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02 Apr 2014  |  16 Commenti

Cos’è la violenza domestica

Prendiamo atto che la Provincia di Novara, la Regione Piemonte, e il Comune di Arona sanno cos’è la violenza domestica.

La violenza domestica è la violenza di carattere sessuale, psicologico, fisico, economico, compiuta da un uomo su una donna.

Il messaggio dal manifesto prodotto (e che alleghiamo) è chiaro. Un uomo esercita violenza fisica su una donna; un uomo esercita violenza psicologica su una donna; un uomo esercita violenza economica su una donna; un uomo esercita violenza sessuale su una donna. La donna riceve servizi di consultorio da una donna, per uscire da tale situazione. I bambini che assistono alla violenza di un uomo su una donna sono a loro volta vittima di abuso psicologico. Il messaggio è chiaro e non equivocabile.

E tale quadro non dipinge “semplicemente” la violenza domestica contro le donne in relazioni eterosessuali, ma l’interezza della violenza domestica, ed in termini netti; la violenza domestica sulle donne è l’interezza della violenza domestica, una violenza che può avere ripercussioni sui bambini, una violenza compiuta esclusivamente da un uomo.

Desumiamo che la violenza compiuta da una donna su un uomo in relazioni eterosessuali non esista. E le relazioni omosessuali evidentemente non esistono oppure non contemplano violenza; né quella compiuta da uomo su uomo, e tantomeno quella compiuta da donne su donne. E la violenza attuata da adulti su bambini non rientra in tale definizione di violenza domestica.

Registriamo e prendiamo atto di ciò, come si dice, non si finisce mai d’imparare.

Gradiremmo però avere alcuni chiarimenti in merito alla modalità con cui si è pervenuti a tale sapere “scientifico”. Sapere così assoluto tale da portare a ricondurre un concetto generale, quale quello della violenza in ambito relazionale, ad un concetto chiuso, quale quello della violenza di un uomo su una donna.

E’ un chiarimento che, modestamente, riteniamo dovuto. In altri contesti ricondurre comportamenti violenti o criminali a specificità di carattere razziale, o etnico verrebbe tacciato di propaganda razzista. Ne consegue che la definizione che si desume dal manifesto da voi redatto, deve ricondursi ad un’oggettività scientifica non confutabile tale da non far ricadere la definizione di violenza domestica da voi data, ed esemplificata, nelle fattispecie previste dalla normativa di contrasto all’odio sulla base dell’identità di genere, di orientamento sessuale, o altri criteri di classificazione delle persone.

Nel caso si obiettasse che tale manifesto sia orientato alla sola popolazione femminile, e quindi il messaggio sia stato semplificato per ragioni di “pragmatismo”, gradiremmo avere evidenza documentale di similari iniziative e manifesti prodotti per il contrasto delle altre forme di violenza relazionale (o domestica) da noi elencate, patrocinati dal Comune di Arona, dalla Provincia di Novara e dalla Regione Piemonte. Avremmo altresì interesse ad avere nozione dell’esistenza di uno “Sportello Uomo”, e l’entità degli eventuali finanziamenti pubblici stanziati per tale strumento di utilità sociale.

In attesa di tale riscontro, riteniamo di produrre a vostro beneficio alcuni dati ed informazioni utili a costruire una comunicazione più informata ed in linea con i principi di non discriminazione.

E’ ben noto a tutta la comunità scientifica che la violenza domestica su adulti e bambini non è affatto una questione “di genere” come non è una questione “di razza” e tantomeno di orientamento sessuale. Pur essendo alcune specifiche forme di violenza più “caratterizzabili”, quasi nessuna forma è a senso unico. In particolare se è vero che le forme più estreme di violenza quali gli omicidi “relazionali” vedano ben più vittime donne che uomini (quest’ultima casistica stranamente trascurata dalle cronache), è vero pure che quando si allarghi lo spettro della violenza di relazione (o domestica) le cose sono ben diverse da come negli ultimi tempi si è lasciato intendere alla pubblica opinione.

A tal pro ci fa piacere documentarvi con alcune informazioni che avete piena libertà di verificare oppure confutare. Riportiamo alcune informazioni derivanti da una pubblicazione (PARTNER ABUSE STATE OF 
KNOWLEDGE PROJECT, John Hamel, anno 2012) sullo studio della violenza domestica. Ferma restando l’opinabilità di qualsiasi studio, ci riferiamo a tale pubblicazione perché sintesi dei risultati del lavoro di oltre 2 anni di ricerca di 20 Università Statunitensi che hanno elaborato oltre 12,000 studi campione.

