea non sappiamo più sostenere virilmente il conflitto, e quindi lo aggraviamo. Reimparassimo a fregarcene tirando dritti per la strada che riteniamo giusta, diverse cose si sistemerebbero- Il problema è che ormai troppi maschi culturalmente colonizzati e psicologicamente paralizzati si illudono che la strada giusta sia invece quella sbagliata, oppure proprio non ne conoscono più di strade,
armando

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Ethans 3:00 am - 6th Febbraio:

Buffagni >>> sull’indifferenza o meglio sulla incommensurabilità tra le donne e la legge credo si deva concordare senza amarezza. L’amarezza la mette in circolo l’attuale pretesa di far finta che questo dato della costituzione psichica femminile non esista.
***********************************************************
Quoto, firmato il troglodita n.3

Buffagni >>> E’ quando le donne si impicciano della legge e della politica degli uomini che danno il peggio di sè, per esempio abusando della legge e facendola entrare dove entrare non deve, per esempio nelle famiglie, nelle relazioni sentimentali ed erotiche, etc
************************************************************
:good:

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Roberto Buffagni 7:44 pm - 6th Febbraio:

Diceva, tanti anni fa, il mio colonnello in un momento di confidenze e consigli ai giovani: “Le donne, vedete, sono un problema solo se le state a sentire. Basta restare calmi, staccare l’audio, e finita la geremiade trombarsele.”
Aurea massima.

Propongo la fondazione del PIT, Partito Italiano Trogloditi. Slogan: “Wilma, dammi la clava!”

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Marco 8:24 pm - 6th Febbraio:

http://27esimaora.corriere.it/articolo/i-desideri-degli-uomini-stanno-cambiando/
@@@
06.02 | Lea Melandri
Nel suo libro, Essere maschi. Tra potere e libertà (Rosenberg & Sellier, Torino 2013), Stefano Ciccone, uno dei fondatori di Maschile Plurale, parla della “miseria” della sessualità maschile e la riconduce al fatto di essere stata ridotta alla dimensione del consumo e del dominio, una sessualità che è stata rappresentata come incontrollabile, una pulsione violenta che agisce come una sorta di “rivalsa” contro quello che viene percepito come un potere femminile -la bellezza, la seduzione (aggiungerei: la cura)- che lo mette in condizione di dipendenza e di bisogno. L’uomo si sente provocato da quello che vede come un ribaltamento di poteri, come testimoniano alcuni dei commenti che si leggono più frequentemente anche in questo blog. Sarebbe questo a spingere a una reazione violenta. E’ importante allora chiedersi quali poteri l’uomo ha attribuito al corpo femminile. E’ vero, come scrive Stefano, che l’uomo “ha rimosso il desiderio femminile”, ma è anche vero che ha identificato la donna con la sessualità. La donna, come si legge nel saggio di Otto Weininger del 1903, Sesso e carattere, è “la sessualità dell’uomo incarnata”, la fonte della sua caduta nell’animalità, nel peccato, per cui è a lei che l’uomo chiede aiuto per superarsi. Come abbiano sentito affermare in casi recenti -il parroco di Lerici, il procuratore capo del Tribunale di Bergamo- se le donne non vogliono incorrere nella violenza maschile non devono uscire la sera o vestirsi in modo provocante. Cioè, come suggeriva già Weininger, occorre indurle a “rinunciare alle loro intenzioni immorali” verso l’uomo. Di qui l’imposizione alle donne di essere pudiche, di coprire i loro corpi. Oggi, in presenza di una cultura che esalta il sesso come una risorsa di mercato, il corpo femminile erotico è messo in scena senza veli, scambiato per denaro, sesso, carriere. Gli uomini hanno, per così dire, portato allo scoperto la loro sessualità, “solo fisica”, oggettivata nel corpo femminile offerto al loro sguardo. Mi chiedo – e chiedo agli uomini di Maschile Plurale- se non pensano che questo sia ancora un cambiamento che permette alla maggior parte degli uomini di evitare di riconoscerla come propria e cominciare a interrogarla.
@@@

