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15 Mar 2011  |  49 Commenti

Giustizia di classe e di genere

Ormai non si contano più i suicidi dietro le sbarre. Una vera e propria carneficina di Stato. Il carcere è sessista (prevalentemente rivolto contro i maschi e per i cosiddetti reati sessuali e “stalking”), classista (prevalentemente rivolto contro gli appartenenti alle classi sociali più deboli, e tossicodipendenti) e razzista (prevalentemente rivolto contro gli immigrati extracomunitari).

Il carcere è la forma più eclatante e cruda di vendetta di questa società ipocrita e “perbenista”, nonchè la massima espressione della Repressione di Stato. Il carcere, semplicemente, va abolito, al massimo va riservato solo ed esclusivamente agli autori di omicidio (e comunque in altri tipi di carcere, non quelli disumani che abbiamo). Per gli altri reati, pene alternative al carcere. E’ assurdo che negli anni 2000, per punire i reati  (e quelli inventati tali) vi sia ancora questo barbaro ed efferato strumento di distruzione quale è il carcere. Questa società “Tette&Culi” non tollera la comprensione sociale e umana, ma vuole solo vendetta di Stato.

E così mentre da un lato ci si lamenta della tragica situazione all’ interno della carceri (quale il sovraffollamento) dall’ altro lato ci si oppone ad indulti, amnistie e a depenalizzazioni, e si invocano “l’inasprimento delle pene” per alcuni reati (in particolar modo,la cosiddetta violenza sessuale), l’inserimento nel codice penale di pseudoreati (quali il cosiddetto “Stalking” per punire gli ex mariti o fidanzati distrutti dal dolore dell’abbandono che “osano” telefonare le loro ex) e provvedimenti restrittivi nelle garanzie processuali e carcerarie, quali il “decreto anti stupri” formulato nel marzo 2009 dal governo Berlusconi e Lega (e con i voti favorevoli di una parte della sedicente opposizione di “sinistra” e l’appoggio dei sedicenti “Giuristi Democratici”), più oltre ai tanti provvedimenti contro i più sfigati ed emarginati.

Tale decreto “anti stupri” rappresenta un precedente nella legislazione penale Europea, e può definirsi un vero e proprio “Patrioct Act” dei reati sessuali, perchè per la prima volta viene inserito il concetto “di obbligo di carcere preventivo” in attesa del processo e di divieto di misure alternative al carcere in casi particolari (quali ad es. motivi di salute). Per nessun reato, nemmeno per l’omicidio e la strage, sono previsti questi obblighi e restrizioni (cioè il giudice valuta caso per caso le misure restrittive). Invece, in forza di queste leggi e normative che da oltre quindici anni si stanno susseguendo sull’ onda delle terroristiche campagne mediatiche e femministe sulla violenza sessuale (etichettata dalle femministe e simili come “omicidio dell’anima”, offendendo quindi le vittime di omicidio e loro cari), tali anticostituzionali obblighi e divieti sono previsti solamente per il reato di violenza sessuale (1), al punto che sia il Csm (consiglio superiore della magistratura) che una recente sentenza della Corte Costituzionale hanno sollevato seri dubbi sulla costituzionalità di queste normative e leggi sulla violenza sessuale, in particolare, il “decreto anti stupri” del marzo 2009.

Capirete bene, quindi, che sulla base di queste leggi e normative anticostituzionali e liberticide e del clima di linciaggio mediatico e popolare nei confronti degli accusati e/o condannati di reati sessuali, come possa essere tragica la situazione di questi ultimi. Nei loro confronti non vi è nessuna forma di pietà, di comprensione umana e sociale. Etichettati come “mostri”, “porci” e “orchi” dai media e dal popolobue sanguinario e stolto, questi infelici poveri cristi in carcere vedono un vero e proprio inferno: pene elevatissime e sproporzionate (come, e a volte, più dell’ omicidio), senza nessuna benchè minima possibilità di sconti per buona condotta o di arresti domicilari in casi particolari (come detto prima, per questa fattispecie di reato è stata abolita la Legge Gozzini), pestaggi, isolamenti, linciaggi da parte sia delle guardie che degli altri detenuti (condannati per reati non sessuali). Per loro, insomma, è prevista una vera e propria morte sociale e giuridica, e a volte, umana. Usati e trattati come capri espiatori dall’ ipocrisia sanguinaria di questa esibizionista società Tette e Culi.

Va superata l’idea del carcere, la punizione non può e non deve consistere nella reclusione del reo (o presunto tale) in una cella per anni e anni, ma bisogna investire sulle pene alternative alla detenzione. Bisogna liberarsi della “filosofia” del carcere come unico strumento di opposizione e di punizione per i reati. Il carcere è Repressione. Noi, invece, dobbiamo essere per la Libertà, per i diritti umani, e per la comprensione sociale e umana. Una società senza discriminazioni sociali, sessuali, razziali, senza carceri, senza pene di morte, senza torture, senza guerre. E’ difficile, ma non è utopistico. Bisogna liberarsi dsl giustizialismo (uso questo termine non nel senso berlusconiano della sua accezione, ci siamo capiti) e respingere ogni forma di culto di “legge e ordine”.

….

Note
1) In effetti l’obbligo del carcere e della carcerazione preventiva è prevista in taluni e gravi casi nell’ambito dei reati di mafia (ma l’emergenza mafia è una realtà). Per questo il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) contestò l’equiparazione del reato di violenza sessuale a quello di mafia, comportando quindi quelle suddette restrizioni e divieti (obbligo del Carcere preventivo, soppressione della legge Gozzini) che per nessun altro reato, nemmeno l’omicidio e la strage, è previsto.


49 Commenti

Rino 9:50 pm - 28th Luglio:

La legge c.d. “contro la violenza sessuale” approvata dall’attuale governo (peraltro con il voto di parte dell’opposizione) fece tabula rasa di ogni sostanza e parvenza di civiltà giuridica. Essa si è spinta là dove le precedenti leggi approvate dal centrosinistra (es. quella del 1996 scritta di pugno dalle ministre al governo) non osavano.

In una micidiale fusione di slancio profeminist (“Te lo insegno io come si proteggono le femmine!”, di forcaiolismo nazional-popolare e di spinte repressive esplicite nello spirito della Destra reazionaria (che esiste) si giunse a decretare che l’accusato (da una donna) deve andare subito in prigione, prima e a prescindere dal processo. La galera ai maschi su semplice istanza. Intanto dentro, poi si vedrà.

Nessuno osò denunciare questo delitto storico contro il vivere civile, contro i fondamenti della convivenza e della sicurezza del cittadino, contro i giurati giuramenti di tutti i liberali e i garantisti l’Italia. Muti come pietre.

Giorni fa la Cassazione ha bocciato in parte – in minima parte – quella legge, ricordando che il carcere preventivo non può essere obbligatorio, ma eventuale, in dipendenza da certi fatti e condizioni. Quel che vale per ogni altro reato.

Tanto è bastato perché i quotidiani titolassero: “Sentenza shock: niente carcere per violenza sessuale!”

Nulla però la Cassazione ha detto dell’abolizione della Legge Gozzini, dell’esclusione di ogni alternativa di pena, etc.
In barba a C. Beccaria e alla storia dell’umanesimo italiano, il colpevole e l’innocente staranno quindi per anni in quei luoghi ben descritti da Icarus, dove il soggiorno è tanto piacevole che se ne suicidano 60/70 ogni anno, mentre altri 600 tentano di fare altrettanto.

RDV

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Fabrizio Marchi 10:55 pm - 29th Luglio:

Trovo che questo scritto di Icarus sia assolutamente puntuale, oltre che condivisibile, anche perché va a toccare diversi punti assai delicati e scottanti.
Intanto il carattere profondamente iniquo e di classe dell’istituzione carceraria. E’ ora di dirlo forte e chiaro: in galera ci finiscono i poveracci, gli emarginati, i sottoproletari, i tossicodipendenti, gli immigrati, i disadattati di ogni specie. Il 95% della popolazione carceraria è composto da questa gente che entra e esce di galera. Sono fatti, che fanno statistica, regola sistematica, non chiacchiere ideologiche.
Naturalmente l’idea di eliminare il carcere qui ed ora, allo stato delle cose, è utopistica. Non c’è però altrettanto dubbio sul fatto che l’istituzione dovrebbe essere completamente ripensata sia nelle modalità che nelle finalità. Il fatto che esistano sistemi penitenziari molto più duri e repressivi di quello italiano (Brasile, Russia, USA, Messico, Cina, solo per citare grandi paesi ,ma la situazione è anche peggiore in tanti altri stati di tutti i continenti), non significa assolutamente nulla. Anzi, proprio in quei paesi, dove in molti casi vige la pena di morte, il regime carcerario è durissimo se non terribile e disumano e la polizia prima spara e poi intima l’alt, la criminalità spicciola è in costante aumento e quella organizzata fa il bello e il cattivo tempo (spesso in combutta con i governi e il potere politico).
Ciò significa che chi pensa di poter affrontare e risolvere il problema anche in casa nostra con un inasprimento delle pene e una ulteriore stretta repressiva, è completamente fuori strada nonché preda di dei soliti deliri giustizialisti e forcaioli che hanno come solo obiettivo quello di rassicurare l’opinione pubblica benpensante e assicurarsi un po’ di voti.
L’altro punto fondamentale è la denuncia di una aberrazione giuridica, quella che, in seguito all’approvazione del decreto antistupri da parte del governo Berlusconi (appoggiato su questo punto dal giustizialismo parziale della sinistra), sospende ogni garanzia per coloro che sono accusati di reati sessuali (cosa che non avviene per qualsiasi altro reato). Una norma liberticida e palesemente anticostituzionale al punto che, come spiega Icarus, anche il CSM e la Corte Costituzionale (con una sentenza)hanno espresso serie perplessità nel merito. Insomma, per farla breve, un uomo accusato per omicidio, strage o associazione mafiosa può anche essere posto agli arresti domiciliari in attesa del processo, a discrezione del giudice, ma non un altro accusato di reati a sfondo sessuale. Ciò si traduce nel fatto che qualora, cosa che spesso accade, l’accusato venga in sede processuale assolto per non aver commesso il fatto, questo si è cibato comunque la sua bella galera da innocente. E sappiamo bene che queste sciagure purtroppo accadono spessissimo, perché come sbagliamo anche noi nella vita di tutti i giorni, anche la giustizia può sbagliare. E purtroppo è accaduto e accade con molta frequenza. E’ per questo che sono state previste tutta una serie di garanzie costituzionali, che in questo frangente sono state mandate a farsi benedire.
Naturalmente, non c’è neanche bisogno di sottolinearlo, la violenza sessuale è una delle forme di violenza più ripugnante, ma questo non cambia nulla rispetto alla gravità di quanto sopra. Non solo, per quanto grave sia la violenza sessuale non può certo essere equiparata all’omicidio, alla strage, all’infanticidio, ai reati di mafia.
Questa situazione è il risultato di una campagna “securitaria” e liberticida, che punta a blindare la vita pubblica e a diffondere un clima di paura e insicurezza.
Demagogia, naturalmente, ma anche la demagogia può portare a delle degenerazioni molto gravi. Questo è uno di quei casi.
Fabrizio

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Icarus.10 12:39 pm - 30th Luglio:

Il decreto cosiddetto “antistupri”, in realtà si chiama “Decreto Maroni”, dal nome del tristemente noto Leghista al governo:

http://it.wikipedia.org/wiki/Decreto_Maroni

E fatto proprio dal governo e dalla maggioranza di centro-destra di fascisti, P2isti, leghisti, e corrotti vari.

http://www.governo.it/Notizie/Palazzo%20Chigi/dettaglio.asp?d=42019

Ora che la Corte Costituzionale(cioè la stessa che ha bocciato il Lodo Alfano) ha,in parte, bocciato tale decreto, le squadriste di “Femmismo a Sud” stanno protestando indignate. Cioè loro che si proclamano di “sinistra”, che stanno a parlare dalla mattina alla sera contro Berlusconi e la Lega, ora difendono un decreto legge formulato proprio da quel settore politico cui loro tanto criticano e attaccano. Ecco, sono uscite allo scoperto. Nonostante si proclamino di “sinistra”, “antisistema”(sì, come no..leccando le manette) e “antiberlusconiane”, alttro non sono che delle cripto-leghiste.

Vorrei dire un’ altra cosa su questo decreto. Tale decreto prevede il “patrocinio gratuito” per le donne che denunciano una violenza sessuale. Ciò significa che le denunce di violenza sessuale vengono, APRIORI, considerate veritiere già in partenza, cioè ben prima della eventuale sentenza di condanna, e quindi ciò presuppone la colpevolezza, APRIORI, dell’ imputato. Ecco perchè è previsto l’OBBLIGO del carcere preventivo in attesa di processo(e la soppressione della Legge Gozzini in caso di condanna, proprio perchè tale reato è coniderato superiore agli altri, cioè un “omicidio dell’anima”).Ciò è un vero e proprio scempio del diritto giuridico il quale prevede la presunzione di innocenza dell’ imputato sino all’ eventuale sentenza definitiva di condanna(art 27 della Costituzione). Ed è quello che viene chiamato “Inversione dell’ onere della prova”. Cioè, in tutti i sistemi giuridici, e per tutti i reati, la presunzione dell’ innocenza fino alla condanna definitiva presuppone che è l’ Accusa a dover dimostrare la colpevolezza dell’ accusato, e NON viceversa. Invece, in forza di questi decreti, per la violenza sessuale, e solo per essa, avviene il contrario: cioè è l’ imputato a dover dimostrare la falsità dell’ accusa. Siamo al delirio.

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Rino 3:22 pm - 30th Luglio:

Questo è il delirio: l’accusato deve dimostrare di essere innocente.

Ma siamo andati oltre, perché qui l’accusato non può dimostrare di essere innocente. Se vieni accusato di omicidio, rapina etc. puoi forse dimostrare che eri altrove, o che tu cmq non hai compiuto il crimine il quale ha come base fatti, avvenimenti oggettivi (= materiali, visibili). Ma nella denucia per violenza sessuale non sono i fatti in questione, ma il vissuto femminile.

Come puoi dimostrarti innocente se il reato non dipende dal tuo comportamento ma dall’esperienza interiore della donna?
Fabrizio Riva (di cui vi parlerò su sua autorizzazione) sta in prigione (ne ha ancora per un anno – ex lege pre Maroni) accusato dalla ex di averla violata centinaia di volte negli anni precedenti: aveva fatto sesso senza volerlo e senza dare alcun segno della sua contrarietà.

Sembrava passione, era violenza. Chi poteva saperlo? E come dimostrare ora che lei in realtà voleva quel che ora dice di non aver voluto?

Se è aberrante doversi dimostrare innocenti pur quando ciò è potenzialmente possibile, che dire di quando è intrinsecamente impossibile farlo?

RDV

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Silent Hill 3:45 pm - 30th Luglio:

Concordo con tutto ciò che ha scritto icarus. Questo sito mi piace sempre di più…

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ckkb 4:53 pm - 30th Luglio:

La rappresentazione del sesso maschile come sesso criminale e oppressivo (ovvero l’uso della cronaca nera trasformata in strumento politico strategico, e l’utilizzo della elaborazione teorica misandrica del femminismo reale), vede la casta cooptare parte delle masse femminili e riorganizzarsi in un nuovo blocco sociale su cui fondare la legittimità di un apparato repressivo che all’interno della società porta “democraticamente” i limiti del controllo e della repressione sociale oltre ogni limite storicamente conosciuto, all’esterno supporta ideologicamente le guerre per il controllo delle risorse naturali strategiche.
Volendo utilizzare canoni interpretativi marxisti tradizionali si potrebbe concludere che la repressione di genere (maschile) è la forma ideologica e giuridica che oggi assume la repressione di classe.

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Leonardo 5:05 pm - 30th Luglio:

Certo abbiamo la lega al governo nata per volere della moglie di Bossi (lo ha detto lui) e le signore padane razziste: ce l’hanno duro i leghisti.

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Fabrizio Marchi 5:43 pm - 30th Luglio:

“Volendo utilizzare canoni interpretativi marxisti tradizionali si potrebbe concludere che la repressione di genere (maschile) è la forma ideologica e giuridica che oggi assume la repressione di classe”. (Ckkb)
Caro Ckkb, questo tuo ultimo post è un vero e proprio (e deliberato) assist da parte tua. Come si suol dire, non fa una piega…Sottoscrivo al 100%.
Fabrizio

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armando 6:44 pm - 30th Luglio:

E’ il caso di dire “Destra e Sinistra unite nella lotta”. Al maschio.
armando

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cesare 10:31 am - 1st Agosto:

Dal “Il mezzogiorno”
“Era stato denunciato per stalking ben due volte, Bernardino Budroni, 40 anni, morto nella notte tra sabato 30 e domenica 31 luglio 2011 a Roma, dopo aver tentato di entrare a casa della ex fidanzata con inaudita violenza e dopo essere stato inseguito lungamente dalla volante della polizia, che ha messo fine alla sua disperata fuga sul Grande Raccordo Anulare con due colpi di pistola, di cui uno è andato a segno”
Questa in sé la notizia che il Tg 2 di domenica 31 luglio propone nei sottotitoli come: “minacce alla fidanzata, ucciso dalla polizia”. Mentre il Tg 5 delle 20.00 lo propone con lo sfondo sia della lezioncina dell’avvocatessa Bongiorno, specializzatasi nell’ evocare scenari di guerra tra i generi ad ogni episodio di cronaca nera, sia della colossale menzogna secondo cui “di donne ne uccide più la violenza dei maschi che ogni altra causa”. E perché non appelli ai padri dal Tg 5 delle 20.00 affincè non mandino i figli agli asili dove ogni settimana si ha notizia che bambini vengono sequestrati, pestati e molestati dalle donne/maestre? E perché non appelli ai giovani maschi che si tutelino che la gentile promessa sposa non abbia poi intenzione di rovinarli a rigor di legge italiana ? Ecc., ecc.
Come si vede la “didattica Bongiorno”, intervenire sui media nell’ora del massimo ascolto e creare grave allarme sociale su episodi di cronaca marginali, può avere innumerevoli altre applicazioni. Perché non lo si adotta sempre e comunque? Perché le persone responsabili sanno che altrimenti il tasso di isteria e di violenza si alza oltre il livello di guardia. E, per esempio, può succedere che ci siano dei giovinotti con mitra e pistola e divisa che a forza di sentire certe lezioni si sentono magari legittimati a fare i pistoleri pro ideologia loro e altrui, convinti invece di farlo in nome del Popolo Italiano. E inseguono per km e sparano all’impazzata contro un uomo colpevole di una scenata di violenza contro le cose: Bernardino Budroni si è accanito contro vetri e porte dell’ascensore della casa della fidanzata, non contro la fidanzata. O la pena di morte in Italia di fatto c’è quando si tratta di interpretare la visione del mondo e i desiderata del femdominismo? E’ forse fra quelle idee che in Italia si sono trovati i motivi validi anche per togliere la vita ad un uomo? Da come è stata presentata l’esecuzione di Berbardino Budroni sembra proprio di sì. Dunque in Italia si è giunti, dopo anni di femminismo, a ritenere giusto uccidere un maschio per questo? Per parte nostra chiediamo che non ci siano più destini alla Bernardino Budroni, sparato peggio di un animale in strada, o alla Antonello da Colfosco, di fatto costretto al suicidio dopo campagne di stampa antimaschili e antipaterne, furibonde e sconsiderate.

