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20 Mag 2012  |  218 Commenti

DDL n. 3390: sulla soggettività femminile e “femminicidio” – Discutiamone

PREMESSA

Il 4 luglio 2012 è stato presentato in Senato,  il disegno di legge DDL 3390 denominato “Norme per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio“.  Il testo ufficiale, al momento,  non è ancora stato pubblicato nel sito del Senato (http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/38611.htm).  Si trova però, in rete,  un documento intitolato “bozza ddl 3390” che potete reperire anche  qui. Posto che comunque non è un documento ufficiale è utile che se ne parli. Che ne parliamo, innanzitutto.

Si tratta di una questione seria, serissima, che volenti o nolenti ci riguarderà. Come uomini, ma soprattutto come Movimento Maschile. Da questo l’idea di strutturare questo post come un work in progress.  Non verranno quindi riportate le premesse della senatrice Serafini, consapevoli che queste, da sole, alimenterebbero dibattiti e polemiche già affrontate in questa o altre sedi  coinvolte nella QM (premesse comunque liberamente consultabili al link di cui sopra), ma nell’immediato “poco produttive”.

Si riporterà invece la proposta di articolato. Articolo per articolo, comma per comma. Con due obiettivi: di divulgazione e di contro-proposta.

E proprio in relazione a quest’ultimo obiettivo sarebbe auspicabile che gli interventi ed  i commenti, si concentrassero su di un articolo, un comma del ddl n. 3390 analizzando, criticando, approfondendo, proponendo. Questo senza nulla togliere al discorso globale di critica dello stesso ddl.  Work in progress perché proposte, critiche,  analisi, andranno a costituire le fondamenta di una nostra autonoma ed articolata contro-piattaforma sull’argomento.

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BOZZA DDL 3390

Norme per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio

Capo I – Obiettivi

Art. 1. – (Princìpi e finalità)

1. La presente legge è volta a contrastare ogni tipo di violenza e discriminazione di genere, in quanto lesiva della libertà, della dignità, dell’inviolabilità e della sicurezza della persona.

2. Ai fini della presente legge, si intende per:

a)  “ discriminazione di genere”: ogni distinzione o limitazione basata sul sesso, o sull’orientamento di genere, che abbia l’effetto o lo scopo di compromettere o annullare il riconoscimento, il godimento o l’esercizio da parte di ogni individuo dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, culturale, civile, o in qualsiasi altro campo;

b)  “ violenza di genere”: ogni molestia, o atto persecutorio, o percossa, o lesione dell’integrità psicofisica, basato sul sesso o sull’orientamento di genere o su una concezione discriminante connessa all’identità di genere della persona.

3. La presente legge promuove, in particolare, i diritti e la dignità delle donne e prescrive misure volte a contrastare ogni forma di femminicidio, inteso quale negazione della soggettività femminile.

Capo II – Formazione, informazione, sensibilizzazione, promozione culturale

Art. 2 – (Misure per la promozione, da parte dei media, della soggettività femminile)

1. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e il Ministro per le pari opportunità promuovono l’adozione, da parte del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti e degli operatori radiofonici, di un codice di deontologia denominato “Codice dei media per la promozione della soggettività femminile”, recante principi e prescrizioni volti a promuovere, nell’esercizio dell’attività giornalistica, nei messaggi pubblicitari, nei palinsesti e nelle trasmissioni radiofonici, il rispetto della dignità delle donne e della soggettività femminile, nonché a prevenire ogni forma di violenza di genere o di femminicidio. Tale codice impegna a non rappresentare la donna come oggetto sessuale, a non diffondere comunicazioni che associno il sesso alla violenza, e a sensibilizzare l’opinione pubblica in merito al significato e contenuto del concetto di uguaglianza e pari dignità dei generi, nonché in merito alla violenza di genere come fenomeno sociale.
2. Il codice di cui al comma 1 è recepito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottato ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti e periodicamente aggiornato con la procedura di cui al medesimo comma 1.
3. Nei casi di inosservanza dei divieti sanciti dal codice di cui al comma 1, la Commissione per i servizi e i prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, previa contestazione della violazione agli interessati ed assegnazione di un termine non superiore a quindici giorni per le giustificazioni, delibera l’irrogazione della sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 250 a 2.500 euro e, nei casi più gravi, la sospensione dell’efficacia della concessione o dell’autorizzazione per un periodo da tre a trenta giorni. Della violazione dei suddetti divieti è data senza ritardo notizia al l’organo titolare del potere disciplinare ai fini dell’adozione dei conseguenti provvedimenti.
4. All’articolo 36­bis, comma 1, lettera c), numero 2), del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 e successive modificazioni, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “o di genere”

Art. 3 – (Campagne di sensibilizzazione, informazione e formazione)

1. Al fine di contrastare efficacemente il fenomeno degli atti persecutori e della violenza contro le donne, le prefetture­ uffici territoriali del Governo possono promuovere, nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio, protocolli d’intesa tra soggetti istituzionali quali province, comuni, aziende sanitarie, consigliere di parità, uffici scolastici provinciali, forze dell’ordine e del volontariato che operano sul territorio.
2. I protocolli di cui al comma 1 hanno come obiettivo:

a)    l’analisi e il monitoraggio del fenomeno degli atti persecutori e della violenza di genere;

b)    lo sviluppo di azioni finalizzate alla prevenzione e al contrasto di tale fenomeno, attraverso mirati percorsi educativi e informativi;

c)    la formazione degli operatori del settore;

d)    la promozione dell’emersione del fenomeno, anche tramite iniziative volte a facilitare la raccolta delle denunce;

e)    l’assistenza e il sostegno alle vittime della violenza in tutte le fasi susseguenti al verificarsi di un episodio di violenza.

3. Le amministrazioni pubbliche, nell’ambito delle proprie competenze promuovono iniziative, campagne e attività di sensibilizzazione, formazione e informazione volte alla prevenzione della violenza di genere e del femminicidio in ogni loro forma.
4. Le amministrazioni pubbliche di cui al comma 3, nell’ambito della disciplina vigente in materia di formazione, promuovono iniziative e appositi moduli formativi sulla violenza di genere, mirando alla valorizzazione della pari dignità sociale tra uomo e donna e alla promozione della soggettività femminile.

Art. 4 – (Iniziative scolastiche contro la violenza e la discriminazione di genere)

1. Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio, può promuovere, nell’ambito dei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado, iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione contro la violenza, la discriminazione di genere e il femminicidio e per la promozione della soggettività femminile, che conferiscano agli studenti autonomia e capacità d’analisi, ai fini della promozione di una reale autodeterminazione dei generi, anche attraverso un’adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo.

Art. 5 – (Statistiche sulla violenza)

1. Nel titolo II del libro II del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, dopo l’articolo 24, è aggiunto il seguente:

«Art. 24­bis. – (Statistiche sulla violenza).

1. Ai fini della progettazione e della realizzazione di politiche di contrasto alla violenza e alle discriminazioni di genere e del monitoraggio delle politiche di prevenzione, l’Istituto nazionale di Statistica, sulla base di finanziamenti dedicati, assicura lo svolgimento di una rilevazione statistica sulla discriminazione e la violenza di genere fisica, sessuale, economica, psicologica, atti persecutori e sui maltrattamenti in famiglia, che ne misuri le caratteristiche fondamentali e individui i soggetti più a rischio con cadenza almeno quadriennale. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanarsi di concerto con i Ministri della giustizia e dell’Interno entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge e non avente natura regolamentare, sono indicate le variabili fondamentali da descrivere.

2. La rilevazione dei dati relativi ai reati accertati e denunciati, condotta dal Ministero della Giustizia e dal Ministero dell’Interno, prevede la disaggregazione per genere, età e cittadinanza, sia degli autori che delle vittime, e la relazione tra autore e vittima, rendendo i dati fruibili e garantendone la qualità, secondo quanto previsto dal decreto di cui al comma 1.
3. L’istituto nazionale di Statistica , ai fini della costruzione di un sistema informativo sulla violenza sulle donne, integra i dati prodotti dal Ministero della Giustizia, dell’ Interno, della Salute, nonché dal Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dai centri anti violenza e da tutti gli enti che possono produrre dati utili alla conoscenza e descrizione del fenomeno, coordinando gli stessi nella raccolta, secondo quanto previsto dal decreto di cui al comma 1.

Capo III – Tutela delle vittime di violenza

Art. 6. – (Tutela della donna vittima di delitti contro la personalità individuale e la libertà sessuale)

1. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ciascuna questura è tenuta ad assicurare la presenza, nei propri uffici, di una quota di personale di sesso femminile, titolare di una formazione specifica in materia di delitti contro la personalità individuale e la libertà sessuale, competente a ricevere le denunce o querele da parte di donne vittime di uno o più dei delitti previsti dalla sezione I del capo III del titolo XII del libro II del codice penale e dagli articoli da 609­bis a 609 ­octies e 612­bis del medesimo codice, nonché dei reati di cui all’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75.
2. La quota di personale di cui al comma 1 è stabilita dal Ministero dell’interno con proprio decreto da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.
3. Il decreto di cui al comma 2 stabilisce altresì le caratteristiche e le modalità di organizzazione dei corsi di formazione professionale in materia di tutela delle vittime dei delitti di cui al comma 1, comprensivi anche di una formazione specifica in materia di tutela e assistenza delle vittime minorenni dei medesimi delitti. La partecipazione ai corsi di cui al periodo precedente è condizione per lo svolgimento delle funzioni di cui al comma 1.
4. Ciascuna donna, anche minorenne, che intenda presentare presso una questura denuncia o querela per uno o più dei delitti di cui al comma 1, di cui affermi essere vittima, ha il diritto di farsi assistere, qualora, debitamente informata della possibilità, dichiari di volersene avvalere, dal personale di cui al medesimo comma 1, anche nelle fasi successive alla presentazione della denuncia o della querela.

Art. 7 – (Nuclei specializzati per l’assistenza delle vittime di violenza di genere)

1. Le aziende ospedaliere e le aziende sanitarie locali, assicurano l’attivazione di almeno un nucleo specializzato per i problemi correlati alla violenza di genere.
2. Il nucleo specializzato di cui al comma 1, al fine di assicurare assistenza integrata alle vittime di violenza, garantisce l’intervento di personale sanitario adeguatamente formato per l’accoglienza, l’assistenza e la cura delle vittime della violenza. L’assistenza richiesta garantisce oltre agli interventi per la cura della persona vittima, l’adeguata effettuazione di esami, prelievi e refertazione, che possono essere utilmente prodotti come prove della violenza in un eventuale fase giudiziaria.
3. Il personale sanitario operante presso il nucleo specializzato di cui al comma 1 segue corsi di formazione appositamente organizzati.
4. Ogni struttura ospedaliera e azienda sanitaria assicura che almeno una parte del personale sanitario sia adeguatamente formato per l’accoglienza, l’assistenza integrata e la cura delle vittime della violenza. La formazione di tale personale è realizzata, secondo quanto previsto dal Ministro della salute con proprio decreto, emanato di concerto con i Ministri della giustizia e del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, attraverso dei seminari organizzati da esperti specializzati nella prevenzione della violenza di genere e sostegno alle vittime provenienti dai consultori pubblici, senza costi aggiuntivi per la finanza pubblica. Nelle rete dei consultori pubblici o nelle unità sanitarie è possibile individuare le professionalità adeguate agli scopi di questo disegno di legge.
5. L’équipe specializzata, secondo quanto previsto dal decreto di cui al comma 4, può predisporre piani di organizzazione annuale e di aggiornamento, richiedere l’appoggio di professionalità esterne al servizio pubblico come le organizzazioni non governative e le case e i centri delle donne, la cui professionalità nell’appoggiare le donne vittime di violenza si è resa evidente nella loro esperienza sul campo. In quest’ottica l’équipe può costituire un punto di riferimento anche per la formazione del personale tirocinante proveniente dall’università.

Art. 8. – (Tutela lavorativa e previdenziale)

1. Le vittime di violenza di genere hanno diritto alla riduzione e alla riorganizzazione dell’orario di lavoro, alla mobilità geografica e alla sospensione dell’attività lavorativa con conservazione del posto di lavoro.
2. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali di concerto con il Ministro per le pari opportunità, emana, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un regolamento a tutela dei diritti lavorativi delle vittime di cui al comma 1, per:

a)    la rimodulazione delle misure assistenziali e previdenziali, con particolare riferimento all’età anagrafica ed al livello contributivo e retributivo delle lavoratrici;

b)    la predisposizione di indennità di disoccupazione totale o parziale;

c)    la previsione di incentivi ai datori di lavoro che assumono donne vittime di violenza.

Art. 9 – (Modifiche al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286)

Al comma 1 dell’articolo 18 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, dopo le parole: «di un procedimento», sono inserite le seguenti: « per taluno dei delitti previsti dalla sezione I del capo III del titolo XII del libro II del codice penale ovvero dagli articoli 572, 581, 582, 583­bis, da 609­bis a 609­octies e 612­bis del medesimo codice, ovvero» e dopo le parole: « per effetto dei tentativi di sottrarsi» sono inserite le seguenti «alla violenza o agli abusi, ovvero».

NOTE: estensione della sfera di applicazione del permesso di soggiorno ex articolo 18 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, anche alle vittime di violenza o abuso sessuali, ovvero di maltrattamenti in famiglia e stalking


Art. 10. – (Modifiche alla legge 8 novembre 2000, n. 328)

1. All’articolo 22 della legge 8 novembre 2000, n. 328, al comma 2, dopo la lettera e), è inserita la seguente:  «e­bis) misure di sostegno alle donne vittime di violenza sessuale, atti persecutori e di maltrattamenti che consentano anche l’allontanamento dal nucleo familiare quando ciò si renda necessario».

NOTE: ricomprensione, all’interno dei livelli essenziali delle prestazioni di accoglienza e socio­assistenziali, delle attività volte a fornire misure di sostegno alle donne vittime di violenza sessuale, stalking e di maltrattamenti


Art. 11.  – (Intervento in giudizio)

1. Nei procedimenti per taluno dei delitti previsti dagli articoli 570, 571, 572, 609­bis, 609­quater, 609­octies e 612­bis del codice penale, ovvero dalla sezione I del capo III del titolo XII del libro II del codice penale, il centro antiviolenza che presta assistenza alla persona offesa può intervenire in giudizio ai sensi degli articoli 91 e seguenti del codice di procedura penale.
2. Nei procedimenti per taluno dei delitti previsti dall’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75, ovvero per taluno dei delitti di cui all’articolo 380, comma 2, lettere d) e d­bis), del codice di procedura penale, nei quali la persona offesa sia stata destinataria di un programma di assistenza ed integrazione sociale ai sensi dell’articolo 18 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, ovvero di interventi nell’ambito del programma speciale di assistenza di cui all’articolo 13 della legge 11 agosto 2003, n. 228, l’ente locale o il soggetto privato che ha prestato assistenza alla persona offesa nell’ambito dei suddetti programmi possono intervenire in giudizio ai sensi degli articoli 91 e seguenti del codice di procedura penale.

NOTE: riconoscimento della possibilità, per il centro che abbia assistito la vittima di violenza sessuale, maltrattamenti, tratta, stalking e altri delitti contro la personalità individuale o contro la famiglia o la libertà sessuale, di costituirsi nel giudizio penale.


CAPO IV  – Case e centri delle donne

Art. 12  – (Disposizioni in materia di case e centri delle donne)

1. Le case e i centri destinati all’accoglienza, all’ospitalità o alla residenza temporanea, i centri d’ascolto, di accoglienza, di consulenza legale e psicologica, di raccolta dati, di informazione e di ricerca, di seguito denominati «case e centri delle donne», che agiscono senza fini di lucro e sono autonomi nelle metodologie, nei progetti, nella gestione e nelle modalità di rapporto con le istituzioni pubbliche o private, assicurano sostegno e solidarietà ad ogni donna, cittadina italiana o straniera, quali siano la sua razza, etnia, religione o luogo di provenienza e di residenza.
2. Le case e i centri delle donne di cui al comma 1 si avvalgono di competenze appositamente acquisite e maturate nelle pratiche e nell’esperienza dell’accoglienza.

3. L’attività delle case e centri delle donne persegue i seguenti obiettivi:

a)    offrire solidarietà ed accoglienza ad ogni donna che a essi si rivolga e, su sua richiesta, ricorrendo le condizioni previste dalla legge, ai suoi figli minori;

b)    predisporre progetti di uscita dalla violenza mediante una relazione tra donne che renda ogni singola donna protagonista di un percorso autonomo;

c)    sperimentare, studiare ed affinare le pratiche e le competenze al fine di prevenire la violenza e superarne i danni, favorire un’educazione alla non violenza, formare consulenti d’accoglienza per le case e i centri delle donne nonché operatrici ed operatori sociali esterni;

d)    favorire e promuovere interventi di rete, sia con l’insieme delle istituzioni, associazioni, organizzazioni, enti pubblici e privati, sia con l’insieme delle competenze e delle figure professionali, al fine di offrire le differenti risposte, in merito alle diverse tipologie di violenza, ai danni inferti e a come essi agiscono sulle singole donne, siano esse cittadine italiane o straniere.

Art. 13.  – (Gestione delle case e dei centri delle donne)

1. La gestione delle case e dei centri delle donne è assicurata attraverso convenzioni tra gli enti locali e i loro consorzi ed una o più associazioni o cooperative di donne, che perseguono, esclusivamente o in prevalenza, le finalità di cui all’articolo 12. Nelle convenzioni può essere previsto l’apporto di idoneo soggetto bancario, anche già convenzionato con l’ente locale, al fine di garantire la regolarità delle erogazioni e la continuità del servizio.
2. Le associazioni e le cooperative di cui al comma 1 assicurano la gestione delle case e dei centri delle donne attraverso proprio personale opportunamente formato e redigono annualmente una relazione sull’attività svolta da presentare agli enti locali e ai loro consorzi.
3. Alle erogazioni liberali a favore delle case e dei centri delle donne si applicano le disposizioni di cui all’articolo 15, comma 1­bis, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni.
4. Per le finalità di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, e successive modificazioni, nell’ambito dei settori rilevanti, e in particolare nel settore dell’assistenza alle categorie sociali deboli le case e i centri delle donne possono esercitare, con contabilità separate, imprese direttamente strumentali ai propri fini.