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Fabrizio Marchi 10:14 pm - 6th Febbraio:

Non so quale sia la vostra opinione nel merito ma personalmente trovo che il linguaggio di questi/ femministi/e sia di difficile definizione. Mi verrebbe da dire che è incomprensibile, ma non è esatto. Forse delirante, neanche…E’ veramente difficile definirlo, per lo meno per me. Fondamentalmente mi pare una paccottiglia che nasconde una grande miseria di contenuti. Mi sembrano un pensiero e un linguaggio fumosi, tipici di quelle persone che scambiano l’oscurità per la profondità.
A tal proposito forse può esserci di aiuto questo brevissimo stralcio estrapolato dal “Breviario di estetica” di Benedetto Croce:”Per mettere ad una prima prova l’effettivo possesso di un concetto si può far uso dell’esperimento in altra occasione da noi consigliato: invitare colui che asserisce quel possesso ad esporlo con parole o con altri mezzi di espressione (simboli grafici e simili). Se colui si rifiuta e dice che il suo concetto è così profondo che parole non valgono a tradurlo, si può star sicuri o che egli si illude di possedere un concetto e possiede solamente torbidi fantasmi e mozziconi di idee ovvero che il profondo concetto è solo vagamente da lui presentato o tutt’al più si comincia appena a formare…”.
Naturalmente il contesto in cui Croce spiega questo concetto è tutt’altro, però mi pare che possa calzare.

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Ethans 2:19 am - 7th Febbraio:

Fabrizio Marchi >>> Non so quale sia la vostra opinione nel merito ma personalmente trovo che il linguaggio di questi/ femministi/e sia di difficile definizione. E’ veramente difficile definirlo, per lo meno per me.
************************************************************
Fuffa… o fuffologia per i più eruditi.

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Fabrizio Marchi 7:12 am - 7th Febbraio:

“Fuffa… o fuffologia per i più eruditi”. (Ethans)
Sulla fuffa sono d’accordo, un po’ (molto) meno sul fatto che sia destinata agli eruditi.
La tragedia è proprio questa, che la fuffa (perché di questo si tratta) sia stata eretta a filosofia…
:unsure:

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Fabrizio Marchi 7:26 am - 7th Febbraio:

In realtà il cuore della questione sta in questo pezzo:
“Oggi, in presenza di una cultura che esalta il sesso come una risorsa di mercato, il corpo femminile erotico è messo in scena senza veli, scambiato per denaro, sesso, carriere. Gli uomini hanno, per così dire, portato allo scoperto la loro sessualità, “solo fisica”, oggettivata nel corpo femminile offerto al loro sguardo. Mi chiedo – e chiedo agli uomini di Maschile Plurale- se non pensano che questo sia ancora un cambiamento che permette alla maggior parte degli uomini di evitare di riconoscerla come propria e cominciare a interrogarla”.
Si tratta ovviamente della solita colpevolizzazione della sessualità maschile, considerata come “troglodita”, oltre naturalmente alla altrettanto solita deresponsabilizzazione del femminile rispetto al processo di mercificazione della sessualità. “Le donne – questo l’assunto implicito – scambiano sesso per denaro e carriere perché così vogliono gli uomini”.
Poco più che una favoletta per bambini. Oggi il mondo, cioè la psiche e l’etica collettive sono dominate da questa “roba” qui. Levi Strauss parlerebbe di strutture inconsce collettive (scusate, ultimamente ho letto qualcosa degli “strutturalisti”), noi parliamo di “psico-eto-sfera”, ma il concetto è in fondo simile.
Questa “roba” qui è lo spirito del nostro tempo…
sad
P.s. queste faccette postate da Luigi incentivano a scrivere… :mail:

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Giorgio 7:35 am - 7th Febbraio:

Roberto Buffagni:
Diceva, tanti anni fa, il mio colonnello in un momento di confidenze e consigli ai giovani: “Le donne, vedete, sono un problema solo se le state a sentire. Basta restare calmi, staccare l’audio, e finita la geremiade trombarsele.”
Aurea massima.

