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28 Nov 2009  |  2.216 Commenti

Video: Femminismo; ideologia sessista

Di seguito  il secondo video che abbiamo realizzato.


2.216 Commenti

Fabrizio Marchi 9:32 am - 25th Aprile:

Questa forse vi era sfuggita…avete capito che coscienza di classe la signora del PD?…
http://www.imolaoggi.it/2014/04/23/alessia-morani-pd-offende-chi-non-ha-reddito-non-ha-combinato-nulla-nella-vita/ *dash*

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Luigi Corvaglia 12:38 pm - 25th Aprile:

Fabrizio Marchi,

Non era difficile immaginarne la deriva. Lo scrissi pure:”I partiti pescheranno al loro interno, in quell’esigua percentuale femminile e, anche tralasciando i giochetti di cooptazione di cui sopra, per me fin troppo ovvi, non fosse altro per una cruda questione di numeri la rappresentanza femmnile sarà tutt’altro che eccelsa. Da cui la mia considerazione del precedente intervento sulle seconde linee. “.
Però qui c’è di più e di peggio (la signora era dei DS): la trasmutazione genetica di una classe politica che, sovente con le stesse persone, è passata armi e bagagli dall’altra parte. Dalla parte di chi comanda davvero.
La cosa sarebbe anche sopportabile, ognuno è libero di cambiare idea, quello che non sopporto è la falsa coscienza che hanno dispiegato a piene mani riuscendo a tradire e gabbare in massima parte quel patrimonio, umano, politico e sociale che era rappresentato una volta dal PCI. Che nonostante tutto li vota. *bad*

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armando 9:48 pm - 25th Aprile:

Luigi Corvaglia,

già, è questo il dramma. Nonostante tutto li votano! . Ma la cosa non mi sorprende. La Morani è espressione della piccola borghesia intellettuale (e per di più è anche femminista) dotata di una robustissima falsa coscienza, ciò che gli consente di essere come gli altri sentendosi però moralmente superiore. E’ la peggior specie.

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romano 11:27 am - 26th Aprile:

sentite cosa dice ritanna armeni al minuto 1:05
http://www.youtube.com/watch?v=7BFH9zgUQGo

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Fabrizio Marchi 2:58 pm - 26th Aprile:

Romano, ti ringrazio di aver postato questo video perché mi da l’opportunità di ribadire come sia assolutamente fondamentale tirar fuori la QM (e io aggiungo il dibattito politico filosofico nel suo complesso) dalle secche di questa falsa dicotomia (voluta e creata ad arte, a mio parere) tra il cretinismo politicamente corretto da una parte (che ha solo il risultato di consegnare la gente alla destra…) e quello della vetero o neo destra vetero o neo reazionaria in questo caso incarnata da Borghezio e dalla Lega Nord.
Non entro neanche nel merito della sequela di imbecillità pronunciate sia dalla Armeni che da Borghezio che hanno fatto a gara nel superarsi vicendevolmente.
Quella della Armeni relativamente alle donne che fino a 30/40 anni fa anche in Europa erano costrette a portare il velo è addirittura incommentabile, ma la stessa cosa vale per quello che ha detto Borghezio sull’arroganza crescente degli islamici o sul fatto che pretenderebbero di imporci chissà cosa.
Ho girato per anni e anni in lungo e in largo in Palestina (Cisgiordania e Gaza), in Libano, in Marocco, in Algeria, in Tunisia, e sono sempre stato accolto con grandissima ospitalità ovunque sono stato. Potrei raccontare tante e tante straordinarie esperienze di vita vissuta ma ci vorrebbe ovviamente un’infinità di tempo (molti mi hanno addirittura suggerito di scrivere un libro sulla mia esperienza mediorientale…). Non solo non ho mai avvertito la benchè minima ostilità nei miei confronti e nei confronti di qualsiasi altro occidentale che fosse da quelle parti per lavoro o per turismo, ma sono sempre stato trattato con grandissima cordialità, gentilezza e riguardo, come mi è capitato, fuori dal quel contesto, solo nella ex Birmania, attuale Myanmar.
Ciò detto, in qualsiasi paese arabo mussulmano una donna potrebbe girare tranquillamente alle tre del mattino ovunque si trovasse, perché nessuno le torcerebbe neanche un capello. Eppure quante volte avete sentito molte donne (vittime di una propaganda martellante) che vi hanno detto che a loro piacerebbe andare a visitare quei paesi ma che non ci vanno perché hanno paura…
Ma paura de che?… Stronzate apocalittiche diffuse in quantità industriale che hanno contribuito a costruire l’immagine dei paesi arabi come di paesi particolarmente insicuri per le donne. Cazzate! E di proporzioni colossali!
I paesi più sicuri per essere visitati sia dagli uomini che dalle donne sono sicuramente i paesi arabi e islamici. E non è vero affatto che in tutti quei paesi le donne occidentali siano costrette a vestirsi in una determinata maniera, perché in Marocco, in Tunisia, in Siria, In Egitto sul Mar Rosso, in Giordania, nella stessa Palestina, le turiste occidentali vanno in giro smutandate né più e né meno di come vanno in giro qui da noi. Questo vale per alcuni paesi, come l’Afghanistan, lo Yemen e in parte l’Iran, dove viene chiesto alle donne di usare il velo.
EEhhh, hai capito che violenza!! Ma per favore…In tutti gli altri paesi di cui sopra non c’è proprio nessun obbligo da rispettare, se non togliersi le scarpe prima di entrare in una moschea, e i maschi arabi si devono cibare lo spettacolo (esattamente come noi…) di tutte queste donne che girano leggiadre con le tette che gli ballonzolano sotto la maglietta e gli shorts. Quello che può succedere (ma non ha nulla a che vedere con la violenza…) è che i maschi locali possono talvolta essere portati a pensare che questa libertà nel modo di conciarsi e di porsi corrisponda ad una altrettanta libertà sessuale, per cui potrebbe capitare che ci sia qualcuno che si proponga, magari in maniera talvolta non proprio soft, diciamo così, ma in modo relativamente un pochino più audace; la qual cosa non mi sembrerebbe comunque da criminalizzare… E poi se ci pensiamo può essere anche un fatto del tutto normale. Voglio dire, in condizioni diverse dalle nostre se qualcuno ti vede camminare con le tette al vento, potrebbe essere portato a pensare che stai cercando qualcuno per divertirti. E’ ovvio che ormai anche i maschi mussulmani hanno capito che così non è e si sono assuefatti allo smutandamento delle donne occidentali…Per il resto il massimo che tutt’al più può rischiare una donna occidentale in un paese mussulmano è una manata sul culo in un suk dove si cammina appiccicati l’uno all’altro…
Per il resto, se togliamo e lasciamo il crocefisso dalle pareti delle scuole, ai mussulmani non gliene può fregare di meno. Oltretutto, sfatiamo anche questo mito in base al quale nei paesi mussulmani non tollererebbero altre religioni. Altre cazzate che si aggiungono ad altre cazzate. In Siria i cristiani fino a pochissimo tempo fa e finchè sarà in piedi il regime di Assad, erano liberissimi di praticare il loro culto. Ora i cristiani stanno rischiando grosso (non solo loro…) perché le milizie terroriste di Al Qaeda e della Jihad, finanziate dagli USA (non so se è chiaro…) vorrebbero imporre, laddove predominassero, un regime ultraintegralista, ma questo, ripeeto, non varrebbe solo per i cristiani, ma per tutti, anche per i mussulmani non wahabiti…
Per non parlare della Palestina dove i cristiani convivono serenamente con i mussulmani e nessuno, ma proprio nessuno, gli dice nulla. Io stesso ricordo che ne parlai a lungo (lo intervistai) con l’allora Padre Ibrahim, che era, diciamo così, il capo della Chiesa cattolica in Palestina dove, voglio ricordarlo, si era ritirato anche il Cardinal Martini (che ha rischiato di diventare Papa) negli ultimi anni della sua vita.
Idem come sopra per il Libano dove invece molti anni fa si scannarono non solo fra cristiani e mussulmani ma fra drusi, palestinesi e altre etnie locali. Ma in quel caso eravamo in presenza di una vera e propria guerra civile che andava ben oltre la questione religiosa che naturalmente si era sovrapposta ad una situazione politica estremamente complessa (bei tempi per me che gironzolavo da quelle parti…chissà, magari tornano).
Quindi questa della presunta intolleranza congenita, culturale e addirittura ontologica degli arabi e dei mussulmani è una gigantesca cazzata che non ha nessun fondamento reale e viene alimentata da forze grette e parafascistoidi – razzistoidi come la Lega Nord, per portare un po’ d’acqua al loro mulino e fare il pieno dei voti.
Ed è proprio il falso buonismo del politically correct e di questa falsa “sinistra “ che prego Dio o chi per lui che la faccia scomparire al più presto possibile perché ha provocato e continua a provocare dei danni incommensurabili, che contribuisce in modo fondamentale a dare linfa a forze politiche altrettanto detestabili (per ragioni opposte e contrarie ma accomunate dalla stessa ipocrisia che è il loro vero comune denominatore) come la Lega Nord e i suoi parenti d’oltralpe austriaci o francesi.

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Fabrizio Marchi 3:22 pm - 26th Aprile:

Aggiungo che proprio in quel video Borghezio sottolinea come nei paesi islamici le donne non possono fare come gli pare e piace come invece possono fare da noi. Ed è proprio su questo punto che attacca la Armeni e le altre perché vuole stanarle sul loro stesso terreno, per dirgli:”Vedete, proprio voi difendete quella gent(aglia) ceh opprime le donne, e in vece siamo noi i paladini della libertà delle donne occidentali contro i barbari mussulmani!”. Questo è il messaggio di Borghezio per chi non lo avesse capito…
E poi attribuisce ovviamente tutto ciò ad una retroterra culturale che si è “ontologizzato” (Borghezio pesca a man bassa nelle teorie della cosiddetta Nuova Destra che ora non parla più di diversità biologica fra le razze ma di diversità antrolopologico culturale…un altro modo, un po’ più “politicamente corretto”, di aggiornare e attualizzare le cose di sempre…). Ricordo a tutti che la Lega Nord è quella che sostiene la castrazione chimica per gli stupratori (oltre a una montagna di anni di carcere) e la pena di morte (come la Mussolini che ora c’ha il marito indagato per prostituzione minorile…va bè, lasciam perdere, via…).
I

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sergio 8:43 am - 27th Aprile:

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Oltretutto, sfatiamo anche questo mito in base al quale nei paesi mussulmani non tollererebbero altre religioni. Altre cazzate che si aggiungono ad altre cazzate
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… seeee… ma per piacere, Fabrizio.
Ok, va bene la difesa a oltranza e a prescindere di tutto ciò che non è occidentale e cristiano (notoriamente sempre buono e giusto per qualunque “sinistro” italiano, che però si guarda sempre bene dal trasferirsi in quei paesi), ma anche alle esagerazioni dovrebbe esserci un limite.

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Mauro recher 1:16 pm - 27th Aprile:

Posso solo dire la mia , sia chiaro che ,in quei paesi non ci sono mai stato , ma credo che ,in fondo avete ragione entrambi , Fabrizio ha girato in lungo e in largo quei posti ed ha avuto la maggioranza di esperienze positive ,mentre te Sergio ,magari hai avuto altre esperienze ovviamente negative … possiamo fare un esempio ..vado in un paese e mi viene rubato il portafoglio e dico allora peste e corna di quei abitanti ,magari invece ,in un altra occasione ,sempre nello stesso posto mi trattano bene ed allora uso parole dolci verso quei abitanti ,il succo del discorso e che ,a scapito di mussulmani ,cristiani ed ebrei ,trovi sempre o la testa di biiip o la brava persona che non lo fa sicuramente ne la religione ,ne il colore della pelle ..se devo portare la mia esperienza personale io con questi mussulmani anche ci lavoro e mi sono trovato bene ,sono andato qualche volta anche a casa loro e non c’erano mogli sottomesse o che bruciavano il crocefisso … vengo a ripetermi ,magari in altri posti la situazione è diversa ,ma vale sempre la regola che ho detto prima ,ecco il perchè il razzismo è stupido ,non per il politicamente corretto , ma per esperienza personale

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Fabrizio Marchi 1:59 pm - 27th Aprile:

sergio,

Innanzitutto io sono nato qui e non ho nessuna intenzione di emigrare, né nei paesi islamici né altrove…Eviterei queste battutine da bar che abbassano di molto il li vello del nostro dibattito e rimarrei ai fatti.
Ho soltanto detto che non è affatto vero che nei paesi islamici, o in tutti i paesi islamici ci sia un atteggiamento di intolleranza preconcetta nei confronti degli occidentali o di altre religioni. In alcuni si, penso all’Afghanistan o ad alcuni paesi “nostri “alleati” come l’Arabia Saudita o gli Emirati dove peraltro la presenza di altre religioni, a quanto ne so è inesistente.
Ciò detto, ribadisco che in tantissimi paesi arabi e mussulmani (dove peraltro sono stato per tanto tempo), la stragrande maggioranza, non c’è nessun atteggiamento diffuso pregiudizialmente ostile o tanto meno violento nei confronti degli occidentali o di altre religioni. Forse è ora di leggere qualcos’altro oltre a Oriana Fallaci e Magdi Allam, di ascoltare un po’ meno le chiacchiere di Borghezio o di Salvini, e magari anche di farti qualche bel viaggio in un paese islamico. Potresti cominciare proprio con la tana del lupo, cioè l’Iran , vacci d’estate con un bel crocefisso sul petto ben visibile sulla camicia sbottonata, passaci un mese o due, poi torni e ci racconti se e come ti hanno usato violenza…
Che poi esista un Islam radicale e intransigente (e spesso intollerante) nessuno lo mette in dubbio. Del resto anche in occidente esiste un “occidentalismo” teocon imbevuto di spirito messianico al quale si è ispirata l’amministrazione USA guidata dall’allora Presidente Bush per scatenare la guerra in Iraq e in Afghanistan. Lo stesso”occidentalismo” messianico dei liberal politicamente corretti portatori di democrazia e diritti umani a suon di bombe “intelligenti” e uranio impoverito che guarda caso, colpisce gli stessi nemici degli “occidentalisti” teocon. Nemici che, come sappiamo, diventano amici (e/o ritornano nemici) a seconda degli interessi o della convenienza, perché sappiamo tutti benissimo (e se non lo sai è bene che cominci a documentarti perché non si può sempre parlare per sentito dire…) che le bande jihadiste e quelle altrettanto fondamentaliste di Al Qaeda che hanno rovesciato il regime di Gheddafi e che tentano di rovesciare quello di Assad sono finanziate e armate dagli USA e dalla NATO. Quella stessa Al Qaeda, nemico pubblico numero uno dopo il crollo dell’URSS, che è servita da alibi agli USA e alla NATO per scatenare di fatto una sorta di terza guerra mondiale, cioè la famosa guerra preventiva (e permanente) che consente agli USA di mantenere il controllo e l’egemonia militare sul, mondo, anche in presenza di una fragilità economica che diventa sempre più evidente (e proprio per questo cresce in misura proporzionale il loro “impegno” militare nel mondo).
Ciò detto, io non difendo affatto per principio (come dici tu..) tutto ciò che non è occidentale e cristiano o viceversa antioccidentale e anticristiano. Ti hanno informato male, evidentemente, anzi, pur non essendo un credente e non appartenendo a nessuna confessione, appartengo a quella schiera di persone che sostengono che non possiamo (noi occidentali, intendo) non definirci cristiani. Mi dispiace solo che da questo punto di vista la penso come Cacciari che non è mi è molto simpatico ma me ne farò una ragione.
Per quanto riguarda il “sinistro”, sai bene che non ho più nulla a che fare dal punto di vista politico con l’attuale “sinistra”, quella stessa “sinistra” che sto sottoponendo ormai da molto tempo ad una critica radicale e oserei dire anche feroce (soprattutto sul piano ideologico) che ritengo essere solo una delle facce dell’attuale sistema capitalistico dominante. Non mi pare di poter dire altrettanto di te, per lo meno a giudicare dai concetti che esprimi e dal tuo linguaggio che ricalca in tutto e per tutto, mi dispiace dirtelo, la pochezza intellettuale della gran parte della destra nostrana (altra faccia dell’attuale sistema dominante), buona solo ad alimentare i mal di pancia del suo “popolo” per le tasse e gli immigrati.
I “sinistri” e i “destri” (come te) sono solo facce di una stessa medaglia. Il problema è che neanche se ne accorgono…

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Luigi Corvaglia 8:39 pm - 15th Maggio:

Post trionfante,ovvio e disgustoso della Somma:
Violenza sulle donne, la Convenzione di Istanbul e la risposta italiana

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Rino DV 9:04 pm - 15th Maggio:

Posto qui. Non credo che Armando ce ne avrebbe dato info.
Si tratta di un suo articolone su Preve (e Fusaro) pubblicato oggi ( mi ci sono imbattuto poco fa).
Forse potrebbe stimolare interventi su Interferenza, non so.
Certo è molto interessante.
http://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_797_Ermini_Preve_Fusaro.pdf
RDV

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cesare 10:45 pm - 15th Maggio:

Corvaglia.
Luigi sai quanto me che lo scatenarsi delirante dell’accusa femminile circa la violenza subita dai maschi è dal punto di vista della psicologia del profondo l’autoaccusa della violenza commessa. Quale violenza? La società capitalistica costringe le donne ad una progressiva negazione di sè “ri-educandole negativamente”, cioè alienandole in una dimensione di aggressione negativa e competitiva verso il maschile, verso la vita nascente, verso le altre donne, verso se stesse. Un vero percorso di estraniazione imposto alle masse femminili. Maschi e femmine dell’ Occidente ne sono vittime.
Questa società ha infatti bisogno della violenza delle donne, ne legittima l’espressione e la conferma come un valore. E’ la definitiva polverizzazione di ogni tratto di solidarietà umana in base alla antica regola del dominio: divide et impera. E l’ideologia femminista è l’ideologia perfettamente coerente a questo obiettivo che viene mistificato sotto le mentite spoglie della emancipazione.
Ma la violenza è violenza anche se benedetta dall’ideologia di Stato e della società tutta. Le regole del cuore non le cambiano i parlamenti e la violenza inconsciamente resta quello che è: un comportamento colpevole. E quando non se ne vuole acquisire consapevolezza ed ammetterlo, mettendosi in discussione, esso deve essere rappresentato comunque tramite il meccanismo della proiezione, in questo caso sul maschile.
L’accusa ai maschi è accusa a se stesse e
la critica al femminismo è pertanto una componente fondamentale della critica alla alienazione soprattutto femminile e tuttavia anche maschile.
E se questa asserzione ha fondamento e se proprio si vuol ricorrere all’orrendo termine di ri-educazione, le prime a dover essere ri-educate semmai dovrebbero essere le donne, vittime di questa pedagogia della violenza.
Quanto alle istituzioni internazionali e ai loro pronunciamenti, in quanto nulla dicono della condizione reale delle masse femminili e maschili, parlano di un particolare e per di più ne parlano falsamente, per nascondere il tutto. Fanno parte di quel sistema di mascheramento istituzionale delle reali tragiche condizioni in cui vivono miliardi di maschi e di donne del pianeta Terra, che mira a contrapporre femmine povere a maschi poveri, femmine sfruttate a maschi sfruttati. Mira alla istituzionalizzazione della guerra tra poveri. Si tratta di quel dispositivo di mascheramento che invera la falsa coscienza necessaria al dominio da parte delle minoranze che detengono l’ottanta per cento della ricchezza mondiale. Sono le Pussy Riot o le Femen istituzionalizzate. La realtà delle cose ne avrà prima o poi ragione.