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Fabrizio Marchi 10:44 am - 1st Agosto:

Da sottolineare, Cesare, che il Budroni era “armato” di una pistola giocattolo o comunque caricata a salve…Certo, questo i poliziotti non potevano saperlo, ma tant’è…
L a donna ha chiamato la polizia, dopo la tentata aggressione dell’uomo (tutta da dimostrare…), ben sapendo che il Budroni era pregiudicato e sarebbe stato tratto in arresto; certo non poteva sapere neanche lei che sarebbe finita così però personalmente prima di mandare in galera una persona ci penso non una ma centomila volte.
Sta di fatto che a fare quella fine lì è un maschio, povero, marginale, sottoproletario e pregiudicato. Un caso?
Fabrizio

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cesare 11:07 am - 1st Agosto:

E sta di fatto che il Budroni si era accanito contro i vetri della porta di ingresso della palazzina e contro le porte di ferro dell’ascensore. Classica azione di spostamento della aggressività dalle persone alle cose. E sta di fatto che è stato sparato non perchè stava affrontando con la pistola giocattolo in mano i poliziotti, ma mentre in auto cercava di evitare di essere bloccato tramite speronamento. Con un pò di senno che non fosse oscurato da isteria femminista, lo si doveva andare ad arrestare dopo. Sempre quando ci sono interventi con morti ingiustificati, dietro c’è una giustificazione ideologica:
si va a morti annunciati dalla campagna di copevolizzazione di turno. E’ così con tutti i gruppi sociali emarginati o sotto attacco.
La novità è che a fianco dei “cattivi maestri” stanno scaldando i motori le “cattive maestre” che stanno facendo il “gioco” a evocare la guerra contro i maschi senza sapere che questo “gioco” le rende partecipi di un “gioco” repressivo ed aggressivo ben più pesante e che è sotto gli occhi di tutti quelli che hanno occhi per vedere e guardano: tutti i maschi in abiti civili e qualche scritto sotto braccio sono kattivi, tutti quelli in divisa e col moschetto sulla spalla sono buoni.

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Fabrizio Marchi 11:18 am - 1st Agosto:

E’ vero, mi era sfuggito questo “particolare” di fondamentale rilievo. Stavo appunto rileggendo la notizia sul sito dell’ANSA che riporta in effetti che il Budroni è stato ucciso mentre guidava, senza che avesse estratto nessun arma, tanto meno la pistola giocattolo che aveva con sè. Di fatto è stata una esecuzione.
Non si capisce perché la polizia non sia intervenuta mentre l’uomo stava ancora nel palazzo oppure, come giustamente dice Cesare, in un secondo momento. E non si capisce neanche, per la verità, perché gli agenti abbiano fatto fuoco senza una ragione evidente. Tutto sommato era sufficiente sparare alle gomme dell’auto oppure allestire un posto di blocco sul GRA. Comunque sia, prima o poi sarebbe stato in ogni caso tratto in arresto.
Un eccesso di zelo, se così vogliamo chiamarlo, c’è sicuramente stato, specie se consideriamo che in altri frangenti spesso molto più cruenti, sono gli stessi agenti di polizia a comportarsi con più cautela…
Fabrizio

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Rino 1:13 pm - 1st Agosto:

In Norvegia non hanno sparato allo stragista, l’hanno arrestato. Come (era) in tutti i paesi di minima civiltà.
E come è stato anche qui ed è ancora (…non ricordo nemmeno il decennio in cui c’è stato l’ultimo mafioso “sparato” dalla gendarmeria).
Ci vedo quel che dice Cesare e ci vedo pure un altro sintomo dell’americanizzazione, là chiunque ( di basso rango) può essere eliminato a vista. Senza giustificazioni.

E pensare che si inorridiva quando ci parlavano di Sparta e degli Iloti, selvaggina per l’allenamento alla guerra della jeunesse dorée.

E’ dura assistere a questa orrenda deriva.

Rino DV

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armando 1:23 pm - 1st Agosto:

Ora vediamo cosa succederà ai poliziotti che hanno sparato. In altre circostanze ci sono state inchieste ed anche condanne, come nel caso di Spaccarotella che uccise quel tifoso laziale in un autogrill. Certamente non può essere invocata la legittima difesa, ma solo la pericolosità sociale del fuggitivo. La polizia sapeva cosa aveva fatto e perchè lo stavano inseguendo,. Sapeva che non era un assassino, non era un rapinatore, non era un mafioso, non aveva massacrato nessuno di botte. Basta questo ad uccidere? Forse sì, perchè sapeva che era uno stalker.
armando

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Fabrizio Marchi 2:16 pm - 1st Agosto:

Non credo, Armando, che succederà nulla, né tanto meno che il poliziotto che ha sparato verrà incriminato. Tanto più che, a differenza del giovane Gabriele Sandri che era di cosiddetta “buona famiglia”, non aveva nessun precedente penale ed apparteneva alla buona borghesia di Roma nord, il Budroni era un pregiudicato, un emarginato, un sottoproletario. Per l’uccisione di Gabriele Sandri è stato scatenato il putiferio e anche i media hanno fatto la loro parte. Anche nel caso del giovane romano tossicodipendente morto in carcere alcuni mesi addietro in seguito ad un pestaggio da parte delle guardie carcerarie (forse in combutta con alcuni detenuti) è stato sollevato, giustamente, un bel polverone. Credo invece che questa vicenda verrà sepolta e messa ben presto nel dimenticatoio.
Il primo era un ragazzo “bene”, il secondo invece non apparteneva alla buona borghesia, però c’erano i margini per poterlo ipocritamente compatire (poverino, era un drogato, un disagiato, un tossico).
Questo era “solo” un pluripregiudicato, un “tipaccio”, e soprattutto uno “stalker”, un molestatore, un energumeno, uno che picchia le donne, in altre parole un indifendibile. Che si fotta. Questo il retro pensiero, il non detto. Avessero almeno il coraggio e la forza morale di ammetterlo, ma non ce l’hanno…
Il poliziotto ha materialmente premuto il grilletto ma è la cultura dominante che aveva già condannato quell’uomo…
Fabrizio

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cesare 3:17 pm - 1st Agosto:

Come buttano in galera un maschio direttamente sulla parola di una donna, così uccidono un maschio indirettamente sulla parola di una donna. Il povero Budroni viene ammazzato con la stessa disinvoltura e a partire dalla medesima prospettiva ideologica per cui viene ammazzato il povero Afgano. Del resto i militari operativi per ordine pubblico in Italia non sono gli stessi che poi sono operativi in Afganistan? le modalità non sono le stesse: prima si spara e poi si chiede?
La giustificazione ideologica in sostanza tende ad essere la medesima, sia in Italia sia in Afganistan: la costruzione del paradiso femdominista.
E medesimi i veri motivi: far pagare ai poveracci i colossali debiti accumulati dalle classi dominanti del mondo occidentale.
Tutti i maschi italiani sono stati o no dichiarati dall’Istat (dicesi Istituto Statale di Statistica) un paio di anni fa molestatori, violenti o peggio? Una follia ideologica come l’ accusa da parte di un Ente di rilevazione statale che ufficialmente dichiara la condizione di perseguibilità penale per la maggioranza dei cittadini maschi italiani a che cosa la possiamo attribuire? dichiarare arrestabili il 50% dei cittadini italiani è una follia talmente colossale che deve avere una ragione politica.
Ipotesi: dopo anni di intimidazioni e di trattamento terroristico femdominista prima o poi i maschi italiani si possono trattare da Afgani (è già così) e se necessario per “redimersi” fattivamente li si può anche spedire in guerra “rieducativa” contro gli “Afgani” della Terra: arruolati non come truppe professioniste, ma come soldati intimiditi e ricattati dal regime femdominista in una bella leva obbligatoria per un bel conflitto generale.

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cesare 3:53 pm - 1st Agosto:

In sintesi: penso che l’uccisione del Budroni e i commenti dei media che ne sono seguiti evidenzi una svolta che era da tempo matura: risulterà sempre più chiaro il motivo per cui il potere ha lasciato campo libero all’ideologia femminista e finanziato ogni iniziativa femminista trasformando il tutto in femdominismo. Si tratta della medesima modalità di evoluzione del fascismo: dal fascismo popolare delle corporazioni, il fascismo della prima ora, al fascismo delle squadre di picchiatori al servizio degli agrari, della repressione poliziesca antipopolare e della guerra imperialista.

