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03 Mag 2013  |  33 Commenti

La Boldrini e l’anarchia…

La Boldrini non ha fatto a tempo a sedersi dove l’han messa che già si attiva per campagne di censura della libertà di espressione sul WEB: “Basta con l’anarchia!”.

La Presidente della Camera è l’unica funzione così alta e sublime sul globo terrestre che non sopporta luci e ombre del WEB?

L’unica al Mondo presa di mira dalla Rete per cui si indigna e la vuole sotto controllo?

E con questa precisissima frase in odio all’anarchia (incredibile esordio contro una nobilissima tradizione libertaria che rivive anche nel WEB) ha svelato, assai ingenuamente, la funzione e il programma che abbiamo ormai da tempo imparato essere attribuito al movimento femminista in cambio del potere: consolidare la casta, organizzare la repressione più pervasiva, intimidire chiunque pensi di resistere.

E naturalmente in primis, oggetto di tanta cura affettuosa, i motori di spinta di ogni effettivo cambiamento storico: quei violentixnatura di maschi.
Queste brave ragazze, ancorchè si agitino in modo davvero fuori luogo e fuori tema, sono solo le militanti femministe che ritengo siano di prassi fatte infilare nei gangli decisivi dello Stato così che le funzioni originarie siano stravolte e sottomesse ai progetti di riallineamento ideologico delle masse e repressione.

Sono le mosche cocchiere si sarebbe detto un tempo: hanno il compito di presidiare un’area ad alta visibilità e credibilità istituzionale, ma al fine poi di creare su comando il caso, le occasioni costruite ad arte.

Ma ripeto: tutto è già pronto da tempo perchè operazioni di questo genere, come i casus belli delle guerre recenti e prossime, non hanno più distinzione tra politica estera e politica interna: sono su vastissima scala e il piano e la finalità è il medesimo. Pertanto non si improvvisano e richiedono una seria e lunga preparazione. L’arte connessa a questa scienza vuole poi che appaiano estemporanee, nate sul caso singolo, sull’onda dell’emozione, cui poi segue la campagna violentissima dei giornali.

Come quella che sta gestendo l’Unità che oggi , non trovando altre tragedie degne di nota all’orizzonte, ripropone il ventennale trucco scandalistico di proporre la cronaca nera degli omicidi in cui sono coinvolte anche donne, come unico orizzonte esistente della violenza e del male.
Per fare che cosa?

Quello che l’Unità e tutta la stampa sta già facendo: chiedere a gran voce censure, leggi speciali, un ferreo clima di repressione e controllo.

Secondo voi frega qualcosa delle donne a costoro?

O hanno il gigantesco problema di chiudere ogni canale del dissenso e intimidire chiunque non si allinei?

Di qui a breve penso che vedremo dure restrizioni alla libertà di espressione in Italia e un durissimo, quanto inutile, giro di vite normativo in tema di ordine pubblico.


33 Commenti

mauro recher 10:18 am - 4th Maggio:

L’ho scritto anche su uomini beta facebook, bisogna capire la linea di confine tra il lecito o no…per colpa di 4 dementi (non saprei nemmeno come definirli) che hanno fatto fotomontaggi davvero sgradevoli (a dire il vero non li ho visti ma tutti hanno confermato la gravità) se ne vanno in mezzo anche altri, ma il problema diventa la critica, per esempio un gruppo come il nostro che fa della critica politica sulla persona possa essere scambiato per qualcosa di più grave e quindi oscurato …il problema è davvero tutto li.
Ovviamente i gruppi femministi hanno approvato con piacere questa presa di posizione, non deve dare meraviglia visto come sono inclini alla censura, anzi alla censura costruttiva, perchè se uno entra con epiteti offensivi è preso ad esempio della cultura maschilista e patriarcale ,come dire “vedete come sono gli uomini” …
p.s Ed a noi, che ci dicono cessi ,sfigati e rancorosi ,ovviamente c’è lo meritiamo https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gif

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cesare 3:26 pm - 6th Maggio:

Amico Mauro, qualcuno mai del potere se ne è fregato di fotomontaggi? oppure è il pensiero critico di cui ci si preoccupa? i fotomontaggi si trovano anche sui “tolotti delle fiere di paese” un euro ogni tre tiri, e in 3D al Carnevale di Viareggio e diverte la gente: il potere si è sempre compiaciuto delle prese in giro popolari, le ha tollerate, talvolta promosse. E il WEB è anche assimilabile ad una fiera e ad un Carnevale. Invece non è mai mancata la mira del potere e anche assolutamente precisa, contro il pensiero critico che sveglia la mente della gente. La Boldrini fa politica da anni: la distinzione la conosce: e’ il WEB, il WEB che pensa, il target delle sue indignazioni che si risolvono in concretissime quanto incredibili intimidazioni poliziesche o le caricature carnevalesche?
Grande sembra la voglia delle lobby femministe, dei cui desiderata la Boldrini manifesta di essere interprete e militante, di chiudere la bocca a chi non sta allineato al pensiero unico. Intanto hanno fatto capire: a chi “rompe” spediamo a casa la polizia. Bella sinistra davvero sinistra! Del resto non manca certo di tradizioni repressive! non fa a tempo a raccattare qualche seggiola che si fa prendere dalla foga? Se non ora quando si può anche tradurre: o li facciamo tacere adesso o mai più?