Art. 14.  – (Fondo nazionale di cofinanziamento)

1. È istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, un apposito fondo destinato al cofinanziamento degli interventi di cui alla presente legge, con le seguenti finalità:

a)    finanziamento della programmazione regionale a favore degli interventi di cui alla presente legge;

b)    finanziamento degli interventi in corso alla data di entrata in vigore della presente legge;

c)    promozione di nuovi interventi.

2. Al fondo di cui al comma 1 affluiscono, secondo modalità definite con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, da emanare, entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, il 5 per cento delle disponibilità del Fondo unico giustizia di cui all’articolo 61, comma 23, del decreto­legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

3. A favore delle regioni, anche a statuto speciale, e delle province autonome di Trento e di Bolzano che redigono entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge un programma triennale per favorire l’attività delle case e dei centri delle donne, che preveda finanziamenti o conferimenti di beni o di strutture, possono essere disposti trasferimenti a carico del fondo di cui al comma 1.

4. Alle province, ai comuni e ai loro consorzi che stipulano o hanno già stipulato alla data di entrata in vigore della presente legge le convenzioni di cui all’articolo 2, è riservato, a titolo di cofinanziamento dello Stato, almeno il 50 per cento delle disponibilità annuali del fondo di cui al comma 1. I presidenti delle province e i sindaci dei comuni destinatari dei cofinanziamenti sono tenuti ad iscrivere nei rispettivi bilanci triennali, con distinte specificazioni, lo stanziamento di spesa per il finanziamento delle convenzioni derivante dal trasferimento e quello di cofinanziamento provinciale o comunale.

5. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i presidenti delle province e i sindaci delle aree metropolitane e dei comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti presentano al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, anche ai fini del cofinanziamento, un programma per la promozione di nuove case e centri delle donne ai sensi della presente legge, con i relativi schemi di convenzione.
6. Entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e dell’Unione delle province d’Italia (UPI), il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, approva, con proprio decreto, la ripartizione del fondo di cui al comma 1 per il primo triennio di attuazione della presente legge, sulla base della popolazione delle regioni, della distribuzione territoriale del servizio come definito dalla presente legge, dei progetti di sviluppo delle case e dei centri delle donne su base territoriale. Sono escluse dalla ripartizione le regioni che non hanno provveduto agli adempimenti di cui al comma 3, nei termini ivi indicati. Le regioni possono disporre, con legge regionale, anche al fine di attivare il cofinanziamento del fondo di cui al comma 1, finanziamenti, incentivi ed agevolazioni nonché l’utilizzo di disponibilità per investimenti presso conti correnti di Tesoreria.

7. Al termine di ogni esercizio finanziario, le eventuali somme assegnate agli enti locali e territoriali e non utilizzate possono essere riassegnate, con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, alla realizzazione di programmi regionali o di specifici progetti locali rientranti nelle finalità di cui alla presente legge.
8. Al termine del primo triennio di attuazione della presente legge, le eventuali somme assegnate e non utilizzate sono computate in aggiunta alle somme del fondo di cui al comma 1 disponibili nel successivo triennio di attuazione.

CAPO V  – Norme penali

Art. 15  – (Modifiche agli articoli 609­bis e 609­ter del codice penale in materia di circostanze).

1. All’articolo 609­bis del codice penale, il terzo comma è sostituito dal seguente: «Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi. Ai fini della concedibilità dell’attenuante il giudice valuta, oltre all’intensità del dolo e alla materialità del fatto, le modalità della condotta criminosa, il danno arrecato alla parte offesa».
2. All’articolo 609­ ter, primo comma, numero 2), del codice penale, dopo le parole: «stupefacenti o» sono inserite le seguenti: «comunque idonee a ridurne la capacità di determinarsi, o».
3. All’articolo 609 ­ter, primo comma, del codice penale, il numero 5) è sostituito dai seguenti:

«5) nei confronti di persona della quale il colpevole sia l’ascendente, il genitore anche adottivo, il tutore;

5­bis) nei confronti di persona della quale il colpevole sia il coniuge, il convivente o comunque la persona che sia o sia stata legata da stabile relazione affettiva anche senza convivenza;

5­ter) nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni diciotto, quando il colpevole sia persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato o che abbia, con quest’ultimo, una relazione di convivenza;

5­quater) nei confronti di donna in stato di gravidanza;

5­quinquies) all’interno o nelle immediate vicinanze di istituto d’istruzione o di formazione frequentato dalla persona offesa ».

4. All’articolo 609­quater del codice penale, il quarto comma è sostituito dal seguente: «Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi. Ai fini della concedibilità dell’attenuante il giudice valuta, oltre all’intensità del dolo e alla materialità del fatto, le modalità della condotta criminosa, il danno arrecato alla persona offesa.”

Art. 16  – (Modifiche all’articolo 612­bis del codice penale)

1. All’articolo 612­bis del codice penale, al secondo comma, le parole: “legalmente separato o divorziato” sono sostituite dalle seguenti: “, anche separato o divorziato, ”

NOTE: estensione dell’aggravante prevista per il reato di stalking anche ai casi in cui l’autore del reato sia il coniuge o il coniuge separato solo di fatto (invece oggi tale aggravante si applica al solo coniuge divorziato o legalmente separato, per effetto di un emendamento PDL al testo)

Art. 17  – (Modifiche alla legge 13 ottobre 1975,n. 654, e al decreto­ legge 26 aprile 1993,n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205).

1. All’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1:

1) la lettera a) è  sostituita dalle seguenti:

« a) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico;

a­bis) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati su opinioni politiche, sulle condizioni personali o sociali ovvero sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere »;

2) alla lettera b), le parole: « o religiosi » sono sostituite dalle seguenti: « , religiosi o fondati sulle opinioni politiche, sulle condizioni personali o sociali ovvero sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere »; b) al comma 3, le parole: « o religiosi» sono sostituite dalle seguenti: « , religiosi o fondati sulle opinioni politiche, sulle condizioni personali o sociali ovvero sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere ».

2. La rubrica dell’articolo 1 del decreto ­legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, è sostituita dalla seguente: « Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sulle opinioni politiche, sulle condizioni personali o sociali ovvero sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere ».
3. All’articolo 3, comma 1, del decreto ­legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, le parole: « o religioso » sono sostituite dalle seguenti: « , religioso o motivato dalle opinioni politiche, dalle condizioni personali o sociali ovvero dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere ».
4. All’articolo 6, comma 1, del decreto­ legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, dopo le parole: « comma 1, » sono inserite le seguenti: « ad eccezione di quelli previsti dagli articoli 609­bis e 612­bis del codice penale, ».
5. Il titolo del decreto legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, è sostituito dal seguente: « Misure urgenti in materia di discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o fondati su altre motivazioni ».

NOTE: estensione delle aggravanti per discriminazione previste, tra l’altro, dalla legge Mancino anche alle discriminazioni di genere

Art. 18  – (Previsioni di programmi di riabilitazione da parte dell’amministrazione penitenziaria)

1. L’Amministrazione penitenziaria realizza programmi specifici, tenuti da personale qualificato anche esterno al carcere, per i detenuti condannati per uno o più dei delitti previsti dalla sezione I del capo III del titolo XII del libro II del codice penale e dagli articoli da 609­bis a 609 ­octies e 612­bis del medesimo codice, nonché dei reati di cui all’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75, sulla base di quanto disposto dal Ministro della giustizia con proprio decreto da emanarsi, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 17 agosto 1988, n. 400.
2. A seguito dei primi tre mesi di trattamento, il magistrato può valutare la frequenza e l’applicazione del detenuto nell’ambito del programma ai fini della concessione dei permessi o della libertà condizionata

Art. 19 – (Priorità nell’esercizio dell’azione penale)

1. All’articolo 132­bis, comma 1, delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, dopo la lettera a) è inserita la seguente:

“a­bis)ai delitti previsti dalla sezione I del capo III del titolo XII del libro II del codice penale e dagli articoli da 609­bis a 609­octies e 612­bis del medesimo codice, nonché ai reati di cui all’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75;”

Art. 20  – (Copertura finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dalla presente legge, pari a 85 milioni di euro, si provvede a decorrere del 2013 a valere sui maggiori risparmi di spesa di cui al comma 2.
2. In aggiunta a quanto previsto dall’articolo 1, comma 01, del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, al fine di consentire alle amministrazioni centrali di pervenire ad una progressiva riduzione della spesa corrente primaria in rapporto al PIL, le spese di funzionamento relative alle missioni di spesa di ciascun Ministero sono ridotte in via permanente di un ammontare aggiuntivo pari a 55 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013. Le dotazioni finanziarie per le missioni di spesa per ciascun Ministero previste dalla legge di bilancio, relative agli oneri comuni di parte corrente sono ridotte in via permanente di un ammontare aggiuntivo di 30 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013.”

NOTA: Alcune parti dell’art. 18 potranno essere modificate dopo la promulgazione della legge di ratifica della Convenzione di Lanzarote.


218 Commenti

Luigi Corvaglia 3:39 pm - 21st Giugno:

Nominati e nominate in piena attività….. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_sad.gif

Contrasto alle violenze contro le donne


Disposizioni per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio

Ci mettessero tanto impegno per risolvere uno, dico uno, dei tanti problemi che abbiamo in questo momento … sad

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mauro recher 5:32 pm - 21st Giugno:

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Luigi Corvaglia 11:29 pm - 21st Giugno:

Come comunicatore, come narratore sento forte, urgente la necessità di rimettere al centro del racconto le nostre responsabilità di uomini.
Non mi è mai piaciuto Iacona. Anche quando si occupava e si occupa d’altro. Ma non sapevo spiegarmi il perché. Era una cosa di pelle.
Ora ho capito. Se lo dice da solo: è un narratore, un comunicatore. Alias un falsificatore, quanto meno un adulteratore di professione. Io ho sempre cercato e stimato il giornalista. Non l’affabulatore. D’altra parte come giornalista, nella mia personale graduatoria di stima, ha perso tutto il punteggio quando a LA7, nell’evidente tentativo di ingraziarsi le potenziali lettrici del suo libro, disse la panzana delle 400 donne morte all’anno in Spagna prima delle leggi dello pseudo-socialista Zapatero. In realta, in Spagna, e comunque numericamente molto lontano dai suoi numeri, un aumento di omicidi di donne si è verificato proprio grazie a quelle leggi.
Il processo di rimozione, a fronte di una cronaca che continua a raccontare la morte di queste donne, è nel nostro Paese talmente potente, che nessuna trasmissione di quelle di peso, cioè di quelle che parlano dei problemi nostri, economici, sociali, politici, ha mai messo al centro negli ultimi anni in prima serata per due ore il tema della violenza di genere. Questo è uno degli aspetti che mi ha spinto a fare questo lavoro d’inchiesta.
Svelata la natura del nostro non ci sarebbe granché da aggiungere. Un narratore, un affabulatore, sceglie un suo filo conduttore e segue quello. In questo caso il filo femminista. E s-piega la realtà con quello. Non si fa domande, non ha dubbi. Quindi ripeto tutt’altro che un giornalista. Però non ha pudore nel denominare il suo lavoro come lavoro d’inchiesta.

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pappagallulus 1:25 am - 22nd Giugno:

Luigi Corvaglia,

non conosco (come molte altre cose) il pover`uomo di cui parli, ma io credo da come lo descrivi che la definizione corretta per lui sia PENNIVENDOLO

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giovanni carducci 6:28 am - 22nd Giugno:

Luigi Corvaglia:
Come comunicatore, come narratore sento forte, urgente la necessità di rimettere al centro del racconto le nostre responsabilità di uomini.
Non mi è mai piaciuto Iacona. Anche quando si occupava e si occupa d’altro. Ma non sapevo spiegarmi il perché. Era una cosa di pelle.
Ora ho capito. Se lo dice da solo: è un narratore, un comunicatore. Alias un falsificatore, quanto meno un adulteratore di professione. Io ho sempre cercato e stimato il giornalista. Non l’affabulatore. D’altra parte come giornalista, nella mia personale graduatoria di stima, ha perso tutto il punteggio quando a LA7, nell’evidente tentativo di ingraziarsi le potenziali lettrici del suo libro, disse la panzana delle 400 donne morte all’anno in Spagna prima delle leggi dello pseudo-socialista Zapatero. In realta, in Spagna, e comunque numericamente molto lontano dai suoi numeri, un aumento di omicidi di donne si è verificato proprio grazie a quelle leggi.
Il processo di rimozione, a fronte di una cronaca che continua a raccontare la morte di queste donne, è nel nostro Paese talmente potente, che nessuna trasmissione di quelle di peso, cioè di quelle che parlano dei problemi nostri, economici, sociali, politici, ha mai messo al centro negli ultimi anni in prima serata per due ore il tema della violenza di genere. Questo è uno degli aspetti che mi ha spinto a fare questo lavoro d’inchiesta.
Svelata la natura del nostro non ci sarebbe granché da aggiungere. Un narratore, un affabulatore, sceglie un suo filo conduttore e segue quello. In questo caso il filo femminista. E s-piegala realtà con quello. Non si fa domande, non ha dubbi. Quindi ripeto tutt’altro che un giornalista. Però non ha pudore nel denominare il suo lavoro come lavoro d’inchiesta.

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mauro recher 7:20 am - 22nd Giugno:

questo un mio commento lasciato su “donne di fatto”
(riportato anche su facebook)
Forse sbaglio, ma ci pensavo proprio ieri ,guarda caso in un ennesima puntata dove la D’Urso (ho la “sfortuna” di ritornare a casa proprio a quell’ora, e i programmi non li scelgo io) parlava ancora di “strage di donne” (Ah Iacona ,le donne uccise sono 124 ,ma gli uomini sono quasi 400, se una è strage ,l’altro non so che termini usare) comunque ,ormai si sa che gli uomini sono violenti e assassini (sembra tutti dalla campagna martellante) ..quello che volevo dire era un esempio …passando per la strada di ritorno a casa ,c’è un traliccio dell’ alta tensione con la scritta “pericolo di morte” quindi se io tocco quel traliccio non ci faccio una bella figura …quindi ,facendo un paragone ,non ci fanno una bella figura nemmeno le donne ,ragioniamo ,gli uomini sono violenti e io mi ci metto insieme? E’ come toccare il traliccio

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pappagallulus 11:30 am - 22nd Giugno:

mauro recher,

UUUHHH!!! PER CARITA`! Non dire queste cose…e`come dire che le donne “se la cercano!” . Del resto lo sai benissimo che oltre che assassini furiosi, bramosi di sangue femminile come vampiri, siamo anche TUTTI demoniaci ingannatori, che “quando l`ho conosciuto sembrava meraviglioso e https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gif poi e` divettato un mottlo! Snif!”https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gif

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Luigi Corvaglia 5:33 pm - 27th Giugno:

Inchiesta bipartisan su femminicidio
Sottoscritta richiesta da tutti i gruppi parlamentari

….
(ANSA) – ROMA, 27 GIU – Una commissione bicamerale d’indagine sul fenomeno dei femminicidi che agisca attraverso l’ approfondimento di dati e ricerche esistenti, il monitoraggio sull’ attuazione delle normative regionali, statali, sovranazionali ed internazionali, la mappatura dei servizi territoriali di sostegno alle donne, il collegamento con le strutture e le associazioni e che alla fine formuli proposte legislative. E’ quanto propone un disegno di legge presentato al Senato da Pd, Pdl, Scelta civica, Sel e M5S.
…..

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Luigi Corvaglia 6:57 am - 2nd Luglio:

Una donna uccisa ogni tre giorni
I sei mesi di sangue dell’Italia

Nella prima metà dell’anno si registra un calo rispetto al 2012: il dramma femminicidio continua
….
RAPHAËL ZANOTTI
L’ultimo caso riguarda una donna albanese. Cologno Monzese, palazzina in via Einaudi 9. Lei ha 31 anni. Il marito 30. Litigano, per un’altra donna. E alla fine lei viene uccisa: gettata dal nono piano della palazzina, nessuna possibilità di salvezza. Ma poche ore prima era toccato a Marta Forlani, 50 anni, uccisa a Bra, nel Cuneese, con tre colpi di pistola dall’ex marito. Il motivo? Lei aveva organizzato una grigliata, l’ex marito aveva insistito per essere invitato. Lei aveva detto: “Non è il caso”. E lui le ha sparato. Davanti agli amici.

Due episodi brutali, in un solo giorno. La Convenzione di Instanbul è appena diventata legge in Italia. Servirà a tutelare le donne dalle violenze domestiche e dagli omicidi di genere. Ma la ferocia nei confronti delle donne non sembra diminuire. La strada è ancora lunga. Quest’anno ci sono state Fabiana, 15 anni, accoltellata e data alle fiamme dal fidanzato; Hrjeta, uccisa a colpi di pistola insieme al nuovo compagno; Olga, uccisa a infilata in un cartone abbandonato sul ciglio della strada e altre 63 come loro. Donne, vittime della violenza e di una cultura del possesso che le vede, spesso, prima vittime di percosse e persecuzioni. Quindi di omicidio.

