preload
13 Feb 2014  |  7 Commenti

Contratto di servitù per gli uomini in Iran: il mito del divorzio patriarcale oppressivo

 Articolo originale su A Voice for Men: Indentured servitude for men in Iran: The myth of patriarchal oppressive divorce

 Contratto di servitù per gli uomini in Iran: il mito del divorzio patriarcale oppressivo

6 dicembre 2013 di Ali Mehraspand

…negando efficacemente alle donne (iraniane) il diritto al divorzio e ripristinando il dirtto illimitato dell’uomo al divorzio.  [1]

Un uomo può sposare fino a quattro mogli e divorziare ogni volta che lo desidera.Ma la mera volontà non è sufficiente ad una donna (iraniana) per divorziare dal marito.”  [2] scritto da Shirin Ebadi, l’unico (a) vincitore iraniano di un Nobel. (Ha ricevuto il suo premio Nobel per la Pace per il suo impegno nel campo delle questioni delle donne e dei bambini.)

Il crescente tasso di divorzi in Iran è ancor più degno di nota alla luce delle leggi sul divorzio. Mentre i mariti hanno il potere di porre fine ai loro matrimoni nel giro di settimane senza indicarne le ragioni, le donne devono provare un motivo valido per il divorzio in un processo che può richiedere diversi anni, anche con la consulenza legale… (donne) che si battono in un tale campo da gioco irregolare …[3] NY Times.

Una rapida ricerca su internet vi dirà quante donne sono discriminate in Iran quando si tratta di divorzio. Vi diranno che gli uomini hanno l’assoluto diritto di porre fine al matrimonio, e le donne non possono divorziare, se lo desiderano. Alcuni ginecocratici radicali vi dicono pure che una donna non può divorziare anche se il marito la picchia ogni giorno. Allora cosa hanno in comune tutte queste affermazioni? Non puoi proprio trovare la somiglianza, perché non è solo quello che dicono, ma anche ciò che non dicono. Entro la fine di questo articolo devi decidere da solo quanto spaventose siano queste affermazioni.

Quando, in Iran, una coppia decide di sposarsi, dopo la registrazione del loro matrimonio, comunicano ai funzionari l’ammontare di ricchezza e proprietà, concordato dalle loro famiglie, che il marito deve pagare alla moglie. Questo si chiama mehrieh o mahr. E questo è solo l’inizio: tenetevi forte!

L’aspetto più importante del mehrieh è il suo valore. Pertanto a quanto ammonta il mehrieh in un paese in cui il lavoratore medio guadagna circa 270$ al mese? Stando al Center for Population Studies of Asia and Oceania la media dei mehrieh negli ultimi 5 anni è stata di 450 monete d’oro puro [4]. Il centro ha anche annunciato l’allarmante tasso d’incremento del mehrieh. Inoltre, il questionario chiedeva solo della quantità di oro, non dei condomini, terreni, denaro ed altre condizioni contenute nel contratto di matrimonio che possono costringere il marito a comprare altre cose per la moglie una volta sposati, ecc

Ciò che è più interessante è che le autorità annotano tutti i mehrieh nei loro registri. Perché la necessità di chiedere alla gente se gli uffici del Registro hanno già i dati reali? Soprattutto se si considera che lo Stato è riluttante a rivelare le statistiche reali.

Personalmente, raramente ho visto una donna il cui mehrieh sia inferiore a 1000 monete d’oro puro. Ma facciamo che siano solo 450 monete. A quanto ammontano? Al momento in cui scrivo l’articolo, 450 monete d’oro equivalgono a circa 140.000$. Nelle grandi aree metropolitane, il  mehrieh è spesso di diversi milioni di dollari. È così che funziona in questa cultura follemente ginecocratica.

Ora, confrontate questa media del mehrieh con lo stipendio medio mensile di un lavoratore, ovvero 270$, e tra di voi penserete che sia impossibile da pagare. Forse sarete anche confusi e non saprete cosa abbia a che fare questo con il divorzio. Siate pazienti. E’ un po’ complicato, ma emergerà quanto queste affermazioni semplicistiche fatte dai media e dalle femministe siano scandalose.