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Alessandro 6:36 pm - 6th Maggio:

La vocazione autoritaria del neofemminismo è oramai sotto gli occhi di tutti coloro in grado di osservare la realtà per quella che è, senza paraocchi ideologici.
La censura è una tentazione a cui è difficile resistere per chi sta in alto, ma ciò che è nuovo, in questo caso, è la motivazione addotta per ottenerla, la sua forma sessuata, una novità assoluta. Vogliamo la censura in internet, viene detto, per tutelare le donne, stop; vogliamo la censura televisiva di ciò che non ci aggrada per tutelare la dignità delle donne, stop; la “dignità delle donne” diventa il grimaldello con cui penetrare ovunque e controllare soprattutto il “quarto potere”: controllalo e avrai la società in pugno.
In ogni caso mi tolgo il cappello dinanzi alla straordinaria capacità che il neofemminismo ha dimostrato nell’utilizzare internet: questa sua incredibile ascesa non sarebbe stata minimamente possibile senza l’ausilio del nuovo arrivato tra i mezzi di comunicazione. Fino all’avvento di internet il neofemminismo era un insieme disgregato di associazione non in comunicazione tra loro, con internet si è trasformato in un’ irresistibile “macchina da guerra”. Adesso punta a imporre la sua “dolce dittatura” e questa è una “battaglia” che sa essere determinante.

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mauro recher 7:25 pm - 6th Maggio:

Sono d’accordo con te Alessandro e chi minimizzava internet come un ritrovo di “segaioli” si deve un pochino rivedere,non a caso un movimento che ha superato i partiti tradizionali è nato appunto dalla rete, però dai ,vediamo anche il bicchiere mezzo pieno ,senza internet non ci sarebbe UOMINI BETA e altre realtà (seppur ancora pochi) ..certo il neo femminismo su questo ha fatto passi da gigante ,ma è stato aiutato da un “silenzio assordante” degli uomini (cosa che abbiamo ripetuto più volte) ..seguito da un politicamente corretto da vomito ,terreno fertile per espandersi

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Alessandro 7:53 pm - 6th Maggio:

Condivido le tue osservazioni, Mauro. Giusto anche evidenziare gli aspetti positivi.

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Pappagallus Merdaceus 9:11 pm - 6th Maggio:

Internet ha rinforzato il femminismo (di merda) e l`antifemminismo. Basta fasciarci la testa, amici. La Boldrini appena arrivata ha gia`rotto il cazzo con la sua rivoltante ipocrisia, e questo non e`un segno di forza, ma di debolezza. Quando ci renderemo conto che siamo nella merda ma potenzialmente siamo piu`forti noi di queste ipocrite?https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_negative.gif

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Roberto Micarelli 10:46 pm - 6th Maggio:

Ancora non esiste tecnicamente la possibilità di oscurare una voce sul web, non vi preoccupate, ci sono soluzioni. Inoltre non credo che siano tanto ingenui da farci pubblicità gratuita.
In ogni caso, ho sempre considerato il web un’arma a doppio taglio che da un lato ti dà la possibilità di esprimerti liberamente ma dall’altro fa apparire meno importante l’azione nel mondo reale, la costituzione di comitati locali, la diffusione di testi stampati, il contatto diretto con le persone. Il web non ti dà solo forza ma anche debolezza, quindi anche se la QM non potesse più avere, ipoteticamente, voce sul web, per noi potrebbe addirittura rivelarsi un vantaggio. Quando credi in un’idea e quell’idea ha un forte riscontro storico, niente può fermarti. Se non lo fai tu lo fa un altro, se non lo fa un sito lo fa una diversa organizzazione. La cosa va avanti.

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Roberto Micarelli 12:02 am - 7th Maggio:

Credo inoltre che se non ci sarà una inversione di tendenza della quale purtroppo non c’è traccia, la QM o meglio, le QM, avranno sempre meno difficoltà a diffondersi, troveranno sempre meno resistenza nella gente comune. Personalmente questo mi fa sentire il peso di una responsabilità, piccola quanto volete ma cogente: lavorare perché la rivendicazione non abbia valore distruttivo bensì costruttivo; partecipare a un progetto dove la questione sia posta in riferimento a un’idea politica e sociale più ampia. Per questo considero unico nel suo genere il lavoro fatto finora da Marchi. Qualcuno potrebbe pensare che lui abbia portato divisione senza però forse considerare bene che la divisione, a un certo punto, superata la pars destruens, è necessaria. Necessaria perché se non c’è pluralismo, di proposte, valori, culture, allora significa che non c’è né libertà né democrazia. Io la vedo così’.