I primi sei mesi del 2013 indicano un calo di questi episodi: 66 rispetto ai 76 del 2012. Ma non si può chiedere alla statistica una risposta a un problema che è, prima di tutto, culturale. Il lavoro di raccolta dati effettuato da La Stampa è ampio. Appositamente ampio. La definizione di femminicidio, come tutte le definizioni, è inflessibile e categorica. Ma come tutte le definizioni sembra zoppicare quando deve render conto dell’enorme varietà della casistica reale. Se non si hanno dubbi sul tremendo caso di Fabiana Luzzi, la 15enne uccisa dal proprio ragazzo a Corigliano Calabro, i confini si fanno più labili in altre occasioni. Può essere considerato femminicidio il caso di Marilena Ciofalo, uccisa con una pistola dalla propria compagna gelosa? E’ femminicidio il caso della madre uccisa dal figlio violento e con problemi psichici? Rientra nella casistica la drammatica strage compiuta da Mario Albanese che, geloso per la nuova relazione della ex, ha ucciso lei, il nuovo compagno, la figlia e il suo fidanzatino? Persino la rapina finita male di una prostituta, che a prima vista potrebbe essere catalogata come un caso di criminalità comune, può nascondere un femminicidio: i rapinatori hanno scelto la prostituta perché bersaglio relativamente facile o perché donna? E la violenza perpetrata su quel corpo sarebbe stata la stessa se la vittima fosse stata un uomo? La definizione scricchiola. Soprattutto quando è necessario indagare le motivazioni di menti che, spesso, vista l’efferatezza dei delitti, paiono ai più comunque e sempre folli.

Questo lavoro è ampio, ma non ha pretesa di essere esaustivo. Le schede sui singoli episodi non renderanno giustizia delle tante vite, uniche, scippate al loro futuro. Troverete episodi che potrebbero non rispondere subito alla definizione di femminicidio, altri immancabilmente mancheranno. Questo lavoro è una banca dati da interrogare e per interrogarsi, per cercare di approfondire un fenomeno che affonda le sue radici in un terreno più ampio, e purtroppo più fertile di quanto si pensi, di quello che anche le definizioni ufficiali possono fornire.

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Luigi Corvaglia 11:16 pm - 5th Luglio:

Poca cosa certo. Però ne escono sempre di più. Magari su piccole testate. Anche geograficamente delimitate. Ma intanto escono.
Non deve essere una bella sensazione per le nostre sessiste forcaiole.
Questo post in particolare si pone la Domanda da 100 milioni di euro (oops … pardon, da 85.000.000 €): FEMMINICIDIO… chi ci guadagna?

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Luigi Corvaglia 1:02 pm - 8th Agosto:

Il femminicidio è legge. Anzi decreto legge:
Femminicidio, approvato il decreto legge. Norme anche contro il cyberbullismo
Alfano: “Gli obiettivi sono prevenire i casi, punirli in modo certo e proteggere le vittime”.
……
ROMA – Il consiglio dei ministri, dopo circa due ore di riunione a Palazzo Chigi, ha approvato il decreto legge in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, il testo il cui obiettivo è soprattutto combattere il fenomeno della violenza sulle donne e il cosiddetto Femminicidio. L’annuncio è stato dato dallo stesso premier Enrico Letta con un tweet a seduta in corso: “L’avevamo promesso. Lo facciamo”.

Tra gli altri provvedimenti del governo, l’approvazione di un testo che consente interventi più agili in tema di protezione civile e di commissariamento delle Province; l’esame preliminare di due decreti legislativi che riguardano il personale militare e civile del ministero della Difesa e le revisione in senso riduttivo dell’assetto strutturale e organizzativo delle Forze armate e il regolamento recante riorganizzazione del ministero dello Sviluppo economico; un informativa del ministro per la Coesione territoriale sulla Programmazione del ciclo dei Fondi europei 2014-2020. Il consiglio dei ministri ha inoltre nominato Francesco Paolo Tronca nuovo prefetto di Milano. Tronca lascia il vertice del Dipartimento vigili del fuoco dove viene sostituito dal prefetto di Torino, Alberto Di Pace.

Il decreto anti-femminicidio – Il decreto, ha spiegato Letta nella conferenza stampa, si compone di 12 articoli: “Abbiamo approvato un decreto molto agile – ha detto – che interviene su temi essenziali. C’era bisogno nel nostro Paese di dare un segno fortissimo, ma anche un cambiamento radicale sul tema”. Letta si è detto “molto orgoglioso” del fatto che il “governo abbia deciso questo intervento”, il quale “deve dare un chiarissimo segnale di contrasto e di lotta senza quartiere” al fenomeno del femminicidio.

Cyberbullismo e tifo violento – La filosofia e il contenuto del provvedimento sono stati illustrati dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano: “Le norme hanno tre obiettivi: prevenire violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime”. Tra gli articoli ve ne sono dedicati alla repressione del cyberbullismo ed alla proroga di 3 anni (fino al giugno 2016) dell’istituto dell’arresto differito per il contrasto della violenza negli stadi.

Arresti per stalking – Il decreto, ha spiegato Alfano, “contiene la previsione dell’arresto in flagranza per i maltrattamenti e per lo stalking. I tribunali potranno adottare delle ‘corsie preferenziali’ per l’esame delle cause riguardanti i maltrattamenti”. E’ previsto inoltre il gratuito patrocino legale per chi è vittima di stalking o maltrattamenti e non si può permettere un avvocato. “Alle forze di polizia – ha aggiunto il ministro – viene data la possibilità di buttare fuori di casa il coniuge violento, se c’è un rischio per l’integrità fisica della donna. Dal punto di vista della prevenzione è importante, perché viene impedito a chi è violento in casa di avvicinarsi ai luoghi domestici”.

Pene più severe – Il decreto, tra le altre cose, aumenta di un terzo la pena se alla violenza assiste un minore di 18 anni e prevede maggiorazioni di pena se la violenza è commessa nei confronti di una donna in gravidanza o da parte del coniuge, anche se separato, e dal compagno, anche non convivente. “Stesso discorso varrà anche per il reato di stalking”, ha detto Alfano.

Querela irrevocabile – Altra novità importante, per Alfano, è che “una volta che è stata fatta la querela, quella querela è irrevocabile”. “Sottraiamo noi – ha sottolineato il ministro – la vittima al rischio di una nuova intimidazione tendente a farle ritirare la querela”. Una norma riguarda gli immigrati: sarà concesso un permesso di soggiorno per motivi umanitari agli stranieri che subiscono violenze in Italia.

Il ministro Cancellieri – “E’ molto importante richiamare l’attenzione sugli strumenti in difesa delle donne, il sentirsi parte di uno stato amico che li protegge: sono messaggi di grande attenzionene sull’universo femminile, sulla sensibilità e la delicatezza che vive una donna in questi momenti”. E’ il commento del ministro della giustizia, Anna Maria Cancellieri, sul varo del decreto legge.

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icarus 3:12 pm - 8th Agosto:

Ragazzi, a questo punto cosa vogliamo fare? Non possiamo permettere che in Italia si replichi quello che è successo in Spagna.

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Filippo 4:58 pm - 8th Agosto:

Ma qui nessuno si incazza di brutto?
Ma non vedete che è stata legalizzata la calunnia contro gli uomini? Qualsiasi pazza, o psicolabile, o astuta profittatrice, potrà con estrema facilità usare le forze dell’ordine e la magistratura per mettere in piedi “processi” contro uomini a lei invisi, magari rovinandoli, e senza che siano previste pene severe per chi calunnia! Oltre tutto un decreto incostituzionale, perché pone la donna su un piano di superiorità, non certo di parità di genere.

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Mauro Recher 5:19 pm - 8th Agosto:

Luigi ,hanno rimosso il tuo commento e devono approvare il mio (su donne di fatto) purtroppo non l’ho copiato ..iniziamo con la censura anche te però, dire “donne di fascio” laugh ….è la verità ma buttarla cosi in faccia non è da gentleman laugh

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Luigi Corvaglia 5:27 pm - 8th Agosto:

Mauro Recher,
Ho visto. Ma lo avevo salvato. Eccolo:

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Luigi Corvaglia 5:45 pm - 8th Agosto:

Filippo,
icarus,
Non è che qua si sia tutti contenti e felici. Tuttaltro. Ma incazzarsi e imprecare sul web risolve qualcosa?
Guardate che bisogna essere lucidi e guardare in faccia la realtà.
Purtroppo i processi sociali hanno un loro svolgimento, hanno i loro tempi ed i loro esiti.
E questo vale sia per loro che per noi.
Per quanto ci riguarda non possiamo, allo stato dell’arte, far altro che cercare di tenere accesa la fiammella della ragione. Sperando che pirma o poi prevalga.
Per quanto riguarda queste fasciste “de-genere” arriverà il loro tempo.
Come nell’aforisma di Brecht “quando passerano a prendere loro non ci sarà nessuno a protestare”.

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Luigi Corvaglia 5:53 pm - 8th Agosto:

Leggete qua: Femminicido, penalisti: misure demagogiche e inquietanti
….
Le anticipazioni sul dl licenziato oggi dal Consiglio dei ministri in materia di femminicidio, “segnano un nuovo e sempre più inquietante capitolo della insensata corsa al rialzo ingaggiata dalla maggioranza di governo con le peggiori istanze demagogiche provenienti dalle opposizioni in materia penale”. È il parere dell’Unione camere penali. “Dopo aver licenziato un dl annunciando misure per contenere l’eccessivo ricorso al carcere – si legge in una nota -, peraltro in massima parte abortite in sede di conversione, si rilanciano oggi nuove ipotesi di custodia cautelare, di arresto obbligatorio oltre ad una pioggia di inasprimenti di pena per reati oggetto di campagne giornalistiche ma dei quali si ignorano i dati criminologi. L’Unione camere penali da anni si batte perché il sistema delle sanzioni sia rivisto in base a criteri oggettivi, quali il rilievo del bene giuridico protetto dalla singola norma penale, invitando – con la migliore dottrina – ad evitare di legiferare sull’onda emotiva di fatti di cronaca o del bisogno di lanciare rassicurazioni di facciata all’opinione pubblica fomentata da campagne di stampa”. Per i penalisti “non è questo un modo serio di legiferare in campo penale, e non è con la gara a chi fa la faccia più feroce che si affronta il problema giustizia. Non per caso siamo agli ultimi posti delle classifiche mondiali: è il risultato di una produzione legislativa simbolica, emotiva, basata sul piccolo cabotaggio politico, ma sopratutto schizofrenica rispetto alle stesse analisi governative che pure ammettono il fallimento delle politiche carcerocentriche seguite negli ultimi vent’anni”.

L’introduzione di figure come l’anonimato dei denunciati, l’arresto obbligatorio per il reato di maltrattamenti in famiglia, l’espansione della cd flagranza differita, “fa arretrare il paese rispetto ad elementari standard di civiltà giuridica – fa notare l’Ucpi – che pensavamo acquisiti. Si tratta di figure che ribaltano il principio costituzionale della presunzione di innocenza, per di più in una materia, quella dei rapporti familiari, che si presta anche ad accuse strumentali sulla base delle quali domani si andrà direttamente in galera senza alcun filtro preliminare: uno scenario preoccupante che se accontenta le istanze dei forcaioli equamente distribuiti tra maggioranza ed opposizione certamente imbarbarisce il sistema”. Peraltro, per ragioni di “pura propaganda, si abusa per l’ennesima volta in tema di sicurezza, dello strumento del decreto legge, senza che vi siano i requisiti d’urgenza, mentre non lo si usa per questioni, come il sovraffollamento carcerario – si conclude – dove l’urgenza è sotto gli occhi di tutti. La già programmata astensione dalle udienze dei penalisti acquista oggi nuove ragioni”.

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Rino DV 6:39 pm - 8th Agosto:

Questi penalisti si sono accorti che …sta affondando lo stato di diritto e che si finirà direttamente in galera sulla base della denuncia (irrevocabile). Parlano persino di forcaiolismo. Bravi.
Ma non toccano il nocciolo, non fanno cenno alla fonte di questa degenerazione, ovviamente, perché non possono.
Quanto all’ira che questo scandalo intollerabile suscita, allo sdegno profondissimo che questo orrore provoca, io li ho spalmati su ogni giorno vissuto dal 1970 e lo distribuisco su quelli che mi restano.
Perciò si allevia il presente.
Certo, questa è un’altra giornata nerissima.
Tuttavia decenni fa io stavo peggio, quando sospettavo di essere il solo a vedere, sentire e capire e non c’era modo (prima del web) di sapere se in tutto il paese ve ne fosse anche solo un altro. Quella solitudine era terribile.
Oggi tutti sappiamo di non essere soli e di stare dalla parte della luce e della verità.
Non è poco.
RDV

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Fabrizio Marchi 9:18 pm - 8th Agosto:

Luigi Corvaglia,

“Per quanto riguarda queste fasciste “de-genere” arriverà il loro tempo”. (Luigi)
Nonostante il fatto che ci stiamo arrovellando da tempo, non abbiamo ancora trovato una soluzione al problema di trovare un altro termine che sostituisca in maniera appropriata il termine “femminismo”, che rimanda, nell’immaginario collettivo, ad una esperienza storica ormai esaurita e addirittura sepolta. Questo proprio quando il femminismo non solo è più vivo e vegeto che mai, ma è diventato addirittura ideologia (e prassi) dominante.
Continueremo ad arrovellarci finchè non avremo trovato una soluzione. Nel frattempo, a mio parere, credo che non sia affatto sbagliato chiamarle semplicemente fasciste. Qualcuno obietterà che già in molti definiscono le femministe come nazifemministe. Ma non è la stessa cosa. Il termine nazifemminismo odora molto, moltissimo direi, di boutade. E’ volutamente e dichiaratamente esagerato, iperbolico, e per questo diventa di fatto innocuo. Non è preso seriamente dagli avversari e dalla avversarie, appunto perché interpretato per quello che è: una provocazione.
Diverso è chiamarle fasciste. Per diverse ragioni. Intanto definirle tali gli fa capire che chi le apostrofa in tal modo non può essere un fascista, ovviamente, ma un antifascista. Questo è un primo punto fondamentale che non può non aprire delle contraddizioni, perché le/i mette di fronte ad alcuni fatti:
a) la critica non gli viene mossa da una destra “tradizionalista”, ma da qualcun altro che usa il loro stesso linguaggio perché comunque, chi più chi meno, chi più alla lontana, chi più da vicino, proviene dalla stessa area culturale e politica. La qual cosa non può risultare del tutto indifferente, se non altro perché qualche perplessità gliela pone;
b) chi ha orbitato o continua ad orbitare nella “sinistra” (ci capiamo…) sa che quella parola, “fascista”, ha assunto da sempre un significato (spregiativo) che va oltre la contingenza storico-politica. Di conseguenza essere definite fasciste non credo che le lasci indifferenti, né loro né i loro servi sciocchi.
c) come dicevo prima, il termine “fascista” è da un certo punto di vista meno pesante di “nazista”, ma da un altro, che è quello che a noi interessa, molto più pesante. Appunto perché, sempre come dicevo prima, non è interpretato come una provocazione bensì come un ‘accusa reale;
d) infatti, anche le persone di destra utilizzano in senso negativo il termine nazista, ma non udirete mai un uomo di destra utilizzare il termine “fascista” in forma dispregiativa, per insultare qualcuno. Questo si usa solo nel dizionario della sinistra perché rimanda ad un determinato immaginario.

In parole più povere, essere definite come fasciste le “ferisce” un pochino di più. Non saprei come dire, provo ad usare una metafora, gli “sporca il vestito”, gli “rovina la festa”, “non è un bel sentire”, va a toccare un tasto delicato, assai delicato. Essere tacciate di nazismo non le sfiora, non le tange minimamente, anzi, hanno ottimo gioco nel riderci sopra e nel trasformare in un boomerang questa accusa.
Non è così se gli si da delle fasciste. Credetemi.
Forse chi come me, e qui cominciano ad essere parecchi, ha fatto attività politica, ha militato in partiti, sindacati o organizzazioni della sinistra, sa cosa voglio dire.
Personalmente, d’ora in poi, fino a quando non avremo risolto l’arcano linguistico, credo proprio che comincerò a definirle fasciste. Ben consapevole che, da un punto di vista analitico, è assolutamente improprio definirle tali, però può avere una sua valenza dal punto di vista tattico.
Quindi, fasciste!

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Fabrizio Marchi 9:27 pm - 8th Agosto:

P.S. naturalmente, come ben sappiamo, il femminismo, in quanto alleato, complice, strumento e prodotto della SIA e del Capitalismo va ben oltre le categorie tradizionali di destra e sinistra e anche ben oltre le “vecchie” ideologie. Questo è ovvio e siamo i primi a sostenerlo.
Nondimeno, proprio per il significato simbolico metastorico e anche metapolitico che al termine “fascista”, è stato attribuito, credo che possa fare al caso nostro, in questa fase, da un punto di vista tattico.
Anche perché siamo solo agli inizi di una offensiva liberticida e illiberale che una volta non avremmo avuto nessuna esitazione a definire “fascista”.

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Luigi Corvaglia 9:40 pm - 8th Agosto:

Fabrizio Marchi: Anche perché siamo solo agli inizi di una offensiva liberticida e illiberale che una volta non avremmo avuto nessuna esitazione a definire “fascista”.

…..
Ecco, per l’appunto.
Chiamiamo le cose con il loro nome. Sono strutturalmente complici dei nuovi fascisti. Alias sono fasciste.
“Fasciste di-genere”.
Sul significazione corretta non me ne preoccuperei più di tanto.
Come d’altra parte non se ne preoccupano loro. Quante parole e quanti concetti hanno svuotato degli originari significati rendendole tabù o travisandole!!

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icarus 10:49 pm - 8th Agosto:

Luigi, non ho detto che qui si sia felici e contenti nè ho imprecato sul web, ho semplicemente proposto qualche nuova iniziativa contro questa ennesimo attacco sesso-razzista di ordine istituzionale, magari da unire e integrare a quella(“emergenza democratica”) contro la convenzione di instanbul, per la quale ho portato, direttamente e indirettamente una decina di firme..
Per piacere non fatemi passare per un bambino che strilla, che non è così 😉

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Fabrizio Marchi 11:09 pm - 8th Agosto:

Luigi Corvaglia,

“fasciste di genere” mi sembra molto appropriato…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wink.gif

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Luigi Corvaglia 11:30 pm - 8th Agosto:

icarus,
Non era mia intenzione. Scusa.
Però alla fin fine penso che abbia ragione Roberto Micarelli. Queste nuove leggi “razziali” devono essere approvate. Devono essere messe nero su bianco. Solo cosi, dopo averle provate sulla propria pelle sempre più persone, uomini ma anche donne (penso a quelle povere disgraziate che si mettono insieme ad un uomo separato), si renderanno conto.
Ed allora ci dovremo trovare preparati. Perchè, se mai si è scherzato, ora il gioco diventa pesante.
Dobbiamo crescere, in numero, organizzazione ed elaborazione. Nell’immediato: certo qualcosa faremo, non ci renderemo complici, ma dobbiamo essere consapevoli della realtà e non crearci facili illusioni.