Una donna può richiedere il mehrieh ogni volta che vuole. Dopo la sua causa per il divorzio, tutti i conti bancari degli imputati sono legalmente congelati e lui non può prendere un centesimo dal suo conto in banca. Non gli viene più permesso di vendere o comprare alcunché. Aspettate per il gran finale:

E se non può pagare l’incredibilmente elevato importo del mehrieh? “Il Patriarcato” ha modificato la legge due anni fa, in modo da agevolare gli uomini, ma, cominciamo con la vecchia legge:

Se l’uomo non poteva pagare, sarebbe stato mandato in prigione fino a quando la somma complessiva del mehrieh non fosse stata pagata da lui o dalla sua famiglia. Tutti i suoi effetti personali, tra cui la sua casa, l’auto, ecc, verrebbero confiscati dal tribunale e venduti come parte del mehrieh.

Dopo decenni di uomini spediti  in prigione al capriccio delle donne, “il patriarcato” finalmente se ne uscì con la nuova legge di 2 anni fa:

Se l’imputato paga 110 monete d’oro (circa 34.000$), uno dei suoi appartamenti (se ne ha qualcuno) non verrà confiscato, in modo che possa almeno abitarvi. Gli sarà inoltre consentito di lavorare per pagare mensilmente il resto del debito come ordinato dal giudice. E’ consuetudine che la corte ordini all’imputato di pagare due monete d’oro ogni mese per i successivi decenni. Il chè ammonterebbe a circa 615$. Con quella cifra, una donna può vivere una vita di lusso in Iran. La maggioranza dei lavoratori guadagnano meno. Inoltre, non può lasciare il paese finché non abbia completamente pagato il mehrieh. Tutto questo solo a condizione che si dimostri che l’imputato abbia un solo lavoro. Se il giudice scopre che ha due lavori, deve pagare l’importo totale del mehrieh scritto poc’anzi.

La legge è stata cambiata apparentemente  per liberare molti dei prigionieri del mehrieh le cui famiglie avevano già pagato ben più di 110 monete d’oro per ottenere la scarcerazione dei loro figli o fratelli. Dopo la liberazione di molti prigionieri, le statistiche ufficiali dei detenuti  del mehrieh sono le seguenti:

Nel 2012, il capo dell’Iran’s Diah Center ha annunciato che più di 3.000 uomini erano in prigione a causa della loro incapacità di pagare il mehrieh, e questo numero era sulla buona strada per aumentare presto di un ulteriore 50%.

Questo genera alcuni miti nella cultura dell’Iran sui quali soffermarsi: quando un uomo è innamorato, gli viene costantemente chiesto dalla famiglia della sua sposa di essere quello che “Chi ha mai pagato il mehrieh?”, Questa è una tattica vergognosa per portare gli uomini ad adempiere il pagamento del follemente elevato ammontare del mehrieh. Ci credi? Meglio di no, perché 20.000 donne hanno fatto causa al marito per inadempimento nell’arco del biennio iraniano 1389-1390 (più o meno 2010-2011) [4].

Ancora troppo presto per occuparsi del divorzio.

Questa non è l’unica responsabilità finanziaria del marito. Il marito è, per legge, responsabile di ogni centesimo speso in un matrimonio. Secondo la legge islamica, il marito non può chiedere alla moglie di spendere un centesimo, o anche consultarsi con lei su come si possono spendere i suoi soldi. Il denaro per le spese della vita è chiamato nafaqa, ed il marito ha il compito di dare quei soldi alla moglie. Lei può citare in giudizio il marito per inadempimento, ed il giudice ordinerà al marito di pagare alla moglie un importo mensile corrispondente al suo nafaqa.

Ecco una parte ancor più interessante: l’ammontare del nafaqa dipende dal livello sociale della donna, ma è stabilito che non dovrebbe essere inferiore al suo tenore di vita prima del matrimonio. Il chè significa che se era solita avere la domestica, il marito dovrebbe pagare per quest’ultima. Ciò aiuta a chiarire che in Iran, il “privare” una moglie della ricchezza del marito è illegale. Non ha nemmeno bisogno di ricorrere ulteriormente al tribunale per il mehrieh. Visto che ci siamo, nelle leggi islamiche, la proprietà di una donna è la sua proprietà, ma la proprietà di un uomo è la proprietà della famiglia.