Propongo la fondazione del PIT, Partito Italiano Trogloditi. Slogan: “Wilma, dammi la clava!”

>
Capisco cosa vuoi dire ma non sono del tutto d’accordo. Sì, è vero che ci sono situazioni e circostanze in cui è meglio lasciar perdere, se no sarebbe una guerra quotidiana, ma ce ne sono altre in cui dovrebbe essere ‘obbligatorio’ rispondere alle provocazioni e alle accuse femminili.
Del resto, se oggi ci tocca leggere assurdità come quelle della Melandri (per citarne una fra le tante), è proprio perché non esiste un contraddittorio maschile e conseguenzialmente le donne si espandono sempre più: sia nel privato che nel pubblico.

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Giorgio 7:41 am - 7th Febbraio:

PS: Oltretutto, la capacità o meno di ‘non starle a sentire, dipende anche dal grado di sensibilità che un uomo ha rispetto a certe tematiche.

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cesare 9:31 am - 7th Febbraio:

Sono in attesa del giorno in cui in un talk show un maschio chieda alla “Leandri di turno” (e sue relative “recriminazioni di turno”) appunto una spiegazione secondo i criteri che Fabrizio ha riportato di Benedetto Croce. Magari su una domanda cui non ho ancora avuto risposta credibile:
“Perchè, o amiche donne, vi vestite (o meglio vi “insalamate brutalmente”) tutte con un capo di abbigliamento tipicamente maschile, se il maschile è il paradigma del male? ovvero perchè su una delle comunicazioni simboliche più potenti, l’abito, non avete mantenuto il vostro vestiario, la sottana, od elaborato qualcosa che significasse quella diversità femminile che affermate essere paradigma del bene?”.
E non mi si risponda perchè i pantaloni sono più comodi perchè non lo sono per niente sotto tutti gli aspetti, igienici, termici, funzionali, estetici ed economici. A meno che non si accusino i maschi di averle coperte a forza con i bluejeans e al tempo stesso scoperte a forza con i tanga, e curato che il passaggio dagli uni agli altri avvenisse per il tramite della minigonna; in tal caso si tratterebbe di una imposizione antinomica e dal paradosso che è subita indifferentemente dalle potenti donne parlamentari fino alle bidelle (utilizzo, e mi scuso, la “innovativa” scala di valore della onorevole Finocchiaro).
Nell’ ipotizzato talkshow, prima del silenzio freudianamente significante consigliato da Buffagni: “Dopo, se vuoi, ti “consolo””, darei voce chiara anche ad una sintetica premessa metodologica di tipo crociano: “Non sparare fesserie”.

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Roberto Buffagni 12:26 pm - 7th Febbraio:

Giorgio:
PS: Oltretutto, la capacità o meno di ‘non starle a sentire, dipende anche dal grado di sensibilità che un uomo ha rispetto a certe tematiche.

Certo. Guarda però che scherzavo. Però in questo il vecchiaccio aveva ragione, che non bisogna lasciarsi impressionare dalla filza di cavolate con le quali le donne giustificano e si giustificano. Non bisogna farlo neanche con gli uomini, figuriamoci con le donne, che com’è noto geneticamente si disinteressano all’argomentazione razionale e desiderano principalmente avere a) ragione b) l’ultima parola.