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icarus 11:59 pm - 8th Agosto:

Ok Luigi, concordo. A proposito di legge sul femminicidio, anche Avvenire si è schierato a favore:

http://www.avvenire.it/Pagine/default.aspx

Dopo quell’ infame articolo dell’ Osservatore Romano del 25 novembre scorso, ora anche anche Avvenire.
La Chiesa ha di fatto dato l’ Imprimatur e benedizione apostolica al femminismo misandrico. Dice Rino che anche Dio non è con noi e ci ha abbandonati

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giovanni carducci 5:47 am - 9th Agosto:

Luigi Corvaglia:
icarus,
Non era mia intenzione. Scusa.
Però alla fin fine penso che abbia ragione Roberto Micarelli. Queste nuove leggi “razziali” devono essere approvate. Devono essere messe nero su bianco. Solo cosi, dopo averle provate sulla propria pelle sempre più persone, uomini ma anche donne (penso a quelle povere disgraziate che si mettono insieme ad un uomoseparato), si renderanno conto.
Ed allora ci dovremo trovare preparati. Perchè, se mai si è scherzato, ora il gioco diventa pesante.
Dobbiamo crescere, in numero, organizzazione ed elaborazione. Nell’immediato: certo qualcosa faremo,non ci renderemo complici, ma dobbiamo essere consapevoli della realtà e non crearci facili illusioni.

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icarus:
Luigi, non ho detto che qui si sia felici e contenti nè ho imprecato sul web, ho semplicemente proposto qualche nuova iniziativa contro questa ennesimo attacco sesso-razzista di ordine istituzionale, magari da unire e integrare a quella(“emergenza democratica”) contro la convenzione di instanbul, per la quale ho portato, direttamente e indirettamente una decina di firme..
Per piacere non fatemi passare per un bambino che strilla, che non è così ;)

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giovanni carducci 6:30 am - 9th Agosto:

Fabrizio Marchi:
Luigi Corvaglia,

“Per quanto riguarda queste fasciste “de-genere” arriverà il loro tempo”. (Luigi)
Nonostante il fatto che ci stiamo arrovellando da tempo, non abbiamo ancora trovato una soluzione al problema di trovare un altro termine che sostituisca in maniera appropriata il termine “femminismo”, che rimanda, nell’immaginario collettivo,ad una esperienza storica ormai esaurita e addirittura sepolta. Questo proprio quando il femminismo non solo è più vivo e vegeto che mai, ma è diventato addirittura ideologia (e prassi) dominante.
Continueremo ad arrovellarci finchè non avremo trovato una soluzione. Nel frattempo, a mio parere, credo che non sia affatto sbagliato chiamarle semplicemente fasciste. Qualcuno obietterà che già in molti definiscono le femministe come nazifemministe. Ma non è la stessa cosa. Il termine nazifemminismo odora molto, moltissimo direi, di boutade. E’ volutamente e dichiaratamente esagerato, iperbolico, e per questo diventa di fatto innocuo. Non è preso seriamente dagli avversari e dalla avversarie, appunto perché interpretato per quello che è: una provocazione.
Diverso è chiamarle fasciste. Per diverse ragioni. Intanto definirle tali gli fa capire che chi le apostrofa in tal modo non può essere un fascista, ovviamente, ma un antifascista. Questo è un primo punto fondamentale che non può non aprire delle contraddizioni, perché le/i mette di fronte ad alcuni fatti:
a)la critica non gli viene mossa da una destra “tradizionalista”, ma da qualcun altro che usa il loro stesso linguaggio perché comunque, chi più chi meno, chi più alla lontana, chi più da vicino, proviene dalla stessa area culturale e politica. La qual cosa non può risultare del tutto indifferente, se non altro perché qualche perplessità gliela pone;
b)chi ha orbitato o continua ad orbitare nella “sinistra” (ci capiamo…) sa che quella parola, “fascista”, ha assunto da sempre un significato (spregiativo) che va oltre la contingenza storico-politica. Di conseguenza essere definite fasciste non credo che le lasci indifferenti, né loro né i loro servi sciocchi.
c)come dicevo prima, il termine “fascista” è da un certo punto di vista meno pesante di “nazista”, ma da un altro, che è quello che a noi interessa, molto più pesante. Appunto perché, sempre come dicevo prima, non è interpretato come una provocazione bensì come un ‘accusa reale;
d)infatti, anche le persone di destra utilizzano in senso negativo il termine nazista,ma non udirete mai un uomo di destra utilizzare il termine “fascista” in forma dispregiativa, per insultare qualcuno. Questo si usa solo nel dizionario della sinistra perché rimanda ad un determinato immaginario.

In parole più povere, essere definite come fasciste le “ferisce” un pochino di più. Non saprei come dire, provo ad usare una metafora, gli “sporca il vestito”,gli “rovina la festa”, “non è un bel sentire”, va a toccare un tasto delicato, assai delicato.Essere tacciate di nazismo non le sfiora, non le tange minimamente, anzi, hanno ottimo gioco nel riderci sopra e nel trasformare in un boomerang questa accusa.
Non è così se gli si da delle fasciste. Credetemi.
Forse chi come me, e qui cominciano ad essere parecchi, ha fatto attività politica, ha militato in partiti, sindacati o organizzazioni della sinistra, sa cosa voglio dire.
Personalmente, d’ora in poi, fino a quando non avremo risolto l’arcano linguistico, credo proprio che comincerò a definirle fasciste. Ben consapevole che, da un punto di vista analitico, è assolutamente improprio definirle tali, però può avere una sua valenza dal punto di vista tattico.
Quindi, fasciste!

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Mauro Recher 8:25 am - 9th Agosto:
Rita 8:27 am - 9th Agosto:

Luigi Corvaglia: Solo cosi, dopo averle provate sulla propria pelle sempre più persone, uomini ma anche donne (penso a quelle povere disgraziate che si mettono insieme ad un uomo separato), si renderanno conto.

comunque sono in aumento anche le denunce di stalking da uomo verso donna.Sempre in tema di chi di legge illiberale ferisce alla fine di legge illiberale perisce.
Penso ai due/tre casi che sono trapelati in cronaca di sfregiamento con l’acido, Soprattutto perchè la legge parla di aggravante se la violenza è compiuta in presenza di minori. Non è che una donna isterica che lancia piatti al marito davanti al bambino sia esente dalla qualifica di chi compie atti di violenza davanti ad un minore.
L’altra strada, visto che la legge c’è, è sensibilizzare anche a queste denunce, forse.

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Filippo 5:08 pm - 9th Agosto:

@Fabrizio Marchi + Luigi Corvaglia

Poverini…adesso anche l’epiteto “fascista” alle gentili signore, credendo che le “ferisca”.
Ah ah ah, ma dove – dico – dove vivete?
Fino a un po’ di tempo fa c’era chi dava delle “lesbiche” alle femministe, credendo di ferirle, e dopo qualche tempo mi risulta ci fecero il callo, e non si incazzarono più, anzi… Anzi oggi esibiscono con orgoglio la loro scarsa attrazione per gli uomini, mascolinità, invidia per l’altrui pene, e mica troppo latente (direi conclamato) lesbismo. Come quelle zanzare che assorbono dosi sempre maggiori di insetticidi, e diventano sempre più toste ad ogni generazione.
Sul dare del “fascista” a donne di sinistra come la Boldrini, la Turco, tutte quelle del Pd e Sel che hanno votato queste leggi femministe forcaiole, beh, sapete chi mi ricordate?
Mi ricordate quelli che all’inizio (Giorgio Bocca) negavano che le BR fossero di sinistra, e dicevano che erano fascisti pagati dai servizi segreti USA, (figurina di leggera cacchina, alla luce dei fatti successivi, quando si scoprì che semmai dietro avevano i campi d’addestramento di Praga, KGB, servizi segreti bulgari, ecc. ) o al più dicevano che erano “compagni che sbagliavano”.
Ragazzi, per quanti sforzi e salti mortali facciate, cercando di togliere dalla polvere i vs. vecchi dogmi marx-leninisti, le vostre vecchie mummie di Lenin (sempre più gialla), i vostri patetici Che Guevara col sigaro puzzolente che va in Bolivia a fare la rivoluzione contadina (quando i contadini manco lo cagarono), le vs. vecchie analisi stile PCC 1964 + teoria dei 3 mondi di Lin Piao + accerchiamento città-campagna, mi spiace, non ce la fate, non ce la fate proprio!
Le donnine che vi fanno tanto venire i travasi di bile, sono soprattutto di SINISTRA, anche se ormai il culturame femminista è trasversale, anche quelle di destra lo usano a proprio vantaggio, furbescamente, vedi Carfagna, Meloni, Bongiorno, ecc., quando c’è da arraffare la “pecunia” ad un ometto, non c’è differenza di ideologia.
La Boldrini vorrebbe riempirci di clandestini del 3° mondo, non me la vedo proprio come una di destra.
Non mi vedo Nichi Vendola (quello dei “nostri fratelli rom”) come uno di destra, per quanti sforzi faccia.
Poi, a voi – come a Giorgio Bocca negli anni ’70 – piace tanto illudervi che la sinistra sia sempre buona e bella, e va bene. Anche ai bambini di 4 anni piace illudersi che ogni volta che cade loro un dentino c’è la fatina buona (di sinistra!) che porta loro il soldino!
Perché forse vi sfugge un “piccolo” particolare: il mondo è cambiato, e tanto. Gli schemini che funzionavano negli anni ’70, con la distinzione tra destra e sinistra di allora, ora non funzionano più, la Storia (con la S maiuscola) li ha rottamati.

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Mauro Recher 5:33 pm - 9th Agosto:

Filippo,

Io avevo in mente un altro mondo e sopratutto un altra sinistra ed ,essendo di idee da quella parte politica ,non pensi che mi possa incavolare un pochino che,politici che dovrebbero essere dalla mia parte ,mi dicono che ,in quanto uomo ho dei privilegi, o peggio ancora sono un assassino ,stupratore e che ,la mia vita abbia meno valore …eppure ,forse sono troppo un sognatore ,io credo che un mondo diverso sia ancora possibile ,ma non è questo ..
Non sono nella testa di Fabrizio (sarei laziale (Brrrrrr :D) ma credo che anche lui crede in un mondo diverso da quello odierno e che “uomini beta” ,quei uomini che ,praticamente ,non gli frega niente a nessuno abbiano qualcosa da dire
Su dare delle fasciste a donnine di sinistra (o almeno credono di esserlo) fa ancora il suo effetto ma anche perchè è la verità ,usano sistemi fascisti (l’hai detto te stesso che ,ormai il femminismo è trasversale e si fa fatica a distinguere chi è del PD o del PDL )
Finisco con una vignetta che ho visto di Vauro , i comunisti hanno messo nella soffitta il loro simbolo ,Berlinguer ,lo stesso Che Guevara ed è caduta la soffitta dal troppo peso perchè il mondo è cambiato ,ed è vero ,ma non vuol dire che questo sia il mondo migliore possibile

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Luigi Corvaglia 6:26 pm - 9th Agosto:

Filippo,
Mi dispiace che di UominiBeta tu abbia capito questo. In pratica non hai capito niente. Incluso l’uso di quella parola.
C’è qualcosa anche sul sito di Costanzo Preve e Diego Fusaro. Leggitelo.

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Fabrizio Marchi 7:44 pm - 9th Agosto:

Filippo,

Filippo, per quanto mi riguarda il tuo post è un delirio, anzi, un deliquio…
Vai per la tua strada e lascia andare noi per la nostra.
P.s. per essere più credibile mettici anche la faccia e il cognome…

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Pappagallus Bolscevicus 10:06 pm - 9th Agosto:

Filippo,

sei un idiota. Lin Piao, gli schemini di Marx e di tua nonna in carriola…ma che cazzo dici? Ma sai di cosa parli? O hai preso il primo abbecedario e lo hai letto dopo essertici pulito il culo?Scrivere fiumi di parole su cose che non si sanno e`da sempre prerogativa dei coglioni. Io lo faccio e riconosco di essere un po`tonto.
Tu lo sei del tutto. Un imbecille, dico.
E lo dimostri.Vaffanculo, va`.

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Pandoro 8:38 am - 10th Agosto:

Su una cosa però Filippo ha ragione: non stupiamoci perché la Boldrini è di sinistra, la critica non è dire che in realtà è fascista.
Purtroppo questa è la sinistra oggi, non si differenzia minimamente dalla destra né per un impianto economico liberista, né per la logica securitaria e legalista, né per tendenze autoritarie; d’altronde ciò avviene fin dai tempi della guerra civile spagnola.
Per questo oggi non mi dico più di sinistra e per questo oggi li lascio andare (i sinistri) per la loro strada…

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Luigi Corvaglia 9:39 am - 10th Agosto:
Mauro Recher 9:52 am - 10th Agosto:

va beh ,lo metto pure qui e riporto quanto scritto su facebook
ieri ,sono andato ad un cinema all’aperto della mia città, beh ,fino ad adesso niente di strano ,invece ,qualcosina di strano ,anche c’era ,due donne si sono messe a consegnare volantini ..era la consueta festa dei “no dal molin” pseudo sinistroidi (va beh ,dovrei scrivere una storia lunga e quindi passo ) ma ecco la sorpresina ,ormai c’è in ogni dove ,come il prezzemolo
P.s Una cosa la devo dire comunque io ,quel spazio usato per la nuova caserma ,visto che una caserma già c’era lo avrei usato per altri scopi ,ma sono troppo “sognatore”

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Fabrizio Marchi 9:56 am - 10th Agosto:

Pandoro,

Sono completamente d’accordo con te, Pandoro, è evidente che definirle “fasciste” è una provocazione. Lo hanno capito tutti tranne gli imbecilli che, naturalmente, devono fare il loro mestiere…
Stessa cosa dicasi per lo “sciopero”. E’ evidente che si tratta di un’iniziativa che punta ad accendere i riflettori sul fatto che da ora in poi nessun uomo sarà più sicuro quando si relazionerà ad una donna, perché in ogni momento potrà rischiare di essere denunciato per stalking, molestie o violenza, e ciò a discrezione della donna, cioè della sua percezione. E a lui toccherà l’onere di dimostrare la propria innocenza. In che modo? Non è dato saperlo dal momento che ciò che conta è la percezione della violenza subita da parte della presunta “vittima”.
Non rivolgere la parola alle donne per una giornata assume quindi questo significato e punta anche a sensibilizzare le donne stesse sugli effetti devastanti che questa legge avrà sulle relazioni fra uomini e donne.
Il bello (si fa per dire…) è che molte donne oggi si lamentano per una scarsa propensione maschile al proporsi…E vorrei ben vedere! Qualsiasi relazione con una donna è ormai potenzialmente a rischio di manette! Questa è l’amarissima realtà, cari amici…Altro che proporsi!

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Mauro Recher 10:04 am - 10th Agosto:

Fabrizio Marchi,

Infatti concordo in tutto , e non per fare il solito piagnone ,ma penso a quelli che fanno fatica a battere chiodo ,per me quelli saranno più a rischio di tutti perchè ,una donna veda su uno di non bello aspetto fisico la possibilità di “violenza” è più marcato

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Fabrizio Marchi 11:54 am - 10th Agosto:

Il sedicente Filippo è un provocatore. Ci ha inviato altri due commenti che abbiamo scelto di non pubblicare perché il solo obiettivo che hanno è quello di gettare discredito su di noi attribuendoci una serie di etichette e/o patenti ideologiche del tutto prive di fondamento. Simile paccottiglia non merita neanche risposta
Non possiamo perdere tempo con questi imbecilli, anche e soprattutto perché sono in malafede. Se fossero in buona fede meriterebbero comunque attenzione. Ma non lo sono. . Peraltro, il soggetto in questione è riuscito anche a trovare l’escamotage tecnico per pubblicare direttamente i suoi commenti senza passare per la moderazione, violando di fatto la privacy di chi gestisce il sito e le regole del blog.
Lo diffidiamo formalmente dal reiterare tale comportamento. Se persisterà lo segnaleremo alle autorità competenti.

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Rino DV 12:50 pm - 10th Agosto:

Ovviamente Filippo è un provocatore prevaricatore.
Posseduto dall’odio ideologico e razziale.
Lo invito a segnalarmi un sito, un blog fascista dove venga pubblicato (post moderazione giacché io non sono sleale) un mio intervento sui crimini del nazionalismo italiano (prefascista e fascista) in terra africana.
A cominciare dai 100.000 libici assassinati (con o senza preventive torture) perché non volevano stranieri sopra la loro testa e padroni della loro Patria.
Grazie.

Rino DV

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andrea 6:36 pm - 10th Agosto:

Fabrizio Marchi,

Chiamiamole femminastre.Benchè sia difficile sostantivare il movimento(femminastrismo è duro da udire e digerire)l’appellativo ha quanto di dispregiativo e critico occorre.