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Fabrizio Marchi 7:28 am - 7th Maggio:

Roberto Micarelli,

Sono d’accordo con Roberto. Se è vero che il web da l’opportunità di comunicare, di scambiarsi informazioni “alternative” e soprattutto fuori del circuito mediatico istituzionale, e quindi in tal senso è sicuramente una grande risorsa, è pur vero che dall’altra è una sorta di grande contenitore virtuale che potrebbe portare a canalizzare il dissenso in rete invece che proiettarlo all’esterno, nella vita reale. Non solo, ormai si tende a vivere un po’ tutto, compresa la socialità, da dietro uno schermo, isolati, nel chiuso della propria abitazione, peraltro dopo che si è stati per altre otto ore davanti ad un altro pc, quello dell’ufficio.
Tutto questo moltiplica all’ennesima potenza quel processo mira ad un individualismo esasperato, alla distruzione di una sana socialità, quella che si crea dal vivo, nella realtà. Un processo, questo, che il sistema ha interesse ad alimentare appunto per isolare sempre più le persone,ridurle ad una sorta di monadi, cioè individui “non sociali”, che smarriscono il senso stesso della socialità e della comunità. Perchè solo individui sociali e comunitari, che si guardano in faccia, si toccano, si “odorano”, parlano, scherzano, ridono, discutono fra loro, possono comunicare veramente, allacciare relazioni umane, che siano di amicizia, sentimentali ecc., costruire reti di solidarietà, affrontare in comune le diverse problematiche così come quelle condivise, organizzarsi, creare comitati civici, movimenti, partecipare e dare il proprio contributo attivamente. In poche parole vivono, e vivono veramente, non virtualmente.
E non dimentichiamo che senza questa dimensione sociale e comunitaria la democrazia stessa va a farsi benedire. Per tutte queste ragioni insisto molto sulla necessità di creare momenti e luoghi di incontro e condivisione (cosa che abbiamo già fatto e stiamo portando avanti…) e di dare sempre più una dimensione concreta e viva, nel senso pieno del termine, al nostro movimento (e in generale invito a farlo a tutti).

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Fabrizio Marchi 7:58 am - 7th Maggio:

Roberto Micarelli,

Mi piacerebbe chiarire un punto che mi sembra importante. Si possono avere idee radicali e portarle avanti con convinzione, senza per questo essere necessariamente degli estremisti.
Spesso, se non quasi sempre, questi due concetti, quello di radicalità e quello di estremismo, vengono sovrapposti se non addirittura identificati.
E’ un errore madornale che molti commettono. E invece si può essere “moderati” e al contempo estremisti, così come si può essere radicali senza essere necessariamente estremisti. Si potrebbero, come al solito, portare migliaia di esempi ma credo che ciascuno possa ricavarseli da solo.
Uomini Beta è un movimento che ha una sua “weltanschaung” (orizzonte culturale), come si suol dire, e quindi in quanto tale assume necessariamente un punto di vista “parziale”, né potrebbe essere altrimenti. Ma questo vale per tutti, sia chiaro, anche e soprattutto per quelli che pretendono di poter assumere un punto di vista universale. In realtà è proprio nel riconoscimento delle rispettive “parzialità”, e quindi nel riconoscimento della dialettica che si invera il processo democratico.
E quindi anche in questo caso Roberto ha centrato perfettamente il nodo della questione: non c’è alcun dubbio sul fatto che noi siamo portatori di idee e posizioni “radicali” ma non c’è altrettanto dubbio sul fatto che non siamo affatto degli estremisti.

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cesare 11:25 am - 7th Maggio:

Ecco una felice dimostrazione (offerta da Carla del Ponte l’ex procuratore del Tribunale penale internazionale e membro della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulle violazioni di
diritti umani in Siria) che se il femminismo egemonizza la politica e impone il pensiero e l’agire unico, sono le persone poi che hanno il potere di fare la Storia (“la Storia siamo noi”), anche se contano nulla (come ciascuno di noi) oppure hanno incarichi di rilevantissima portata. La distinzione di genere conta nulla di fronte alla personale ricerca e testimonianza della verità, se si ama la Verità. Onore e gloria pertanto alla signora Carla Del Ponte la quale affermando che a lei risulta che sono i ribelli ad usare armi chimiche, e non il regime di Assad, si è messa, una persona sola, contro la campagna mediatica guerrafondaia e nientedimeno contro quella compagnia di guerrafondai (e perdipiù e perlopiù anche guerrosessisti) a comando che sembra diventata l’ONU. Per inciso: adesso vediamo alla prova la nostra ministra degli esteri circa quale posizione intenderà assumere a fronte di queste notizie su chi usa il Sarin, decisive quale casus belli per l’intervento USA/ONU in Siria (e in Iran).

http://www.ilmondo.it/esteri/2013-05-06/siria-carla-del-ponte-accusa-ribelli-hanno-usato-gas-sarin_248236.shtml

“Ginevra, 6 mag. I ribelli siriani hanno fatto uso di
gas sarin nel conflitto in corso nel Paese. Lo ha affermato l’ex procuratore del Tribunale penale internazionale e membro della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulle violazioni di
diritti umani in Siria, Carla Del Ponte.
Secondo le testimonianze che abbiamo ricevuto, i ribelli hanno utilizzato armi chimiche, facendo uso di gas sarin”, ha detto Del Ponte, in un’intervista alla radio svizzera italiana nella notte tra domenica e lunedì”.