Questo, per inciso, è quello che le femministe per qualche motivo dimenticavano di dirvi, quando gridavano: “In Iran, i figli ereditano il doppio rispetto alle  figlie in caso di morte dei genitori

Pertanto, in un matrimonio, la donna ha tutte le risorse che il marito è in grado di fornirle, e lei non otterrà molto di più dal suo uomo facendo causa per il suo mehrieh. Piuttosto, se necessario, può fare causa per il suo nafaqa.

Così l’ineluttabilità del mehrieh è in realtà una pistola che qualunque donna sposata può usare ogni volta che vuole per spedire il marito in carcere. Questa è a quanto pare la “protezione” delle donne nelle antiche culture conservatrici per ogni problema che potrebbero affrontare nel loro matrimonio: Jail lui da mehrieh! L’equivalente di quello che in America viene chiamato alimenti e sostegno ai figli è Nafaqa. Non esiste un equivalente del mehrieh in occidente. Si tratta di un debito che il marito deve alla moglie che vale quasi 200 anni di stipendio. Si tratta di un contratto di schiavitù.

Capite bene che il mehrieh è un trampolino per qualsiasi desiderio, messo nelle mani delle donne.

Così ora siamo pronti per affrontare un’altra menzogna femminista della lista:

In Iran, le donne ereditano il 12,5% della ricchezza del marito defunto, ma i mariti ereditano il 25% della ricchezza della moglie defunta. Nessuna parità per le donne!” Il resto dell’eredità tra parentesi va a figli e genitori.

Dire una mezza verità è un ottimo modo per mentire, e devo ammetterlo, sono molto bravi a mentire. Ecco ciò che è stato lasciato fuori dal quadro: il mehrieh, in base alla legge, rimane in sospeso dopo la morte.  Sarebbe a dire:

  • Dovesse un uomo morire, la prima cosa fatta dallo Stato è quella di pagare il mehrieh di sua moglie dalle proprietà del defunto, e se qualcosa avanza, ancora una volta il 12,5% va a sua moglie. (Il resto va a figli e genitori.)
  • Dovesse una donna morire, il marito deve comunque pagare il suo mehrieh alla famiglia della moglie defunta (quelli che sono i parenti più prossimi della defunta), che è quasi sempre molto di più di quel 25% che eredita.

 Il risultato lampante è che la moglie erediterebbe quasi tutto ciò che il marito aveva, mentre un uomo quasi niente. Tutta l’eredità della moglie va alla sua famiglia.

Si arriva infine al divorzio.

Uomini che presentano istanza per il divorzio. Un uomo può davvero divorziare da sua moglie in qualsiasi momento. Ma questo tipo di divorzio avviato dal marito si chiama Rojeie, vale a dire:

Egli è tenuto a pagare sia il mehrieh che il nafaqa. Inoltre, se il giudice non ritene la moglie colpevole del divorzio, l’uomo potrebbe anche dover pagare l’Ojrat almesl.

Donne che presentano istanza per il divorzio. O lei accetta di rinunciare a parte del suo mehrieh, una somma di denaro che lei non meritava di ricevere, come previsto dal giudice, in cambio del suo diritto al divorzio, o può estorcere l’importo totale del mehrieh ed avere ancora il diritto di divorziare nel caso:

  1. il marito sia violento;
  2. il marito abbia praticato la poligamia senza il consenso della moglie;
  3. il marito non abbia pagato il nafaqa per sei mesi;
  4. il marito abbia una grave malattia;
  5. il marito sia malato di mente;
  6. il marito non abbia avuto rapporti sessuali con la moglie per sei mesi;
  7. il marito abbia una lavoro per il quale la moglie si sente umiliata;
  8. il marito sia tossicodipendente;
  9. il marito non sia diventato padre durante i primi 5 anni di matrimonio;
  10. il marito sia un criminale;
  11. Il marito venga punito (dal sistema giuridico) per qualcosa di cui la moglie si senta umiliata;
  12. Il marito sia stato in prigione per più di 5 anni.