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Luigi Corvaglia 11:17 am - 11th Agosto:

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Mauro Recher 12:49 pm - 11th Agosto:

http://huff.to/11W0mJL parla pure lei ….questo è il mio commento……..
Lasciando stare vestito ,bellezza e tutto il corredo di poca importanza ,parliamo dei contenuti … Parto dal fondo , praticamente si dice che le donne vincono ,gli uomini no ,(a parte il fatto che ,a numero di medaglie nel nuoto siamo a 1 femminile e 1 maschile)..e si dice che le donne siano più determinate , dimentica la Pellegrini che gareggiano con altre donne e non contro gli uomini, per dire i record nei 200 italiani e 1.46.29 per gli uomini e 1.52.98 (che poi è record mondiale fatto da lei) per le donne ,il fatto invece è un altro ,se le donne italiane vincono ,non e poi proprio vero che sono rinchiuse in casa ,in un mondo maschilista anzi, rispetto al mondo femminile se la passano meglio (infatti l’italia è uno dei paesi più sicuri per le donne) ..poi che le donne vanno protette (gli uomini possono pure crepare) è una antitesi contro il femminismo che vorrebbe le donne indipendenti ..idee poche ,ma ben confuse ,continui a nuotare in vasca che sicuramente il talento non gli manca …

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Rita 9:01 am - 12th Agosto:

Sessismo, discriminazione di genere e subordinazione della donna nel matrimonio, sono come il caffè reclamizzato, ma con una piccola correzione: più li mandi giù e più tornano su. Così come anche l’istinto panpenalistico e carcerocentrico del legislatore italiano, che nello stesso giorno in cui converte in legge un decreto per sfollare le galere, mandando fuori i condannati, ne vara un altro per spedirci nuovi clienti, neanche processati. Sarebbe mero folklore, se non fosse che il decreto intitolato al “femminicidio” ha tutte le caratteristiche per provocare guasti enormi.
Oramai è una moda: si deve iscrivere il genere sessuale fra le caratteristiche dei cittadini. Perché serve fare norme contro il gaycidio o il femminicidio, che già l’omicidio? Se volontario e premeditato è previsto il massimo della pena. Le leggi già prevedono aggravanti relative ai futili motivi o all’approfittare di maggiore forza, come anche per le molestie e le minacce pregresse. Perché si sente il bisogno di specificare il sesso di vittime e carnefici? Forse perché esistono casi come quello di Corazzini, assassino condannato a dieci anni in primo grado e a sei in secondo, poi graziato dal presidente della Repubblica, quindi nuovamente assassino del padre. Ma Corazzini, saggiamente, ammazza vecchi maschi, mica giovani donne o simpatici omosessuali.
Nella conferenza stampa Enrico Letta e Angelino Alfano hanno segnato la linea che è poi stata ripresa da tutti i giornali, spiegando le nuove norme sempre al femminile. Il testo del decreto ancora non c’è, ma immagino che non sarà in quel modo concepito. Se lo fosse violerebbe l’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale siamo tutti uguali davanti alla legge (e lasciamo perdere che il fatto stesso sia un decreto cozza con la Carta). Ma la favola era troppo bella per non affascinare troppi, sicché abbiamo tutti letto i titoli dei giornali: il marito violento sarà allontanato da casa. Molto bene, e chi mai potrebbe pensarla diversamente? Nessuno, tant’è che è già così. Per la prevenzione della violenza le norme ci sono già, solo che non c’è la giustizia e, in queste condizioni, le leggi sono solo grida manzoniane: tanto più inutili quanto più tonitruanti.
Scusate: ma se un marito arreca una lesione permanente alla moglie è più grave che se la moglie arreca una lesione permanente al marito? Se la risposta è “no”, di che stiamo parlando? E se la risposta è “sì”, che parliamo a fare? tanto siamo matti.
E ora riflettete su questa perversione: nel caso di violenza è un’aggravante che a usarla sia il coniuge (immagino il decreto porterà questa formula neutra), che i giornali hanno tradotto: se a picchiare è il marito. In effetti è moralmente più grave, perché avviene all’interno di un rapporto che dovrebbe essere affettivo, ma perché si traduce in aggravante legale, posto che litigare con il coniuge è più facile e consueto che farlo con uno che non si conosce? La radice di questa aggravante la trovate in due concetti: è la donna che viene affidata al marito, passando all’altare dalle mani del padre a quelle del nuovo padrone, quindi è lei a essere doppiamente vittima, perché percossa da chi dovrebbe provvedere al suo benessere. Peccato che questa è esattamente la (detestabile) radice del sessismo. E, difatti, picchiare una donna con la quale non si convive sarà meno grave che picchiare quella che si ha a casa. Lo trovo inaccettabile, perché dovrebbe essere ugualmente grave picchiare chiunque, in quanto individuo, non in quanto parte sessuale, salvo far valere le aggravanti già esistenti, compresa quella della eventuale soggezione. L’idea che la famiglia sia un’aggravante in sé, invece, è figlia dell’idea che il matrimonio sia la forma preferibile e legislativamente santificata delle unioni. Una riaffermazione di tradizionalismo.
Alla fine, come è capitato anche con la Convenzione di Istanbul, la discriminazione di genere che s’intende avversare ne esce ingigantita. Con tutti i pregiudizi e i tabù che si porta dietro.

Davide Giacalone
http://www.davidegiacalone.it
@DavideGiac

Pubblicato da Il Tempo

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icarus 5:41 pm - 12th Agosto:

Ott topic rispetto alle tematiche che ci occupiamo, ma stessa sostanza. I Media criminali propagano razzismo anti-napoletano nella stessa misura, nello stesso modo con cui propagano razzismo-maschile:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/11/napoli-indifferente-muoiono-due-ragazzi-perduti/682489/

Poi non c’è da sorprendersi quando vediamo che in tutta Italia si invoca il genocidio del popolo napoletano,l’eruzione del vesuvio, e senza che la autorità competenti(sia quelle ordinarie che sportive) non sanzionano queste criminali manifestazioni discriminatorie e razziste.
Gli italiani sono stati istigati dai media ad odiare Napoli, allo stesso modo con cui le donne sono state istigate ad odiare gli uomini, con ‘ ste cazzate del “femminicidio”.
Giornalisti criminali e delinquenti . Italiani di merda.

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Pappagallus albus 10:25 am - 13th Agosto:

Rita,
“Se lo fosse violerebbe l’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale siamo tutti uguali davanti alla legge ”
Non lo siamo gia`piu`.
Assimilazione in corso. Il genere maschile e`oramai
un accessorio. Succede in Italia, ovviamente. La nazione dove da secoli si instaurano per prime le novita`sperimentaliche poi interessano tutto il mondo occidentale.

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Rita 12:48 pm - 13th Agosto:

mah..non mi pare che certa ideologia sia nata in Italia comunque.
Basti pensare alla legge sulla violenza di genere in Spagna, nata già diversi anni fa. O alla proposta di legge sulla tassazione alla nascita dei maschi che è tutta svedese.
Inzomma… non esageriamo https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cool.gif ma il discorso sarebbe troppo lungo

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lorenzo 1:39 pm - 13th Agosto:

Pappagallus albus:
Rita,“Se lo fosse violerebbe l’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale siamo tutti uguali davanti alla legge ”
Non lo siamo gia`piu`.
Assimilazione in corso. Il genere maschile e`oramai
un accessorio. Succede in Italia, ovviamente. La nazione dove da secoli si instaurano per prime le novita`sperimentaliche poi interessano tutto il mondo occidentale.

>>
In realtà le peggiori cagate arrivano arrivano sempre dagli USA. Evitiamo di autoflagellarci ad ogni pié sospinto.

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Pappagallus albus 6:09 pm - 13th Agosto:

lorenzo,

“In realtà le peggiori cagate arrivano arrivano sempre dagli USA. Evitiamo di autoflagellarci ad ogni pié sospinto.”

Mmmh…ma e`cosi`bello flagellarsi ed essere flagellati. Io sto ancora aspettando una certa Betty al riguardo. Da bravo maschietto assimilato. GGGHHHH che goduriahttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gif

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Pappagallus albus 1:46 am - 14th Agosto:

Comunque, a parte gli scherzi, dicendo che l`Italia e`, riguardo doverse cose,il laboratorio sperimentale delle politiche dell`occidente, non inventavo nulla; volevo ricordare un filone di studio politico non inventato da me, ma consolidato. In Italia non solo sono nati la Borghesia, il sistema bancario, il Capitale per come lo conosciamo; non solo la Chiesa cattolica intesa come megapartito trans-storico e trans-nazionale: in Italia e`stato preparato, creato e consolidato per la prima volta al mondo il Fascismo quale risposta statale/autoritaria “estrema” (ma dovrei dire “naturale”) alle conseguenze della crisi preparata dal primo dopoguerra. Fascismo che poi con tutte le sue varianti si e`espanso altrove con varie denominazioni (New Deal, ad esempio). E che il SIgnor Capitale ha usato (e usa tuttora) finche`gli ha fatto e gli fa comodo, e che qua`e la`resuscita e butta via a seconda delle convenienze. Questo nuovo megafemminismo grottesco e transnazionale si salda cosi`bene con questo ultraliberismo sfrenato che tanto liberismo non e` piu. Ultraliberismo e femminismo presto mostreranno `come allora la faccia feroce perche`non si puo`piu`far piu`altrimenti. Le spinte destabilizzanti interne al sistema sono vieppiu`insostenibili. Sebbene sia la prima volta che un sesso viene messo contro l`altro cosi`biecamente,non vi e`nulla di veramente nuovo sotto il sole. In piu`ora come allora il primo paese, o uno dei primi, a recepire e fare propria l`immonda Convenzione di Istanbul e`proprio l`Italia. Sarebbe curioso: l`Italia e`il paese al mondo dove MENO donne vengono ammazzate. Per lo meno nel`22 il Fascismo ci venne innestato sul groppone per via del “pericolo rosso”incombente, che era reale. Il pericolo ora e`fittizio, artefatto, creato, come sempre nella societa`dell`informazione di massa e in tempo reale, dove non e`il fatto a fare notizia ma la notizia a creare il fatto. Pero`al Capitale non gliene frega niente. All`Occidente, che del Capitale e`pur sempre il patrigno, nemmeno: gli esperimenti sociali si fanno in Italia. Forse, chissa`, ci evitano quelli militari solo per i monumenti, ma non so ancora per quanto, visto quello che e`successo a Falluja, la “citta`delle Moschee”.
Prima o poi, forse, anche piazza Navona sara`riverniciata. Col Fosforo bianco. Dopo essere stata riempita di maschietti beta inginocchiati.

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Pappagallus albus 1:52 am - 14th Agosto:

PS. Fra le creazioni italiche dimenticavo di citare le mafie…non dico altro

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lorenzo 7:10 am - 14th Agosto:

Pappagallus albus:
PS. Fra le creazioni italiche dimenticavo di citare le mafie…non dico altro

>
Vabbe’, lasciamo perdere il discorso sulla mafia, sulle sue reali origini e tutto il resto, se no c’è subito chi si incazza…
Peraltro, da italiano, son veramente stanco degli italiani che sanno fare solo l’elenco dei lati negativi del paese, come se altrove esistesse il paradiso (perché non trasferirsi, allora…?). Ecco, in questo l’italiano medio è sicuramente imbattibile, perché ha una tendenza all’autoflagellazione che altrove è molto più difficile riscontrare.

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Rita 8:24 am - 14th Agosto:

http://www.ilpost.it/davidedeluca/2013/07/11/nuovi-numeri-sul-femminicidio/

Secondo l’istituto di ricerca indipendente EURES nel 2012 sono state uccise 159 donne, contro le 170 del 2011. Questi dati sono contenuti nel rapporto annuale L’omicidio volontario in Italia, presentato oggi (il rapporto non è ancora scaricabile dal sito, ma è possibile richiedere una sintesi direttamente all’ufficio stampa dell’EURES) – più avanti vedremo perché questa ricerca va comunque presa con molta prudenza.
Nella serie storica dell’EURES, che va dal 2000 al 2012, il picco negli omicidi di donne è stato il 2000, con 199 donne uccise, mentre i minimi sono stati toccati nel 2005 e nel 2007 con 98 donne uccise. I numeri sono statisticamente troppo piccoli e la variazioni troppo incostanti per poter affermare che sia in atto un calo costante. Se i dati fossero corretti, dimostrerebbero che il femminicidio – o femicidio, come viene scritto in maniera più corretta nel rapporto – è un fenomeno costante e non in crescita emergenziale come hanno sostenuti molti giornali (oggi il Tg Cronache di La7 è riuscito a presentare un servizio sul rapporto affermando che “I femminicidi sono in aumento”).
Parlare di omicidi di donne in generale ha un problema (qui e qui, trovate le prime cose che ho scritto sul tema). Il numero totale delle donne uccise comprende sia i femicidi veri e propri sia quelli causati dalla criminalità comune e organizzata. Distinguere tra un tipo di omicidio e l’altro può diventare un esercizio bizantino, ma in certi casi la differenza è piuttosto chiara – l’omicidio di una donna durante uno scontro a fuoco tra alcuni rapinatori e la polizia difficilmente può essere chiamato un femicidio.
Il problema è questo: davanti a numeri di omicidi più o meno costanti come nelle statistiche EURES (e in quelle ISTAT fino al 2009), è possibile ipotizzare che gli omicidi legati alla criminalità siano in diminuzione, mentre il sottoinsieme dei femicidi veri e propri sia in aumento. Il numero totale resterebbe costante, ma il fenomeno del femicidio sarebbe in crescita. EURES fornisce dati che dissipano anche questo sospetto. Nel 2011 i femicidi commessi in famiglia, quindi i femicidi veri e propri, sono stati 120 contro i 107 del 2012. Lo ribadisco ancora: sono numeri troppo piccoli per poter parlare di un vero e proprio “calo”, ma fanno capire che il fenomeno è rimasto costante.
Il numero totale di omicidi, anche se diviso in totale omicidi e femicidi in ambiente familiare, non è il dato migliore che abbiamo a disposizione per questo tipo di indagine. Il totale degli omicidi non prende in considerazione il totale della popolazione. Il dato migliore da utilizzare in questi casi è il tasso di decessi per omicidio ogni 100 mila abitanti, quello usato dall’ISTAT (qui a pagina 153). Il fatto che la ricerca EURES e i dati ISTAT, disponibili fino al 2009, dicessero sostanzialmente la stessa cosa, è l’unico motivo per cui ho deciso di parlare di questa ricerca – sulla quale ho più di un dubbio.
L’EURES è una società di ricerca indipendente – non è l’ISTAT, in altre parole – e come abbiamo visto ha utilizzato nella sua ricerca un dato non proprio eccezionale e la metodologia della ricerca, personalmente, non mi ha del tutto convinto. Sul sito dell’EURES si può leggere che la fonte della ricerca è una banca dati creata utilizzando: «rassegna stampa dei principali quotidiani nazionali e locali, Criminalpol, Carabinieri, Prefetture e Procure della Repubblica». Non sono uno statistico, ma il tema è molto serio, mentre la metodologia mi sembra piuttosto empirica. Questi dati quindi, anche se sembrano confermare quello che fonti più autorevoli hanno confermato per gli anni passati, vanno presi con una certa dose di prudenza.

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Pappagallus albus 11:20 am - 14th Agosto:

lorenzo: >
Vabbe’, lasciamo perdere il discorso sulla mafia, sulle sue reali origini e tutto il resto, se no c’è subito chi si incazza…
Peraltro, da italiano, son veramente stanco degli italiani che sanno fare solo l’elenco dei lati negativi del paese, come se altrove esistesse il paradiso (perché non trasferirsi, allora…?).Ecco, in questo l’italiano medio è sicuramente imbattibile, perché ha una tendenza all’autoflagellazione che altrove è molto più difficile riscontrare

Caro amico nazionalista, devo proprio starti sullo stomachino, se ogni volta che scrivo qualcosa devi precipitarti a contraddire. Non mi pare tu lo faccia per arricchire la questione. Mi sa che ti sto solo poco simpatico.In teoria non dovrei perderci tempo, in realta`ti rispondo. Allora.

1. Parlando di Fascismo, Chiesa, Mafia, eccetera, dico solo cose note e risapute. Certi fenomeni sono nati in Italia, come l`Impero Romano, la pasta e la Lambretta. E`storia, citazione di dati.Nemmeno sto dando un giudizio, cosa che tu credi, probabilmente perche` sei di appartenenza filosofica idealistica, diciamo cosi. Ovviamente anche provando a essere freddo e imparziale uno qualcosa “del suo” ce lo mette sempre. Ma, insomma, ci si prova. Riassumendo: STO SOLO DESCRIVENDO DEI DATI, non sputando sull`Italia.

2. A me personalmente sembra che nella storia certi fenomeni si ripetano,e non lo dico solo io, ma gente con una certa capacita`analitica. Sia quando “eravamo al centro del mondo”, piu`o meno dal III secolo A.C. fino alla Controriforma, sia dopo, in Italia nascono tante cose, specie sul versante socio/politico che poi si riverberano fuori. Se un posto ha questa tendenza naturale, per mille motivi, a fungere da incubatoio, e`normale, secondo me, che “qualcuno”lo USI da incubatoio. Nella serra ci pianti la roba e poi la trasferisci nell`orto. Vale per la fava e vale per mafia, fascismo, e, FORSE, per la “applicazione della convenzione di Istanbul”. Non dico chiamo femminismo o postfemminismo, visto che la “applicazione della convenzione di Istanbul” ne e`in qualche modo una versione nuova e ulteriore, un femminismo 3.0. La mia e`solo una teoria, ma, insomma, perche`no? In fondo ad approvare quell`orrore di convenzione siamo stati davvero in pochi paesi…

3. Non do nemmeno una valutazione negativa di niente (e mi riallaccio al punto 1.). Parlando schietto, in fin dei conti la mafia e`solo un`altra forma di organizzazione, un`altro stato, con la sua polizia/esercito, le sue tasse,le sue peculiarita`. Del resto uno Stato ufficiale che mi impone un obbrobbrio come la convenzione di Istanbul tanto diverso e tanto migliore d`una mafia non mi pare. E vale anche per la Chiesa cattolica, modello insuperabile di multinazionale/partito storico, con capacita`organizzative sinora davvero inarrivabili, e unica organizzazione davvero “imperiale” che ci e`rimasta. E lasciamo perdere i gonzi che la criticano “perche`non e`spirituale”. Non si capisce perche`dovrebbe esserlo. La Coca Cola vende bibite, ma non per questo le mura dei suoi uffici e stabilimenti sono fatti di Coca Cola. Con una differenza: la Coca Cola esiste solo da qualche decennio e non e`detto che arrivi al 4000 D.C.
Potrai dire che scrivendo questo sono cinico: senza un po`di cinismo (un po`) certi argomenti non si possono proprio trattare, secondo me, o altrimenti si fa spiritualismo, appunto. Machiavelli docet, a meno che tu non sia uno che ancora va in giro a raccontare “Machiavelli blutto cattivo pecche`diceva fine giuttifica mezzi”. E nemmeno lo ha mai veramente detto…

4. .Personalmente IO non sono ne`cinico ne`freddo ne`presuntuoso, te lo garantisco, anche se scrivo cosi`. Anche se non ci crederai e non te ne frega niente.
Ho pagato infinite volte questo mio “non essere cosi`”. Pero`a mente fredda e davanti a una tastiera, bene o male, scrivo cosi`. E tanto per confermare che non sono un freddo…

…5. Italiano medio ci sarai te e tua nonna. Se scrivi cosi`e`perche`ti autoconsideri al di fuori e al di sopra del mediume, nel quale guardacaso sottintendi, ma nemmeno tanto, che ci sto IO. Sai come si diceva fra ragazzini quando ero piccolo? “Ehi, Rambo, scendi dal`albero che il film e`finito”.