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Daniele 12:03 am - 16th Maggio:

cesare
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La società capitalistica costringe le donne ad una progressiva negazione di sè “ri-educandole negativamente”, cioè alienandole in una dimensione di aggressione negativa e competitiva verso il maschile, verso la vita nascente, verso le altre donne, verso se stesse. Un vero percorso di estraniazione imposto alle masse femminili. Maschi e femmine dell’ Occidente ne sono vittime.
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Mi spiace, Cesare, ma non condivido né mai condividerò tesi del genere che servono solo a deresponsabilizzare ancor di più le presuntuosissime femmine, che già di loro non si assumono mai la responsabilità di nulla e al tempo stesso sanno solo scassare la minchia ad ogni pié sospinto, atteggiandosi continuamente ad esseri superiori, necessari e insostituibili, dotati di una fantomatica “marcia in più”.
Dal mio punto di vista le femmine sono le principali responsabili dell’odierno sfacelo, altro che chiacchiere “giustificatorie”. Loro ci sguazzano alla grande in questo contesto sociale e lo alimentano a più non posso.

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Mauro Recher 12:22 pm - 16th Maggio:

Luigi Corvaglia:
Post trionfante,ovvio e disgustoso della Somma:
Violenza sulle donne, la Convenzione di Istanbul e la risposta italiana

Ho risposto anch’io ,non potevo certo esimermi https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_whistle3.gif
o meglio è una contro risposta ad un post intelligente scritto prima che cosi scriveva
” La cosiddetta legge sul femminicidio (119 del 2013) è stata l’ennesima risposta di carattere emergenziale….

Ma come lei, la Lanfranco, la Zanardo e tutta la compagnia di giro che ha reso l’assistenza sociale alle donne un business industriale a pieno titolo, nei mesi precedenti parlavate di emergenza un giorno si e pure l’altro e reclamavate provvedimenti URGENTI ad hoc e SOPRATTUTTO CONTRIBUTI PUBBLICI per “arginare il fenomeno” ed adesso se ne viene a dire che l’emergenza c’era ma a sua insaputa…

ma poi a proposito ma l’emergenza femminicidio e’ gia’ finita ?

non viene piu’ uccisa una donna ogni tre giorni ?

come mai sono terminati di botto i pianti isterici delle prefiche dolens ?

I soldi pubblici stanno arrivando ?

come va la “prevenzione” del fenomeno ?

visto che utilizzate contributi pubblici, quando su queste pagine invece di lamentarvi ad ogni pie’ sospinto non rendicontate le spese effettuate con i contributi pubblici a partire dei vostri emolumenti ?

Fateci sapere, a vostro buon cuore…
cosi la mia risposta
Ma sopratutto questi contributi pubblici che li paghiamo anche noi uomini ,e non ci sarebbe nulla di male se questi soldi venissero usati anche per aiutare gli uomini in difficoltà ,dovrebbe essere come negli ospedali (lasciamo stare la malasanità) dove io pago le tasse. ma se ne ho bisogno ne usufruisco anch’io ,la stessa cosa dovrebbe avvenire anche per i centri antiviolenza.. comunque rispondo alle tue domande
1- l’emergenza femminicidio non è finita perchè non è mai cominciata
2- sembrerebbe di no ,anche se le posso dire che le uccisioni di donne ,più o meno sono costanti da 40 anni a questa parte ,saremmo tutti più contenti se non ci fossero …ma sono sempre di un rapporto 3-1 a sfavore degli uomini
3- alcune sono in campagna elettorale ed una donna ,deve votare donna e che faccia gli interessi delle donne ,non hanno tempo certamente da perdere con degli uomini ,magari sopra ad una gru perchè perdono il lavoro , sono uomini e che si arrangino
4- Non lo so ma credo che ,stanno battendo cassa un motivo ci sarà
5- prevenzione del fenomeno ? Quale fenomeno ,se intende il femminicidio vogliono mettere gli uomini in gonna (mi sembra in Francia) a me sembra demenziale ,poi faccia lei
6- Eh si adesso le dicono quanto prendono , io che non ho nessun finanziamento pubblico prendo 1200 euro al mese *blush*

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ARMANDO 12:35 pm - 16th Maggio:

Daniele,

Se posso interpretare il pensiero di Cesare, non credo volesse essere giustificazionista. Voleva dire, invece, che l’universale è maschile, ovvero che i maschile è in grado di vedere oltre, di afferrare i meccanismo nascosti e quindi demistificarli. E con ciò è in grado potenzialmente, anche se ovviamente non sempre è così perchè nessuno è onnipotente, di liberare anche il femminile da un processo di alienazione di cui sono certo pienamente corresponsabili coscienti, ma anche vittime inconsapevoli perchè non sanno distinguere l’inganno. A me pare sia tutt’altro che giustificazionsita, anzi……….. Pensaci bene.
armando

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ARMANDO 12:39 pm - 16th Maggio:

Rino DV,

Lo avrei fatto oggi, nell’ambito dell’articolo che parla di Preve. Lo avrei fatto perchè comunque lo si giudichi è un contributo ad una discussione senza pregiudizi ma anche senza paraocchi, su un autore, Preve, che ha offerto un contributo importante e lontano dagli schemini progressisti politicamente corretti etc. etc.
Con ciò, non è detto si debba essere in accordo su tuitto, ma è secondario.
armando

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Daniele 7:33 pm - 16th Maggio:

ARMANDO:
Daniele,

Se posso interpretare il pensiero di Cesare, non credo volesse essere giustificazionista. Voleva dire, invece, che l’universale è maschile, ovvero che i maschile è in grado di vedere oltre, di afferrare i meccanismo nascosti e quindi demistificarli. E con ciò è in grado potenzialmente, anche se ovviamente non sempre è così perchè nessuno è onnipotente, di liberare anche il femminile da un processo di alienazione di cui sono certo pienamente corresponsabili coscienti, ma anche vittime inconsapevoli perchè non sanno distinguere l’inganno. A me pare sia tutt’altro che giustificazionsita, anzi……….. Pensaci bene.
armando

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ma anche vittime inconsapevoli perchè non sanno distinguere l’inganno.
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Le femmine non sanno distinguere l’inganno? Loro che con gli inganni ci campano per tutta la vita?
Punti di vista, Armando, io la vedo in tutt’altra maniera.

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armando 10:27 pm - 16th Maggio:

Daniele,

Capisco, punti di vista. Ma ti sei mai chiesto perchè ogni grande progetto di interpretazione del mondo (magari sbagliando, ma è un altro discorso), e della sua trasformazione, ogni tentativo di visione complessiva, ossia ogni grande religione e ogni grande filosofia, vengono dagli uomini?

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cesare 12:29 am - 17th Maggio:

Mi faccio solo delle domande su questo tema della consapevolezza e dell’innocenza in un ipotesi di una diversa percezione a seconda del genere di appartenenza. Tema estremamente complesso.
La domanda di partenza è se si può essere consapevoli di ingannare e al tempo stesso innocenti ovvero incapaci di ingannare.
Oggi che nei media dalle donne diluviano loro pensieri e protagonismi di tutti i tipi, qualcuno ha mai sentito qualcuna mettersi davvero in discussione, se non la proverbiale eccezione che comunque precisa subito il carattere del tutto marginale del suo mettersi in discussione (ovvero mi metto in discussione per non mettermi in discussione)?
Possiamo concludere che manca alle donne la capacità/ l’interesse ad uno sguardo esterno/universale su se stesse? Domanda importante perché senza sguardo esterno su di sè, senza interesse a questo sguardo, come ci si può mettere in discussione? la verità oggettiva su di sè se le azioni sono buone o malvage chi può mai averla?
Senza questa verità oggettiva posso ingannare sapendo di ingannare ma riterrò il mio inganno un diritto, perché alla fin delle finite il paradigma del bene e del male non è il bene e il male ma sono io stesso: se sono io il Bene ogni mio inganno è inganno si ma per il bene. Ergo il mio inganno pur essendo un inganno in realtà non lo è per cui non solo mi ritengo innocente ma sono innocente. E chiunque formulasse una concezione del Bene e del Male in quanto tali, ovvero universalmente validi, costruirebbe un inutile astrattezza oltretutto fabbrica di infondati sensi di colpa, strumenti inevitabili di oppressione e dominio.
È in fin dei conti questo, ovvero la pretesa prevalentemente maschile che esistano regole universali, valide per ogni cuore in ogni tempo, e pertanto che esiste una colpa per la loro violazione, e il conseguente prezzo per la giustizia violata, il fondamento reale dell’accusa di violenza portata dalle donne contro i maschi?
Ma si può vivere nel Bene senza avere e tendere ad una definizione universale del Bene e del Male? Ovvero senza sapere che cosa è Giustizia e senza poi avere Giustizia. L’etosfera al femminile è la pratica dell’inganno da innocenti perché l’inganno è per il Bene?

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Fabrizio Marchi 9:59 am - 17th Maggio:

Il nodo non è per nulla facile da sciogliere. Provo a dire la mia con la consapevolezza che non ho la soluzione in tasca e quindi, per lo meno per quanto mi riguarda, la questione resta aperta.
Tutte le ideologie, ma proprio tutte, nessuna esclusa (quindi anche e soprattutto le religioni), diciamo tutte le narrazioni che hanno avuto la pretesa di rappresentare l’universalità, hanno assunto il punto di vista del Bene, concepito ovviamente in modo completamente diverso l’una dal’altra, e nel nome di questo bene hanno fatto quello che hanno fatto. I cosiddetti “laici e liberali” pretenderebbero di chiamarsi fuori ma non è così. Il liberalismo è stato per secoli l’ideologia del capitalismo (per molti continua ad esserlo ma oggi noi sappiamo che il capitalismo può serenamente essere svincolato dal liberalismo, ne abbiamo parlato tante volte e abbiamo portato decine di esempi), e il capitalismo nel mondo ne ha combinate di tutti i colori, esattamente e forse anche più dei vari fascismi (che sono fondamentalmente un suo prodotto), del comunismo, del Cristianesimo (e delle atre religioni fattesi stato) ecc.
Purtroppo è così. Ora il discorso si aprirebbe di 360°. Abbiamo aperto un altro giornale proprio per discutere di queste vicende, nulla osta che su questo tema ci si possa cimentare con articoli, commenti ecc.
Chiudo per ora qui la questione per ovvie ragioni e torno al tema specifico. L’ideologia femminista, da questo punto di vista, non ha fatto altro che seguire la stessa strada delle altre ideologie, quella cioè di agire in nome del Bene.
Con due punti di differenza fondamentali rispetto alle altre che costituiscono i suoi punti di forza.
Il primo: il femminismo ha agito in modo apparentemente “pacifico”, per lo meno nell’accezione comune del termine (non ha provocato guerre, lager, gulag, non ha mandato la gente al rogo e non ha sganciato napalm e bombe nucleari sulle città).
Il secondo: la sua narrazione è stata accolta e sposata pressoché universalmente da tutti. Tutte le altre ideologie, nel mentre si determinavano e anche quando imponevano il proprio dominio, hanno comunque incontrato un’opposizione; tutte nessuna esclusa.
Ciò non è stato e non è per il femminismo. Probabilmente una delle ragioni di ciò è proprio il fatto che essendo una ideologia apparentemente non violenta, non si riesce ad individuare la pericolosità contenuta in essa.
E proprio questo è il passaggio alla famosa psico-eto-sfera, cioè ad una dimensione che da un certo punto di vista non è stata ancora indagata. O meglio, la psicoanalisi l’ha indagata ma solo dal punto di vista individuale, soggettivo, dell’inconscio del singolo, del suo foro interiore, diciamo così, ma non nella sua dimensione complessiva, cioè del suo esistere come una vera e propria “struttura”, mi verrebbe da dire.
Da questo punto di vista il femminismo è un bel pezzo avanti, ed è per questo o anche per questo che il maschile è paralizzato, perché da sempre è abituato ad un altro tipo di confronto-scontro (non parlo ovviamente solo del menar le mani…). C’è una totale impreparazione ad affrontare un avversario su un terreno pressoché sconosciuto.
Questo il punto. Oggi, come abbiamo detto, lo stesso paradigma può essere allargato anche al sistema (capitalistico) all’interno del quale il neofemminismo ha proliferato e si è affermato. Perché se è vero che da una parte continuano le guerre di occupazione e imperialiste (nel secondo e terzo mondo), è pur vero che il dominio sociale passa fondamentalmente attraverso il controllo della psicosfera, per lo meno nel “primo mondo”, cioè il nostro, dove il consenso sociale non si costruisce a suon di bombe e manganellate sugli scioperanti (pure quelle, ma insomma, ci capiamo..) ma soprattutto attraverso il controllo della sfera intima subliminale delle persone (il passaggio da cittadino a individuo è quasi pressoché compiuto…) e addirittura attraverso la costruzione più o meno artificiale e artificiosa dei loro stessi bisogni.
Il femminismo è tutto interno a queste logiche,ha pervaso la psicosfera, non ha bisogno di pogrom ed è per questo che non incontra nessun tipo di resistenza. Ma in qualche modo lo stesso paradigma vale appunto anche per l’attuale sistema capitalistico avanzato (il nostro), anche se non nella stessa misura. Perché comunque settori, magari minoritari, che lo mettono in discussione, esistono. La stessa cosa non può dirsi per il femminismo la cui narrazione e rivisitazione storica, è accettata e fatta propria pressoché da tutti, senza esclusione. Solo nel momento in cui sarà portata alla luce la dimensione della psicosfera (e la sua reale esistenza)potranno essere efficacemente combattute quelle ideologie che attualmente occupano (totalmente) quello spazio.

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Rita 12:24 pm - 17th Maggio:

Adesso non ho letto tutti i commenti con attenzione devo dire. Ma mi verrebbe da fare un esempio in merito al discorso di Cesare. Quando la donna (intesa come genere e non come individuo) si mette in discussione? Quando pensa o gli fanno intravedere che è svantaggiata, quando pensa o gli fanno intravedere che potrebbe avere di meglio. Un esempio banale: la donna si mette in discussione nelle sue capacità di madre per esempio. L’unico esempio di assunzione di responsabilità che proviene dal femmnismo è: sì ma i maschi li educano le mamme quindi è colpa delle mamme che non li educano a servire a tavola, a lavare stirare etc. etc. Credo e mi scuso se non ho letto tutto e vado ad interpretazione che Cesare, Armando e forse anche Fabrizio che l’assunto di base, epurato da tutte le ideologie, dalla cultura e dalle elite che cercano di muovere il mondo sia il vecchio discorso dell’autoreferenzialità. Se ho due soggetti, XY e XX, e il secondo è più facilmente introiettato su se stesso (non saprei come dire altrimenti) è ovvio che chiunque, che sia un’ordine superiore di tipo religoso, politico, economico o quel che l’è, cercherà di agire più sul secondo che non sul primo. Proprio perché nella massa degli XY è più facile trovare la capacità di fuggire da sé e di percepire un disegno più grande, esterno per così dire. Mi sarò capita? https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_scratch.gif

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cesare 2:27 am - 18th Maggio:

Rita non sbaglia nel cogliere nella riflessione/interrogazione del mio post il “vecchio” discorso dell’ autoreferenzialità femminile che invece non c’è mi sembra nel post di Fabrizio.
Il Bene concepito ed espresso da un soggetto autoreferenziale cioè quello che io intendo essere il Bene della narrazione femminista differisce in tutto dal Bene concepito ed espresso dalle religioni o dalle filosofie cui fa riferimento Fabrizio perché non si sottopone al controllo nè della logica di non contraddizione nè al controllo della verifica fattuale.
E’ questa la novità della narrazione femminista: che sviluppa, articola e rende sistema ideologico una pulsione istintiva al particolare soggettivo che è l’autoreferenzialità di genere femminile, e ne fa il codice stesso di interpretazione del reale.
Ci è sfuggito che si tratta in assoluto della prima narrazione/ visione del mondo che fa del riferimento a “quello che si ha fra le gambe” il discrimine metodologico circa la verità ed il senso di ogni asserzione? Dice niente questo incipit filosofico su presupposto anatomico? Oltretutto rivendicato con orgoglio come progresso del pensiero umano?
Ed è si un vecchio discorso quello dell’autoreferenzialità femminile ma nel senso a mio parere che è antico se non eterno. Oggi infatti il dilagare dell’ideologia femminista è connesso a mio avviso a questa sua struttura interna autoreferenziale che gli permette di assumere come proprio, qualunque contenuto. Come certi virus che per ingannare il sistema immunitario assumono la forma delle cellule che si preparano ad invadere e distruggere. Così un maschio è colpevole perché esercita verso la donna una cura che viene dichiarata oppressione e al tempo stesso è colpevole perché non se ne cura ed è dichiarato irresponsabile. È colpevole di inadeguato desiderio per la donna ed è colpevole proprio per questo desiderio. Non continuo perché gli esempi di questi legami validi per ogni connessione con termini di qualunque significato anche opposto sono naturalmente infiniti e sono il proprio della non-logica autoreferenziale del femminismo.
Pertanto non ci sarà maschio che non si riconoscerà “legato” e non sarà “legabile” con uno dei legami di un’asserzione della narrazione femminista e quindi colpevole verso il Bene. Non ci sarà maschio che non sarà interpellato da questo dispositivo della colpevolezza ineludibile. Le narrazioni di Bene universalistiche invece hanno asserzioni che consentono un solo legame perché rispettano la regola che non ci si può legare contemporaneamente a due significati in contraddizione. O sono legato perché sfruttato e allora la narrazione è di un tipo o sono uno sfruttatore e sono legato ad una narrazione opposta. Da questa regola nasce la differenziazione ed il conflitto da cui lo sviluppo della critica e la consapevolezza ” nemico/amico”.
Io stupore per l’onnipotenza dell’ideologia femminista è l’ antichissimo stupore e aggiungo angoscia che sempre l’ Umanità ha provato di fronte all’onnipotenza di ciò che gli appare non disponibile, o peggio voler eludere mostrando l’opposta intenzione, alla necessità vitale di trovare un ordine, un senso compiuto in ciò che viene rappresentato. Credo non sia improprio citare a questo proposito il senso di nausea che, proprio per la perdita di verità del vissuto umano e delle cose ed il trionfo della parzialità della soggettività, colpisce il protagonista dell’omonimo romanzo di Sartre.
Non è mai stato facile ed è sempre costato moltissimo all’ Umanità guardare a se stessa con sguardo “esterno”, con uno sguardo di verità che libera.
Continua….(forse).