In altre parole, se un uomo vuole divorziare e sua moglie non è d’accordo, deve comprare la sua strada verso la libertà con un esborso che quasi nessun uomo può sostenere.

Le donne invece, dovranno accettare di rinunciare ad una parte del loro mehrieh se il loro marito non rientra nelle suddette categorie, probabilmente continuando ad ottenere comunque un sacco di soldi e ad andare avanti. Pensate per un attimo quello che può accadere con questa cosiddetta “uguaglianza” del diritto al divorzio come definito dalle femministe: una donna può sposarsi, divorziare la mattina successiva, ed ottenere il mehrieh! Al  momento, se vuole chiedere il divorzio la mattina dopo, le sarà chiesto dal giudice di rinunciare ad una parte del  mehrieh, e se lei non acconsente, le viene detto che può ottenere il mehrieh solo se il marito rientra in una delle 12 categorie sopraindicate. Per quelle che non possono speculare su questa cosa, non è che la semplice volontà delle donne non dia loro il diritto di divorziare, ma essa non è sufficiente per avere ANCHE  diritto al mehrieh.

Ora, tornate indietro a leggere le dichiarazioni dell’inizio di quest’ articolo. In mancanza di comune accordo per il divorzio, è impossibile per quasi tutti gli uomini avviare le pratiche. Ma hey, le femministe ci dicono che gli uomini hanno “diritto illimitato di divorzio”, e che le donne hanno bisogno di trovare motivi per ottenere il Mehrieh ed allo stesso tempo il divorzio. Ma hey, non hanno il diritto di divorziare, perché le femministe dicevano questo, invece di dire che le donne non hanno diritto al divorzio ed  al mehrieh solo nell’inverosimile situazione in cui non ricorra nessuna delle 12 condizioni di cui sopra. Come si siano verificati oltre 85.000 divorzi nei primi 6 mesi di quest’anno [5], per lo più voluti da donne, è qualcosa che forse ignorano. Dopo tutto, non si adatta bene alla narrazione vittimista.

Il risultato complessivo è che si possono incontrare molte persone ricche, donne divorziate che non hanno lavorato un solo giorno della loro vita. L’ex-marito è tenuto a pagare loro mensilmente due monete d’oro per i prossimi decenni. Lei va in viaggio con il suo nuovo fidanzato, mentre l’ex marito non può lasciare il paese.

La frode del Mehrieh diventa un argomento popolare di tanto in tanto, quando una ragazza sposa diversi uomini in meno di un anno per poi citarli per il mehrieh. Ma hey, ad essere onesti, io sono quello che considera questa una frode, mentre molti dicono che non pagare il mehrieh sia la vera frode. [6] Che ne dite di una piccola storia? La storia di una ragazza il cui mehrieh era oro puro. Ha fatto causa per l’ottenimento del mehrieh non appena ne ebbe l’opportunità. La famiglia dello sposo era terribilmente ricca, pagò, e lui divorziò da lei. In realtà questo tipo di frode non richiede nemmeno che la donna abbia rapporti sessuali prima del matrimonio. Non ci credete? Nel caso in cui la coppia non ha avuto rapporti sessuali, il marito deve comunque pagare la metà del mehrieh.

A proposito di frodi, non è un brutto momento per parlare di un’altra forma di esse: se una vergine fa sesso vaginale consensuale con un ragazzo, può citarlo in giudizio per il mehrieh ed affermare di aver dato per scontato che egli volesse sposarla. Così il ragazzo viene costretto a sposarsi con la forza.

Una soluzione logica a tutto questo è quella di eliminare l’incredibile schiavitù punitiva della responsabilità finanziaria degli uomini dando parità di diritti al divorzio. Ma le femministe non sono interessate a questo, perché sanno che le donne, con il divorzio, stanno già facendo un affare molto migliore rispetto agli uomini: 

“…la mera volontà non è sufficiente ad una donna (iraniana) per divorziare dal marito.”