I dati sono in gran parte pubblicamente fruibili all’indirizzo http://domesticviolenceresearch.org/.

Alcuni dati sintetici (su cui sostanzialmente converge se non quantitativamente almeno qualitativamente, tutta la ricerca scientifica):

  • Circa il 24% delle persone subisce un’aggressione fisica almeno una volta nella vita (23% delle donne, 19% degli uomini)
  • Circa il 25,3% delle persone hanno commesso violenza contro il partner; 28% di donne che commettono violenza contro il partner, 22% di violenza commessa da uomini contro la partner
  • 80% delle persone commette forme di violenza psicologica (coercizione, intimidazioni, eccetera), con prevalenze statistiche pressoché identiche in uomini e donne, ma con leggera prevalenza di atti compiuti da donne
  • I rapporti sessuali forzati sono prevalentemente subiti da donne (4,5% contro lo 0,2% degli uomini)
  • Le donne sono più soggette a stalking (8% contro il 2% degli uomini) in particolare quando la persecuzione ha caratteristiche di fisicità, mentre le differenze divengono meno evidenti quando si contemplano i comportamenti “ossessivi” in senso più generale
  • Il 58% della violenza tra partners è bidirezionale, il 42% monodirezionale e di questa il 14% compiuta da un uomo su una donna e il 28% da una donna su un uomo
  • La violenza bidirezionale tra partners nella “popolazione” omosessuale è comparabile a quella della “popolazione” eterosessuale

Nessuno studio ha mai asserito che la violenza domestica o tra partners sia una questione di genere.

 In merito poi alla definizione di violenza, riteniamo poi che sia opportuno far rientrare nelle definizioni di violenza alcuni eventi dalla connotazione criminale, che stranamente nel manifesto non compaiono, quali a pure titolo esemplificativo:

  • Alienazione parentale
  • Minaccia di sottrazione della prole
  • False accuse di violenza domestica (che in alcuni casi, oltre all’estraniazione dalla vita genitoriale, portano anche alla carcerazione preventiva)

 Questo documento sarà reso di pubblico dominio ai fini di una corretta informazione, tramite tutti i canali di comunicazione disponibili, al fine di rendere un servizio di informazione corretto sulla violenza domestica, intesto a non istigare l’odio di genere e a non creare miti basati su impostazioni ideologiche piuttosto che sulle evidenze scientifiche e esperienziali.

 Si allega il manifesto da voi prodotto.

 Convinti di aver reso un servizio di pubblica utilità, in attesa di una rettifica e di una replica che giustifichi e motivi tale iniziativa da voi intrapresa, vi porgiamo distinti saluti.


16 Commenti

Alessandro 8:15 am - 3rd Aprile:

La stessa fondatrice dei centri anti-violenza, Erin Pizzey, dice che femministe si sono impadronite di queste strutture e le usano per plagiare le donne all’odio contro gli uomini, per alienare i bambini, per costruire false accuse. Questa criminalità nazi-femminista deve essere fermata

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Michele Serra 11:04 am - 3rd Aprile:

Un anno fa postai su un blog la mia testimonianza personale e le mie riflessioni sull’argomento.
Mi pare utile ripeterle anche qui.
Allego il link:

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Roberto Castelli 4:17 pm - 3rd Aprile:

Colgo nell’esposizione dell’articolo sopra molti contenuti sostanziali e che dovrebbero essere veicolati direttamente al Comune di Novara e alla Regione Piemonte, anche se dubito vorrebbero deliberatamente scendere sul piano del dialogo, che per altro sarebbe interessantissimo, e mostrerebbe la volontà iniziale di dimostrare che L’UOMO E’ VIOLENTO, non la donna, o comunque che il vero problema è l’uomo. Ecco perchè, credo che non risponderebbero ad un blog intitolato a degli Uomini, seppur beta!

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Fabrizio Marchi 5:19 pm - 3rd Aprile:

Roberto Castelli,

Ciao Roberto, raccogliamo sicuramente il tuo suggerimento e ne abbiamo già parlato…Intanto ci siamo già attivati per presentare un’ interrogazione parlamentare nel merito…https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wink.gif

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JanQuarius 1:37 pm - 12th Aprile:

Strano che le immagini di tale tipo mostrano sempre gli uomini come colpevoli e violenti. Vogliamo mostrare anche il lato negativo femminile…?!