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cesare 10:01 am - 18th Maggio:

Ammesso che sia vero, ed io penso lo sia, che la forza pervasiva, ideologicamente parlando, del femminismo è l’autoreferenzialità, c’è una considerazione aggiuntiva da fare. E cioè che anche nel maschile c’è una propensione all’autoreferenzialità anche se come componente secondaria e non prevalente come nel femminile. Ebbene i ” legami” a doppio triplo significato che caratterizzano le asserzioni femministe in quanto sganciate dalla regola della verità oggettiva, se non hanno contenuti di verità hanno anche contenuti vantaggiosi e vanno dritti dritti al cuore della autoreferenzialità maschile.
Mi spiego con un esempio: l’asserzione che le donne guadagnano meno degli uomini a parità di funzione è oggettivamente falsa, per il femminismo è oggettivamente vera perché conveniente, per il maschile è oggettivamente falsa ma conveniente perché una donna con maggiori disponibilità economiche implica una relazione con lei meno costosa, o meglio meno responsabilizzante e pertanto “convincente”. In parole poverissime: il “chissenefrega tanto ne traggo dei vantaggi” della asserzione femminista incontra il simmetrico identico chissenefrega maschile Entrambe però sfidano la verità il che sarebbe niente (e cioè chissenefrega) se non fosse che la verità ha a che fare con la realtà effettuale delle cose, in questo caso dell’economia.
Ma nella capacità di intercettare l” autoreferenzialità maschile il femminismo ha un luogo privilegiato, una causa prima proprio nella questione dello sguardo “esterno” maschile e quello “interno” femminile. In estrema sintesi: lo sguardo esterno ha una ineludibile implicazione nel fatto che chi vede il contesto in cui l’altro si muove senza che l’altro ne abbia adeguata consapevolezza (lo sguardo esterno implica questo) impone il problema dell’assunzione di responsabilità. Quale maschio non ha fatto questa esperienza anche a fianco della femmina più emancipata. Quale documentario o servizio televisivo non evidenzia questo presupposto di ogni agire della donna più emancipata e oggi anche di potere? E quale maschio non fa dono alla donna di questo sguardo esterno? Anzi a mio avviso è proprio questo sguardo il dono maschile. Infatti quando la donna non abbia questa avvertenza, lo si percepisce subito: iniziano a comparire manifesti segnali della autoreferenzialità ovvero dell’andare fuori contesto e si nota anche l’immediato istintivo intervento maschile.
Al dunque la donna “saggia” interpella proprio lo “sguardo esterno” maschile e riconosce in questo sguardo l’insostituibile specifico apporto maschile . Tuttavia si è detto questo sguardo esterno costa al maschio l’ineludibile assunzione di responsabilità verso la donna. Che succede quando una delle asserzioni principali della narrazione femminista, ovvero ” siete inutili” arriva alle orecchie del maschio? È facile intuire che viene percepito come un “liberi tutt!”, una generale deresponsabilizzazione. Che ha anche il suo risvolto positivo nel: “finalmente le donne si pongono al mio fianco davvero alla pari”, cioè in un rapporto libero. Dunque qual’ è il problema? Il problema è sempre quello del doppio legame: liberi tutti, e come no?, ma a patto che voi maschi creiate le condizioni perché questa cura responsabile abbia ad essere sempre garantita. Dice niente l’impressionante strutturarsi di tutte le istituzioni pubbliche secondo leggi e criteri di cura specificamente diretta a favorire le donne e assolutamente indifferente ad un analoga cura verso i maschi, anzi quasi sempre a detrimento dei maschi? Dice niente quello che ormai è quasi un obbligo di legge di non dire altro che bene del genere femminile? Dice niente che milioni di maschi abbiano introiettato il tabù secondo cui non si può criticare una donna? Pertanto i maschi hanno la possibilità, di ritrovare in questo dispositivo di cura, del resto fatto tutto e interamente da loro, l’antico ineludibile obbligo dello “sguardo esterno” sotto le mentite spoglie dell’intervento di Stato. È cambiato niente. Anzi, nemmeno poi è venuto meno l’obbligo di responsabilità nella forma di sempre ovvero l’interpello femminile di aiuto sul piano personale.
In conclusione la narrazione femminista tramite questa tipologia di asserzioni a doppia valenza si propone come un formidabile dispositivo che interpella l’autoreferenzialità maschile sia insinuandosi nei processi psichici negativi di colpevolizzazione sia in quelli positivi costituiti dalle, anche se vane, aspettative di un vantaggio. Rendersi conto di tutto questo con virile sguardo esterno è un lavoro in controtendenza faticoso, difficile e all’apparenza,
del tutto inutile. Però è la via della riappropriazione della verità su di se e sul femminile. La revoca dell’alienazione, la via della liberazione.

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Tarallo 3:36 pm - 18th Maggio:

Un gravissimo errore che fanno alcuni in ambito QM è quello di paragonare il Femminismo con il “Maschilismo”, come se fossero due facce della stessa medaglia. Questo è il più grosso regalo che si possa fare al femminismo, perchè facendo questo paragone,il femminismo viene automaticamente ridimensionato, perchè paragonato ad un qualcosa che non esiste nella realtà,e che anche se qualora esistesse non assumerebbe le dimensioni che ha assunto il femminismo. Quando vedremo Convenzioni di Instambul al contrario, allora se ne potrà riparlare sull’ esistenza di un “maschilismo”. .Tra l’altro parlare di “maschilismo” equivale a legittimare il femminismo in quanto esso proprio sulla lotta contro il fantasma del “maschilismo” delle società del passato(e attuali) giustifica la sua nascita(e il suo attuale sviluppo).
Un altro errore che si fa è quello di chiamare “maschilismo”(e “patriarcato”) quella visione che vede le donne come esseri sempre deboli e da proteggere. ma questo non è “maschilismo” nè “patriarcato” ma semmai “paternalismo” che invece è una distorsione e degenerazione di una sana maschilità e paternità,che in quanto tale finisce per agevolare le donne e penalizzare gli uomini(“prima le donne e i bambini”). Altro che maschilismo!

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armando 4:55 pm - 18th Maggio:

cesare,

All’origine di tutto, e naturalmente senza pensare che bene e male, oggettività e soggettività, universale e particolare, siano rigidamente attribuiti gli uni ai maschi e gli altri alle femmine (si tratta di attribuzioni simboliche anche se in linea di massima riscontrabili in percentuali corrispondenti al simbolismo negli uomini e donne concreti), credo ci sia il fatto che il maschile, per sua stessa struttura biologico/genitale, sia più predisposto all’oggettivazione, ossia a potersi porre come esterno rispetto all’oggetto da osservare. Il fallo oggettivizza, distingue, separa, è rivolto verso l’esterno, verso l’altro da sè. Al contrario l’apparato genitale femminile è interno, teso ad attrarre a sè piuttosto che fuoriuscire da sè. Qualcuno pensa che ciò non abbia influenza alcuna sulla psiche dei due sessi, ma a me pare chiaro che così non è. E non solo a me, che diamine. A tutte le civiltà pregresse, ed anche alla psicanalisi. Poi è arrivato qualcuno a smentire millenni di storia e di culture, e tutti ci credono immediatamente venendoci a raccontare sciocchezze sesquipoidali. Ma quel qualcuno non è venuto a caso, e proprio ora. E’ venuto perchè oggettivare il mondo, riuscire a guardarlo dall’esterno fa si che si vedano cose che dall’interno è impossibile. Proprio ciò che il capitale antropoformizzato, ossia introiettato nelle viscere delle persone, nella loro mente e nel loro immaginario, non può e non vuole che accada. Si scoprirebbero verità inaudite, che non devono affiorare. Da qu’ anche tutto il gloria alla soggettività femminile e quant’altro.
armando

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Mauro Recher 8:26 pm - 19th Maggio:

Credo che vada bene pure qui ,
Il buon Gasparrini (per la felicità di Luigi *friends* sa che scherzo *drinks* ) dice la sua sulla lotta di classe ,ovviamente a modo suo …
http://questouomono.tumblr.com/post/86203697707/questo-uomo-no-45-ancora-sui-compagni-sessisti
per intenderci su un uomo che perde il lavoro e manifesta su una gru per il buon gasparrini ,essendo uomo ,deve passare in secondo piano ,ma questi sono di sinistra

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Luigi Corvaglia 9:22 pm - 19th Maggio:

Mauro Recher,
….
Mauro …. allora mi vuoi proprio male!!! *diablo*
Arrivato a questo periodo a stento sono riuscito a trattenere i conati di vomito … *bad*
Sono sicuri, i compagni che rispondono così, di aver capito cosa s’intende con “classe”? Davvero non gl’interessa nulla di una classe composta da più di mezza umanità? Ne conoscono di più numerose e meno considerate sul piano economico, politico, sociale? Quale ortodossia gl’impedisce di vedere da chi è composta la classe sociale offesa dal sessismo, quale miopia gl’impedisce di vedere le disparità economiche alle quali è sottoposta, quale pigrizia intellettuale non gli fa comprendere che tipo di potere la vuole reclusa in una condizione di inferiorità trasversale ai regimi, agli status sociali, ai continenti?
Questo radical-chic no. Questo uomo no.

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Mauro Recher 5:26 pm - 20th Maggio:
Fabrizio Marchi 7:29 pm - 20th Maggio:

Mauro Recher,

Ottimo, Mauro, ma è tempo perso…Molto meglio dedicarsi ad attività creative e ricreative, come delle buone letture ad esempio piuttosto che rispondere a personaggi come quello (direi che qualsiasi altra cosa è meglio, a parte rotolarsi nell’ortica o dare una testata contro il muro dopo aver preso la rincorsa…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wacko.gif).
Peraltro il personaggio in oggetto (il cui nome non voglio pronunciare per ragioni di decenza…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yes.gif) è rimasto fermo all’anno mille, come si suol dire, parla ancora di cultura borghese e reazionaria come se il mondo fosse ingessato agli anni ‘50…Non che sia scomparsa del tutto, non voglio dir questo, sia chiaro, però, insomma, mi pare che la questione sia un’altra . Ma quello non può arrivarci, e non credo neanche che sia in mala fede, è talmente imbevuto di quella paccottiglia ideologica “radical sinistrese” che non riesce proprio a vedere altro. Sono i miracoli dell’eto-psico-sfera”, cioè la nuova struttura del dominio capitalistico (cominciamo col dire le cose con nome e cognome…), quella preposta appunto al controllo (e al dominio) della psiche. Il personaggio in oggetto è tutto interno a quella struttura ma non se ne rende neanche conto. Sia chiaro, ciò non significa che sia un cretino, non è questo il problema. Né è stato pervaso, è un dormiente, diciamo così, anche se per lui siamo noi che siamo dei deliranti…
E va bè…

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Mauro Recher 11:24 am - 24th Maggio:

Si giustificano perché in realtà sono loro a desiderare di stuprare e picchiare le donne, perché sono incapaci di comunicare e, soprattutto, si sentono penalizzati perché per lo più sono brutti, dentro e fuori, indesiderabili e pieni di rabbia. Invece di capire in cosa sbagliano nel rapportarsi con la prossima, sono convinti di avere ragione e basta.
Il livello maschile attuale, salvo eccezioni, è di eccezionale mediocrità: poche qualità fisiche e mentali e tantissimo egocentrismo e narcisismo.

Questo è un commento trovato in una pagina femminista ,mi si dice sovente che ,basta guardare il dizionario per capire cosa è il femminismo ,io continuo a pensare che ,oltre a 4 righe , tra dire e il fare c’è di mezzo il mare e questi commenti qui ,mi dimostrano che tutti i torti a combattere il femminismo non li abbiamo… senza contare che ,la stessa persona che ha scritto quel commento ,ha poi parlato dei movimenti maschili come il KKK …più KKK del suo non ne saprei trovare

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Rino DV 12:54 pm - 26th Maggio:

Prima eletta del partito femminista.
http://www.corriere.it/politica/speciali/2014/elezioni-europee/notizie/svezia-boom-partito-femminista-eletta-supereroe-antirazzista-8cebc108-e48f-11e3-8e3e-8f5de4ddd12f.shtml
.
«Le femministe al posto dei razzisti». Con questo slogan, il partito svedese «Iniziativa Femminista» ha combattuto la sua campagna elettorale..
.
«Le femministe al posto dei razzisti».
Voce dal sen fuggita…
.
RDV

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Animus 2:42 pm - 26th Maggio:

Rino DV: Voce dal sen fuggita…

Sei troppo “sottile” https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wink.gif, mi verrebe quasi voglia di usarlo per il mio blog, se fosse un blog antifemminista.

Qualche anno fa iniziai a chiedermi qual’era l’equivalente femminile della “sublimazione”, ovvero, se la sublimazione è lo “spostamento di una pulsione sessuale verso una meta non sessuale che consente una valorizzazione sociale” ( «Chiamiamo facoltà di sublimazione questa proprietà di scambiare la meta originaria sessuale con un’altra, non più sessuale ma psichicamente affine alla prima». (Freud)” , qual’è lo “spostamento pulsionale” che permette di estrarre “lavoro/energia” dal genere femminile, non possedendo queste una pulsione sessuale che possa essere sfruttata come invece avviene con quella maschile?

Una volta capita la semplice equazione “odio”=”generatore di energia”, tanto quanto la pulsione sessuale, perchè allora non incanalare un odio sostituendone appunto l’oggetto,…qui il razzismo con il femminismo?
Bingo!

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Mauro Recher 5:52 pm - 26th Maggio:

Rino DV:
Prima eletta del partito femminista.
http://www.corriere.it/politica/speciali/2014/elezioni-europee/notizie/svezia-boom-partito-femminista-eletta-supereroe-antirazzista-8cebc108-e48f-11e3-8e3e-8f5de4ddd12f.shtml
.
«Le femministe al posto dei razzisti». Con questo slogan, il partito svedese «Iniziativa Femminista» ha combattuto la sua campagna elettorale..
.
«Le femministe al posto dei razzisti».
Voce dal sen fuggita…
.
RDV

Cambiando i fattori , il prodotto non cambia

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Luigi Corvaglia 8:29 pm - 26th Maggio:

Rino DV: Prima eletta del partito femminista.

….
A me sembra un buon segnale. Spero che la cosa abbia un seguito. Ma ci credo poco.

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Tarallo 10:44 pm - 26th Maggio:

Non ho capito che bisogno ci sia di fondare un partito femminista quando tutto l’arco politico, da sinistra a destra, è femminista. E’ un depistaggio. Non cadiamo in questa trappola, amici. Il femminismo, tanto in Svezia quanto in Italia, non ha il 5% dei consensi ma il 99,999999%.

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Fabrizio Marchi 11:09 pm - 26th Maggio:

Tarallo,

Giustissimo, Tarallo…e hai fatto benissimo ad evidenziare la trappola (e la menzogna).
Il femminismo è in realtà l’ideologia dominante che occupa ogni spazio, pubblico e privato (psico-etosfera), mediatico e politico, ma il messaggio che si vorrebbe far passare è quello di un movimento che ancora faticherebbe addirittura a ritagliarsi uno spazio…E ovvio che tutto ciò non è casuale, anzi è una vera e propria strategia.

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Mauro Recher 9:00 pm - 27th Maggio:

Se fosse confermato sarebbe una cosa grave
https://petitions.whitehouse.gov/petition/classify-mens-rights-movement-terrorist-group/W5018W63
i gruppi maschili come gruppi terroristici ,la stessa cosa vuole fare l’unione europea

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Mauro Recher 1:30 pm - 30th Maggio:

il buon Luigi mi da sempre uno spunto
http://femdominismo.wordpress.com/2014/05/30/notallmen/

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Luigi Corvaglia 5:19 pm - 30th Maggio:

Lungo, ma da vedere.

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Daniele 6:54 pm - 8th Giugno:

Chissà se pure in Colombia le femmine sono costrette a spogliarsi dalla “sporca società maschilista”…
>
http://www.gazzetta.it/Calcio/Mondiali/08-06-2014/mondiali-colombia-fa-molto-caldo-80868753932.shtml
>
Notate bene: hanno tutte una pistola puntata alla tempia…

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Luigi Corvaglia 12:57 pm - 10th Giugno:

Della serie: Come imbrattare e sminuire qualsiasi fatto o evento che non possa essere connotato o riportato al femminino.
Mondiali 2014 al via e in Uk aumentano le violenze domestiche durante i match

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cesare 7:21 pm - 15th Giugno:

Quello che voglio sentire dalle donne è che il concepito è una persona e non un grumo di cellule da sradicare dal loro ventre come fosse spazzatura di proprietà del loro corpo.
Voglio sentire da loro parole di pietà e non di feroce crudeltà e di irresponsabile e folle autoreferenzialità
Voglio sentirle mettersi in discussione per avere la responsabilità di sei milioni di figli uccisi in Italia e miliardi nel Mondo, la più grande vergogna e violenza contro l’umanità propria e dell’umanità altrui più fragile e indifesa che nei tempi si sia consumata. E non mi vengano a parlare di legittimazione per legge perchè per legge è stato autorizzato ogni crimine. E non mi vengano a parlare di libertà perchè nessuna cultura ha mai concepito libertà l’eliminazione di un essere umano indifeso. E non mi vengano a parlare di povere donne perchè le ultime ad abortire sono le donne povere mentre sono in stragrande maggioranza le ” povere donne”, la categoria delle aree più ricche, informate e assistite d’ Italia e del pianeta quella cui appartengono le donne che abortiscono i propri figli. E non mi vengano a parlare di connivenza e corresponsabilità maschile perchè è verissimo ma in tal caso il crimine di aborto condiviso con i maschi è ancora peggiore.
E voglio sentirle mettersi in discussione per la loro violenza, tanto più terribile perchè agisce spesso nascostamente, spesso indirettamente per mano maschile e si fonda sull’abuso ricattatorio e coattivo della irresistibile potenza seduttiva del loro sesso: non c’è bisogno di esempi a tal fine tanto evidente è il fenomeno.
Voglio sentirle dire che è vero: è stato dato loro il dono di un fascino, di una bellezza, di una capacità di seduzione che conferisce loro una potenza resistere alla quale per il maschio è una vera impresa e pertanto hanno potere sul maschio, un potere del cui uso per il bene o per il male sono responsabili.
E voglio che parlino della violenza che commettono contro le donne povere sfruttandone il ventre con gli uteri in affitto e le comunità di appartenenza di cui sfruttano risorse e lavoro.
E voglio che parlino di violenza quando danno scandalo ai poveri del mondo con la loro istigazione alla guerra della donna contro l’uomo, privandoli dell’unica ricchezza che hanno, ovvero la capacità di vivere rapporti di solidarietà in famiglia, o quando con indegni spettacoli di genere pubblicizzano tramite stars femminili su palcoscenici planetari comportamenti indegni e corruttivi che travolgono tutti in una prospettiva di sconcertante lussuria.
Voglio pertanto che parlino di violenza come tragico retaggio di Maschi e Femmine, retaggio umano e non di un genere perchè accusarne solo il genere maschile è un modo fraudolento, ingannatore di parlare della violenza in quanto tace e nasconde la violenza del genere femminile. Come ogni menzogna accusatoria indifferenziata e generalizzata, è inoltre fondamento di ogni violenza perchè legittima e ha legittimato in tutti i tempi l’espressione più devastante della violenza, quella di una parte della comunità umana contro l’altra: i pogrom, i linciaggi, le persecuzioni a base sociale, ed oggi la lurida divisione delle masse dei poveri in poveri oppressori e povere oppresse da parte dei veri oppressori di entrambe i sessi si badi bene padroni delle risorse terrestri. Suprema menzogna.
E voglio sentirle ringraziare me, proprio me come singola persona maschile, perchè appartengo ad un genere che ha creato con lacrime, sangue, capacità e intelligenza, le condizioni perchè il loro genere ha potuto emanciparsi.
Voglio sentire questo grazie altrimenti considero la singola donna che non mi ringrazia e mi accusa, portatrice consapevole di una ideologia di menzogna e violenza, agita contro di me per esplicita e fraudolenta volontà di aggressione. Non taccio questa violenza, la rifiuto e la combatto.
Bisogna avere il coraggio di correggere questa follia femminile di massa: una pestilenza psicologica che si esprime in una pestilente ideologia, che sta distruggendo ogni piacevolezza della vita di tutti.