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enrico657 6:14 pm - 1st Agosto:

si tutti contro il carcere….ma le alternative quali sono?
Per quanto riguarda il tal Budroni, era un violento ok, ma la sua uccisione, come ben detto da qualcuno sopra, è stata un’esecuzione. Il mandante è la cultaura dominante coem qualcuno ha detto sopra. L’unica cosa che domina oggi è la paura

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Fabrizio Marchi 8:27 pm - 1st Agosto:

Sottoscrivo completamente gli ultimi tuoi due commenti, Cesare. I termini di paragone storico-politici che hai utilizzato sono assolutamente calzanti.
Siamo nell’era del Capitalfemdominismo. A dirlo così sembra fantapolitica da “svitati”, ma è la realtà.
Tutto quello che opera e agisce al suo interno, politica (con la p minuscola), partiti,media, mezzi di informazione, organi dello Stato, niente altro sono che apparati al suo servizio. Uomini politici, giornalisti, “intellettuali”, magistrati, ridotti a funzionari del sistema, ad esecutori, ai vari livelli, degli interessi dominanti.
Tranne rarissimi personaggi degni di stima (al di là della condivisione o meno delle loro idee, e ad esempio Costanzo Preve è uno di quelli, più pochissimi altri), non c’è nessun altro che osi sfidare l’ideologia dominante.
Non si può parlare di regime, per lo meno nella accezione classica del termine (anche perchè questo sistema non ne ha bisogno) però non c’è dubbio che siano riusciti, con altri mezzi rispetto a quelli che utilizzerebbe appunto un regime conclamato, ad immobilizzare gli animi e a paralizzare le coscienze.
Abbiamo un lavoro molto duro davanti a noi…
Fabrizio

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armando 8:45 pm - 1st Agosto:

Ultim’ora: l’agente che ha sparato è indagato per “eccesso colposo di uso legittimo delle armi”.
A me sembra una cosa formale.

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Fabrizio Marchi 8:58 pm - 1st Agosto:

Aggiungo una considerazione necessaria al mio precedente commento.
Se è vero che non possiamo definire quello attuale un regime nell’accezione classica del termine, è pur vero che la legislazione (antimaschile), il continuo proliferare di misure, decreti e provvedimenti (antimaschili) e soprattutto l’uso politico che se ne fa (vedi Assange e Strauss Khan solo per citare i casi più eclatanti, ma è evidente che decine di migliaia di maschi solo nel nostro paese sono incappati e continueranno ad incappare nelle maglie della “giustizia”), creano di fatto un clima di intimidazione diffuso e talvolta di vero e proprio terrore. Anche se naturalmente tutto ciò non emerge né viene lasciato emergere alla coscienza. E’ questa la forza del sistema, la sua capacità pervasiva e al tempo stesso imbrigliante. Da un certo punto di vista, i regimi totalitari tradizionali diventano roba da dilettanti al confronto.
La tragica vicenda di Budroni, che ad una prima superficiale lettura potrebbe apparire come un episodio di cronaca nera fra i tanti (e ovviamente in tal modo è stato riportato dai media e nello stesso modo verrà dimenticato) è invece la diretta conseguenza di quella suddetta legislazione, espressione a sua volta della cultura dominante di cui rappresenta gli interessi.
Fabrizio

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cesare 9:53 am - 2nd Agosto:

Le recenti guerre (le “guerre del burka” e/o in appoggio a “le donne islamiche in piazza”) sono state tutte giustificate con il valore aggiunto di esportare la nostra civiltà, di cui l’ultimo appeal ormai spendibile è la sedicente “liberazione” delle donne (per il neocolonialismo del primo novecento si trattava di mettere il gonnellino a “faccetta nera”, per quello di oggi si tratta di toglierglielo). E in particolare quella di Libia è stata fermamente voluta dal “cerchio magico al femminile” creatosi intorno al povero Obama che non ne voleva sapere.

Se tanto mi dà tanto, proviamo a sviluppare il processo in corso secondo un modello, naturalmente di fantasia, ma coerente con i presupposti del processo stesso? Ebbene: se mai ci sarà la terza guerra mondiale la faranno dichiarare ad un presidente donna. Credo che questa ipotesi, di fantapolitica (speriamo!) illumini perfettamente l’uso strumentale, repressivo, terroristico e bellicista che è stato fatto ad oggi del femminismo trasformato passo dopo passo in femdominismo. Dunque consumate tutte le giustificazioni, un comandante in capo donna, in realtà un Avatar con le fattezze femminili, può essere l’ estrema legittimazione alla guerra mondiale per chi pensa ad essa come via per evitare un declino che sembra ormai scritto. E magari, da un Avatar donna rappresentante suprema di una civiltà che ha reso sacro il diritto all’aborto, sarà scatenata la guerra contro la Cina perchè abortista. Più precisamente perchè con la politica del figlio unico e del connesso aborto forzato, è incorsa nella pratica popolare (orrore su orrore) della selezione per aborto del nascituro di sesso femminile. Unico caso, ovvero se è di donna, in cui il feto è considerato persona per cui è da tutelare fin dal concepimento. Ci sarà dunque una terza guerra mondiale dichiarata da una donna a capo di una civiltà superabortista per dichiarare persona umana il feto, ma solo di sesso femminile?

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Fabrizio Marchi 11:42 am - 2nd Agosto:

Grande Cesare…smile hai messo il dito su una contraddizione sulla quale non avevo ancora riflettuto, per la verità. E’ evidente, al di là ora delle rispettive differenti posizioni in tema di aborto (rimando per tutti all’articolo “Aborto: questione politica e non solo etica”, nello spazio degli articoli) che il paradosso è evidente.
Vorrei aggiungere due considerazioni. La prima è quella da te evidenziata: si grida allo scandalo non per la rigida politica di contenimento delle nascite (quindi sulla inevitabile massiccia e sistematica pratica dell’aborto nonché sulla imposizione del figlio unico per legge) ma perché, come sappiamo, questa politica è rivolta (obtorto collo) specialmente al contenimento della popolazione femminile.
La seconda è la seguente. E in questo caso do per scontata l’assunzione di una posizione non antiabortista. Non vorrei apparire cinico (perché non lo sono) ma forse non si riflette a sufficienza sul fatto che la Cina è un paese di 1.300.000.000 (dicesi un miliardo e trecento milioni) di persone. Vogliamo provare a pensare solo per un attimo quali effetti devastanti, non solo per la Cina, ma per tutto il mondo, potrebbe avere l’abbandono da parte delle autorità cinesi di una politica di controllo delle nascite? Tradotto in parole povere, se ogni coppia cinese fosse libera di concepire tre o quattro figli invece di uno, cosa che nei paesi del terzo mondo è normalissima (e sappiamo che purtroppo una gran parte di quel paese è ancora in condizioni molto arretrate), quale cataclisma demografico potrebbe esplodere nell’arco di un semplice quarantennio? Riusciamo ad immaginarlo?… La matematica la lascio agli esperti…
Ecco, pur rendendomi conto che la questione è sicuramente complessa e contraddittoria (ma anche molto difficile e drammatica), ho a volte l’impressione che questa gente, mi riferisco ovviamente al coro “fempoliticamente corretto”, non abbia neanche il benché minimo senso della realtà. Insomma si apre bocca e si dà fiato, cioè si fa fare ginnastica alle corde vocali,, per parafrasare ciò che normalmente viene detto agli uomini a proposito della loro sessualità. Ma se è proprio necessario far fare ginnastica alle corde vocali (il silenzio sarebbe la scelta migliore), molto meglio dedicarsi al canto e ai gorgheggi piuttosto che a disquisizioni un pochino più serie.
Come sapete non ho nessuna particolare simpatia per il sistema politico-economico cinese, ormai solo una variante del capitalismo assoluto planetario (capitalismo ultraliberista e ultraselvaggio “amministrato” dallo stato partito di stalinista derivazione), ma questo è un altro discorso che esula completamente da quello che stiamo facendo.
Se il governo cinese non applicasse una severa politico di contenimento delle nascite, gli effetti sarebbero DEVASTANTI, non solo per la Cina ma per l’umanità intera. E’ un fatto. E non si può negare un fatto, specie quando è così prepotentemente evidente.
La questione resta naturalmente aperta né ho la pretesa di chiuderla (anche perché, come sappiamo, l’aborto, come l’eutanasia, sono questioni anche personali che rimandano al foro interiore di ciascuno, come è giusto che sia), e tuttavia la realtà con la quale le autorità cinesi, ci piacciano o non ci piacciano (e a me non piacciono) devono fare i conti è quella di cui sopra.
Che fare? Prima di rispondere dobbiamo riflettere sul fatto che gli stessi e le stesse che gridano allo scandalo per lo sterminio dei feti femminili sono gli stessi e le stesse (fempoliticamente corretti/e) che fanno le marce per protestare contro l’inquinamento e il buco dell’ozono chiedendo a gran voce al governo cinese di contenere l’utilizzo dei condizionatori d’aria (ai quali naturalmente si guardano bene dal rinunciare loro per primi…)… Credo che siano più o meno circa 300 milioni i cittadini cinesi attualmente in grado di avere la stessa capacità di consumo complessiva di un occidentale medio. Cosa accadrebbe e cosa accadrà il giorno in cui (me lo auguro, non vedo perché quella gente non dovrebbe migliorare le proprie condizioni di esistenza) questa capacità di consumo dovesse essere estesa a un miliardo e trecento milioni di persone? E cosa accadrebbe se questa capacità si estendesse (penso non solo all’uso del condizionatore ma anche di due o tre automobili per famiglia, come avviene normalmente per noi) a tre o quattro miliardi di persone nell’arco di mezzo secolo (in seguito all’abbandono da parte del governo cinese della politica di contenimento per legge delle nascite)?.
Ne vogliamo parlare? Non prima di aver ben riflettuto e soprattutto senza fare semplice ginnastica all’ugola…
Fabrizio

