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11 Ago 2013  |  3 Commenti

Sulla questione Fusaro – Casa Pound

Questo articolo che ho pubblicato su FB relativamente alla decisione di Diego Fusaro di accettare un confronto pubblico con i fascisti – dichiarati –  di Casa Pound (cosa che ha già sollevato polemiche e un dibattito molto acceso) ha apparentemente poco a che vedere con i temi che qui trattiamo ma è utile pubblicarlo anche in questa sede per una serie di ragioni di chiarezza e opportunità politica, dal momento che da tempo il sottoscritto ha iniziato un confronto con alcuni degli amici e degli allievi del filosofo Costanzo Preve, recentemente scomparso. Onde evitare equivoci e/o fraintendimenti ho ritenuto utile e opportuno pubblicare questo articolo.

“Sono proprio i comportamenti come quelli di Fusaro che impediscono e indeboliscono, anzi minano alle fondamenta, la possibilità di portare avanti una legittima e doverosa critica radicale e strutturale all’attuale mainstream ideologico “politicamente corretto” e di “sinistra” (con centomila virgolette) che rappresenta oggi la vera nuova ideologia del capitalismo che si è disfatto del vecchio apparato valoriale vetero borghese (Dio, patria e famiglia), ormai obsoleto e inservibile per i suoi scopi, per assumere il nuovo : relativismo, laicismo, scientismo, genderismo, femminismo, eugenetismo, e naturalmente celebrazione del capitale, “naturalizzato”, concepito cioè non come una forma dell’agire umano storicamente determinatasi ma come una dimensione ontologica dalla quale quindi non si può neanche prescindere e che di conseguenza non può essere modificata o trasformata. Una sorta, appunto, di “naturalizzazione” e di “eternizzazione” del capitalismo.
Tu sai quanto sia difficile oggi, nelle condizioni date, per un marxista (sia pure non ortodosso, secondo i parametri della “vulgata” marxista ortodossa…) quale è il sottoscritto, portare avanti questa critica, disvelare la menzogna di queste ideologie del tutto funzionali al capitale, seppur abilmente camuffate come “progressiste” e di sinistra”. Per poter sostenere con efficacia questa critica, è assolutamente necessario essere chiari su cosa si è, cosa si sta facendo e verso quale orizzonte si vuole marciare.
Chi è autenticamente anticapitalista e anti imperialista non può che essere altrettanto autenticamente antifascista. Su questo non possono e non devono esserci dubbi o perplessità.
Il fascismo, in tutte le sue forme e dove storicamente si è determinato, è sempre stato uno strumento del capitalismo e dell’imperialismo che lo ha appoggiato, finanziato e armato. Il fascismo stesso è sempre stato imperialista e colonialista, come ci insegna la storia.
Dal punto di vista ideologico invece (del tutto in linea con le sue determinazioni storico politiche) il fascismo è la rappresentazione politica di quello “stato di natura” dal quale lo stesso Hobbes, padre dello stato assoluto, voleva fuoriuscire perché lo riteneva invivibile (homo homini lupus). Il fascismo, dal punto di vista ideologico, capovolge lo schema hobbesiano nel senso che lo stato deve essere proprio la rappresentazione politica dello “stato di natura” concepito non secondo lo schema aristotelico (uomo come “zoon politikon”), lucaksiano (“ontologia dell’essere sociale) o roussoviano (stato di natura come condizione di armonia e pace) ma come legge della giungla (diciamo così, per semplificare e mi rendo conto, banalizzare) e quindi come “volontà di potenza” che non può e non deve conoscere limiti. L’esatto contrario del “metron” greco classico, cioè del limite che è principio di libertà e democrazia, come ci ha insegnato proprio Costanzo Preve. . Il fascismo, come il capitalismo, si fonda invece proprio sul concetto di “illimitatezza”, e concepisce o confonde questa come libertà quando in realtà null’altro è se non appunto volontà di potenza che nel capitalismo si estrinseca nella crematistica e nell’accumulazione illimitata di capitale (e quindi nella possibilità illimitata di sfruttamento degli esseri umani e della natura) e nel fascismo come possibilità illimitata di esercitare il dominio dell’uomo sull’uomo sulla base di un presunto concetto di “superiorità” di natura ontologica di uno su un altro. E’ ovvio che questo assunto non conosce né può conoscere null’altro se non la sua “volontà”. Il potere e il dominio non hanno necessità di essere giustificati con l’etica, con il diritto o con un “sistema di valori” perché “essi sono” in quanto tali, in quanto si manifestano per quello che sono nella loro “purezza”, perché la volontà di potenza si manifesta così come è e non ha nessun bisogno di giustificarsi o di essere giustificata in nessun modo.
Questo è concettualmente e ideologicamente il fascismo che nella sua versione politica non può che attuarsi e determinarsi in uno stato assoluto e dispotico, che sta sopra e insieme ad una società civile organizzata in modo ultragerarchico, dove la contraddizione fra dominanti e dominati non solo persiste ma è fisiologica e strutturale. Su tutto ciò aggiungiamo un po’ di strampalate teorie sulla razza, mescoliamo il tutto e abbiamo tracciato un ritratto abbastanza fedele, credo, anche se necessariamente sommario e superficiale, di cosa sia il fascismo.
E ‘ anche e soprattutto per questo che Fusaro è in clamoroso errore, non solo per ragioni di ordine “tattico”, ma per ragioni di ordine filosofico e teoretico, oltre che politico, naturalmente.
Così facendo, scegliendo cioè di riconoscere i fascisti come interlocutori politici, sferra un colpo mortale a quelli come noi che stanno invece portando avanti una fiera , coraggiosa e radicale critica all’attuale apparato ideologico capitalista, cioè all’ideologia del cosiddetto “politicamente corretto” che contiene al suo interno le varie correnti a cui ho già fatto cenno poco sopra.
Fusaro in questa maniera ottiene solo tre obiettivi:
1) Sdoganare i fascisti, riconoscendoli come interlocutori politici;
2) Depistare l’attenzione su un aspetto del tutto marginale rispetto alla fase storica che stiamo vivendo, cioè quello del fascismo e dei fascisti, contribuendo a dare linfa a coloro che utilizzano l’antifascismo (che è una cosa seria, doverosa e sana) come un alibi per coprire il loro asservimento ideologico e politico al sistema capitalistico (leggasi l’attuale “sinistra”, quindi non solo il PD ma anche il cespuglio “rosa” alla sua “sinistra”);
3) Farsi pubblicità ed apparire per quello che non è, cioè un filosofo marxista. Però attenzione, un filosofo marxista aperto, non dogmatico, tanto “caruccio” e presentabile(guarda caso…) a differenza del suo maestro e di altri, molti pochi per la verità, che “presentabili” non sono perché dicono cose scomode e per questo sono e continueranno ad essere “brutti, sporchi e cattivi”.