6. Mi sta un po` antipatico dover spiegare le cose, come se a giustificarmi dovessi essere IO. Di che cosa? Perche`ho descritto determinate cose e qualcuno si e`fatto rodere? Perche` quello che ho descritto per riallacciarmi ad un obbrobbrio che accade ora in Italia NON fa onore all`Italia? Se mia madre mostra segni di, poniamo, una malattia mentale io NON me ne devo accorgere perche`”sta brutto” il “dire agli altri” che “ho la madre scema”? O sara`che io, con tutto l`amore possibile, vado da qualcuno a chiedergli lumi, magari uno competente? E magari, mentre lo faccio, mi tengo anche un po` a distanza da casa mia, sia mai che vengo accoltellato nel sonno (in realta`come sai moltissime donne lo fanno volentieri con marito e figli, e senza essere malate di mente, anzi…). E qui introduco infatti il punto 7.

7. “come se altrove esistesse il paradiso (perché non trasferirsi, allora…?)”. Altrove NON c`e`il paradiso. L`Italia lo sarebbe, perche`davvero e`il paese piu`bello e talentuoso del pianeta. Ma il problema e`che c`e`questa massa di Italiani medi e canaglia da un lato, e parassiti feudal/borghesi dall`altro, che la opprimono e la dissanguano.
RImane, tuttora, il paradiso per chi ci va, o ci torna, solo in vacanza. COME, almeno per adesso, ME.
Che non pretendo di essere bravo, intelligente o colto: non lo sono. Ma sentirmi dare suggerimenti su una cosa che ho gia`fatto, e sentirmi dare dell`”italianuccio medio” da unohttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_negative.gif che probabilmente tanto discosto da quella medieta`non e`, mi fa un pochino specie. Saluti. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_bye.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_bye.gif

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Pappagallus albus 11:33 am - 14th Agosto:

PS. Scusate gli errori di sintassi/ortografia etc.ma la funzione correzione sembra essere disattivata. Si va subito in moderazione, non so perche`.https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_unsure.gif

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Luigi Corvaglia 1:15 pm - 18th Agosto:
icarus 8:26 pm - 18th Agosto:

“La violenza di genere merita grande attenzione…. Soprattutto si deve intervenire culturalmentesull’educazione tanto dell’uomo quanto della donna, inculcando la cultura del non possesso, dell’accettazione del rifiuto, del dominio delle proprie pulsioni, della vera parità tra i sessi, sopprimendo qualsiasi intento prevaricatore.” (Mazzola)

Mie enfasi.

Eccolo qui, l’avv. Mazzola. Il femminista Mazzola, che dà un colpo al cerchio e un altro alla botte. Dice che non esiste nessuna emergenza “femminicidio” e si lamenta della disparità di trattamento mediatico a seconda se l’assassino e la vittima sono uomini o donne, ma intanto avalla e accredita il concetto di “violenza di genere”, sia dal punto di vista terminologico che concettuale.
Uno che ha capito tutto. Cioè un emerito tubo.
Articolo da cestinare.

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Rino DV 9:08 pm - 18th Agosto:

Dici bene Icarus.
Mazzola nega il femcd ma ne condivide …le cause.
Esistono dunque delle cause che provocano un effetto …inesistente.
https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wacko.gif
RDV

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Mauro Recher 10:08 pm - 18th Agosto:

Infatti sono stato molto sorpreso dal finale dell’articolo che copia molte ideologie femministe …
Va bene essere politicamente corretti ma ,ancora una volta ,manca il coraggio di affrontare il sistema ..scrivere che la violenza NON HA GENERE che nascere uomini non è un crimine ,era chiedere troppo ? Se finiva cosi l’articolo ,diventava condivisibile
peccato davvero ….perchè ,proprio oggi ho letto un articolo misandrico su questo blog
http://lunanuvola.wordpress.com/2013/08/18/il-muro-dellostilita/
perchè le femministe possono dire peste e corna ,mentre noi ancora una volta ci dobbiamo muovere come nelle sabbie mobili ?

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Tiziano 11:54 pm - 18th Agosto:

Mazzola scrive anche
>>>>>
Le motivazioni sono varie, spesso passionali ma anche la componente possessiva, il rifiuto della rottura del rapporto, la mercificazione della donna trattata come un oggetto. Tra i sessi affiora un problema che si chiama “violenza” e che nei conflitti può sfociare anche in modo virulento.
>>>>>>
E’ vero, le motivazioni sono varie, ma al pari di qualsiasi femminista e ometto al loro seguito, parla di “mercificazione della donna trattata come un oggetto”.
E’ proprio una fissazione quella della “donna oggetto”, considerando che le vere società patriarcali coprono le donne (come accade nelle società musulmane e come accadeva da noi e in altri Paesi occidentali fino a non molti decenni fa). Un’ altra idea distorta è quella secondo cui fra i due sessi “affiorerebbe un problema che si chiama violenza”. Peccato che la violenza sia intrinseca nella specie umana (come in altre specie) e pertanto la si possa solo limitare ma non certamente eliminare.

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Mauro Recher 10:15 am - 19th Agosto:
Luigi Corvaglia 11:30 pm - 21st Agosto:

Da un poliziotto:
Femminicidio – Quello che non si può dire…

…..
Arriva come una urgenza di fine estate il decreto legge contro il femminicidio, durante una sessione straordinaria del parlamento non certo priva di inutili polemiche.

Inutili come inutile è forse il conio di questo neologismo, femminicidio, una parola pessima, una sorta di redenzione linguistica, un modo inutile di chiedere scusa a tutte quelle donne che di violenza sono morte e, mi spiace dirlo, continueranno a morire.

Non servono certo i neologismi per lavarsi la coscienza o farla lavare a una società, la violenza domestica, sulle donne, sui bambini o quella più comunemente definita di genere è un problema sociale, morale, umano che non risolveremo certo con questi decreti d’urgenza in sessioni parlamentari straordinarie e dispendiose.

In quasi tre lustri di servizio, buona parte passati su una volante, le chiamate urgenti per violenza domestica sono tutt’ora quotidiane, un dramma sociale e culturale che forse è semplicistico portare in un’aula di tribunale.

In tutti questi anni è cambiato enormemente il mio modo di approcciare al problema, da giovane agente la donna che si dichiarava vessata, picchiata, incapace di sottrarsi a una disumana violenza era a prescindere la vittima, colei che doveva essere tutelata e anche queste leggi, così ideologicamente urgenti, sembrano puntare a questo ossia a proteggere per partito preso tutte quelle vittime.

Con gli anni e con l’esperienza però ti accorgi che coloro che si dichiarano vittime tante volte sono carnefici, persone che sfruttano quel concetto buonista che tende a tutelarle a prescindere senza mai capire le ragioni della violenza perché, è chiaro, la violenza non ha mai ragione e mai deve averne.

Così che si tende a non dir quante donne inducono la violenza, che cercano la violenza, per avere un arma in più una querela che aiuta in una pratica di separazione coniugale o che sfruttano la prole non solo per ottenere 100 euro in più sugli alimenti ma per annientare quell’uomo che tanto le ha fatte soffrire. Uomini che perdono tutto, figli, mogli, casa… per cui non si può e non si deve giustificare la violenza… la cui disperazione però rimane spesse volte inascoltata, mai capita, giustamente condannata!!

Sarebbe facile fraintendere queste parole come una giustificazione della violenza ma di quella vera, con lividi, botte e referti medici credetemi ve ne è tanta.

Quelle chiamate disperate al 113, quelle corse dentro a quelle case dove donne, anche molte belle, portano i segni di quell’amore criminale fatto di alcol e droga, senza fine e senza senso.

Quel senso che sembra ancora più assurdo quando quelle stesse donne con addosso quei lividi e quelle violenze, di fronte alla prospettiva di essere liberate, di poter usufruire di quelle strutture protette fatte a posta per loro ti dicono “NO!”, per un amore violento e sempre più spesso assassino. “Io lo amo, è il padre dei miei figli…io rimango qui” e non ti capaciti quale sia la logica di un amore così vissuto e così desiderato che un giorno vedrà quei figli sfogarsi nel medesimo modo perché non sottratti a certe scene per tempo.

Mogli, mamme, amiche, amanti, figli, mariti, ex fidanzate/i tutti vittime di un sistema che crede di risolvere la questione dentro a un’ aula di tribunale e che invece necessiterebbe di meno criminalizzazione e più volontà di recupero di chi quella violenza la esercita a qualsiasi titolo. Femminicidio, omofobia, violenza di genere, declinazioni di un mondo che non si vuole scoperchiare davvero e che forse si preferisce romanzare senza volersi davvero prendere, come società, la responsabilità di una degenerazione che non sarà certamente risolta a colpi di carta bollata.

Cerchiamo le vittime ma non le cause come se le vittime fossero necessarie, funzionali…ma a chi ?

Troppa demagogia in questa ultima legge dal sapore tutto propagandistico, un aggravio di costi burocratico- amministrativi che nulla porterà in concreto e che ci farà parlare nuovamente, e con maggiore frustrazione, di quel femminicidio diventato semplicemente una battaglia ideologica di una politica incapace di scendere davvero tra i problemi della gente comune.

Michele Rinelli – In Giacca Blu

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giovanni carducci 11:26 am - 22nd Agosto:

Luigi Corvaglia:
Da un poliziotto:
Femminicidio – Quello che non si può dire…

…..
Arriva comeuna urgenza di fine estate il decreto legge contro il femminicidio, durante una sessione straordinaria del parlamento non certo priva di inutili polemiche.

Inutili come inutile è forse il conio di questo neologismo, femminicidio, una parola pessima, una sorta di redenzione linguistica, un modo inutile di chiedere scusa a tutte quelle donne che di violenza sono morte e, mi spiace dirlo, continueranno a morire.

Non servono certo i neologismi per lavarsi la coscienza o farla lavare a una società, la violenza domestica, sulle donne, sui bambini o quella più comunemente definita di genere è un problema sociale, morale, umano che non risolveremocerto con questi decreti d’urgenza in sessioni parlamentari straordinarie e dispendiose.

In quasi tre lustri di servizio, buona parte passati su una volante, le chiamate urgenti per violenza domestica sono tutt’ora quotidiane, un dramma sociale e culturale che forse è semplicistico portare in un’aula di tribunale.

In tutti questi anni è cambiato enormemente il mio modo di approcciare al problema, da giovane agente la donna che si dichiarava vessata, picchiata, incapace di sottrarsi a una disumana violenza era a prescindere la vittima, colei che doveva essere tutelata e anche queste leggi, così ideologicamente urgenti, sembrano puntare a questo ossia a proteggere per partito preso tutte quelle vittime.

Con gli anni e con l’esperienza però ti accorgi che coloro che si dichiarano vittime tante volte sono carnefici, persone che sfruttano quel concetto buonista che tende a tutelarle a prescindere senza mai capire le ragioni della violenza perché, è chiaro, la violenza non ha mai ragione e mai deve averne.

Così che si tende a non dir quante donne inducono la violenza, che cercano la violenza, per avere un arma in più una querela che aiuta in una pratica di separazione coniugale o che sfruttano la prole non solo per ottenere 100 euro in più sugli alimenti ma per annientare quell’uomo che tanto le ha fatte soffrire. Uomini che perdono tutto, figli, mogli, casa…per cui non si può e non si deve giustificare la violenza… la cui disperazione però rimane spesse volte inascoltata, mai capita, giustamente condannata!!

Sarebbe facile fraintendere queste parole come una giustificazione della violenza ma di quella vera, con lividi, botte e referti medici credetemi ve ne è tanta.

Quelle chiamate disperate al 113, quelle corse dentro a quelle case dove donne, anche molte belle, portano i segni di quell’amore criminale fatto di alcol e droga, senza fine e senza senso.

Quel senso che sembra ancora più assurdo quando quelle stesse donne con addosso quei lividi e quelle violenze, di fronte alla prospettiva di essere liberate, di poter usufruire di quelle strutture protette fatte a posta per loro ti dicono “NO!”, per un amore violento e sempre più spesso assassino. “Io lo amo, èil padre dei miei figli…io rimango qui” e non ti capaciti quale sia la logica di un amore così vissuto e così desiderato che un giorno vedrà quei figli sfogarsi nel medesimo modo perché non sottratti a certe scene per tempo.

Mogli, mamme, amiche, amanti, figli, mariti, ex fidanzate/i tutti vittime di un sistema che crede di risolvere la questione dentro a un’ aula di tribunale e che invece necessiterebbe di meno criminalizzazione e più volontà di recupero di chi quella violenza la esercita a qualsiasi titolo. Femminicidio, omofobia, violenza di genere, declinazioni di un mondo che non si vuole scoperchiare davvero e che forse si preferisce romanzare senza volersi davvero prendere, come società, la responsabilità di una degenerazione che non sarà certamente risolta a colpi di carta bollata.

Cerchiamo le vittime ma non le cause come se le vittime fossero necessarie, funzionali…ma a chi ?

Troppa demagogia in questa ultima legge dal sapore tutto propagandistico, un aggravio di costi burocratico- amministrativi che nulla porterà in concreto e che ci farà parlare nuovamente, e con maggiore frustrazione, di quel femminicidio diventato semplicemente una battaglia ideologica di una politica incapace di scendere davvero tra i problemi della gente comune.

Michele Rinelli – In Giacca Blu

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Pappagallus brullus 1:11 pm - 22nd Agosto:

Luigi Corvaglia,

A me quell`articolo non piace molto. I commenti, anche meno. Infatti, ho risposto cosi`.
“Appunto. Marito cattivo, moglie vittima. Stereotipo. Cari poliziotti, soprattutto caro Jopolice, la vita e la realta`raccontano storie diverse da quelle che propalano in TV e che voi vi affrettate a validare. Vedete tante mogli picchiate? Tranquilli, cari. La vostra esperienza non vale molto, scusate se ve lo dico. Sapete perche`? Perche`, lasciando stare le valanghe di violenza psichica ed economica subita dai mariti e dai maschi in generale, quando arriva la violenza fisica, e arriva spessissimo, credetemi, i mariti NON CHIAMANO VOI. Subiscono in silenzio. Lo stesso vale per le violenze subite dai figli per mano delle madri: i casi sono milioni, ma voi li ignorate. Spesso colpevolmente. Vero o no che quando vi arriva qualche raro uomo a denunciare lo mandate via con un sorrisetto? “Ma guarda, grande e grosso e si fa picchiare da una donna. Ma guarda, grande e grosso e non sa difendere i figli” Lo dico per esperienza personale. Sono abbastanza grosso, eppure fra madre e fidanzate di botte, lanci di portacenere, scarpate in faccia ne ho prese. Lasciando da parte le menzogne e le violenze psichiche. “Chissa` cosa facevi tu”, ribadirete voi. Giustificare, giustificare sempre.Sapete cosa facevo? Dicevo NO. Il piu`grande crimine che si possa fare a una donna. La paghi sempre. Cari tutori dell`ordine, se prima non vi manderanno- e spero rifiuterete – a massacrare i lavoratori in piazza, e sarete quindi impegnati mentalmente e fisicamente per degli anni, fate mente locale su quello che veramente accade in societa`. Io continuero`a dire NO alle donne e a prenderci le botte. Pazienza. La mail valida e il nome vero non li metto: siete poliziotti, lo sapete gia` chi vi scrive e da dove. Saluti e baci. PS…ma meglio ancora, probabilmente le botte non le prendero` piu`. Le donne infatti oramai le evito come la peste. Via il dente, via le zampate. Bel risultato. Grazie, ragazze.”

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Luigi Corvaglia 6:56 pm - 22nd Agosto:

Pappagallus brullus,
Quando segnalo un articolo senza commentarlo non significa che io lo approvi incondizionatamente. Lo faccio solo perchè penso che possa indurre delle utili riflessioni.
Poi è chiaro che mettendoci ad analizzarlo più approfonditamente si può convenire su questo o dissentire su quello.
Però io, che sono ottimista di natura, tendo sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto.
Il passaggio fondamentale, detto da un appartenente alle forze dell’ordine poi, per me è questo:
In tutti questi anni è cambiato enormemente il mio modo di approcciare al problema, da giovane agente la donna che si dichiarava vessata, picchiata, incapace di sottrarsi a una disumana violenza era a prescindere la vittima, colei che doveva essere tutelata e anche queste leggi, così ideologicamente urgenti, sembrano puntare a questo ossia a proteggere per partito preso tutte quelle vittime.
Con gli anni e con l’esperienza però ti accorgi che coloro che si dichiarano vittime tante volte sono carnefici, persone che sfruttano quel concetto buonista che tende a tutelarle a prescindere senza mai capire le ragioni della violenza perché, è chiaro, la violenza non ha mai ragione e mai deve averne.
Così che si tende a non dir quante donne inducono la violenza, che cercano la violenza, per avere un arma in più una querela che aiuta in una pratica di separazione coniugale o che sfruttano la prole non solo per ottenere 100 euro in più sugli alimenti ma per annientare quell’uomo che tanto le ha fatte soffrire. Uomini che perdono tutto, figli, mogli, casa… per cui non si può e non si deve giustificare la violenza… la cui disperazione però rimane spesse volte inascoltata, mai capita, giustamente condannata!!