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cesare 11:30 pm - 15th Giugno:

E voglio sentire le donne, quelle che teorizzano che la violenza è maschile, mettersi in discussione per le violenze sui minori di cui sono le principali artefici e che le vedono superare di gran lunga e secondo numeri impressionanti e scientificamente assodati le violenze commesse dai maschi, la cui presenza in famiglia tutti gli studi dimostrano essere l’unico baluardo contro la violenza femminile.
Voglio sentire loro dire che è opportuno, per essere credibili in ogni loro denuncia di violenza subita, ammettere le violenze sui minori commesse non solo in famiglia ma anche quelle che le donne commettono negli asili e nelle scuole. Violenze di cui con preoccupante frequenza la stampa riporta drammatici episodi, pur avendo le redazioni dei giornali come unica preoccupazione di nasconderle.
E voglio sentire ammettere dalle donne che loro sanno perfettamente, perché ciascuna di loro chi più chi meno, chi solo psicologica chi anche fisica, violenza sui minori ha commesso (infatti non rivendicano e non hanno forse totalmente in mano ogni minore che ha in loro l’unica relazione con l’autorità, l’affetto e la cura ? E non sanno forse per esperienza diretta oltre che per autorevolissimi studi che è dimostrato che la prima esperienza di violenza il minore maschio l’ha vissuta per un gesto di violenza di una donna su di lui?), voglio sentirle anche ammettere dicevo, che quanto emerge di queste violenze è una minima parte, la punta di un tragico iceberg, che solo la comodità generale (anche maschile) di lavarsene le mani ed affidare i minori esclusivamente al genere femminile, fa si che venga ignorato, e anzi mistificato con la retorica della attitudine alla cura propria delle femmine. Cosi un fenomeno di violenza endemica, a carattere nientedimeno che sistematico, viene taciuto o addirittura ammesso e considerato nella natura delle cose.
E voglio sentire le donne interrogarsi su chi ha formato affettivamente il minore, chi ha presieduto alla sua maturazione psicologica, chi, lo ha tenuto nei banchi di scuola dai primi passi fino ai diciott’anni, chi, si può dire?, lo ha denaturato al punto che poi, proprio le responsabili della sua formazione, si sentano in dovere di doverne accusare la natura come intrinsecamente violenta. E magari di questa accusa ne fanno, come spesso succede nelle scuole italiane e occidentali, infame didattica e infame tradimento del giovane e della sua umana verità.
Di questa “didattica” criminale contro i minori in scuola ne ho avuto diretta esperienza e conferma. Una bel rovesciamento dei termini di realtà.
E voglio sentire dire dalle donne che accusano il genere maschile come unico portatore di violenza, quello che due donne magistrato hanno portato a conoscenza nel corso di un seminario: ben l’ 85% delle accuse di violenza agite dalle donne contro i maschi nell’ambito di vertenze di separazione e divorzio o di generico interesse sono false. Ho avuto modo di conoscere compagni, mariti, padri, privati di tutto, di ogni affetto filiale, di ogni affetto muliebre, di ogni rispetto sociale, del lavoro e dignità, di ogni risorsa economica, a causa di queste denunce. Sanno queste donne che sono intorno alle centinaia di migliaia i maschi ridotti in queste condizioni? Come intendono chiamare queste azioni, queste false denunce che portano un uomo alla distruzione affettiva, psicologica e sociale? Sbaglio se le assimilo negli effetti al crimine di istigazione al suicidio? È violenza radicale ed assoluta questa oppure no? e chi la commette sistematicamente nella gran maggioranza dei casi di conflitto tra donne e uomini? Gli uomini o le donne?
E voglio sentire dire dalle donne che teorizzano il sesso maschile della violenza, che tutti gli agi, le ricchezze e i privilegi di cui i maschi le rendono beneficiarie è sempre a prezzi maschili altissimi, e la Storia è Storia di questo prezzo pagato dai maschi. Il primo terribile prezzo è di avere un’aspettativa di vita di ben sette anni inferiore alle donne. Vi sembra un’inezia? Provate a parlarne nei reparti ospedalieri dove ci si giocano con inquietudine e angoscia non gli anni ma i mesi di vita e capirete quanto valgono sette anni di vita, di quale incredibile dono si tratta e, per converso, di quale violenza accettata su di sè per generosità istintiva maschile si tratta!
E i quattro morti al giorno sul lavoro per mandare avanti una società in cui una vergognosa ideologia divenuta di Stato e predicata nientedimeno che dalle più alte cariche elettive, ha fatto diventare senso comune il pestaggio morale dei maschi, fin contro i minorenni sui banchi di scuola, a che cosa li attribuiamo se non a una violenza strutturale della società di cui le prime a usufruirne sono le donne? a quale categoria umana li ascriviamo se non a quella di una violenza subita e da qualcuno e soprattutto qualcuna indirettamente socialmente inflitta?
E voglio sentire dalle donne ammettere che agi e ricchezze di cui godono, derivano dalla via breve alla ricchezza che tanti sprovveduti o da loro sedotti e manipolati, hanno pensato di imboccare per farle felici e goderne favori o soltanto semplicemente affetto, e si sono risolti alla illegalità pagando poi con una vita rovinata questa scelta criminale.
Sorelle ed amiche non calpestate con irresponsabile leggerezza e colpevole incoscienza la dignità dei vostri padri, dei vostri fratelli, dei vostri figli, dei bambini e dei ragazzi che sono affidati a voi. Non fatevi beffe del dolore maschile perchè fino ad ora per generosità verso di voi è stato eroicamente taciuto. Non continuate a seguire la strada degli errori che anche una vostra sorella, la Badinter, vi ha invitato con affetto responsabile, ad abbandonare. Basta mentire! Basta autoassolvervi! Mettetevi in discussione se volete accedere ad un dialogo reale con i maschi , quelli consapevoli e che non vi vogliono ingannare.

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Luigi Corvaglia 12:49 pm - 16th Giugno:

Paola Bacchiddu – Il branco delle donne contro di me

Eh si Bacchiddu, bisogna provare per credere. E tu lo hai provato.
Pensa che per gli uomini, tutti, anche per gli innocenti, anzi, sopratutto per quelli è il trattamento giornaliero riservato dalla “tua sorellanza”.
Spero almeno che l’esperienza ti sia servita ( Dal giorno in cui ho pubblicato quella foto sul mio account fb personale – in fondo cos’era, poi? Un banale bikini in un contesto estivo, accompagnato da un messaggio palesemente ironico – si è un po’ spostato il mio baricentro interiore, così ingenuamente granitico nelle sue certezze. ).
Un casto bacio di solidarietà sulla fronte.

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cesare 7:18 pm - 16th Giugno:

Eh si, l’ulcera perforante colpisce chi è messo in contraddizione con se stesso dalla realtà. E penso che tanto disagio femminile sia proprio dovuto alla situazione schizofrenica proprio di chi si impone di vedere con gli occhi della ideologia cose che la realtà smentisce.
Torno ad invitare queste donne a mettere in discussione le rassicuranti calde pezze dell’ideologia, pezze che però diventano pericolosi lacci che tolgono la libertà. Tornino ad essere spiriti liberi riconoscendo la verità delle cose.
Quanto al triplice omicida qualcuno in onestà intellettuale se la sente di affermare che esiste una ragione che è una per cui si possa ricondurre il gesto nell’ambito di una mente sana e consapevole cosi come del resto in altri episodi analoghi che vedono donne come protagoniste?
Si tratta di follia in totale contraddizione dell’istinto maschile di protezione di donne e minori, quell’istinto che ha fatto si che la specie umana sia sopravvissuta a condizioni di natura che la vedevano a rischio di estinzione.L’omicida di donne e bambini è agli antipodi della maschilità e ne tradisce radicalmente la natura. Fosse per assurdo azione consapevole è certo che l’ergastolo sarebbe d’obbligo. A questo pazzo si apriranno invece per chiudersi per sempre alle sue spalle, le porte di un penitenziario per malati psichiatrici criminali. Questo basti per chiudere la questione: riaprirla su altre basi è pura speculazione a fini di propaganda.Attribuire infatti alla responsabilità di genere la follia omicida di un singolo è esclusivamente espressione di una consapevole volontà di menzogna e di violenza emotiva e psicologica, una barbarie che solo una cultura imbarbarita può sostenere.

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Tarallo 11:10 pm - 16th Giugno:

Cesare e Fabrizio vi consiglierei di promuovere una querela contro questa tipa, infatti in altri post sulla sua bacheca vi accusa di aver scritto questo post in riferimento a quella strage familiare: in poche parole, per lei e per quel “Ricciocorno” tu e Cesare state insinuando che questo marito sia innocente e quindi vittima di falsa accusa e inoltre dice che il sito di Uomini Beta è una “fucina ideologica per il femminicidio”.
Amici non commettete l’errore di soprassedere di fronte a queste diffamazioni, altrimenti si estenderanno a catena e infieriranno anora di più, un pò come sta succedendo negli Usa dove l’associazione A Voice For Men è stata accusata dalle femministe di essere stato il mandante di quella strage in quell college dove un tizio “misogino” ha fatto fuoco contro studenti e studentesse, il risultato è che tali diffamazioni sono state raccolte dai Media nazionali che stanno buttando fango sul MoMas americano.Il fatto è che negli Usa non esiste il reato di diffamazione. In Italia, invece, sì. Perciò agite.
Non fate i super eroi. Questo significa mettersi a pecora, non certo fare i saggi.(un saggio si difende)-
Stesso domani andate dalla polizia postale per chiedere il sequestro dell’ account facebook di questa tizia.
La nostra strategia dovrà essere questa da ora in poi: QUERELARE; QUERELARE; QUERELARE.

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Fabrizio Marchi 10:58 am - 18th Giugno:

Tarallo,

Non credo che valga la pena imbarcarsi in situazioni di queste genere, caro Tarallo, penso che la strada sia un’altra e cioè quella di seminare e di cercare di sedimentare con pazienza il nostro messaggio.
I nostri avversari hanno interesse a buttarla sulla rissa, sull’insulto, sul gossip ecc. Non noi. Noi dobbiamo mantenere la calma e la rotta tracciata, approfondire, elaborare, arricchire questo percorso che abbiamo tracciato e costruito. Questa è una guerra di posizione e di lunghissima durata, dobbiamo entrare in quest’ottica. Poi se ci saranno delle accelerazioni improvvise ben vengano ma non siamo in grado di prevederle. Per cui la mia opinione è che dobbiamo attrezzarci ad una strategia sul lungo e lunghissimo periodo. Questo è il compito che mi pare tocchi a quelli come noi in questa fase storica.
Peraltro se dovessimo fare querele per tutto quello che ci è stato detto e ci viene detto sulla rete, dovremmo stare tutti i giorni o quasi dall’avvocato…Certo, se dovessero arrivare degli attacchi diretti e palesi alle nostre persone non potremmo esimerci dal rispondere anche a livello legale, questo è ovvio.
Però, ripeto, non è questo che ci renderà più forti ma appunto la sedimentazione di un messaggio e di un’analisi delle cose autorevole, potente, culturalmente e filosoficamente fondata, con un pensiero “forte” alle spalle. Ora ci attiveremo per pubblicare questo libro che raccoglierà quattro o cinque anni di elaborazione, confronto, discussione che abbiamo prodotto. Non è poco. E sfido chiunque ad aprire quel tomo, a leggerlo e a richiuderlo dicendo che si tratta solo del delirio di un gruppo di pazzi o di “sfigati”. E’ altamente probabile che in parecchi/e lo diranno, ma questo non cambia nulla. Le stesse cose, se è per questo, le hanno dette pure delle opere di Giordano Bruno o di Spinoza o di tantissimi altri (sono solo degli esempi, sia chiaro, non voglio certo paragonare noialtri a quei giganti…).
Questo lavoro resterà, altri ne prenderanno visione, il dubbio si farà sempre più strada, altri si aggregheranno, i più giovani fra noi, e ce ne sono già diversi, continueranno il lavoro iniziato da altri e così via. Noi stiamo gettando e abbiamo già in parte gettato le fondamenta. Abbiamo elaborato un punto di vista assolutamente originale della QM, e sono sicuro (e non vuole essere una boutade) che sul lungo periodo sarà quello vincente, cioè quello che aprirà una breccia nel sistema. Abbiamo indagato dove altri non hanno indagato grazie a una serie di strumenti cognitivi, interpretativi e analitici che altri militanti del Momas non hanno o non avevano (ora li hanno, se li vogliono utilizzare…), e questo è il risultato del lavoro di tutti quelli che in questi anni hanno dato il loro contributo di idee al dibattito su UB. Al punto che (ci sto pensando da tempo) è giunto il momento anche di aggiornare il nostro Manifesto fondativo. E’ un compito che spetta naturalmente al sottoscritto e lo farò prossimamente, impegni permettendo.
I contributi sono stati tanti e diversi, ma non posso fare a meno di citare (li dico così come vengono, senza un ordine gerarchico di importanza) quelli di Rino Della Vecchia, Cesare, Mauro Recher, Tarallo, Armando, Alessandro, Fabrizio Napoleoni, Luigi Corvaglia, Marco Pensante, Roman Csendes, Rita, “Pappagallus”, e tanti altri amici che non sono attivi sul sito e che quindi molti di voi non conoscono ma danno il loro preziosissimo contributo al movimento nella vita reale che sono Francesco Toesca (uno dei soci fondatori della nostra associazione e uno dei leader del movimento dei padri separati), Diego De Matteis (un altro giovane fondatore della nostra associazione), Giuseppe Petrozzi, Roberto Micarelli (“vecchio” militante del Momas e anch’egli socio fondatore dell’associazione) e tutti gli altri (mi scuso se non li cito tutti ma ci capiamo…), più i nostri nuovi recentissimi amici (si fa per dire perché uno di loro è un mio vecchio compagno di liceo) Alessandro Giuliani e Riccardo Achilli. Ma, ripeto, ce ne sono tantissimi altri che hanno scritto con uno pseudonimo e che hanno dato un contributo egualmente prezioso. Il sottoscritto è, per ovvie ragioni, l’unico ad aver conosciuto tutti personalmente, e posso garantirvi che quello a cui abbiamo dato vita è un “pensatoio” di assoluto livello, anche se nessuno di noi è un “intellettuale” riconosciuto pubblicamente come tale…
Ce ne faremo una ragione…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yes.gif
Colgo l’occasione per ringraziare tutti e sono assolutamente certo (fra tante incertezze) che questo progetto che si è spontaneamente costruito nel tempo avrà vita molto lunga perché è stato costruito non sull’argilla ma su presupposti molto solidi e fondati anche se non possiamo sapere ora quali saranno i suoi sviluppi e come si evolverà. Ma questo è il bello delle cose…E come dice Giulietto Chiesa al termine dei suoi video:”Buona fortuna a tutti noi” https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wink.gif

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cesare 1:29 pm - 18th Giugno:

Concordo con Fabrizio secondo cui è giusto:
“non-tacere, bene-facere e lasciar cantar le passere”.
Nella riflessione sullo stato di cose presenti intendiamo, così la penso, avere ogni uomo, in particolare ogni donna, come interlocutori, e non come nemici, avendo come “focus” lo sguardo maschile come sguardo capace di universalità.
La Questione Maschile nella sua essenza è a mio avviso la riaccensione e messa a disposizione di tutti di questa visione sulla realtà che altrimenti si va progressivamente perdendo. Una responsabilità da riproporsi che poi è storicamente “un” grande dono maschile, forse “il” dono maschile.
Cerchiamo la ragione delle cose e mi sembra che la troviamo e, per la mia esperienza, basta quella: è vero che il tempo è galantuomo. Ed è da quando si è iniziato a ragionare sulla QM che il tempo ci dà ragione nei fatti.
La donna “in guerra” contro alcuni di noi, si straccia, scandalizzata, le vesti per una lettura dei testi infedele che nasce ed appartiene solo al suo cuore. Mi sembra evidente che non ragiona e credo ne sia convinta anche lei. In tanti si difendono così di fronte a ciò che smentisce le loro credenze, e il sito UBETA è senz’altro uno dei luoghi dell'”inaspettato”, la forma che spesso assume la verità: mettersi in discussione, l’antico “conosci te stesso”, è sempre stato molto difficile, soprattutto oggi e in particolare per molte donne “costruite” fin da piccole secondo le credenze del femminismo diventato ideologia di potere e del potere, per cui interpongono tra sè e l’altro un “artificio psichico” che rende impossibile la visione reale e prevale non la ragione ma l’invenzione di fantasia che sia vantaggiosa.
Ne risulta l’attuale onnipervasiva narrazione femminista che manifesta i tratti di un gigantesco soliloquio autoreferenziale che ispira l’azione delle lobby femministe e a cui si devono associare per obbligo tutti e per “amore” coloro cui fa fatica e paura conoscere se stessi e guardare in faccia la realtà, perchè pensano di trarne favori e appoggi di ogni tipo.
Nei cieli d’Italia da tanto tempo si respira un’aria fanatica, oppressiva e intimidatrice, si vive un clima di stolidità e bruttezza, si deve assistere ad un sistematico vilipendio della vita umana; era l’ultima cosa che ci si poteva aspettare dalle attese di riconoscenza, libertà, solidarietà, bellezza e vitale allegria riposte nel femminismo.