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Luigi Corvaglia 4:01 pm - 7th Febbraio:

COMMENTO INFORMATIVO.
Alcuni di voi hanno notato l’apparente scomparsa dei commenti. In realtà non è scomparso niente. Per velocizzare il caricamento, specialmente dei thread con moltissimi commenti, li si è “paginati” con 100 commenti per pagina. Potete notare infatti, sotto le faccine, la scritta COMMENTI PRECEDENTI. Cliccandoci sopra si accede alla pagina precedente e cosi via fino ai primissimi commenti del thread. Naturalmente cliccando su COMMENTI SUCCESSIVI si va in avanti. Ripeto, il tutto è stato fatto per velocizzare il caricamento delle pagine che, nei post con molti commenti risultava eccessivamente lento. Comunque se questo dovesse rappresentare un problema per i più si può tranquillamente tornare indietro.
Ne approfitto comunque anche per chiarire (a chi è necessario) l’uso di altri comandi disponibili.
L’uso del comando (quote) che compare alla fine di ogni commento.
Serve per riportare, tutto o in parte, nel commento che si intende scrivere il commento di un altro utente. Per riportarlo tutto intero basta cliccare su (quote) e poi proseguire con il proprio commento. Se invece ne voglio riportare solo una parte basta selezionarla e poi cliccare su (quote).
L’istruzione strong: serve per applicare il grassetto. Per applicarlo è facilissimo, basta selezionare la parola o la frase del mio commento che voglio “grassettare” e cliccare sul tasto strong.
L’istruzione em. Come sopra, serve però per applicare il corsivo.
L’istruzione link: serve per inserire un link senza far vedere tutto l’indirizzo completo che compare nelle barra degli indirizzi e che noi tutti riportiamo spessissimo. Purtroppo …. sigh … funziona solo una volta nel singolo commento. Comunque per usarlo basta selezionare il testo precedentemente scritto a cui si vuole collegare il link (può essere benissimo il titolo dell’articolo o altro) e cliccare sul tasto link. Si aprirà una finestrella in cui potremo inserire l’indirizzo che avremo precedentemente copiato dalla barra degli indirizzi (col comando incolla) e successivamente ok.
Le altre istruzioni, col tema corrente con cui è stato realizzato Uomini Beta, sono praticamente inapplicabili perciò le tralascio. Spero di essere stato utile.
…………
PS. Benvenuto a Renzoni anche da parte mia. :bye:

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Ethans 1:13 am - 8th Febbraio:

Fabrizio Marchi: Sulla fuffa sono d’accordo, un po’ (molto) meno sul fatto che sia destinata agli eruditi.

********************************************************
Hai ragione. Diciamo allora per i fans degli pseudo sapienti alla Ciccone. 😉 ********************************************************
Fabrizio Marchi >>> La tragedia è proprio questa, che la fuffa (perché di questo si tratta) sia stata eretta a filosofia…
********************************************************
E dalla filosofia al piano pratico, dalla potenza all’atto, il disastro è bello che servito.

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Marco 6:23 pm - 8th Febbraio:

Io di anni ne ho ormai trentanove, per cui non escludo di potermi sbagliare riguardo al vissuto degli adolescenti, eppure la realtà che osservo quotidianamente è molto diversa da quella raccontata in questo delirante articolo.
@
http://27esimaora.corriere.it/articolo/nelle-scuole-con-ragazze-e-ragazziparlando-di-amore-sesso-violenza/
@@@@
Le ragazze si sentono addosso il dito puntato se hanno più relazioni brevi anziché un rapporto duraturo, soffrono del fatto che al maschio invece la virilità venga riconosciuta proprio attraverso una libertà sessuale a loro negata.

Alcune dicono che nella coppia ci si adatta a fare quello che vuole lui, dalle piccole alle grandi cose. E prevale quella che Lea Melandri definisce la “missione salvifica delle donne”. Un gruppo di ragazze, sollecitate da un’ipotesi di violenza da parte del proprio ragazzo, mi hanno detto che non lo lascerebbero, che cercherebbero di capire perché l’ha fatto, che “L’amore non se ne va all’improvviso!”.