3 Commenti

romano 5:30 pm - 3rd Aprile:

DIEGO FUSARO: L’antifascismo in assenza di fascismo

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Fabrizio Marchi 8:44 pm - 3rd Aprile:

romano,

Romano, conosco perfettamente la posizione di Fusaro (che era quella del suo maestro Preve e che lui ripete senza aggiungere o togliere nulla…) su fascismo e antifascismo.
La condivido nel momento in cui lui sostiene, giustamente, che l’antifascismo è diventato (e non da oggi ma da qualche decennio) un alibi per la “sinistra” che ha abdicato a quello che è dovrebbe essere il suo ruolo naturale, cioè quello di sottoporre a critica il sistema capitalistico, per non affrontare le vere questione le vere contraddizioni della realtà attuale.
E sono d’accordissimo sul fatto che nell’attuale congiuntura storica, il fascismo non è certo al top delle questioni da affrontare. Ce ne sono ben altre e ben più impellenti come appunto quella di costruire un punto di vista critico e attuale al sistema capitalistico dominante. Anche noi, nel nostro piccolo, stiamo lavorando in tal senso. Anche questo, in fondo, è un piccolo laboratorio sociale.
La “sinistra” ha abdicato a tutto ciò e usa l’antifascismo parolaio e demagogico (e ancora più l’antiberlusconismo) per darsi una verniciata ideologica e coprire agli occhi del suo popolo il suo vero ruolo e la sua vera funzione, cioè quella di coprire il versante “sinistro” del sistema capitalistico e di rappresentare proprio il nuovo apparato ideologico e valoriale (femminismo, genderismo, laicismo, relativismo, “tecnicismo” ecc. ) che ha sostituito il vecchio (Dio, patria e famiglia). Un’operazion e di grande astuzia e maestria.
Ne abbiamo parlato ormai qualche migliaio di volte e abbiamo anche pubblicato un articolo di Fusaro nel merito che io peraltro condivido al 100% (titolo: “Se il capitalismo diventa di sinistra”).
Ma il fatto di disvelare il vero ruolo dell’attuale “sinistra” e dell’ideologia “politically correct” non ha però nulla a che vedere con lo sdoganamento storico politico del fascismo e dei fascisti. Fermo restando, ripeto, che il fascismo non è di certo in cima alla lista delle questioni strutturali da affrontare in questa fase storica, ciò non significa che sia morto del tutto, e per una semplice ragione (e qui Fusaro sbaglia, e sbagliava anche Preve), e cioè perché finchè esisterà il sistema capitalistico, il fascismo, magari sotto forme e modalità di espressione e manifestazione diverse, continuerà ad esistere (non mi riferisco, in questo caso, ad una forma più subdola, ben camuffata e sofisticata di fascismo, ma proprio a quello tradizionale) . Anche perché può sempre far comodo, estrema ratio. E la storia ce lo ha insegnato, dal momento che sempre, quando i grandi gruppi sociali sono stati in difficoltà e hanno visto il loro dominio in discussione sotto la spinta dei movimenti operai e popolari , non hanno esitato a fare ricorso ai vari e differenti fascismi. E’ accaduto in Italia con il fascismo, in Germania con il nazismo, in Romania con le Guardie di Ferro, in Croazia con gli Ustascia, in Grecia con i colonnelli, in Turchia con l’esercito golpista, in tutta l’America centromeridionale con le dittature militari, nelle Filippine, in Indonesia, nel sud est asiatico, in Sudafrica.