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Roberto Micarelli 3:21 pm - 7th Maggio:

Cesare, a proposito di Siria,.cito testualmente repubblica:

Cauta la posizione italiana: “Non ritengo esistano soluzioni militari possibili in Siria, almeno nell’immediato” ha detto a Londra il ministro degli Esteri Emma Bonino dicendosi convinta che la via di uscita alla crisi nel Paese debba essere “politica”. Il ministro ha sottolineato come “la situazione in Siria sia drammaticamente insopportabile”, e come in questo momento serva “evitare di fare ulteriori danni”. “Quello che è certo – ha aggiunto – è che tutti speriamo in una soluzione politica. Ma spingere in questa direzione significa anche fare in modo che le forze sul terreno siano più equilibrate”

Un esempio di falso pacifismo imperialista: la soluzione politica non è quella di invitare le opposizioni a trattare col governo bensì quella di armare le opposizioni contro il governo “forze sul terreno più equilibrate”.
Per un attimo m’è venuto il dubbio che stessi leggendo una dichiarazione di Erdogan e invece no, era proprio la Bonino.

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Fabrizio Marchi 5:01 pm - 7th Maggio:

Roberto Micarelli,

Esatto, Roberto…l’unica cosa che mi meraviglia è…la tua meraviglia…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_smile.gif
La Bonino è da sempre una “guerrafondaia umanitaria”, non è certo una novità…non a caso è stata messa a fare il Ministro, pardon, la Ministra degli Esteri.
Stanno prendendo tempo, la situazione in Siria si rivela molto più complessa del previsto e devono stare attenti a come si muovono, anche perchè sia la Russia che la Cina hanno già espresso una posizione nettamente contraria ad un possibile intervento della N.A.T.O. nell’area (la Russia ha anche una base militare in Siria…). Negli ultimi tempi, inoltre, appare sempre più chiara la natura ambigua dell’opposizione armata al regime di Assad, nei confronti del quale, sia chiaro, non ho mai avuto nessunissima simpatia (ricordo fra le altre chicche del regime siriano, il massacro dei palestinesi a Tall El Zataar nel 1976) . Resta il fatto che la destabilizzazione della Siria è stata voluta e appoggiata dagli USA e dalla N.A.T.O. e ha la Turchia, e ora anche Israele (che ha fatto sentire la sua voce giorni fa con un bombardamento in pieno territorio siriano) come base operativa.
In ogni caso la Bonino è solo un pupazzo, dichiara ciò che le dicono di dichiarare. Punto e stop.

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Roberto Micarelli 5:09 pm - 7th Maggio:

Esatto, Roberto…l’unica cosa che mi meraviglia è…la tua meraviglia…


Pensa che la mia meraviglia mi meraviglia pure a me! smile

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Pappagallus Merdaceus 10:46 pm - 7th Maggio:

Solita storia…vado in giro per “un paese estero” e vedo un giornale gossipparo in edicola con un titolo https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wacko.gifa nove colonne…su una madre che ha accoppato i suoi pargoli. In Italia certe notizie le relegano a pagina venti, come dicevo, e pompano a manetta tutte quelle dove crepano le femmine. Glielo spiega qualcuno alla Boldrini? sad

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Roberto Micarelli 11:37 pm - 7th Maggio:

In che paese?

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Pappagallus Merdaceus 1:05 am - 8th Maggio:

Roberto Micarelli,

La Perfida Albione

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cesare 9:41 am - 8th Maggio:

Stavo pensando che come viene gestito oggi il cosiddetto problema degli omicidi in cronaca nera, ovvero la trasformazione di ogni episodio di omicidio di una donna nella espressione della tendenza omicidiaria del genere maschile verso la donna (vedi l’impostazione che mi sembra caratterizzi gli ultimi annunci del governo), oltre che una follia insensata nei fatti, di fatto trasferisce la cronaca nera in un piano completamente diverso (altra follia): quello della guerra. Delinea cioè due parti in guerra, un aggressore il genere maschile e un aggredito, il genere femminle, dalla parte del quale lo Stato e il Governo si schierano. Scenario di guerra dicevo, o sbaglio? Non credo di sbagliarmi: si tratta di una tendenza che già è presente ed è ufficialmente riscontrata in politica estera, per cui da tempo la guerra è la prosecuzione della lotta al crimine di cronaca nera (vedi gli stupri come casus belli in Libia), e la cronaca nera è letta come la nuova forma asimmetrica di guerra (vedi lo stupro di guerra assimilato ad un’azione di guerra). A mio avviso questo comporta la perdita, cosa gravissima, di una distinzione fondamentale, tra disposizioni organizzative, armi, e teorizzazioni relative alla gestione dell’ordine pubblico e disposizioni organizzative, armi, e teorizzazioni relative alla guerra (tra cui,piccolo particolare, quest’ultima richiede la dichiarazione di guerra e l’uso delle regole di guerra). Da cui deriva il rischio che Ministero degli interni e Ministero della difesa,cominciano ad avere pericolosissime soprapposizioni di linguaggio, di teorizzazioni, di persone e funzioni. E le due aree, popolazione interna e popoli esterni, finiscono per appartenere senza soluzione di continuità, al medesimo piano, quello del “nemico”. Nella Storia un esempio di questo sviluppo: la Santa Alleanza di fatto era al tempo stesso alleanza militare preposta a trattare sia Stati sia popolazioni interne che assumessero la configurazione di “nemici”. Mi sembra stia avvenendo anche adesso. Per esempio è lecito cominciare a domandarsi: le manganellate promesse e già in distribuzione a studenti e operai a quanto in percentuale debbono trovare giustificazione politica e morale nella “natura femminicida” di studenti e operai, ovvero alla guerra di genere in quanto maschi,e quanto alle “tradizionali ragioni” per cui il potere distribuisce le manganellate a chi protesta? C’è o no il rischio di una efficace azione sinergica tra i due tipi di motivazioni?
In conclusione,a mio avviso, riproporre per la relazione di genere e le dinamiche passionali deragliate in crimine, gli schemi adottati per le guerre civili (la lotta di classe) o le guerre vere e proprie, significa affrontare in una prospettiva totalmente sbagliata il problema. Il che di solito ha come conseguenza un pesante aggravamento della situazione.E’ aiutare i due generi a convivere meglio in un periodo gravissimo di crisi su tutti i piani? oppore è il modo per ottenere esattamente il contrario? e allora: “chi vuol bene davvero alle donne” e agli uomini?
Oltre a ciò si ottiene un altro grave risultato: la emersione di tutte le domande inesorabilmente poste da qualunque scenario di conflitto che venga interpretato come guerra, fra cui quella terribile (e ahimè quante volte fondata): è un casus belli apposta creato? è una provocazione? da cui poi l’altra terribile domanda: cui prodest?

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cesare 4:24 pm - 8th Maggio:

Mi domando a ulteriore intergrazione del mio post precedente: ha senso mettere le persone qualunque e le loro relazioni conflittuali sul piano personale dall’ambito loro proprio della cronaca bianca o nera che sia, all’ambito improprio della guerra tra i generi con lo sviluppo che questa poi ha, non solo all’interno, ma soprattutto nell’ambito dei significati inerenti il piano delle tensioni nelle relazioni internazionali? I nostri folli politici al seguito delle avanguardiste (al sicuro) del movimento “le donne (le altre) allo sbaraglio” si rendono conto di queste implicazioni? oppure la “categra” sotto il proprio sedere val bene una messa (funebre) in più?

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Pappagallus Indignatus 5:02 pm - 8th Maggio:

Cesare, cui prodest non lo so…so solo che forse e` il caso di andarsi a rifugiare sui monti, certi segnali denunciano una offensiva in arrivo di un tipo mai visto…a livello strategico sono ottimista, a livello tattico non molto…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_sad.gif

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Etro92 12:14 pm - 4th Giugno:

La boldrini con queste dichiarazioni è uscita allo scoperto e chi vuole censurare ha la coda di paglia.Probabilmente nelle mire di chi vuole censurare il web ci sono anche i siti sulla questione maschile,ma anche se dovessero fare questo è letteralmente impossibile far sparire un’informazione da internet e dai computer di tutti i visitatori del mondo.Detto questo,cosa direste se oltre a fare un convegno nazionale,che da quanto ho letto penso già si faccia,fossimo presenti sul territorio regionale(facendo convegni regionali)?

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Fabrizio Marchi 2:16 pm - 4th Giugno:

Etro92,

Assolutamente d’accordo, Etro, in qualche modo abbiamo già iniziato a farlo, a Roma ci siamo incontrati più volte e siamo ormai in contatto quasi quotidiano. Se riuscissimo ad organizzarci nellos tesso modo anche nelle altre regioni è più che positivo.

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Etro92 8:01 pm - 4th Giugno:

Mi fa piacere tu condivida la mia proposta,Fabrizio!Per quanto riguarda il convegno nazionale 2013 c’è già stato o si terrà?E quando?