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cesare 3:19 pm - 2nd Agosto:

Intanto sull’italico fronte interno la Camusso ha il compito di far marciare i maschi, la Marcegaglia quello di definire i modi, gli obiettivi della marcia e il rancio, la Carfagna il bon ton cui i maschi in marcia devono attenersi (e i privilegi femminili a garanzia del consenso allo Stato maggiore), la Bongiorno gli interventi di polizia militare, e Rosy Bindi si candida a primo femdoministro con specializzazione in pestaggio morale antimaschile. Le escort invece, affaticatissime per il doppio ruolo, stanno aspettando la quotaparte rosa di beni di tutti i cittadini per le loro portaborse (loro le hanno già ottenute). Quotaparte che i parlamentari maschi, loro sì riconoscenti, hanno già stabilito di regalare nel 2012 (si sa che una coppia di buoi tira meno).
Finalmente la classe operaia è andata in Paradiso. Quello femdominista. Svegliarsi no vero? o invece è così bello morire dal ridere?

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mauro recher 5:44 pm - 2nd Agosto:

beh Cesare ,si potrebbe glissare tutto con una battuta

se questo è il paradiso …figurarsi l’inferno !!

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Fabrizio Marchi 6:34 pm - 15th Marzo:

Sono nuovamente intervenuto sul blog del Manifesto e nello specifico nell’ambito dell’articolo “Ancora domicialiari a chi è accusato di stupro di gruppo su una minore”. Riporto il link http://blog.ilmanifesto.it/antiviolenza/
Invito tutti a fare altrettanto perchè è bene cominciare a far fischiare un pò le orecchie a queste persone…
Di seguito il mio intervento:
“Il reato di violenza sessuale è certamente molto grave e ripugnante. Come molti altri, mi sento di aggiungere. Premeditare un omicidio (per qualsiasi ragione) ed eseguirlo con lucidità e freddezza, organizzare un traffico di droga, armi, organi o esseri umani, mettere in piedi un’organizzazione criminale fondata sul taglieggio, la vessazione, il ricatto, la violenza sistematica, il terrore e il controllo militare del territorio, assassinare o “semplicemente” accoltellare, bastonare a sangue una persona per la strada, allo stadio, davanti ad un bar o dovunque sia, fino a ridurla in fin di vita o a procurargli lesioni psicofisiche permanenti (quando non ad ucciderla), non è meno grave che stuprare una donna o un uomo (perché anche gli uomini spesso subiscono, specie da bambini, violenze sessuali da parte di altri uomini e da parte delle donne, spesso da parte delle proprie madri).
Eppure per tutti quei reati (e tanti altri ancora) i giudici godono del potere discrezionale di decidere per misure alternative (leggi arresti domiciliari) alla carcerazione, per gli indagati.
Non si capisce per quale ragione il reato di violenza sessuale, che è gravissimo ma sicuramente non più grave di un omicidio, debba godere, diciamo così, di un regime di eccezione.
Ricordiamo che stiamo pur sempre parlando di indagati, cioè di persone sospettate di aver commesso questo o quel reato. E sappiamo perfettamente che in un grandissimo numero di casi, talvolta la maggioranza, gli accusati, al termine dell’iter giudiziario (e talvolta anche prima), risultano essere innocenti.
Ora le cose sono due, a mio parere, e non si può sfuggire. .
O siamo d’accordo (come è e come secondo me dovrebbe essere in uno stato di diritto) che l’indagato, fino a prova contraria, è innocente (e quindi deve poter godere dei benefici e dei diritti previsti dalla legge, primo fra tutti la presunzione di innocenza) , oppure si parte dal presupposto esattamente contrario, cioè che sia colpevole a prescindere, e poi si vedrà quale sarà l’esito del processo…
In questo caso l’indagato si sbatte comunque in galera, dopo di che toccherà a lui (ai suoi legali, privati o di ufficio) dimostrare la sua innocenza.
Ma questa seconda soluzione (che ovviamente non solo non auspico ma trovo profondamente illiberale e lesiva delle più elementari norme del diritto) dovrebbe valere per tutti i reati (diciamo per quelli più gravi), non certo solamente per quello di violenza sessuale. A meno di non considerare quest’ultimo più grave di qualsiasi altro reato, anche dell’omicidio. Il che è aberrante perché, per quanto lo stupro sia un delitto molto grave non lo sarà mai quanto quello di omicidio.
Nonostante ciò, si è arrivati al famoso “decreto Maroni antistupri” (successivamente annullato dalla Corte Costituzionale appunto per incostituzionalità), che prevedeva la sospensione delle garanzie costituzionali e il carcere obbligatorio per gli accusati o sospettati di violenza sessuale nonché l’esclusione dal godimento di tutti i benefici previsti dalla legge (affidamento in prova, lavoro esterno, semilibertà ecc.) per i condannati per tale reato. Come dicevo, non si è arrivati a concepire simili provvedimenti neanche per quei reati, come l’omicidio, OGGETTIVAMENTE più gravi dello stupro.
Ora, la questione (e la polemica) viene riproposta in seguito a quest’altra sentenza della Corte di Cassazione che prevede misure alternative alla carcerazione in caso di stupro di gruppo.
La domanda sorge, a questo punto, spontanea: perché?
E con questo quesito che lascio volutamente senza risposta (naturalmente ho la mia opinione nel merito), spero che si possa aprire un dibattito libero, per quanto possibile, da preconcetti e pre-giudizi di natura ideologica, anche se in realtà, a mio parere, è proprio in questi ultimi che va cercata la risposta”.
Fabrizio

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Luigi Corvaglia 6:09 pm - 9th Ottobre:

Segnalo quest’interessantissimo sito sull’universo carcerario:

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Luigi Corvaglia 9:47 pm - 10th Aprile:

Si parla di genitorialità e carcere. Mi sembra, anche se un pò datato, una lavoro abbastanza equilibrato e interessante:
TUTELA DELLA GENITORIALITA’ IN CARCERE

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Luigi Corvaglia 7:43 am - 18th Giugno:

Carceri: la forca come categoria dello spirito


L’altro giorno, dopo l’ennesimo colloquio con un sex offender, ho mandato un messaggio all’assessore regionale di una ricca ed importante regione del nord chiedendogli di pensare se, a titolo sperimentale, non fosse ipotizzabile l’idea di un luogo di cura per qualche decina di questi soggetti al fine di ridurne drasticamente la recidiva. Cosa, per altro in atto, in parecchi altri paesi anche più severi e seri del nostro.
Nessuna risposta, nemmeno un no di cortesia. Donna, l’assessore, colta e democratica, di sinistra e da sempre impegnata nelle cause degli ultimi. Ma non di questi, evidentemente. Perché ci sono ultimi e ultimi nell’ipocrisia grossolana di molti esponenti politici e di molti cittadini comuni. Alcuni, contrariamente alla vulgata, non saranno mai i primi. Almeno per questi esponenti e per questi cittadini
.”
.

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icarus 9:50 am - 25th Luglio:

Visto che i Media e il popolo bue stolto, becero e sanguinario che gli va dietro stanno incominciando di nuovo a fracassare i maroni con ‘sta tiritera che chi “stupra in gruppo” non va più in galera, è sempre bene ricordarsi e tenere presente questo articolo di un anno e mezzo fa:

http://ilvolodidedalo.blogspot.it/2012/02/esempio-di-disinformazione-femminista.html

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ARMANDO 10:30 pm - 25th Luglio:

La verità è che ci stiamo avviando verso un totalitarismo occulto (ma sempre meno) per certi aspetti peggiore di quello dichiarato. Il paradosso è che il tutto viene fatto in nome dei diritti, della democrazia e della uguaglianza. In nome dell’uguaglianza e dei diritti si vuole introdurre, come in Spagna, una discriminazione sessuorazzista per la quale un delitto contro una donna è punito maggiormente che contro un uomo con ciò sanzionando l’inuguaglianza di valore ontologico fra maschi e femmine. In nome dei diritti omosessuali si vuole impedire, come in Francia, che le persone possano dichiararsi contrarie al matrimonio gay e le si arresta e sbatte in galera. In nome della democrazia e dello stato di diritto si contraddicono entrambi introducendo disuguaglianze a rovescio (nel senso di maggior severità per delitti oggettivamente meno gravi) nel trattamento giudiziario di imputati di delitti quali omicidio e stupro, come sottolinea l’articolo.
Ora, poichè è impossibile non rendersi conto di tutto ciò, significa che coloro che spingono per certi leggi sono convinti dei presupposti che ne stanno alla base. La donna vale più dell’uomo, lo stupro è più grave dell’omicidio, e qualsiasi desiderio soggettivo merita di essere tradotto in diritto con relativa legge che lo tuteli come per i matrimoni omosessuali. Perchè allora, con lo stesso criterio, non si legalizza la poligamia fra adulti consenzienti? Ed ancora, visto che per la madre esiste il diritto insindacabile ad uccidere il figlio che porta in grembo del cui diritto a vivere non si tiene alcun conto, non si ha il coraggio di chiedere anche la legalizzazione della pedofilia? Eppure la logica è la stessa e vedrete che prima o poi ci proveranno, quando i tempi saranno per così dire maturi.
Sarà l’esito tragico dell’abbandono di ogni criterio di verità oggettiva o di una sua ricerca, laddove bene e male saranno solo quelli percepiti come tali dai singoli individui o da alcune categorie di individui con l’esclusione dei maschi adulti eterosessuali bollati come oppressori in quanto maschi. Sarà l’esito del relativismo culturale che sta portando alla rovina la nostra civiltà ma gonfiando i profitti delle multinazionali con l’entusiasta beneplacito di sedicenti progressisti e sedicenti conservatori.
armando

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Pappaaddus 11:21 pm - 25th Luglio:

Rileggevo questo post, e, si`, effettivamente le Gran Signore di Questo Membro hanno compiuto il miracolo. Dopo aver dichiarato uno stupro piu`grave di un omicidio, con la Decerebrazione di Istanbul hanno rimesso le cose a posto. Adesso un omicidio e`un omicidio ed e`piu`grave di un`inculata forzosa. Se lo subisce una donna, beninteso.

Fabrizio Marchi:
Sono nuovamente intervenuto sul blog del Manifesto e nello specifico nell’ambito dell’articolo “Ancora domicialiari a chi è accusato di stupro di gruppo su una minore”. Riporto il link http://blog.ilmanifesto.it/antiviolenza/
Invito tutti a fare altrettanto perchè è bene cominciare a far fischiare un pò le orecchie a queste persone…
Di seguito il mio intervento:
“Il reato di violenza sessuale è certamente molto grave e ripugnante. Come molti altri, mi sento di aggiungere. Premeditare un omicidio (per qualsiasi ragione) ed eseguirlo con lucidità e freddezza, organizzare un traffico di droga, armi, organi o esseri umani, mettere in piedi un’organizzazione criminale fondata sul taglieggio, la vessazione, il ricatto, la violenza sistematica, il terrore e il controllo militare del territorio, assassinare o “semplicemente” accoltellare, bastonare a sangue una persona per la strada, allo stadio, davanti ad un bar o dovunque sia, fino a ridurla in fin di vita o a procurargli lesioni psicofisiche permanenti (quando non ad ucciderla), non è meno grave che stuprare una donna o un uomo (perché anche gli uomini spesso subiscono, specie da bambini, violenze sessuali da parte di altri uomini e da parte delle donne, spesso da parte delle proprie madri).
Eppure per tutti quei reati (e tanti altri ancora) i giudici godono del potere discrezionale di decidere per misure alternative (leggi arresti domiciliari) alla carcerazione, per gli indagati.
Non si capisce per quale ragione il reato di violenza sessuale, che è gravissimo ma sicuramente non più grave di un omicidio, debba godere, diciamo così, di un regime di eccezione.
Ricordiamo che stiamo pur sempre parlando di indagati, cioè di persone sospettate di aver commesso questo o quel reato. E sappiamo perfettamente che in un grandissimo numero di casi, talvolta la maggioranza, gli accusati, al termine dell’iter giudiziario (e talvolta anche prima), risultano essere innocenti.
Ora le cose sono due, a mio parere, e non si può sfuggire. .
O siamo d’accordo (come è e come secondo me dovrebbe essere in uno stato di diritto) che l’indagato, fino a prova contraria, è innocente (e quindi deve poter godere dei benefici e dei diritti previsti dalla legge, primo fra tutti la presunzione di innocenza) , oppure si parte dal presupposto esattamente contrario, cioè che sia colpevole a prescindere, e poi si vedrà quale sarà l’esito del processo…
In questo caso l’indagato si sbatte comunque in galera, dopo di che toccherà a lui (ai suoi legali, privati o di ufficio) dimostrare la sua innocenza.
Ma questa seconda soluzione (che ovviamente non solo non auspico ma trovo profondamente illiberale e lesiva delle più elementari norme del diritto) dovrebbe valere per tutti i reati (diciamo per quelli più gravi), non certo solamente per quello di violenza sessuale.A meno di non considerare quest’ultimo più grave di qualsiasi altro reato, anche dell’omicidio. Il che è aberrante perché, per quanto lo stupro sia un delitto molto grave non lo sarà mai quanto quello di omicidio.
Nonostante ciò, si è arrivati al famoso “decreto Maroni antistupri” (successivamente annullato dalla Corte Costituzionale appunto per incostituzionalità), che prevedeva la sospensione delle garanzie costituzionalie il carcere obbligatorio per gli accusati o sospettati di violenza sessuale nonché l’esclusione dal godimento di tutti i benefici previsti dalla legge (affidamento in prova, lavoro esterno, semilibertà ecc.) per i condannati per tale reato. Come dicevo, non si è arrivati a concepire simili provvedimenti neanche per quei reati, come l’omicidio, OGGETTIVAMENTEpiù gravi dello stupro.
Ora, la questione (e la polemica) viene riproposta in seguito a quest’altra sentenza della Corte di Cassazione che prevede misure alternative alla carcerazione in caso di stupro di gruppo.
La domanda sorge, a questo punto, spontanea: perché?
E con questo quesito che lascio volutamente senza risposta (naturalmente ho la mia opinione nel merito), spero che si possa aprire un dibattito libero, per quanto possibile,da preconcetti e pre-giudizi di natura ideologica, anche se in realtà, a mio parere, è proprio in questi ultimi che va cercata la risposta”.
Fabrizio

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Rino 1:16 pm - 26th Luglio:

Bentornato Icarus, puntuale sul reiterarsi della campagna stuprazionista (il termine è suo ed è davvero ok!)
Concordo con Armando.
Ottimo il commento di Fabrizio. Segnalo solamente che la Corte Cost cassò la legge Maroni solo negando la costituzionalità del carcere preventivo obbligatorio, mentre l’abolizione della Gozzini non venne toccata. Dunque per i reati di cui ci occupiamo resta abolita.
RDV

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icarus 10:55 pm - 26th Luglio:

Ringrazio di cuore l’ ottimo e intramontabile Rino.

Ritornando a questa questione, facciamo un semplice ma dettagliata disanima concettuale es schematica di come la verità è stata capovolta.

Questi sono stati gli ingredienti:

– Ignoranza del popolo a riguardo delle più elementari norme di diritto giuridico e penale: la gente non conosce la differenza che c’è tra sanzione penale(che come tale riguarda chi è stato accertato come colpevole da un tribunale e quindi condannato) e misure cautelari(che come tali riguardano persone indagate e imputate,cioè in attesa di processo e sentenza, quindi ancora presunte innocenti secondo il Diritto). Questa sentenza fatta passare per “depenalizzazione dello stupro di gruppo” entra nel merito delle misure cautelari(quindi relativamente a persone ancora presunte innocenti), non certo nel merito delle
sanzioni penali.

-Ignoranza del popolo a riguardo di leggi sulla c.d “violenza sessuale” e relative sentenze della Corte Costituzionali: la gente non sa che nel 2009( Decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11) fu formulato un Decreto che tra le tante altre cose(obbligo del carcere, soppressione della legge Gozzini) rendeva obbligatorio il carcere preventivo per gli indagati di violenza sessuale, quando questo ovviamente non è obbligatorio per le accuse di nessun altro reato, nemmeno per le accuse di omicidio e strage. In quanto un indagato, imputato, è appunto ancora presunto innocente,in attesa di processo. La gente non sa ovviamente neppure che l’anno dopo, la Corte Costituzionale con una sentenza(n. 265 del 2010) dichiarò anticostituzionale questa parte del Decreto relativa all’ obbligo della carcerazione preventiva.

-Forcaiolismo della gente lobotomizzata da anni e anni di propaganda antimaschile.

-Opportunismo politico che cavalca i sentimenti forcaioli popolari ai fini di consenso elettorale.

I Media,i quali sono entità criminali gestiti da criminali, hanno fatto leva su questi 4 fattori per alimentare questa truffa colossale secondo cui “chi stupra in gruppo” non andrà in galera.

Il risultato:

a)Verità:

Una sentenza stabilisce che :

ANCHE gli indagati per violenza sessuale di gruppo, in quanto solo indagati(e quindi ancora presunti innocenti), hanno diritto a misure cautelari alternative alla detenzione IN ATTESA di processo(che li condannerà o assolverà) AL PARI di tutti gli altri indagati di tutti gli altri tipi di reato, omicidio e strage compresi.

Quindi, un ‘ovvietà.

b) Menzogna di Regime diffusa dai Media e dal popolo inferocito e stolto sui sociali network:

Stuprare in gruppo è un’ attenuante rispetto allo stupro fatto da un singolo stupratore. Ergo, chi stupra in gruppo, rispetto a chi stupra da solo, non andrà in galera, non verrà punito.