Sbaglia quindi Fusaro a fare riferimento solo a Mussolini e al Fascismo del ventennio perché, come ho appena ricordato, fino a pochi anni fa un intero continente, l’America Latina, è stata sotto il tallone delle più feroci e sanguinarie dittature fasciste del secolo scorso (finanziate, armate e appoggiate dagli USA). E si sbaglia ancora quando dice che il fascismo non esiste più, perché in Grecia esiste ed è anche molto attivo, in Ucraina esiste e lo abbiamo visto in azione nelle settimane scorse. Hanno fatto quello che hanno fatto da sempre, e cioè hanno retto il culo ai loro padroni, cioè gli USA e anche l’UE in questo caso (che li hanno anche ben pagati…) per aiutarli a togliergli dalle palle un governo filo russo a loro non gradito (che ora gli fornirà il gas a prezzi politici…), hanno fornito la manovalanza per il golpe, sono tuttora presenti anche all’interno del nuovo governo ucraino, e naturalmente , in tutto ciò, si sono tolti qualche “soddisfazione” (e che cazzo…), tipo quella di assaltare le sinagoghe (hai capito che novità i nazisti del terzo millennio…), le sedi del partito filorusso che era prima al governo e naturalmente quelle del partito comunista ucraino (va bè, scontato…)…
Ora hanno ripreso a scannarsi fra loro perché il nuovo governo “arancione” se ne vuole sbarazzare, o meglio, vuole sbarazzarsi dell’ala più estrema, cioè il “fronte destro” , per tenersi quei bravi ragazzi di “Svoboda”.
Insomma, una volta fatto il lavoro sporco, i fascisti diventano imbarazzanti anche per i padroni del vapore, che infatti se ne vergognano…
Come vedi, nulla di nuovo sotto il sole; quanto è accaduto in Ucraina (anche se in tempi estremamente più accelerati) è quello che è accaduto il secolo scorso con tempi molto più lunghi. Del resto, c’erano il comunismo e l’URSS da combattere e non ci si poteva permettere di andare troppo per il sottile. Ecco perché i regimi fascisti sono arrivati a durare addirittura mezzo secolo, come è stato per tanti paesi latinoamericani o anche per la Spagna e il Portogallo. Ormai da tempo il comunismo e l’URSS non esistono più e allora la strategia è cambiata, ovviamente. Però se li tengono lì, a cuccia. Perché in fondo disfarsene del tutto? Ogni tanto, alla bisogna, si scioglie la catena, e poi li si rimette nel canile. Questo è il loro ruolo ed è il ruolo a cui hanno sempre assolto. Se provano ad allargarsi li rimettono in riga (e con i loro stessi metodi…) e li tengono a bagno maria, come si suol dire…
In Italia il problema è per ora pressoché inesistente. La presenza organizzata dell’estrema destra neofascista è un fenomeno che riguarda le curve degli stadi qualche gruppuscolo di ragazzotti fascisti del terzo millennio di Casa Pound o Forza Nuova. Che però restano fascisti tout court, non ci facciamo ingannare, i loro riferimenti sono quelli di sempre. Chiunque di voi può andare sulla rete o su you tube e dare un’occhiata. Si renderà conto di chi sono e qual è la loro ideologia.
Ciò detto, e mi ripeto, e ci metto pure le maiuscole, per rendere il discorso ancora più chiaro, NON PENSO AFFATTO CHE OGGI IL PROBLEMA DEI PROBLEMI SIA QUELLO DEI FASCISTI (e di conseguenza dell’antifascismo). E’ L’ULTIMO DEI PROBLEMI, PER QUANTO MI RIGUARDA, PER LA SEMPLICE RAGIONE CHE IN QUESTA FASE STORICA IL SISTEMA DOMINANTE AGISCE ATTRAVERSO ALTRI CANALI E ALTRE FORME E STRUMENTI DI DOMINIO (che poi sono anche quelli di cui ci occupiamo anche noi).
MA QUESTO NON SIGNIFICA AFFATTO UN RECUPERO O UN’APERTURA POLITICA AI FASCISTI. Non se ne vede la ragione. DOVE STA SCRITTO E PERCHE’LA CRITICA RADICALE ALL’IDEOLOGIA POLITICAMENTE CORRETTA che noi portiamo avanti CON FORZA DOVREBBE PREVEDERE UN’ APERTURA IDEOLOGICA E POLITICA AI FASCISTI?
A che pro? Perché? Per quale ragione? Il fatto che io individui come un avversario l’ideologia politicamente corretta e l’attuale “sinistra”, significa che io dovrei fare un’ alleanza con gente che ha dei valori e un orizzonte completamente opposto al mio e che in ultima analisi è uno strumento di quello stesso sistema di dominio che io sto combattendo (democraticamente, s’intende…)?
Guardate che i “fascisti del terzo millennio” non hanno mica mutato il loro modo di pensare e di vedere le cose. Nelle loro sedi c’è sempre in bella mostra il capoccione del duce, i libri più letti sono sempre quelli di Evola sulla teoria della razza, e se c’è la possibilità di dare una lezione a qualche immigrato non se la fanno di certo scappare.