Fa male sentire giovani donne che sembrano rassegnate a soffrire, ad avere pazienza, a cercare di prendersi cura di un compagno come di un figlio, ma rincuora che nel contempo siano esse stesse ad essere critiche su questo ruolo che indossano come un abito, non vissuto ma subito. Hanno bisogno di credere che le cose possano cambiare.
@@@@
Ma di quale epoca parlano queste pazzoidi? Del 2013? Ma ci stanno pigliando per il culo? Ragazze che “soffrono, che sono pazienti e che si prendono cura di un compagno come di un figlio” ?? Ragazze che fanno quello che vuole lui?? (io assisto regolarmente al contrario).
Ma stanno parlando delle nostre nonne?
Ragazze che si sentono addosso il dito puntato, se hanno più relazioni brevi?
E anche questa frase:
@@@@
In un istituto commerciale stavamo parlando del piacere sessuale che nella violenza di genere ha origine nell’esercizio del potere sulla vittima e che viene meno nello scambio denaro-sesso con una prostituta. “Non è vero!, ha esclamato un ragazzo cercando il microfono, e ha proseguito spiegando che l’80 per cento delle prostitute è vittima di stupro prima di essere inserita nel circuito dello sfruttamento e che dunque andare con una prostituta significa rendersi complici della violenza cui è sottoposta”.
@@@@
L’80% delle prostitute sarebbe vittima di stupro prima di essere inserita nel circuito?
Queste qui sono da reparto psichiatrico.

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Marco 7:41 pm - 8th Febbraio:

Non è finita: ne hanno scritto un altro di “articolo” delirante.
@@
http://27esimaora.corriere.it/articolo/quanto-costa-essere-donna-almeno-130-euro-piu-che-a-un-uomo/

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Luigi Corvaglia 8:59 pm - 8th Febbraio:

@ Marco
Mah … e dai tempi degli articoli su Stefania Noce che non intervengo su quel blog.
Lo so …. sbaglio e mi sa che prima o poi ci ritorno. Dalle nipotine misandriche della Melandri. Vedremo.
Un impressione personale sull’ultimo post che hai segnalato: il classico “chiacchiericcio della parrucchiera“. Quello del tipo “Ahh signora mia sapesse …..https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_smile.gif

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Rino DV 10:04 pm - 8th Febbraio:

Marco:
>>
Non è finita: ne hanno scritto un altro di “articolo” delirante.
>>
Forse 20 anni fa già le femministe californiane denunciarono il fatto che le DD spendono molto di più degli UU dal parrucchiere.
Dal momento che ciò accade perché vi sono costrette dalla cultura maschilista (come qui conferma 27 Ora) esigevano che la differenza venisse posta a carico dei maschi.
Basta attendere e accadrà, dice il malizioso.
Ma sta già accadendo: la diversificazione fiscale non venne forse proposta dallo stesso Monti (e senza obiezioni da parte di chicchessia) ?!

RDV

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Andrea 12:31 am - 9th Febbraio:

>>>
In un istituto commerciale stavamo parlando del piacere sessuale che nella violenza di genere ha origine nell’esercizio del potere sulla vittima e che viene meno nello scambio denaro-sesso con una prostituta. “Non è vero!, ha esclamato un ragazzo cercando il microfono, e ha proseguito spiegando che l’80 per cento delle prostitute è vittima di stupro prima di essere inserita nel circuito dello sfruttamento e che dunque andare con una prostituta significa rendersi complici della violenza cui è sottoposta”.
@@@@
L’80% delle prostitute sarebbe vittima di stupro prima di essere inserita nel circuito?
Queste qui sono da reparto psichiatrico.
(Marco)
>>>>>>>>>>>>>>
A cinquanta (50) metri da casa mia vivono due ragazze romene di età compresa fra i 23 e i 25 anni, professione: prostitute dall’età di 18 anni, quando entrambe emigrarono in Italia.
Una volta la venticinquenne (che a casa sua doveva fare anche la contadina, dopo esser uscita da scuola) pronunciò queste parole:
“Piuttosto che tornare a fare un lavoro normale, mi butto da un ponte”.
Credo che chiunque di voi sappia che una prostituta dell’est, giovane e bella, in un giorno può guadagnare (esentasse) quello che una barista guadagna in un mese.