Jan

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armando 2:28 pm - 12th Aprile:

La verità è che ci stiamo scontrando con una inaudita potenza mediatico/istituzionale che ha tutte le armi per far passare nell’opinione pubblica solo ciò che gli interessa. A nostro vantaggio, speriamo, c’è “solo” il buon senso delle persone e la loro quotidianità che contraddicono quell’ideologia che si vuole imporre. Occorre tempo, pazienza, tenacia, e accontentarsi di passi piccoli, magari anche per ora difficilmente percepibili.

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Rino DV 4:48 pm - 12th Aprile:

L’altra violenza, quella che si fa chiamare “ascolto, accoglienza etc”.
Qunado si preferisce il carcere piuttosto che i domiciliari con la moglie:
.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/04/12/news/meglio_il_carcere_che_i_domiciliari_con_la_moglie_uomo_si_fa_arrestare-83425294/?ref=HREC1-20
.
La settimana scorsa un fatto analogo in Veneto:
“No avvocato, i domiciliari no! Meglio il carcere che la fidanzata!”
.
http://www.ilgazzettino.it/PAY/NAZIONALE_PAY/meglio_il_carcere_della_fidanzata/notizie/592027.shtml
,https://www.uominibeta.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cry.gif
RDV

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cesare 7:50 pm - 12th Aprile:

Chi non conosce direttamente o indirettamente certi inferni familiari, o lavorativi, presieduti da personalità femminili infernali magari considerate pie donne e capaci di tenere conferenze sull’amore coniugale nei vari circoli e talkshow preposti a strutturare la violenza psichica ed emotiva femminile contro i maschi, per poi trasformarla in leggi cogenti?
Specializzate nel camuffamento del male col bene. Male-fiche che pronunciano male-dizioni e fanno il male in odio al loro prossimo di genere maschile.

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Luigi Corvaglia 9:19 pm - 12th Aprile:

Secondo caso in una settimana dove lei uccide crudelmente lui: Fano, ucciso a calci dalla moglie. Nella casa sangue dappertutto
…..
Sopralluogo degli inquirenti, la Procura a breve deciderà sulla capacità di intendere e di volere della donna
di Elisabetta Rossi
FANO (Pesaro e Urbino) – Sangue dappertutto. Sul divano, sul letto della figlia, su quello matrimoniale, sulle pareti, sui mobili, porte, in cucina e anche sul manico ricurvo di una scopa. Sangue nuovo e vecchio. Gli schizzi più recenti sono quelli di venerdì scorso, quando Stefano Silvestri è stato picchiato dalla moglie Paola Battistelli. Solo l’ennesima aggressione della donna contro quell’uomo esile e fragile, debilitato nel fisico dal vizio del bere. Perché nella loro casa di viale della Repubblica 44, a Lucrezia di Cartoceto, le liti furibonde erano all’ordine del giorno. E a quanto pare a subire era sempre lui.

La conferma dovrebbe arrivare dall’analisi di un campione di sangue che il medico legale Raffaele Giorgetti ha prelevato ieri mattina, durante il sopralluogo nell’appartamento con i carabinieri e il legale della Battistelli, l’avvocato Alberto Coli. Sangue che risale a un periodo precedente al fatto di venerdì, quando la Battistelli ha picchiato il marito poi trovato morto due giorni dopo. Non è escluso che il liquido biologico possa appartenere anche alla donna, che dal giorno della litigata si trova nel reparto di igiene mentale di Pesaro dove i carabinieri le hanno comunicato di essere indagata per omicidio preterintenzionale. Intanto il pm Monica Garulli ha disposto una perizia medico-psichiatrica che dovrà valutare sia l’imputabilità della Battistelli (e se quindi era capace di intendere e di volere al momento del fatto) e la sua pericolosità. La Garulli ha nel frattempo ascoltato la figlia 17enne della coppia. Lei era appena tornata da scuola quando si è trovata davanti l’ennesima scena di violenza tra i suoi genitori. Ha convinto la mamma a ricoverarsi. Poi ha chiamato il 118 per il padre, il quale ha richiamato l’ambulanza, che sembra fosse già in strada, dicendo di non aver bisogno di cure.
_________________
Dimenticavo ….. il primo è questo: Lo uccide con una coltellata alla gola «Non apprezzava le mie gentilezze»