Questo è ciò che affermano, senza nemmeno menzionare il mehrieh! Quindi, secondo le femministe iraniane, le donne dovrebbero essere autorizzate a citare in giudizio per il mehrieh ed il nafaqa, estorcere,  tanto per cominciare, una somma di denaro che non hanno guadagnato, e la loro mera volontà dovrebbe essere sufficiente per prendere i soldi e porre fine al matrimonio.

Che brave attiviste per i diritti umani che sono. Gli uomini sono in carcere per mehrieh a migliaia, e le femministe sono li a piagnucolare per una legge draconiana la quale non è differente dal dare alle donne l’assoluta garanzia di beneficiare per tutta la vita dell’asservimento dell’uomo.

Naturalmente, le donne stanno già facendo tutto questo, con l’assunzione di avvocati per educarli su come trovare vie legali per ottenere il loro mehrieh ed il diritto al divorzio. Diavolo, non hanno nemmeno bisogno di avvocati per quello. Se sei una donna e non sei brava a fabbricare falsi casi di violenza domestica, basta che provochi qualcuno abbastanza perchè vi dia uno schiaffo. La mattina seguente, ti  ritrovi in uno dei centri di medicina legale dell’Iran con una donna che presenta un’appassionata relazione al giudice cavalleresco, e bingo. Per qualunque cosa il marito non possa pagare in termini di mehrieh,deve provvedervi la famiglia di questi, al fine di tenere il figlio fuori di prigione. Ma alle femministe questo non piace in quanto potrebbe richiedere uno spreco di tempo:

“… Le donne devono provare un motivo valido per il divorzio in un processo che può richiedere diversi anni …” NY Times.

Notate anche come astutamente è scritto: “può richiedere” non “richiede.” Certo, se una donna dispone di una relazione forense sulla violenza domestica subita, è solo una questione di settimane prima che lei ottenga il divorzio ed estorca il mehrieh .

Anche una donna che è vittima di violenza domestica, molto probabilmente non merita di estorcere il mehrieh. Andiamo per logica: se si uccide un uomo, si deve pagare il prezzo del sangue al suo parente più prossimo. Questo si chiama diah, e in questo momento ammonta a 40.000$. Ma indovinate un po’? il mehrieh è molto più costoso di quello. Il valore di una donna ferita, o che soltanto afferma di avere lesioni, è quasi 10 volte superiore a quello della vita di un uomo!

Questa è la loro versione di uguaglianza: ottengono fondi e campagne per la parità di diritto al divorzio, ma, chissà perché, il ricordare una legge draconiana come quella del mehrieh, che è strettamente intrecciata con il diritto al divorzio, non interessa affatto.

Ma ragazzi, siate sicuri di portare i vostri problemi all’attenzione delle femministe, e nel frattempo, chiudete quella cazzo di bocca.

Sia chiaro che quella del mehrieh non è una legge di ispirazione femminista. Si tratta di una legge islamica fondamentalista che ha dato alle donne della storia il diritto assoluto di sbattare i mariti in prigione a loro piacimento, senza dover fornire una spiegazione. Ma le femministe non hanno fatto nulla per combattere il mehriah o quantomeno ammetterne l’esistenza. Se stai pagando gli alimenti al figlio, ti verrebbe da dire “grazie a dio non sto pagando mehrieh e nafaqa.”

Vuoi sentire un po’ di propaganda? Che ne dite di quella pubblicata sul NY Times?

“il crescente tasso di divorzi in Iran è ancor più degno di nota alla luce delle leggi sul divorzio. Mentre i mariti hanno il potere di porre fine ai loro matrimoni nel giro di settimane senza indicarne le ragioni, le donne devono provare un motivo valido per il divorzio in un processo che può richiedere diversi anni, anche con la consulenza legale professionale”  NY Times.

La spiegazione della stupidità di questa frase e dell’interpretazione semplicistica di un insieme complesso di leggi non dovrebbe a questo punto essere necessaria, se ci si è presi la briga di leggere quest’articolo finora. Ma vi dirò: fino a questo punto in questo articolo del NY Times, l’autore non ha detto una sola parola relativa al mehrieh. Ha già censurato la verità su di esso diverse righe sopra:

“Alte doti, carovita, mancanza di lavoro e sostegno finanziario rendono i giovani timorosi del matrimonio”, ha detto un membro del Parlamento (relativamenteall’aumento dei tassi di divorzio ed alla diminuzione dei tassi di matrimonio).”