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Tarallo 6:04 pm - 18th Giugno:

“non-tacere, bene-facere e lasciar cantar le passere”.(Cesare)

Fare così è come lasciare espandere un focolaio di infezione, provocando una setticemia e quindi la morte. Ci vogliono gli antibiotici. Ugualmente in questi casi di cui sopra, ci vogliono gli “antibiotici” della Querela. Perchè le loro diffamazioni finiranno per espandersi in modo “virale” attraverso la rete e quindi finiranno per far perdere credibilità a UB e al momas in generale. Con una bella querela invece, al di là dell’ esito, i nostri nemici perderanno il vizio della diffamazione,per paura di passare conseguenze giudiziarie. Invece se non si querela, si sentiranno impuniti e quindi infieriranno ancora di più, con le conseguenze descritte sopra.
Inoltre il MUB deve diventare un soggetto giuridico, registrandosi in tribunale. Anche a tal fine occorre che il MUB si doti di una struttura legale, volta a tutelare legalmente l’ associazione o suoi membri in casi di accuse penali, censure, diffamazioni, calunnie.
E’ necessario anche che tale movimento sancisca ufficialmente la sua nascita attraverso una conferenza stampa. Fino ad ora so che ci sono state due o tre riunioni, ma senza presentarsi ufficialmente alla stampa.
E’ necessario poi che ci si crei una propria pagina ufficiale su facebook(la pagina, non il profilo), che si avvii una campagna di autofinanziamento attraverso membri e simpatizzanti, e che ci si possa iscrivere al movimento con tanto di quota annuale.
Inoltre bisogna darsi ad un massiccio proselitismo, cioè all’ “evangelizzazione” della causa, sia in rete che fuori.

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Fabrizio Marchi 11:20 pm - 18th Giugno:

L’Associazione degli Uomini Beta è già un soggetto giuridico, regolarmente registrata in data 7 novembre 2013 (la scelta del giorno è stata del tutto casuale e motivata da ragioni tecniche; il caso ha voluto che fosse proprio il 7 novembre…).
Riunioni ne sono state fatte diverse, sia nazionali che locali. Il nostro primo convegno nazionale ufficiale che si è tenuto nei locali della direzione nazionale di un partito politico è stata anche registrata da Mauro che ha realizzato un video di cui però abbiamo pubblicato solo una parte perché era molto lungo. Sta nello spazio dei video ed è stato ovviamente diffuso sul web..
Non è stata fatta una conferenza stampa di presentazione ufficiale ma in più di un’occasione abbiamo inviato comunicati stampa a giornali, agenzie e televisioni per iniziative varie come Movimento degli Uomini Beta. E questo perché, al di là della registrazione formale presso gli uffici competenti, esistevamo già di fatto . Il sottoscritto è stato diverse volte intervistato dall’AdnKronos in qualità di fondatore del movimento e ha partecipato a numerose iniziative, conferenze e convegni nella stessa veste.
La struttura legale si avrà soltanto il giorno in cui fra noi ci saranno degli avvocati “militanti” che presteranno il loro servizio gratuitamente. Al momento non ci sono, abbiamo fra noi giornalisti, ingegneri, insegnanti, impiegati, operai, veterinari, scienziati, dirigenti d’azienda, disoccupati, consulenti e studenti ma non ancora avvocati.
L’opera di proselitismo la stiamo già facendo al massimo delle nostre possibilità da quando siamo nati, cioè nel dicembre del 2009. Aggiungo che per ottimizzare questo lavoro è necessario palesarsi, uscire allo scoperto, sulla rete e nella realtà, cosa che alcuni di noi stanno già facendo da anni. Finchè si resta nell’anonimato non c’è possibilità di crescita.
Uomini Beta è cresciuto perché alcuni di noi fin dal principio sono usciti allo scoperto, sulla rete e nella vita reale.
Sulla questione delle querele e sulla strategia da seguire mi sono già espresso ma evidentemente la vediamo in modo diverso.
Invito peraltro anche a riflettere su tutto ciò che comporta entrare nell’ottica delle querele e invito altresì a riflettere sul fatto che non appena si entra in uno studio legale e si mette il sedere su una sedia si sborsano subito Euro 2.000 solo per aprire il fascicolo…Il sottoscritto, in quanto iscritto all’Ordine dei giornalisti, ha diritto all’assistenza legale da parte dell’Ordine ma solo in caso di calunnie, diffamazioni, querele ecc. che riguardino il sottoscritto stesso. Cerco di riservarmi questa chance per questioni serie (che potrebbero verificarsi in futuro), non per qualche puttanata o qualche becero insulto sparacchiato su questo o quel blog femminista o filo femminista. In ogni caso, al di là degli aspetti tecnici ed economici, ribadisco che non è quella la nostra strada. Non è nelle aule dei tribunali, o meglio negli studi degli avvocati che faremo passi in avanti. La credibilità a mio parere la perderemmo proprio se ci mettessimo a beccarci a colpi di gossip, querele e metaforici sputi con quella gente che è soltanto l’ultimo, anzi, l’ultimissimo anello della catena di comando. Il nostro impegno e la nostra criticità vanno ben oltre quelle quattro fregnacce che scrivono di noi sulla rete. Se non capiamo questo vuol dire che non abbiamo ancora capito la portata reale, per lo meno potenzialmente, della nostra critica…
Per quanto riguarda il finanziamento dell’Associazione, i soci fondatori versano già per statuto una quota annuale. Anche i soci non fondatori sono tenuti al versamento di una quota, sia pur minore.
Il problema del finanziamento della politica è sempre stato un problema per tutti.
Comunque non vi preoccupate perché sarete tutti invitati a versare un contributo quando stamperemo il volume di cui abbiamo già parlato…

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Tarallo 12:23 pm - 19th Giugno:

Permettimi di non essere d’accordo. Se UB e altri settori della QM stanno crescendo il merito non è di chi si è semplicemente limitato ad “uscire allo scoperto”(che poi non sarebbe altro che mettere nome e cognome e il proprio volto ) e/o versando una quota di fondazione dell’ associazione, ma di chi, sia qui che altrove, e a prescindere se sia o meno “uscito allo scoperto” e se abbia o meno versato una quota di fondazione, ha speso anni e anni di vita per elaborare e diffondere idee ai fini della causa QM, nonchè facendo controinformazione in quei luoghi che monopolizzano l’attività della gente in rete: facebook. Quello di mettere nome e cognome e il volto, è solo una formalità, una ciliegina sulla torta(che non tutti si possono permette, se lo può permettere solo chi ha una posizione lavorativa stabile e sicura, visto che parlare di QM, agli occhi di questa società si viene visti come membri del Ku Klux Klan). Contano le idee e la loro diffusione, non certo una cazzo di firma o di foto! Io per esempio, come sai bene, ho un blog, scrivo qui quasi ininterrottamente da quando il sito fu creato(del tuo progetto di creare UB mi informò Rino per email già nella ormai lontana estate del 2009, quindi mesi prima che il sito venisse creato) e per tempo ho gestito parecchi spazi su facebook preposti alla causa raggiungendo quindi migliaia e migliaia di persone(che prima non sapevano dell’ inganno femminista), proprio perchè FB è fortemente “virale” cioè i post e link si diffondono di condivisione in condivisione, a catena. E per quanto riguarda la mia attività al di fuori della rete, diffondo la causa tra tutti i miei conoscenti, familiari e altre persone con cui mi capita di stare in contatto(che già mi hanno preso per “misogino”, ma vabbè) e fatto anche volantinaggio(con centinaia e centinaia di volantini stampati da me). Dico questo non per autoincensarmi e per autoreferenziarmi, ma visto che indirettamente mi hai mosso questa critica(gratuitamente, perchè la mia non era una critica ma semplici consigli verso una realtà, UB, che voglio bene) facendomi passare per uno che non ha dato contributo determinante alla causa, ci tengo a difendere il mio “lavoro” che tanto e troppo tempo e risorse mi hanno sottratto per tante cose importanti della mia vita, ben sapendo che ci sono persone che hanno iniziato ad occuparsi di QM prima di me. Tra coloro che hai citato tra come “fondatori” dell’ associazione e che a tuo avviso a DIFFERENZA DI ME hanno dato contributo determinante alla crescita di UB, vi sono persone che qui non hanno mai commentato e che altrove non mi risulta che facciano e diffondano la QM, o che se hanno commentato è accaduto assai raramente .Certo hanno versato alcune decine di euro, ma è irrilevante ai fini dell’ elaborazione e della diffusione della QM. Bisogna invece “spendere” il cervello e il tempo.
Per quanto riguarda invece la querela proprio perchè il MUB è un soggetto giuridico si deve fare questa querela, essere definita “fucina ideologica del femminicidio” è un’ accusa criminogena che danneggia la credibilità del MUB. Quelle che tu chiami “puttanate su blog femministi” sono invece diffamazioni che si stanno diffondendo a catena su Fb, e presto verranno raccolte anche dai Media. Se poi non ci sono soldi per pagare avvocati, questo è un altro discorso ancora, assolutamente comprensibile. Però non si può dire che che la querela in sè e per sè sia inutile e dannosa.

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Fabrizio Marchi 10:24 am - 20th Giugno:

Tarallo,

Caro Tarallo, il fatto che alcuni amici, per un fatto caratteriale, non intervengano sul blog, non significa che non siano attivi fuori, nella realtà vera. E se me lo consenti, essere attivi (ed esporsi di persona) nella realtà, nel mondo dell’associazionismo e non solo, è sicuramente più “espositivo” a livello personale che non scrivere su un blog sotto la copertura di un nick. Questo non significa che intervenire su un blog o dieci blog o addirittura aprirne uno come hai fatto tu e alimentare il dibattito non sia importante, nessuno lo ha mai negato, però l’esporsi personalmente è sicuramente un salto che non tutti si sentono di fare. Ed è comprensibilissimo, sia chiaro, conosco benissimo tutte le difficoltà di vario genere a cui si va incontro, però allora se è così (ed è così) non si può dire, come fai tu, che “quello di mettere nome e cognome e il volto, è solo una formalità, una ciliegina sulla torta” oppure che “Contano le idee e la loro diffusione, non certo una cazzo di firma o di foto”. Perché delle due l’una, o l’esporsi personalmente è una “ciliegina”, e allora se è tale non vedo perché non si possa fare tranquillamente, oppure non lo è.
Tu (rileggiti) prima dici che solo chi ha il culo parato può permettersi di esporsi e poi contestualmente affermi che esporsi o non esporsi è solo una “ciliegina”. Le due cose sono in palese contraddizione.
Insisto su questo punto non per polemica ma perché è un problema che abbiamo avuto e che abbiamo e ne abbiamo discusso diverse volte sia pubblicamente che in privato non con te ma con altri amici, alcuni dei quali, con grande onestà e sincerità hanno ammesso di non essere pronti a questo passo per una serie di ragioni sia materiali che “immateriali”, comprensibilissime. Però, ripeto ancora, se così è, non possiamo poi dire che l’esporsi sia un nonnulla, una facezia, una “ciliegina sulla torta”, perché così non è.
Sul culo parato. Intanto, ti assicuro, qui ci sono diversi di noi (lo dico per giustizia nei loro confronti), anche fra quelli che ho nominato con tanto di nome e cognome, che il “culo parato” non lo hanno affatto (e alcuni, penso a dei padri separati, hanno dei casini familiari, economici e legali con risvolti di vario genere che tu neanche ti immagini), e nonostante ciò hanno scelto di esporsi personalmente. Poi ci sono quelli come il sottoscritto che invece, grazie a Dio (e grazie soprattutto al proprio padre che non si è mangiato quel poco o tanto che aveva , ma anche al proprio lavoro di una vita…) e in seguito ad una serie di vicende familiari (tutto scorre e tutti dipartono…) hanno il “culo parato”, nel senso che non hanno il problema della pagnotta quotidiana (ed è una gran cosa e mi sento un privilegiato per questo). Non pensare però che l’esposizione sulla QM non comporti un prezzo da pagare anche per quelli come me e come altri. Perché oggi, da un certo punto di vista, il prezzo maggiore lo pagano proprio quelli come il sottoscritto. Mi spiego, se tu nella vita fai l’idraulico, l’operaio o il falegname, le conseguenze di un’esposizione personale sulla QM sono più di ordine personale che non professionale. Se invece lavori in ambito accademico, giornalistico o politico (o in qualsiasi ambito professionistico legato ad un discorso di immagine pubblica) puoi stare sicuro che ogni tuo spazio e ogni possibilità ti sarà preclusa e che sarai ostracizzato ed emarginato fino anche a perdere il lavoro o ad essere sottoposto a un pesantissimo mobbing, ad essere massacrato sia a livello professionale che personale.
Il sottoscritto è un giornalista free lance e, al di là della crisi enorme che ha colpito anche i lavoratori della comunicazione – solo il 30% del totale dei giornalisti in circolazione ha il “culo parato”, il rimanente 70% si arrabatta alla meno peggio, per non dire che arranca penosamente (con tutto ciò che ne consegue, perché strisciare o vendere il culo per poter lavorare non è proprio il massimo della vita…). Come ripeto, il sottoscritto è un privilegiato, perché è libero da tutto ciò (non da sempre…) e comunque non ha MAI strisciato né tanto meno venduto il culo. Resta il fatto che l’impegno per la QM rappresenta anche per me una condizione che mi preclude oggettivamente qualsiasi altra soluzione professionale e che chiude tutta una serie di rapporti. E in questo ambiente, i rapporti, cioè le cosiddette “pubbliche relazioni”, sono FONDAMENTALI. Il sottoscritto, oggi (diciamo da alcuni anni), può scegliere di fottersene, di seguire altre strade e di dare vita ad un “proprio” giornale. Si fa per dire “proprio”, perché vive grazie al contributo di tanti altri amici e colleghi o futuri colleghi che danno il loro contributo prezioso e senza dei quali non potrebbe vivere, e alcuni magari utilizzeranno questo giornale come una scuola o un trampolino di lancio (anche se oggi, ripeto, solo uno ricco di famiglia può permettersi di darsi al giornalismo…).
Sono altresì perfettamente cosciente che anche chi è precario o disoccupato ha problemi di questo tipo e che preferisca non esporsi personalmente. Lo capisco perfettamente e infatti non lo biasimo né tanto meno lo giudico.
Le difficoltà, in questo caso, sono in parte le stesse e in parte di altra natura. E, come ripeto, le capisco perfettamente.
Però allora dobbiamo essere più cauti nel dire “facciamo questo o facciamo quest’altro”, “quereliamo o non quereliamo”, perché in queste condizioni dire “facciamo questo o facciamo quest’altro” significa dire “fate questo o fate quest’altro”, “querelate o non querelate”, il che non è proprio la stessa cosa.
Tutto ciò dovrebbe peraltro farci riflettere sulla effettiva liberalità del nostro sistema, ma questo è un altro discorso ancora…
Ora direi di chiudere qui questa discussione (anche se conoscendoti, non credo che accadrà…). Comunque, per quanto mi riguarda, la chiudo qui. Come ripeto, non vuole essere e non è una polemica, nel modo più assoluto. E’ soltanto un necessario chiarimento sulle cose.
P.S. se invece qualcuno/a ha scritto da qualche parte che Uomini Beta è una “fucina ideologia per il femminicidio”, questa è in effetti è una cosa grave e non può passare inosservata.

Dimmi dove, quando e chi, stampala, copia e incola, inviala e verifichiamola. E a quel punto ci regoleremo di conseguenza.

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Tarallo 11:49 am - 20th Giugno:

“E se me lo consenti, essere attivi (ed esporsi di persona) nella realtà, nel mondo dell’associazionismo e non solo, è sicuramente più “espositivo” a livello personale che non scrivere su un blog sotto la copertura di un nick. ” (Fabrizio Marchi)

Non hai letto il mio commento, infatti avevo detto che io non scrivo solo su un blog ma:
1)Ho pubblicato centinaia e centinaia di analisi qui e altrove, per 5 anni.
2) Gestisco e ho gestito importanti spazi preposti alla causa su FB con migliaia e migliaia di persone raggiunte , di certo di più quante non ne abbia raggiunte questo sito e altri siti della QM, e non perchè io sia “migliore” degli altri(tutt’altro) ma perchè oggi la gente nella sua attività in rete sta quasi solo su FB il quale inoltre è molto più “virale” e diffusivo di qualsiasi sito e blog. Non a caso molte piattaforme di siti e blog stanno andando in crisi. FB e Twitter stanno fagocitando tutta la rete,
3)Faccio volantinaggio.
4)Mi espongo nella vita reale di tutti giorni spiegando la QM, a costo di essere considerato(come succede) misogino.

Quindi cosa c’è che non ho fatto o ho fatto di meno per la QM rispetto a certi cosiddetti “soci fondatori” che mai si sono degnati di elaborare, produrre e diffondere nessuna analisi sulla QM nè qui nè altrove?

Per avere successo con la QM, bisogna seguire 2 passi:
1)Elaborare e produrre analisi
2) Diffonderle

Alcuni di questi c.d “soci fondatori” che hai citato non hanno fatto nè fanno nè l’ uno nè l’altro passo. Non ho mai visto nè letto nessun loro intervento, analisi. E per quanto riguarda la diffusione ti sbagli di grosso, perchè non è partecipare ad una riunione tra voi che si diffondono le idee ma attraverso gli strumenti della rete la quale permette di raggiungere moltissime persone in poco tempo. Certo magari questi qui nella vita reale si espongono con la QM, ma questo, come ho detto, lo faccio pure io. Quindi tirando le somme dire che loro abbiano dato contributo alla causa mentre io no o comunque di meno rispetto a loro, è una menzogna più grossa di tutte le infinite menzogne femministe messe insieme. Io, personalmente, nell’ ambito QM non mi considero certo uno di primo piano o un “maestro” mi ritengo “uno come tanti”, ci sono persone più brave e capaci di me che hanno iniziato ad occuparti di QM prima di me, ma di sicuro ho dato un contributo molto maggiore rispetto a certi c.d “soci fondatori” dei quali non ho mai letto una loro analisi nè mi risulta che gestiscano spazi in rete preposti alla diffusione della QM.