Il loro impianto ideologico (il sottoscritto non parla MAI per sentito dire…) è sempre lo stesso, anche se un po’ camuffato con i soliti discorsi (che facevano pure Pino Rauti, Stefano Delle Chiaie, Franco Freda, ecc. ) sul superamento dei concetti di destra e sinistra. I “camerati del terzo millennio” continuano ad essere: antiuniversalisti, antiegualitari, antidemocratici, anticomunisti, antisocialisti, ultraidentitari (in senso razzista), interclassisti, nazionalisti (e interclassisti), portatori di una concezione ultragerarchica delle relazioni sociali e umane (appunto perché convinti sostenitori del concetto di diseguaglianza ontologica fra gli umani che deve tradursi sul piano delle relazioni sociali e politiche; del resto sarebbe un controsenso se così non fosse…), fautori della difesa della stirpe e quindi appartenenza di sangue. Il loro presunto anticapitalismo e anti imperialismo è soltanto una sorta di geopoliticismo in chiave nazionalistica; è la nostalgia del vecchio stato nazione interclassista, reazionario e vetero borghese fondato sui valori di cui sopra. Il loro concetto di comunità non ha NULLA a che vedere con il mio per le stesse ragioni di cui sopra.
ULTIMA CONSIDERAZIONE molto importante anche se di ordine tattico (ma nel nostro caso deve avere valenza strategica): la critica radicale alla nuova ideologia politicamente corretta potrà essere efficace solo e soltanto se resterà saldamente ANCORATA a un determinato orizzonte ideale e valoriale sia pur ampio (che è quello contenuto nella nostra Carta dei Principi) e se non scopriremo il fianco a possibili sospetti di strani e ambigui flirt con determinati ambienti ed aree politiche e culturali, neanche per un nano secondo.
DI QUESTO SONO PIU CHE CONVINTO.
Mi pare peraltro di poter dire che questo modo di procedere ci ha fatti crescere nel corso degli anni sia numericamente che qualitativamente, vantiamo rapporti con esponenti politici e parlamentari, abbiamo ottenuto delle vittorie politiche come la presentazioni di interrogazioni parlamentari (altre ne faremo e ne stiamo già, preparando di comune accordo con i nostri referenti), abbiamo allacciato rapporti culturali con l’ambasciata di un importante paese sudamericano, altri ne allacceremo e non solo nel quadrante latinoamericano, siamo cresciuti in modo esponenziale in visibilità, il nostro sito sta aumentando giorno dopo giorno il numero dei visitatori e non solo in Italia ma in tutto il mondo, soprattutto dagli USA e dalla GB ma anche dalla Russia e dall’India, abbiamo rapporti e siamo stimati e osservati con grande attenzione da tutti i movimenti e le associazioni dei padri separati, abbiamo fondato ufficialmente da tempo la nostra associazione con la quale prevediamo di promuovere anche dei progetti, stiamo per lanciare sul web un nuovo giornale di cui il sottoscritto sarà direttore responsabile.
Ergo, stiamo marciando tutto sommato a gonfie vele e ciò significa che sia la strategia che la tattica sono corrette.
Ero partito da solo aprendo un blog e ora siamo una realtà molto ricca e vivace di uomini che agisce concretamente nella realtà. Non mi sembra poco.

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RobbazzorR 12:51 pm - 20th Agosto:

L’ utente sopra ha espresso divinamente e con dovizia di particolari cio’ che io penso in merito all’ argomento. Ma una cosa vorrei rimarcare; che il fascismo sia parallelo a un’ alternativa umanistica allo status quo….Solo un idiota puo’ concepirlo. Da Mussolina a hiltler a Pino Chet, tutti inviati dal capitalismo come controrivoluzionari reazionari

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