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Fabrizio Marchi 7:29 am - 5th Giugno:

Etro92,

La prossima riunione nazionale, Etro, si terrrà a breve, molto probabilmente un sabato di luglio, non so ancora quale perchè dobbiamo decidere la data in base a una serie di questioni tecniche relative agli impegni personali e professionali di ciascuno di noi. Ma sicuramente entro luglio.
Ovviamente appena avremo sciolto i nodi tecnici avvertiremo tutti per tempo, e cioè accadrà nelle prossime settimane. La riunione sarà aperta a chi vorrà partecipare senza per questo necessariamente aderire al movimento. Anche perchè è nostra intenzione in quella sede “licenziare” un documento unitario da sottoporre a tutte le altre associazioni e movimenti maschili, sul tema del femminicidio, della criminalizzazione del maschile, della Convenzione di Istanbul e dell’attacco antidemocratico, sessista a e razzista in atto, al fine di una mobilitazione comune contro questa deriva antidemocratica e illiberale in corso ormai da tempo.
La riunione durerà una giornata intera, dalla mattina al pomeriggio intonro alle 18 o anche più, a seconda delle esigenze, ma comunque in tempo per dar modo a quelli che devno ripaetire la sera stessa con il treno. Per cui chi viene da molto lontano deve trascorrere una notte o al massimo due, qui a Roma. Il gruppo romano cercherà di fare in modo di ospitare alcuni nelle proprie abitazioni (a casa mia ne posso ospitare due, se avrò la possibilità tecnica posso mettere a disposizione un altro appartamento che può ospitare sette persone ma non ne sono sicuro…), un piccolo sforzo lo chiederemo anche agli altri amici romani e per quelli che non riusciremo ad ospitare, suddivideremo le spesa dell’albergo fra tutti. In ogni caso quelli che vengono all’incirca da Bologna, Firenze o Napoli (al limite anche da Milano, volendo, ormai se non erro il freccia rossa impiega tre ore e mezza, quindi se uno lo prende alle 6,30 alle 10 è a Roma), possono venire e tornare in giornata (ci sono treni a tutte le ore dalle 6 del mattino alle 22). Quelli che vengono da più lontano, come dicevo, saranno in qualche modo ospitati. Per quelli che non riusciremo ad ospitare (ma credo che riusciremo a trovare una soluzione per tutti) suddivideremo fra noi le spese dell’alloggiamento in un albergo o in b&b.
Comunque, non vi preoccupate che sarete alloggiati e sfamati…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wink.gif

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Luigi Corvaglia 9:31 pm - 19th Settembre:

Ma guarda cosa mi tocca! Essere d’accordo con “Il Giornale” ….. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gif
Boldrini sull’orlo di una crisi di nervi: chi mi critica offende tutte le donne
…….
Vietato criticare la zarina della Camera. Il leader del Movimento 5 Stelle la accusa di essere “un oggetto di arredamento del Potere” e lei la butta sull’offesa sessista
Domenico Ferrara – Gio, 19/09/2013 – 20:35
Tra il rispetto delle istituzioni e la censura c’è una bella differenza. Ma Laura Boldrini non conosce mezze misure e riesce a enfatizzare e a trasportare su un altro piano – totalmente inappropriato – un’offesa personale, sicuramente deprecabile, ma non associabile al genere femminile.
Ricapitoliamo. Beppe Grillo sfodera dal suo blog l’ennesimo atto d’accusa nei confronti del presidente della Camera: “Rispetto, non voglio sentire i queruli rimproveri di una signora che dal suo scranno tratta i nostri rappresentanti come degli scolaretti. Chi le dà questa autorità? La Boldrini, un oggetto di arredamento del Potere, non è stata eletta, ma nominata da Vendola”.

Una pioggia di solidarietà femminile bipartisan scende sul dibattito politico derubricando il post a “offese inaccettabili e incivili, accuse rozze e volgari”. Tutto condivisibile, per carità, ma la risposta della Boldrini non entra nel merito della questione, anzi trascende e va oltre: “Grazie alle parlamentari di diversi partiti per la solidarietà contro un’offesa a tutte le donne. Grazie a chi sta twittando #siamoconlaura”. Chi critica e offende la Boldrini, dunque, offende tutte le donne. Un’equazione quantomeno pericolosa, una discriminazione al contrario che rischia di diventare un precedente rischioso. Basta una critica o un’offesa a una esponente delle istituzioni di genere femminile per essere tacciati di machismo e sessismo? O vale solo per la Boldrini?

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giovanni carducci 6:23 am - 20th Settembre:

bb che non lo traduco brigitte bardot ma ..basta boldrinii!!

Luigi Corvaglia:
Ma guarda cosa mi tocca! Essere d’accordo con “Il Giornale” ….. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gif
Boldrini sull’orlo di una crisi di nervi: chi mi critica offende tutte le donne
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Vietato criticare la zarina della Camera. Il leader del Movimento 5 Stelle la accusa di essere “un oggetto di arredamento del Potere” e lei la butta sull’offesa sessista
Domenico Ferrara – Gio, 19/09/2013 – 20:35
Tra il rispetto delle istituzioni e la censura c’è una bella differenza. Ma Laura Boldrini non conosce mezze misure e riesce a enfatizzare e a trasportare su un altro piano – totalmente inappropriato – un’offesa personale, sicuramente deprecabile, ma non associabile al genere femminile.
Ricapitoliamo. Beppe Grillo sfodera dal suo blog l’ennesimo atto d’accusa nei confronti del presidente della Camera: “Rispetto, non voglio sentire i queruli rimproveri di una signora che dal suo scranno tratta i nostri rappresentanti come degli scolaretti. Chi le dà questa autorità? La Boldrini, un oggetto di arredamento del Potere, non è stata eletta, ma nominata da Vendola”.