Rino, per piacere, intervieni tu, non voglio fare il permaloso ma mi addolora che l’ amico Fabrizio in un attacco di stizza gratuita delegittima e sminuisce il mio lavoro per la QM che tanto e tanto tempo hanno sottratto alla mia vita(a differenza di certi “soci fondatori” che l’ unica cosa che hanno fatto è stata quella di versare una quota), e che tra l’altro rappresenta anche una forma di ingratitudine per tutto quello che ho fatto per UB da 4 anni e mezzo,difendendo sempre la linea di UB sia qui che altrove(quando altrove veniva delegittimato per le sue posizioni di sinistra) oltre che producendo un discreto ma costante e incessante contributo a livello di analisi. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gif

A finale tutta questa polemica perchè mi ero “permesso” di dare alcuni consigli ad una realtà che voglio bene. e per cui ho speso tanto e tanto tempo in questi 4 anni e mezzo. Troppo suscettibile sei fabrizio. Certo se avessi saputo che il MUB si fosse costituito soggetto giuridico e che già avesse avviato una campagna di autofinaziamento io non avrei mai dato questi consigli, ma che ci posso fare io di non essere stato avvisato di queste iniziative(alle quali avrei potuto pure partecipare)???

P.S: Per quanto riguardo l’ idraulico e il falegname invece sono esempi fuoriluogo perchè questi sono lavori autonomi, non dipendenti. So che sia su Fb che in rete i servizi segreti “spiano” le opinioni politiche e sociali delle persone e fanno relative schedature che inviano alle aziende.

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Fabrizio Marchi 2:03 pm - 20th Giugno:

Tarallo invoca Rino, io invoco Marco Pensante…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yes.gif
Marco! Dì qualcosa!!! Anche non di sinistra! https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gif https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gif
Ragazzi, fra un anno e mezzo scade il mio mandato come Presidente dell’Associazione, cominciate a pensare al mio successore…che sia il “Migliore”, come si diceva di Togliatti…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wink.gif
P.S. è ovvio che l’incarico di presidente comporta tutta una serie di impegni, fra cui anche quello di “gestire” Tarallo/Icarus…Tarallo, dai, consentimi di buttarla sullo scherzo perchè altrimenti non ne usciamo più…

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Marco Pensante 3:59 pm - 20th Giugno:

Essendo stato invocato, vi racconto una storiella.
In un paesino di montagna è prevista una terribile alluvione. Per fortuna c’è largo preavviso, e quindi tutto il paese viene evacuato senza disordini né difficoltà. Ma uno degli abitanti rifiuta di andarsene:
«Io da questa casa non mi muovo! Dio mi salverà!»
Tutti cercano di convincerlo, ma niente da fare. L’omino non vuole saperne. Intanto però l’alluvione si avvicina, e tutti gli altri sono già al sicuro. Nel paesino è rimasto solo lui.
«Io da questa casa non mi muovo! Dio mi salverà!» ripete a tutti.
Alla fine arriva l’alluvione. Sta per raggiungere il paesino. A casa dell’omino arriva un vicino di casa in autocarro, grida: «Sali che scappiamo! Non c’è più tempo da perdere!»
«Io da questa casa non mi muovo! Dio mi salverà!»
Il vicino, non volendo lasciarci la pelle, se ne va. Intanto arriva l’alluvione, e sommerge il piano terra delle case. L’omino sale al primo piano. Dalla finestra vede arrivare una squadra di soccorso su una barca. «Presto, sali che ti portiamo via!»
«Io da questa casa non mi muovo! Dio mi salverà!»
La barca se ne va. Intanto le acque salgono. L’omino deve salire sul tetto della casa. Intorno a lui tutto è sommerso. Alza gli occhi e sopra di lui c’è un elicottero da cui gli stanno calando una scaletta. «Presto, sali che ti portiamo via! Non c’è più tempo!»
«Io da questa casa non mi muovo! Dio mi salverà!»
L’elicottero se ne va. L’alluvione si porta via l’omino, che affoga.
Arrivato di fronte a Dio per il giudizio, l’omino dice: «Signore, perché mi hai abbandonato? Io confidavo in Te e Tu non mi hai salvato!»
«Senti, amico» risponde Dio. «Ti ho mandato un autocarro, una barca e un elicottero. Cosa cazzo volevi ancora?»
Ecco.

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cesare 4:06 pm - 20th Giugno:

Sappiamo quanto costa affrontare la jena trionfante del femminismo e i cacciatori di frodo che utilizzano i suoi denti e i suoi latrati. E’ vero che il costo pagato per combatterla ricade in modo disuguale sulle spalle di ognuno di noi. Una parte di esso non sarà mai conosciuto e riconosciuto: è senz’altro motivo di comprensibile dolore. E tuttavia resta l’intima soddisfazione di aver combattuto con generosità e per una causa di libertà e verità. Forse l’unica autentica felicità oggi concessa. Questa interiore testimonianza del nostro spirito a noi stessi, è il fondamento su cui possiamo ri-conoscerci, incontrarci tra noi e costruire la comunità spirituale maschile (la etosfera universale) del XXI secolo. Una nuova consapevole fratellanza, una condivisa paternità dell’uno per l’altro.
Un progetto di liberazione affascinante che vale ogni prezzo si abbia a dover per esso pagare.

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Luigi Corvaglia 6:30 am - 23rd Giugno:

Italia maschilista.
Lei uccide il figlio di 16 mesi.
In galera ci va lui.
Annegò il figlio di 16 mesi, dichiarata incapace di intendere e volere: «Non lo amavo»

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Rino DV 10:50 am - 23rd Giugno:

Ci fu un tempo in cui -ex lege- i mariti e i padri rispondevano in tribunale per i fatti delle donne di casa.
Come se esse non potessero esser considerate responsabili dei loro atti, come se fossero intrinsecamente innocenti. Tempi orribili, in cui la D era considerata eterna minorenne/minorata.
Da allora grazie al progresso, all’evoluzione, alle lotte secolari delle DD, abbiamo fatto il periplo del mondo e tutto è cambiato: siamo tornati al luogo di partenza.
Non ci siamo mai mossi.
Solo questo è cambiato: prima era paternalismo patriarcale, ora è una conquista femminista.
.
E ciò che vale per questo versante vale per ogni altro.
.
Molti storcono il naso davanti a queste sentenze “anomale”.
Ma quasi nessuno ne vede l’identità fattuale col passato.
.
Il rovesciamento mistificante è avvenuto nelle motivazioni, nell’interpretazione, nella collocazione simbolica. L’interpretazione che un tempo esprimeva la verità oggi la occulta con la menzogna.
.
In questo consiste la vittoria femminista.
.
RDV

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ARMANDO 11:59 am - 23rd Giugno:

Rino DV,

Ti devo correggere, caro Rino. Qualcosa, molto in realtà, è cambiato, ma in peggio. Perchè un tempo alla responsabilità maschile corrispondeva uno status simbolico, certo, ma anche giuridico. simmetricamente per le donne. Oggi agli uomini è rimasta solo la responabilità e nessun status sombolico o giuridico, alle donne è rimasta l’irresponsabilità ma hanno acquisito,nei fatti, sottraendolo agli uomini, lo stauts simbolico e giuridico. Onori ed oneri si distribuiscono in modo inverso.
armando

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Rino 4:16 pm - 23rd Giugno:

Già. Inoltre in illo tempore i maschi insieme alla responsabilità avevano anche il prestigio (e perciò l’autorità) di segnare dei confini, di dire “basta”.
Adesso è stato qualificato come violento ogni comportamento che faccia soffrire una D.
Ogni limite è liquidato come violenza, in casa e in società.
Ma chi paga oggi è lo stesso che pagava ieri.
In tutte le forme.
RDV
.
PS: non commento tutti i post e non intervengo su tutti gli argomenti. Anzi su pochi. Non è né per snobismo né per sconsiderazione riguardo a nessuno.
Semmai il contrario. Sto lontano da molti argomenti anche perché mi intrigano troppo (come Nicce ad es. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_mail.gif) e finirei con il dare fuoco alle polveri in un dibattito senza fine.
Faccio come con la Nutella. Non l’acquisto mai, per evitare…
RDV

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Rino DV 7:10 pm - 2nd Luglio:

Uccise la moglie, ne percepisce la pensione.
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http://www.lastampa.it/2014/07/02/italia/cronache/aveva-ucciso-la-moglie-a-calci-da-anni-ne-percepisce-la-pensione-nG8Hp4HGA7oc3jog1XFORL/pagina.html
.
Uno scandalo… Che altro può dire la massa?
Ma lo stesso “scandalo” sulle mogle uxoricide non è mai stato sollevato. Mai. Neanche mai pensato.
Il mese scorso 2 UU dopo aver litigato con la moglie si sono suicidati. Le rispettive perderanno la pensione?
Qualcuno ne ha parlato? A qualcuno è venuto in mente che si tratta di uno scandalo?
.
E tutti quelli che si sono “suicidati” nel lavoro? Che ne è da sempre delle loro pensioni?
.
2) USA edilizia in mano alle DD
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http://www.lastampa.it/2014/07/02/esteri/usa-ledilizia-delle-donne-x7gHKWSporFN1lBrmFT0PM/pagina.html
.
Muratrici, manovalesse, carpentieresse?
Avete capito male…
.

RDV

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cesare 1:38 pm - 6th Luglio:

Quando si legge di un “settore in mano alle donne”, se immaginate tante belle femminili scrivanie, un amico o marito potente proprietario del pavimento su cui poggiano, o una “legge rosa” (adesso le leggi sono come i vestitini per l’infanzia, rosa x le femminucce) a distribuire incarichi pubblici x nobilitare prebende a mogli, amanti, figlie, ecc., (prima si poteva anche finire dentro) mentre fuori qualche decina di milioni di “oppressori” “spalano” per tutti, è probabile che ci prendete. Dimenticavo il giornalista accoccolato sulle ginocchia dell’amico o marito potente della “liberata”, ben attento a non esagerare con le lodi alla medesima che non facciano impensierire il padrone del pavimento: tra le righe deve essere comunque sempre chiaro su chi, al di là della sacra rappresentazione femminista, ha in mano davvero il yoistick (sennò il troppo volenteroso scrivano di famiglia ci lascia i gioielli di casa). Aggiungo qualche “filosofa” di cui, nonostante l’autoelezione al ruolo, è difficile spiegare di quale saggezza sia simpatizzante, a spiegare che le donne devono fare tutto loro e tutto da sole perché fosse stato cosi fin dall’inizio, vuoi mettere! Appunto nulla.
Fratelli miei di questi tempi di avatar dal volto femminile per padroni furbacchioni, ammettiamolo: c’è anche da ridere di gusto.

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Fabrizio Marchi 7:21 pm - 7th Luglio:

Ragazzi, sull’Interferenza abbiamo appena pubblicato questo articolo a firma di Rita Chiavoni, donna, psichiatra e comunista dichiarata: http://www.linterferenza.info/attpol/e-tempo-di-chiudere-con-il-femminismo/
Mi sembra un fatto di STRAORDINARIA importanza. In poche ore, guarda caso, il sito dell’Interferenza ha già triplicato i visitatori e moltissimi su facebook stanno già dibattendo e dividendosi.
Naturalmente chi lo volesse può anche commentare l’articolo sull’Interferenza. Una piccola crepa nel Matrix che dimostra ciò che sostengo da ssempre, e cioè che un margine di irriducibilità è presente nell’umano, nell’ontologia dell’essere sociale…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wink.gif
P.S per tutti gli amici presenti su facebook, diamogli sotto e postiamo l’articolo OVUNQUE.
E’ chiaro? Ecco, è meglio concentrarsi sulle cose che hanno un’utilità concreta che perderci, come facciamo spesso, in sterili polemiche…

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Fabrizio Marchi 10:46 pm - 7th Luglio:

“Caro Fabrizio, il contenuto non è male e può dare seri spunti di riflessione. Tuttavia, permettimi di dire che leggere un articolo che inizia con un gerundio seguito da “per internet”, come se si potesse navigare in favore delle Rete e non in Rete, già lo trovo pressappochista, inoltre, aggiungi che questo orrore, almeno per me, è seguito da una proposizione che non concorda con la preposizione conseguente così che da far perdere, di gran lunga, il valore del contenuto. Non sono una purista della lingua, ma continuo a credere che la forma sia sostanza. Se vogliamo essere credibili in ciò che asseriamo, forse sarebbe il caso di non trascurare l’antica regola delle parole giuste al posto giusto, non credi?”
Questo sopra è il commento su face book all’articolo di Rita Chiavoni di una collega giornalista, peraltro un autorevole esponente dell’ordine dei giornalisti del Lazio.
Di seguito la mia risposta:” Cara…….. in tutta onestà credo invece che tu ti stia perdendo proprio in quel purismo linguistico che a parole dici di criticare…E credo oltretutto che sia un modo per indebolire la potenza dell’articolo che è tutta nel suo contenuto. E non dire una parola sul contenuto limitandosi a dire che hai inorridito di fronte al gerundio seguito dalla preposizione mi sembra oltremodo stucchevole e povero di sostanza…sei una donna intelligente e colta (e non lo dico per piaggeria, come sai, ma perchè ti conosco) e mi sarei aspettato da te ben altro commento…
Il dato vero è che una donna, comunista, magari in modo sgrammaticato (ma ‘sti gran cazzi perchè L’Interferenza non è un salotto per pseudo “intellettuali” “du me belin”, direbbero a Genova, nè tanto meno per “consulenti ai tramonti” ma un luogo dove si discute sul serio e fuori dal coro…), ha toccato una serie argomenti tabù, soprattutto negli “ambient” della cosiddetta “sinistra, sia essa “moderata”, radical (chic) o antagonista, rispetto ai quali è giunta l’ora di mettere mano (e di affondare il bisturi…). Oltretutto, come ben sai ti ho postato già numerosi articoli, alcuni anche molto corposi. E tu che fai? Al primo articolo con una scivolone grammaticale, sottolinei il suddetto scivolone? Ma dai…su..come se non ne avessi letti tanti su riviste e quotidiani autorevoli o non ne sentissi di ancora più grossolani in televisione…ma per favore…W Rita Chiavoni, donna e comunista che ha il coraggio di affrontare certi argomenti e di dire quello che tanti “compagni” pensano ma non hanno il coraggio di dire..”
Che pochezza, ragazzi, che povertà, che miseria intellettuale e umana…e pensate che questa non è neanche fra le peggiori, anzi…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_unsure.gif

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Fabrizio Marchi 8:34 am - 8th Luglio:

Alex Red,

Ottimo, Alex https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_good.gif

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ARMANDO 10:13 am - 8th Luglio:

Fabrizio Marchi:
“Caro Fabrizio, il contenuto non è male e può dare seri spunti di riflessione. Tuttavia, permettimi di dire che leggere un articolo che inizia con un gerundio seguito da “per internet”, come se si potesse navigare in favore delle Rete e non in Rete, già lo trovo pressappochista, inoltre, aggiungi che questo orrore, almeno per me, è seguito da una proposizione che non concorda con la preposizione conseguente così che da far perdere, di gran lunga, il valore del contenuto. Non sono una purista della lingua, ma continuo a credere che la forma sia sostanza. Se vogliamo essere credibili in ciò che asseriamo, forse sarebbe il caso di non trascurare l’antica regola delle parole giuste al posto giusto, non credi?”
Questo sopra è il commento su face book all’articolo di Rita Chiavoni di una collega giornalista, peraltro un autorevole esponente dell’ordine dei giornalisti del Lazio.
Di seguito la mia risposta:” Cara…….. in tutta onestà credo invece che tu ti stia perdendo proprio in quel purismo linguistico che a parole dici di criticare…E credo oltretutto che sia un modo per indebolire la potenza dell’articolo che è tutta nel suo contenuto. E non dire una parola sul contenuto limitandosi a dire che hai inorridito di fronte al gerundio seguito dalla preposizione mi sembra oltremodo stucchevole e povero di sostanza…sei una donna intelligente e colta (e non lo dico per piaggeria, come sai, ma perchè ti conosco) e mi sarei aspettato da te ben altro commento…
Il dato vero è che una donna, comunista, magari in modo sgrammaticato (ma ‘sti gran cazzi perchè L’Interferenza non è un salotto per pseudo “intellettuali” “du me belin”, direbbero a Genova, nè tanto meno per “consulenti ai tramonti” ma un luogo dove si discute sul serio e fuori dal coro…), ha toccato una serie argomenti tabù, soprattutto negli “ambient” della cosiddetta “sinistra, sia essa “moderata”, radical (chic) o antagonista, rispetto ai quali è giunta l’ora di mettere mano (e di affondare il bisturi…). Oltretutto, come ben sai ti ho postato già numerosi articoli, alcuni anche molto corposi. E tu che fai? Al primo articolo con una scivolone grammaticale, sottolinei il suddetto scivolone? Ma dai…su..come se non ne avessi letti tanti su riviste e quotidiani autorevoli o non ne sentissi di ancora più grossolani in televisione…ma per favore…W Rita Chiavoni, donna e comunista che ha il coraggio di affrontare certi argomenti e di dire quello che tanti “compagni” pensano ma non hanno il coraggio di dire..”
Che pochezza, ragazzi, che povertà, che miseria intellettuale e umana…e pensate che questa non è neanche fra le peggiori, anzi…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_unsure.gif

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Enrico Rossi 1:00 pm - 10th Luglio:

Una proposta di legge del governo laburista neozelandese prevede che, in caso di presunto stupro, sia l’accusato a dover provare, al di là di ogni ragionevole dubbio, la sua innocenza. Previsto anche il divieto di una contro-perizia medica sulla presunta vittima da parte della difesa per “evitare abusi” da parte degli avvocati della difesa.
Mr.Little, il fautore della proposta, riferisce che attualmente solo l’1% degli accusati di stupro è condannato, il ché significa che qualcosa non va nel sistema. “Mi rendo conto che è un grande salto, ma le circostanze richiedono di cambiare la legge radicalmente.”

http://www.independent.co.uk/news/world/australasia/accused-rapists-would-have-to-prove-consent-in-law-reversal-proposed-by-new-zealand-politicians-9592559.html

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Tarallo 3:12 pm - 10th Luglio:

” Mr.Little, il fautore della proposta, riferisce che attualmente solo l’1% degli accusati di stupro è condannato, il ché significa che qualcosa non va nel sistema.” (articolo)

Qualcuno dica a questo signore che per invertire l’ onere della prova non c’è bisogno di fare una legge esplicita ma bastano acrobazie giurisprudenziali dettate da un clima di paura e di isteria di massa(Stuprazionismo). La Cassazione ha confermato la legittimità di tutte le sentenze criminali che condannano uomini solo in base alla dichiarazione della donna denunziante purchè sia “credibile”(e “credibile” non vuol dire “veritiero”) e quindi dando disco verde a tutte le future sentenze in tal senso:

In tema di reati sessuali, poiché la testimonianza della persona offesa è spesso unica fonte del convincimento del giudice, è essenziale la valutazione circa l’attendibilità del teste; tale giudizio, essendo di tipo fattuale, ossia di merito, in quanto attiene il modo di essere della persona escussa, può essere effettuato solo attraverso la dialettica dibattimentale, mentre è precluso in sede di legittimità, specialmente quando il giudice del merito abbia fornito una spiegazione plausibile della sua analisi probatoria ai fini della formazione del libero convincimento del giudice, ben può tenersi conto delle dichiarazioni della parte offesa, la cui testimonianza, ove ritenuta intrinsecamente attendibile, costituisce una vera e propria fonte di prova, sulla quale può essere, anche esclusivamente, fondata l’affermazione di colpevolezza dell’imputato…

Ecco perchè in Italia(e in quasi tutti gli altri paesi occidentali) la stragrande maggioranza delle accuse di violenza sessuale si traduce in condanna, altro che il misero e lodevole 1% della Neozelanda

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Rino DV 6:05 pm - 10th Luglio:

Precisamente come dice Tarallo.
La giurisprudenza, qui e altrove, ha già anticipato la legge.
Come in Spagna la giurisprudenza anticipò la Ley Integral sulla diversa pena a parità di reato.
Si dice – e si crede – che sia l’accusa a dover mostrare la colpevolezza, mentre è chiaro che de facto è l’accusato a dover dimostrare la propria innocenza. Ma nelle accuse femminili ciò è impossibile per definizione: è la querela stessa a provare il fatto. Come indica “oltre ogni ragionevole dubbio” la motivazione di una sentenza riportata da Tarallo (che ringrazio).
.
Il femdominismo non è un regime del futuro. E’ qui, è ora. Non conosce ragione, non ha pietà.
E’ il nuovo antiumanesimo.
Porta il nome di accoglienza, pace, amore, libertà.
.
RDV

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Enrico Rossi 9:40 pm - 10th Luglio:

che dire… inquietante https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_sad.gif

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cesare 9:52 am - 11th Luglio:

Di fatto una volta che hai un rapporto con una donna, a suo totale arbitrio sei passibile di una denuncia per violenza o psicologica o sessuale. A seguito della denuncia hai immediatamente per un buon quinquennio la tua vita devastata dalle misure di accertamento, di difesa precauzionale della denunciante come l’allontanamento da casa e dai figli, quando non il carcere, di norma la distruzione sui giornali della tua dignità e la perdita del lavoro. Di fatto sei già giudicato colpevole, condannato e subisci la pena di cui sopra.
Poi arrivano finalmente i processi nei quali la tua parola, la tua intera vita di buon cittadino, di buon padre e di buon marito vale nulla di fronte alla parola di una donna, che può essere degna o indegna di fede comunque può mentire ed è considerata prova: anche gli organismi inquirenti, i giudici, i politici ( pensate ad Alfano che strilla ogni volta la colpevolezza maschile) temono l’attacco della lobby delle “povere donne” in caso di giudizio non “schierato”, non “pedagogico”, non “conforme” alla tesi della “violenza che è maschile”. Ne consegue da questo contesto culturale e politico che la sentenza nove volte su dieci è già scritta: colpevole. Aggiungo una confidenza fattami alcuni anni fa da un assistente carcerario: le carceri sono piene di maschi innocenti per false accuse di carattere sessuale.
Questo è quanto ho sentito da quasi un ventennio direttamente da testimonianze personali di accuse false subite da maschi e padri e indirettamente seguendo i fatti sui siti che possiamo chiamare di soccorso o autodifesa maschile e paterno o sui media quando in piccolo e in ultima pagina scrivono di qualche assoluzione.
Pertanto che “dire donna è dire galera” sia senz’altro terribile a dirsi è vero, tuttavia rispecchia la recente Storia dei rapporti tra maschi e femmine e soprattutto è precisa e certa delineazione del prossimo futuro.
Succede cosi che ogni maschio che non sia un povero sprovveduto, oggi, prima di sposarsi, si cerca un ottimo avvocato, se possibile donna, poi dopo un buon corso su come non farsi espropriare dei beni, dei figli, della libertà, della dignità e del lavoro, in sintesi per non finire carcerato e barbone, prende carta e penna e inizia a scrivere un quotidiano diario: se alla sua anima gemella non passerà mai per la testa di distruggerlo, sarà garanzia di tranquillità, in caso contrario gli servirà per tentare di salvarsi dalla “parola di donna”, oggi diventata arma di distruzione del maschio.
Il vero avventuriero, come scrive Charles Peguy nell’omonimo scritto riportato anche in questo sito, è il padre di famiglia, oggi più che mai. Auguroni, carissimi papà moderni! Ma statevene accorti.

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armando 9:34 pm - 11th Luglio:

Tutto si calmerà quando il 100% degli accusati di violenza o di stupro sarà condannato. Anzi no. Il 98 o 99%, come nelle elezioni bulgare. Quell’uno per cento sarà la dimostrazione della democraticità della procedura giudiziari, della sua imparzialità e della sua ricerca della vera giustizia.
armando

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cesare 9:40 pm - 12th Luglio:

Armando ho fiducia nei fratelli, nella dimensione ontologica del maschile, ciò che precede ogni atto maschile nella Storia e costituisce la Storia, che è frutto dello spirito che è maschile; ho fiducia nel maschile che è strutturato nell’inconscio e nella biologia maschile, e nell’essere maschile. Il successo della specie, la più fragile biologicamente parlando e su un pianeta che nel suo catastrofico divenire è tutto tranne che “madre Terra”, bensì luogo totalmente ostile ed inospitale per la vita, è clamoroso: più di sei miliardi di individui vivono dove non c’era cibo che per qualche centinaio di migliaio. Un successo che è il frutto di un albero evidentemente buono, di cui ci si può fidare.
E circa il futuro di quest’albero dalle potenti indistruttibili radici maschili, riserverà sorprese a quelle donne che appena resesi conto del bene ricevuto nei milioni di anni di vita della specie, ne hanno tratto motivo di scandalo, offesa e risentimento, invece di serbare profonda sincera riconoscenza. Cosi avranno sorprese i maschi opportunisti, incapaci e vili che si sono associati a quelle donne nell’ignobile esercizio di sputare sul sangue dei padri; maschi e femmine, che senza alcun merito ne divorano indispettiti ed ingordi i doni.
La verità ha sempre il carattere dell’inaspettato: sono certo che verranno i giorni in cui chi si è vergognato dei propri padri e ha dichiarato di sputare su di loro, come si sono assunti la responsabilità di dire e fare questi maschi e queste donne, le cui parole e i cui gesti sono registrati per sempre nella Storia e nel cuore dei buoni come un grande folle violenza e un grande dolore, si rivolgeranno proprio alla memoria dei padri per tentare di salvarsi.

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Mauro Recher 7:59 pm - 20th Luglio:

copio ed incollo dalla pagina della Zanardo
NON HAI BISOGNO DELL’AMMORBIDENTE:”Se una mattina d’estate al Supermercato.”
“Ce l’hai. Ti dico che ce l’hai. E’ nell’armadietto del bagno. L’ho visto io. E’ quel flacone azzurro. Ce n’è metà. Quindi non ti serve”
Lui avrà sessantanni, leggermente sovrappeso, maglietta e bermuda, sandali. Lei è un po’ più giovane, vestititino a fiori dimesso, capelli che avrebbero bisogno di essere curati legati con un fermacapelli verde, viso segnato stanco e comunque che conserva “qualcosa” che intriga.
A Milano fa caldo in questa mattina afosa, senza sole ma con il clima tipico tropicale della lombardia estiva: vestiti appiccicati al corpo, città deserta, poca gente per le strade. Cammino fino al supermercato che non è vicino, ma è l’unico aperto di domenica.
Se mi dicessero di barattare questa giornata solitaria milanese a casa con 8 ore a Portofino su di un panfilo, rifiuterei.
Queste giornate sono godimento puro, Milano, la mia città amata e odiata, rivela tutta la sua bellezza tenuta gelosamente nascosta per i lunghi mesi invernali e primaverili.
Osservo la coppia da un po’: ad ogni scomparto, ogni volta che lei tende la mano per prendere un articolo, viene bloccata dalla voce di lui “Ma cosa ce ne facciamo dei rotoloni di carta? Tra 8 giorni partiamo, ne abbiamo già uno che ci basta e avanza”.
Lei non ribatte mai. Posa lenta la carta, così come rimetterà nello scaffale l’ammorbidente e come la vedrò risistemare nello scaffale un tubetto di dentifricio, il solvente per togliere lo smalto, un pacco di carote.
Saranno sposati da tanto, azzardo dentro di me, perchè all’inizio di un rapporto di forza come questo che ho davanti, lei si sarà ribellata, avrà replicato:” Il rotolone di carta ce l’abbiamo ma io ne voglio una scorta in casa” e senza tante storie avrà riposto il pacco nel carrello.
Ma il gesto lento di resa con cui la donna ubbidisce al , “suggerimento” dell’uomo presume lunghi anni di un braccio di forza silenzioso che l’ha condotta fino ad oggi qui, davanti a me in questo supermercato estivo e dunque solitario dove va in scena la vita di una coppia.
Non tutte le coppie sono così, è certo. Ma nella coppia si scatenano spesso tension,i idiosincrasie, rapporti genitore-bambino anzichè
adulto-adulta, che devastano le nostre vite.
Uomini che subisono umiliazioni quotidiane da parte di capi miserevoli e che a loro volta impostano rapporti di forza una volta tornati a casa. Oppure seplicemente noiosi, pedanti.
“FATTI LI CAZZI TUA!”risponderebbe la signora se con un gesto di ribellione improvviso prendesse a prestito la fulminante battuta con cui l’esilarante personaggio Razzi/Crozza risponde al cameram che lo vuole riprendere.
Sì, fatti i fatti tuoi e lasciami vivere, lasciami almeno scegliere i prodotti per la casa, spesso ultimo territorio di libertà all’interno di vite assediate da incombenze e doveri.
Come la splendida protagonista di “Una Giornata particolare” dove una splendida Loren, ostaggio di una marito gerarca fascista che interpreta il suo dovere coniugale solo usando il corpo della moglie come sfogatoio di rapide erezioni, ritrova un po’ di sé stessa solo quando i molti figli e il marito avvoltoio escono di casa e lei, sommersa da una quantà orribile di incombenze doestiche, si ricava comunque un po’ di tempo per sè.
O come Valeria, la mia amata protagonista di “Quaderno Proibito” di Alba de Cespedes( da leggere qs estate se ancora non lo avete fatto), che si riconnette con se stessa solo scrivendo sul suo quadernetto tenuto nascosto a tutti.
Amate donne. Mie amatissime donne che vi spegnete lente all’interno di vite di soprusi.
Per voi lavoro, per voi combatto.
Questo è il mio Femminismo. Non quello di circoli aricigni abitato da donne autoesiliatesi dal mondo e che producono pamphlets che solo loro leggeranno.
No, no. Femminismo è amore. E’ fare in modo che noi, sin da bambine, si possa conoscere i nostri diritti. Che si possa scegliere un compagno amoroso e rispettoso di noi. Che si possa imparare un mestiere, umile che sia, che ci consenta di decidere senza dipendere.
Dall’indipendenza economica passa la nostra autonomia. Anche da lì.
Io lo so che oggi è dififcile, ma non demordiamo.
E noi madri educhiamo le figlie all’autonomia, e i figli al rispetto delle donne. Che ci si possa unire in coppia per amore, solo per amore.

Escono dal supermercato e per un tratto li osservo allontanarsi. Lui parla, parla parla. Lei, con la sporta piena di cose scelte da lui, tiene la testa bassa. Non lo ascolta più da anni.
Io spero, amica mia lo spero tanto, che tu abbia coltivato un piccolo spazio dentro di te dove poterti rifugiare, dove immaginare ciò che ti piace, che ti rende un po’ felice fosse anche solo potere sentire il profumo dell’ammorbidente sui panni appena lavati, se è questo il tuo desiderio.
Noi, andiamo avanti.
Questo è il mio commento ..
Dico la mia esperienza ,visto che vado a fare la spesa da 15 anni ,da quando mia madre si è ammalata di reni ed ha fatto il trapianto … vedo molte coppie ,ma anche molti uomini che vanno a fare la spesa ed è giusto che sia cosi ..uomini che sono maltrattanti ? Esistono ,ma io vedo spesso e volentieri il contrario , non ultima mia madre che ,quando può, piace anche a lei venire a fare la spesa con noi , ultima scena che mi ricordo è che ,mio padre si è preso dell “imbranato ” per non dire peggio , perchè no riusciva a prezzare il sacchetto di pane .. quindi , non sarà il caso di smetterla di giudicare gli uomini perchè uomini ,ma di giudicare le persone in quanto tale con i loro pregi e difetti ?

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ARMANDO 12:13 pm - 21st Luglio:

Mauro Recher,

Nella mia vita ho visto e ascoltato coi miei occhi e le mie orecchie una quantità rilevantissima di scene opposte, dove la moglie decideva e faceva e il marito eseguiva. O peggio, altre scene nelle quali il marito veniva sconfessato platealmente di fronte ad una decisione di spesa, e tacendo abbozzava.
C’era un detto molto famoso quando ero giovane: Il padrone sono io ma chi comanda è mia moglie.
Riusciva a rendere bene lo stato dei rapporti M/F. Il potere formale (allora) era del M. quello vero della F.
armando

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Luigi Corvaglia 10:12 pm - 21st Luglio:

Mauro Recher,
….
Una curiosità Mauro.
Una curiosità riguardante la signora in questione: è rintracciabile un curriculum completo della stessa?
Mi spiego meglio.
Curriculum sparsi dall’interessata (periodicamente si auto-propone per deporre le pregiate terga in altrettanto pregiate poltrone) intasano Google ed il Web tutto, però non dicono nulla del periodo “bocconiano” della nostra.
E’ rintracciabile un curriculum completo degli “anni aziendali”?

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Mauro Recher 12:03 pm - 22nd Luglio:

A dire il vero Luigi non lo so , e francamente ,a dirla tutta me ne frega abbastanza poco ,capisco il tuo discorso ,ma questa qui potrebbe avere fatto anche una carriera folgorante (a detta di lei era bravissima) ed avere 110 e lode e poi si perde tutto perchè è donna e si perda nei meandri di internet ,mi sembra un discorso campato in aria smile

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cesare 12:55 pm - 22nd Luglio:

“Second life”, la “fantasia della Storia” e lo Yogurt.

Le considerazioni, meglio l’inno amoroso alla liberazione femminile, della Zanardo in riferimento alla storia di una povera massaia, da lei vista e raccontata, anzi “studiata”, al supermercato mentre subisce le scelte d’acquisto imposte da un maschio prepotente al quale poi lei si ribella, suscitano alcune mie riflessioni.
Racconto e considerazioni della Zanardo sono occasione e a mio avviso fanno pensare, (fanno pensare e non immediatamente sono), a quella letteratura caratterizzata dall’assunto autoreferenziale secondo cui è reale ciò che ti piace interpretare e l’interpretazione stessa e pertanto ne fai la storia e la cronaca. Preciso: trattandosi di riflessioni al “femminile femminista”, ciò che piace è di solito l’esatto contrario di ciò che è. E ci fai sopra della “filosofia della Storia”, e magari un corso di studi universitari.
In questo modo la riflessione sulla realtà come primo criterio di verità, si trasforma in costruzione di una fantasia, simmetricamente opposto alla verità, cui si dà lo status di realtà. Quando si ha a che fare con narrazioni o riflessioni o giudizi interpretati alla “luce” della ideologia femminista, l’esperienza che si fa è quasi sempre, quella sopra descritta: una storia spesso di fantasia o reale-ma-interpretata, che assume valenza di realtà generale per cui diventa “fantasia della Storia” ma viene proposta come “filosofia della Storia”.
Vi ricordate la “second life” di cui si parlò a lungo come alternativa al mondo reale costruita tramite un particolare software che simulava il mondo reale e messo in rete consentiva a ciascuno di vivere fantasticamente una seconda vita, quella desiderata?
A me pare che questa nuova corrente “femmifilosofica” che rovescia la stessa filosofia da “amante della sapienza” in “amante del desiderio dell’opposto”, abbia la sua collocazione più adeguata in corsi universitari organizzati in “second life” in cui vedo bene una cattedra da cui raccontare appunto una storia.
Magari la storia di una povera massaia di oggi, minutina, forse col fazzolettone e povere ciabatte ai piedi martoriati dai calli, che va al supermercato seguita da un maschio baffuto ed opprimente (magari nerboruto) che ad ogni passo controlla la merce che la poveretta mette nel carrello. Col controllo i rimbrotti e le offese ad ogni scelta non acquistata secondo l’ultimo prezzo in offerta o peggio secondo i criteri del maschio che la domina.
Esselunga, Pam, Coop che sei tu, Italmark, Penny Market, Simply, nella “second life” sono insegne dei “campi di condizionamento servile” delle “povere donne”, le massaie.
Questa massaia, poi potrebbe aprire le porte ad una potente figura femminile della “fantasia della Storia” femminista: la massaia figura storica dello sfruttamento del proletariato maschile sul proletariato femminile con i supermercati campi di lavoro e condizionamento finalizzati a perpetuare la sottomissione femminile. A che scopo la sottomissione? ai fini della estrazione del plusvalore dal lavoro femminile per l’accumulazione proletaria, lavoro femminile organizzato e schiavizzato nella fabbrica-casa.
Che poi il proletariato maschile oppressore, in questa attività di sfruttamento muoia sia in fabbrica-fabbrica sia in fabbrica-casa al posto delle oppresse, è il risultato dell’attuale organizzazione del lavoro proletario maschile fondata sullo sfruttamento del proletariato femminile.
E che fare in “second life” di ogni suicidio maschile, di ogni morte sul lavoro in casa o fuori maschile? pur nella femministica percezione dolorosa per queste morti, tuttavia non si può prescindere dalla valutazione obiettiva, strutturale secondo cui si tratta di una fase di passaggio necessaria perchè il capitale avanzato cacci nella pattumiera della Storia la classe sfruttarice, il proletariato maschile sul proletariato femminile. Insomma: la Rivoluzione non è un pranzo di gala!
E’ infatti evidente come in questa fase storica il capitale avanzato sia in “second life” alleato col proletariato femminile portatore di una nuova più efficiente e moderna organizzazione del lavoro: gli interessi dell’uno coincidono storicamente con gli interessi dell’altro. Come non applaudire alla distruzione di ogni residuo del passato che si oppone al pieno sviluppo delle forze produttive capitalistiche? quale rivoluzionario si oppone allo sviluppo delle condizioni per la Rivoluzione? chi non applaude a leggi speciali antimaschio che forzano e accelerano il processo rivoluzionario? viva dunque le carcerazioni sulla parola della femmina proletaria! viva l’inversione dell’onere della prova a carico del maschio! viva le quote rosa e le leggi speciali a favore della lunga marcia nello Stato del proletariato femminile! viva la lotta per il trionfo mediatico del femminismo storico e del femmimarxismo armi invincibili della Rivoluzione!
In “second life” la massaia col fazzolettone, finalmente impugna e difende lo yogurt da lei scelto e ripone nello scaffale quello imposto: piccoli passi di un processo rivoluzionario che libererà tutti, capitale e proletariato finalmente unisex, anzi con la gonna entrambi.
Si potrà in quel giorno radioso far passare uno spot dello storico yogurt: “Lo yogurt che fa digerire persino i proletari. Ben scelto vecchia massaia!”