E’ passata ovviamente la b), cioè la Menzogna. Ma questa non è nemmeno solo una Menzogna. Magari fosse solo una menzogna. E’ di più: una barzelletta grottesca accreditata come Realtà da tutti.

Barzelletta, perchè afferma, contro ogni logica ed evidenza, che lo stupratore per non andare in galera basta che stupra in gruppo con altri stupratori.

Grottesca, perchè ci hanno creduto tutti a questa miserabile barzelletta, nonostante tutti dovrebbero sapere che commettere un reato in gruppo non solo non costituisce un’ attenuante ma un aggravante. E non c’è bisogno di di essere un giurista per sapere queste cose, basta la semplice logica umana per arrivarci(azione violenta commessa da molti contro solo uno, cioè in disparità numerica, è più abietta di un’ azione violenta commessa da uno solo contro un altro, cioè in parità numerica). Non c’è bisogno nemmeno di aver fatto la scuola. Anzi non c’è bisogno nemmeno di avere una intelligenza nella norma per arrivarci. Basta semplicemente essere umani.

Credere alle menzogne è umano. Ma credere a cose prive di logica umana, appunto, non è umano. Un popolo che crede a queste cose prive di logica umana è un popolo finito. Non è più umano, ma è una massa antropomorfa di mostri urlanti e sanguinari(e non si dica che io stia esagerando: “il sonno della ragione genera MOSTRI” non l’ ho inventato io di certo), pronti a torturare, seviziare, uccidere, a fare a pezzi e a brandelli corpi umani di stupratori o pedofili(veri o presunti tali, non importa), a bagnarsi le mani nel sangue di tali corpi dilaniati e sminuzzati. Basta che si dica “stupratore” o “pedofilo”, e il popolo ti fa a pezzi.

Certo anche prima avveniva qualcosa di simile: per esempio nella Francia di Robespierre bastava dire “controrivoluzionario” e la ghigliottina era assicurata. Nel Nord Europa e nel Nord America del XVI e XVII sec(ricordiamo: non erano paesi cattolici ma protestanti) bastava dire “strega” o “stregone” e si finiva sul rogo.
Ma in tutto ciò almeno c’erano voci contrarie, c’ erano forme di opposizione, anche se spesso clandestine.
Oggi invece, ai tempi dei Media di massa, di fronte a questo delirio sesso-razzista criminale e sanguinario(da antifemminista ormai mi rifiuto di addebitare ciò solo al femminismo, qui si è andati ben oltre il femminismo)- fatto passare per “progresso” e “parità”-non ci sono voci contrarie, non ci sono opposizioni, non ci sono nemmeno astenuti o ignavi. Tutti uniti e a bordo della Barca Sesso-Razzista antimaschile, nessuno fuori. Eccetto noi pochi isolati Risvegliati che ci riuniamo virtualmente nei siti di Questione Maschile.

Non è Sistema Dominante, questo. E’ Sistema Assoluto.

La prima ed unica forma di Assolutismo che si poteva mai creare.

Non creato da esseri umani, ma da ex umani, divenuti Mostri.

Il Pianeta Terra, nel 2013,è un pianeta abitato da Mostri.
Non auguro a nessun extraterrestre di giungere sul globo terrestre..

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Rino 8:59 am - 27th Luglio:

Amarissime ma precise le considerazioni di Icarus, che, a malincuore, sottoscrivo in toto. Nella massa non c’è stata evoluzione: è credulona oggi come al tempo degli untori della peste manzoniana. E i media davvero svolgono opera criminogena speculando senza fine sulla stupidità e sull’ignoranza per suscitare odio e quindi ottenere il consenso alla repressione.
Hai ragione, il sistema non è solo dominante, è assoluto.

RDV

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Fabrizio Marchi 10:04 am - 27th Luglio:

Sottoscrivo senz’altro il lucido e articolato intervento di Icarus.
Tuttavia sarei un po’ meno pessimista (anche se condivido la sua analisi su quello che lui chiama il “popolo bue”), perché esiste ormai da tempo un mondo estremamente variegato di siti, blog, associazioni, movimenti maschili (quelli dei padri separati sono numerosissimi ma non solo) o comunque critici nei confronti del femminismo di cui fanno parte anche molte donne. Si tratta di un’area molto più estesa e diffusa di quanto non pensiamo. Solo nelle ultime settimane su facebook ne ho scovati tantissimi. E’ però una realtà ancora “sotterranea”, che non emerge come dovrebbe, molto frastagliata e anche divisa e non organizzata. O meglio, ciascuno è organizzato per conto proprio e porta avanti le proprie battaglie ma non c’è ancora la consapevolezza della necessità di arrivare a dei momenti di sintesi.
Noi stiamo lavorando proprio in questo senso. Il documento “Un’emergenza democratica” va proprio in quella direzione. E infatti con alcune di queste associazioni (in primis Adiantum) abbiamo lavorato assieme a quello stesso documento (a cui ha aderito anche Vincenzo Spavone del Movimento Maschile italiano ma anche altre associazioni come Crescere Insieme e alcuni ma numerosi singoli aderenti al MFPG).
Naturalmente le difficoltà sono tantissime però sarebbe un errore pensare che siamo isolati. Lo eravamo senz’altro una decina di anni fa ma oggi non è più così, esiste una massa critica, anche di una certa entità, che però fa fatica, come dicevo, ad emergere e ad assumere consapevolezza della propria forza. Ovviamente a complicare le cose ci sono le tante e tante diverse visioni e interpretazioni della QM e del Momas che, per forza di cose, è sempre più articolato al suo interno da questo punto di vista.
In questa fase è secondo me FONDAMENTALE trovare, come già dicevo, dei momenti di sintesi, il famoso patto di unità d’azione, e al contempo però non mollare mai la battaglia “culturale”, nel senso che è altrettanto FONDAMENTALE per la QM e il Momas dotarsi di un’analisi lucida e non ideologica della realtà, come è purtroppo ancora per alcuni settori del Momas stesso che si ostinano a reiterare concezioni e interpretazioni a dir poco obsolete sia sul piano teoretico che storico-politico (a dir poco, e non aggiungo altro perché non voglio gettare benzina sul fuoco in questa fase).
Noi dobbiamo avere la capacità di portare avanti il lavoro su questi due fronti, anche se apparentemente può sembrare contraddittorio, ma così non è. Lavorare cioè per il massimo di unità possibile del Momas da un parte e contestualmente portare avanti senza sconti la nostra battaglia culturale per riposizionare il Momas su una giusta carreggiata culturale e quindi anche politica (non nel senso partitico, ovviamente, come abbiamo mille volte spiegato)

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Andrea Moretti 1:34 pm - 27th Luglio:

Rino:
Nella massa non c’è stata evoluzione: è credulona oggi come al tempo degli untori della peste manzoniana.
RDV

————–
Concordo al 100% e al contrario di Fabrizio Marchi sono molto più pessimista, perché a parte quelle poche centinaia ?? di persone sparse sul web, nel quotidiano è praticamente impossibile (o quasi) trovare qualcuno che abbia la minima consapevolezza di ciò.
Ed in ogni caso bisogna “trascinarceli” su certi argomenti, perché di loro non diranno mai nulla.
La massa (specie quella maschile) è realmente stupida, per quanto concerne la c.d. guerra dei sessi. Tra l’altro non farei molto affidamento sulle pochissime donne che dicono di condividere le problematiche maschili, perché sempre donne restano.
—————–
p.s.: un esempio lampante di inconsapevolezza maschile, sono i padri separati, che nel 99,99% dei casi seguitano a prendersela con i giudici, con la “mentalità italiana”, eccetera…
Ancora oggi ignorano cosa sia il femminismo e la questione maschile.

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Pappagallulus 5:16 pm - 27th Luglio:

“Basta che si dica “stupratore” o “pedofilo”, e il popolo ti fa a pezzi.”
Vero. Piccola riflessione personale, magari non condivisa da molti, vedremo.
Il popolo e`SEMPRE bue. La media e`SEMPRE palude. Inutile sperare nelle “masse”, che sono sempre masse di merda,inutile sperare nella democrazia, parlare di democrazia. La democrazia come al solito si basa sul numero, sulla massa. Non mi piace, non la voglio, non ci voglio avere a che fare. La campana di Gauss sara`sempre legge immutabile ed eterna. Lenin che era Lenin aveva ragione. Il cambiamento passa per le elite intellettuali, punto. Il lavoro grosso e`fare si che queste elite arrivino (opinione mia) dalla classe subalterna, quella lavoratrice e dipendente, e oggi come oggi ovviamente dovranno essere maschi, se no siamo da capo a dodici. Ma le masse, per carita`. Le masse. Puah.

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icarus 10:09 am - 28th Luglio:

Nella massa non c’è stata evoluzione: è credulona oggi come al tempo degli untori della peste manzoniana(Rino)

Giustissimo.