Un’altra affermazione disonesta. Quel che il membro del Parlamento ha detto era che i mehrieh elevati, che sono a carico del marito, provocano paura del matrimonio. Non le alte doti. Dote è l’insieme di mobili per la casa che la famiglia della sposa dona alla coppia. Perché l’autore traduce parlando di “dote”  e non di mehrieh? Forse stava solo beneficiando di consulenze femministe? Forse non sapeva cosa fosse il mehrieh? No, lui ne ha sentito parlare, ne fa cenno verso la fine dell’ articolo:

“Di fronte ad un tale campo da gioco irregolare, gli avvocati matrimonialisti affermano che le donne iraniane sono dirette sempre di più a far valere il loro diritto al mehrieh – un unico pagamento concordato prima del matrimonio che costituisce una sorta di assicurazione per il matrimonio islamico. I mariti sono obbligati a pagare questa somma alle mogli quando divorziano.”

Egli lascia questo alla fine, e la fallacia nel confondere causa ed effetto è facilmente rilevabile. Inoltre, il marito è obbligato a pagare il mehrieh ogni volta che la moglie lo richiede, quindi non è una assicurazione matrimoniale. Come accennato in precedenza, si tratta di un contratto di schiavitù. Trovate qualsiasi articolo di giornale in inglese circa le leggi sul divorzio dell’Iran. Quelli che in realtà fanno menzione del mehrieh lo fanno in modo riduttivo sottintendendo che questa legge vecchia di 1400 anni sia stata aggiunta di recente, per compensare la “disuguaglianza delle donne.”

Ora, chi pensate abbia davvero il diritto di divorziare in Iran? Queste leggi pare che siano lì perché il divorzio non è stato storicamente visto di buon occhio nella filosofia islamica. Avevano intenzione di complicarlo. Ma nel moderno Iran, i comportamenti sono cambiati, e negli ultimi decenni, il tasso di divorzi è triplicato. Recentemente, uno ogni 7 matrimoni si conclude con un divorzio, con un tasso nelle aree metropolitane di quasi 1 ogni 3,5 matrimoni. Il 30% di tutti i divorzi avviene entro un anno dalla data del matrimonio.

Rifletteteci  per un secondo: ci sono uomini in Iran che ora devono pagare diversi milioni di dollari per aver messo i loro cazzi nel posto sbagliato per nemmeno un anno. Negli ultimi 5 anni, le cose sono cambiate così drasticamente che alcuni uffici del Registro hanno registrato una proporzione di quasi 50 divorzi per ogni 3 matrimoni in un mese random. Verrebbe da chiedersi quanti di questi divorzi sono stati su iniziativa delle donne, quante di loro hanno preso tutto o parte del mehrieh, e quante famiglie iraniane hanno perso ogni centesimo che avevano a causa di una nuora che ha fatto ricorso per mehrieh ed ha ottenuto il divorzio.

_____________________________________________

[1] http://www.twnside.org.sg/title/iran-cn.htm

[2] http://www.theguardian.com/commentisfree/2009/oct/06/iran-women-rights-vote-discrimination

[3] http://www.nytimes.com/2010/12/07/world/middleeast/07divorce.html?pagewanted=all&_r=0

[4] http://www.mardomsalari.com/template1/News.aspx?NID=147503

Traduzione del paragrafo 1: secondo i dati più recenti, più di 3000 uomini sono in prigione per non aver pagato il Mehrieh. Questo numero lo rivela l’Iran’s Diah center, che ha anche annunciato un aumento che presto sarà del 50%.

Traduzione del paragrafo 2: Due mesi fa, Asadollah Jowlayi, il capo dell’Iran’s Diah Center ha annunciato: negli anni 1389 e 1390 un’ammontare di 20.000 famiglie sono state lacerate dalla donna che ha fatto causa per Mehrieh.

Al paragrafo 5 è scritto: una ricerca condotta nel 1387 dal Center for Population Studies of Asia …… ha concluso che la media del Mehrieh è incrementata da 300 monete d’oro fino a 450 monete d’oro.