Una pioggia di solidarietà femminile bipartisan scende sul dibattito politico derubricando il post a “offese inaccettabili e incivili, accuse rozze e volgari”. Tutto condivisibile, per carità, ma la risposta della Boldrini non entra nel merito della questione, anzi trascende e va oltre: “Grazie alle parlamentari di diversi partiti per la solidarietà contro un’offesa a tutte le donne. Grazie a chi sta twittando #siamoconlaura”. Chi critica e offende la Boldrini, dunque, offende tutte le donne. Un’equazione quantomeno pericolosa, una discriminazione al contrario che rischia di diventare un precedente rischioso. Basta una critica o un’offesa a una esponente delle istituzioni di genere femminile per essere tacciati di machismo e sessismo? O vale solo per la Boldrini?

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Luigi Corvaglia 7:39 pm - 20th Settembre:

Luigi Corvaglia,
ho commentato a quest’articolo: http://www.repubblica.it/politica/2013/09/20/news/boldrini_dura_replica_a_grillo_coi_talebani_pensavio_di_aver_visto_tutto-66985303/?ref=HREC1-1
e stranamente il commento è passato.
…………..
Da non grillino ed (ormai) ex sostenitore attivo di costoro devo dire che Grillo in questo caso è stato persino riduttivo. Non è la sola Boldrini ad essere “oggetto di arredamento del potere“. Lo è tutta questa sinistra. Un gruppo impazzito di veri e propri nemici del popolo realmente esistente. Hanno sciolto il popolo reale e ne hanno nominato un altro composto da culto dei migranti, gay prides, golpismo moralistico, ideologia dei diritti umani, antifascismo in assenza del fascismo. In realtà sono la clava “culturale” del sistema turbo-capitalistico che sta strozzandoci. Oramai siete questo: http://www.lospiffer­o.com/cronache-marxi­ane/se-il-capitalism­o-diventa-di-sinistr­a-9837.html
Niente di più. Niente di meno.
…………………
Si lo so, ho “copiato” le parole di Preve ma non sarei riuscito a dirlo meglio.

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Mauro Recher 8:53 pm - 20th Settembre:

Desolante Il tweet di Vendola comunque , ma adesso una donna non può sbagliare ? Se sbaglia un uomo giustamente ,lo facciamo presente , e allo stesso modo non può sbagliare o essere criticata una donna ? ma in quel caso è perchè sei maschilista , ma qui siamo ai limiti della razza ariana , cioè perfetta ….

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armando 10:44 pm - 20th Settembre:

tutti siamo uguali, ma le donne un po’ più uguali degli altri
arm

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Luigi Corvaglia 10:58 am - 22nd Settembre:

GRILLO E I GAY – ComeDonChisciotte
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Dal Post:
E torniamo all’oggi. Intanto, sfatiamo un equivoco: che la legge contro l’omofobia serva, finalmente, a stroncare le, altrimenti impunite, violenze contro gli omosessuali. Non è così. Nel nostro attuale ordinamento legislativo, e nella giurisprudenza dettata dalla Cassazione, già sono previste aggravanti per crimini commessi contro persone in quanto ritenute omosessuali; e numerose, recenti, sentenze lo attestano. Quello che, invece, si vuole proporre (si veda, ad esempio, la proposta Scalfarotto) è una legge che, estendendo i criteri della famigerata Legge Mancino (che punisce i cosiddetti “crimini d’odio”) riproporrà lo stesso apparato legislativo, presente, ad esempio, in Francia dal 2004 e che, volendo punire duramente chi “promuove la discriminazione razziale o fondata sul genere” ha contribuito non poco al trionfo del Front National e di altri gruppi reazionari e omofobi. E per di più, questa legislazione – che, ovviamente, combatte anche l’”antisemitismo” – è servita per sbattere in galera attivisti colpevoli unicamente di mobilitarsi contro la pulizia etnica condotta dallo stato di Israele.
continua su ComeDonChisciotte ….

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Luigi Corvaglia 1:38 pm - 23rd Novembre:

Sono triste per Preve ma non posso esimermi dal segnalare quest’articolo sulla Boldrini, uscito sul Giornale:
“Mi ribellavo ai fratelli” Ecco l’infanzia difficile secondo la Boldrini
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Serve carattere, il resto viene. Dev’essere stata dura per lei, sessantottina a scoppio ritardato (è nata nel ’61), ma poi ce l’ha fatta, ha vinto. È riuscita a farsi strada nonostante una famiglia benestante, un’educazione borghese, buone parentele, entrature giuste, buoni studi e bei viaggi, insomma una sfilza di privilegi. Ma l’importante non è quello, ovviamente, è ribellarsi, sennò sarebbero capaci tutti.