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Mauro Recher 5:55 pm - 25th Luglio:

trovato questo commento “anonimo” su una pagina facebook ,lungo ,ma interessante da leggere
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Salve a tutti! Ho avuto modo di entrare in contatto con questa pagina e ho subito messo “Mi piace” perchè è da diverso tempo che osservo con preoccupazione e scetticismo l’andamento di alcuni fenomeni sociali che riguardano gli uomini e le donne e i loro rapporti. Mi piacerebbe proporvi e condividere con voi delle mie riflessioni approfondite sul reale stato delle cose nei rapporti tra universo maschile e femminile; e mi piacerebbe, riprendendo il nome della pagina, parlare proprio delle femministe, o, per meglio dire, delle femministe moderne… Quelle che, personalmente ho ribattezzato con il termine “femministoidi”. Non è mia intenzione intraprendere un discorso storico-sociologico sul femminismo, che pure avrebbe la sua valenza da un punto di vista analitico, ma non è questa la sede e non vi sarebbe il tempo opportuno per tale analisi. Vorrei semplicemente condividere con voi alcune mie riflessioni sulle femministe “femministoidi” moderne e sul femminismo, appunto. La mia personale impressione è che, questo movimento, sia via via diventato una sorta di battaglione militare in stile “dittatura sudamericana” votato esclusivamente e unicamente all’attacco nei confronti degli uomini e alla loro denigrazione. Un femminismo aspro, duro e violento nei modi e nei toni e che non ammette repliche o critiche! Un femminismo votato all’idea della razza femminile pura e dominatrice che tanto mi ricora l’idea di un certo signor Adolfo, che qualche decennio fa vedeva anch’egli il mondo dominato da una razza, la sua, altrettanto pura e dominatrice… Un femminismo spicciolo, ignorante, qualunquista, fatto da donne che si sentono ereditiere del femminismo del passato, quello pseudovero, ma del quale non ne sanno assolutamente nulla, non sanno neanche cosa significhi sfogliarsi un libro di storia e studiarselo e che, per cui, l’unica cosa che credono di dover fare e stare continuamente a lanciare missili su qualunque essere emani ododre di testosterone! Basti vedere i commenti che, proprio alcune donne, hanno lasciato su alcuni post da voi pubblicati! Nonostante abbiate ampiamente sottolineato la natura della vostra pagina, ci sono delle signore, molto spesso anche grandicelle, che vengono qui a mitragliare veleno in quantità industriali sulle cose che pubblicate! Dovete misurare ogni singola virgola di quello che postate perchè, se anche lontanamente richiama o potrebbe richiamare a riferimenti maschilisti/antifemministi troppo forti o presunti tali, cominiciano ad aprire il fuoco, un fuoco di sbarramento! Tante donne fanno lo stesso. E purtroppo, poi, si definiscono “femministe” e cioè appartenenti ad un movimento legittimo e che opera in difesa dei diritti e della pace… E, cosa ancor più preoccupante, da un po’ di tempo hanno deciso di usare la critica politica, quella legittima, anche aspra, come sistema per orientare la nascita di vere e proprie fazioni.Ci sono in giro tante donne che di internet non sanno un tubo e che si sono affacciate ad esso per la prima volta con Facebook. E’ già difficile spiegare loro come funziona una mailing list, figuriamoci un social network…! Dimenticano che dietro ogni nick name ci sono persone e che stare dietro una tastiera NON ti attribuisce il potere di dire tutto quello che vuoi, quando vuoi, anche a costo di fare del male alla gente. Tante donne ignoranti, anche femministe, in special modo quelle più adulte, che si comportano da troll e che si relazionano come bulldog quando ogni cosa potrebbe sanarsi con una conversazione e un dibattito meno ostile o, più semplicemente, con una bella risata! Mi riferisco proprio al fatto che la cattiveria sul web è gratis da parte di queste donne e che dietro ogni testo c’è una persona e quella persona va compresa e anche quando la capisci, comunque non si spiega perché ti voglia fare male, procurare un danno, e nel bel mondo delle donne, dove tutte dovrebbero essere buone e gentili, ci sono vere serpi che ti sputano veleno così, per gioco, perché si sono svegliate male la mattina o solo perchè quella/o che ti sta sulle ovaie ha detto una cosa che a te non sta bene o solo perchè ha fatto una semplice battuta che a te non piace. Vorrei dire a queste “gentili” signore e signorine che questa è VIOLENZA! E’ inutile andarsene in giro a fare battaglie sul “femminicidio” (mamma mia che brutto termine…!) e la violenza sulle donne se poi ci si comporta così; si perde fortemente di credibilità! Non si possono accusare “gli altri” e cioè gli uomini di violenza, se poi una grossa fetta di donne, seppur in modi diversi, promuove proprio violenza, toni aspri, divisioni e barricate! E’ un problema, perchè travisare è pericoloso e la gente nel quotidiano non filosofeggia troppo, un gesto insano o un modo contorto di ragionare di una femminista potrebbero creare emulazione, ecco il punto. Poi si fa presto a dire “eh, ma quello non è il femminismo che intendiamo noi!”, ma poi noi chi? Non sono tutte uguali le donne e non si possono lanciare certi messaggi e poi correre ai ripari con: “Ma nooo il femminismo è un altra cosa”, citando i grandi nomi di Simone de Beauvoir etc etc…, Queste sono patinature usate per costruire con raziocinio delle porcherie, diritti di comodo, privilegi e sensi di colpa… Basti vedere proprio con il “femminicidio”, appunto, quanto si vuole instillare negli uomini il senso di colpa per la morte, comunque ingiusta, di alcune donne! Un uomo uccide brutalmente una donna o la stupra? Tutti gli uomini del mondo ne sono colpevoli e la devono pagare! Se non è violenza questa… E che dire dei dati travisati, manipolati e “aggiustati” sulle violenze domestiche o presunte tali nei confronti delle donne affinchè risulti che chi subisce son sempre loro? Dati che poi vengono puntualmente mandati in onda nei servizi televisivi di Tg e programmi di approfondimento giornalistico! E ovviamente l’opinione pubblica “pecorona” ci casca, ci crede! Se muore una donna, per carità, ingiustamente, si fanno servizi con tanto di musichetta tragica, foto ricordo e cisterne intere di lacrime; se poi la vittima è un uomo, è già un miracolo se qualcuno se ne accorge! I dati veri, quelli senza influenze “politiche” sulla violenza domestica raccontano una realtà ben diversa e molto più inquietante di quella a cui tutti quanti siamo abiutati a credere; una verità che vede le donne sotto ben altre vesti! E che dire dei famigerati “centri -anti -violenza” che dovrebbero essere dei rifugi per donne maltrattate e, invece, in molti casi si sono trasformati in veri e propri gulag nazifemministi in stile Ministero dell’Amore di G. Orwell, dove molte povere malcapitate sono state costrette ad avere rapporti lesbici e a rinnegare, anche violentemente, il mondo maschile? Alcune donne che sono riuscite poi a scappare da quelle tane di leonesse impazzite hanno dichiarato di essersi sentite più maltrattate dalle donne del centro anti violenza che dal loro precedente compagno/marito! E questa cosa sarebbe? Difesa delle donne e dei loro diritti…? La si può chiamare difesa dei diritti questa?! E’ davvero triste vedere come queste tipe siano estremamente abili nel manipolare la realtà e girare qualunque frittata si metta loro dinanzi a sfavore dell’universo maschile! Hanno una capacità di dissimulazione unica: riuscirebbero a vendere sabbia nel deserto e la neve agli scandinavi…! Tutto questo è pericoloso; tante volte mi pare di cogliere la superficialità e la leggerezza con le quali queste “signore” e le loro uscite vengono accolte. Vengono viste come un branco di cani che abbaiano ma non mordono, tanto per citare un vecchio proverbio. Ebbene, io credo che invece bisogna stare molto attenti e tenere alta la guardia perchè sono profondamente convinto del fatto che se non siamo arrivati ai livelli del nazismo è solo per via della mancanza di occasioni favorevoli reali e concrete! Se anche una sola di queste facinorose dovesse trovarsi nella favorevole occasione di maltrattare e tormentare un uomo in quanto tale senza alcun pericolo di ripercussione, ho ragione di credere che non vi sarebbero esitazioni alcune. Basta pochissimo, un niente, per passare dalla violenza verbale/sociale/giuridica a quella fisica e all’annientamento del “nemico”; e non sono io a dirlo, basta conoscere un pò di storia per rendersi conto che le cose stanno proprio così! Da sempre, nei modelli cognitivo-culturali della società occidentale si è sempre creata la dicotomia uomo-forte-cattivo-violento e donna-docile-schiava-vittima; questo è stato ed è vero, si, ma non sempre e comunque! Anche perchè, il sottile confine che separa le vittime dai carnefici è estremamente sottile e nebuloso, basta un nulla per attraversarlo senza rendersene conto. E poi si fa presto a sfruttare la condizione di “vittime universalmente riconosciute” per reclamare (anche con la forza e con la violenza) il maltolto o presunto tale. Per concludere, mi piacerebbe citare l’ultima parte del libro “La fattoria degli animali” di G. Orwell, dove viene narrata con infinita sapienza (e sicuramente molto meglio di come potrei farlo io!) la facilità con la quale le vittime diventano carnefici e viceversa e soprattutto la facilità con la quale, chi dice di fare le rivoluzioni, chi prende il potere spodestando i predecessori in nome dei nobili diritti, quasi sempre finisce per rivelarsi ugualmente dispotico e violento, se non, addirittura, peggiore! Ammesso e non concesso che il potere del mondo sia stato nelle mani degli uomini durante i secoli passati e che le donne abbiano solo subito passivamente il loro potere, non mi sembra che ora che la situazione stia rapidamente invertendo i canoni e che le donne stiano velocemente assumendo potere e autorevolezza, le cose stiano andando molto meglio, anzi….!
“Signori» concluse Napoleon «ripeterò il brindisi di prima, ma in forma diversa. Riempite fino all’orlo i vostri bicchieri. Signori, ecco il mio brindisi: alla prosperità della Fattoria Padronale!» Come prima, vi furono calorosi applausi e i bicchieri vennero vuotati fino al fondo. Ma mentre gli animali di fuori fissavano la scena, sembrò loro che qualcosa di strano stesse accadendo. Che cosa c’era di
mutato nei visi dei porci? Gli occhi stanchi di Berta andavano dall’uno all’altro grugno. Alcuni avevano cinque menti, altri quattro, altri tre. Ma che cos’era che sembrava dissolversi e trasformarsi?
Poi, finiti gli applausi, la compagnia riprese le carte e continuò la partita interrotta, e gli animali silenziosamente si ritirarono.
Ma non avevano percorso venti metri che si fermarono di botto.
Un clamore di voci veniva dalla casa colonica.
Si precipitarono indietro e di nuovo spiarono dalla finestra.
Sì, era scoppiato un violento litigio. Vi erano grida, colpi vibrati sulla tavola, acuti sguardi di sospetto, proteste furiose.
Lo scompiglio pareva esser stato provocato dal fatto che Napoleon e il signor Pilkington avevano ciascuno e simultaneamente giocato un asso di spade. Dodici voci si alzarono furiose, e tutte erano simili. Non c’era da chiedersi ora che cosa fosse successo al viso dei maiali. Le creature di fuori guardavano dal maiale all’uomo, dall’uomo al maiale e ancora dal maiale all’uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due.”

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Mauro Recher 8:13 pm - 25th Luglio:

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Daniele 9:58 pm - 26th Luglio:

Mauro Recher:
Nasce l’hastag I don’t need femminist
http://femdominismo.wordpress.com/2014/07/25/i-dont-need-femminist/

>>>>>
Mi viene da ridere…
“Non ho bisogno del femminismo”… e ci credo… ormai la massa maschile è totalmente rimbecillita, femminilizzata e succube delle femmine, per non parlare del fatto che le suddette, pur negandolo, sono femministe fino al midollo…

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Mauro Recher 10:32 am - 27th Luglio:

Sono d’accordo in parte Daniele , vero quanto affermi su tanti uomini, ma questo hastag ha avuto il merito di far innervosire il femminismo più radicale ,basta andare nelle pagine ,altro che hate speech , si sono augurati stupri e violenze e non da meno offese varie, La Zanardo ,per fare un esempio, le chiama deficienti ,altre pagine sono sulla stessa lunghezza d’onda … non sono poi d’accordo che ,queste qui ,siano femministe fino al midollo, se lo fossero sicuramente non avrebbero scritto quei cartelli ,e come chiedere ad un tifoso di calcio tifare per la squadra avversaria ,sarà che sono sempre stato ottimista, ma lo vedo come un fattore positivo

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Daniele 2:21 pm - 27th Luglio:

Mauro, per quanto mi riguarda sono realista con tendenze al pessimismo, per cui sono sempre estremamente diffidente nei confronti di quelle femmine che fanno certe dichiarazioni…
Per essere più chiaro: non credo mai a quello che dicono.
E poi, per quanto riguarda le femmine medie, c’è da dire che molte (moltissime) di loro sono femministe senza neanche saperlo… Del resto il cosiddetto femminismo non ha fatto altro che “lavorare” su un qualcosa di preesistente.
Inoltre, oggi come dieci anni fa, sono del parere che non saaranno certamente le femmine a “salvare” gli uomini. Sono i nostri simili a doverlo fare, anche se la reputo un ipotesi… utopistica.

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cesare 6:40 pm - 27th Luglio:

Queste ragazze forse sono spaventate dal dover cedere la gestione della loro immagine femminile, alle organizzazioni femministe. E non hanno tutti i torti: come agenzie d’immagine le org. femministe operano come se qualcuno avesse loro commissionato di rendere radicalmente sgradevole l’immagine femminile: stolta, menzognera, rivendicativa, castrante, incattivita contro i maschi ed il Mondo, crudele verso la vita nascente, prive di appeal sia umano sia sexi. In sintesi: sciagure ambulanti, e quel che è peggio sciagure imposte dal potere.
E se ne sono accorte prima dei maschi, che come dall’inizio del tempo devono catturare per poi farsi “opprimere”.

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Rino DV 8:52 pm - 28th Luglio:

L’ipotesi è questa: la definitiva scomparsa del nemico consente lo scioglimento dell’esercito.
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Conquistato il potere assoluto, costituito dal dominio della soggettività radicale espresso dal potere di decidere della vita maschile sulla base del “vissuto” presente e/o ricostruito a posteriori, non c’è alcun bisogno di continuare la guerra.
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Mica come la povera Israele, costretta a tenere vivo un esercito micidiale per reprimere i rapinati che sempre minacciano di alzare la testa ed ogni tanto lo fanno per davvero.
Quelli, pur sottomessi da qui all’eternità, di quando in quando si agitano. Lo fanno perché sono ancora vivi.
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I maschi invece non fanno più paura, non minacciano più nulla.
Neanche qualche sgangherato missile verrà da loro. Mai più.
Morti. Intendo dire: morti per sempre.
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Le ragazzine del XXI Secolo lo sentono. E lo dicono.
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E i morti-per-sempre che fanno?
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Dormono, dormono sulla collina…
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“Dio rende ciechi coloro che vuol perdere” …perché se lo meritano.
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https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_negative.gif
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RDV

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cesare 11:57 am - 29th Luglio:

Liquidazione della esistenza della ricchezza identitaria e della specificità di un genere?Una ipotesi e che in sintesi estremizzata dichiara conseguito l’obiettivo della liquidazione del genere maschile, ormai “morto”, reso inerte per sistematiche aggressioni di castrazione ideologica, legislativa, giurisdizionale, mediatica, istituzionale, esito funebre di una promessa di liberazione da parte delle donne tramite l’ideologia femminista diventata ideologia di Stato. E’ una ipotesi o una realtà sperimentata nel vissuto di tutti i maschi? se fosse realtà questa vittoria femminile è tragica; e questo far sparire, come intenzione conseguita, il genere maschile in quanto tale, l’Altro da sè come si potrebbe chiamare? Ciascuno provi a dare riposta.
Da un lato liquidazione in ipotesi del maschile ma dall’altro emerge il disvelamento di una verità che questa volta è esperienza di tutti: gli “oppressori” da sempre sono l’opposto, ovvero sono in realtà “tutori” di donne e bambini, ovvero della vita, “costruiti” per questa missione. E forse PER QUESTO MOTIVO PSICHICAMENTE INERMI, (dunque per istinto e natura), di fronte alle richieste che provengano dalle “tutelate”. “Oppressori” distruggibili ed inermi?
Il pianto di donna non a caso è diventato prova nei tribunali soprattutto al maschile, e sistematicamente accolte tutte le richieste, perfino la richiesta della “libertà” di eliminare il concepito nel proprio ventre di madre e donna (indicibile violenza contro l’inerme x eccellenza e la donna), concesso (ed ottenuto e festeggiato) da parlamenti maschili come un diritto femminile (!), e innumerevoli altre sconcertanti arbitrarie richieste divenute realtà.
Tutto il rovesciamento dei dati di realtà nella menzogna da “second life” corrispondente alla attuale weltanschaung femminista, tutto accettato senza una, dicesi una, obiezione da parte maschile: dalle cattedere universitarie di ogni tipo solo silenzio, silenzio persino rispetto alla prospettiva certa di estinzione di un popolo x crisi demografica gravissima in atto: non sia mai che si parli di diritto a non abortire e ad essere madre. La difesa dell’inerme? la sopravvivenza di un popolo? no! e proprio dai maschi, i tutori della vita. A loro volta resi inerti, impotenti, castrati nel cuore e nella psiche? penso di sì anche se responsabili comunque, sia chiaro, di tacere e aver taciuto.
Questo può la donna nel suo rapporto col maschio, nel bene come nel male; la donna che pertanto secondo verità storica inoppugnabile deve essere chiamata la “tutelata per istinto maschile”; “può” al punto che i maschi non possono nemmeno distinguere il pianto autentico dalla lagna e dal capriccio folle. O meglio non sono per istinto in grado di opporvisi.
Comunque spero e comunque ho fede in bene: ho incontrato donne che, consapevoli di questa fragilità maschile, non ne abusano e resistono al dominio e al piacere dell’onnipotenza che da questo abuso consegue; anzi sanno valorizzare al meglio la maschilità del proprio compagno; così come ho incontrato maschi consapevoli a loro volta di questa specifica fragilità maschile per cui sanno mantenere incorrotto il loro giudizio ed il loro agire per il bene proprio, della donna e dei figli, nonchè della società tutta.

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