[5] http://sabteahval.ir/default.aspx?tabid=6835

[6] http://khabaronline.ir/detail/319887/weblog/hajmahmoudattar


7 Commenti

Luigi Corvaglia 1:25 pm - 24th Febbraio:

Ringrazio Rita per l’indiretta segnalazione. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_good.gif
“DIVORZIO ALL’IRANIANA” – Stefano ROSSI

  (Quota)  (Replica)

Rita 4:56 pm - 24th Febbraio:

Luigi, quell’articolo su “personaedanno” però si è sentito in dovere di riequilibrare la curiosa sentenza degli 8000 libri di poesia, postando il pistolotto sulle donne cui non viene permesso di studiare etc. etc. mentre cinque anni fa Repubblica dava notizia del vertiginoso aumento delle donne laureate tanto da proporre le.. quote azzurre nelle università!

http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/esteri/iran-laureate/iran-laureate/iran-laureate.html

  (Quota)  (Replica)

Luigi Corvaglia 5:32 pm - 24th Febbraio:

Si, lo so. Ho letto.
Però, come ho detto altrove questi due articoli ( ringrazio ancora Antonio per le traduzioni) hanno destato in me la curiosità di saperne di più su quella realtà.
Per cui da quell’articolo prendo quello che mi serve e butto via il resto.
ps. Mi sa che cercherò di contattare l’ambasciata o qualche altra realtà iraniana in Italia. Nella speranza che, vista la mia stranota inglese-fobia *blush* , abbiano qualcosa in italiano.

  (Quota)  (Replica)

leyla 9:15 pm - 8th Aprile:

Salve, ho letto tutto articolo e vorrei complimentare per la descrizione esauriente della situazione stressante in cui vivone le donne persiane. Ho bisogna di una traduzione o un libero ufficiale in qui sono riporti queste leggi nella lingua italiana. Potrebbe indicarmi dove posso ottenere e/o aquistare. Grazie in anticipo

  (Quota)  (Replica)

ARMANDO 12:56 pm - 9th Aprile:

Quasi da non credere! Gli uomini hanno più diritti in teoria ma meno in pratica, viceversa le donne. E’ la conferma della “mostruosità” del patriarcato per eliminare il quale si fanno guerre.
Dico solo che una minima coerenza vorrebbe che le femministe che si battono per la parità dei diritti dovrebbero farlo anche per quella dei doveri. minima coerenza vorrebbe che se si battono per l’eliminazione del patriarcato dovrebbero battersi per una effettiva parità ad ogni livello. ma così non è, nè in Iran nè da noi, perchè una vera parità non interessa per nulla il femminismo, il quale invece vuole solo vendicarsi della supposta oppressione maschile. La verità è che il femminismo è in malafede.
armando

  (Quota)  (Replica)

Step 4:50 pm - 9th Aprile:

ARMANDO: Quasi da non credere! Gli uomini hanno più diritti in teoria ma meno in pratica, viceversa le donne. E’ la conferma della “mostruosità” del patriarcato per eliminare il quale si fanno guerre.Dico solo che una minima coerenza vorrebbe che le femministe che si battono per la parità dei diritti dovrebbero farlo anche per quella dei doveri. minima coerenza vorrebbe che se si battono per l’eliminazione del patriarcato dovrebbero battersi per una effettiva parità ad ogni livello. ma così non è, nè in Iran nè da noi, perchè una vera parità non interessa per nulla il femminismo, il quale invece vuole solo vendicarsi della supposta oppressione maschile. La verità è che il femminismo è in malafede.armando

Quoto, il Femminismo è un arma usata dal sistema per svilire l’uomo,perché è l’uomo il potenziale soggetto antagonista del sistema,l’uomo è la guida, una società che beffeggia e annichilisce lo slancio vitale maschile, è una società meno determinata,destinata a precipitare.

  (Quota)  (Replica)

Lascia un commento Cancel reply

* Richiesto
** Il tuo indirizzo email non verrà reso pubblico
Markup Controls

 

Aggiungi un'immagine