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cesare 9:13 am - 9th Febbraio:

Ogni richiesta di privilegio (l’ultima fra le innumerevoli quella implicita nei 130 euro in più di costo) si risolve nell’affermazione di una minorità: e quanto costa in più essere bambini? Si torna a “prima le donne e i bambini”. Benissimo naturalmente dove va la carrozzina lo decide poi il papà e la mamma.

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Luigi Corvaglia 11:09 am - 9th Febbraio:

Marco: Non è finita: ne hanno scritto un altro di “articolo” delirante.

………………………………..
E va bene … lo confesso …. ci sono ricascato…. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_scratch.gif
Ho inviato un commento al thread segnalato da Marco:
che indegno sessismo…
09.02 | 10:23 Luigi Corvaglia
Il tuo commento è in attesa di moderazione
Questa è una vera e propria discriminazione contro le donne…:))
Propongo una tassa di almeno 150 € su ogni bipede fallo-dotato (copyright di una vostra amica del FQ) o alternativamente una detassazione di almeno 150 € su ogni bipede fallo-privato (copyright personale).
……………….
ps. @ Vnd. Lo so, il copyright è tuo ma è troppo bello e non potevo certo stare lì a spiegargli tutto. Facciamo così: se lo pubblicano sono in debito con te. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wink.gif

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Fabio C. 5:01 pm - 9th Febbraio:

Marco:

E anche questa frase:
@@@@
In un istituto commerciale stavamo parlando del piacere sessuale che nella violenza di genere ha originenell’esercizio del potere sulla vittima e che viene meno nello scambio denaro-sesso con una prostituta. “Non è vero!, ha esclamato un ragazzo cercando il microfono, e ha proseguito spiegando che l’80 per cento delle prostitute è vittima di stupro prima di essere inserita nel circuito dello sfruttamento e che dunque andare con una prostituta significa rendersi complici della violenza cui è sottoposta”.
@@@@
L’80% delle prostitute sarebbe vittima di stupro prima di essere inserita nel circuito?
Queste qui sono da reparto psichiatrico.

**************************************
Queste femministe “confondono” la minoritaria realtà delle nigeriane (che, comunque, è soventemente gestita da altre donne), con quella delle rumene, delle spagnole, delle sudamericane, eccetera, che nella quasi totalità dei casi vengono a prostituirsi in Italia per libera scelta (lavorare è più duro e molto meno remunerativo…).
Inoltre, una balla veramente mostruosa è quella del “cliente” che eserciterebbe un potere ?? sulla prostituta e ci farebbe sesso proprio con tale intento: ossia per “opprimerla”
Mi chiedo chi sia stata la prima femminista (o il primo femminista) a partorire una tale aberrazione, perché chiunque abbia pagato una prostituta sa che è lei a stabilire i prezzi e i tempi e a decidere quali rapporti è possibile praticare. Sostanzialmente il sesso con una donna a pagamento è a dir poco avvilente e umiliante: ma per l’uomo non per la donna. Dubito che una qualsiasi uomo pagherebbe una donna se potesse ottenere gratuitamente quello che desidera…
Il problema è farlo capire a queste femministe in malafede e ai loro servi.