E’ vero quello che dici sul fatto che gli uomini non denunciano per paura delle stimmate sociali o delle derisioni che ne potrebbero derivare, in primis proprio dai tutori dell’ordine. Ma un cambiamento in questo senso non è nelle potenzialità di nessun singolo, poliziotto o meno.
Ma quello che ha detto quest’uomo in divisa io non l’ho sentito dire da nessun politico. Di qualsiasi livello. E invece sarebbe, quantomeno, il primo necessario passo per affrontare in termini di realtà (non ideologicamente) la questione.
Quest’uomo, per me, è da incoraggiare e da non lasciare solo a fronteggiare eventuali strali femministi che la circolazione del suo articolo può procurargli.

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Pappagallus brullus 8:23 pm - 22nd Agosto:

Luigi Corvaglia,

Non volevo darti contro, semplicemente, anche se fuori dal coro, la presa di posizione dell`amico poliziotto non mi sembrava ne`decisa ne`scevra da vaghe risonanze femministoidi. Capisco che e`difficile trovare articoli del genere, in giro. E comunque meglio che ci siano. La risposta che ho dato a loro e che riporto anche su, comunque, si riferisce PIU` ai commenti in appendice all`articolo che all`articolo stesso. In particolare a un certo Jopolice che, l`avrai letto, riporta le solite lagne, la solita aria fritta, le solite verita`parziali delle povere donnine porelle cuccicu`con gli occhioni pesti e il cuore infranto. Ciao https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_bye.gif

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Stefano 1:09 pm - 23rd Agosto:

Pappagallus,
guarda che nel clima attuale quel poliziotto si è gravemente esposto con quel che ha scritto.
Il brano quotato da Luigi Corvaglia è -nella temperie attuale- del tutto inaccettabile.
Perché parla di rapporti sbagliati, già intrinsecamente violenti ad opera della parte femminile, in cui l’esplosione finale in violenza fisica è agita ma non necessariamente pilotata dall’uomo.
Sono l’unico cui è venuto in mente il durissimo finale di “scene da un matrimonio”?

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Pappagallus brullus 6:39 pm - 23rd Agosto:

Stefano,

Ah, Ok, Boh. Non avevo inteso, Comunque, si, il poliziotto li`si e`esposto e sarebbe da complimentarsi, pero`ribadisco che pure con tutta l`ammirazione mi pare un po`moscio. Per non parlare dei suoi colleghi che gli rispondono: tutti, o quasi, cavalieri della tavola rotonda. Tutti Don Chisciotte che salva Dulcinea, la quale, guarda caso, era una…ci siamo intesi.
Smetteranno di essere tali, un giorno, e si renderanno conto che oramai e`meglio essere dei concreti Sancho Panza!

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Luigi Corvaglia 10:42 pm - 23rd Agosto:

Chissà perchè queste notizie non filtrano mai sulle “testate serie”: Si toglie la sabbia dal costume In carcere per tre settimane.

……
Un ragazzo di 21 anni è stato arrestato a Roma con l’accusa di violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico in presenza di minori, per essersi tolto il costume dalla sabbia. Il giovane ha passato tre settimane in carcere, come riporta il Messaggero, perché , dopo aver giocato a beach volley a Ostia, si è pulito dalla sabbia che si era incastrata nel costume. Una passante l’ha sorpreso durante le “pulizie” scorgendo le sue parti intime e l’ha denunciato ai carabinieri. Dopo 3 settimane di detenzione, il giovane è stato assolto con formula piena e tante scuse.

Secondo la testimone, il giovane si sarebbe masturbato in mezzo alla strada e avrebbe potuto aggredire i passanti. Così, immediatamente dopo la segnalazione della donna, è scattato l’arresto del ragazzo. Sul verbale è stato scritto che il giovane, Luca M., un ragazzo incensurato, aveva mostrato le parti intime e aggredito una passante. Versione rettificata poi dalla signora il giorno successivo: “Ho visto sì che si toccava – ha puntualizzato nel verbale – ma non ha toccato me”. Nell’esaminare la causa il pm, Francesco Scavo, ha chiesto l’assoluzione con formula piena perché il tentativo di violenza non è mai avvenuto. Per il magistrato se la denuncia ai carabinieri rettificata “fosse stata allegata subito agli atti probabilmente l’imputato si sarebbe evitato la convalida dell’arresto e altre due settimane di detenzione”. Anche il reato di atti osceni in presenza di minori è poi decaduto nel corso dell’esame in aula. “Minorenni in giro in quel momento non ne ho visti”, ha precisato la testimone. I militari rischiano anche una denuncia per falso. Alla lettura della sentenza l’imputato è scoppiato a piangere.
>>>>>
Soffro di dietrologite irreversibile se collego questo espisodio al clima instaurato da queste odiatrici di uomini con la loro misanfrica campagna nelle donne comuni?

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Luigi Corvaglia 11:11 pm - 23rd Agosto:

DL “femminicidio”:
«Il 3o% degli omicidi ha come vittima una donna» (Alfano)
Nel testo misure per “prevenire la violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime” (Letta)
………
Traduzione logica: “Non ci fermeremo fino a quando il 100% degli omicidi non avrà come vittima un uomo“.

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Pappagallus Albus 1:22 am - 24th Agosto:

Luigi Corvaglia,

Non so perche`, ma i tuoi resoconti mi lasciano sempre una depressione…ma una depressione…

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Luigi Corvaglia 12:25 pm - 24th Agosto:

Pappagallus Albus,
i tuoi invece riescono sempre a strapparmi un sorriso ….. anche questo …. https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yes.gif

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Pappagallus pierrot 5:44 pm - 24th Agosto:

Luigi Corvaglia,

Tu riporti la dura realta`e io mi ci deprimo. Dalla mia depressione nascono i sorrisi altrui. Mi sento un po`Pierrot…

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Pappagallus pisellofagus 3:12 am - 25th Agosto:

Luigi Corvaglia,

dimenticavo…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wacko.gifhttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_bye.gif

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giovanni carducci 5:35 am - 25th Agosto:

Luigi Corvaglia:
Chissà perchè queste notizie non filtrano mai sulle “testate serie”: Si toglie la sabbia dal costume In carcere per tre settimane.

……Un ragazzo di 21 anni è stato arrestato a Roma con l’accusa di violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico in presenza di minori, per essersi tolto il costume dalla sabbia. Il giovane ha passato tre settimane in carcere, come riporta il Messaggero, perché , dopo aver giocato a beach volley a Ostia, si è pulito dalla sabbia che si era incastrata nel costume. Una passante l’ha sorpreso durante le “pulizie” scorgendo le sue parti intime e l’ha denunciato ai carabinieri. Dopo 3 settimane di detenzione, il giovane è stato assolto con formula piena e tante scuse.

Secondo la testimone, il giovane si sarebbe masturbato in mezzo alla strada e avrebbe potuto aggredire i passanti. Così, immediatamente dopo la segnalazione della donna, è scattato l’arresto del ragazzo. Sul verbale è stato scritto che il giovane, Luca M., un ragazzo incensurato, aveva mostrato le parti intime e aggredito una passante. Versione rettificata poi dalla signora il giorno successivo: “Ho visto sì che si toccava – ha puntualizzato nel verbale – ma non ha toccato me”. Nell’esaminare la causa il pm, Francesco Scavo, ha chiesto l’assoluzione con formula piena perché il tentativo di violenza non è mai avvenuto. Per il magistrato se la denuncia ai carabinieri rettificata “fosse stata allegata subito agli atti probabilmente l’imputato si sarebbe evitato la convalida dell’arresto e altre due settimane di detenzione”. Anche il reato di atti osceni in presenza di minori è poi decaduto nel corso dell’esame in aula. “Minorenni in giro in quel momento non ne ho visti”, ha precisato la testimone. I militari rischiano anche una denuncia per falso. Alla lettura della sentenza l’imputato è scoppiato a piangere.
>>>>>
Soffro di dietrologite irreversibile se collego questo espisodio al clima instaurato da queste odiatrici di uomini con la loro misanfrica campagna nelle donne comuni?

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Pappagallus nocturnus 12:02 pm - 25th Agosto:

Si, intanto oggi sul messaggero ci sono ben TRE notizie di povere donne martiri per colpa di mariti o compagni o… Brutte, bruttissime, tristissime notizie. Atti da stigmatizzare. Pero`.
Come sappiamo bene, quello che avviene a parti invertite sul giornale non ci va. O lo trovi a pagina trentacinque. Peccato avvenga ovunque e lo si veda e sperimenti ovunque. Il femministume e`il primo a borbottare contro l`informazione manipolata e filtrata tranne quando riporta solo cio`che conviene a loro. Intanto godetevi questa merda. E ricordatevi, voi uomini e ragazzi che leggete: e`colpa vostra. Siete stati voi, in realta`.

http://www.ilmessaggero.it/?refresh_ce

SVOLTA NELLE INDAGINI
Genova, donna sfigurata con l’acido
L’ex marito arrestato per stalking

L’uomo si era difeso: non potevo correre. Ma una perizia lo smentisce

FEMMINICIDIO ( e vaiiii…)
Nuoro, raptus omicida nella notte
uccide la moglie nel sonno e tenta il suicidio

ROMA – Ha ucciso la moglie, Giuseppina Brodu, di 62 anni, di Desulo (Nuoro), durante il sonno con varie coltellate e poi con la stessa arma ha…
[CONDIVIDI]

Argentina, violenta la figliastra per 20 anni
e concepisce con lei dieci figli
Botte e minacce per evitare la denuncia

ROMA – Un uomo accusato di aver violentato la figliastra per 20 anni e aver concepito con lei dieci figli è stato arrestato in una zona rurale…

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Damien 10:45 am - 26th Agosto:

Luigi Corvaglia,

Luigi.. sei poco attento.. filtrano eccome! ne sono pieni ogni rivista femminile e persino su internet le famose testate, ben addomesticate dal nazivaginismo, le propongono in pompa magna, tutto per la dea Vulva X!

Fai un veloce confronto tra il tuo articolo segnalato e questo, che addirittura ha tanto di foto:

>>cliccame todos<<

..e poi trai le tue conclusionihttps://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cool.gif

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Damien 10:54 am - 26th Agosto:

continuando.. come si evince dalle foto, durante il “siparietto hot” dove mostra le tette, si nota che è vicinissima alla spiaggia, inoltre mentre assume pose eloquenti, dietro si scorge un bambino/a con boccaglio..

nelle sequenze varie, dove lei tronfia del potere vulvaceo, espone le sue tette alla mercè di tutti indistintamente, si nota un certo imbarazzo dell’uomo che lo accompagna..

da notare inoltre che l’uomo con lei, in una foto scattata in spiaggia, si aggiusta il pacco, presumo per motivi diversi, dall’eccitazione al levarselo dal culo, a levarsi la sabbia.. fate vobis, ma essendoci una donna, ciò le è concesso, anche se in presenza di altre persone e nelle immediate vicinanze (a destra della foto) si scorgano bambini!

HEIL VAGINA! https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gif

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Damien 11:11 am - 26th Agosto:

Qualche cenno legale dopo che avete raffrontato i due fatti menzionati:

[1] Art. 726 c.p.: “Chiunque, in un luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti contrari alla pubblica decenza è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da € 10 a € 206″.

[2] Cass. n. 47868 del 10.12.2012.

[3] Gli atti osceni sono sempre connotati da un contenuto di tipo sessuale, diversamente dagli atti contrari alla pubblica decenza che comprendono, più genericamente, le offese al pudore quali conseguenze della violazione di norme etico – sociali che impongono decoro, riserbo e compostezza.

A riguardo, la Cassazione (sent. n. 30242 del 29.7.2011) ha avuto modo di precisare testuali parole: “Gli atti osceni insomma ledono il sentimento della moralità sessuale in maniera talmente elevata da suscitare disprezzo e repulsione in chi vi assista, mentre l’ipotesi contravvenzionale degli atti contrari alla pubblica decenza si concreta con il venir meno del doveroso riserbo attinente alla sfera sessuale che genera disagio, fastidio o riprovazione (il mostrarsi completamente nudi all’interno di un’autovettura durante il compimento di un atto sessuale, è comportamento sicuramente offensivo del pudore e certamente avvertito come tale, indipendentemente dalle condizioni attuali di sviluppo sociale e culturale)”.

Art. 527 c.p.: “Chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti osceni è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni. La pena è aumentata da un terzo alla metà se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano. Se il fatto avviene per colpa, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309″.

Problemi applicativi

Nonostante i tentativi della giurisprudenza e dottrina di delineare in modo preciso i contorni del reato, le norme che lo prevedono hanno sempre sollevato notevoli incertezze interpretative e applicative, proprio perché introducono nella fattispecie un elemento, come il sentimento del pudore, che per quanto ci si sforzi di oggettivizzare finisce comunque per presentare una forte componente soggettiva. D’altra parte, alla marcata variabilità da persona a persona si aggiunge un altrettanto marcata variabilità secondo il luogo, l’ambiente sociale e, soprattutto, il tempo.

Il risultato di tutto ciò è un’elevata disomogeneità tra sentenze e una giurisprudenza alquanto mutevole nel tempo, che negli ultimi decenni, sulla scia dell’evoluzione del costume sociale, ha fatto uscire dall’ambito dell’osceno comportamenti prima ritenuti punibili: si pensi al topless in spiaggia, ancora punito negli anni settanta del XX secolo, o al nudismo la cui liceità nei luoghi in cui è consueto è stata affermata dalla Corte costituzionale solo in anni molto recenti.

conclusione:

La donna è libera di farsi i cazzi suoi (metaforicamente e non), e nel caso di specie, stabilire le speculari situazioni maschili se siano o meno punibili, in caso di errore, non ci saranno comunque conseguenze, e poi punirne uno per educarne cento va sempre bene!

HEIL VAGINA! https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gif

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Damien 11:40 am - 26th Agosto:

bene.. e per concludere, mettiamoci il carico da due (tette) mostrate in DIRETTA da una giornalista:

potere di krande vaginen!

ma il tutto è lecito anche in campo mediatico (specie se ad esserne vittime sono uomini) e notare bene, in centro CITTADINO!

potere di krande vaginen!

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Luigi Corvaglia 8:59 pm - 30th Agosto:

Il c.d. femminicidio e la scomparsa dei fatti. Genesi del decreto nato dalla manipolazione di massa
29/08/2013 – 12.35
di Fabio Nestola – Abbiamo sollevato per mesi e mesi alcune perplessità in merito al movimento d’opinione sviluppatosi attorno al cosiddetto fenomeno del “femminicidio” e alle nefaste conseguenze che esso potrebbe avere nei rapporti tra genitori e, principalmente, sui futuri rapporti tra i sessi. Quel movimento è subito apparso orientato più dall’emotività e da principi ideologici che non da una lucida razionalità e da principi giuridicamente condivisibili, oltre che da dati ufficiali ed attendibili.
continua ……

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Luigi Corvaglia 6:59 pm - 4th Settembre:

Un articolo su donne di fatto che a me sembra un autogol. Ma può darsi che, data la mia specificità maschile, non sia in grado di capirlo: Femminicidio, Eures e Ansa: “728 casi tra il 2000 e il 2011. Primato al Nord”

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Luigi Corvaglia 7:20 pm - 4th Settembre:

Questo invece è un post che mi fa piacere. E’ di Cristina Brondoni (criminologa) e all’epoca, diversi di noi se lo ricorderanno, ci siamo incontrati-scontrati sulla vicenda di William Pezzullo: Femminicidio: qualche dato in barba alla moda del momento
Qualcuno mi ha fatto notare il discorso sulla scuola. E’ vero. La questione però è più complessa e anche se lì sembra (ripeto sembra) sposare i discorsi di Zanardo&Company io mi accontento.

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Luigi Corvaglia 9:10 pm - 4th Settembre:
Rita 9:54 pm - 4th Settembre:

certo che per includere le ingiurie fra i reati a forte caratterizzazione di genere per via del 53,5% di vittime femminili a fronte del 65.5% di autori di reato maschili ce ne vuole di faccia tosta.
Certe volte mi sembra che facciano come a scuola. Giusto per allungare il tema ci si infilava di tutto.quando c’era scarsità di idea

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Luigi Corvaglia 2:47 pm - 8th Settembre:

Ma sul “femminicidio” si sta costruendo una campagna misandrica di Marco Faraci
………
Ad ogni crimine violento compiuto da un immigrato c’è sempre chi prova a giocare la carta etnica, la carta della paura e della colpevolizzazione del diverso. È successo anche in questi giorni, dopo lo stupro a Vicenza di una ragazza ad opera di un ghanese e dopo la follia omicidia di un altro ghanese a Milano.

La politica mainstream e soprattutto quella progressista e di sinistra prendono sistematicamente le distanze da tali posizioni e chiedono che i delitti si puniscano in quanto tali, ma si evitino campagne allarmistiche e generalizzazioni razziste. Peccato, che negli stessi giorni in cui, da sinistra, si chiede – giustamente – di approcciare le problematiche della sicurezza in un’ottica rigorosamente “race blind”, al tempo stesso si lanci una campagna sul “femminicidio”, che “blind” non lo è per niente, ma che anzi è fortemente sessuata e generalizzante.
CONTINUA…..