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Mauro recher 10:26 pm - 12th Aprile:

Si potrebbe leggere un commento di questo tipo “Beh ,per una volta che capita a loro”
Beh ,gli risponderei ,non è solo “una volta” capita più spesso e questi casi non fanno altro che confermare la mia (e credo nostra ,nel senso di movimento) tesi cioè il consueto “La violenza non ha genere ,l’abbiamo e l’ho ripetuto chissà qualche volte ” eppure dobbiamo ancora vedere locandine di quel tipo a fare che la violenza è unidirezionale ,questa falsità (perchè tale è) come aveva provato a spiegare anche Vincenzo Spavone nel suo intervento ,porta a interventi straordinari (traduzione soldi) per casi che basterebbero le leggi già in atto ,e mentre per problemi sanitari ( come il tumore della mammella ,che porta a più vittime) si tagliano i fondi ,ma il primo pensiero è tanto politicamente corretto ,ma che fa tanto di radical chic

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Renato 10:50 pm - 12th Aprile:

Mauro Recher
>>
Si potrebbe leggere un commento di questo tipo “Beh ,per una volta che capita a loro”
>>
Moltissime donne fanno questo genere di commenti e trovano pure molto divertente la violenza femminile contro gli uomini. In particolar modo ridono quando un uomo viene evirato*, tanto è vero che negli USA è pure capitato che, in alcune trasmissioni televisive, delle donne – fra le quali alcune conduttrici – ridessero a più non posso nel commentare la notizia di un uomo al quale la “compagna” gelosa aveva tagliato il pene. Certo, non avrebbero mai riso se un uomo avesse tagliato clitoride, grandi labbra e capezzoli – magari entrambe le tette – a una donna.
____________
*
C’è da dire che anche numerosi uomini trovano divertente la violenza femminile contro altri uomini (ma non su di loro, ovviamente), mentre è impossibile trovare una donna che trova divertente la violenza maschile contro altre donne.

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Rino DV 6:29 pm - 21st Luglio:

Sentenza controcorrente.
Assassina punita nonostante l’autoaccusa del morto.

“…A Causare la morte di Sattolo fu uno choc emorragico provocato da una ferita da punta e taglio inferta con un coltello da cucina con lama seghettata di 19 centimetri, localizzata nell’emitorace sinistro e con penetrazione del polmone sinistro e, poi, della parte ventricolare sinistra del cuore.

Prima di morire, rivolgendosi ai carabinieri e ai soccorritori, la vittima disse che si era trattato di un incidente domestico, attribuendosi la responsabilità della ferita e raccontando che se l’era procurata mentre tagliava la carne.”

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/07/21/news/omicidio-sattolo-condanna-a-16-anni-per-la-fidanzata-1.9633499

RDV

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romano 10:57 pm - 24th Settembre:

femminismo vs realtà (esperimento sociale) https://www.youtube.com/watch?v=cywQhs_6iC4&feature=youtu.be

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nina 2:11 pm - 17th Gennaio:

nel sito di asl di Novara sul telefono rosa è abbastanza chiaro che anche le donne possono essere violenti (con altre donne).
La violenza domestica è quella tra i famigliari, tra quelli che condividono la stessa casa.

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Luigi Corvaglia 9:59 am - 13th Novembre:

Il marito è troppo silenzioso e la moglie lo denuncia: a processo per maltrattamenti
Surreale. O paradossale.
Non trovo altri aggettivi per descrivere la notizia.
Portato in processo per maltrattamenti quando le uniche violenze (a quanto risulta dall’articolo) sono quelle compiute su se stesso.
***
ps. Strano che questa casistica sia sfuggita alle ‘senonoraquando’ che hanno sviluppato la famosa ricerca multiscopo dell’Istat (http://www.istat.it/…/20…/06/nota-metodologica-violenza.pdf…). Quest’ultima infatti, sommata alle altre domande del tipo:
– l’ha mai criticata per il suo aspetto?
– per come si veste o si pettina?
– per come cucina?
– controlla come e quanto spende?
sicuramente avrebbe raddoppiato la percentuale di donne molestate!
Violenze in Famiglia: quello che l’ISTAT non dice
.

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