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Sandro2 7:52 pm - 9th Febbraio:

Marco:
Non è finita: ne hanno scritto un altro di “articolo” delirante.
@@
http://27esimaora.corriere.it/articolo/quanto-costa-essere-donna-almeno-130-euro-piu-che-a-un-uomo/

——————————
Tratto dal libro di Rino (QMDT).
>>
Che gli uni lavorino per dovere e le altre perché ne hanno il diritto è una disimmetria che nessuno vede tanto che persino i più duri maschilisti, generosamente, riconoscono che anche le donne hanno il diritto di conquistare l’indipendenza economica come se essi stessi l’avessero.
Si è portati a pensare che, se non il coniugato, almeno il single sia interamente proprietario del suo reddito ma si tratta di una verità parziale perché, come ognuno sa, la relazione tra i due impone sempre ai maschi un costo economico che non grava sulle femmine. Come non ci sono donne con un impiego che sposino disoccupati, né mogli che mantengano i mariti, né divorziate che facciano lo stesso verso i loro ex, così non ci sono donne che corteggino gli uomini, che spendano per avvicinarli, che li spesino nel vestire, che paghino per essi al ristorante. Non esistono donne sole che acquistino una macchina più grande per rimorchiare meglio né si trovano di quelle che, per quanto innamorate, paghino le ferie ai rispettivi.
Una single che sia interessata ad un uomo non deve per questo metter mano al portafogli, perciò, mentre il reddito della donna le appartiene interamente anche se entra in relazione con un uomo, quello dell’uomo gli appartiene completamente se e solo se non entra mai in relazione con una donna.
Solo un maschio senza ormoni può essere economicamente indipendente.
In tutto ciò non vi è nulla di notabile se non il fatto che questa verità, che appartiene al racconto maschile, viene del tutto occultata per poter rivendicare alle donne quel diritto che gli uomini non hanno e non possono avere. All’origine della ricerca maschile del reddito, oltre al fatto banale che non vi è per i maschi altro modo per sostentarsi, vi è la certezza che senza di esso non potranno avvicinare nessuna e dietro gli sforzi per il suo illimitato incremento vi è anche l’aspettativa delle maggiori opportunità sessuali che crescono parallelamente al crescere di quello. Per le donne vale quasi il contrario nel senso che, oltre una certa soglia, più sono ricche e più difficile diventa trovare qualcuno cui legarsi che non sia ad esse inferiore, condizione cui i maschi possono sopperire solamente mettendo sul piatto del valore fama, potere, prestigio. Se li possiedono. Tutte queste banali verità traggono origine nella differenza di valore sessuale tra i due, nel fatto che per l’uomo la donna rappresenta lo scopo mentre per essa l’altro è uno strumento. Le donne, e solamente esse, sono perciò economicamente indipendenti sia quando non hanno reddito proprio, perché il marito ha l’obbligo di mantenerle, sia quando si guadagnano direttamente uno stipendio.
E’ un privilegio che perdono solamente quando le parti si invertono ed esse vengono a trovarsi nella condizione usuale di ogni uomo. Si tratta però di un rovesciamento del tutto virtuale come prova il fatto che mentre milioni di uomini in Occidente pagano gli assegni alle ex mogli, non esistono divorziate, per quanto ricche, che paghino assegni agli ex mariti. Per quanto possano essere innamorate le donne non trascurano mai l’aspetto economico del legame che si apprestano a stabilire in coppia. Si è scoperto (con meraviglia) che quando la donna percepisce un reddito il regime di comunione dei beni tra i coniugi, che è la condizione normale, viene sostituito dalla separazione.
E’ vero che anche le donne si innamorano e perdono la testa ma a quanto pare non smarriscono mai la calcolatrice.
Dietro la corsa maschile al reddito ed al suo incremento si cela in realtà un grandioso ed invisibile corteggiamento che quel reddito presuppone. Se gli uomini fossero al governo tutti i costi di avvicinamento alle donne, tutti gli oneri economici affrontati per rendersi graditi, tutte le spese di corteggiamento sarebbero detraibili dalle imposte e non è azzardato immaginare che tale disposizione comporterebbe forse l’azzeramento pluridecennale del loro carico fiscale. Quando la donna occidentale ritira il suo stipendio sa che quel reddito le appartiene integralmente e può gloriarsi di aver raggiunto finalmente quella indipendenza che è da sempre privilegio maschile. In cosa esso consista nessun maschio con gli ormoni l’ha mai saputo.

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