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armando 6:08 pm - 8th Settembre:

Nella questione del così detto femminicidio c’è una evidentissima verità: della verità, ai propagandisti non importa assolutamente nulla. A loro basta ripetere per migliaia di volte lo stesso concetto di femminicidio tacendo i numeri, basta fare una campagna martellante e pervasiva per preparare l’opinione pubblica a leggi liberticide che codificheranno il diverso valore della vita maschile rispetto a quella femminile.
E chi si presta a questo gioco sporco, volontariamente o per congenita stupidità, è ancora peggiore degli ideatori.
Detto questo, è ancora una volta da sottolineare, come fa Marco Faraci e come è già stato fatto da altri, che nei paesi aventi fama di essere ancora patriarcali e sessisti, le donne sono più sicure che in quelli dove si è praticamente raggiunta la parità (come la intendono loro, naturalmente).
C’ una logica stringente in questo fenomeno. Nel patriarcato gli uomini proteggevano le donne e le donne erano ben contente di essere protette. Poi hanno iniziato a pensare che gli uomini le opprimevano sempre e comunque, e stanno facendo di tutto e di più per essere alla pari. Ci sono riuscite.
Nelle società “depatriarcalizzate” non c’è più ragione di atteggiamenti paternalisti e protettivi in apparenza ma in realtà, secondo loro, oppressivi. Ed ecco che il numero di vittime femminili tende a parificarsi con quello delle vittime maschili. Le nostre emancipazioniste, avessero un cervello capace di ragionamento logico, dovrebbero gioire di questa parità anche se, purtroppo, realizzata in negativo (il chè è ulteriore dimostrazione che non è affatto vero che con tante donne al potere la violenza diminuisce). Invece si lamentano, si indignano, si scandalizzano. Il motivo di tanta pelosa indignazione è facilmente individuabile. Loro sono per l’uguaglianza, ma come nella “Fattoria degli animali” di Orwell i maiali erano più uguali degli altri, così pensano debbano essere le donne nei confronti degli uomini: un po’ più uguali.
Mi rendo conto che pretendere coerenza e logicità da certi personaggi (femmine e maschi) è difficile. Eppure, o si sceglie con chiarezza assumendosi le conseguenze di tale scelta, oppure l’esito sarà una società in cui impererà una nuova forma di razzismo sessuale. E come in altre epoche uccidere uno schiavo non era reato o era reato meno grave che uccidere un libero, così sarà per il maschicidio nei confronti del femminicidio.
armando

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Fabrizio Marchi 7:11 am - 19th Settembre:

Invito tutti a sottoscrivere questa petizione promossa dai nostri amici di Adiantum indirizzata al Presidente del Consiglio Letta:
http://chn.ge/19hDBQa

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armando 3:37 pm - 19th Settembre:

fatto
armando

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giovanni carducci 6:28 pm - 19th Settembre:

Fabrizio Marchi:
Invito tutti a sottoscrivere questa petizione promossa dai nostri amici di Adiantum indirizzata al Presidente del Consiglio Letta:
http://chn.ge/19hDBQa

https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_good.gif

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Mauro Recher 7:30 pm - 19th Settembre:

presente alla firma smile

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Mauro Recher 9:28 pm - 21st Settembre:

ed ho scritto alcune considerazioni di risposta
ad un articolo di stampo femminista http://femdominismo.wordpress.com/2013/09/21/discriminazione/

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Luigi Corvaglia 10:31 pm - 2nd Ottobre:

DL “femminicidio” in aula domani/1
Femmimicidio/ Ok commissioni a legge, domani in aula alla Camera

Ferranti: “buon segnale e testo migliore, ora donne più tutelate”

Roma, 2 ott. (TMNews) – Via libera da parte delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera alle al decreto legge contro il femminicidio. Già domani il testo passerà all’esame dell’aula di Montecitorio. “E’ un segnale forte, un provvedimento molto importante. Credo che le donne potranno ora contare su una tutela più attenta e incisiva contro ogni violenza di genere”, ha commentato la presidente Pd della commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti.

“Domani approderà in aula – ha sottolineato la relatrice sulle nuove norme – un testo migliorato grazie all impegno del governo e di tutte le forze politiche”. Un testo migliorato, a giudizio della presidente della commissione Giustizia, sia sotto il profilo della prevenzione che della repressione. “Siamo riusciti, in primo luogo – ha spiegato- a finanziare il piano di azione contro le violenze sessuali e di genere e il fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. E poi, sempre nell’ottica della prevenzione, si è dato rilievo – prosegue l’esponente del Pd – alla misura dell’ammonimento nei confronti dei maltrattanti .

Quanto all’aspetto repressivo, Ferranti richiama da un lato la scelta di colpire con “aggravanti di tipo generale i reati di violenza commessi non solo ai danni ma anche in presenza di un minore” e dall’altro l’accento posto “sull’allontanamento dalla casa familiare come misura cautelare d urgenza, in attuazione della Convenzione di Istanbul, nei confronti di quei ‘reati sentinella’ (percosse, lesioni o stalking) che sono rilevatori di condizioni di violenza domestica”. Infine, conclude la presidente della commissione Giustizia, “abbiamo introdotto norme processuali di maggior tutela a favore delle vittime dei reati”.

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Luigi Corvaglia 10:33 pm - 2nd Ottobre:

DL “femminicidio” in aula domani/2
FEMMINICIDIO. POLLASTRINI: PASSO IMPORTANTE PER DIRITTI UMANI DONNE


(AGENPARL) – Roma, 2 ott – “E’ stata una corsa contro il tempo, ma oggi le commissioni Affari costituzionali e Giustizia consegnano all’Aula la conversione in legge del decreto su ‘Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto alla violenza di genere”’. Lo afferma in una nota Barbara Pollastrini, dell’ufficio di presidenza dei deputati Pd. ”Questo venerdi’, la Camera ha il dovere di esaminare e concludere il provvedimento e trasmettere il testo al Senato”.”Come gruppo Pd, abbiamo voluto migliorare il decreto con correzioni
radicali, condivise dalla viceministra Guerra e dai relatori, glionorevoli Ferranti e Sisto. Il punto di fondo – prosegue l’ex ministra per le Pari opportunita’ – era e sara’ quello di rafforzare la prevenzione della violenza e le misure di tutela delle donne minacciate e colpite. Anche per questo abbiamo voluto piu’ risorse, per un totale di venti milioni di euro”.
”Dieci milioni – spiega Pollastrini – da finalizzare al fondo a sostegno del ‘Piano complessivo contro la violenza’, mi riferisco agli investimenti in educazione, formazione, campagne, osservatorio e diritti della vittima. Nello stesso tempo abbiamo ottenuto un finanziamento specifico, altri dieci milioni di euro, per un fondo mirato a sostegno di case, centri, associazioni di accoglienza, accompagnamento e tutela delle donne perseguitate e violate e per il recupero dei maltrattanti”. ”Lo so, non basta una legge a rimuovere una ferita profonda. Ma questa proposta rappresenta un passo in avanti importante per scuotere le coscienze, spingere un cambiamento culturale e dare una mano concreta per contrastare l’offesa piu’ grande ai diritti umani delle donne”, conclude Pollastrini.

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Luigi Corvaglia 5:18 pm - 21st Novembre:

Servizi sociali, psicologi, forze dell’ordine: l’inerzia sul femminicidio costa più di una legge di stabilità
Per la prima volta un’indagine nazionale ha valutato quanto “vale” il silenzio sulla violenza contro le donne. E il risultato è drammatico: 16,7 miliardi di euro. La metà di una finanziaria “pesante”
….
ROMA – Costi sociali, a partire da quelli dei servizi alla persona e dell’impiego delle Forze dell’Ordine. Ma soprattutto umani e psicologici. Per la prima volta un’indagine nazionale ha valutato quanto costa il silenzio sul femminicidio e sulla violenza contro le donne. E il risultato è drammatico: 16,7 miliardi di euro. Praticamente la metà di una finanziaria “pesante”. Per contrastare questo fenomeno, invece, si investe poco: solo 6,3 milioni di euro all’anno.

Il lavoro scientifico ha visto impegnati un pool di ricercatori di diversi atenei italiani, ed è stato valutato da un comitato scientifico di cui hanno fatto parte, tra gli altri, rappresentanti dell’Istat, del Cnr e dell’università Bocconi. “Quanto costa il silenzio?”, iniziativa promossa da Intervita Onlus e presentata oggi a Roma alla Casa del Cinema, parte dalla non facile stima di quante siano le donne in Italia che ogni anno subiscono violenza. Per violenza si intende qualsiasi tipo di sopruso: dallo schiaffo all’uccisione. I ricercatori sono partiti dai dati dell’ultima indagine dell’Istat – risalente a sette anni fa – li hanno incrociati con altri studi sul tema e hanno realizzato interviste strutturate a donne vittime di violenza. La conclusione è che nel 2012 una donna ogni 3 giorni è stata uccisa dal proprio partner, e che più di un milione di donne hanno subito almeno una molestia. Volendo stimare anche gli atti di violenza si arriva alla cifra stratosferica di 14 milioni: ovvero 26 al minuto.

Si tratta insomma di una vera e propria emergenza. Anche perché, dice la ricerca, questa enorme aggressività che attraversa la società italiana e i rapporti personali è invisibile: solo il 7,2% denuncia all’autorità giudiziaria. E quasi il 34% passa la vita senza raccontare quello che è successo a nessuno, nemmeno ai propri amici. Nonostante il parlamento abbia approvato un mese fa la cosiddetta legge contro il femminicidio e la normativa italiana punisca anche lo stalking, essere vittime di violenza è ancora uno stigma. Un fatto che ancora troppe donne considerano un problema personale, mescolando sensi di colpa e paure.

La ricerca “Quanto costa il silenzio” ha invece l’obiettivo di mostrare che la violenza contro le donne riguarda di tutti, a partire dai costi economici e finanziari sulla comunità. “Questo nostro studio – ha detto Marco Chiesara, presidente di Intervita – aumenta la consapevolezza di quanto la violenza sulle donne resti sommersa e di quanto siano spaventose le ricadute economiche e sociali. Emerge con forza che non è solo la donna direttamente coinvolta a scontare la violenza. Dopo una violenza sono tante le donne che perdono il lavoro per brevi o lunghi periodi. Per questo crediamo che sia necessario intervenire per tutelare, sostenere e promuovere l’inserimento lavorativo e il mantenimento del lavoro di donne che hanno subito violenza”.

La mancata produttività delle donne vittime di violenza è stata stimata in 604,1 milioni di euro. Poi ci sono le spese sanitarie, per un totale di 460 milioni di euro, le cure psicologiche (158,7 milioni) e l’acquisto di farmaci (44,5 milioni). A questi costi si aggiungono quelli relativi all’impiego delle Forze dell’Ordine, stimati in 235,7 milioni di euro, quelli sostenuti dall’Ordinamento giudiziario (421,3) e il costo per le spese legali che sfiora i 290 milioni di euro.

Ma la spesa maggiore è senza dubbia quella relativa ai “costi umani e di sofferenza”, che ammontano a 14,3 miliardi. Una stima raggiunta valutando le conseguenze della vulnerabilità in cui si trova a vivere il nucleo famigliare, l’impatto sulle relazioni fino alla trasmissione da una generazione all’altra della violenza. Un calcolo che si basa nel metodo su studi pionieristici a livello internazionale e utilizza come parametro il risarcimento danni in caso di incidenti stradali.
di CINZIA GUBBINI

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Luigi Corvaglia 12:06 am - 22nd Novembre:

Luigi Corvaglia,
Verrebbe voglia di non commentarlo tanto sono palesi strumentalizzazione, intenti e l’approssimazione. Ma tant’è….
Scusate una piccola premessa autobiografica (fresca fresca di legge) riguardante le spese delle forze dell’ordine: https://www.uominibeta.org/con…/ci-prendono-per-i-fondelli/
Articolo: – “Quanto costa il silenzio?”, iniziativa promossa da Intervita Onlus e presentata oggi a Roma alla Casa del Cinema, parte dalla non facile stima di quante siano le donne in Italia che ogni anno subiscono violenza. –
Considerazione: – Già, nemmeno siamo alle premesse e già si parte per ipotesi. Però i miliardi, belli tondi e consistenti, non 16 o 17 all’incirca, ma “precisamente” 16,7 li abbiamo calcolati. E da dove partiamo? –
Articolo: – I ricercatori sono partiti dai dati dell’ultima indagine dell’Istat – risalente a sette anni fa – li hanno incrociati con altri studi sul tema e hanno realizzato interviste strutturate a donne vittime di violenza. –
Considerazione: – Se vogliamo parlare estesamente di quell’indagine possiamo farlo nel post apposito. Perciò non mi dilungo più di tanto. L’indagine rappresenta una vetta (per ora, ma sono al lavoro …) irrangiungibile di mistificazione e falsificazione del femminismo istituzionale, sessista ed autoritario che, grazie a Bersani e Vendola è adesso cosi ben rappresentato nel nostro parlamento. La definizione di violenza, unidirezionale, è infatti così palesemente e strumentalmente dilatata che ci rientrano persino le critiche sull’abbigliamento. Lo scopo, ovviamente, è quello di ottenere i numeroni da sbandierare e i numeroni (in euro) da chiedere. I ricercatori (mi viene da sorridere a chiamarli cosi, li chiamerei tuttalpiù “tengo famiglia” … perchè non possono non sapere di lavorare su una base come dire “gassosa”, gonfiata a arte per motivi ideologici) partono quindi già da presupposti erronei. Chissà perchè mi viene in mente questo: https://www.uominibeta.org/contributi/i-sette-metodi-di-straus/
In particolare il metodo 3 ed il metodo 5.
Articolo: – La conclusione è che nel 2012 una donna ogni 3 giorni è stata uccisa dal proprio partner, etc ………….. E quasi il 34% passa la vita senza raccontare quello che è successo a nessuno, nemmeno ai propri amici. –
Considerazione: – Si tratta di una sarabanda di numeri e percentuali buttate li a caso che quantunque fossero veri (e non lo sono se non per le morti e anche li hanno inserito di tutto) non servono a capire, ma solo a creare il clima: da caccia alle streghe, anzi più correttamente agli stregoni.
Articolo: – La mancata produttività delle donne vittime di violenza è stata stimata in 604,1 milioni di euro. Poi ci sono le spese sanitarie, per un totale di 460 milioni di euro, le cure psicologiche (158,7 milioni) e l’acquisto di farmaci (44,5 milioni). A questi costi si aggiungono quelli relativi all’impiego delle Forze dell’Ordine, stimati in 235,7 milioni di euro, quelli sostenuti dall’Ordinamento giudiziario (421,3) e il costo per le spese legali che sfiora i 290 milioni di euro. –
Considerazione: – Senza voler negare i costi esistenti per le vere violenze rilevate e quantificabili con un bel pò di lavoro “di gomito” tra Asl, tribunali, forze dell’ordine, datori di lavoro, etc., … etc, ….. non posso fare a meno di far notare che si fanno delle stime (questo studio) su altre stime perltro abbastanza farlocche (lo studio Istat). Siamo in piena statistica creativa insomma. Il tutto per un ammontare, si dice, di 2,4 miliardi di euro.
Ma la cifra ai mandanti di questo studio per quanto già basata su stime gonfiate (Istat) evidentemente non basta. Occorre evidentemente una cifra che faccia il botto e colpisca l’immaginario comune. E arriviamo alla trovata finale.
Articolo: – Ma la spesa maggiore è senza dubbia quella relativa ai “costi umani e di sofferenza”, che ammontano a 14,3 miliardi. ……… Un calcolo che si basa nel metodo su studi pionieristici a livello internazionale e utilizza come parametro il risarcimento danni in caso di incidenti stradali. –
Considerazione 1: – Un calcolo che si basa nel metodo su studi “pioneristici” a livello internazionale, fino a prova contraria per me significa un calcolo che si basa su studi non sufficientemente testati e quindi dalla validità ancora dubbia. E aspettando comunque, in fiduciosa attesa di conoscerli. Il metodo e gl studi.
Considerazione 2: – Bene, oggi siamo finalmente venuti a conoscenza che grandi e prestigiosi istituti quali l’Istat, il Cnr, la Bocconi hanno trovato il modo di quantificare “costi umani e sofferenza” basandosi su parametro del risarcimento danni in caso di incidenti stradali. Non ci resta quindi che comunicarlo all’Inail: http://it.finance.yahoo.com/notizie/risarcimento-morti-sul-lavoro-inail-va-aggiornata-legge.html

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armando 9:44 pm - 22nd Novembre:

Sulle pagine del Corriere fiorentino di martedì scorso appariva un servizio sulle segnalazioni di violenze a Firenze. Non ho con me il giornale, ma le cifre, con sorpresa del giornale, raccontavano che per quanto riguarda gli adulti, la metà erano di uomini, soprattutto anziani.
armando

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Luigi Corvaglia 4:05 pm - 24th Novembre:

Laura Boldrini: “La politica sia umile”
……..
Ma si può?
Può la terza carica dello Stato dire castronerie del genere?
Io capisco tutto. Capisco che tu sia convinta di una causa e ti batta per questa con tutte le possibilità che hai.
Ci sarebbe la non trascurabile questione del ruolo, che richiederebbe un minimo di aplomb e terzietà.
Ma vabbè …. abboniamo pure quello.
Ma dire emerite fesserie sommergendo di ridicolo la carica che ricopre pro-tempore mi sembra un pò troppo.
Nell’articolo che ho segnalato ad un certo punto, parlando di violenza sulle donne se ne esce con: “Al fenomeno delle violenza sulle donne, evidenzia la Presidente, “è legato anche un problema economico: ogni anno costa allo stato 16 miliardi di euro. Non possiamo più permettercelo”.
Della cosa ho parlato in dettaglio nel mio precedente commento, a cui rimando, ma è possibile che un ex Commissario dell’Onu per i Rifugiati, ora terza carica di questo disgraziato Stato, non capisca la differenza tra una stima di danno (tralasciandone la liceità d’equiparazione) e un danno effettivamente pagato?
Questa qui crede davvero che lo Stato ha sborsato e sborsa annualmente quella cifra?
No, perchè se ci crede c’è da interrogarsi sulle responsabilita di chi ce l’ha messa lì. Se invece non ci crede è ufficiale: ci sta prendendo per il culo, offendendo la nostra intelligenza.

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