Voglio rassicurare Fabrizio: con questa mia analisi non volevo certo gettare una ventata di pessimismo e catastrofismo all’ interno del momas, ma sottolineare come ogni battaglia per la giustizia umana sia avversata dalle masse boccaloni e brutali.. La consapevolezza che siamo esigua minoranza e avversata dalla massa non mi deprime e non mi scoraggia, mi fa arrabbiare sì, ma ci indica anche che siamo nel giusto(a meno che non vogliamo considerarci automaticamente depositari della Verità, ma così sbaglieremmo) in quanto nel corso della Storia ogni battaglia per la giustizia umana è avvenuta sempre con la massa che rema contro. Le lotte per tanti di quei diritti che oggi sono acquisiti e pacifici, furono iniziate con le masse ostili, cioè le cosiddette Maggioranze Silenziose.
L’ Antipolitica, con il suo carico di feroce qualunquismo, è la massima espressione del becero malcostume popolare : il sentimento popolare anteposto alla giustizia , la questione della moralità politica(stipendi dei politici, pensioni dei politici,etc, ma chissene!) anteposta al bene comune.
L’ Antipolitica esalta il politico che fa ciò che vuole il popolo, la massa.. Questo però non è un politico ma un politicante,l’ opposto del politico, ecco perchè si tratta di anti-politica. Il Politico vero non fà ciò che vuole il popolo ma ciò che fa bene al popolo, anche se il popolo non vuole: come ogni buon genitore che ama veramente i figli non li accontenta sempre, spesso li scontenta, per il loro bene, perchè sa quando una cosa fa bene loro e quando non fa bene. Così anche il Politico.

P:S: Se non erro questo articolo(“giustizia di classe e giustizia di genere”) è del luglio 2010(non marzo 2011 come riportato sopra), ricordo bene perchè mi è rimasto impresso come in quel periodo lo spazio commenti di questo sito era una sorta di forum, fu una palestra di idee e di strategia politica.

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Fabrizio Marchi 11:07 am - 28th Luglio:

icarus,

Caro Icarus, ti vedo in splendida e rinnovata forma…
Si vede che un bel po’ d’acqua, metaforicamente parlando, è passata sotto i ponti e hai compiuto un percorso personale durio e impegnativo.
Bene, bene…sottoscrivo naturalmente il tuo intervento che in fondo poi riprende anche quanto diceva Pappagallus a proposito della teoria della formazione delle elite (non a caso lui citava Lenin ma se ne potrebbero citare tanti altri e di diverse tendenze filosofico-politiche).
Sono assolutamente d’accordo con entrambi che il problema della formazione di una “elite” intellettuale critica è oggi di FONDAMENTALE importanza, non solo per quanto riguarda la QM ma nel complesso, fermo restando che la QM abbraccia l’universo mondo, quindi parlare del mondo senza parlare della QM e/o viceversa ha poco senso. Per lo meno da quanto siamo entrati nella SIA (Società Industriale Avanzata).
Bene, bene…mi fa molto piacere questa lucidità e questo equlibrio…
Continuiamo così…

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icarus 6:57 pm - 3rd Agosto:

In un commento precedente avevo detto che basta che si dica la parola “stupratore” o “pedofilo”, e il popolo ti fa a pezzi.

http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/napoli_bambina_violenza_sessuale_linciaggio_folla/notizie/311568.shtml

Ecco qui, una dimostrazione. A Napoli, una folla di almeno 50 persone ha linciato un uomo che aveva palpeggiato(e non “violentata” come invece sta scritto nel titolo di questa notizia) una ragazzina. L’ uomo è ricoverato in gravissime condizioni in ospedale, Solo il tempestivo intervento delle forze dell ‘ordine, che per fortuna si trovavano nelle immediate vicinanze, ha evitato che venisse ammazzato.
Allora, vi domando: è più grave fare una palpeggiata oppure linciare, 50 contro uno uno, una persona? E’ più grave essere pedofili oppure essere linciatori criminali omicidi? Io mi assumo tutte le responsabilità di quello che dico: io preferisco i primi. Sia per una questione di gravità della violenza(linciare una persona in quel momento inerme è più grave di un abuso sessuale, per altro lieve), sia per una questione di modalità con cui si compiono certe azioni: uno a cui gli piacciono i bambini è una persona che non sta bene,che ha subito torti e umiliazioni dalla società, di questa società crudele ed edonista,e quindi che ha bisogno di essere aiutato, non incarcerato o peggio linciato. Deve essere punito, sì, ma con umanità. Invece coloro che in branco linciano una persona in quel momento inerme per fare i “Giustizieri”, sono criminali(anche se elogiato dalla dai media e dallo Stato), violenti, vigliacchi.
Di questi 50 infami vigliacchi che hanno commesso questo linciaggio, nessuno verrà punito, così’ come nessuno di coloro che qualche anno fa, a Ponticelli(periferia squallida di Napoli, abitata da gente squallida), incendiarono un campo Rom, e tentarono di fare una strage, venne punito.
Io non ho mai visto il Popolo linciare i camorristi. In compenso lo vedo linciare malati di mente.
Il Popolo è stolto e crudele. Solo una esigua minoranza dell’ umanità si salva. Bisogna togliere al Popolo, alle masse, ogni potere decisionale. La Storia insegna che sono stati proprio i movimenti Reazionari a fare leva sul consenso popolare democratico: L’ascesa del crudele Hitler e il suo consolidamento, docet. Hitler e il nazismo sono stati un prodotto della democrazia e delle masse.

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Tarallo 10:27 am - 4th Luglio:

Mi ricordo in qualche dibattito qualche anno fa, uno della Lega propose la castrazione chimica contro i pedofili e stupratori, al che indignato uno del SEL rispose più o meno così: “E’ incivile questa proposta, no alla castrazione, sì al carcere duro”. Capito? Alla proposta forcaiola di uno di destra, quella sinistra che si definisce “libertaria” e “antiautoritaria” risponde con una proposta di gran lunga più forcaiola. Ora premesso che io sono contrario alla castrazione chimica, trovo però che il carcere sia ancora più efferato e crudele,tra la castrazione chimica e il carcere io preferisco la prima. Stare per anni e anni in una gabbia senza aver ucciso nessuno, è un’ inaudita tortura. Tutta la comunità scientifica concorda sul fatto che la vita sedentaria causa malattie cardiovascolari fatali.. E allora se la comunità scientifica afferma questo, il carcere dovrebbe essere abolito in gran parte, in quanto è causa di malattie cardiovascolari, e questo va in contrasto con l’ art 27 della Costituzione che afferma che la punizione non può consistere in trattamenti antiumani e che deve tendere alla rieducazione del condannato. Pertanto il carcere dovrebbe essere riservato solo agli autori di omicidio, per TUTTI gli altri altri reati(quindi compreso violenza sessuale)i niente carcere, e soprattutto una massiccia dose di depenalizzazioni.
La sinistra che dice di essere “antiautoritaria” e “antirepressiva” invece invoca e ha ottenuto la galera anche per reati non gravi(stalking,ecc), e addirittura difende anche il carcere PREVENTIVO. Eh già,per la “sinistra” di oggi, quei bastardi di rapinatori,che con armi in pugno terrorizzano, e spesso ammazzano anche, persone inermi nelle loro case o in banca,sono “povera gente” che merita perdono e umanità, mentre coloro che fanno “stalking”, “violenza” sessuale”, corruzione, invece meritano di essere sbattuti in gabbia,per anni e anni, senza pietà.

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romano 5:33 pm - 27th Marzo:
Luigi Corvaglia 8:05 pm - 12th Settembre:

Donne, detenute e abbandonate: la discriminazione corre dietro le sbarre
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Ma sono solo io a vedere una contraddizione, solo a leggere il titolo dell’articolo? https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_scratch.gif
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armando 2:06 pm - 13th Settembre:

Credo che quel “solo per loro” non si riferisca ai diritti, ma all’organizzazione delle attività ricreative. L’italiano non è il forte dei giornalisti d’oggi. Ciò detto non cambia nulla. Qual’è il rapporto fra suicidi e numero di detenuti per genere? Quali sono le attività ricreative o lavorative per i maschi privilegiati? Quanti sono i decessi “”oscuri”, maschili e femminili? A quanti maschi e e quante femmine vengono inflitte pene alternative alla detenzione? E per lo stesso crimine, sono più gli anni di pena comminati ai privilegiati o alle svantaggiate?
Insomma, ogni pretesto è buono per dire che i maschi sarebbero privilegiati. Lo sarebbero anche se la legge prevedesse che le donne non possono essere incarcerate., come vorrebbe qualcuno.

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Rino DV 8:25 am - 14th Settembre:

Falsi abusi.
9 anni da innocente.
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http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/15_settembre_13/padre-accusato-abusi-sessuali-figli-15-anni-dopo-tutto-inventato-81c0861a-5a3b-11e5-b420-c9ba68e5c126.shtml
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Quante DD innocenti ci sono in prigione per questo tipo di reati o per qualsiasi altro?
E quante invece colpevoli di incesto i cui figli neppure riescono a percepire di essere stati abusati?
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Tutto accade come se le DD formassero una nuova aristocrazia e gli UU la plebe.
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Questi dentro, colpevoli o innocenti.
Quelle fuori da innocenti o da colpevoli.

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Rino DV 8:09 pm - 14th Settembre:

Innocenti in galera.
Dal 1992 ben 24.000.
E quelli che pur innocenti non sono stati riconosciuti tali?
Mi azzardo a dire che sono maschi al 99.9% benché rappresentino il 96% ca dei carcerati. Come mai?
Certo, il dato reale non lo avremo mai.
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http://www.lastampa.it/2015/09/14/italia/cronache/in-carcere-da-innocenti-un-inferno-per-mila-dal-zK9Myz8Q8n919JErpV37BN/premium.html
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