Lei non ha esitato, da bambina, a scontrarsi col padre, avvocato, «un uomo riservato, studioso, solitario, tradizionalista, molto religioso, amante della campagna e della musica classica», spirito conservatore che spesso si esprime in latino o greco e che cozza col fuoco rivoluzionario della giovane figlia. «I suoi princìpi non si coniugavano con la mia curiosità» dirà la Boldrini per spiegare le origini della sua rivolta casalinga. «A vent’anni prende lo zaino e salta su un aereo per andare in Venezuela a lavorare in una finca de arroz, un’azienda di riso», raccontano le agiografie della presidente di Montecitorio. Lei, cocciuta ventenne, non vuole più saperne del casale di famiglia a Jesi e di quella vita agiata ma provinciale. No, lei vuole raccogliere il riso, con le caviglie dentro l’acqua, come le contadine sudamericane che è venuta a osservare tipo animali esotici.

Chiede ad un agronomo «amico di famiglia» (ah, averceli gli amici di famiglia) e trova la finca de arroz che fa per lei, in quel di Calabozo, paesino del Sud venezuelano.

Eppure niente, stranamente non la scambiano per campesina ma per una ricca occidentale in gita equosolidale, e la accomodano dietro una scrivania, in un ufficio (ma lei rimane «molto colpita dallo stile di vita ripetitivo e privo di orizzonti dei campesinos»). Per quella ribellione, comunque, il padre non le parlerà «per otto anni».

La giovane Boldrini nel frattempo gira il Sudamerica, attraversa il Costa Rica, Panama, l’Honduras, il Guatemala, il Messico, un tour avventuroso e ribelle che però non si conclude né a Tegucigalpa né a Caracas, ma nella più confortevole New York, prima di tornare a ribellarsi in Italia. Precisamente all’università La Sapienza di Roma, mandata a studiare Giurisprudenza per ereditare la professione dal padre (non quella della mamma, insegnante di storia dell’arte e antiquaria), come usa nelle famiglie bene.

I maligni di internet – che sulla Boldrini si accaniscono con speciale perfidia – incrociano cognomi e parentele per sconfessare il mito della donna ribelle «che si è fatta da sé», e rivelare piuttosto la classica parabola da radical chic, che ama gli ultimi ma nella vita parte avvantaggiata. Falsa la parentela con Arrigo Boldrini, partigiano (nome di battaglia Bulow), ex parlamentare Pci, vera invece – lo ha scritto Perna nel suo ritratto sul Giornale – quella con Massimo Boldrini, ex vicepresidente dell’Eni, amico di Enrico Mattei. Nel 1986 diventa giornalista pubblicista, facendo rassegna stampa all’Aise (Agenzia Italiana Stampa e Migrazione) ma anche – aggiungono le voci malevole in cerca di raccomandazioni nella sua brillante carriera – all’Agi, agenzia giornalistica di proprietà dell’Eni. Quindi alla Rai, come precaria, ma pur sempre alla Rai, dove è difficile entrare senza amicizie. Nell’88 è nella produzione, come assistente, del programma di RaiDue Cocco, regia di Francesco Pingitore, quello del Bagaglino. Proprio lei che trova disdicevole l’uso del corpo femminile in tv, e umiliante persino la rappresentazione delle mamme che servono la cena a casa, e che per questo si è guadagnata un Tapiro d’oro da Striscia. Poi, dopo la Rai, i massimi onori all’Onu e quindi la presidenza della Camera. Grandi successi, nonostante l’infanzia difficile.

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cesare 4:51 pm - 22nd Aprile:

Però fratelli la Boldrini è straordinaria: se Re Mida trasformava in oro tutto ciò che toccava, lei trasforma in commedia dell’arte ogni situazione in cui entra: dalla riunione dell’Alto Commissariato ONU diventata gita con moroso “moroso” rispetto al passaggio aereo gratuito, alla trasformazione della Presidenza della Camera in rissosa portineria, alle misure di sicurezza trasformate in expertise di parole crociate sul web e in concorso di bellezza a scegliere l’agente di scorta più adeguato, passando per la pratica delle “apparizioni” in tutte le piazze, le prediche su qualunque argomento da lacrime scandalizzate, e le colossali sparate in ossequio alla sua personalissima missione di suffragetta del femminismo, seduta sulla sedia della terza carica dello Stato.
Non è un caso se Giazz la trasmissione satirica su Canale 5 si è ispirato a queste situazioni per creare un nuovo personaggio da commedia dell’arte: la bimbetta insipiente. E a passare alla Storia sarà senz’altro questo personaggio.
Gracias por la tua querida presienza comandanta Presidenta!

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